La stanchezza e l’aumento di peso squilli d’allarme nell’ipotiroidismo

Stanchezza e aumento di peso apparentemente ingiustificato sembrano essere i sintomi più frequenti dell’ipotiroidismo. E’ questo uno dei dati preliminari emersi grazie alla campagna di sensibilizzazione ‘Tiroide in Primo Piano’, promossa dalla Fondazione Cesare Serono (FCS), e presentati recentemente a Taormina al Congresso Nazionale della Società Italiana di Endocrinologia. Sul sito ‘www.tiroideinprimopiano.it’ sono stati infatti resi disponibili due differenti questionari: uno rivolto a chi già ha avuto una diagnosi di una patologia della tiroide, ed un altro rivolto a tutti gli utenti del web.  1024 i questionari rivolti a chi soffre di una patologia alla tiroide che sono stati compilati online; di questi, il 94% è stato compilato da donne, per la maggior parte di età compresa tra i 30 e i 50 anni con un rapporto di 5:1tra i pazienti con ipo- e iper-tiroidismo. Due dati che rispecchiano la più alta incidenza femminile delle disfunzioni tiroidee e la maggiore diffusione dell’ipotiroidismo. 3051, invece, i questionari compilati online rivolti a tutti gli utenti del web per promuovere una corretta autovalutazione di eventuali segnali di disturbi alla tiroide, favorendo il consulto con lo specialista per ottenere diagnosi precoci e cure tempestive. Numeri, questi, che testimoniano il successo della campagna di FCS, fondamentale nel diffondere una cultura dell’informazione e della consapevolezza.

I questionari ai pazienti. Tra le evidenze preliminari emerse dal questionario rivolto al paziente si registra che, in un quarto dei casi, l’alterazione della funzione tiroidea non si è manifestata con sintomi o segni, ma è stata individuata grazie a ecografie o esami del sangue prescritti per motivi diversi o per controlli di routine. Quando presenti, i sintomi più frequenti riportati dai pazienti sono stati l’astenia (25,70%), l’aumento di peso non giustificato da altre cause (24,86%), l’aumentata frequenza cardiaca (12,15%) e il cambiamento nell’aspetto del collo (9,64%). La tiroidite è stata segnalata come causa più frequente dell’alterata funzione tiroidea (69,63%). Per quanto riguarda l’iter diagnostico, i risultati hanno evidenziato l’accesso a un percorso ‘tradizionale’ che parte dal medico di medicina generale e arriva allo specialista endocrinologo – sebbene i tempi siano ancora in parte dilatati: un quarto dei casi riportati ha richiesto oltre due anni per giungere a una definizione diagnostica. Sebbene la metà dei pazienti si sia definita soddisfatta della gestione del problema da parte dei medici, il livello di soddisfazione scende nei confronti dell’assistenza ricevuta dal Servizio Sanitario Nazionale, forse a causa delle disparità riscontrate da regione a regione. Dato allarmante, infine, il fatto che nonostante la maggior parte dei pazienti sia in cura ed esegua controlli periodici, meno della metà ha ricevuto spiegazioni circa l’importanza di un’adeguata assunzione di iodio, monito ribadito anche nel corso della recente Settimana Mondiale della Tiroide.

I questionari al grande pubblico. Alla luce di questo dato viene sottolineata l’importanza di iniziative d’informazione e sensibilizzazione capillari e continuative. A darne ulteriore conferma sono i risultati emersi dai questionari rivolti a tutti gli utenti del web: meno del 40% di chi ha fatto il test di autovalutazione si è sottoposto a esami di controllo negli ultimi tre anni. Si tratta di una percentuale bassa, in considerazione del fatto che a compilare il questionario sono state in gran parte donne di età compresa tra i 30 e i 60 anni, cioè soggetti con un elevato rischio di sviluppare patologie della tiroide e per le quali sarebbero invece auspicabili controlli più frequenti.

“Siamo molto soddisfatti del successo della campagna Tiroide in primo piano – afferma Gianfranco Conti, Direttore della Fondazione Cesare Serono – I numerosi dati raccolti confermano l’importanza di sensibilizzare la popolazione sui disturbi tiroidei per arrivare a una presa di coscienza che consenta diagnosi precoci e cure tempestive, in modo da gestire al meglio la patologia. Con la campagna Tiroide in Primo Piano – per il secondo anno di seguito – abbiamo confermato il nostro impegno verso questo importante obiettivo”. Per sostenere Tiroide in Primo Piano gli utenti dei social network possono scattarsi un selfie dove appaia una farfalla, simbolo della tiroide, e postarlo sul proprio profilo Facebook e/o Twitter scrivendo #tiroideinprimopiano; avranno così la possibilità di partecipare a uno shooting con un celebre fotografo e diventare protagonisti di una mostra online. Tutti i dettagli dell’iniziativa su www.tiroideinprimopiano.it. Tiroide in Primo Piano ha ricevuto il patrocinio dalle principali Società Scientifiche di riferimento (AIT – Associazione Italiana della Tiroide, AME – Associazione Medici Endocrinologi, SIE – Società Italiana di Endocrinologia, SIEDP – Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica) e dal CAPE – Comitato Associazione di Pazienti Endocrini. La campagna Tiroide in Primo Piano è realizzata grazie ad un contributo incondizionato di Merck Serono S.p.A. Al termine della campagna, i risultati del questionario saranno disponibili in forma aggregata sul sito web www.tiroideinprimopiano.it. (LARA LUCIANO)

“La tiroide e suoi problemi”, incontro organizzato da Ammi a Como

“La tiroide e suoi problemi”, incontro organizzato da Ammi a Como

tiroideLa sezione di Como dell’Associazione Mogli Medici Italiani (AMMI) organizza l’incontro “La tiroide e i suoi problemi” che si terrà giovedì 21 maggio alle 16.30 presso la sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Como (Viale Masia 30) e durante il quale interverrà il dottor Francesco Faverio, specialista in chirurgia generale.

