3 ottobre 1990 Germania: riunificazione tedesca; la Germania Est confluisce nella Repubblica Federale

Riunificazione tedesca

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La riunificazione del 1990

Il termine Riunificazione tedesca (Deutsche Wiedervereinigung) indica il processo di riconquista dell’unità nazionale da parte della Germania, che era stata divisa in due stati dalle potenze alleate, al termine della II guerra mondiale.

La riunificazione tedesca avvenne il 3 ottobre 1990, quando i territori dell’ex Repubblica Democratica Tedesca (RDT, comunemente chiamata “Germania Est”) si costituirono in Länder accedendo quindi alla Repubblica Federale di Germania (comunemente “Germania Ovest”). Dopo le prime elezioni libere nella Germania Est, tenute il 18 marzo 1990, i negoziati tra i due Stati culminarono in un Trattato di Unificazione, mentre i negoziati tra le due Germanie e le quattro potenze occupanti produssero il cosiddetto “Trattato due più quattro“, che garantiva la piena indipendenza ad uno stato tedesco riunificato. La Germania riunificata rimase un paese membro della Comunità Europea (e poi dell’unione Europea) e della NATO. Il termine “riunificazione” viene usato in contrasto con l’iniziale unificazione della Germania nel 1871.

Antefatti

Dopo la fine della II guerra mondiale in Europa, la Germania era stata divisa in quattro zone di occupazione. La vecchia capitale Berlino, in quanto sede del Consiglio di Controllo Alleato, venne essa stessa suddivisa in quattro zone di occupazione. Benché l’intento delle quattro potenze occupanti fosse di governare assieme una Germania con i confini del 1947, l’avvento delle tensioni della Guerra Fredda fece sì che le zone francese, britannica e statunitense formassero nel 1949 la Repubblica Federale tedesca (e Berlino Ovest), escludendo la zona di occupazione russa che divenne nello stesso anno la Repubblica Democratica tedesca (comprendente Berlino Est). Oltre a ciò diverse parti dell’ex Reich tedesco vennero annesse alla Polonia e all’Unione Sovietica.

La Germania occupata nel 1945

Sia la RFT che la RDT avanzarono pretese di essere il legittimo successore legale dello stato tedesco del 1945. Comunque la RDT cambiò in seguito la sua posizione, dichiarando che la Germania aveva cessato di esistere nel 1945, e che sia la RFT che la RDT erano due stati di nuova fondazione.

La prima proposta per la riunificazione della Germania venne avanzata da Josif Stalin nel 1952, con termini simili a quelli in seguito adottati per l’Austria (si veda Trattato dello stato austriaco). Essa proponeva la creazione di una Germania neutrale, con un confine orientale posto lungo la Linea Oder-Neisse e la rimozione di tutte le truppe alleate nel giro di un anno. Il governo tedesco occidentale del cancelliere Konrad Adenauer favoriva una maggiore integrazione con l’Europa Occidentale e chiese che la riunificazione fosse negoziata con la condizione che si svolgessero in tutta la Germania delle elezioni sotto osservazione internazionale. Questa condizione venne respinta dai sovietici. Un’altra proposta di Stalin prevedeva la riunificazione della Germania con i confini del 31 dicembre 1937, a condizione che aderisse al Patto di Varsavia.

Vi è da notare che Konrad Adenauer era Renano, e che la Renania da secoli era in aperto conflitto con la Prussia, talché nel corso della storia dell’Impero Germanico il motto dei Renani era sempre stato “Weg von Berlin” (via da Berlino). Fu così che la famosa frase pronunciata da Adenauer di fronte alla posizione sovietica: “Meglio mezza Germania tutta che tutta la Germania a metà” non accelerò, anzi rallentò la riunificazione tedesca, facendone una questione internazionale anziché una questione interna.

L’unico serio tentativo di superare e risolvere il problema della riunificazione tedesca (Deutsche Wiedervereinigung) in occasione del Vertice di Ginevra nel luglio del 1955, presenti Nikolaj Aleksandrovič Bulganin, Dwight David Eisenhower, Pierre Mendès-France ed Anthony Eden. Nella dichiarazione finale si diceva espressamente:

I Capi di Governo della Francia, del Regno Unito, dell’Unione Sovietica e degli Stati Uniti, riconoscendo la loro comune responsabilità per la sistemazione della questione tedesca e la riunificazione della Germania, hanno concordato che la sistemazione della questione tedesca e riunificazione della Germania, a mezzo di libere elezioni, dovranno essere attuate in conformità agli interessi nazionali del popolo tedesco.

