Sigaretta elettronica “dannosa per i polmoni”. Lo studio Una ricerca dell’Università di Atene solleva molti dubbi sulla efficacia della sigaretta elettronica

Sigaretta elettronica sì o no? Vera alternativa alle bionde o minaccia per la salute? Secondo i dati raccolti da una ricerca dell’Università di Atene lasigaretta elettronica sarebbe addirittura dannosa per i polmoni. Questa ricerca presentata al recente Congresso della European Respiratory Society dice senza mezzi termini che anche la e-cig può danneggiare bronchi e polmoni come le tradizionali sigarette di tabacco. Infatti la sigaretta elettronica è come un “aerosol di nicotina”: in pratica, con questo dispositivo la nicotina è diffusa attraverso vapore, piuttosto che fumo. Non c’è combustione come avviene nelle normali ‘bionde’, ma la nicotina contenuta in questo piccolo apparecchio è pur sempre un derivato del tabacco. 

La ricerca dell’universita’ di Atene ha voluto affrontare la questione degli effetti a breve termine delle ‘e-cig’, su persone diverse: ha coinvolto 8 individui che non avevano mai fumato e 24 tabagisti, di cui 11 con funzione polmonare normale e 13 con Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) o asma. Ogni volontario ha utilizzato una sigaretta elettronica per 10 minuti. I ricercatori greci hanno poi misurato l’aumento della resistenza delle vie aeree (broncocostrizione) mediante una serie di test, compreso quello spirometrico.

I risultati hanno mostrato che, nei soggetti sani, c’è stato un aumento statisticamente significativo della resistenza delle vie aeree in media del 182-206%, che perdura per 10 minuti. Nei fumatori con spirometria normale, l’aumento è risultato in media pari a +176-220%. Nei pazienti con Bpco e asma, l’uso di una e-cig sembra invece non avere un effetto immediato. La comunità medica è quindi più divisa che mai sull’efficacia delle sigarette elttroniche come strumento per combattere la dipendenza dal fumo.

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“Anche le leucemie sono tumori da amianto”

“Anche le leucemie
sono tumori da amianto”

Parla Franco Mandelli

presidente dell’Ail

Si apre una nuova frontiera scientifica nella lotta contro l’amianto e le malattie collegate alla fibra killer. «Alcuni studi clinici hanno dimostrato che esiste una maggiore incidenza del mieloma e delle leucemie in alcune popolazioni che sono state esposte all’amianto»: parola di Franco Mandelli, autorità nel campo delle leucemie e presidente dell’Ail durante un convegno che si è tenuto lunedì a San Felice al Circeo (provincia di Latina) organizzato dall’Avis e con la presenza di Legambiente e dell’Osservatorio nazionale amianto.

Le parole di Mandelli hanno spalancato le porte a nuove prospettive scientifiche: è la prima volta che la fibra killer viene indicata come responsabile di malattie che colpiscono altri apparati rispetto ai polmoni e ai bronchi. «Una ricerca italo-tedesca ha preso in esame sei zone della Germania e due della Sardegna, Nuoro e Cagliari: è stata trovata una correlazione tra l’amianto e l’insorgere di linfomi. E c’è una correlazione anche con alcuni tumori dei testicoli e nel midollo di alcuni pazienti leucemici sono state trovate fibre di amianto. Per cui in quei casi possiamo dire che la leucemia è stata provocata dall’amianto che funziona da immunodepressore». 
«È necessaria, indispensabile – ha continuato il prof. Mandelli – che la comunità scientifica lavori per ottenere una diagnosi più precoce possibile, per permettere un intervento tempestivo».

