La sigaretta brucia anche l’intestino

Che fumare fa male, ormai lo sanno tutti. Ma mentre di solito si pensa che aumenti il rischio di un tumore del polmone, o tutt’al più di un infarto, pochi sanno che le sostanze cancerogene contenute nelle esalazioni del tabacco, attraverso il circolo sanguigno, possono raggiungere anche organi molto lontani dalle vie aeree. Il colon, per esempio, è uno di questi. Per l’International Agency for Research on Cancer ci sono ormai prove sufficienti per affermarlo.

Introduzione

SigarettaFino a poco tempo fa era solo un sospetto. Ora a sbilanciarsi è l’International Agency for Research on Cancer, che ha cambiato la sua posizione ufficiale sullegame tra fumo e cancro al colon: mentre le prove a sostegno di questa tesi prima erano considerate “limitate”, oggi si possono ritenere “sufficienti”.

Negli anni passati era già stato lanciato l’allarme, dopo che tra i fumatori era stato osservato un numero di tumori dell’ultimo tratto dell’intestino maggiore rispetto a quello riscontrato in chi non fumava. Ma le modalità con cui erano condotti questi studi non permettevano di formulare un giudizio risolutivo, perché c’erano molti altri fattori a confondere le acque: chi fuma di più può essere meno attento a un’alimentazione sana e ricca di frutta e verdura oppure può fare meno attività fisica o ancora, statisticamente, eccede più spesso con l’alcol, solo per fare degli esempi.

Tre epidemiologi dell’American Cancer Society hanno quindi deciso di fare chiarezza, seguendo per 13 anni più di 184.000 persone che inizialmente non avevano alcun segno della malattia, con uno studio pubblicato sul numero di dicembre 2009 di Cancer Epidemiology Biomarkers& Prevention, tutto dedicato ai danni del tabacco. Nell’indagine, Michael J. Thun e i suoi collaboratori hanno tenuto conto non solo del fatto che i partecipanti fossero o no fumatori, ma anche di come e quanto mangiavano, di cosa e quanto bevevano, se si sottoponevano ai controlli periodici e di altri possibili fattori di rischio, 13 in tutto, aggiornandoli periodicamente.

Alla fine dell’osservazione è risultato evidente che, anche tenendo conto di tutte le variabili, chi fumava aveva una probabilità maggiore del 27 per cento di sviluppare un tumore del colon rispetto a chi non aveva mai preso questa abitudine; tra chi era riuscito a smettere, il rischio scendeva un po’, ma restava del 23 per cento superiore a quello dei non fumatori. A fare la differenza è il tempo: più a lungo l’organismo è stato esposto alle sostanze nocive e maggiore è il rischio (38 per cento in più il massimo, per chi fuma da almeno 50 anni).

Vale comunque sempre la pena di smettere, e di farlo il prima possibile: il rischio infatti scende progressivamente quanto più tempo passa dall’ultima sigaretta e quanto più si è giovani al momento in cui si prende la saggia decisione di spegnerla. Se lo si fa prima dei 40 anni, ogni pericolo per il colon sembra svanire. Se ci si riesce più tardi, secondo i calcoli dei ricercatori statunitensi, bisogna aspettare una trentina di anni per vedere tornare le proprie probabilità di tumore dell’intestino al livello di chi non ha mai fumato.

Diffusione in Italia per uomini e donne

donnaIn Italia nel 2009 fumavano 17 donne su 100

 

uomoIn Italia nel 2009 fumavano 29,5 uomini su 100

 

Domande e risposte

Le risposte alle domande più frequenti su fumo e tumore del colon.

Esiste un tumore per il quale non è dimostrato un legame con il fumo di sigaretta?

È vero che il fumo è la maggiore causa di morte in tutto il mondo?

La celiachia può essere provocata o favorita dal fumo?

È possibile ridurre il rischio di ammalarsi di tumore del colon?

Non dimenticare: indicazioni utili

In inglese si chiamano take-home messages. Noi diciamo: da non dimenticare!

