Smentita la notizia shock dei greci che si autoinietterebbero il virus dell’Aids

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il 50% delle nuove infezioni da Hiv in Grecia sarebbero state autoinflitte per ricevere il sussidio statale da 700 euro
La notizia era questa: “Circa il 50% delle nuove infezioni da Hiv in Grecia sono state autoinflitte per ricevere il sussidio statale da 700 euro”. A diffondere l’accusa nei confronti dei nuovi malati ellenici di Aids è stato nientemeno che un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che riportava l’impennata di casi di Hiv causati dalla diffusione della dipendenza da eroina. La notizia ha circolato a lungo, mettendo in croce i greci per l’ennesima volta, descritti come responsabili dei mali che li affliggono, e molti media non hanno esitato a riportare la cosa senza chiedersi se si trattasse di una bufala o meno. Ci sono cascati i grandi network che a loro volta hanno ispirato giornali e siti di informazione di medie e piccoli dimensioni (anche molti di quelli che si vantano di fare ‘controinformazione’): Fox News, Al Jazeera, Skynews.
Che fosse una bufala è emerso solo nel pomeriggio di martedì. L’Oms, infatti, ha citato una ricerca della rivista medica Lancet del 2011 in cui si parla di alcuni individui che volontariamente si sarebbero iniettati il virus dell’Aids. Ma la svista non è stata da poco, visto che gli ‘alcuni’ di cui parlava Lancet sono diventati addirittura “il 50% dei nuovi casi di Aids” nel rapporto dell’istituzione internazionale. Una svista tale da obbligare l’agenzia dell’Onu per la sanità a diffondere una contrita smentita, ma solo dopo che un sito, The Press Project, aveva contattato l’organizzazione internazionale per chiedere chiarimenti. Ciò che avrebbero dovuto fare i ‘grandi’ ma evidentemente poco professionali e animati da un pregiudizio antigreco. A sua giustificazione Gregory Haertl, il portavoce dell’Oms, ha affermato che l’errore era involontario, dovuto semplicemente ad “un errore di editing”. Gli altri dati forniti dal rapporto, invece, sono veri: dal 2007 al 2009 il tasso dei suicidi è aumentato del 17% e di un altro 25 nel 2010 (a che punto sarà arrivato in tre anni con l’esplodere di povertà e degrado sociale?), sono raddoppiati omicidi e furti, sono cresciuti il consumo di droghe e la prostituzione mentre negli stessi anni è crollato lo stanziamento pubblico per la sanità, l’istruzione, l’assistenza sociale
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Salute: Nps Onlus, 10 regole per un’estate piu’ sicura lontana da Aids

ASCA – 1 ora 14 minuti fa
(ASCA) – Roma, 25 lug – Si e’ concluso ‘senza mezzi termini’, la campagna estiva di sensibilizzazione e comunicazione promossa da Nps Italia Onlus, con il contributo di Gilead Sciences, che ha coinvolto la citta’ di Torino e le regioni Puglia e Campania. E’ quanto si legge in una nota diffusa dalla stessa Nps Onlus. ”Ritengo increscioso il silenzio del ministero – afferma Rosaria Iardino, Presidente Onorario NPS Italia Onlus – in un periodo delicato come quello estivo e con i numeri dell’HIV ancora in aumento. Dalle istituzioni italiane non e’ partita ancora nessuna campagna informativa, mentre noi, una onlus a budget limitato, abbiamo scommesso energie e denaro per comunicare e sensibilizzare. Ad essere penalizzati sono soprattutto i giovani che non conoscono, ancora oggi, gli effetti e le problematiche che un rapporto non protetto puo’ avere su di loro e sui propri partner”. Nps Onlus da’ 10 consigli per un’estate lontana dall’Aids. Anzitutto, e’ del tutto privo di rischi stringere la mano a una persona sieropositiva, condividere con essa cibo, bicchieri, posate, abiti; una persona sieropositiva non trasmette il virus con la tosse, starnutendo, o nuotando nella stessa piscina; neppure la la saliva trasmette l’infezione da Hiv, quindi non ci si contagia tramite il bacio; l’Hiv si trasmette attraverso lo scambio di fluidi corporei infetti: sangue, liquido seminale, secrezioni vaginali; usare sempre il preservativo; evitare il contatto del nostro sangue con il sangue di un’altra persona di cui non si sa per certo che sia sieronegativa; se si ritiene di avere vissuto una situazione di rischio e’ necessario ed importante fare il test; se si hanno situazioni a rischio e’ meglio effettuare il test regolarmente, sarebbe meglio fare il test almeno 4 settimane dopo il rapporto a rischio perche’ il risultato negativo del test fatto prima di questo periodo finestra non viene considerato definitivo; dall’HIV non si puo’ guarire, ma ci si puo’ curare, per evitare problemi seri di salute e permettere una vita perfettamente normale. red/res

AIDS: ISS, si muore di meno ma sono ancora tanti casi di positività al virus dell’Hiv

Secondo i dati del Centro Operativo dell’Istituto Superiore di Sanità, i decessi sono in calo per effetto delle terapie antiretrovirali combinate, ma nel 2011 sono stati comunque diagnosticati 5,8 nuovi casi ogni 100mila residenti.

