La cura Il gioco del Tetris è la soluzione contro le dipendenze causate da fumo e alcool

1439981765159.JPG--il_gioco_del_tetris_e_la_soluzione_contro_le_dipendenze_causate_da_fumo_e_alcoolChi l’avrebbe mai detto che per combattere le dipendenze da fumo e alcool bastava giocare a Tetris. Il gioco elettronico che ha ossessionato milioni di giocatori con la sua musica perversa e tormentosa, con i suoi colori sgargianti e soprattutto con le sue micidiali tessere a incastro; è la cura giusta contro le assuefazioni. Secondo uno studio anglo-australiano, uno dei primi
scacciapensieri tecnologici, è diventato uno strumento di cura contro l’alcool, caffeina e nicotina.

L’esperimento – Per una settimana 31 studenti affetti da vari tipi di dipendenza sono stati dotati di iPad e monitorati ogni giorno. Sette volte al giorno, i partecipanti dovevano segnalare se avevano desiderio di bere, fumare e indicare se avevano bevuto alcol o assunto altre sostanze. In seguito sono stati invitati a giocare per 3 minuti a Tetris ogni qual volta avvertivano il desiderio di bere o fumare. Il risultato è stato sorprendente perché il gioco ha ridotto la voglia del 14%, circa un quinto sul totale. Secondo i ricercatori l’esito è sufficiente a trasformare un bisogno che sembra insostenibile in uno tollerabile, gettando le basi per una disintossicazione.

Cannabis, il consumo prolungato espone al rischio di patologie fisiche e psichiatriche

Cannabis, il consumo prolungato espone al rischio di patologie fisiche e psichiatriche

Sfogliando a caso i risultati di numerosi test condotti in ambito medico sugli effetti della cannabis dopo aver digitato la chiave di ricerca prescelta su Google, si ha per un attimo la sensazione di assistere ad uno scherzo e per giunta molto poco divertente: gli esiti che si ricavano in materia sono talmente disparati e contrastanti da spingere il lettore medio a dubitare della validità delle fonti citate o quantomeno della metà di esse, in base ai gusti e alle inclinazioni personali.

Giusto per mettere un po’ di ordine nel marasma medico che anima l’opinione comune, il dottor Wayne Hall, facente capo all’Università australiana del Queensland, si è preso la briga di tirare fuori dal metaforico cassetto gli esiti relativi ad oltre vent’anni di sperimentazione medica sulla cannabis e di riesaminare tutta la letteratura presente sull’argomento, giungendo alla conclusione che la cannabis è ben lungi dall’essere quell’innocua ed amichevole sostanza dipinta da buona parte dell’universo mediatico.

Secondo quanto emerge dalle ricerche esaminate dal dottor Hall, un consumo continuativo di cannabis potrebbe indurre la comparsa della schizofrenia e di numerose altre patologie di tipo psichiatrico (come la sindrome depressiva), andando a fare affiorare una tendenza già presente in forma latente nel soggetto.

La cannabis non è cioè la causa scatenate delle malattie a carico dell’apparato neurologico, ma un agente in grado di amplificarle e di condurle ad una forma conclamata presso i soggetti predisposti (soprattutto nel caso degli adolescenti), mentre, anche in assenza di pregresse patologie latenti, la sostanza si rivela comunque in grado di produrre deficit cognitivo e difficoltà di apprendimento.

Anche il fattore legato alla dipendenza risulta, a detta dello studio australiano, ampiamente sottovalutato: unindividuo su dieci che fa uso continuativo di cannabis rischia infatti di cadere vittima di un’autentica sindrome da dipendenza e la percentuale è destinata a salire nel caso dei minorenni, le cui probabilità di incorrere in diverse manifestazioni psico-fisiche legate all’astinenza risultano quasi raddoppiate (circa un ragazzino su sei).

Da non trascurare, infine, i danni provocati dal fumo di hashish e marijuana sull’apparato respiratorio: benché non vi sia un’esplicita correlazione tra cannabis ed insorgenza di forme tumorali a carico di polmoni, trachea e laringe (difficile distinguere le responsabilità del tabacco in merito), appare assodato che il consumo delle cosiddette droghe leggere conduca allo sviluppo di bronchite cronica e peggiori sensibilmente lo stato di salute delle vie aeree, prvocando danni irreversibili.

