Gli effetti del Big Mac ​sul nostro corpo

Gli effetti del Big Mac ​sul nostro corpo

Dopo 20 minuti la quantità di zuccheri presente nel panino comincia a creare dipendenza, un’ora dopo si comincia a digerirlo

 – Mer, 23/09/2015 – 16:09

Ci vogliono almeno tre giorni per digrere un Big Mac, il panino simbolo di Mc Donald’s.

Come riporta Leggo, “l’hamburger più famoso del mondo non è proprio tra i più indicati per il benessere di un individuo, anzi stando a recenti ricerche si è scoperto che può causareseri danni alla salute di chi lo mangia“.

Leggo riporta un’infografica realizzata dal sito Fast Food Menu PriceIn essa si può vedere come il nostro cervello, nei primi dieci minuti dopo il primo boccone, accetti i cibi supercalorici e, così, “si spiega il fatto che spesso dopo aver mangiato un Big Mac non si ha un immediato senso di sazietà“.

La situazione, però, comincia già a cambiare dopo soli 20 minuti: “La quantità di zuccheri rilasciata può creare dipendenza esponendo chi mangia regolarmente questi panini al rischio di diabete“.

Dopo 30 minuti, inoltre, “il sodio presente nel panino e nel suo condimento, 970 milligrammi, inizia a causare problemi al cuore e alla pressione sanguigna. Dopo 40 minuti si desidera altro cibo, perché l’innalzamento di zuccheri nel sangue porta il nostro cervello a richiedere ancora di più zuccheri“.

Dopo un’ora, infine, si inizia a digerire il panino, come riporta Leggo: “Normalmente il corpo impiega dalle 24 alle 72 ore per digerire il cibo, ma un Big Mac può impiegare di più, essendo i due hamburger molto grassi e si può arrivare fino a 3 giorni“.

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10 cibi per dimagrire in 10 giorni

Per perdere chili in maniera efficace in poco tempo basterebbero, secondo Haylie Pomroy, dieci cibi e alcuni trucchi alimentari. Dopo la dieta del supermetabolismo, la famosa nutrizionista torna sotto i riflettori con altri interessanti espedienti che aiuterebbero a scendere di peso

Reduce dal successo della dieta del supermetabolismo, la nutrizionista Haylie Pomroy torna a parlare di dimagrimento grazie a “La dieta turbo”, che promette di scolpire il fisico in pochi giorni, da tre a un massimo di dieci attraverso alcune regole da seguire e cibi da integrare nel proprio regime alimentare.

Quali sono però questi alimenti miracolosi? Scopriamoli insieme.

Il pompelmo, utilizzato già in passato nelle diete per la sua capacità di bruciare i grassi, è uno tra i più importanti: ripulisce il fegato e aiuta a migliorare il metabolismo; particolarmente utile alla digestione e in grado di agire direttamente sullo stomaco e sull’intestino che risulta meno gonfio è invece lo zenzero, da consumare fresco. Via i liquidi di troppo, invece, con i funghi: grazie all’ergotioneina, un antiossidante, e allo zolfo, adatto a donare nuova vita alla pelle, trasformano ogni zuppa in un potente antinfiammatorio; stessa azione sulle infiammazioni grazie alle antocianine in essi contenuti la compiono i mirtilli rossi, i quali possono essere consumati sia freschi che essiccati poiché non perdono le sostanze nutritive che li rendono così importanti.

Viene dal Giappone il daikon, una radice ormai nota anche in Italia come ravanello bianco dal potente effetto diuretico, mentre sono originari dell’America centrale i semi di chia, un’arbusto della famiglia della menta, ricchi di acidi grassi che stimolano il metabolismo; di fondamentale importanza per il tratto digerente grazie rispettivamente ai batteri e alle fibre contenute sono il kefir, possibilmente senza lattosio e zucchero aggiunto, e le lenticchie, queste ultime capaci anche di agire sugli ormoni della sazietà. Non meno importanti sono poi gli ultimi due, ceci e barbabietole: se i primi riescono ad aiutare l’organismo durante il processo di eliminazione delle tossine liposolubili sfruttando le fibre contenute, non sono meno importanti per il ruolo assunto nei confronti della glicemia, aiutando a regolare l’umore; anche le barbabietole possono influire sull’umore seppur relativo alla sfera sessuale: afrodisiache, influiscono sulla produzione di ormoni sessuali grazie al boro presente in esse.

