Cancro alla laringe: otto casi su dieci provocati da alcol e sigarette

Chi assume alcol corre un rischio tre volte maggiore di cancro al cavo orale, faringe ed esofago rispetto a un astemio; e purtroppo, nel nostro Paese è in aumento il consumo di alcolici, soprattutto tra i giovanissimi: oggi il 44% degli under 25 italiani beve regolarmente fuori dai pasti; erano il 34% dieci anni fa. L’abuso di alcol è, insieme al fumo, una tra le principali cause dei tumori alla laringe, neoplasia dalla quale oggi si può guarire nel 60% dei casi; e addirittura nove volte su dieci se viene diagnosticata allo stadio iniziale. Nei primi anni Novanta, invece, solo la metà dei pazienti riusciva a sconfiggerla.

«Si tratta della più diffusa e frequente forma di tumore della testa-collo. Ogni anno – ricorda Giuseppe Spriano, presidente della Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico-facciale (Sioechcf) – queste neoplasie colpiscono 12 mila italiani e il loro numero è in aumento a causa anche di comportamenti scorretti sempre più diffusi».

È possibile prevenire queste forme di cancro intervenendo sugli stili di vita e sottoponendosi a visite dallo specialista. «L’80% dei tumori della testa-collo – precisa il presidente Sioechcf – sono riconducibili ad alcol e sigarette. Per evitare la malattia è fondamentale seguire stili di vita sani e quindi niente fumo, limitare il più possibile gli alcolici, seguire una dieta sana ed equilibrata e svolgere attività fisica tutti i giorni. Un accanito bevitore o un forte fumatore invece dovrebbe sottoporsi a visite otorinolaringoiatriche periodiche, magari una volta l’anno a partire dall’età dei 50 anni in su».

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Tumore della laringe: 6 pazienti su 10 superano la malattia

tumore laringeIn Italia il 60% dei pazienti con cancro alla laringe guarisce dalla malattia. E la percentuale sale a oltre il 90% se la patologia viene diagnosticata allo stadio iniziale. All’inizio degli anni ’90, invece, solo il 50% dei malati sconfiggeva la neoplasia. “Si tratta della più diffusa e frequente forma di tumore della testa-collo – afferma il prof. Giuseppe Spriano Presidente nazionale della Società Italiana di Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale (SIOeChCf) in un seminario tenutosi oggi -. Ogni anno queste neoplasie colpiscono 12.000 italiani e il loro numero è in aumento a causa anche di comportamenti scorretti sempre più diffusi. Chi assume alcol corre, infatti, un rischio 3 volte maggiore di cancro al cavo orale, faringe ed esofago rispetto ad un astemio. Nel nostro Paese è in aumento il consumo di alcolici, soprattutto tra i giovanissimi. Il 44% degli under 25 italiani beve regolarmente fuori dai pasti, erano “solo” il 34% 10 anni fa”. Il carcinoma alla laringe si manifesta con alterazioni della voce (disfonia). Quando invece è più esteso provoca difficoltà e dolore alla deglutizione, tosse e, a volte, la comparsa di tumefazioni al collo. La diagnosi di sospetto tumore della laringe viene di solito svolta dallo specialista Otorinolaringoiatra con una visita accompagnata da una fibrolaringoscopia. “Si utilizza uno strumento a fibre ottiche sottile che, introdotto nella gola del paziente attraverso il naso, permette di vedere le corde vocali e le altre strutture della laringe – sottolinea il prof. Giuseppe Spriano -. In caso di sospetto clinico si effettuerà una biopsia”. Il bisturi rappresenta in molti casi la soluzione definitiva contro la malattia. “Oggi le operazioni sono meno invasive – prosegue Spriano -. In passato l’unico intervento possibile era la laringectomia totale, cioè l’asportazione completa della laringe che provocava la perdita della voce e la tracheotomia definitiva per la respirazione. Oggi grazie alla chirurgia endoscopica è possibile rimuovere tumori poco estesi, utilizzando il laser attraverso la bocca. Nelle neoplasie di media grandezza si svolgono laringectomie parziali. In questo caso viene asportata solo una parte della laringe in modo da permettere al paziente di parlare, respirare e deglutire normalmente. Negli ultimi due anni è stata introdotta anche la chirurgia robotica, che permette di eliminare il cancro inserendo due piccole mani chirurgiche attraverso la bocca del paziente. Queste replicano i movimenti dello specialista che si trova invece ad una consolle operatoria distante dal paziente”. E’ possibile prevenire queste forme di cancro intervenendo sugli stili di vita e sottoponendosi a visite dallo specialista. “L’80% dei tumori della testa-collo sono riconducibili ad alcol e sigarette – conclude il Presidente degli otorini -. Per evitare la malattia è fondamentale seguire stili di vita sani e quindi niente fumo, limitare il più possibile gli alcolici, seguire una dieta sana ed equilibrata e svolgere attività fisica tutti i giorni. Un accanito bevitore o un forte fumatore invece dovrebbe sottoporsi a visite otorinolaringoiatriche periodiche, magari una volta l’anno a partire dall’età dei 50 anni in su”.