» Ricerca in MedicinaRedazione – 01/12/2012
 

 

“Nel 2011 il 24,8 per cento delle persone conuna nuova diagnosi di infezione da HIV ha eseguito il test per la presenza di sintomi che facevano sospettare all’infezione stessa, il 13,4 per cento in seguito ad un comportamento a rischio non specificato e il 10,3 per cento in seguito a rapporti sessuali non protetti”. È questo, secondo il report diffuso nei giorni scorsi dalla dottoressa Barbara Suligoi, Direttrice del Centro Operativo Aids (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità, l’aspetto più interessante nello studio del virus: per la prima volta, infatti, dai dati emergono le motivazioni che conducono le persone scoperte come HIV positive ad effettuare il test HIV.

Nonostante una maggiore coscienza verso ilvirus, grazie alla quale l’AIDS sembra uccidere sempre di meno in Italia, restano comunque stabili i casi di positività al virus dell’Hiv. Così in occasione della Giornata Mondiale di lotta contro l’AIDS, sabato 1 dicembre 2012, il COA) ha reso noti i nuovi dati relativi al contagio. Dall’inizio dell’epidemia nel 1982 ad oggi, infatti, sono stati segnalati circa 64mila casi conclamati di malattia, di cui quasi 50mila deceduti. Nel 2011 sono stati diagnosticati 5,8 nuovi casi di HIV positività ogni 100mila residenti. Un trend che conferma l’andamento degli anni passati. L’incidenza di Aids e il numero di decessi per anno continuano a diminuire, principalmente per effetto delle terapie antiretrovirali combinate. “La sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV – ha spiegato la Suligoi -, che riporta i dati relativi alle persone che risultano positive al test HIV per la prima volta, è stata attivata in tutte le regioni italiane grazie alla stretta collaborazione tra il COA, le regioni e il ministero della Salute”.

LA GEOGRAFIA DELLE INFEZIONI DI HIV. Nella maggior parte delle regioni l’incidenza dell’infezione sembra avere un andamento sostanzialmente stabile; in alcune aree, però, come Bolzano, Sassari, Valle d’Aosta, Umbria, Sicilia, appare in aumento, mentre in altre si osserva un andamento in diminuzione (Lazio, Piemonte, Emilia-Romagna, Marche, Trento). Nel 2011 l’incidenza più bassa è stata osservata in Calabria e quella più alta in Valle d’Aosta.

Tabella 1 – Sintesi dei dati relativi all’attività di HIV/AIDS/IST counselling telefonico (1gennaio – 15 novembre 2012)


LE DIFFERENZE PER GENERE E NAZIONALITÀ. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2011 sono maschi nel 75 per cento dei casi; la quota di maschi è in aumento, infatti nel 2001 il numero di maschi diagnosticati era il doppio rispetto a quello dellefemmine, mentre nel 2011 è il triplo. L’età mediana è di 38 anni per i maschi e di 34 anni per le femmine. Nel 2011 quasi una persona su tre diagnosticate come HIV positive è di nazionalità straniera. L’incidenza è di 3,9 nuovi casi HIV per 100mila italiani residenti e 21,0 nuovi casi HIV per 100mila stranieri residenti. Tra gli italiani, l’incidenza HIV è più elevata al nord, mentre tra gli stranieri si osserva un’incidenza maggiore al sud. Nel 2011 continua a crescere la quota di nuove infezioni attribuibili a rapporti sessuali non protetti, che costituiscono il 78,8 per cento di tutte le segnalazioni (eterosessuali 45,6 per cento; MSM 33,2 per cento).