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www.settimanadellaceliachia.it

La Settimana della Celiachia

Dal 16 al 22 maggio l’Associazione Italiana Celiachia Onlus, che da oltre 35 anni si impegna a cambiare in meglio la vita delle persone celiache e dei loro famigliari, organizza la settimana di sensibilizzazione verso questa malattia (www.settimanadellaceliachia.it).

Un’iniziativa importante, data l’incidenza di questa intolleranza: secondo le stime, nel mondo ne è colpita 1 persona su 100 e nel 2050 ne saranno affetti 90 milioni di persone. Per supportare questa iniziativa e sensibilizzare i nostri clienti su questa importante campagna nei nostri negozi dal 14 maggio verrà lanciata la promo “Speciale Celiachia” con una gamma di oltre 30 referenze senza glutine. Inoltre, per sostenere questa campagna abbiamo pubblicato il libro “Pasticceria senza glutine”, scritto e ideato dalla nostra collega Cristina Chiodi, del Simply di Salò (BS).

che cos’È la celiachia

La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica presente in avena, frumento, farro, grano khorasan (di solito commercializzato come Kamut®), orzo, segale, spelta e triticale. L’incidenza di questa intolleranza in Italia è stimata in un soggetto ogni 100 persone. I celiaci potenzialmente sarebbero quindi 600.000, ma ne sono stati diagnosticati ad oggi quasi 165.000. Ogni anno, in Italia, vengono effettuate 10.000 nuove diagnosi con un incremento annuo di circa il 10%.

Per curare la celiachia, attualmente, occorre escludere dal proprio regime alimentare alcuni degli alimenti più comuni, quali pane, pasta, biscotti e pizza, ma anche eliminare le più piccole tracce di glutine dal piatto. Questo implica un forte impegno di educazione alimentare. Infatti l’assunzione di glutine, anche in piccole quantità, può provocare diverse conseguenze, anche gravi. La dieta senza glutine, condotta con rigore, è l’unica terapia attualmente conosciuta che garantisce al celiaco un perfetto stato di salute.

Fonte sito dell’AIC: www.celiachia.it

I broccoli prevengono il cancro orale

Uno studio condotto dai ricercatori dell’University of Pittsburgh Cancer Institute ha rivelato che i germogli dei broccoli possono prevenire il cancro alla bocca ed alla gola. Le eccezionali proprietà nutritive di questi ortaggi sono già ampiamente note, incluse quelle antitumorali che contrastano l’insorgenza del cancro al seno, al colon ed alla prostata, ma con lo studio presentato durante l’American Association for Cancer Research Annual Meeting si deve aggiungere alla lista dei benefici del loro consumo l’azione del sulforafano, una molecola naturale che contiene gli effetti dei cancerogeni ambientali e svolge un’azione protettiva nei confronti del rivestimento orale.

La dottoressa Julie Bauman, coordinatrice dello studio, ha spiegato che i pazienti che sconfiggono il cancro alla testa ed al collo rischiano di venire colpiti dal tumore alla bocca o alla gola che, spesso, si rivela fatale. L’estratto dei germogli dei broccoli sono ricchi di sulforafano, quindi rappresentano un valido alleato per i soggetti più esposti all’insorgenza tumorale. I ricercatori hanno parlato di chemioprevenzione verde, un trattamento che prevede l’utilizzo di semi ed estratti delle piante per prevenire malattie e patologie specifiche.

BroccoliL’esperimento ha coinvolto 10 soggetti sani ai quali è stato somministrato del succo di frutta addizionato con l’estratto dei germogli dei broccoli, per una concentrazione 100 volte superiore a quella della pianta matura. Nel rivestimento interno della bocca è stato rilevato un aumento della resistenza agli effetti degli agenti cancerogeni. Ciò dimostra che il sulforafano è stato assorbito ed che ha agito direttamente sui tessuti a rischio, verso i quali lo studio ha rivolto la sua attenzione.

