Fumo, sono 40 le malattie associate alle sigarette

Sono ben 40 le malattie che i ricercatori hanno ormai collegato al fumo di sigaretta. Non solo i tumori, come quello al polmone o alla laringe, ma anche problemi cardiovascolari. Ora la lista ha raggiunto quaranta diverse malattie riconducibili al tabagismo.

Fumo

Tumore ai polmoni ma anche ictus e infarti, ma la lista delle patologie legate al consumo di sigarette e in continuo aumento. Lo ha detto un gruppo di ricerca che ha pubblicato una nuova ricerca sulla rivista scientifica Surgeon General,  nel suo annuale aggiornamento al primo rapporto sul fumo.

Oltre al cancro ai polmoni, la disfunzione erettile, le malattie respiratorie e simili, ora si sa che anche l’artrite reumatoide, il glaucoma, il tumore al colon e al fegato, il diabete e persino la frattura dell’anca sono collegate al vizio del tabagismo.

L’inquietante ricerca della sanità americana si sofferma anche sul costo per lo Stato del vizio di fumare: ogni anno, il governo Usa spende l’astronomica cifra di 289 miliardi di dollari per contrastare i danni delle sigarette. Danni che non riguardano solo chi fuma, ma anche coloro che sono costretti al fumo passivo, anche noto come fumo di seconda mano, per i quali vi è una crescita dal 20 al 30 per cento dei rischi di infarto e di ictus.

Nonostante questo, ogni giorno circa 3.200 persone, per lo più giovanissimi, iniziano a fumare, dando spesso vita ad una dipendenza nociva per sé e per il prossimo

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Quali sono gli effetti del fumo passivo?

È ormai stato ampiamente dimostrato che i danni del fumo si estendono anche a chi, per il fatto di vivere o lavorare insieme a uno o più fumatori, è stato costretto a respirare per anni sia il fumo emesso dal fumatore dopo che lo ha inalato (mainstream smoke), sia quello liberato direttamente dalla combustione della sigaretta (sidestream smoke). Ormai ci sono prove inequivocabili che il fumo passivo è responsabile di almeno una quota dei tumori al polmone nei non fumatori, oltre che di malattie cardiache, asma e altri disturbi meno gravi. È stato infatti calcolato che aver respirato il fumo altrui aumenta di circa il 25 per cento il rischio di tumore al polmone e di malattie al cuore di un non fumatore. Ci sono poi indicazioni, ancora da dimostrare definitivamente, che tale esposizione possa favorire anche lo sviluppo di tumori al seno e un andamento più sfavorevole della malattia.

Uno studio pubblicato sull’autorevole rivista Lancet, a opera di esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha calcolato che al fumo passivo siano da attribuire complessivamente 600.000 morti l’anno, 165.000 dei quali sono i bambini che vivono in casa con un fumatore.

I danni del fumo passivo sono infatti particolarmente gravi nei più piccoli, il cui organismo è ancora in fase di sviluppo. I neonati esposti al fumo sono più soggetti alla SIDS (sudden infant death syndrome), la cosiddetta “morte in culla” nel primo anno di vita; anche passato questo pericolo, i bambini che vivono con fumatori restano più vulnerabili nei confronti delle infezioni polmonari.

Sulla base di queste prove scientifiche molti Paesi hanno adottato normative severe relative al fumo nei luoghi pubblici e sui posti di lavoro, che in alcuni casi si estendono anche a spazi all’aperto, per esempio i campi gioco dei bambini. Molti obiettano che non ha senso preoccuparsi del fumo passivo, quando viviamo in città tanto inquinate. Ferma restando l’assoluta necessità di intervenire sulla qualità dell’aria, è anche vero che, a parità di esposizione ad altre sostanze, è sempre il fumo a fare la differenza. Numerose ricerche scientifiche pubblicate negli ultimi 20 anni hanno inoltre dimostrato che l’inquinamento indoor, cioè negli ambienti chiusi come case, uffici, bar, è molto più pericoloso di quello all’aperto. Ciò perché si trascorre in genere molto più tempo all’interno che all’aria aperta e perché, date le piccole dimensioni degli spazi chiusi, la presenza di fonti di inquinamento interne, di cui il fumo di sigaretta è la fonte principale, porta le concentrazioni di gas e polveri a livelli molto più alti.

