Fumo, sono 40 le malattie associate alle sigarette

Sono ben 40 le malattie che i ricercatori hanno ormai collegato al fumo di sigaretta. Non solo i tumori, come quello al polmone o alla laringe, ma anche problemi cardiovascolari. Ora la lista ha raggiunto quaranta diverse malattie riconducibili al tabagismo.

Fumo

Tumore ai polmoni ma anche ictus e infarti, ma la lista delle patologie legate al consumo di sigarette e in continuo aumento. Lo ha detto un gruppo di ricerca che ha pubblicato una nuova ricerca sulla rivista scientifica Surgeon General,  nel suo annuale aggiornamento al primo rapporto sul fumo.

Oltre al cancro ai polmoni, la disfunzione erettile, le malattie respiratorie e simili, ora si sa che anche l’artrite reumatoide, il glaucoma, il tumore al colon e al fegato, il diabete e persino la frattura dell’anca sono collegate al vizio del tabagismo.

L’inquietante ricerca della sanità americana si sofferma anche sul costo per lo Stato del vizio di fumare: ogni anno, il governo Usa spende l’astronomica cifra di 289 miliardi di dollari per contrastare i danni delle sigarette. Danni che non riguardano solo chi fuma, ma anche coloro che sono costretti al fumo passivo, anche noto come fumo di seconda mano, per i quali vi è una crescita dal 20 al 30 per cento dei rischi di infarto e di ictus.

Nonostante questo, ogni giorno circa 3.200 persone, per lo più giovanissimi, iniziano a fumare, dando spesso vita ad una dipendenza nociva per sé e per il prossimo

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Limone: anticancro e curativo. Ecco 10 buoni motivi per sceglierlo

Contrasta l’insorgere dei tumori e disintossica l’organismo mentre riequilibria il Ph del nostro corpo e aiuta ossa e fegato

 

FOTOGALLERYI cibi anti-cancro

Fin dai tempi più antichi il limone è stato considerato come un vero e proprio farmaco e un ottimo alleato per il benessere e la salute del corpo. Iniziare la giornata bevendo una tazza di acqua tiepida e limone è un gesto semplice ma con moltissimi esiti salutari.

Vediamo quali sono tutti gli effetti positivi e i motivi per inserire il limone nella nostra alimentazione:

1) recenti studi hanno dimostrato che con i suoi 22 componenti il limone contrasterebbe l’insorgere di tumori, oltre a disintossicare e rimineralizzare l’organismo

2) riequilibra il PH corporeo: grazie alle reazioni alcalinizzanti che innesca
I limoni sono alcalinizzanti e l’acido citrico in essi contenuto invece di creare acidità nel nostro organismo ha una azione contraria – alcalina – che contribuisce a ridurre i livelli di acidità nel sangue e creare un ambiente basico, utile al nostro corpo

3) combatte raffreddori e influenze 
grazie all’alto contenuto di Vitamina C e flavonoidi, che lavorano sinergicamente, i limoni sono ottimi alleati per sconfiggere le infezioni

4) contribuisce a dissolvere i calcoli biliari e i calcoli renali
è l’acido citrico contenuto nei limoni che aiuta a sciogliere i calcoli biliari, i depositi di calcio e i calcoli renali

5) ostacola l’insorgere dell’osteoporosi
sempre l’acido citrico che favorisce l’assorbimento e l’impiego di calcio da parte del nostro organismo, evitando il pericolo per le ossa di diventare fragili

6) contrasta l’acido urico e depura il fegato
l’acqua e limone ha un effetto depurativo per il fegato e un effetto diuretico stimolando la diuresi che libera l’organismo dalle tossine. L’acido citrico contribuisce anche a migliorare la funzione degli enzimi che stimolano il fegato e aiutano il corpo a disintossicarsi

7) rafforza i vasi sanguigni, grazie alla vitamina P
protegge dalle malattie di origine neurologica e allevia i problemi respiratori, aiuta a sbarazzarsi da infezioni polmonari

8) migliora la digestione e favorisce il transito intestinale
il sapore acidulo del limone gli dona la capacità di stimolare la peristalsi – una contrazione dell’intestino – che aiuta a liberarci dalle scorie e a migliorare laregolarità intestinale

9) contrasta i radicali liberi, e combatte l’invecchiamento cellulare dell’organismo
vitamina C e antiossidanti aiutano a contrastare i danni provocati dai radicali liberi e la formazione delle rughe. La vitamina C uccide alcune tipologie di batteri responsabili dell’acne, ringiovanisce quindi la pelle agendo dall’interno dell’organismo

10) possiede proprietà antibatteriche
i limonoidi, presenti nei limoni, oltre ad essere efficaci contro l’influenza, hanno effetti antibatterici o antivirali su altri tipi di virus.

