Ma cosa si fumano i nostri politici?

Liberalizzare le droghe leggere o no?
Finalmente si è scoperto cosa angustia l’Italia in questi momento
di crisi,il vero problema per l’Italiano medio e se è
giusto legalizare la cannabis o no.
Iniziamo a dire che è stato provato scientificamente da luminari della medicina e non da consiglieri regionali Lombardi e presidente di
Regione Puglia che i noti spinelli oltre a bruciare cellule
nervose irrimediatalmente procurarano tumori alle vie respiratorie
come le comunissime sigarette.
A questo punto mi sorge il dubbio se non convenga lelalizzare
la cannabis per evitarne lo spaccio creando un mercato nero
che porta a persone che riinvestono gli illeciti guadagni
per allargare il traffico o per finanziare altri commerci tipo lo spaccio
delle droghe pesanti od altro che di pulito non ha niente,oppure?
Oppure se si tiene veramente alla salute delle persone,si vieti
la vendita di tabacco e dei suoi manufatti e dei super alcolici
visto che anche loro provocano danni irreparabili non solo
vietare l’uso della cannabis.
Ci siano controlli seri sull’inquinamento industriale e no,
controlli seri nella filiera di alimenti,cosmesi e abbigliamento.
Ci siano controlli sulla sicurezza sul lavoro per diminuire le
morti sul lavoro.
Quindi parliamoci chiaramente e per evitare frainteindimenti
sono contrario alla legalizzaione della cannabis e di tutte le
droghe leggere e pesanti ma non solo,dovremmo rendere illegale
anche la vendita di tabacco e dei loro manufatti e sopratutto
di super alcolici e gli alcolici e tutti i manufatti non sicuri
per la costruzione con materiali scadenti o inquinanti e nocivi
alla salute.;

 

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VIVA IL RESPIRO

 

Nel 1994 il regista Sandro Baldoni diresse un film a

tre episodi dal titolo “Strane Storie”. Nel primo episodio

il protagonista (Ivano Marescotti) si sveglia una mattina

con attacchi violenti di tosse e difficoltà a respirare.

Bussano alla porta due uomini in tuta che gli notificano

la “chiusura dell’aria” per non avere pagato in tempo

la bolletta. Proprio così, la bolletta dell’aria.

“Quanto tempo ho?…”, chiede angosciato.

“Se fa in fretta, in venti minuti ce la fa a raggiungere

la centrale dell’aria”, rispondono compunti e distaccati

i funzionari.

L’uomo si veste alla meglio e va, si trascina per

strada, l’autobus tarda, prende un taxi, una manifestazione

lo rallenta, arriva infine a destinazione.

Annaspando raggiunge lo sportello dopo che un signore, morendo, gli cede il

posto nella fila. Con burocratica lentezza l’impiegata di turno verifica che la

pratica sia in ordine, corredata di bolli e timbri. È a posto, ma ha difficoltà a dare

il resto… l’uomo annaspa, l’ossigeno è quasi del tutto esaurito, ma ecco che alla

fine l’aria viene ripristinata in extremis. L’uomo inspira profondamente e rumorosamente

ad occhi sbarrati. Ce l’ha fatta.

Esce dunque in strada, si abbandona ad occhi chiusi appoggiato a un cancello

e, per godere di quell’attimo di felicità, si accende una sigaretta.

Il racconto è paradossale e racchiude tutte le contraddizioni della nostra umanità.

Tutti gli esseri viventi si ritraggono per istinto da qualsiasi fonte di fumo.

L’homo sapiens ha violato questa elementare legge della natura e della conservazione

della Vita. Giunto alla massima evoluzione intellettiva e creativa, contro

ogni legge biologica, è riuscito a ficcarsi del fumo concentrato nelle delicatissime

vie respiratorie definendolo un… piacere.

Questo “piacere” è considerato da decenni, da parte dell’Organizzazione

Mondiale della Sanità, la prima causa di morte evitabile al mondo. Ogni anno

cancella dal pianeta oltre 5 milioni di persone per malattie gravi e invalidanti che

opprimono il respiro e danneggiano gravemente i bronchi e i polmoni, incapaci

di difendersi in quanto la natura li ha programmati per ricevere aria, non fumo.

VIVA IL RESPIRO

In Italia le morti indotte dal fumo di sigaretta ogni anno sono 80.000, di cui 30.000 solo per

tumori al polmone.

Per questo motivo il tabacco è considerato il principale fattore di rischio per malattie

respiratorie, cardiovascolari e tumorali.

In altri termini, provoca più decessi e invalidità di incidenti stradali, alcol, aids, droghe,

omicidi e suicidi messi insieme.

fonte lilt