La tiroide è al centro del nostro benessere. Situata anteriormente nel collo, al di sotto della laringe, è una ghiandola destinata alla produzione di due ormoni che svolgono un ruolo fondamentale nel corretto funzionamento del metabolismo, dei processi di crescita e di quasi tutti gli apparati principali dell’organismo.

Una disfunzione nel funzionamento di questa ghiandola può provocare patologie come ipertiroidismo, ipotiroidismo, tumori e gozzo. Queste patologie sono conosciute ormai da molto tempo e sono più frequenti in alcune aree geografiche che in altre. Durante l’incontro si parlerà di quanto queste malattie siano diffuse, delle loro conseguenze, delle terapie, degli effetti e di come questi ultimi vengono gestiti.

Francesco Faverio

Medico Ospedaliero a tempo pieno dal 1981, inizia ad esercitare la professione come Assistente presso l’Istituto di Radiologia dell’Ospedale di Monza. Dal 1984 al 2013 lavora presso la Divisione di Chirurgia Generale dell’Ospedale S. Anna di Como, prima come Assistente, dal 1993 come Aiuto Corresponsabile di Ruolo e, infine, come Dirigente Medico di primo livello di Chirurgia Generale. Attualmente collabora con l’U.O. di Chirurgia Generale e Plastica del Centro Ortopedico Fisioterapico di Lanzo Intelvi (Co).

Professore presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi dell’Insubria e dell’Università degli Studi di Pavia, insegna anche presso il Corso di Fisioterapia della Libera Università della Svizzera di Lugano. È inoltre autore di numerosi lavori scientifici, accettati da riviste anche internazionali e di varie relazioni e comunicazioni a Congressi.

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Intervento pionieristico in Polonia, malato di tumore sopravvive al trapianto di gola

Dopo un intervento durato 17 ore l’equipe medica gli ha trapiantato laringe, trachea, esofago, tiroide e tutti i muscoli

Il dottor Adam Maciejewski con il paziente Michael
Il dottor Adam Maciejewski con il paziente Michael
Redazione Tiscali
Un polacco 37enne, malato di tumore alle corde vocali, è sopravvissuto ad un delicato e lunghissimo intervento chirurgico che gli ha permesso di avere una intera gola nuova. L’uomo, rispondente al nome Michael, dal 2009 era affetto da un tumore particolarmente aggressivo, che gli impediva di deglutire, parlare e persino di respirare. Grazie al dottor,Adam Maciejewski,medico chirurgo presso l’ospedale di Gliwice, e ad un intervento durato 17 ore, l’equipe medica gli ha trapiantato laringe, trachea, esofago, tiroide e tutti i muscoli.
Michael ha avuto un recupero inaspettato – A circa un mese di distanza da quell’intervento, avvenuto lo scorso 11 aprile, il 37enne è tornato a fare una vita assolutamente normale. L’uomo oggi è in grado di parlare, respirare e persino mangiare. “Grazie a tutti per il supporto”, ha detto commosso nel corso di una conferenza stampa. I medici, felici per Michael e soddisfatti per l’importante risultato ottenuto, non si aspettavano un recupero così repentino, tanto da aver imposto al paziente un recupero più cauto. Il team protagonista di questo pionieristico intervento è lo stesso che nel 2013 effettuò il primo trapianto di faccia al mondo.

Settimana mondiale della tiroide dal 19 al 25 maggio

Dal 19 al 25 maggio si celebra la Settimana Mondiale della Tiroide, evento voluto e creato per sensibilizzare e informare i cittadini sulle malattie della ghiandola tiroidea, per prevenirle e saperne riconoscerne i sintomi.

In Italia 1 persona su 5 ha problemi tiroidei. Tra questi, il gozzo colpisce oltre 6 milioni di individui (cioè il 10% della popolazione italiana).

Tiroide: cos’è e a cosa serve

Giornata tiroide Health Around MeLa tiroide è una ghiandola endocrina  (di origine epiteliale che secerne ormoni) a forma di “farfalla”, grande circa dai 5 agli 8 cm di lunghezza, dai 3 ai 4 di larghezza e 2-3 di spessore, di peso variabile dai 10 ai 20 grammi negli adulti.
La tiroide si trova nella parte anteriore del collo più o nemo all’altezza della quinta vertebra cervicale, tra trachea, laringe ed esofago.