Sfatato, invece, l’assunto che riteneva possibile la morte a causa di un’overdose della sostanza; i decessiaccertati a seguito di consumo di cannabis sono quasi interamente connessi con le difficoltà di guidare veicoli e di utilizzare macchinari dovute agli effetti della droga sul cervello e non ad un arresto cardiaco causato da un’eccessiva assunzione della sostanza.

Lo studio compiuto da Wayne Hall e pubblicato su Addiction pare quindi porre fine alla divergenza di opinioni in ambito medico su quali siano i danni prodotti dalla cannabis e quali invece i benefici, sempre ammesso che ulteriori indagini non giungano tempestivamente a smentire le tesi di Hall: del resto, la ricerca medica si è cimentata così a lungo con gli effetti della cannabis da diventare vagamente schizofrenica in materia.

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Cannabis, il consumo prolungato espone al rischio di patologie fisiche e psichiatriche

Cannabis, il consumo prolungato espone al rischio di patologie fisiche e psichiatriche

Sfogliando a caso i risultati di numerosi test condotti in ambito medico sugli effetti della cannabis dopo aver digitato la chiave di ricerca prescelta su Google, si ha per un attimo la sensazione di assistere ad uno scherzo e per giunta molto poco divertente: gli esiti che si ricavano in materia sono talmente disparati e contrastanti da spingere il lettore medio a dubitare della validità delle fonti citate o quantomeno della metà di esse, in base ai gusti e alle inclinazioni personali.

Giusto per mettere un po’ di ordine nel marasma medico che anima l’opinione comune, il dottor Wayne Hall, facente capo all’Università australiana del Queensland, si è preso la briga di tirare fuori dal metaforico cassetto gli esiti relativi ad oltre vent’anni di sperimentazione medica sulla cannabis e di riesaminare tutta la letteratura presente sull’argomento, giungendo alla conclusione che la cannabis è ben lungi dall’essere quell’innocua ed amichevole sostanza dipinta da buona parte dell’universo mediatico.

Secondo quanto emerge dalle ricerche esaminate dal dottor Hall, un consumo continuativo di cannabis potrebbe indurre la comparsa della schizofrenia e di numerose altre patologie di tipo psichiatrico (come la sindrome depressiva), andando a fare affiorare una tendenza già presente in forma latente nel soggetto.

La cannabis non è cioè la causa scatenate delle malattie a carico dell’apparato neurologico, ma un agente in grado di amplificarle e di condurle ad una forma conclamata presso i soggetti predisposti (soprattutto nel caso degli adolescenti), mentre, anche in assenza di pregresse patologie latenti, la sostanza si rivela comunque in grado di produrre deficit cognitivo e difficoltà di apprendimento.

Anche il fattore legato alla dipendenza risulta, a detta dello studio australiano, ampiamente sottovalutato: unindividuo su dieci che fa uso continuativo di cannabis rischia infatti di cadere vittima di un’autentica sindrome da dipendenza e la percentuale è destinata a salire nel caso dei minorenni, le cui probabilità di incorrere in diverse manifestazioni psico-fisiche legate all’astinenza risultano quasi raddoppiate (circa un ragazzino su sei).

Da non trascurare, infine, i danni provocati dal fumo di hashish e marijuana sull’apparato respiratorio: benché non vi sia un’esplicita correlazione tra cannabis ed insorgenza di forme tumorali a carico di polmoni, trachea e laringe (difficile distinguere le responsabilità del tabacco in merito), appare assodato che il consumo delle cosiddette droghe leggere conduca allo sviluppo di bronchite cronica e peggiori sensibilmente lo stato di salute delle vie aeree, prvocando danni irreversibili.

Sfatato, invece, l’assunto che riteneva possibile la morte a causa di un’overdose della sostanza; i decessiaccertati a seguito di consumo di cannabis sono quasi interamente connessi con le difficoltà di guidare veicoli e di utilizzare macchinari dovute agli effetti della droga sul cervello e non ad un arresto cardiaco causato da un’eccessiva assunzione della sostanza.

Lo studio compiuto da Wayne Hall e pubblicato su Addiction pare quindi porre fine alla divergenza di opinioni in ambito medico su quali siano i danni prodotti dalla cannabis e quali invece i benefici, sempre ammesso che ulteriori indagini non giungano tempestivamente a smentire le tesi di Hall: del resto, la ricerca medica si è cimentata così a lungo con gli effetti della cannabis da diventare vagamente schizofrenica in materia.

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Ma cosa si fumano i nostri politici?