  1. Il fumo non provoca solo il cancro del polmone, ma una lunga serie di malattie, tumorali e non. Ora anche il tumore del colon si è aggiunto alla lista.
  2. Ci sono infinite buone ragioni per non fumare. Se avete altri fattori di rischio per il tumore del colon, ricordate che la sigaretta li può rinforzare.
  3. Il tumore del colon si previene soprattutto a tavola: non fate mai mancare la frutta e la verdura.
  4. Dopo i 50 anni sottoponetevi ai controlli periodici che possono fare la differenza, individuando precocemente polipi che si possono asportare in ambulatorio prima che si trasformino in una malattia grave.

Il numero di malati di tumore in Italia è in aumento, ma di cancro si può guarire

 

Il numero di malati di tumore in Italia è in aumento, ma di cancro si può guarire di Brigida Stagno 

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Maggiore diffusione dei programmi di screening, miglioramento delle diagnosi, cure più efficaci, centri di eccellenza diffusi nella penisola: malgrado l’aumento del numero di malati di tumore in Italia, soprattutto al Nord, queste misure hanno contribuito alle maggiori percentuali di guarigione e al miglioramento della sopravvivenza, in particolare per alcune forme tumorali, come il cancro del colon-retto (il più frequente in assoluto), quello della mammella (prima causa di morte oncologica nella donna) e della prostata. Per altre neoplasie, come quella del polmone (prima causa di morte per tumore nell’uomo), del pancreas e della colecisti, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi non è invece migliorata negli ultimi anni ed è rimasta stabile.

Il cancro è la seconda causa di morte (il 30% di tutti i decessi) dopo le malattie cardiovascolari, ma chi sopravvive 5 anni dalla diagnosi ha per alcuni tumori (testicolo, corpo dell’utero, ma anche melanoma, linfomi di Hodgkin e in misura minore colon-retto) prospettive di sopravvivenza vicine a quelle della popolazione generale, che non ha mai avuto una neoplasia. A vivere oggi con una precedente diagnosi di tumore sono in Italia circa 2.250.000 persone (oltre il 4% della popolazione).

L’analisi precisa delle cifre riferite a quest’anno è contenuta in un censimento ufficiale, una pubblicazione dal titolo “I numeri del cancro in Italia 2012” ( Intermedia Editore), presentata a Roma al Ministero della Salute. L’edizione 2012, frutto del lavoro dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e dall’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), è indispensabile per conoscere l’impatto dei tumori e pianificare al meglio gli interventi.

L’intervento più efficace resta però sempre la prevenzione e oggi circa il 40% dei tumori è potenzialmente prevenibile, soprattutto il cancro del colon-retto, dello stomaco, della prostata, della mammella, dei polmoni, della pelle, più correlati a stili di vita sbagliati. Ma quali le principali misure da adottare? Innanzitutto è obbligatorio smettere di fumare. Il 25-30% di tutti i tumori è correlato al consumo di tabacco e ogni anno tre milioni di persone muoiono nel mondo a causa del fumo.

Per prevenire i tumori, ma anche le malattie cardiovascolari, è poi raccomandabile seguire la dieta mediterranea: introdurre più frutta e verdura, specie se crude, ha un forte effetto protettivo sul rischio di numerose neoplasie, in particolare a carico dell’apparato digerente, grazie all’alto contenuto di fibre (che favorisce la maggior motilità intestinale, impedendo l’assorbimento di eventuali sostanze cancerogene) e alla presenza elevata di sostanze anti-cancro, gli antiossidanti. Gli esperti consigliano di consumare regolarmente pane, pasta, riso ed altri cereali, olio di oliva, pesce e di aumentare il consumo giornaliero di ortaggi, legumi e frutta fresca (almeno 5 porzioni al giorno tra frutta e verdura), riducendo carne rossa, cibi raffinati e grassi animali.

Altra misura importante è moderare il consumo di alcol, che aumenta il rischio di cancro del cavo orale, della faringe, dell’esofago e della laringe ed è fortemente correlato anche all’insorgenza di tumore del fegato e dell’intestino (in entrambi i sessi) e della mammella nelle donne.