Tiroide: come funziona

La tiroide ha la funzione principale di produrre ormoni contenenti iodio che, tramite il sangue, raggiungono tutti gli organi influenzandone l’attività.
La tiroide produce due ormoni, la tiroxina (T3) e la triiodotironina (T4), che svolgono un ruolo fondamentale nel corretto funzionamento di quasi tutti gli apparati principali dell’organismo (sistema nervoso centrale, sistema nervoso simpatico, apparato respiratorio, apparato cardiovascolare, apparato scheletrico, apparato gastrointestinale, apparato riproduttivo, sistema emopoietico).

Tiroide: patologie

  • Ipertiroidismo

L’ipertiroidismo (o tireotossicosi) è una patologia legata, nella maggior parte dei casi, a una eccessiva produzione di ormoni tiroidei da parte della tiroide. L’ipertiroidismo è uno dei disturbi endocrini più frequenti e può manifestarsi a qualsiasi età, ma si riscontra soprattutto nelle donne in età fertile.
Le principali cause responsabili dell’ipertiroidismo sono  il morbo di Basedow (gozzo diffuso tossico), il morbo di Plummer (gozzo uninodulare tossico), il gozzo multinodulare tossico.
I sintomi, oltre a un aumento di volume della tiroide, possono interessare l’attività metabolica con perdita di peso, alterazioni della cute e dei capelli, insonnia, intolleranza al calore, aumento delle contrazioni cardiache.
Le terapie a disposizione per curare l’ipertiroidismo sono cure con farmaci anti-tiroidei o asportazione chirurgica totale o parziale della ghiandola o trattamento con iodio radioattivo.

  • Ipotiroidismo

L’ipotiroidismo è una patologia causata da un’inefficienza della tiroide: in questo caso la ghiandola non è in grado di sintetizzare una quantità di ormoni adeguata al fabbisogno dell’organismo e ciò comporta una riduzione di tutti i processi metabolici con conseguenti sintomi quali aumento di peso, stanchezza, astenia, depressione, stipsi, e un tipico gonfiore al volto chiamato mixedema.
La causa più frequente di ipotiroidismo è la tiroidite autoimmune.
I sintomi dell’ipotiroidismo dell’adulto sono trattati nella maggior parte dei casi con una terapia ormonale volta a sostituire e integrare la funzionalità tiroidea.

  • Tumori della tiroide

Il tumore della tiroide, è il più comune del sistema endocrino anche se rappresenta non più del 2-3% del totale dei carcinomi.
Meno del 5% dei tumori della tiroide, che si presentano sotto forma di noduli tiroidei, risulta essere maligno.
Il tumore della tiroide, a seconda della tipologia di cellule da cui è composto, può essere: papillare (il più frequente (70-80%), soprattutto nella fascia di età 30-50 anni, ma generalmente poco aggressivo), follicolare ( 5-15% di tutti i tumori della tiroide, più frequente negli anziani), midollare (5-10% dei tumori alla tiroide e colpisce prevalentemente dopo i 50 anni di età), anaplastico (è la forma più rara ma più pericolosa che si presenta nell’1-5% dei casi, colpisce prevalentemente gli anziani).

  • Gozzo

Il gozzo indica genericamente un aumento di volume della tiroide, che non è però indicativo di una specifica patologia, potendo verificarsi sia in caso di ipertiroidismo che di ipotiroidismo che in condizioni fisiologiche.
Gozzo semplice: è l’aumento di volume e di peso della ghiandola tiroidea, e si può verificare quando essa cerca di compensare la sua insufficiente produzione di ormoni tiroidei, a causa di una scarsa presenza di iodio;
Gozzo multinodulare: è l’evoluzione naturale del gozzo semplice, dovuta alla stimolazione della ghiandola a crescere determinata dalla carenza iodica che porta allo sviluppo accelerato di alcune cellule all’interno della tiroide che formano noduli;
Gozzo uninodulare tossico (morbo di Plummer): seppur raro, è determinato dalla presenza di un tumore benigno all’interno della tiroide che cresce e produce autonomamente ormoni tiroidei;
Gozzo multinodulare tossico: si tratta di un gozzo che presenta al suo interno uno o più noduli in grado di crescere e produrre ormoni tiroidei in modo autonomo e che può portare all’ipertiroidismo;
Gozzo diffuso tossico (morbo di Basedow): è una malattia autoimmune ed è la causa più frequente di ipertiroidismo nelle aree iodio-sufficienti, può svilupparsi a qualsiasi età ed è molto più frequente nelle donne.

  • Tiroiditi

Le tiroiditi sono infiammazioni della tiroide.
La forma di tiroidite più comune è la tiroidite di Hashimoto, appartiene al gruppo delle tiroiditi autoimmuni ed è la causa più comune di ipotiroidismo nei paesi occidentali.
A causa di un’anomalia del sistema immunitario i linfociti aggrediscono le cellule della ghiandola tiroidea, provocandone un’infiammazione e una riduzione della funzionalità.
Un altra forma di tiroidite è la tiroidite subacuta, una patologia detta tiroidite di De Quervain, che si manifesta con infiammazione della ghiandola tiroidea, probabilmente di origine virale provoca febbre, dolore al collo e malessere diffuso.