Solo tre mesi dopo, nell’ottobre del 1955, alla Conferenza dei Ministri degli Esteri che doveva rendere operativa la dichiarazione, Vyacheslav Molotov si rimangiò gli impegni presi dal suo paese, frustrando ogni ulteriore tentativo di soluzione negoziale della questione.

A partire dal 1949, la Repubblica Federale di Germania si sviluppò in una nazione capitalista occidentale con una “economia di mercato sociale” e un governo parlamentare democratico. Una prolungata crescita economica iniziata negli anni ’50 diede vita a 30 anni di “miracolo economico” (Wirtschaftswunder). Oltre confine, la Repubblica Democratica Tedesca instaurò un governo autoritario con una economia pianificata in stile sovietico. La RDT divenne la nazione più ricca e più avanzata del blocco sovietico, ma molti dei suoi cittadini continuarono a guardare a ovest per le libertà politiche e la prosperità economica. La fuga di un numero crescente di tedeschi dell’est nelle nazioni non comuniste, attraverso Berlino Ovest, portò la Germania Est, nel 1961, a erigere il Sistema di confine della RDT (del quale faceva parte il Muro di Berlino) per prevenire qualsiasi ulteriore esodo, anche se tuttavia le fughe continuarono.

Il governo della Germania Ovest e i suoi alleati della NATO inizialmente non riconobbero la RDT o la Repubblica Popolare di Polonia, per via della Dottrina Hallstein. Le relazioni tra le due Germanie rimasero fredde fino a quando, negli anni ’70, il cancelliere della Germania Ovest Willy Brandt lanciò un riavvicinamento altamente controverso con la Germania Est (la cosiddetta Ostpolitik).

La fine della divisione

Il patto di unificazione

Berlino, 3 ottobre 1990: Fuochi d’artificio e festeggiamenti di fronte alla Porta di Brandeburgo per la riunificazione

Alla metà degli anni ottanta, la prospettiva di una riunificazione della Germania era considerata sia ad est che ad ovest come una speranza lontana, irraggiungibile finché i governi comunisti governavano l’est europeo. La speranza di una riunificazione entrò nel regno delle possibilità politiche grazie ai cambiamenti interni all’Unione Sovietica. L’avvento del leader riformista Mikhail Gorbachev nel 1985 causò infatti un’ondata di riforme che si propagò in tutto il blocco orientale, rappresentando un’opportunità per il cambiamento nella RDT.

Nell’agosto del 1989, l’Ungheria rimosse le restrizioni ai confini con l’Austria e in settembre più di 13.000 tedeschi orientali fuggirono ad ovest attraverso l’Ungheria. Le manifestazioni di massa conto il regime comunista tedesco iniziarono nel tardo 1989, principalmente con le “Dimostrazioni del Lunedì” a Lipsia. A fronte dello scontento popolare il leader tedesco dell’est Erich Honecker fu forzato a dimettersi il 18 ottobre 1989. Ulteriori dimissioni seguirono il 7 novembre quando l’intero gabinetto della Germania Est si dimise.

Le restrizioni ai movimenti per i tedeschi dell’est furono conseguentente rimosse dal nuovo governo il 9 novembre 1989 e moltissime persone andarono immediatamente al Muro dove le guardie di confine aprirono i punti di accesso permettendo loro di passare. Molti tedeschi di entrambe le parti iniziarono ad abbattere sezioni del muro stesso, dando conclusione ad una delle storie più durature del XX secolo.

Il 18 marzo 1990 furono tenute le prime e uniche libere elezioni della storia della Repubblica Democratica Tedesca; esse produssero un governo il cui principale mandato era quello di negoziare la fine stessa dello stato che rappresentavano. Come un ideologo della Germania Orientale fece notare nel 1989, “La Polonia può rimanere Polonia se il regime comunista cade, ma senza comunismo la Germania Est non ha ragione di esistere”.

Sotto la guida del primo ministro Lothar de Maizière, la Germania Est negoziò con la Germania Ovest, il Regno Unito, la Francia, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica le condizioni per una riunificazione tedesca. Nonostante fosse disponibile a riconsiderare la sua iniziale opposizione alla riunificazione, l’Unione Sovietica non voleva che la Germania Est fosse assorbita nell’alleanza NATO. Comunque fu raggiunto un accordo che permise alla Germania di rimanere parte della NATO a condizione che truppe NATO non fossero stanziate nei territori della ex Germania Orientale.