Liberalizzare le droghe leggere o no?
Finalmente si è scoperto cosa angustia l’Italia in questi momento
di crisi,il vero problema per l’Italiano medio e se è
giusto legalizare la cannabis o no.
Iniziamo a dire che è stato provato scientificamente da luminari della medicina e non da consiglieri regionali Lombardi e presidente di
Regione Puglia che i noti spinelli oltre a bruciare cellule
nervose irrimediatalmente procurarano tumori alle vie respiratorie
come le comunissime sigarette.
A questo punto mi sorge il dubbio se non convenga lelalizzare
la cannabis per evitarne lo spaccio creando un mercato nero
che porta a persone che riinvestono gli illeciti guadagni
per allargare il traffico o per finanziare altri commerci tipo lo spaccio
delle droghe pesanti od altro che di pulito non ha niente,oppure?
Oppure se si tiene veramente alla salute delle persone,si vieti
la vendita di tabacco e dei suoi manufatti e dei super alcolici
visto che anche loro provocano danni irreparabili non solo
vietare l’uso della cannabis.
Ci siano controlli seri sull’inquinamento industriale e no,
controlli seri nella filiera di alimenti,cosmesi e abbigliamento.
Ci siano controlli sulla sicurezza sul lavoro per diminuire le
morti sul lavoro.
Quindi parliamoci chiaramente e per evitare frainteindimenti
sono contrario alla legalizzaione della cannabis e di tutte le
droghe leggere e pesanti ma non solo,dovremmo rendere illegale
anche la vendita di tabacco e dei loro manufatti e sopratutto
di super alcolici e gli alcolici e tutti i manufatti non sicuri
per la costruzione con materiali scadenti o inquinanti e nocivi
alla salute.;

 

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Prevenire il tumore si può:ecco le regole anticancro

Prevenire il cancro si può, osservando poche e semplici regole vitali:
1)NON FUMARE: il fumo di sigaretta è ritenuto il fattore causale più importante del tumore polmonare, la 1° causa di morte nei Paesi industrializzati. Il rischio aumenta in relazione al numero di sigarette fumate (più sono, più sale il rischio), all’età di inizio dell’abitudine al fumo (più si è giovani, più rischi si corrono), all’assenza di filtro nelle sigarette ( i prodotti della combustione, come i catrami, contribuiscono in modo rilevante alla patologia).
2) ESEGUIRE REGOLARMENTE LO SCREENING, in modo da individuare il cancro a volte anche molto prima che si formino le cellule tumorali, aumentando le possibilità di cura e riducendo il rischio di morte. Riguardo al tumore del colon-retto, la colonscopia è un metodo sicuro ed efficace per esaminare il rivestimento interno del colon e del retto, utilizzando un lungo e flessibile strumento tubulare (endoscopio). Essa è raccomandata a tutti i soggetti dai 50 anni di età in su, come programma di screening dei tumori del colon-retto e andrebbe ripetuta, in caso di normalità dell’ultimo esame, ogni 5 anni. I pazienti con una storia familiare di cancro del colon o del retto, invece, dovrebbero eseguire la colonscopia a 40 anni. Riguardo al tumore al seno, la mammografia è attualmente l’esame più efficace per la sua diagnosi precoce. E’ raccomandata a tutte le donne tra i 50 e i 69 anni, ogni due anni. In molti casi essa permette di scoprire il tumore nelle fasi iniziali, quando è ancora asintomatico, con maggiori possibilità di trattamento e di guarigione. Per diagnosticare il tumore alla prostata, si procede con esplorazione digitorettale, con l’esame del sangue che determina il livello dell’antigene prostatico specifico (PSA), in genere confermato con la biopsia prostatica. I tumori della cervice uterina vengono diagnosticati con un Pap test che, se negativo, verrà ripetuto dopo 3 anni mentre, se sono riscontrate delle anomalie, il medico potrà prescrivere ulteriori esami , come la ricerca del Dna di HPV o la colposcopia. Una volta effettuata la diagnosi di cancro della cervice possono essere prescritti esami come tomografia computerizzata (TC), risonanza magnetica o tomografia a emissione di positroni (PET) per determinare con precisione l’estensione del tumore. Questi sono solo alcuni dei metodi di screening più utilizzati.
3) LEGAME ALCOL-CANCRO: Le bevande alcoliche rappresentano un fattore di rischio per il cancro alla bocca, alla faringe, alla laringe, all’esofago, al colon-retto, alla mammella e al pancreas; oltre che essere causa della cirrosi epatica, possibile anticamera del cancro al fegato. Senza bandire vino, birra, grappa dalla tavola, bisogna semplicemente entrare nell’ottica del rispetto delle regole alimentari, considerando fattori quali: l’età e il sesso per il differente metabolismo dei soggetti.
4) OSSERVARE LA PELLE: Se si trova sulla pelle una lesione che non ha l’aspetto di un neo, ma di un nodulo o di una piccola ulcera che non passa, rivolgersi comunque al medico o al dermatologo che deciderà se farla togliere e analizzare. Per prevenire gli altri tumori della pelle basta comunque seguire le stesse raccomandazioni che si ripetono per i melanomi, cioè non esporsi al sole nelle ore più calde, proteggersi con cappelli e filtri solari, controllarsi o farsi controllare periodicamente tutta la superficie cutanea.
5)MUOVERSI E ADOTTARE UNO STILE DI VITA ATTIVO: migliora la qualità della propria vita, diminuendo il rischio di alcuni tipi di tumore, soprattutto quelli al seno e al colon. Camminare, ballare, andare in bici e dedicarsi ai lavori domestici, spostarsi a piedi, preferire le scale all’ascensore… questi semplici gesti influiscono positivamente sulla nostra salute.
6) CURARE LA PROPRIA ALIMENTAZIONE: mangiare sano aiuta a prevenire e trattare numerose malattie croniche come obesità e sovrappeso, ipertensione arteriosa, le malattie dell’apparato cardiocircolatorio e quelle metaboliche, il diabete di tipo 2 e alcune forme di tumori. La dieta mediterranea protegge dallo sviluppo di tumori dello stomaco e del colon. Gli esperti raccomandano di basare la propria alimentazione prevalentemente sui cibi di provenienza vegetale, con un’ampia varietà di verdure non amidacee e frutta.