Tiroide: sintomi di malfunzionamento

I sintomi delle malattie tiroidee sono generalmente aspecifici, ma quelli a cui le patologie della tiroide sono riconducibili sono:

  • alterazione di peso: in quanto gli ormoni tiroidei influenzano il metabolismo di grassi e carboidrati e il corretto funzionamento dell’apparato digerente. In caso di ipotiroidismo, si verifica un aumento di peso nel 57% dei casi, mentre nell’ipertiroidismo il 52-85% dei pazienti  preseta un sensibile dimagrimento;
  • debolezza e stanchezza: perdita di energia e forza muscolare, possono spesso essere segnale di un malfunzionamento della tiroide, e sono sintomi presenti nella quasi totalità delle patologie ipotiroidee;
  • alterazioni della sfera psico-intellettiva: ai casi di ipotiroidismo sono spesso associati disturbi della memoria, sonnolenza, difficoltà di concentrazione, pensiero rallentato, mentre nell’ipertiroidismo sono frequenti insonnia, nervosismo e sbalzi di umore;
  • intolleranza caldo e freddo: la produzione dell’ormone tiroideo T3 è importante nella termoregolazione, per questo i soggetti colpiti da ipotiroidismo sono nel 90% dei casi intolleranti al freddo, mentre viceversa i pazienti ipertiroidei presentano un’elevata sensibilità al caldo;
  • secchezza della pelle e fragilità delle unghie: cute, unghie e capelli, sono tra le prime parti del corpo a essere interessate da eventuali squilibri degli ormoni tiroidei. Nel 97% delle persone affette da ipotiroidismo la superficie cutanea è fredda, secca e ruvida e le ferite tardano a rimarginarsi, mentre nel 76% dei casi le unghie sono fragili e crescono lentamente e i capelli appaiono deboli e opachi;
  • disturbi intestinali: gli ormoni tiroidei svolgono un’azione stimolante sulla muscolatura intestinale, quindi in caso di ipotiroidismo può manifestarsi stipsi nel 60% dei casi, mentre in caso di ipertiroidismo si ha un aumento delle contrazioni intestinali.

Tiroide: esami

Ecografia tiroide Health Around Me

Per ricercare eventuali malfunzionamenti della tiroide il medico più consigliare vari esami fra i quali test di laboratorio, con un comune prelievo di sangue, per la valutazione della funzionalità tiroidea (il test di dosaggio del TSH è comunemente ritenuto l’esame più accurato per analizzare l’attività della ghiandola tiroidea). Il TSH  è un ormone che stimola la tiroide a produrre gli ormoni T3 e T4; se il valore è ridotto, significa che la ghiandola sta funzionando troppo (ipertiroidismo), in caso contrario, se presenta valori elevati, la tiroide sta lavorando troppo poco (ipotiroidismo).
Se i risultati dei test di laboratorio evidenziano valori non corretti, l’endocrinologo potrà approfondire la valutazione, prescrivendo esami strumentali come ecografia, scintigrafia e agoaspirato (o biopsia tiroidea).

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Boom tumori tiroide, inquinamento fra possibili cause Quasi triplicati in 20 anni, ma possibile diagnosi precoce

(ANSA) – ROMA, 06 DIC – I tumori della tiroide sono aumentati negli ultimi 20 anni di quasi tre volte, e fra le cause di questo vero e proprio boom ci sono anche quelle ambientali. Lo hanno affermato gli esperti dell’Associazione Italiana Tiroide (Ait) durante il loro congresso annuale in corso a Roma.

Secondo gli ultimi dati disponibili in Italia ci sono circa 14mila nuovi casi di tumori che coinvolgono la ghiandola tiroidea l’anno, di cui poco solo più di 3mila riguardano gli uomini. ”Quello della tiroide, i cui casi sono quasi triplicati in 20 anni, rappresenta il 2% di tutte le diagnosi tumorali che si fanno in Italia – ha spiegato Paolo Vitti, segretario Ait -.

L’aumento è considerevole, e dipende sia da un miglioramento delle capacità di diagnosi sia da fattori tossici ambientali, come l’esposizione a sostanze tossiche o la carenza di iodio.

Per fortuna con i mezzi attuali è possibile fare una diagnosi precoce e curare in tempo questi tumori. Non a caso anche se l’incidenza è aumentata la mortalitá è rimasta costante”.

Uno studio italiano fatto in Sicilia ha confermato che vivere in zone vulcaniche aumenta il rischio, mentre il legame tra inquinanti e questi tipi di cancro non ha ancora prove definitive. ”I rifiuti tossici sono fortemente sospettati, ma ancora non c’è una prova definitiva – afferma Vitti – anche perché mancano i registri dei tumori per poter trarre conclusioni”.

Tra le cause accertate di aumento del rischio c’è l’esposizione a radiazioni, comprese quelle derivanti da alcuni test diagnostici. ”Per alcuni esami come la Tac, un piccolo aumento c’è, e bisogna tenerne conto ad esempio se i pazienti sono bambini, ma non bisogna fare allarmismi – ha spiegato massimo Salvatori dell’universita’ Cattolica di Roma durante la sessione del congresso dedicata a questo tema -. Per un certo periodo è finita sotto accusa anche la mammografia, mentre poi è emerso che l’aumento del rischio è così piccolo che ci vogliono un miliardo di donne che fanno il test per avere 56 casi in più”. (ANSA).