 

Parallelamente ai negoziati multilaterali, negoziati bilaterali furono tenuti tra i governi tedeschi dell’Est e dell’Ovest, i quali il 18 maggio firmarono un accordo per un passo intermedio: un’unione sociale, economica e delle due monete, che entrò in vigore il 1º luglio. Il 23 agosto il parlamento della Germania Orientale (Volkskammer) approvò la proposta di accessione alla RFT. Il patto di unificazione (“Einigungsvertrag”) tedesco fu firmato il 31 agosto 1990 dai rappresentanti di RDT e RFT. Il 12 settembre 1990 il “Trattato sullo stato finale della Germania” (definito accordo due più quattro) fu firmato e stabilì ufficialmente la ristabilita piena sovranità di entrambi gli stati tedeschi.

Riunificazione

La Germania fu ufficialmente riunificata il 3 ottobre 1990 (questa è la data designata per il Giorno della riunificazione), quando i cinque länderBrandeburgo, Meclenburgo-Pomerania Occidentale, Sassonia, Sassonia-Anhalt e Turingia – già esistenti nella Repubblica Democratica Tedesca ma aboliti e trasformati in province, si ricostituirono e aderirono formalmente alla Repubblica Federale di Germania (Germania Ovest), scegliendo tra le due opzioni di costituzione quella della Germania Ovest (Grundgesetz). Dal momento in cui i cinque nuovi länder entrarono nella Repubblica Federale, in conformità all’articolo 23 attivo in quegli anni, l’area di applicazione del Grundgesetz (Legge fondamentale, l’equivalente tedesco della Costituzione) fu semplicemente ampliata includendoli. L’alternativa sarebbe stata di aderire all’unione formalmente, in vista della scrittura di una nuova costituzione per le Germania unificata. Delle due scelte quella adottata fu obiettivamente la più semplice, ma fu causa del diffuso sentimento, da parte dei tedeschi dell’est, di essere stati occupati o annessi alla vecchia repubblica federale.

Per facilitare il processo di riunificazione ed assicurare gli altri paesi, la RFT approvò alcune modifiche alla sua costituzione. L’Articolo 146 fu emendato in modo che l’Articolo 23 del documento attuale fosse utilizzabile per la riunificazione. Poi, una volta che i ristabiliti länder dell’Est si unirono alla Repubblica Federale, la costituzione fu emendata nuovamente indicando che non ci sono altre parti della Germania, esistenti al di fuori dei territori unificati, che non avevano ancora acceduto alla federazione. Comunque, la costituzione può essere emendata ancora e questo continua a permettere l’adozione di un’altra costituzione del popolo tedesco in futuro.

Il 14 novembre 1990, il Governo tedesco firmò un trattato con la Polonia fissando i confini permanenti tra i due stati sulla linea Oder-Neisse, e quindi rinunciando a qualsiasi rivendicazione su Slesia, Pomerania Orientale, Danzica e Prussia Orientale. Il mese successivo si tennero le prime elezioni libere di tutto il popolo tedesco a partire dal 1933. Esse risultarono in un incremento della maggioranza della coalizione di governo del Cancelliere Helmut Kohl.

Effetti della riunificazione

I costi della riunificazione sono stati un grosso fardello per l’economia tedesca, ed hanno contribuito ad una più lenta crescita economica negli anni recenti. Il costo della riunificazione è stato stimato intorno ai 1.500 miliardi di Euro (secondo Freie Universität Berlin). Questa cifra è più grande del debito nazionale dello stato tedesco. La prima causa di tale spesa fu la debolezza dell’economia della Germania Orientale, specialmente a confronto di quella della Germania Occidentale, combinata con la decisione, motivata politicamente, di fissare il tasso di conversione alla pari tra Marco della Germania Orientale e Marco tedesco. Questa decisione, che non aveva una giustificazione nella realtà economica, risultò in un’improvvisa perdita di competività delle industrie tedesche orientali, che le fece collassare in breve tempo. A tutt’oggi uno speciale trasferimento di 100 miliardi di Euro ogni anno viene dato ai territori dell’ex-Germania Est per la “ricostruzione”.

Fornire beni e servizi alla Germania Orientale ha posto sotto notevole sforzo le risorse della Germania Occidentale. Le industrie in perdita, precedentemente supportate dal governo tedesco orientale, sono state privatizzate.

Come conseguenza della riunificazione, la maggior parte della ex-RDT ha subito una de-industrializzazione, che ha causato un tasso di disoccupazione di circa il 20%. Da allora centinaia di migliaia di tedeschi orientali hanno continuato a migrare verso l’ovest per trovare lavoro. Ciò risultò in una significativa riduzione della popolazione nei Länder orientali, specialmente per quanto riguarda i professionisti altamente qualificati.

Voci correlate

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