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Tumore a laringe, faringe e bocca: prevenzione e alimentazione

1 Introduzione

La percentuale di casi dei tumori a bocca e faringe si è abbassata nel tempo, il picco massimo si è avuto tra il 1950 e il 1980, mentre i tumori della laringe sono in numero stabile o lievemente in calo dal 1970.

L’incidenza del cancro alla bocca è di 20-40 casi su 100.000 persone in Asia centrale, Europa, Oceania e regioni sudafricane, mentre risultano meno di 3 casi su 100.000 persone in Centro America, Estremo Oriente e Africa nord-occidentale.

Il cancro alla faringe segue un andamento simile a quello della bocca, tranne che per la diffusione nel sud del continente africano e nell’Europa occidentale, che è di 10 casi su 100.000 persone, fino a meno di 1 su 100.000 in Nordafrica.

Il cancro alla laringe raggiunge i 10 casi su 100.000 persone in Sud America, in Asia e nell’Europa occidentale, mentre arriva a 1 caso su 100.000 in Africa.

Gli uomini soffrono di queste patologie tre volte più delle donne, inoltre l’età oltre i 50 anni è un fattore importante nello sviluppo della malattia.

La sopravvivenza risente del fatto che oltre il 60% delle persone colpite da questi tumori non cominciano le cure se non a stadi molto avanzati, in questi casi la speranza di vita è molto bassa. In USA il 60% delle persone arriva a una sopravvivenza di 5 anni, il 50% in Gran Bretagna.

Incidenza dell’alimentazione

Verdure non amidacee

Le verdure non amidacee sono quelle verdure che hanno un contenuto di amido trascurabile o nullo, vengono quindi esclusi i cereali, i legumi, le patate e tutti gli altri prodotti amidacei.

Esistono molti studi che mettono in evidenza la correlazione e un ipotetico meccanismo d’azione dose-dipendente: le verdure non amidacee probabilmente proteggono dal cancro alla bocca, alla faringe e alla laringe.

Frutta

Esistono molti studi che mettono in evidenza la correlazione e un ipotetico meccanismo d’azione dose-dipendente: la frutta probabilmente protegge dal cancro alla bocca, alla faringe e alla laringe.

Cibi contenenti carotenoidi

I carotenoidi sono composti di origine vegetale, tipicamente danno un colore giallo, arancione o rosso all’alimento (ne sono particolarmente ricchi la zucca, la carota, l’anguria, il peperone, il pomodoro, l’albicocca ed il melone).

Esistono molti studi che mettono in evidenza la correlazione e un ipotetico meccanismo d’azione dose-dipendente: i cibi contenenti carotenoidi probabilmente proteggono dal cancro alla bocca, alla faringe e alla laringe.

Maté

Il Maté è un infuso di erbe originario dell’oriente, viene consumato caldo.

Gli studi sono pochi e non concordanti, è ragionevole dire che è solo possibile che il Maté sia causa di cancro alla bocca, alla faringe e alla laringe.

Bevande alcoliche

Gli studi sono numerosi e molto ampi, le prove sono concordanti, l’alcol è una causa certa di cancro alla bocca, alla faringe e alla laringe. Inoltre, il fumo e l’alcol contemporanei amplificano questo effetto e il rischio aumenta in maniera più che additiva.

Altri alimenti

Per altri tipi di alimenti non è possibile stabilire una correlazione chiara tra questo tipo di tumori e il loro consumo.

Conclusioni

  • L’alcol è una causa certa di questo tipo di tumori,
  • il Maté è un fattore possibile di aumento del rischio,
  • mentre il consumo di alimenti vegetali ne riduce la possibilità di insorgenza.

Questo articolo è tratto dal capitolo 7.1 del WCRF-AICR Diet and Cancer Report

Dott. Giuliano Parpaglioni
Biologo nutrizionista, Master internazionale di II livello in nutrizione e dietetica
Riceve a Brescia, Milano e Desenzano del Garda
340 418.93.93
http://www.nutrizionistabrescia.com
g.parpaglioni@gmail.com

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Alcol e salute: le verità nascoste

Alcol e saluteDi Antonio Floriani *

È frequente sentire pareri discordanti circa gli effetti dell’alcol sulla salute. Infatti, essendo l’alcol una sostanza legale ed ubiquitaria, il cui uso è incentivato in culture come la nostra e costantemente presente in eventi quali feste e cerimonie, l’idea dei danni sulla salute ad esso associati è spesso correlata unicamente alle stragi del sabato sera per guida in stato d’ebbrezza, o tutt’al più alle conseguenze a cui vanno incontro gli alcolisti.

A rinforzare l’idea che l’alcol non sia una sostanza pericolosa per la salute, salvo in casi estremi, molti articoli e pareri di ricercatori che ciclicamente pubblicizzano gli effetti benefici di alcune molecole rinvenute nell’una o nell’altra bevanda alcolica a cui vengono attribuiti poteri antinfiammatori e protettivi il sistema cardiocircolatorio. Si pensi ai polifenoli o al risveratrolo presenti nel vino rosso che, sì sono ottimi antiossidanti, ma contenuti in una quantità talmente esigua nel vino che per avere un qualche effetto realmente efficace sarebbe necessario assumere quantitativi spropositati di alcol. Non è superfluo ricordare che gli interessi commerciali nel campo del vino, della birra ed in generale di tutte le bevande alcoliche sono enormi, così come il conflitto di interessi per i governi che guadagnano sul suo commercio.