Tabella 2 – Analisi della differenza del numero delle telefonate pervenute ogni 1 dicembre (dal 1987 al 2011) e la loro media giornaliera per anno 


[*Si riferisce ad un solo semestre]


LE TERAPIE FUNZIONANO DUNQUE SI MUORE DI MENO. Nel 2011 più della metà dei casi segnalati con una nuova diagnosi di HIV era già in fase avanzata di malattia: il 56 per cento è stato diagnosticato con un numero di linfociti CD4 inferiore a 350 cell/Μl. L’incidenza di AIDS e il numero di decessi per anno continuano a diminuire, principalmente per effetto delle terapie antiretrovirali combinate (introdotte nel nostro Paese nel 1996). È diminuita negli ultimi dieci anni la proporzione di persone che alla diagnosi di AIDS presentano una candidosi o una tubercolosi polmonare, mentre è aumentata la quota di pazienti che presentano sarcoma di Kaposi o linfomi. Nel 2011 poco più di un quarto delle persone diagnosticate con AIDS ha eseguito una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di AIDS. Il fattore principale che determina la probabilità di avere eseguito una terapia antiretrovirale prima della diagnosi di AIDS è la consapevolezza della propria sieropositività: tra il 2006 e il 2011 è aumentata costantemente la quota di persone che è arrivata allo stadio di AIDS conclamato ignorando la propria sieropositività. Nel 2011 questa proporzione è del 62,9 per cento.

MATERIALI
– Aggiornamento delle nuove diagnosi di infezioni da HIV e i casi di Aids in Italia al 31 dicembre 2011

INFORMAZIONI SUL CENTRO OPERATIVO AIDS (COA) DELL’ISS
– Telefono Verde AIDS e IST: 800.861.061

– Link del COA

VIVA IL RESPIRO

 

Nel 1994 il regista Sandro Baldoni diresse un film a

tre episodi dal titolo “Strane Storie”. Nel primo episodio

il protagonista (Ivano Marescotti) si sveglia una mattina

con attacchi violenti di tosse e difficoltà a respirare.

Bussano alla porta due uomini in tuta che gli notificano

la “chiusura dell’aria” per non avere pagato in tempo

la bolletta. Proprio così, la bolletta dell’aria.

“Quanto tempo ho?…”, chiede angosciato.

“Se fa in fretta, in venti minuti ce la fa a raggiungere

la centrale dell’aria”, rispondono compunti e distaccati

i funzionari.

L’uomo si veste alla meglio e va, si trascina per

strada, l’autobus tarda, prende un taxi, una manifestazione

lo rallenta, arriva infine a destinazione.

Annaspando raggiunge lo sportello dopo che un signore, morendo, gli cede il

posto nella fila. Con burocratica lentezza l’impiegata di turno verifica che la

pratica sia in ordine, corredata di bolli e timbri. È a posto, ma ha difficoltà a dare

il resto… l’uomo annaspa, l’ossigeno è quasi del tutto esaurito, ma ecco che alla

fine l’aria viene ripristinata in extremis. L’uomo inspira profondamente e rumorosamente

ad occhi sbarrati. Ce l’ha fatta.

Esce dunque in strada, si abbandona ad occhi chiusi appoggiato a un cancello

e, per godere di quell’attimo di felicità, si accende una sigaretta.

Il racconto è paradossale e racchiude tutte le contraddizioni della nostra umanità.

Tutti gli esseri viventi si ritraggono per istinto da qualsiasi fonte di fumo.

L’homo sapiens ha violato questa elementare legge della natura e della conservazione

della Vita. Giunto alla massima evoluzione intellettiva e creativa, contro

ogni legge biologica, è riuscito a ficcarsi del fumo concentrato nelle delicatissime

vie respiratorie definendolo un… piacere.

Questo “piacere” è considerato da decenni, da parte dell’Organizzazione

Mondiale della Sanità, la prima causa di morte evitabile al mondo. Ogni anno

cancella dal pianeta oltre 5 milioni di persone per malattie gravi e invalidanti che

opprimono il respiro e danneggiano gravemente i bronchi e i polmoni, incapaci

di difendersi in quanto la natura li ha programmati per ricevere aria, non fumo.

VIVA IL RESPIRO

In Italia le morti indotte dal fumo di sigaretta ogni anno sono 80.000, di cui 30.000 solo per

tumori al polmone.

Per questo motivo il tabacco è considerato il principale fattore di rischio per malattie

respiratorie, cardiovascolari e tumorali.