Si parla infine anche di fumo di “terza mano”: è il possibile effetto tossico delle sostanze liberate dalla combustione del tabacco e che possono impregnare con il loro odore gli ambienti, in particolare i tessuti dei capi di abbigliamento o quelli di arredamento, come tende, tappeti, copriletti o poltrone e divani. A tutt’oggi non ci sono prove dell’effetto cancerogeno di queste tossine, altrettanto convincenti di quelle riguardanti il fumo di “seconda mano”, cioè inalato involontariamente da un non fumatore in presenza di chi fuma. Molti ricercatori tuttavia stanno indagando anche in questa direzione.

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Rivoluzione in Australia, da dicembre niente loghi e colori distintivi per le sigarette

Nuova legge per disincentivare il fumo. I pacchetti saranno venduti in confezioni anonime di colore olivastro. Soddisfatta l’organizzazione mondiale della sanità: “Decisione storica”

 

FOTO ANSA
 

16:21 – Da dicembre in Australia sarà proibito per i produttori di tabacco utilizzare pacchetti con loghi e colori distintivi. L’entrata in vigore di quella che è stata definita la più dura legge contro il fumo arriva dopo che la High Court australiana ha rigettato il ricorso di quattro imprese produttrici di tabacco che avevano contestato la nuova norma sostenendo che viola i diritti di proprietà intellettuale e svaluta i loro marchi.

Via libera, dunque, dall’Alta corte australiana alla legge che stabilisce che dal primo dicembre i pacchetti di sigarette e sigari siano venduti in Australia in confezioni anonime di colore olivastro.

Il supremo tribunale, presso il quale avevano presentato ricorso British American Tobacco, Philip Morris, Imperial Tobacco e Japan Tobacco, ha infatti sentenziato a maggioranza – come si legge in un breve comunicato – che la legge non è contraria alla Costituzione. 

Non solo i pacchetti saranno tutti uguali, ma dovranno recare anche avvertenze sui danni del fumo. 

La pronuncia dell’Alta corte era attesa anche in altri paesi come Gran Bretagna, Norvegia, Nuova Zelanda, Canada e India che stanno pensando a legiferare in quel senso per scoraggiare il vizio del fumo. 

“Il messaggio al resto del mondo – è il commento della ministra della Giustizia australiana Nicola Roxon, il cui padre, fumatore, morì di cancro quando lei aveva dieci anni – è che l’industria del tabacco puo’ essere sfidata e battuta”. 

“Resta una cattiva legge che andrà a beneficio solo del crimine organizzato che vende tabacco illegale per le strade”, è stata invece la reazione di un portavoce della British American Tobacco. 

Oms: “Decisione storica”
L’Organizzazione mondiale della sanitaà ha definito “storica” la decisione della giustizia australiana. “Con la vittoria australiana, la salute pubblica entra in un nuovo mondo coraggioso per il controllo del tabagismo”, ha commentato la direttrice dell’Oms, Margaret Chan, in un comunicato, ricordando che la norma australiana è in accordo con la convenzione per il controllo del tabacco dell’Oms entrata in vigore nel 2005, di cui fanno parte 170 Paesi.

Secondo l’Oms, il fumo uccide sei milioni di persone all’anno e se non si interviene la cifra salirà a otto milioni entro il 2030.

Ti sei ammalato ? E’ colpa tua ! I nuovi orizzonti della Big Pharma.