Altre proprietà non sono provate scientificamente ma si narra che qualche goccia di succo di limone su frutti di mare crudi riduce del 90% i batteri presenti. E lavorare in un ambiente che profuma di limone permette di fare meno errori al computer. Grazie all’olio essenziale di limone che favorisce la concentrazione. Infine frizionare il cuoio capelluto con una lozione a base di olio di oliva e succo di limone contrasta la caduta dei capelli. Le infinite virtù del limone.

 

 

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No Tobacco Day: e se tutti smettessero di fumare?

In Italia i fumatori diminuiscono: nel 2011 erano il 22,7% degli ultra 15enni, il 20,8% nel 2012. Ma sono sempre tanti: 10,8 milioni. E se smettessero? Sarebbero più longevi e più fertili. E più belli!

 

Come smettere di fumare? In gruppo, aiutati dagli esperti di uno dei 380 centri anti-fumo, è più facile. I vantaggi per la salute sarebbero veramente enormi. Abbiamo calcolato la riduzione dei tumori incrociando i dati epidemiologici dell’Associazione italiana registri tumori con la stima dei tumori da fumo pubblicata nel 2011 dai ricercatori londinesi della Queen Mary University. Ecco come cambierebbero umore e stato di salute dei fumatori se smettessero di fumare. Oggi.
Da una campagna anti-fumo del 2011, in Inghilterra: nonostante la crudezza della comunicazione, che parla direttamente all'ego maschile, i produttori di tabacco non sono riusciti a bloccare la campagna.

Da una campagna anti-fumo del 2011, in Inghilterra: nonostante la crudezza della comunicazione, che parla direttamente all’ego maschile, i produttori di tabacco non sono riusciti a bloccare la campagna.

 

Cervello, umore, pelle e occhi. Si ridurrebbero: l’incidenza della depressione, la mortalità (-5.611 casi) e le disabilità per malattie cerebrovascolari come ictus e aterosclerosi (-819 casi).
Occhi. Calerebbe del 40% il rischio di cataratta e di 3 volte quello di degenerazione maculare. Per non parlare dei vantaggi estetici: la pelle del viso invecchierebbe più lentamente, l’irsutismo si ridurrebbe del 5,6%, si appianerebbero le rughe intorno alla bocca e sparirebbe il reticolo venoso superficiale delle gote e del naso. 
 
Bocca, gola, denti e alitosi. Scenderebbero (-6.000) i decessi per tumori di labbra, bocca, faringe e laringe. Si risparmierebbero impianti e dentiere: la piorrea (espulsione dei denti dovuta alla placca batterica) è infatti agevolata dal fumo che riduce le difese immunitarie.
Piorrea. Il rischio di piorrea espulsiva sarebbe ridotto di 3 volte per chi fumava fino a 10 sigarette al giorno; di 6 per chi superava le 30. Inoltre la dentina sarebbe più bianca, il sorriso più gradevole e l’alito non saprebbe di posacenere.

 

Bronchi, polmoni, cuore e sangue. Ogni anno ci si risparmierebbe la maggior parte dei decessi per tumore al polmone (-32.956), quelli per bronchiti acute ed enfisemi (-12.935), polmoniti e influenze (-1.592), oltre ai decessi per Bpco o broncopneumopatia cronica ostruttiva (-2.244), patologia sviluppata da un fumatore su due.
Cuore. Ma si ridurrebbero anche i decessi per ipertensione (-2.135), malattie cardiache (-18.000) e 477 persone non si ammalerebbero di leucemia. 
 
Stomaco, colon, pancreas, fegato… Si ridurrebbero i tumori dello stomaco (-3.000), del colonretto (-4.000), del pancreas (-3.300), del fegato (-3.000), della vescica (-9.000), del rene (-1.976). Calerebbero i decessi per rottura degli aneurismi dell’aorta addominale (-2.033 morti), la dilatazione a palloncino di un’importantissima arteria la cui rottura è più frequente nei fumatori.
Diabete. Si ridurrebbe inoltre il rischio di insufficienza renale cronica, e di diabete, aumentato (79%) nei fumatori anche leggeri.

Questo articolo è tratto da Focus Extra 60 (primavera 2013), un numero speciale di Extra tutto dedicato agli "e se..." più curiosi e sorprendenti.

Questo articolo è tratto da Focus Extra 60 (primavera 2013), un numero speciale di Extra tutto dedicato agli “e se…” più curiosi e sorprendenti.