Altro pensiero molto diffuso è che le bevande da considerarsi dannose siano quelle ad alta gradazione, quali i superalcolici, e che la birra e il vino non abbiano effetti tossici sulla salute se non a dosaggi elevati. In realtà all’alcol sono associati molti più danni di quelli generalmente immaginati. Infatti l’etanolo e l’acetaldeide, sostanze contenute in tutte le bevande alcoliche, sono fortemente tossiche, cancerogene, ovvero in grado di indurre l’insorgenza e l’evoluzione dei tumori. A conferma di ciò, nel 2009 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (organo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha stabilito che l’acetaldeide libera presente nelle bevande alcoliche è cancerogena, inserendola nel Gruppo 1 dove sono presenti le sostanze certamente tossiche per l’uomo. L’etanolo viene metabolizzato dal fegato solo in parte (attraverso un meccanismo di ossidazione da parte dell’enzima alcol-deidrogenasi) ad acetaldeide e quest’ultima ad acetato. Questi prodotti inibiscono il normale metabolismo cellulare provocando sia danni diretti per morte e trasformazione cellulare che favoriscono l’insorgenza di cancro in alcuni siti dell’organismo umano (cavità orale, faringe, laringe, esofago, colon-retto, fegato e mammella), sia danni a più lungo termine consistenti nell’accumulo di grasso nei tessuti (tra cui il fegato con conseguente steatosi, precursore della cirrosi e quindi del carcinoma epatico) e danni  da radicali liberi, con conseguente aumento del rischio di sviluppare il cancro. A questi si aggiungono i danni a livello del sistema nervoso sia centrale (cervello) che periferico (nervi).

I consumatori a maggior rischio sono considerati i minori di 16 anni per i quali le agenzie di sanità pubblica prescrivono la totale astensione da qualsiasi consumo alcolico. Il consumo di alcolici sembra avere inizio soprattutto nel periodo della scuola media. Le ricerche condotte nelle scuole riportano che solo un terzo dei ragazzi tra i 12 e i 18 anni risulta non essere interessato all’alcol e che un quinto di loro aveva meno di 11 anni quando ha bevuto la prima bevanda alcolica. La Relazione del Parlamento su alcol e problemi alcolcorrelati relativa al biennio 2011-2012 conferma che tra i giovani e i giovani adulti prevale sempre più il consumo occasionale e fuori pasto di bevande alcoliche, con prevalenza di aperitivi, amari, superalcolici e birre, bevuti in situazioni considerate aggregative. Le prevalenze più alte di consumatori fuori pasto si riscontrano nella fascia di età 18-24 anni, seguita dalla fascia 14-17 anni. Il binge drinking, ovvero l’abbuffata alcolica che prevede un consumo di un notevole quantitativo di alcol in un breve arco di tempo, si è diffuso, registrando un costante aumento sopratutto tra i giovani. Questa modalità è considerata tra le più dannose e ad altissimo rischio di danni gravi per la salute.

L’alcol può causare una vasta gamma di problemi, non solo per la salute fisica ma anche per quella mentale. Tra le condizioni cliniche più frequenti del consumo di alcol, si collocano le patologie gastrointestinali, ulcera gastrica e duodenale, esofagite, cirrosi epatica, pancreatite, epilessia, polineuropatia, sindrome di Wernicke-Korsakoff, malattie cardiache, carenze nutrizionali e disfunzioni sessuali. Le complicanze di tali patologie possono portare, in alcuni casi, alla morte. Inoltre l’alcol aumenta fortemente il rischio di sviluppare tumori e malattie cardiovascolari. Patologie assai frequenti associate al consumo di alcol sono i disturbi d’ansia e gli attacchi di panico ed è ampliamente riconosciuta la correlazione tra depressione e alcolismo. Se in alcuni casi l’uso continuativo di alcol provoca un’alterazione dei meccanismi cerebrali con conseguenze sull’umore, sul comportamento e di tipo psicologico, l’abuso di bevande alcoliche può portare a vere e proprie sindromi organiche, conseguenza di danni a livello cerebrale, con l’instaurarsi di stati confusionali e psicosi. Il 10 % dei casi di demenza sono legati al consumo di alcol e non sono rari i casi di gravi problemi cognitivi correlati al suo consumo.

Spesso, i problemi causati dall’alcol vengono erroneamente associati al solo alcolismo, vale a dire una malattia cronica recidivante che prevede la dipendenza dal bere, e non tanto al suo consumo considerato “moderato”. In Italia l’alcolismo riguarda circa 1 milione e mezzo di persone e circa il 90% non viene adeguatamente trattato. In realtà è al “consumo sociale” di alcol, ovvero al “bere moderato”, che sono associati il maggior numero di casi con problemi o patologie alcol-correlate. Se l’abuso alcolico provoca in acuto un insieme di conseguenze facilmente intuibili che vanno dallo stato d’ebbrezza fino al coma etilico, l’uso continuativo di alcol (inteso sia come consumo giornaliero a bassi dosaggi, sia come ripetute intossicazioni acute nel tempo) può causare una serie di situazioni critiche per la salute (fisica e psichica) e dal punto di vista sociale (con ripercussioni sulla famiglia, sulle relazioni e nel lavoro). Tali manifestazioni non vengono spesso riconosciute come conseguenza dell’uso di alcol e vengono piuttosto attribuite ad altri fattori (genetici, ambientali, destino, ecc.). L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che l’alcol provochi ogni anno, il 4% di tutti i decessi. In Europa oltre il 12% dei decessi nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni è attribuibile all’alcol. In Italia sono almeno trentamila i decessi ogni anno per cause alcol-correlate e l’alcol rappresenta la prima causa di morte tra i giovani fino all’età di 24 anni. Nel nostro Paese le spese sociali dovute all’abuso di alcol (mortalità e morbilità, perdita di produttività, assenteismo, disoccupazione, costi sanitari, etc.) rappresentano mediamente il 3,5% del Prodotto Interno Lordo, pari ad un valore di circa 53 miliardi di euro l’anno se rapportato al PIL 2010.

