Altro che “100% naturale”, il tabacco Pueblo contiene pericolosi pesticidi

Il Pueblo è uno dei tabacchi più venduti in Italia poiché presentato come trinciato di tabacco naturale al 100% e senza additivi. Senza additivi, ma con pesticidi, ben 15 secondo l’inchiesta del sito ilsalvagente.it. Per l’esattezza, nel campione analizzato, sarebbero presenti 9 insetticidi, 3 fungicidi, 2 nematocidi (contro i parassiti “nematodi”) e un diserbante.
La difesa della Poschl Taback –  Interviene subito un responsabile del controllo qualità della Poschl Tabak, azienda tedesca che produce il Pueblo: “Tutte le tracce rilevate nelle vostre analisi derivano da sostanze legali e accreditate le cui concentrazioni sono ben al di sotto dei limiti previsti dalla legge
La controanalisi – Controllando un altro campione del tabacco, il professore di Chimica degli Alimenti Alberto Ritieni ha dichiarato: “I livelli quantitativi e la grande varietà delle sostanze attive che abbiamo riscontrato nel campione di tabacco hanno suscitato un notevole interesse scientifico. Se questa stessa situazione fosse stata osservata in un qualsiasi alimento, vegetale o non, avrebbe destato oltre all’interesse scientifico anche una forte preoccupazione dal punto di vista tossicologico e della sicurezza dell’alimento, facendoci attivare una serie di conseguenti azioni di controllo e di verifiche analitiche della filiera”. 

L’esposto del Codacons all’antitrust  – “L’associazione chiede formalmente all’Autorità della concorrenza e del mercato di intervenire  affinché svolga ogni opportuna indagine e adotti tutti i provvedimenti ritenuti opportuni in ordine alle condotte descritte a garanzia della tutela dei consumatori in particolare  al fine di determinare se sussista il carattere ingannevole della pubblicità del prodotto Pueblo, procedendo a prendere tutti gli opportuni provvedimenti, e ove ne ricorrano i presupposti applicando le relative sanzioni” 



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Pile e accumulatori esausti pericolosi: bisogna smaltirli correttamente

E’ nato il nuovo Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori a cui i produttori potranno rivolgersi per il recupero e riciclo dei prodotti esausti. Smaltirli correttamente è importante poiché contengono sostanze pericolose come piombo e cadmio.

riciclo pile e batterie
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Anche le batterie e le pile esauste possono essere recuperate. L’importanza di smaltirle correttamente deriva dal fatto che contenganosostanze chimiche pericolose per gli esseri umani e l’ambiente, come il piombo e il cadmio.

Di fatto, però, non tutte le batterie vengono gettate negli appositi contenitori. Quelle che finiscono nell’indifferenziato sono destinate alla discaricae, poi, al termovalorizzatore. Quando vengono bruciati questi prodotti rilasciano sostanze che concorrono all’inquinamento atmosfericolasciando residui pericolosi una volta terminato il processo di combustione.

Proprio per tutti questi motivi, l’Unione Europea, con la Direttiva 2006/66/CE, recepita nel nostro ordinamento con il d.lgs. 188/09 (recentemente modificato dal d.lgs. 21/2011), ha fissato precisi obiettivi da raggiungere in materia di smaltimentodi pile accumulatori esausti.

Per consentire al sistema nazionale di raggiungere tali obiettivi, è stato attivato il nuovo Centro di Coordinamento Nazionale Pile e Accumulatori(costituitosi lo scorso 7 giugno) per occuparsi della gestione integrata delle pile e degli accumulatori, portatili, per veicoli e industriali, giunti a fine vita.

Bisogna sottolineare che l’Italia vanta buoni livellidi raccoltatrattamento riciclo di questi prodotti: nel 2010 delle oltre 65.000 tonnellate diaccumulatori industriali e 187.000 tonnellate di quelli per veicoli immesse sul mercato il recuperoè stato pari al 95%, superando abbondantemente gli obiettivi minimi di riciclo richiesti dalla normativa comunitaria.

Diversi i numeri per quanto riguarda pile e accumulatori portatili di cui il dato di recuperosi attesta intorno al 18-20% contro il limite minimo imposto dall’Ue del 25% dell’immesso sul mercato che bisogna raggiungere entro settembre 2012 (il 45% entro il settembre 2016).

I produttori possono decidere di associarsi alsistema multi-consortile gestito dal CDCNPA che svolgerà un ruolo super partes, garantendo omogenee e uniformi condizioni operative allo scopo di incrementare le percentuali di raccolta ericiclaggio dei rifiuti di pile e accumulatori, minimizzandone i costi, e superando così gli obiettivi minimi imposti dall’Unione Europea.

Il CDCNPA realizzerà poi anche campagne di sensibilizzazione e informazione dei consumatori, assicurando il monitoraggio e la rendicontazione dei dati relativi alla raccolta e al riciclo.

Rimane da dire che, per diminuire il volume di rifiuti prodotti come le pile, si può sempre optare per quelle ricaricabili.

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