In altri termini, provoca più decessi e invalidità di incidenti stradali, alcol, aids, droghe,

omicidi e suicidi messi insieme.

fonte lilt

SECONDO RAPPORTO UNICEF RAGAZZE PIU’ A RISCHIO AIDS: OGNI GIORNO 2. 500 GIOVANI CONTAGIATI

Roma – Ogni giorno 2.500 giovani vengono contagiati dal virus HIV. Mentre la diffusione dell’Aids e’ leggermente diminuita tra i giovani in genere, le giovani donne e le ragazze adolescenti si trovano di fronte a un rischio particolarmente elevato di infezione, a causa sia della loro vulnerabilita’ a livello biologico sia della disuguaglianza e dell’esclusione che patiscono a livello sociale. Per la prima volta, il rapporto ‘Opportunita’ nella crisi: Prevenire l’HIV dalla prima adolescenza alla giovane eta’ adulta’ presenta dei dati sui contagi da HIV tra i giovani e evidenzia i rischi che gli adolescenti affrontano nel passaggio all’eta’ adulta. Pubblicato da Unicef, Unaids, Unesco, Unfpa, Oil, Oms e Banca Mondiale, il rapporto individua i fattori che fanno aumentare il rischio di infezione, ma anche le opportunita’ di potenziare i servizi di protezione e di sfidare le pratiche sociali dannose. “Per molti giovani, il contagio da HIV e’ conseguenza di negligenze, esclusioni e violazioni che non si verificano all’insaputa di famiglie, comunita’ e leader politici e sociali. Questo rapporto esorta i leader a tutti i livelli a costruire una catena di prevenzione per mantenere informati, protetti e sani gli adolescenti e i giovani”, ha dichiarato il Direttore generale dell’Unicef Anthony Lake. “L’Unicef si e’ impegnato in questa causa. Dobbiamo proteggere il secondo decennio di vita, affinche’ il viaggio dall’infanzia all’eta’ adulta non venga deviato dall’HIV; un viaggio, tra l’altro, particolarmente carico di difficolta’ per le bambine e le giovani donne”. Secondo il rapporto, nel 2009 i giovani dai 15 ai 24 anni incidevano per il 41% dei nuovi contagi tra gli adulti sopra i 15 anni. Si stima che, in tutto il mondo, 5 milioni (da 4,3 milioni a 5,9 milioni) di giovani in quel gruppo di eta’ fossero sieropositivi nel 2009. Nel gruppo di eta’ compresa tra i 10 e i 19 anni, nuove stime parlano di 2 milioni (da 1,8 milioni a 2,4 milioni) di adolescenti sieropositivi. Questi adolescenti vivono per la maggior parte nell’Africa sub-sahariana e sono perlopiu’ di sesso femminile e inconsapevoli della loro condizione di sieropositivita’. A livello globale, le giovani donne costituiscono piu’ del 60% di tutti i giovani che convivono con l’HIV. Nell’Africa sub-sahariana, questa percentuale sale addirittura al 72% .

http://salute.agi.it/primapagina/notizie/201106011406-hpg-rsa1024-aids_ogni_giorno_2_500_giovani_contagiati_ragazze_piu_a_rischio

1 Dicembre Giornata mondiale contro l’Aids, promossa dal National AIDS trust britannico

Giornata mondiale contro l’AIDS

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Il nastro rosso è il simbolo internazionale della lotta contro l'AIDS

La Giornata mondiale contro l’AIDS, indetta ogni anno il 1º dicembre, è dedicata ad accrescere la coscienza dellaepidemia mondiale di AIDS dovuta alla diffusione del virus HIV. La ricorrenza è stata scelta in quanto il primo caso di AIDS è stato diagnosticato il 1º dicembre 1981. Da allora l’AIDS ha ucciso oltre 25 milioni di persone, diventando una delle epidemie più distruttive che la storia ricordi. Per quanto in tempi recenti l’accesso alle terapie e ai farmaci antiretrovirali sia migliorato in molte regioni del mondo, l’epidemia di AIDS ha mietuto circa 3,1 milioni di vittime nel corso del 2005 (le stime si situano tra 2,9 e 3,3 milioni), oltre la metà delle quali (570.000) erano bambini.

L’idea di una Giornata mondiale contro l’AIDS ha avuto origine al Summit mondiale dei ministri della sanità sui programmi per la prevenzione dell’AIDS del 1988 ed è stata in seguito adottata da governiorganizzazioni internazionali ed associazioni di tutto il mondo.

Dal 1987 al 2004 la Giornata mondiale contro l’AIDS è stata organizzata dall’UNAIDS, ovvero dall’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa della lotta all’AIDS, la quale, in collaborazione con altre organizzazioni coinvolte, ha scelto di volta in volta un “tema” per la Giornata. Dal 2005 l’UNAIDS ha demandato la responsabilità dell’organizzazione e gestione della Giornata Mondiale alla WAC (The World AIDS Campaign), un’organizzazione indipendente, che ha scelto come tema per l’anno – e fino al 2010 – Stop AIDS: Keep the Promise (ovvero “Fermare l’AIDS: manteniamo la promessa”) tema che non è strettamente legato alla Giornata Mondiale ma che rispecchia l’impegno quotidiano della WAC.

Voci correlate

Collegamenti esterni