Tumori della testa e del collo: che cosa si conosce?

La presente scheda è stata fornita da FIALPO – Federazione Italiana delle Associazioni Laringectomizzati Pazienti Oncologici.

 

Più della metà della popolazione non sa quali siano i “tumori della testa e del collo” e solo pochi sanno che anche i virus, nello specifico il Papilloma Virus Umano – HPV, possono causarne l’insorgenza.La scarsa informazione è spesso responsabile del frequente ritardo nella diagnosi e conseguentemente nel trattamento di questo importante gruppo di patologie tumorali.
I tumori della testa e del collo sono difficili da curare quando diagnosticati in uno stadio avanzato o quando la malattia si è diffusa ad altri organi.

Che cosa sono i tumori della testa e del collo?
Con il termine “tumori della testa e del collo” si intende il cancro che colpisce la bocca, la lingua, le gengive, la faringe, la laringe, il naso, i seni paranasali e le ghiandole salivari.
L’organo che viene colpito più frequentemente è la laringe, seguito da cavo orale e faringe.
All’interno di ogni singolo organo è importante conoscere accuratamente la localizzazione precisa del tumore (ad esempio: la faringe si divide in rinofaringe, orofaringe o ipofaringe) per capire la gravità della malattia. La definizione della terapia più corretta viene decisa da un gruppo di medici esperti in diverse specialità, che includono il chirurgo otorinolaringoiatra, il radioterapista e  l’oncologo.

Dati epidemiologici
* Si stima che in Europa i casi di tumore della testa e del collo siano circa 140.000 e oltre 65.000 decessi ogni anno sono legati a questa patologia1
* In Italia ogni anno si registrano circa 10.432 nuovi casi tra gli uomini e 1.980 tra le donne2
* I tumori della testa e del collo rappresentano la quinta neoplasia più diffusa in Italia e la stima dei pazienti colpiti da questa neoplasia è di circa 106.7273
* Il Nord Italia è la zona in cui i tumori della testa e del collo sono maggiormente diffusi, con una prevalenza nell’area del Nord Est4
* Nel periodo 1998-2002 i tumori della testa e del collo hanno rappresentato il 4,1% di tutte le neoplasie tra gli uomini e l’1,1 per cento tra le donne2
* Nelle donne l’incidenza è in crescita, legata ad un aumento dei tumori della cavità orale e della faringe

Quali sono i principali fattori di rischio?

> Uso del tabacco (sigarette, sigari, pipa, tabacco da masticare, tabacco da fiuto) – rappresenta il maggiore e più importante fattore di rischio. Si calcola che l’85 per cento dei casi di tumori di questo tipo siano correlati al tabacco
> Assunzione frequente di elevate quantità d’alcool – segue il fumo, per importanza. Da solo sembra aumentare di 5-11 volte il rischio. L’associazione tra fumo ed alcool aumenta ulteriormente il rischio
> Marijuana
> Fumo passivo, polveri di asbesto, sostanze chimiche di vario genere
> Dieta povera in vitamine del gruppo A e B
> Scarsa e non corretta igiene orale specie in soggetti portatori di protesi dentarie
> Esposizione papilloma virus umano (HPV) – questa infezione è attualmente considerata molto importante nella genesi di alcune di queste malattie (specie quelle dell’orofaringe e della bocca). Lo stesso virus è responsabile dei tumori al collo dell’utero e si ritiene che l’infezione si diffonda tramite rapporti sessuali
> Virus di Epstein Barr è associato ai tumori del rinofaringe

L’importanza della diagnosi precoce
Riconoscere i sintomi e diagnosticare i tumori della testa e del collo in fase precoce offre ai pazienti una speranza di guarigione che supera il 90 per cento. Ove possibile, questi tumori vengono trattati con la chirurgia ma spesso vi è il pericolo di interventi demolitivi e invasivi, poiché la malattia è diagnosticata in fase avanzata in 9 casi su 10. L’intervento precoce, che offre maggiori possibilità di ricorso alla chirurgia meno invasiva, consente di preservare la funzionalità della parte colpita dal tumore.

Quali sono le principali tecniche diagnostiche?

La diagnosi precoce di queste malattie si basa sul riconoscimento dei sintomi iniziali e su un’approfondita visita medica, come ad esempio l’esplorazione del cavo orale. Successivamente, per poter eseguire una diagnosi esatta è necessario effettuare una biopsia e utilizzare indagini strumentali come la fibroscopia, esame endoscopico nel corso del quale è spesso possibile visualizzare il tumore e la sua estensione.

Come si riconoscono i sintomi?

I tumori della testa e del collo sono di lento accrescimento nelle fasi iniziali e ciò vuol dire che i sintomi iniziali possono essere lievi e aspecifici. Questo può causare ritardo nella diagnosi.