L’alcol è una sostanza tossica e cancerogena per l’uomo; il consumo di bevande alcoliche (vino, birra, aperitivi, superalcolici), anche in quantità moderate, è un comportamento a rischio per la salute. 

* Antonio Floriani è medico psicoterapeuta, Direttore del Centro LiberaMente di Genova. Esperto in dipendenze e comportamenti d’abuso, lavora da molti anni, a diversi livelli, nel settore.

http://www.centroliberamente.it/alcol-e-salute-le-verita-nascoste/

«Evitare fumo, alcol e smog per preservare la laringe»

EDUCAZIONE SANITARIA. Alla Gran Guardia il punto su un tumore che comincia a diffondersi anche fra le donne
Colpisce 50mila italiani l’anno e il Veneto è tra le regioni più esposte «L’abuso sin dalla gioventù aumenta il rischio di ammalarsi»

Il fumo di sigaretta è una delle prime cause di tumore alla laringe, con alcol e smog

Il fumo di sigaretta è una delle prime cause di tumore alla laringe, con alcol e smog

Una malattia che porta via la voce, la capacità di comunicare e per questo è invalidante non solo dal punto di vista fisico, ma anche da quello psicologico. I tumori alla laringe colpiscono ogni anno 50mila persone in Italia, 3mila solo in Veneto, una delle regioni più esposte, e sono in aumento. Se n’è discusso ieri alla Gran Guardia, nel corso del convengo regionale “L’evoluzione del volontariato oncologico nel Veneto a supporto della politica sanitaria”, patrocinato dall’assessorato alla Sanità della Regione Veneto, dal Comune di Verona, dall’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Verona, dalla Scuola triveneta di discipline Otorinolaringoiatre e organizzato dall’Aoi, l’Associazione oncologica italiana mutilati della voce, in occasione dei 40 anni dalla nascita dell’onlus, che si occupa di fornire assistenza ai malati e ai loro familiari nella fase pre e post intervento, garantendo sostegno psicologico e ascolto. «Vogliamo coinvolgere la cittadinanza nella conoscenza di questa patologia», spiega il presidente dell’Aoi, Adriano Zanelli, «l’arma migliore è la prevenzione, per questo organizziamo incontri nelle scuole, per sensibilizzare i ragazzi a cercare di evitare i fattori di rischio, come alcol e fumo». L’abuso di queste sostanze aumenta in modo esponenziale le possibilità di sviluppare queste neoplasie e il Veneto, tradizionalmente legato al consumo di grandi quantità di alcol e sigarette, è tra le regioni italiane con il numero di casi più alto. Dal momento che l’età in cui si comincia a fare la conoscenza con alcolici e fumo si sta abbassando (si parla di dipendenza già dai 12 anni) è importante diffondere un messaggio di allerta tra le fasce più giovani e per questo il volontariato può fare molto. «Il piano socio-sanitario dedica attenzioni anche al sociale e, da questo punto di vista, un grande contributo lo danno le associazioni di volontariato», ammette l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, «se così non fosse, sarebbe difficile per la sanità sostenere i pazienti nei percorsi di cura e riabilitazione post intervento, che sono una necessità ineludibile, tanto quanto lo è il supporto durante la cura». I tumori della laringe rappresentano il 19 per cento di tutte le neoplasie in Italia e anche se i più colpiti sono uomini tra i 60 e i 70 anni, si sta assistendo ad un abbassamento dell’età e a un aumento tra le donne. «Iniziano a insorgere spesso già intorno ai 50 anni», spiega Maurizio Magnani, primario di Otorinolaringoiatria dell’ospedale di Cremona, «mentre l’incremento dell’incidenza è quantificabile tra i 7 e il 10 per cento. I fattori di rischio principali sono fumo, alcol e inquinamento atmosferico ed è bene ricordare che anche dopo che si è smesso di fumare gli effetti tossici permangono all’interno dell’organismo per altri 20 anni. Il miglior tipo di prevenzione rimane la diagnosi precoce, che consente interventi di chirurgia conservativa e migliori speranze di guarigione». Se preso in tempo si ha circa il 90 per cento di possibilità di guarigione, contro solo il 50 se viene diagnosticato in fase già avanzata. «Per questo bisogna prestare molta attenzione ai sintomi», conclude il dottor Magnani, «come abbassamenti di voce, difficoltà a deglutire o la sensazione di avere un corpo estraneo in gola. In questi casi consigliamo di rivolgersi al medico».