L’intervista

“In tribunale si aprono scenari nuovi”

Fino ad oggi c’era un punto fermo nella giurisprudenza: laddove c’è un mesotelioma pleurico, c’è stata una contaminazione da amianto. Un “vantaggio”, se così si può dire, in sede di prova, per la fibra killer rispetto ad altri agenti patogeni. L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, ha al suo attivo centinaia di cause di risarcimento ma anche penali relative all’amianto.
Avvocato, cosa cambia con questa scoperta?
Molto, lo spettro di indagine diventa molto più ampio. Sappiamo che l’amianto è un immunodepressore e che è colpevole anche di danni molecolari del Dna. Occorre lavorare insieme all’Ail per poter portare il massimo aiuto alle vittime.
Sì ma in tribunale sarà difficile dimostrare che una leucemia è dovuta all’amianto.
Diciamo che sarà meno immediato di altre malattie che storicamente sono ricondotte all’inalazione delle fibre. In questi altri casi l’onere della prova cadrà sulle vittime, ma trovando le fibre nell’organismo saremo in grado di dimostrare la natura professionale delle malattie.

(Stefania Divertito)

VIVA IL RESPIRO

 

Nel 1994 il regista Sandro Baldoni diresse un film a

tre episodi dal titolo “Strane Storie”. Nel primo episodio

il protagonista (Ivano Marescotti) si sveglia una mattina

con attacchi violenti di tosse e difficoltà a respirare.

Bussano alla porta due uomini in tuta che gli notificano

la “chiusura dell’aria” per non avere pagato in tempo

la bolletta. Proprio così, la bolletta dell’aria.

“Quanto tempo ho?…”, chiede angosciato.

“Se fa in fretta, in venti minuti ce la fa a raggiungere

la centrale dell’aria”, rispondono compunti e distaccati

i funzionari.

L’uomo si veste alla meglio e va, si trascina per

strada, l’autobus tarda, prende un taxi, una manifestazione

lo rallenta, arriva infine a destinazione.

Annaspando raggiunge lo sportello dopo che un signore, morendo, gli cede il

posto nella fila. Con burocratica lentezza l’impiegata di turno verifica che la

pratica sia in ordine, corredata di bolli e timbri. È a posto, ma ha difficoltà a dare

il resto… l’uomo annaspa, l’ossigeno è quasi del tutto esaurito, ma ecco che alla

fine l’aria viene ripristinata in extremis. L’uomo inspira profondamente e rumorosamente

ad occhi sbarrati. Ce l’ha fatta.

Esce dunque in strada, si abbandona ad occhi chiusi appoggiato a un cancello

e, per godere di quell’attimo di felicità, si accende una sigaretta.

Il racconto è paradossale e racchiude tutte le contraddizioni della nostra umanità.

Tutti gli esseri viventi si ritraggono per istinto da qualsiasi fonte di fumo.

L’homo sapiens ha violato questa elementare legge della natura e della conservazione

della Vita. Giunto alla massima evoluzione intellettiva e creativa, contro

ogni legge biologica, è riuscito a ficcarsi del fumo concentrato nelle delicatissime

vie respiratorie definendolo un… piacere.

Questo “piacere” è considerato da decenni, da parte dell’Organizzazione

Mondiale della Sanità, la prima causa di morte evitabile al mondo. Ogni anno

cancella dal pianeta oltre 5 milioni di persone per malattie gravi e invalidanti che

opprimono il respiro e danneggiano gravemente i bronchi e i polmoni, incapaci

di difendersi in quanto la natura li ha programmati per ricevere aria, non fumo.

VIVA IL RESPIRO

In Italia le morti indotte dal fumo di sigaretta ogni anno sono 80.000, di cui 30.000 solo per

tumori al polmone.

Per questo motivo il tabacco è considerato il principale fattore di rischio per malattie

respiratorie, cardiovascolari e tumorali.