Sintomi comuni della malattia, ma che non devono allarmare in quanto riscontrabili anche in patologie più frequenti e meno gravi, sono ad esempio:
> ulcera in bocca
> debolezza, anoressia e dimagrimento da malnutrizione dovuta alla difficoltà a deglutire
> emissione di sangue dalla bocca o dalle vie respiratorie
> mal d’orecchie
> deglutizione dolorosa
> comparsa di gonfiore nella regione del collo

La sintomatologia può anche assumere caratteristiche dipendenti dalla sede di origine della malattia:

> nei tumori della laringe inizialmente si possono verificare alterazioni della voce; in seguito, la deglutizione diventa difficile e/o dolorosa
> nei tumori della faringe si può avere una sensazione di corpo estraneo o dolore alla gola, difficoltà di deglutire, alitosi, voce nasale ed eccessiva produzione di saliva. Molti possono sentire dei noduli sul collo (linfonodi ingranditi). Se il tumore è localizzato alla base del naso, altri sintomi possono essere disturbi uditivi come calo dell’udito, ronzii, fischi, sensazione di orecchio tappato, episodi ripetuti e recidivanti di otite, abbondanti secrezioni nasali, emorragia dal naso. Nelle forme avanzate, si possono presentare mal di testa, perdita dell’olfatto, ridotta visione e visione sdoppiata
> nei tumori della bocca i sintomi iniziali sono lievi come piccole vesciche dolorose, ulcere o ferite che non guariscono, difficoltà nei movimenti della lingua fino all’impossibilità ad aprire la bocca nelle forme più avanzate
> nei tumori dei seni paranasali compare spesso l’ostruzione nasale, abbondanti secrezioni nasali ed emorragia dal naso. Dolore, alterazioni della sensibilità del volto, disturbi visivi e deviazione della lingua sono tutti sintomi di malattia avanzata.

Risulta, dunque, importante riconoscere i sintomi apparentemente aspecifici, specie quando presenti in soggetti a rischio per lo sviluppo di tumori testa-collo.
In presenza di uno o più di questi sintomi che non si risolvono in breve tempo, è bene rivolgersi al proprio medico o ad uno specialista.

La multidisciplinarietà
Spesso, i pazienti ricevono una combinazione di modalità differenti di trattamenti ed è per questo fondamentale un approccio di tipo multidisciplinare.
Si intende per approccio multidisciplinare, un approccio che coinvolge più specialisti come il chirurgo, il medico oncologo e il radioterapista che collaborano per il raggiungimento del miglior risultato terapeutico.
Nei tumori della testa e del collo, dovrebbero far parte di questo gruppo di specialisti anche il nutrizionista, il riabilitatore (logopedista), il terapista del dolore, il dentista, lo psicologo e l’assistente sociale5.
E’ stato dimostrato come l’approccio multidisciplinare sia diventato una necessità ineluttabile, in quanto può contribuire ad una maggiore sopravvivenza e ad un significativo miglioramento della qualità di vita dei pazienti colpiti da tumore della testa e del collo. In Italia, va migliorata la possibilità di accedere uniformemente alle cure di questi tumori, con un approccio multidisciplinare concreto.

Le terapie
In questa neoplasia, esistono diverse terapie che possono essere impiegate singolarmente o insieme. Diversi fattori incidono sulla scelta della terapia più appropriata, tra i quali:

* la sede in cui è situato il tumore;
* l’estensione del tumore;
* la rapidità con cui si è diffuso;
* le condizioni di salute generale;
* i risultati estetici e funzionali;
* la preferenza del paziente5

Le opzioni di trattamento includono:

La chirurgia
I pazienti con una patologia localizzata che non si è diffusa, possono essere sottoposti ad un intervento chirurgico del tumore. L’intervento chirurgico può essere seguito dalla radioterapia.

La radioterapia
I pazienti con tumori localmente avanzati e che non possono essere operati, possono ricevere radioterapia da sola, radioterapia in combinazione con un anticorpo monoclonale o radioterapia in combinazione con chemioterapia. La combinazione di radioterapia in combinazione con anticorpo monoclonale è efficace quanto la combinazione di radio e chemioterapia, ma è associata ad una minor tossicità.

La chemioterapia

La chemioterapia può essere usata nei pazienti sottoposti a chirurgia sia prima della procedura chirurgica – quando il tumore è vasto o per ridurne la dimensione o il numero di metastasi – sia dopo la chirurgia per impedire le recidive. Negli stadi avanzati (metastatici), la chemioterapia è usata in combinazione con un anticorpo monoclonale per ridurre la massa tumorale, alleviare i sintomi e il dolore e per allungare la sopravvivenza6.

La terapia mirata

Negli ultimi anni, un anticorpo monoclonale, indirizzato a colpire il recettore del fattore di crescita epidermico, ha contribuito a migliorare il trattamento di queste patologie.
Questo anticorpo monoclonale si attacca specificamente alle cellule tumorali e agisce interferendo con quelle particolari molecole che sono necessarie alla crescita del tumore e alla sua proliferazione. In questo modo contribuisce a ridurre le dimensioni del tumore, aumentando l’attesa di vita e apportando notevoli vantaggi alla qualità di vita dei pazienti, in quanto riduce l’impatto dei sintomi legati a questa patologia.