 

Smentita la notizia shock dei greci che si autoinietterebbero il virus dell’Aids

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il 50% delle nuove infezioni da Hiv in Grecia sarebbero state autoinflitte per ricevere il sussidio statale da 700 euro
La notizia era questa: “Circa il 50% delle nuove infezioni da Hiv in Grecia sono state autoinflitte per ricevere il sussidio statale da 700 euro”. A diffondere l’accusa nei confronti dei nuovi malati ellenici di Aids è stato nientemeno che un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che riportava l’impennata di casi di Hiv causati dalla diffusione della dipendenza da eroina. La notizia ha circolato a lungo, mettendo in croce i greci per l’ennesima volta, descritti come responsabili dei mali che li affliggono, e molti media non hanno esitato a riportare la cosa senza chiedersi se si trattasse di una bufala o meno. Ci sono cascati i grandi network che a loro volta hanno ispirato giornali e siti di informazione di medie e piccoli dimensioni (anche molti di quelli che si vantano di fare ‘controinformazione’): Fox News, Al Jazeera, Skynews.
Che fosse una bufala è emerso solo nel pomeriggio di martedì. L’Oms, infatti, ha citato una ricerca della rivista medica Lancet del 2011 in cui si parla di alcuni individui che volontariamente si sarebbero iniettati il virus dell’Aids. Ma la svista non è stata da poco, visto che gli ‘alcuni’ di cui parlava Lancet sono diventati addirittura “il 50% dei nuovi casi di Aids” nel rapporto dell’istituzione internazionale. Una svista tale da obbligare l’agenzia dell’Onu per la sanità a diffondere una contrita smentita, ma solo dopo che un sito, The Press Project, aveva contattato l’organizzazione internazionale per chiedere chiarimenti. Ciò che avrebbero dovuto fare i ‘grandi’ ma evidentemente poco professionali e animati da un pregiudizio antigreco. A sua giustificazione Gregory Haertl, il portavoce dell’Oms, ha affermato che l’errore era involontario, dovuto semplicemente ad “un errore di editing”. Gli altri dati forniti dal rapporto, invece, sono veri: dal 2007 al 2009 il tasso dei suicidi è aumentato del 17% e di un altro 25 nel 2010 (a che punto sarà arrivato in tre anni con l’esplodere di povertà e degrado sociale?), sono raddoppiati omicidi e furti, sono cresciuti il consumo di droghe e la prostituzione mentre negli stessi anni è crollato lo stanziamento pubblico per la sanità, l’istruzione, l’assistenza sociale
http://www.signoraggio.it