Elisa Innocenti

Tumore laringe faringe

Cos’è

La laringe è un organo dell’apparato respiratorio lungo circa 12 centimetri, collegato verso l’alto con l’orofaringe, lateralmente con l’ipofaringe ed in basso con la trachea. Ha una struttura cartilaginea ed è rivestita al suo interno da una mucosa. La parte superiore della laringe è chiusa dall’epiglottide, una piccola cartilagine che durante la deglutizione si piega all’indietro formando una specie di scivolo che protegge le vie aeree impedendo al cibo di finire nella trachea. La laringe ospita le corde vocali, organo fondamentale della fonazione.
Essa è quindi una valvola situata tra le vie aeree e digestive; quando è aperta consente la respirazione, quando è chiusa la fonazione e la deglutizione.
tumori della laringe originano, nella maggior parte dei casi, dalla mucosa (epitelio) che riveste l’interno del canale: il più comune è il carcinoma a cellule squamose.

La faringe è un canale cilindrico lungo circa 15 centimetri, posto tra la cavità nasale e l’esofago; esso fa parte delle cosiddette ‘vie aereo digestive superiori’ perché da un lato consente la progressione del bolo alimentare dalla bocca verso l’esofago tramite il meccanismo della deglutizione, dall’altro il passaggio verso la trachea e i polmoni dell’aria opportunamente filtrata, umidificata e scaldata.
La faringe può essere interessata da tumori maligni in ciascuna delle sue tre porzioni: il nasofaringe (o rinofaringe), l’orofaringe e l’ipofaringe (dove si separano la via alimentare e quella respiratoria). Quelli della nasofaringe o rinofaringe sono carcinomi indifferenziati frequentemente associati al virus EBV (Epstein-Barr virus), mentre nelle altre regioni prevale il carcinoma a cellule squamose

Tipologie

  • Cancro della laringe e della faringe
    Il 95 per cento dei tumori della laringe e dell’ipofaringe originano il più delle volte per danni provocati dal fumo e dal consumo eccessivo di alcol. Anche in questa sede l’uso combinato di tabacco ed alcol moltiplica il rischio di sviluppare un tumore.
    Il restante 5 per cento dei tumori origina dagli altri tessuti presenti nei vari organi del distretto (per esempio ghiandole,adenomi, tessuto muscolare o connettivale, sarcomi, o da tessuto linfatico, linfomi).
  • Cancro dell’orofaringe
    L’orofaringe è la parte di faringe in continuazione con la parte posteriore della bocca: include la base della lingua, il palato molle, l’arco delle tonsille e la parte posteriore della cavità della bocca stessa.

Le forme più comuni di alterazioni dei tessuti che ricoprono la cavità buccale sono la leucoplachia macchia bianca) e l’eritroplachia (macchia rossa). Si tratta di lesioni precancerose, cioè a potenziale rischio di trasformazione. In genere le lesioni bianche hanno minor rischio di cancerizzazione (intorno al 5 per cento – 10 per cento) rispetto a quelle rosse (fino al 70 per cento). Solo la biopsia, cioè il prelievo di una parte della lesione, ci permette di valutare l’entità del rischio di trasformazione tumorale (displasia lieve, media o severa) ovvero la presenza di una lesione già neoplastica (carcinoma in situ, carcinoma microinvasivo). Le tonsille, che fanno parte del sistema linfatico, sono colpite dai tumori tipici di questo tipo di tessuto (linfomi), che hanno un decorso e una prognosi diversa, in genere più favorevole, rispetto a quella dei tumori epiteliali.

Negli ultimi anni si è manifestato un aumento dell’incidenza di tumori orofaringei nei giovani; è stato dimostrato che queste neoplasie non sono correlate con il consumo di alcol e di tabacco, ma con la presenza del virus HPV (Papilloma virus).

Evoluzione

Come per la maggior parte dei tumori, la guarigione dipende dalla sede ed estensione del tumore e dalle condizioni generali di salute.
La presenza di una neoplasia a rapida crescita può ostruire le vie aeree, impedendo al paziente di respirare, rendendo necessaria una tracheotomia, cioè l’apertura delle vie aeree al di sotto dell’ostacolo, in genere a livello della parte iniziale della trachea.
Complessivamente, la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è del 60 per cento circa, oscilla tra il 90-95 per cento nei pazienti con tumori limitati, ed è del 19 per cento nei pazienti con tumori metastatici.

Sintomi

I sintomi di un cancro alla faringe o alla laringe sono spesso subdoli e non sempre specifici; variano a seconda di sede ed estensione della massa tumorale. Ad esempio i tumori della base della lingua e dell’epiglottide danno una vaga sensazione persistente di corpo estraneo con un dolore irradiato all’orecchio, mentre i tumori delle corde vocali danno alterazioni della voce. Per questo i sintomi legati ai tumori orofaringei sono frequentemente trascurati dai pazienti, con conseguente diagnosi ritardata, mentre quelli delle corde vocali sono in genere diagnosticati in fase iniziale.