I ricercatori ritengono che esso abbia dato risultati tali da poter richiedere una sperimentazione clinica che prevede il reclutamento di 40 volontari guariti dal tumore alla testa ed al collo, quindi più esposti al rischio di contrarre il cancro alla bocca ed alla gola.

Le forme tumorali possono colpire varie strutture anatomiche, come le gengive, le ghiandole salivari, la lingua, il palato, le labbra, le tonsille, la laringe, la base del cranio, i linfonodi del collo e l’orecchio. Le cause vanno attribuite principalmente al fumo delle sigarette e ad alcune sostanze chimiche presenti nelle vernici e nelle polveri del legno. L’obiettivo attuale consiste nel rendere il sulforafano un farmaco antitumorale naturale. Rispetto a quelli tradizionali, esso richiedere un dispendio di risorse ed un costo molto inferiore, quindi potrebbe diffondersi anche presso i paesi in via di sviluppo.

Written BY: webmaster

L’alimentazione e i tumori: le domande più frequenti

Dieci storie di pazienti e di coloro che li assistono nel difficile cammino della malattia, tratte dalle oltre 4.000 testimonianze della Campagna “Viverla Tutta”, prendono vita grazie a dieci grandi fumettisti italiani e internazionali in un volume che incarna il cuore pulsante della medicina narrativa

Dieci voci di persone che hanno visto la loro vita o quella di coloro che amano travolta da una grave malattia. Dieci storie di vita vissuta che narrano in modo diverso del dolore, della sofferenza, della paura. Ma che, inaspettatamente, si fanno anche portatrici di un messaggio di riscatto, di coraggio, di voglia di dimostrare a se stessi e agli altri di potercela fare. Grazie al talento artistico di alcuni tra i più grandi autori italiani e internazionali del fumetto, da una selezione delle oltre 4.000 testimonianze raccolte online dalla Campagna Viverla Tutta è nato “La vita inattesa” (nelle librerie dal 3 settembre), un graphic novel che attraverso le immagini e i colori – a volte vividi, a volte delicati, a volte cupi – dà anima e corpo al vissuto e alle emozioni dei singoli, rendendoli patrimonio comune. Dieci affermati disegnatori (Silvia Ziche, Paolo Bacilieri, Nate Powell, Thomas Campi, Massimo Carnevale, Laura Scarpa, Tuono Pettinato, Marco Corona, Vincenzo Filosa e Giuseppe Palumbo), sulle sceneggiature di Micol Beltramini, Tito Faraci e Alessandro Q. Ferrari, hanno prestato le loro matite e i loro pennelli per affrontare temi delicati e complessi come quelli della malattia, della medicina, del rapporto medico-paziente, con un linguaggio del tutto inusuale.

Un libro che vuole anche essere un ringraziamento speciale a tutte quelle persone che hanno donato le loro storie, mettendo a nudo gli aspetti più intimi e dolorosi di una fase drammatica della loro vita per trasformarla in una “lezione di vita”, preziosa per sé e per gli altri. Denominatori comuni di tutte le esperienze condivise sono infatti la forte determinazione ad affrontare la malattia a testa alta, così come la capacità di trasformare la rabbia in energia e di accettare la vita per quello che ti offre, giorno per giorno, convivendo con la malattia e continuando a lottare senza mai perdere la speranza.

 

Le pagine de “La vita inattesa” esemplificano straordinariamente il cuore pulsante dellamedicina narrativa: la malattia non è un mero insieme di sintomi, cause e rimedi, come la società di oggi è spesso abituata a considerarla, e alla base del percorso di guarigione non ci sono solo farmaci. L’utilizzo di competenze narrative consente piuttosto di porre al centro dell’analisi il singolo individuo e di interpretare la sua particolare storia di malattia, la sua cornice esistenziale, la sua maggiore o minore capacità di reagire alla sofferenza, la delicata ragnatela di interazioni sociali che lo circonda. L’ascolto diventa così il punto di partenza per costruire, insieme ai pazienti, un percorso di diagnosi e cura.

“I malati sono libri. Che chiedono di essere letti con passione, perché animati dalla voglia di confidare al mondo oscurità e speranze di una vita inattesa. In attesa di essere ascoltata”.

dalla prefazione di Edoardo Rosati

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