 

Riproduzione femminile.Calerebbero i tumori della cervice uterina (-158) e dell’ovaio (-4.900); non sarebbero necessarie molte fecondazioni artificiali perché il fumo è associato nella donna a un aumento dell’infertilità del 60%.
Gravidanza. Meno intoppi anche in gravidanza: al fumo sono correlati il 70% delle morti fetali; il 60-90% dei parti prematuri; la riduzione del peso alla nascita dei neonati (in media -200 g). Inoltre, il fumo causa un’anticipazione di 3 anni della menopausa. 
 
Riproduzione maschile. Nell’uomo smettere di fumare riduce del 15% il rischio di disfunzione erettile (impotenza): il fumo infatti favorisce la formazioni di ateromi non solo nei vasi del cuore, ma anche in quelli del pene impedendo la congestione necessaria per l’erezione.
Seme. Inoltre il fumo riduce il volume, la densità dello sperma oltre il numero e la motilità degli spermatozoi. Ma danneggia anche la morfologia e, direttamente o indirettamente, il Dna dello spermatozoo. 
 
Apparato scheletrico. Il fumo riduce la densità ossea e favorisce l’osteoporosi; le fumatrici 60enni hanno un rischio maggiore di frattura del collo del femore del 17%; nelle 70enni aumenta del 41%; nelle 80enni del 71%: quindi è sempre l’età giusta per smettere. Circa una frattura di anca su 8 è oggi attribuita al fumo.
Mortalità. Inoltre poiché in Italia la frattura del femore è correlata a una mortalità del 6% nel mese successivo al ricovero, il fumo è responsabile di circa 500 decessi precoci fra le donne anziane. 
 
Benefici anche per i bambini. Gli under 14 esposti al fumo passivo dei genitori sono circa 4 milioni. Si risparmierebbero i danni ai polmoni in sviluppo.
Conseguenze. Se tutti smettessero di fumare, inoltre, i bambini oggi figli di fumatori avrebbero una riduzione del rischio di otiti dell’orecchio medio, cioè fra il timpano e l’orecchio interno (-48%), di asma (-21%) e di dispnea, cioè di respirazione difficoltosa con fame d’aria (-24%) e di sindrome catarrale, cioè un eccesso di produzione di catarro (-35%). 
 
Fumo passivo e incidenti. In Italia i fumatori passivi sono 15 milioni, pari al 26,5% della popolazione. Ci si risparmierebbero i tumori al polmone da fumo passivo (-4.000 casi), ma anche quelli alle vie aeree superiori.
Al volante. Anche gli incidenti stradali si ridurrebbero della quota attribuita a distrazione per accensione o spegnimento della sigaretta, stimata nel 15% (cioè -32.000) del totale; in proporzione si ridurrebbero anche i morti (-600) e gli infortuni (-45.000) con i danni permanenti che derivano.

Inquinamento. Cancro: più 9% negli uomini e più 7% nelle donne nei siti a rischio

Questi gli ultimi dati dello studio Iss-Airtum che saranno presentati domani a Siracusa. Nel corso della prima fase dello studio, diagnosticati 57.391 casi di tumore negli uomini e 49.058 nelle donne. Numeri in eccesso, in ambedue i casi, rispetto alla media dell’incidenza dei tumori in Italia.
 
08 MAG – Secondo i dati prodotti nel corso della prima fase di questo studio, nei Siti d’interesse nazionale (Sin) sono stati diagnosticati 57.391  casi di tumore negli uomini e 49.058 nelle donne. Questo dato, confrontato con quello previsto in base all’incidenza del pool dei Registri italiani distinti per macro-area (Registri dell’Italia Centrosettentrionale e Centromeridionale), mostra un eccesso del 9% negli uomini e del 7% nelle donne. A questo dato contribuiscono in particolare, in entrambi i generi, i tumori maligni di esofago, colon-retto, fegato, colecisti e vie biliari, pancreas, laringe, polmone, pelle (melanomi), rene e vie urinarie, vescica e linfoma non Hodgkin. Negli uomini, inoltre, si osservano eccessi di mesotelioma e tumori maligni di prostata, testicolo ed encefalo; fra le donne, tumori maligni della mammella, del sistema linfoemopoietico nel suo complesso e, in particolare, della leucemia mieloide cronica. Si osserva in entrambi i generi un deficit di tumori gastrici. Fra gli uomini si rileva un deficit di leucemie totali, linfoidi, anche croniche; fra le donne, deficit di tumori della tiroide, del corpo dell’utero e dei tessuti molli.

Questi dati preliminari emersi dalla prima fase dello studio sull’incidenza dei tumori nei Sin condotto dal Dipartimento Ambiente e connessa Prevenzione Primaria dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e dall’Associazione italiana registri tumori (Airtum), verranno presentati domani a Siracusa nel corso della XXXVIII Riunione del Gruppo per la Registrazione e l’Epidemiologia del cancro nei paesi di Lingua Latina (Grell).