Anche il controllo del peso rappresenta una misura anti-tumore: è dimostrato che persone con un sovrappeso uguale o superiore al 40%, presentano tassi più elevati di mortalità per cancro del colon-retto, della prostata, dell’utero, della cistifellea e della mammella. E’ importante anche praticare con regolarità attività fisica, in quanto i sedentari hanno una probabilità del 20-40% superiore di ammalarsi. Quanto alle lampade solari, la loro pericolosità è ormai dimostrata da diversi studi scientifici: un’esposizione precoce, in particolare prima dei 35 anni, aumenterebbe del 75% il rischio di sviluppare il melanoma. Vanno inoltre tenuti sotto controllo i nei, seguendo la regola dell’ABCDE.

Forse non tutti lo sanno, ma per ridurre l’insorgenza dei tumori è necessario anche proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili: il 15-20% delle neoplasie deriva proprio da infezioni, che possono essere prevenute (con l’uso del profilattico). Fra queste, l’epatite o il papilloma virus possono essere trasmesse attraverso i rapporti sessuali non protetti. Attenzione infine alle sostanze dopanti: gli steroidi anabolizzanti, utilizzati a volte nello sport, determinano un aumento del rischio di tumori, in particolare a livello del fegato, della prostata e dei reni e le probabilità di ammalarsi aumentano con gli anni, soprattutto in chi li ha assunti per molto tempo.

 

Ritorno al lavoro e a scuola, sana ripartenza con lo yogurt

Le ricerche confermano: lo yogurt ha tanti effetti benefici sulla salute. Ideale dopo le vacanze, meglio quello naturale e senza zucchero

Lo usavano, tradizionalmente, i pastori bulgari. Che – a stare ai racconti – proprio grazie alloyogurt si garantivano esistenze frequentementeultracentenarie. Ora viene usato come una sorta di panacea, soprattutto, da chi soffre distitichezza e non riesce a risolvere i problemi con una dieta a base di verdure e fibre.

In realtà, lo yogurt è un alimento straordinariamentebenefico per l’organismo e la salute. Fa bene a tutti, è utile a tutte le età. Si presta benissimo, così, come alimento chiave per favorire una bella ripartenza dopo gli stravizi delle vacanze, per tornare a regolare l’intestino dopo piadine, granite, patatine, grigliate, pizze, fritture di pesce. Ma anche per fare molto di più: lo yogurt, infatti,ha un alto potere nutritivo. Come il latte, garantisce un eccellente apporto di calcio e proteine, ma il grado di acidità elevato rende le proteine dello yogurt più digeribili rispetto a quelle del latte e facilita l’ assorbimento del calcio da parte dell’organismo.

Grazie poi ai fermenti lattici vivi, lo yogurt esercita un’ energica azione antinfettiva e antitossica, agendo contro tutti quei germi dannosi che possono provocare noiose infezioni intestinali. Se sta meglio l’intestino, sta meglio tutto l’organismo. Questo non vuol dire che si campi sicuramente cento anni come alcuni dei pastori bulgari, ma che certamente si pongono le condizioni per stare meglio. Lo confermano anche alcuni studi scientifici recenti che enfatizzano altre proprietà dello yogurt.

Una ricerca della Harvard School of Public Health di Boston, appena pubblicata dal New England Journal of Medicine, ha evidenziato come – su un campione di 120 mila persone – l’incremento di peso risultava inferiore tra i consumatori di yogurt. Un altro studio, pubblicato dall’International Journal of Cancer, condotto su più di 45 mila persone della sezione italiana del vasto studio europeo EPIC, che sono state seguite per 12 anni, ha mostrato come chi aveva i consumi di yogurt più elevati (85 g al giorno per gli uomini, 98 g per le donne) presentava un rischio di tumori del colon retto del 38% inferiore rispetto a chi non ne consumava: l’acido lattico, cambiando il pH dell’intestino, rende meno offensive le sostanze che facilitano le mutazioni, mutazioni che possono dare inizio alla cancerogenesi. Per di più l’acido lattico riduce l’infiammazione del colon che pure può avere un ruolo nella cancerogenesi.

I medici però consigliano un utilizzo sobrio e naturale di questa risorsa alimentare preziosa: meglio evitare quelli addizionati con troppe aggiunte, specie zuccherine e preferire il prodotto nella versione più naturale. Che è quasi sempre anche quella più economica.

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