In altri termini, provoca più decessi e invalidità di incidenti stradali, alcol, aids, droghe,

omicidi e suicidi messi insieme.

fonte lilt

Protocollo di: Aspirazione tracheobronchiale

La tracheo-aspirazione è una procedura che consente la rimozione delle secrezioni presenti nell’albero bronchiale, per mezzo di una fonte aspirante e di un sondino inserito nelle vie aeree tramite una via naturale (bocca-naso) o artificiale (stoma-protesi respiratoria) per il mantenimento della pervietà delle vie aeree. Obiettivi:

  • Mantenere pervie le vie aeree rimuovendo secrezioni e/o materiale estraneo
  • Promuovere e migliorare gli scambi respiratori
  • Prevenire gli effetti collaterali, in particolare delle infezioni favorite dal ristagno di secrezioni
  • Ottenere un campione da laboratorio per esame colturale (diagnosi)

Soggetti sottoposti a broncoaspirazione 

  1. tutti i malati che non sono in grado autonomamente di espellere in modo  efficace le loro secrezioni,
  2. malati intubati o tracheostomizzati., perché le vie aeree sono isolate dalla via digerente e quindi non possono deglutire  le loro secrezioni.

Esame Obiettivo

 L’aspirazione si esegue dopo aver valutato il  bisogno di respirare del paziente nel seguente modo:

  • valutazione visiva: osservando il respiro; se c’è alterazione della frequenza respiratoria, dispnea, agitazione, scialorrea, tachicardia, alterazione della meccanica ventilatoria, colorito cianotico, tosse, respiro superficiale.
  • Valutazione uditiva: ascoltando il rumore del respiro, che diventa stertoroso con l’aumento delle secrezioni e la presenza di tosse frequente.
  • Valutazione tattile: toccando con il palmo della mano il torace per sentire eventuali vibrazioni trasmesse dal passaggio d’aria attraverso le secrezioni.
  • Auscultazione: auscultando il torace per stabilire l’ubicazione delle secrezioni nell’albero tracheobronchiale.
  • Valutazione della saturazione ematica.

Indicazioni

 Va eseguita solo se vi è una reale necessità. Durante la manovra di aspirazione la sonda non deve superare l’ostio distale della cannula al fine di evitare continui microtraumi alla mucosa.  

Precauzioni

 Numerosi studi indicano che l’aspirazione è una procedura potenzialmente dannosa (il diametro del sondino non dovrebbe occludere più della metà del diametro interno della via aerea aritificiale per evitare di esercitare un’ulteriore pressione negativa nelle vie aeree e ridurre la caduta del livello di O2). Il sondino può anchei provocare la stimolazione delle terminazioni vagali con conseguente bradiaritmia e ipotensione.La durata dell’aspirazione non dovrebbe superare i 10/15 secondi.  

Complicanze all’aspirazione TB

 E’ quindi importante controllare la comparsa di eventuali complicanze:

  • Ipossiemia,
  • aritmie,
  • aumento/diminuzione della pressione arteriosa media,
  • danno tracheale,
  • aumento della pressione intracranica.

 I pazienti sottoposti ad aspirazione TB possono sviluppare uno stato di ansia per il dolore provocato dalla manovra, è quindi importante preparare il paziente ed approcciarlo nel modo ottimale, tranquillizzandolo e spiegando passo passo ogni nostra azione.  

Complicanze ad una scarsa aspirazione TB

 Le secrezioni ristagnanti possono causare:

  • infezioni: il secreto tracheobronchiale è un buon terreno di coltura, può quindi facilitare l’impianto di microrganismi e la formazione di un processo infiammatorio.
  • ostruzioni delle vie respiratorie: secrezioni particolarmente dense concorrono alla formazione di tappi mucosi e/o al deposito delle stesse sulle parti declivi delle vie aeree causando atelectasie e ostruzioni delle protesi respiratorie.
  • alterazione degli scambi respiratori: le secrezioni aumentano le resistenze inspiratorie ed espiratorie delle vie aeree.
  • atelectasie: è la riduzione del contenuto aereo nel parenchima polmonare causato da una ostruzione bronchiale cui segue un progressivo riassorbimento dell’aria a valle dell’ostruzione determinando una diminuzione della superficie disponibile per gli scambi gassosi.