Compito del gruppo di lavoro Iss-Airtum è ora capire quale sia il contributo dell’inquinamento ambientale all’incremento specifico osservato. “Infatti – ha  spiegato Pietro Comba del Dipartimento Ambiente e connessa Prevenzione Primaria dell’Iss – tutti i tumori considerati possono essere causati da numerosi e diversi agenti attinenti sia all’ambiente, sia all’alimentazione e agli stili di vita. Quindi, per comprendere a fondo il significato di questi dati, è necessario confrontarli con altre due variabili: i dati di caratterizzazione ambientale, che indicano il livello di contaminazione delle diverse matrici (aria, acqua e suolo), e quelli cosiddetti di esposizione, che esprimono quanto la popolazione sia stata esposta a possibili fattori di rischio”.

“Entrambe queste analisi sono in corso di elaborazione – ha aggiunto Emanuele Crocetti, Segretario dell’Airtum – e solo quando tutte queste informazioni saranno complete sarà possibile valutare pienamente quanto le condizioni ambientali incidano realmente sia sull’aumento del rischio di ammalarsi di alcuni tipi di tumore, sia sulla diminuzione dell’incidenza di altri, per esempio, nel caso dei tumori gastrici”.

L’attività del Gruppo di Lavoro procede ora su diverse direttrici: la caratterizzazione ambientale dei Sin, la valutazione delle evidenze disponibili nella letteratura scientifica sul nesso causale intercorrente fra le esposizioni presenti nei siti contaminati e l’incidenza delle sedi tumorali analizzate, le tecniche di analisi dei dati, le questioni connesse allo studio dei tumori infantili ed adolescenziali (700 casi individuati complessivamente in questo studio), il tema specifico dei mesoteliomi da amianto e l’applicazione di metodi d’indagine innovativi.

L’obiettivo del progetto collaborativo è chiarire quale sia la quota di casi di tumore in eccesso nei Sin e quali possano essere gli agenti chimici e le vie di esposizione responsabili, con la finalità di meglio mirare gli interventi di risanamento ambientale per perseguire un’efficace prevenzione. Per valutare in futuro l’auspicata riduzione dell’incidenza dei tumori nei siti contaminati, sarà opportuno che il progetto evolva in un sistema di osservazione permanente.
Entro la fine del 2013 è prevista la pubblicazione di un documento contenente le analisi definitive.

 
08 maggio 2013

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http://www.ilfarmacistaonline.it/studi-e-rapporti/articolo.php?articolo_id=14791

IL PUNTO TUMORI DA ALCOL: LE SOCIETÀ PRODUTTRICI CHIAMATE A RISPONDERE IN TRIBUNALE

Al via a giugno a Genova tre cause per tumori a seno, laringe e fegato, per proseguire la battaglia per etichette informative sui prodotti alcolici. Testino (Sia): “Portiamo in tribunale la questione accantonata dalla Commissione Ue a causa delle lobby”

alcolici

GENOVA – “Il rapporto causale tra alcol e cancro è certo e i tre casi di tumori che stiamo per portare in tribunale lo provano”. Il professore Gianni Testino, vice presidente nazionale della Società italiana di alcologia (Sia), Coordinatore del Centro Oncologico della Regione Liguria e Direttore dell’Unità operativa Alcologia dell’Istituto Scientifico per la Ricerca sul Cancro dell’Ospedale San Martino di Genova, insieme all’Associazione nazionale utenti di servizi pubblici (Assoutenti) e allo studio di avvocati “Conte e Giacomini” di Genova, sta portando in tribunale la sua battaglia per l’inserimento sulle etichette delle bevande alcoliche, sia della dicitura “favorisce il cancro”, sia dell’indicazione delle sostanze contenute nella bevanda.

I tre casi di tumore che saranno portati in tribunale a giugno (“abbiamo già tradotto le evidenze scientifiche in documenti giuridici, dobbiamo solo completare la raccolta dei testimoni”) proseguono la battaglia di Testino iniziata con una petizione al Parlamento Europeo sull’inserimento per legge dell’obbligo di etichettatura dettagliata per i prodotti alcolici, così come per gli altri prodotti alimentari. “Nonostante la petizione sia stata ritenuta ricevibile dal Parlamento Europeo, la richiesta è stata di fatto accantonata quando la questione è passata alla Commissione con l’incarico di effettuare un’indagine specifica sul problema, afferma Testino, di fatto le lobby dell’alcol, con le loro immense risorse economiche hanno avuto la meglio”.