Bibliografia

1. GLOBOCAN (www.deep.iarc.fr, accessed May 2008)
2. AIRTUM, I tumori in Italia, Rapporto 2006
3. AIRTUM, I tumori in Italia, Rapporto 2010
4. Licitra L; Olmi P (2011) Tumori della testa e del collo. Integrazione terapeutica nella conservazione della funzione d’organo Springer
5. Fondazione AIOM, I tumori della testa e del collo
6. Cancer.net www.cancer.net

Tiroide, riconoscere i sintomi. 6 possibili campanelli d’allarme

Malfunzionamenti o infiammazioni della tiroide possono avere gravi conseguenze, è quindi importante riconoscerne i sintomi


FOTOGALLERYScopri i disturbi alla tiroide e i sintomi

La tiroide è una ghiandola che ha un ruolo importantissimo nel controllare il metabolismo del corpo e tutte le sue funzioni grazie alla produzione di ormoni. E’ proprio dalla quantità di ormoni che vengono prodotti che possono nascere delle disfunzioni alla tiroide. La tiroide può produrre una quantità eccessiva di ormoni, in questo caso si tratterà di ipertiroidismo ed il corpo consumerà energia più velocemente del normale, o produrne pochi, in questo secondo caso si tratterà di ipotiroidismo e l’energia si consumerà più lentamente. Quest’ultimo è un disturbo che colpisce prevalentemente il sesso femminile con una più alta frequenza nella menopausa e in post menopausa ma si può manifestare fin dall’età pediatrica, nell’adolescenza e nell’età adulta. Inoltre questa ghiandola può anche subire infiammazioni, chiamate tiroiditi, o ingrandirsi, o produrre una o più tumefazioni, dette noduli, in alcuni casi si può trattare anche di tumori. Vediamo quali sono i sintomi che aiutano a capire se c’è un malfunzionamento della tiroide. 

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Come insegnare l’anatomia della voce per i bambini

I bambini non possono prendere il tempo per capire come sono fisicamente in grado di parlare, cantare, ridere o urlare. Una lezione sulla anatomia della voce è necessaria per i bambini a conoscere le varie parti del corpo che sono responsabili della produzione di suoni e di come diversi muscoli lavorano insieme per rendere la voce di una persona. Insegnare ai bambini cose circa l’anatomia della voce è una lezione preziosa che può anche aiutare i bambini a imparare il modo corretto di parlare per mantenere le loro voci o sottolineare le corde vocali.

Mostra i suoi figli una immagine con lo schema della voce umana. Lo schema dovrebbe includere immagini della bocca, laringe, corde vocali, trachea, polmoni e il diaframma, che contribuiscono ad esprimere. Indica ogni parte dell’anatomia nel diagramma (es. polmoni) e chiedere ai bambini di indicare quella parte nei loro corpi. Questo è un esercizio per i bambini per imparare a identificare le parti del loro corpo che compongono l’anatomia della voce.

Parlare con i bambini su come la bocca, laringe, corde vocali, trachea, polmoni e diaframma lavorano insieme come gruppo per la produzione di voce. Per esempio, il diaframma sostiene il flusso d’aria prodotto dai polmoni, che viaggia lungo la trachea alla gola, dove la laringe e corde vocali, vicino pomo d’Adamo. Le corde vocali vibrano nell’aria e producono voce.

Prova un’attività che lasciare che i bambini usano la loro voce per capire il flusso di anatomia della voce. Dillo ai bambini di respirare a pieni polmoni, che tenere l’aria per 3 secondi e soffiare dalle loro bocche più lentamente possibile. Spiega che l’aria è controllato dai vostri polmoni e muscoli sulle spalle, addome e diaframmi. Nel prossimo respiro profondo, lasciate che i bambini fanno un suono come “Ah” o “Oh”, come si rilascia l’aria.

Chiedete ai bambini se hanno mai perso la loro voce per urlare troppo o aver cantato troppo alto. Parlare di come le corde vocali e della laringe possono essere danneggiati da un sacco di tensione nei muscoli della gola.

Fornire i diagrammi fogli di lavoro di anatomia della voce per i bambini per i bambini di colore. Lasciare le parti dell’anatomia, senza i nomi e fare una attività in cui i bambini devono disegnare una linea in ogni parte del corpo e scrivere il loro nome, come le corde vocali o dei polmoni.

La tiroidite: come si manifesta, come curarla

Tiroidite dolorosa

La tiroide è, come detto, una ghiandola a secrezione interna ciò significa che al pari di altre ghiandole del sistema endocrino riversa i suoi ormoni all’interno del corpo; sono ghiandole a secrezione esterna invece, quelle ghiandole che agiscono riversando i loro prodotti all’esterno del corpo, ad esempio le ghiandole sebacee, sudoripare, solo per citarne due.

 

L’energia, questione di tiroide

La tiroide svolge l’importante compito di secernere ormoni quali la Tiroxina e la Triiodotironina, sostanze queste che regolano il dispendio di energia da parte dell’organismo intervenendo nella sua produzione e non solo, a questi ormoni è affidato anche il compito di presiedere alla crescita armonica del corpo e delle cellule che lo compongono così come, quando eravamo nel “pancione ” della nostra mamma, il nostro cervello cresceva anche grazie alla tiroide.