MATERIALE OCCORRENTE     

  • aspiratore centralizzato o portatile con relativo tubo di connessione,
  • sondino per aspirazione monouso, sterile, di calibro idoneo (ch 12/14)
  • contenitore con soluzione sterile salina per il lavaggio del circuito di aspirazione,
  • flussimetro e kit per la somministrazione di O2
  • telino
  • guanti (sterili) monouso
  • garze 10 x 10 cm
  • reneiforme

 La tecnica eseguita in modo asettico deve essere considerata una componente essenziale nell’esecuzione della procedura di broncoaspirazione, nonostante non siano stati fatti molti studi in merito a questo argomento. Se si effettua l’aspirazione tracheobronchiale con sistema a circuito aperto, il sondino di aspirazione deve essere sterile e monouso. Non ci sono sufficienti studi che raccomandino l’utilizzo di guanti sterili o puliti: la raccomandazione generale è che la tecnica debba essere asettica. 

Operatori
1 unità  

PREPARAZIONE DEL PAZIENTE

  • Accertare la necessità di aspirare il paziente osservandone i segni vitali.
  • Determinare il grado di collaborazione del paziente.
  • Informare il paziente della eventuale tosse intermittente che può essere provocata dalla aspirazione e della necessità della stessa per la rimozione delle secrezioni.
  • Posizionare in decubito supino il paziente incosciente, altrimenti favorire la posizione ortopnoica o semiortopnoica.
  • Al bisogno eseguire fisioterapia con drenaggio posturale e massaggio delle basi polmonari.
  • Iperossigenare il paziente per almeno un minuto, prima di eseguire la manovra e dopo averla eseguita per un altro minuto.
  • Accertarsi che l’ambiente sia adeguatamente umidificato
  • Fare in modo che il paziente esegua aerosolterapia due o tre volte al giorno.

 

Procedura

  • Lavarsi le mani
  • Indossare la mascherina e i guanti monouso
  • Aprire la confezione del sondino evitando contaminazioni
  • Sfilare il sondino dalla confezione e connetterlo all’aspiratore
  • Introdurre il catetere nella cannula
  • Azionare l’aspiratore, regolato ad una aspirazione massima di 120 mmhg, aspirando ad intermittenza per periodi non superiori a 10 secondi, ritirando il catetere con movimenti  rotatori.
  • Pulire all’esterno il sondino con garze e lavarlo aspirando la soluzione sterile.
  • Chiudere il sistema di aspirazione.
  • Valutare le condizioni del paziente, osservando la respirazione e il colore della cute, ripetere se è necessario la manovra, lasciandolo riposare tra una aspirazione e l’altra.
  • Staccare il sondino dal tubo di aspirazione tenendolo con la mano protetta dal guanto, con l’altra mano afferrare il risvolto del guanto, ripiegarlo su se stesso e sfilare il guanto così rovesciato ponendo all’interno il sondino.
  • Gettare il guanto e il sondino nel sacco dei rifiuti
  • Eseguire la pulizia della cannula interna e reinserirla nella cannula esterna del paziente.
  • Controllare la quantità delle secrezioni aspirate, osservando il colore, l’odore e la consistenza.
  • Sistemare il paziente in una posizione comoda e confortevole che favorisca la respirazione.
  • Riordinare il materiale usato
  • Reintegrare la soluzione sterile e le attrezzature in modo che la aspirazione sia pronta per essere ripetuta.

ERRORI DA EVITARE

E’ convinzione che la broncoinstillazione di soluzione fisiologica in trachea (solitamente dai 2/10 ml) aumenti il volume delle secrezioni e che ne renda più semplice l’aspirazione; che dilsochi le secrezioni; che stimoli la tosse e lubrifichi il tubo endotracheale, Nonostante la plausibilità delle motivazioni non ci sono prove a sostegno dell’efficacia della manovra.Numerose revisioni della letteratura e studi infatti arrivano alle stesse conclusioni: non è indicato istillare routinariamente soluzione fisiologica nel tubo ET, prima di effettuare l’aspirazioneInfatti, è stato dimostrato che il volume di secrezioni aspirate non è maggiore quando viene istillata soluzione fisiologica, che con l’aspirazione si riesce ad aspirare solo il 20% della soluzione instillata.Oltre a possedere limitata efficacia nel facilitare la rimozione delle secrezioni, l’instillazione di soluzione fisiologica durante l’aspirazione può causare un calo della saturazione di Ossigeno ed aumentare il potenziale rischio infettivo.Pertanto, la pratica di instillare routinariamente non è raccomandata: l’unico modo per rimuovere facilmente le secrezioni è idratare il paziente.