“Eppure i dati dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) parlano chiaro – afferma Testino – : sono attribuibili all’alcol circa 40 per cento tumori del fegato, 18 per cento di quelli alla mammella, 20 per cento dell’intestino”. “Inoltre, in alcune regioni italiane circa il 60 per cento tumori vie aereo-digestive superiori è da alcol”. “Secondo l’Ocse invece – sottolinea Testino -, ogni anno in Italia ci sono 310 nuovi casi di cancro ogni 100.000 abitanti con una media superiore agli altri paesi dell’Ue e di questi 35 per cento sono da alcol, e 2 per cento da amianto”.

Testino, insieme ad Assoutenti aveva portato in tribunale, per la prima volta in Italia, un caso di tumore nel 2011, “nonostante la causa stesse andando bene abbiamo però dovuto interromperla per motivi legati a ragioni di salute della donna – afferma il vice presidente della Società Italiana di Algologia -, con questi nuovi casi intendiamo concludere il processo”. La richiesta che Testino rivolge ai produttori di bevande alcoliche ma soprattutto al Ministero della Salute è che sulle confezioni di vino, birra e superalcolici sia indicato che l’etanolo (contenuto in tutti i prodotti alcolici) è causa di cancro e siano segnalate le sostanze conteute, così come richiesto per altri alimenti. In particolare si fa riferimento a Arsenico, Benzene, Acrilamide, Nitroderivati, Formaldeide, Crilamide, Etilcarbamato (tutte sostanze del gruppo 1, ovvero con massima potenza cancerogena sull’umano, dell’Oms), che possono essere contenute o meno nelle bevande alcoliche. Testino sottolinea come queste informazioni sono fondamentali nella scelta consapevole del prodotto da parte del consumatore.

Il numero di malati di tumore in Italia è in aumento, ma di cancro si può guarire

 

Il numero di malati di tumore in Italia è in aumento, ma di cancro si può guarire di Brigida Stagno 

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Maggiore diffusione dei programmi di screening, miglioramento delle diagnosi, cure più efficaci, centri di eccellenza diffusi nella penisola: malgrado l’aumento del numero di malati di tumore in Italia, soprattutto al Nord, queste misure hanno contribuito alle maggiori percentuali di guarigione e al miglioramento della sopravvivenza, in particolare per alcune forme tumorali, come il cancro del colon-retto (il più frequente in assoluto), quello della mammella (prima causa di morte oncologica nella donna) e della prostata. Per altre neoplasie, come quella del polmone (prima causa di morte per tumore nell’uomo), del pancreas e della colecisti, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi non è invece migliorata negli ultimi anni ed è rimasta stabile.

Il cancro è la seconda causa di morte (il 30% di tutti i decessi) dopo le malattie cardiovascolari, ma chi sopravvive 5 anni dalla diagnosi ha per alcuni tumori (testicolo, corpo dell’utero, ma anche melanoma, linfomi di Hodgkin e in misura minore colon-retto) prospettive di sopravvivenza vicine a quelle della popolazione generale, che non ha mai avuto una neoplasia. A vivere oggi con una precedente diagnosi di tumore sono in Italia circa 2.250.000 persone (oltre il 4% della popolazione).

L’analisi precisa delle cifre riferite a quest’anno è contenuta in un censimento ufficiale, una pubblicazione dal titolo “I numeri del cancro in Italia 2012” ( Intermedia Editore), presentata a Roma al Ministero della Salute. L’edizione 2012, frutto del lavoro dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), è indispensabile per conoscere l’impatto dei tumori e pianificare al meglio gli interventi.

L’intervento più efficace resta però sempre la prevenzione e oggi circa il 40% dei tumori è potenzialmente prevenibile, soprattutto il cancro del colon-retto, dello stomaco, della prostata, della mammella, dei polmoni, della pelle, più correlati a stili di vita sbagliati. Ma quali le principali misure da adottare? Innanzitutto è obbligatorio smettere di fumare. Il 25-30% di tutti i tumori è correlato al consumo di tabacco e ogni anno tre milioni di persone muoiono nel mondo a causa del fumo.

Per prevenire i tumori, ma anche le malattie cardiovascolari, è poi raccomandabile seguire la dieta mediterranea: introdurre più frutta e verdura, specie se crude, ha un forte effetto protettivo sul rischio di numerose neoplasie, in particolare a carico dell’apparato digerente, grazie all’alto contenuto di fibre (che favorisce la maggior motilità intestinale, impedendo l’assorbimento di eventuali sostanze cancerogene) e alla presenza elevata di sostanze anti-cancro, gli antiossidanti. Gli esperti consigliano di consumare regolarmente pane, pasta, riso ed altri cereali, olio di oliva, pesce e di aumentare il consumo giornaliero di ortaggi, legumi e frutta fresca (almeno 5 porzioni al giorno tra frutta e verdura), riducendo carne rossa, cibi raffinati e grassi animali.