Buongiorno dottore , allora come vado ?  
 Non va tanto bene sig. Rossi , c’è un inizio di cirrosi; lei beve ?
No dottore, sono astemio !
Ah, poi la situazione respiratoria non è affatto buona . Lei fuma ?
Mai fumato una sigaretta in vita mia !
Ah, ha anche il colesterolo molto elevato , forse mangia troppi grassi.
Mah, lei cosa dice dottore ? Sono alto 1.78 e peso 70 Kg !
Vede dottore , il problema è che 15 anni fa mi hanno sbagliato una trasfusione e mi hanno fatto venire l’epatite C.  I polmoni forse non stanno tanto bene perché di mestiere faccio il vigile urbano. Mentre sul colesterolo , sa , ho letto qualcosa su internet , dove si  diceva che il colesterolo aumenta perché viene prodotto dal fegato quando ci sono microlesioni alle arterie prodotte da una carenza cronica di vitamina c a scopo riparativo. Mi sembra che l’autore fosse un certo Rath. Ed in effetti , l’altro giorno sono andato in Cardiologia a trovare un mio amico e , devo dire , mi sembrava che i pazienti fossero  tutti magri !
E adesso che mi dice dottore ?  Ha ancora qualche colpa da imputarmi ?
Proprio cosi’ . Dovrebbe essere abbastanza evidente. Ormai , in Medicina si cerca sempre di dare la colpa al paziente su tutto .  Nella nostra vita siamo bersagliati da additivi e sostanze tossiche negli alimenti, ormoni e antibiotici nella dieta , OGM, aspartame , metalli pesanti di ogni genere : piombo, alluminio, mercurio. E ancora nanoparticelle , onde elettromagnetiche, scie chimiche. Forse in qualcuna di queste possiamo fare qualcosa , ma nella maggior parte dei casi siamo completamente in balia dei veleni . Ma siccome la colpa di queste va data alle lobby alimentari , farmaceutiche, petrolifere o ai banchieri internazionali o ai governi, è molto più semplice dare la colpa ai singoli individui .

E allora vai : il fumo fa venire il cancro , scritto sulle sigarette. Bere fa male , scritto sui tabelloni nelle strade . Bevi un bicchiere di vino e ti ritirano la patente . Una specie di guerra , anche mediatica , contro gli untori , responsabili di tutti i mali dell’umanità . E se non fumi , potrebbe fumare tua moglie e ti fa ancora più male (meccanismo divide et impera delle multinazionali!).
Quanto incidono alcool e tabacco rispetto a tutto il resto ?  Assolutamente poco : la maggior parte dei casi di cirrosi epatica e di cancro del fegato  è dovuta all’epatite C che uccide più dell’alcool . Mentre se tu fumi  tre pacchetti al giorno e ti viene un cancro al polmone sono probabilmente le sigarette . Ma se il pacchetto è “solo” uno al giorno, potrebbe essere più facilmente qualcos’altro . Questo non significa che le sigarette non facciano male , ma che di cose che facciano male ce ne sono tante , …troppe!
Di cancro muore un terzo della popolazione e nel 90 % dei casi la colpa non è tua!
E se poi escludiamo fegato e polmoni ; alcool e tabacco nelle patologie degli altri organi hanno un incidenza piuttosto scarsa rispetto a tutto il resto .
Allora la Big Pharma ha pensato bene di allargare anche un po’ gli orizzonti delle colpe da dare alla gente : stare troppe ore fermi senza fare attività fisica favorisce il cancro del colon ; e aggiungono  che , dopo essere stati 8 ore seduti , potrebbe non essere nemmeno sufficiente un ora di jogging ; cioè , in pratica , anche sul lavoro dovresti ogni tanto gironzolare un po’ per l’ufficio e rompere le scatole ai colleghi.
All’alimentazione bisogna stare attenti ! La carne fa male . Peccato che nel passato ci sono state antiche tribu’ che vivevano di caccia e a nessuno veniva né il cancro né le malattie cardiovascolari : la carne fa male adesso , che è piena di ormoni e antibiotici somministrati negli allevamenti intensivi!
Stesso discorso per altri alimenti . Ma qualcosa dovremmo pur mangiare !
Dare la colpa a se stessi per i malanni fa parte della nostra cultura , che le multinazionali ci hanno sagacemente inculcato , a partire dall’infanzia , quando la mamma ci diceva di metterci il golfino che altrimenti ci veniva l’influenza .  Nella mia esperienza posso dire che i luoghi dove è più facile beccarsi l’influenza sono i locali pubblici chiusi dove d’inverno ci sono 25° (e se in tutti i locali e le abitazioni d’inverno ci sono 25° vuol dire che probabilmente questo serve a qualcuno!).
E come s’incolpano i bambini , s’incolpano i vecchi , che non hanno preso i medicinali prescritti dal medico.
E , seppur disdicevoli , anche sugli episodi di bambini dimenticati nelle auto , ci sarebbe da obiettare , visto che quando leggi : intossicazioni da mercurio (nei vaccini), alluminio (nelle scie chimiche), nanoparticelle (scie chimiche e altro ) , leggi sempre : turbe della concentrazione, turbe della memoria, morbo di Alzheimer precoce !  E una volta i bambini nelle auto non se dimenticava nessuno !
 Care mogli , non date la colpa ai mariti;  cari mariti , non date la colpa alle mogli ; cari genitori , non date la colpa ai figli . Figli, non date la colpa ai genitori !  Impariamo a dare la colpa a chi ce l’ha . Capisco che è più difficile , ma , forse , è più utile !