 



Bibliografia

  1. Atti del convegno  “Congresso nazionale infermieri e tecnici O.R.L”. a cura di Giulio Belloni 2001
  2. http://www.fisionline.org/17Resp/7respAD.html  L’Aspirazione Tracheo – Bronchiale 1° Servizio d’Anestesia e Rianimazione “G.Bozza” – Az. Osp. Niguarda Cà Granda 
  3. Rivista: Assistenza Infermieristica e ricerca 2001 Tesi di diploma infermieristico di Laura Rasero Università di Firenze

Lucia Zanovello, Cristina Ruffo, Paola Frattini, Gloria Lonardi in collaborazione con il Dott. Leopoldo Vaona Unità Operativa di O.R.L. 
ASL 21  Ospedale Mater Salutis, Legnago (VR)   

fonte

Broncoscopia

Broncoscopia

Che cos’è

La broncoscopia è l’analisi dei bronchi mediante visualizzazione dell’albero bronchiale: consente di osservare direttamente la laringe, la trachea ed i bronchi, attraverso le quali l’aria raggiunge i polmoni.

A cosa serve

La broncoscopia permette di rilevare fenomeni ostruttivi o infiammatori nei bronchi.
Tradizionalmente viene utilizzato per la diagnosi di tumori polmonari, malattie infiammatorie, fibrosi polmonari, sarcoidosi e malattie ostruttive bronchiali (come l’asma bronchiale e la BPCO).

La broncoscopia viene eseguita nei casi in cui bisogna precisare immagini radiografiche, nei pazienti con fenomeni di sangue nell’espettorato (emottisi) o tosse persistente e in seguito all’inalazione di corpi estranei.
Consente inoltre di prelevare secrezioni e frammenti di mucosa bronchiale da sottoporre ad analisi.

Come si esegue

L’esame si esegue tramite uno strumento noto come broncoscopio (o fibrobroncoscopio), un sottile tubo a fibre ottiche che viene introdotto attraverso la bocca o il naso,per noi laringectomizzati ovviamente dallo stoma.

Per individuare eventuali problemi – come, ad esempio, le cardiopatie in fase instabile – che possono comportare complicazioni, la broncoscopia deve essere preceduta da un elettrocardiogramma e da alcuni esami ematochimici. Il paziente, inoltre, deve presentarsi a digiuno da almeno 12 ore.

L’esame si effettua in anestesia locale, mediante inalazione di anestetico polverizzato. Il broncoscopio non determina ostruzione completa delle vie respiratorie e pertanto non compromette la respirazione, anche se l’introduzione dello strumento può provocare tosse o conati di vomito.
In ogni modo, la respirazione sarà tenuta sotto controllo mediante un pulso-ossimetro che consente di valutare la necessità di somministrare ossigeno supplementare.

Una broncoscopia dura circa 30 minuti e i risultati possono essere comunicati già al termine dell’esame.

Al termine dell’esame, dopo un periodo di osservazione variabile in base all’andamento dell’esame stesso, si può tornare al domicilio, ma è opportuno non guidare, rimanere a digiuno per altre 2 ore e rimanere a riposo per 24 ore.

Dopo qualche ora può comparire un lieve bruciore alla gola, che normalmente passa in uno o due giorni. Le complicazioni sono rare, ma se si presentano difficoltà alla respirazione, febbre elevata, disfonia ed episodi di sangue nell’espettorato è opportuno rivolgersi a un medico.

La broncoscopia rigida invece viene eseguita in anestesia generale e trova indicazione prevalentemente nella broncoscopia pediatrica o nella broncoscopia operativa. Le due metodiche (broncoscopia rigida e fibro-broncoscopia) possono essere eseguite anche in combinata.