Altra misura importante è moderare il consumo di alcol, che aumenta il rischio di cancro del cavo orale, della faringe, dell’esofago e della laringe ed è fortemente correlato anche all’insorgenza di tumore del fegato e dell’intestino (in entrambi i sessi) e della mammella nelle donne.

Anche il controllo del peso rappresenta una misura anti-tumore: è dimostrato che persone con un sovrappeso uguale o superiore al 40%, presentano tassi più elevati di mortalità per cancro del colon-retto, della prostata, dell’utero, della cistifellea e della mammella. E’ importante anche praticare con regolarità attività fisica, in quanto i sedentari hanno una probabilità del 20-40% superiore di ammalarsi. Quanto alle lampade solari, la loro pericolosità è ormai dimostrata da diversi studi scientifici: un’esposizione precoce, in particolare prima dei 35 anni, aumenterebbe del 75% il rischio di sviluppare il melanoma. Vanno inoltre tenuti sotto controllo i nei, seguendo la regola dell’ABCDE.

Forse non tutti lo sanno, ma per ridurre l’insorgenza dei tumori è necessario anche proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili: il 15-20% delle neoplasie deriva proprio da infezioni, che possono essere prevenute (con l’uso del profilattico). Fra queste, l’epatite o il papilloma virus possono essere trasmesse attraverso i rapporti sessuali non protetti. Attenzione infine alle sostanze dopanti: gli steroidi anabolizzanti, utilizzati a volte nello sport, determinano un aumento del rischio di tumori, in particolare a livello del fegato, della prostata e dei reni e le probabilità di ammalarsi aumentano con gli anni, soprattutto in chi li ha assunti per molto tempo.

 

Tumori più frequenti

sezione tumori più frequenti

Tumori più frequenti

In Italia i tumori che colpiscono maggiormente la popolazione sono quelli al colon retto, al polmone, al seno, alla prostata. Ma questo non significa che le altre forme tumorali non incidano in modo rilevante sulla salute (e sulla qualità della vita) dei cittadini.
Questa pagina raccoglie le 14 forme di tumore più diffuse: per ciascuna, una scheda monografica che comprende i fattori di rischio, le strategie di prevenzione, sintomi, diagnosi e trattamenti terapeutici.

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Gli organi della digestione: bocca, denti, fegato, pancreas, intestino e stomaco.


L’organismo, per crescere, rinnovare le cellule e recuperare le energie impiegate nel suo funzionamento, ha bisogno di nutrizione. Il nutrimento si ricava attraverso l’alimentazione, l’ingestione di cibi. Gli alimenti poi devono essere assimilati e trasformati chimicamente per poter attraversare le pareti dell’intestino tenue e giungere al sangue: questo complesso procedimento è compito degli organi della digestione. L’apparato digerente è costituito da un tubo lungo circa 10 metri, con dilatazioni nel suo corso e aperto alle due estremità: inizia dalla bocca e prosegue nella faringe, nell’ esofago, nello stomaco e termina nell’intestino tenue e cito. Le ghiandole annesse sono le ghiandole salivari, il pancreas e il fegato.

La bocca
II primo tratto del tubo digerente è costituito dalla bocca, una cavità che esternamente è delimitata dalle labbra. Al suo interno vi sono il muscolo della lingua, il palato, i denti. Interiormente la bocca comunica con la faringe mediante l’istmo delle fauci. Al centro delle fauci si trova l’ugola e poco prima le due tonsille.

I denti
I denti hanno il compito di triturare il cibo (funzione meccanica): sono piantati negli alveoli dentari con la radice, rivestita di cemento; il colletto è la parte ricoperta dalla gengiva e la parte visibile è la corona il cui strato più superficiale è costituito dallo smalto, la sostanza più dura di tutto l’organismo (per il 95% è di sostanza inorganica). Subito sotto lo smalto ha sede la dentina o avorio, composta da sali di calcio precipitati (circa 70%) e per il rimanente composta da acqua e sostanza organica. All’interno della dentina vi è la polpa dentale, formata da una zona periferica con cellule cilindriche (odontoblasti) e una zona. Nella polpa sono anche contenuti i vasi e i nervi che provvedono alla nutrizione e alla sensibilità del dente. L’elemento che fissa il dente nella sua cavità è il parodonto, formato da cemento, gengiva, legamento alveolo dentale e alveolo. Nell’uomo si hanno due dentature una decidua, con 20 denti e l’altra permanente con 32. La dentatura decidua o da latte scompare tra i 7 e gli 11 anni. La dentatura completa è costituita, per ogni arcata dentaria, da 4 incisivi, 2 canini, 4 premolari, 6 molari. Ogni dente possiede una conformazione adatta alla funzione: gli incisivi sono a forma di scalpello e servono a tagliare il cibo; i canini sono appuntiti e servono a lacerare: i molari e i premolari, ampi e spianati, servono a triturare.