fonte: farmacolobby.org

Smettere di fumare con i rimedi naturali di fitoterapia e omeopatia

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Non è facile prendere la decisione di smettere di fumare, la strada da percorrere può essere difficile, ma chi ha deciso di dire addio alle sigarette, in genere, è convinto, è una svolta decisiva per salvaguardare la nostra salute. Quando si decide di dare un taglio netto è importante che si ricorra a delle strategie che aiutano a non tornare sui propri passsi, soprattutto nei momenti in cui la mancanza di nicotina si farà più sentire, ad esempio svolgere un’attività fisica, bere molte tisane, iscriversi ad un corso di yoga.

La crisi di astinenza, in effetti, è la parte più difficile da superare, cancellare i gesti ripetuti per anni e diventati parte integrante della nostra vita quotidiana, chiede molto impegno. Alcuni fumano perchè è di moda, perchè non fa ingrassare o, semplicemente, perchè piace. In altri casi si ricerca il piacere, uno stimolo a concentrarsi, a volte ci si nasconde dietro una sigaretta, si supera un momento di imbarazzo. I sintomi da astinenza possono essere più o meno forti, vuoto o senso di inadeguatezza o fame nervosa.

 

FITOTERAPIA
Si basa sui principi della medicina classica e, utilizzando al posto dei farmaci sintetici prodotti di derivazione naturale, propone una serie di rimedi per agire sui vari sintomi, vediamo quelli più utili:
Avena sativa: aiuta nella disintossicazione dal fumo, svolge un’azione antidepressiva e sedativa (50 gocce per 3 volte al giorno, in poca acqua prima dei pasti)
Plantago major: contribuisce a liberarsi dalla dipendenza da nicotina. Si spennella sulle gengive o si prendono 6-7 gocce per 5-6 volte al giorno in poca acqua.
Tiglio, valeriana e verbena: utilizzati in infuso favoriscono il sonno e contrastano gli attacchi di ansia.
Carciofo, bardana, tarassaco e fumaria: utilizzati facendone un decotto depurano l’organismo, disintossicano fegato, reni e pancreas e tolgono il desiderio di fumare.
Radice di liquirizia: un pezzetto tenuto in bocca ricorda la gestualità della sigaretta e fa calare la voglia di nicotina.
Radice di genziana o ginseng: in tisana per superare le crisi e ridurre la fame.

OMEOPATIA
Può essere di aiuto per chi vuole smettere di fumare, perchè interviene sui sintomi dell’astinenza in maniera dolce senza effetti collaterali. Ecco i principali rimedi omeopatici ai quali si può far ricorso:
Ignatia 0/30 LM: se ne prendono 5 granuli tutte le mattine fino a quando non scompare il desiderio di fumare.
Nux vomica: per il nervosismo e per la tendenza a compensare lo stimolo alla nicotina con altre sostanze, come caffeina o alcol.
Tabacum: è indicata per il senso di nausea, i crampi allo stomaco e le vertigini.
Gelsemium: si usa per combattere tremori, ansia e disturbi del sonno.
Caladium: rende sgradevole il sapore della sigaretta, creando repulsione.