L’età media alla diagnosi di un tumore della faringe è di 64 anni e il 95 per cento insorge dopo i 40 anni. I disturbi più comuni provocati dai tumori che crescono nel nasofaringe sono: difficoltà a inspirare aria dal naso, fuoriuscita di secrezioni e di sangue dal naso (epistassi), chiusura della tuba di Eustachio (sensazione di orecchie tappate). Questo tipo di tumore dà spesso metastasi ai linfonodi, che frequentemente rappresentano il primo segno clinico di malattia.
Le neoplasie dell’orofaringe possono provocare difficoltà e dolore alla deglutizione (disfagia e odinofagiarispettivamente).
I tumori dell’ipofaringe, più rari dei primi due, si manifestano con disfagia talora associata ad alterazioni del timbro di voce, difficoltà respiratorie (dispnea) soprattutto nelle forme avanzate e dolore irradiato all’orecchio (otalgia riflessa).

Il cancro della laringe colpisce soprattutto le persone di età superiore ai 55 anni ed è più diffuso nei maschi. I sintomi più frequenti di queste neoplasie sono l’abbassamento di voce immotivato e persistente (più di due settimane) con variazione del timbro vocale, di dolore e difficoltà alla deglutizione, dolore persistente all’orecchio nel deglutire oppure gonfiore (adenopatia) sul collo.

diagnosi

Per la diagnosi dei tumori della faringe e della laringe in presenza di sintomi l’esame più utile è la laringoscopia, una procedura indolore che permette al medico di ispezionare la laringe e le corde vocali.
Questo esame si esegue con un laringoscopio a fibre ottiche, che è dotato di illuminazione propria e viene introdotto in gola attraverso la cavità nasale (laringoscopio flessibile) oppure appoggiato sulla lingua (fibroscopio rigido): essi consentono di valutare la funzione laringea (motilità delle corde vocali) e la eventuale presenza di ulcerazioni o masse faringee e laringee.

Come si cura

I tumori della faringe e della laringe possono essere curati chirurgicamente con interventi che, nei tumori circoscritti, consentano la conservazione delle funzioni vocale, deglutitoria e respiratoria; nelle neoplasie più estese si rende indispensabile l’asportazione di tutto l’organo e dei linfonodi circostanti.

Nei tumori allo stadio iniziale l’asportazione della lesione può essere eseguita con il laser (questo strumento non è ancora disponibile in tutti gli istituti di cura).
Alcuni tumori dell’orofaringe possono essere trattati con chirurgia Robot assistita.
In presenza di un tumore della laringe avanzati, spesso si è costretti a eseguire la cosiddetta laringectomia (ossia l’asportazione completa dell’organo comprese le corde vocali). Anche in assenza di laringe e corde vocali è possibile tornare a parlare (come i ventriloqui) grazie ad uno specifico addestramento (logoterapia) o all’impiego di speciali apparecchi.

Radioterapia e chemioterapia sono usati come adiuvanti nel post operatorio, oggi oltre a questa indicazione si sono affermati alcuni protocolli terapeutici cosiddetti di preservazione d’organo che si propongono di trattare le neoplasie avanzate faringo-laringee senza ricorrere alla laringectomia. I risultati di questi trattamenti non chirurgici sono discreti, ma non sempre pari a quelli della chirurgia, pertanto le scelte terapeutiche vanno valutate e concordate con oncologi medici, radioterapisti e chirurghi esperti.

Chi è a rischio

Per i tumori della laringe e della faringe i principali fattori di rischio sono il fumo di sigaretta, il consumo di alcol, il 90 per cento circa dei pazienti con queste neoplasie fuma e beve.

Proprio per questo il tumore della laringe è più frequente in Veneto e in Friuli Venezia Giulia (18 casi l’anno ogni 100 mila abitanti), rispetto a Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana (10 casi l’anno ogni 100 mila abitanti) e al Meridione (7,3 casi l’anno ogni 100 mila abitanti).

Quanto è diffuso

diffusione tumore laringe faringeSu scala mondiale, i tumori della faringe e della laringe rappresentano il 10 per cento circa di tutte le neoplasie maligne negli uomini e il 4 per cento nelle donne.

In Italia si contano circa 5.000 nuovi casi l’anno di tumore della laringe tra gli uomini e 500 tra le donne. Le più comuni sedi di origine del carcinoma a cellule squamosesono la corda vocale vera, l’epiglottide, il seno piriforme e l’area post-cricoidea.

tumori della faringe hanno un’incidenza analoga a quella dei carcinomi della lingua con una maggiore mortalità; in Italia si registrano circa 4.600 nuovi casi l’anno per gli uomini e 1.300 per le donne. I tumori della faringe, in particolare orofaringe, hanno avuto un incremento di incidenza negli ultimi 20 anni verosimilmente legato ai casi HPV-correlati.

Prevenzione

In base ai dati disponibili non è possibile stabilire se lo screening di routine per i tumori della laringe e della faringe sia efficace per gli individui che non presentano sintomi.
Per tutti è valido il consiglio di non fumare, di non consumare tabacco in alcuna forma e di limitare l’alcol.Potrebbe essere utile un esame del distretto orale e faringo-laringeo per tutti i soggetti di età superiore a 60 anni fumatori e bevitori.

airc.it/tumori

Bere alcol è dannoso anche se con moderazione

bere-alcol-dannoso-moderazione

L’abuso di alcol è sicuramente un attentato alla nostra salute, si diceva però che un bicchiere di vino al giorno facesse bene alla salute cardiovascolare. Ma un nuovo studio direbbe l’esatto contrario: bere alcol è dannoso anche se con moderazione, sarebbe dannoso per il cervello adulto poichè ne intacca la plasticità strutturale.