La faringe
La faringe è un lungo tubo che comunica sia con la bocca sia con l’esofago. Dalla laringe è separata dalla linguetta mobile cartilaginea detta epiglottide che impedisce il passaggio di qualche particella solida o liquida del bolo nell’apparato respiratorio.

L’esofago
L’esofago è lungo circa 25 cm e sbocca nello stomaco. E un tubo dotato di movimenti involontari costituiti da contrazioni e rilassamenti, detti nel complesso peristalsi, che spingono il bolo nello stomaco.

Lo stomaco
Lo stomaco comunica con l’esofago mediante il cardias e con l’intestino mediante il piloro. È una sacca situata sotto il diaframma, della capacità di circa 1300 cm . Lo stomaco è costituito da tre tuniche: quella più esterna si chiama peritoneo, la più interna è tappezzata dalle ghiandole che secernono il succo gastrico.

Il fegato
Il fegato insieme al pancreas è una delle due ghiandole fondamentali per il processo digestivo. Si può definire il fegato come un potente filtro per tutte le sostanze introdotte con l’alimentazione e come il più importante laboratorio chimico di tutto l’organismo. Il fegato è all’altezza della VII e VIII costola all’interno della cavità addominale e nel lato destro. È di colore rosso scuro ed è la ghiandola più grossa di tutto l’organismo umano: pesa infatti circa 1500 g. Si suddivide in tre parti, dette facce: una superiore, convessa, subito sotto il diaframma, una inferiore o viscerale, piana e con tré solchi a forma di h (in quello più a destra vi è la vescica biliare), la posteriore, concava, che si assottiglia alle estremità, II fegato è rivestito sia dal peritoneo sia da una sua protezione detta capsula di Glisson. Il fegato riceve sangue dalla vena porta e dall’arteria epatica (un ramo dell’aorta). La vena porta (nella faccia inferiore) convoglia il sangue che viene dall’intestino, dallo stomaco e dalla milza: il fegato lo elabora prima di riversarlo nella vena cava inferiore. Le funzioni del fegato sono innumerevoli: innanzitutto quella di secernere la bile che viene concentrata in una piccola vescica (cistifellea o colecisti) per poi passare nel duodeno durante la digestione intestinale ed ha importanti compiti come quello di neutralizzare l’azione dell’acido cloridrico del chimo o di facilitare l’assorbimento dei grassi. La bile deve il suo colore giallo oro alla presenza di pigmenti biliari come la bilirubina e la biliverdina. Tra le altre funzioni del fegato ricordiamo quella di fabbricare il glicogeno (zucchero di riserva) e di accumularlo. Lo trasforma poi in glucosio (la fonte principale della energia delle cellule) che distribuisce al sangue. Anche i grassi vengono trasformati dal fegato in modo da esse Anche i grassi vengono trasformati dal fegato in modo da essere resi assimilabili dalle cellule. Con gli aminoacidi poi fabbrica le albumine o proteine semplici del plasma, l’urea e le nucleoproteine. Il fegato è Inoltre la sede di deposito di gran parte del ferro essenziale per l’emoglobina fabbricata dal midollo osseo. Il fegato è il deposito di alcune vitamine: la B12 (presente negli alimenti animali come rosso d’uova e latte), la A (presente nel latte e nei derivati), la PP (presente sia nel regno animale sia in quello vegetale, specialmente nel grano, nell’orzo, nei legumi) e la K (presente in grande quantità nei cavoli, negli spinaci, in genere nelle parti verdi delle piante). Servendosi della vitamina K produce la protrombina, essenziale alla coagulazione del sangue.

Il pancreas
II pancreas è una ghiandola situata nella porzione medio superiore dell’addome il cui peso raggiunge i 100 g e la cui lunghezza è compresa tra i 16 e i 20 cm. In stato di riposo il pancreas è di colore bianco grigio, ma nella fase attiva della digestione diventa rosea per il maggiore afflusso di sangue. Dal punto di vista anatomico il pancreas viene suddiviso in testa, corpo e coda e ogni parte è in contatto con altri organi: la testa, anteriormente, con lo stomaco e l’intestino, posteriormente con vari vasi sanguigni. Il pancreas inoltre è costituito da una porzione esocrina e una endocrina. La prima è formata da gruppi (acini) di 4 o 6 cellule piramidali, responsabile di circa 14 enzimi digestivi (proenzimi). La parte endocrina è costituita dagli isolotti di Langerhans. formazioni sferoidali di cellule che producono l’insulina. Gli acini producono il succo pancreatico che esercita l’azione più potente nel processo digestivo: contiene infatti un enzima, la tripsina che completa il lavoro iniziato dallo stomaco di demolizione delle grosse molecole proteiche; contiene anche la lipasi che trasforma i grassi in modo da renderli assimilabili; infine con l’amilasi completa la riduzione dell’amido in zuccheri semplici. L’insulina, prodotta dagli isolotti di Langerhans, è un ormone che permette l’utilizzazione del glucosio da parte delle cellule dei muscoli, delle cellule adipose e di quelle del fegato. Se per una disfunzione il pancreas non produce insulina, possono nascere danni gravissimi per l’organismo (quadro patologico del diabete). La gravita di queste disfunzioni e delle carenze di insulina non si nota con immediatezza ma in tempi lunghi.