S’iniettano il virus dell’Hiv per avere il sussidio

eroina
IL VIDEO: Video/ Vivere con l’eroina

Grecia, la disoccupazione alle stelle, oltre uno su quattro, e la disperazione portano all’impensabile. I senza lavoro si iniettano il virus Hiv per avere il sussidio di 700 euro dello Stato. Ad Atene i tassi di infezione da Hiv e di uso di eroina sono infatti aumentati con l’aggravarsi della crisi economica che ha messo in ginocchio il Paese. E la disperazione avrebbe spinto alcune persone ad autoiniettarsi il virus dell’Hiv pur di accedere ai sussidi statali e ai farmaci anti-droga. “Pochi casi aneddotici”, si affretta a sottolineare in una nota l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), correggendo il contenuto del suo rapporto pubblicato a settembre, secondo cui la metà dei nuovi casi era frutto di auto-infezioni.
Tutto nasce dal documento stilato dall’Oms Europa sui “Determinanti sociali e il divario di salute nella Regione Europea dell’Oms”. Nel testo si leggeva che in Grecia “i tassi di Hiv e l’uso di eroina sono aumentati in modo significativo” in questi anni. E che circa “la metà delle nuove infezioni da Hiv sono auto-inflitte, per consentire alle persone di ricevere 700 euro al mese di sussidi e un accesso più veloce ai programmi per la distribuzione di farmaci anti-droga“.
Questa affermazione, precisa l’Oms, in realtà è errata. Anzi, è la conseguenza di un errore nella redazione del rapporto. La fonte originale, un testo pubblicato nel 2011 su ‘Lancet’ da un gruppo di corrispondenti ellenici guidato da Alexander Kentikelenis, parlava di “deliberate auto-infezioni per accedere ai sussidi”.  Ma, come l’Oms riconosce oggi, “non vi sono prove che suggeriscono che le auto-infezioni intenzionali con il virus dell’Hiv vadano oltre pochi casi aneddotici“.
I numeri veri, però, fanno paura: in Grecia negli anni della crisi c’è stato un significativo aumento di nuove infezioni del virus: +52% nel 2011 rispetto al 2010, in gran parte determinato da contagi fra i tossicodipendenti. “Le cause di questo aumento sono molteplici”, sottolinea l’Organizzazione, che invita dunque i ricercatori a indagare per far piena luce sulle ragioni di questo aumento in Grecia, anche per raccomandare contromisure appropriate.
fonte

Sisa, la super-devastante droga

A cura di Nocensura.com

Ieri Le Iene hanno trasmesso un servizio sulle condizioni di estremo degrado in cui vivono i cittadini greci più poveri, quelli che hanno perso la casa vivono in strada, dove da un paio d’anni si sta diffondendo a macchia d’olio una devastante droga sintetica, derivata dall’acido delle batterie: la sisa.

Una droga che genera violenza, e devasta, nel giro di pochi mesi, il corpo e la mente di chi la assume.

Il servizio delle Iene potete guardarlo QUI sul sito di Mediaset.

Sullo stesso argomento, ovvero la povertà dilagante in Grecia, il forte aumento dei senzatetto che vivono in strada e sull’uso della droga sopracitata, vi consigliamo di guardare il documentario che vi proponiamo di seguito: MOLTO PIU’ COMPLETO di quello delle Iene.

Mentre il servizio delle Iene, pur interessante, si concentra sulla droga, questo illustra il degrado sociale che ha condotto a questa situazione; spiega come tantissime persone che hanno perso tutto siano finite in strada, e il trattamento che ricevono a quel punto dalle autorità.

Il governo di Atene ha fortemente ridotto gli stanziamenti per i poveri, e questo si è tradotto in minore assistenza ai senzatetto: abbandonati praticamente a se stessi, e anzi, trattati come un PROBLEMA. Chi non è tossicodipendente e finisce a vivere in strada, molto spesso, lo diventa; e in breve, contrae qualche malattia.

La Polizia nei mesi scorsi ha iniziato a fare, su ordine del ministero, veri e propri “rastrellamenti”, per confinare i poveri nelle periferie: dove passano inosservati agli occhi degli altri cittadini…

Se avete guardato il servizio delle Iene e vi è piaciuto, non perdetevi Sisa: la cocaina dei poveri documentario in inglese, sottotitolato italiano. Durata: 30 minuti circa.

– Sisa: la cocaina dei poveri – Parte 1
Sisa: la cocaina dei poveri – Parte 2

PS: In chiusura, nella seconda parte del documentario, l’autore si chiede se questo sia “il destino dell’Italia e delle altre nazioni colpite dall’austerity“…

Alessandro Raffa per nocensura.com