A dirlo è un nuovo studio della ‘Rutgers University’, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica ‘Neuroscience’. Il danno cerebrale consiste nella riduzione del 40 per cento della produzione di cellule nelle persone che durante la settimana bevono poco, per poi eccedere nei fine settimana. Abitudine che dilaga fra i giovani che iniziano a bere molto presto.

La scoperta allarmante porta la firma di Tracey J. Shors, professoressa di neuroscienze comportamentali e sistemi presso la Rutgers University e la dottoressa Megan Anderson, che hanno collaborato a loro volta con Miriam Nokia della University of Jyvaskyla in Finlandia.

La spiegazione arriva dalla dottoressa Megan Anderson che commenta come bere alcol è dannoso anche se con moderazione smentendo dunque che un bicchiere di vino al giorno faccia bene:

Anche bere con moderazione può trasformarsi in binge drinking [bere compulsivo] senza che la persona se ne accorga. A breve termine potrebbero esserci danni motori o funzionali impercettibili, ma a lungo termine questo tipo di comportamento potrebbe avere effetti molto negativi su apprendimento e memoria.

Negli Stati Uniti ed in altri paesi, il limite consentito dalla legge quanto a uso di alcol è dello 0,08 per cento. Partendo da questo, gli scienziati hanno condotto dei test su modello animale. La dose è stata adattatta a quella del consumo umano, vale a dire 3-4 bevande per le donne e 5 per gli uomini.

I risultati degli esperimenti hanno evidenziato la riduzione del 40 per cento delle cellule nervose prodotte nell’ippocampo, dove nascono i nuovi neuroni nel cervelllo che consentono, in modi diversi, le funzioni di apprendimento:

Se questa area del cervello è colpita ogni giorno per molti mesi e anni, alla fine si potrebbe non essere in più grado di ottenere nuove abilità o imparare qualcosa di nuovo nella vostra vita. E’ qualcosa di cui si potrebbe anche non essere a conoscenza che si sta verificando.

Naturalmente, ogni persona è un mondo sè, se per qualcuno un bicchiere di una qualsiasi bevanda alcolica potrebbe essere eccessivo, per altri berne almeno tre è come fare un passeggiata di salute. Resta evidente il fatto che la moderazione è fondamentale per la nostra salute e, sapendo che bere alcol è dannoso anche se con moderazione, sarebbe opportuno pensare di accantonare l’idea delle grandi bevute con gli amici nei fine settimana solo per ‘sballarsi’, non ne vale davvero la pena.

Photo credit: Mark Birkle su Flickr

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Il numero di malati di tumore in Italia è in aumento, ma di cancro si può guarire

 

Il numero di malati di tumore in Italia è in aumento, ma di cancro si può guarire di Brigida Stagno 

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Maggiore diffusione dei programmi di screening, miglioramento delle diagnosi, cure più efficaci, centri di eccellenza diffusi nella penisola: malgrado l’aumento del numero di malati di tumore in Italia, soprattutto al Nord, queste misure hanno contribuito alle maggiori percentuali di guarigione e al miglioramento della sopravvivenza, in particolare per alcune forme tumorali, come il cancro del colon-retto (il più frequente in assoluto), quello della mammella (prima causa di morte oncologica nella donna) e della prostata. Per altre neoplasie, come quella del polmone (prima causa di morte per tumore nell’uomo), del pancreas e della colecisti, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi non è invece migliorata negli ultimi anni ed è rimasta stabile.

Il cancro è la seconda causa di morte (il 30% di tutti i decessi) dopo le malattie cardiovascolari, ma chi sopravvive 5 anni dalla diagnosi ha per alcuni tumori (testicolo, corpo dell’utero, ma anche melanoma, linfomi di Hodgkin e in misura minore colon-retto) prospettive di sopravvivenza vicine a quelle della popolazione generale, che non ha mai avuto una neoplasia. A vivere oggi con una precedente diagnosi di tumore sono in Italia circa 2.250.000 persone (oltre il 4% della popolazione).

L’analisi precisa delle cifre riferite a quest’anno è contenuta in un censimento ufficiale, una pubblicazione dal titolo “I numeri del cancro in Italia 2012” ( Intermedia Editore), presentata a Roma al Ministero della Salute. L’edizione 2012, frutto del lavoro dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), è indispensabile per conoscere l’impatto dei tumori e pianificare al meglio gli interventi.

L’intervento più efficace resta però sempre la prevenzione e oggi circa il 40% dei tumori è potenzialmente prevenibile, soprattutto il cancro del colon-retto, dello stomaco, della prostata, della mammella, dei polmoni, della pelle, più correlati a stili di vita sbagliati. Ma quali le principali misure da adottare? Innanzitutto è obbligatorio smettere di fumare. Il 25-30% di tutti i tumori è correlato al consumo di tabacco e ogni anno tre milioni di persone muoiono nel mondo a causa del fumo.