La funzione della saliva
La prima fase della digestione avviene nel cavo orale ad opera della saliva: essa agisce sia in senso meccanico impastando e lubrificando il bolo, sia in senso chimico, ad opera di alcuni enzimi (ptialina, maltasi ec.) che attaccano l’amido cotto e il maltosio, provocandone la prima scissione. La saliva ha dunque funzione digestiva per la presenza dell’analisi salivare; ma ha anche la funzione, di formazione del bolo alimentare, perché i cibi, triturati dai denti, vengono insalivati e trasformati in una massa umida lubrificata che facilmente viene spinta nello stomaco; ha funzione escretoria perchè molte sostanze organiche sono scerete con la saliva, come il mercurio, il piombo, l’urea; ha la funzione di regolazione del bilancio idrico, perché se l’organismo perde molti liquidi, le ghiandole salivari frenano la secrezione e si ha essiccamento delle mucose orali con conseguente senso di sete. La sete è un avvertimento che le riserve idriche dell’organismo sono esaurite. Ai lati della bocca sono situate le 3 coppie di ghiandole salivari (dette acinose per la caratteristica struttura microscopica ad acino d’uva), le parotidi, le sottomandibolari e le sottolinguali. Esse sono responsabili della produzione e dell’immissione della saliva, un liquido fondamentale per la masticazione, la deglutizione e la lubrificazione dell’esofago (funzione chimica). Durante un pasto le ghiandole producono quasi mezzo litro di saliva; a digiuno molto meno, ma in maniera continua; una secrezione abbondante può aversi anche senza la presenza del cibo, ma con il semplice ricordo o desiderio o il profumo di un cibo; durante il sonno non ne producono. La saliva è costituita di acqua per il 98% e per il rimanente di sostanze quali la mucina e la ptialina. La ptialina è un enzima il cui compito è quello di disgregare chimicamente il cibo.

La deglutizione
Triturati e masticati dai denti, insalivati e ridotti a bolo alimentare i Cibi passano, con la deglutizione, nella faringe. Il movimento della deglutizione è all’inizio volontario, poi diventa un riflesso involontario; nell’atto del passaggio si ha un momentaneo arresto della respirazione: se il ritmo non è preciso, qualche frammento di cibo può penetrare nella laringe provocando violenti colpi di tosse e senso di soffocamento (il popolare andare di traverso). La digestione nello stomaco II bolo penetra nello stomaco dall’esofago e vi si depone a strati: su di esso interviene il succo gastrico. Il succo gastrico contiene acqua, acido cloridico e tré enzimi, la pepsina, la chimosina, la lipasi. L’acido cloridico serve a distruggere i germi presenti nel cibo, gli enzimi trasformano le sostanze ingerite in composti più semplici. La mucosa delle pareti interne protegge lo stomaco dai suoi stessi terribili succhi fra cui il potente acido cloridico. Nessun alimento quindi può irritare lo stomaco, capace di tollerare l’acido cloridico. I movimenti e i succhi gastrici dello stomaco riducono il bolo in chimo: ora è pronto a passare nell’intestino.

La digestione nell’intestino
Nell’intestino tenue si compie la parte più importante di tutto il processo digestivo in quanto esso possiede tutti gli enzimi necessari, molti dei quali sono prodotti dal fegato e dal pancreas. La funzione dei villi intestinali, che nell’ileo sono numerosissimi (fino a 3500 per cm2), è quella di procedere all’assorbimento; le Sostanze assimilate infatti penetrano nei vasi sanguigni attraverso i villi e dai vasi sono quindi, con il sangue, trasportate all’intero organismo. L’intestino crasso è privo di villi e pertanto non ha funzione digestiva ma depurativa, grazie alla flora batterica in esso residente. È suddiviso in cieco, colon, sigma e retto. Tutte le sostanze non assimilate e non digerite si concentrano nel crasso e verranno espulse come feci attraverso lo sfintere anale con un movimento volontario.

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