Gli stessi grassi del sangue vengono utilizzati nel metabolismo dell’organismo proprio grazie a questa ghiandola endocrina e con meccanismi complessi alla tiroide è anche affidato il difficile compito di presiedere alla funzionalità del cuore, al buono stato di salute della pelle, delle unghie, compreso il benessere della nostra mente. In tutto ciò gioca un ruolo fondamentale lo iodio che è un componente essenziale della conformazione degli ormoni.

Le malattie della tiroide

In questa sede parleremo della tiroidite, ma le malattie della tiroide sono molteplici e saranno oggetto di trattazione nei prossimi argomenti. Dunque, tornando alla tiroidite tale patologia fa parte di quel gruppo di malattie definite autoimmuni, intendendo con questo termine quelle patologie causate dal fatto che l’organismo non riconosce più un proprio organo come ” suo “; attaccandolo con i propri anticorpi lo tratterebbe alla stregua di un comune nemico.

La tiroidite

Dunque, una delle malattie autoimmuni più frequenti a cui va incontro la tiroide è la cosiddetta tiroidite, una vera e propria infiammazione dell’organo dovuta all’attacco dello stesso organismo, come visto in precedenza. A soffrire maggiormente della patologia sono le donne che si ammalano cinque volte di più degli uomini ad un’età intorno ai 45 anni in su, ma non mancano i casi di tiroidite giovanile.

Per completezza di informazioni diciamo che la tiroidite autoimmune è anche nota come tiroidite di Hashimoto, ciò in quanto a scoprirla fu questo medico nipponico che la descrisse nei dettagli.

Le cause della tiroidite autoimmune

Della tiroidite autoimmune non si conosce una vera e propria causa scatenante, ma come spesso accade con questo tipo di malattie croniche, la predisposizione genetica e familiare potrebbe partecipare all’esordio della malattia, senza dimenticare però che alcune malattie infettive su base virale possono essere implicate anch’esse quali cause indirette, alla stregua degli stessi fattori ambientali e ormonali che possono partecipare parimenti alla malattia stessa.

La sintomatologia della tiroidite autoimmune

Spesso il paziente per lungo tempo, pur essendo affetto dalla patologia, non ravvisa alcun cambiamento del proprio stato di benessere, è solo col tempo che intervenendo una vera e propria alterazione della ghiandola, si verifica uno squilibrio degli ormoni secreti e solo in quest’epoca il paziente è indotto a recarsi dal proprio medico per lamentare una serie di sintomi che non riesce più a spiegarsi. La stanchezza cronica e soprattutto immotivata e protratta nel tempo è il sintomo principe che il malato lamenta al proprio medico curante segno che la tiroide sta cominciando a dare i segni di un malfunzionamento essendo di fatto interessata da quello che si definisce ipotiroidismo.

Al primo sintomo è spesso associata una palese difficoltà di concentrazione, un aumento ponderale abbastanza evidente, una continua difficoltà di concentrazione con perdita progressiva della propria performance psico-fisica, compresa la sonnolenza, la pelle secca, la perdita di peli e capelli e l’alterata resistenza al freddo rispetto ad un tempo.

sintomi sono generalmente lamentati tutti in sequenza uno dopo l’altro e difficilmente, nel caso di una tiroidite autoimmune ci si lamenta di solo uno o due di questi segni, visto che quando si giunge a lamentarsi di una sintomatologia costellata da diversi disturbi si è di fronte ad uno stato conclamato di infiammazione con conseguente riduzione di volume della tiroide stessa e perdita parziale o, addirittura totale della funzionalità dell’organo.

Diagnosi di tiroidite autoimmune

L’endocrinologo al quale ci si sarà rivolti su indicazione del proprio medico di famiglia, ravviserà l’esigenza di accertare lo stato della tiroide sottoponendo il paziente ad tutta una serie di esami ematici che consistono nella conta degli anticorpi anti-tireoglobuline e anti-perossidasi, ricordiamo l’origine della malattia autoimmune, oltre a definire altri importanti parametri circa la funzionalità della tiroide quali il dosaggio del TSH, del T3 e del T4, il tutto accompagnato da un’ecografia della tiroide che serve a delineare l’esatta morfologia e grandezza dell’organo e gli eventuali danni che abbia riportato.

Terapia della tiroidite autoimmune

Occorre dire che non esiste una cura della malattia, però si giunge ugualmente a guarigione invitando il paziente ad assumere farmaci a base dell’ormone tiroideo, tiroxina, che la tiroide non è più in grado di rilasciare come dovrebbe. Il paziente in questo modo giunge presto alla remissione dei sintomi, riprende una vita normale e, soprattutto, non dovrà ricorrere ad alcun intervento chirurgico per questo tipo di patologia.

Fonte: Tanta salute

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video Ipotiroidismo: malassorbimento e dosaggio della Tiroxina

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patologie correlate: Ipotiroidismo – Tiroide (malattie della) –

Il problema del corretto dosaggio della Tiroxina affligge migliaia di pazienti affetti da ipotiroidismo. Studi accurati sui meccanismi di assimilazione dell’ormone tiroideo hanno dimostrato che il malassorbimento del farmaco è spesso legato a patologie gastrontestinali non ancora diagnosticate e a comportamenti errati nell’impiego del farmaco. Ciò rende oggi possibile un corretto dosaggio personalizzato per ogni paziente.