Photo credit: mag3737 su Flickr

BRASILE Anti-tabacco nel paese sollecita regolamentazione


Anche se il paese ha forti restrizioni nei confronti tabacco da fiuto, anche se la sua implementazione non è possibile per mancanza di un regolamento. Nel frattempo, lo Stato spende milioni di dollari a servire salvadoregni affetti da malattie legate al fumo.

 

Dr. Mario Meléndez, allenatore della Pan American Health Organization (OPS) in El Salvador, si lamenta che nel nostro paese, pur avendo una severa legge contro il tabacco da fiuto, non ancora redatto il regolamento per la sua applicazione, che consente una impatto reale nella lotta contro il fumo e tutti gli effetti negativi sulla salute causa.

Melendez ha detto che il divieto di fumo passata nel giugno 2011 soddisfa tutti gli standard internazionali stabiliti dalla Convenzione quadro contro il tabacco da fiuto firmato nel 2003 da 193 paesi, con l’eccezione di El Salvador.

“Nonostante non aver firmato l’accordo che abbiamo una legge ottima, ma anche bisogno di stabilire questo impegno internazionale,” ha detto.

Ha spiegato che la legislazione non sortito gli effetti desiderati sul paese e che si nota quando, per esempio, le sigarette sono ancora venduti per unità in ceste e bancarelle, rendendo più facile per i minori di acquisire l’abitudine da secoli giovane come 10 anni.

“Nella riduzione di spazi senza fumo è avanzata. Finora hanno visitato più di 150 ristoranti e compatibili “, ha detto.

Punti vitali

Melendez ha spiegato che tra i punti principali della legge contro il tabacco da fiuto è quello di regolare e stabilire senza fumo, fare la differenza tra gli spazi adeguati per i fumatori e non fumatori e per limitare sempre più spazio per i consumatori di sigarette un minor numero di persone che intendono smettere di fumare Non ingoiare il fumo involontariamente e soffrono di malattie causate da inquinamento da fiuto.

Globalmente si calcola che ogni anno circa 6 milioni di persone per malattie causate dal tabacco, ma 600 000 di loro non hanno mai usato la droga.

La legge approvata in El Salvador regola anche la pubblicità, promozione e sponsorizzazione di attività che promuovono il fumo per evitare che più persone, soprattutto bambini piccoli, sono envicien, ma questo continua.

Gli sforzi stanno andando in molte direzioni. Il più visibile è nelle confezioni a partire dal prossimo mese di agosto, le compagnie del tabacco che distribuiscono le sigarette nel Paese sarà richiesto di stabilire le due facce principali delle immagini potente pacchetto di alcune delle malattie causate dal fumo.

50% di quello spazio sarà utilizzato per nuovi fumatori più consapevolmente analizzare i risultati della loro decisione ci sono più di 50 tipi di tumori che sono collegati al fumo, dicono gli esperti.

Melendez ha detto che attualmente inclusa nella confezione leggenda: “Il fumo è dannoso per la salute”, che è insufficiente. Da agosto le confezioni avranno la didascalia e la foto dice: “Questo prodotto contiene MATA nicotina, catrame e monossido di carbonio, per ottenere aiuto 2528-9700, FOSALUD o MINSAL al 2581-1987.

L’intenzione è quella di “smettere di chiarire ulteriormente i rischi connessi all’utilizzo di tabacco”, ha detto il rappresentante della OPS.

Un altro fronte sul controllo del tabacco è quello di rendere più costoso il prodotto, aumentando le imposte sulle società del tabacco. Nel caso di El Salvador, la legge ha istituito una tassa del 55% del valore del prodotto, ma è ancora considerato insufficiente.