Per prevenire i tumori, ma anche le malattie cardiovascolari, è poi raccomandabile seguire la dieta mediterranea: introdurre più frutta e verdura, specie se crude, ha un forte effetto protettivo sul rischio di numerose neoplasie, in particolare a carico dell’apparato digerente, grazie all’alto contenuto di fibre (che favorisce la maggior motilità intestinale, impedendo l’assorbimento di eventuali sostanze cancerogene) e alla presenza elevata di sostanze anti-cancro, gli antiossidanti. Gli esperti consigliano di consumare regolarmente pane, pasta, riso ed altri cereali, olio di oliva, pesce e di aumentare il consumo giornaliero di ortaggi, legumi e frutta fresca (almeno 5 porzioni al giorno tra frutta e verdura), riducendo carne rossa, cibi raffinati e grassi animali.

Altra misura importante è moderare il consumo di alcol, che aumenta il rischio di cancro del cavo orale, della faringe, dell’esofago e della laringe ed è fortemente correlato anche all’insorgenza di tumore del fegato e dell’intestino (in entrambi i sessi) e della mammella nelle donne.

Anche il controllo del peso rappresenta una misura anti-tumore: è dimostrato che persone con un sovrappeso uguale o superiore al 40%, presentano tassi più elevati di mortalità per cancro del colon-retto, della prostata, dell’utero, della cistifellea e della mammella. E’ importante anche praticare con regolarità attività fisica, in quanto i sedentari hanno una probabilità del 20-40% superiore di ammalarsi. Quanto alle lampade solari, la loro pericolosità è ormai dimostrata da diversi studi scientifici: un’esposizione precoce, in particolare prima dei 35 anni, aumenterebbe del 75% il rischio di sviluppare il melanoma. Vanno inoltre tenuti sotto controllo i nei, seguendo la regola dell’ABCDE.

Forse non tutti lo sanno, ma per ridurre l’insorgenza dei tumori è necessario anche proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili: il 15-20% delle neoplasie deriva proprio da infezioni, che possono essere prevenute (con l’uso del profilattico). Fra queste, l’epatite o il papilloma virus possono essere trasmesse attraverso i rapporti sessuali non protetti. Attenzione infine alle sostanze dopanti: gli steroidi anabolizzanti, utilizzati a volte nello sport, determinano un aumento del rischio di tumori, in particolare a livello del fegato, della prostata e dei reni e le probabilità di ammalarsi aumentano con gli anni, soprattutto in chi li ha assunti per molto tempo.

 

VIVA IL RESPIRO

 

Nel 1994 il regista Sandro Baldoni diresse un film a

tre episodi dal titolo “Strane Storie”. Nel primo episodio

il protagonista (Ivano Marescotti) si sveglia una mattina

con attacchi violenti di tosse e difficoltà a respirare.

Bussano alla porta due uomini in tuta che gli notificano

la “chiusura dell’aria” per non avere pagato in tempo

la bolletta. Proprio così, la bolletta dell’aria.

“Quanto tempo ho?…”, chiede angosciato.

“Se fa in fretta, in venti minuti ce la fa a raggiungere

la centrale dell’aria”, rispondono compunti e distaccati

i funzionari.

L’uomo si veste alla meglio e va, si trascina per

strada, l’autobus tarda, prende un taxi, una manifestazione

lo rallenta, arriva infine a destinazione.

Annaspando raggiunge lo sportello dopo che un signore, morendo, gli cede il

posto nella fila. Con burocratica lentezza l’impiegata di turno verifica che la

pratica sia in ordine, corredata di bolli e timbri. È a posto, ma ha difficoltà a dare

il resto… l’uomo annaspa, l’ossigeno è quasi del tutto esaurito, ma ecco che alla

fine l’aria viene ripristinata in extremis. L’uomo inspira profondamente e rumorosamente

ad occhi sbarrati. Ce l’ha fatta.

Esce dunque in strada, si abbandona ad occhi chiusi appoggiato a un cancello

e, per godere di quell’attimo di felicità, si accende una sigaretta.

Il racconto è paradossale e racchiude tutte le contraddizioni della nostra umanità.

Tutti gli esseri viventi si ritraggono per istinto da qualsiasi fonte di fumo.

L’homo sapiens ha violato questa elementare legge della natura e della conservazione

della Vita. Giunto alla massima evoluzione intellettiva e creativa, contro

ogni legge biologica, è riuscito a ficcarsi del fumo concentrato nelle delicatissime

vie respiratorie definendolo un… piacere.

Questo “piacere” è considerato da decenni, da parte dell’Organizzazione

Mondiale della Sanità, la prima causa di morte evitabile al mondo. Ogni anno

cancella dal pianeta oltre 5 milioni di persone per malattie gravi e invalidanti che

opprimono il respiro e danneggiano gravemente i bronchi e i polmoni, incapaci

di difendersi in quanto la natura li ha programmati per ricevere aria, non fumo.

VIVA IL RESPIRO

In Italia le morti indotte dal fumo di sigaretta ogni anno sono 80.000, di cui 30.000 solo per

tumori al polmone.

Per questo motivo il tabacco è considerato il principale fattore di rischio per malattie

respiratorie, cardiovascolari e tumorali.

In altri termini, provoca più decessi e invalidità di incidenti stradali, alcol, aids, droghe,

omicidi e suicidi messi insieme.

fonte lilt