Situazione salvadoregna

In una radiografia della pandemia del tabacco in El Salvador, i numeri sono allarmanti.

Secondo l’indagine condotta del fumo nel nostro paese nel 2009, il 33% di quelli tra i 13 ei 15 anni hanno dichiarato di aver consumato tabacco da fiuto. Di questi, il 45% lo ha fatto prima dei 10 anni.

Melendez descritto i dati come molto allarmante perché indicano che il consumo di tabacco è associato con l’età più giovane del paese. 

Secondo PAHO, 11,7% dei salvadoregni sono fumatori attivi, ma non ha statistiche sul numero di persone colpite da fumo di sigaretta.

Si presume che un fumatore spende in media mensile per le sigarette del 10% del loro bilancio familiare, che colpisce non solo la loro salute ei loro parenti, ma anche l’economia familiare.

Il fumatore, in un grado intermedio di dipendenza da nicotina possono consumare da due a cinque sigarette al giorno e per tutta la sua vita da trascorrere tra i $ 5 miliardi di $ 10 000.

Inoltre, il consumo di tabacco ridotto di circa 12 anni di vita di una persona e promuove i loro anni più tardi passerà con una malattia cronica degenerativa e abitudine al fumo.

Dettagli PAHO che i fumatori tra i 45 ei 50 anni soffrono influisce direttamente il consumo di tabacco-produttiva mezza età, e sono vittime di cancro nei polmoni, pelle, lingua, laringe, malattie respiratorie, enfisema, attacchi di cuore e cervello, tra gli altri.

La spesa per trattamento di pazienti con malattie legate al consumo di tabacco da fiuto raddoppiare il gettito fiscale dell’imposta sul tabacco. Meno del 50% dei trattamenti vengono annullati i contributi al sistema di tesoreria, il resto è coperto con fondi pubblici dalle casse dello Stato, si stima.

Opporsi tabacco

Eduardo Ortiz è un Advisor per lo sviluppo sostenibile e la salute ambientale di PAHO. Ha detto che in tutti i paesi, tra cui El Salvador, c’è grande opposizione dalle leggi antifumo del tabacco contro a causa delle perdite economiche che provocano questi.

“Nel caso di El Salvador, non producono tabacco, ma ciò non impedisce le due principali società (British American tobbaco e Philip Morris), esercitano la loro opposizione alla legge sul controllo del tabacco da fiuto”, ha detto.

Il principale “interferenza” contro il regolamento snuff esercitata dalle società sono diretti influenza politica, definire e promuovere gruppi di persone a favore dei fumatori, mascherare attività aziendali di responsabilità sociale con la sponsorizzazione di attività culturali e sportive, la presentazione di studi per tabacco da fiuto e l’asserita perdita di posti di lavoro dalla normativa di settore. “El Salvador se si mangia meno tabacco da fiuto, il paese andrà in bancarotta”, ha detto Ortiz 


Come smettere di fumare

Mario Melendez, OPS, ha detto che non è facile smettere di consumo di tabacco a causa dell’alto livello di dipendenza che crea. Anche il tabacco è usato per fermare il consumo di altre droghe come la cocaina e marijuana.

Ha spiegato che ci sono salvadoregni solo per suscitare la loro prima sigaretta, che è considerato un segno di dipendenza da nicotina produce nell’uomo.

A livello mondiale esistono trattamenti molto efficaci contro il fumo, ma anche molto costosi.

Il tasso di successo di un fumatore a livello internazionale è del 20%, vale a dire che per ogni 10 persone che cercano di uscire solo due farcela.

Melendez ha spiegato in America centrale solo El Salvador riportato buoni risultati per riabilitare i fumatori. Le percentuali di successo superiori al 30%, ha detto. Nel sistema sanitario pubblico ci sono quattro cliniche di prevenzione e cessazione di tabacco in cui i pazienti sottoposti a terapia comportamentale di smettere di usare nicotina. 

I centri si trovano in ospedale e Rosales Saldana (nei piani Renderos) a San Salvador, San Juan de Dios a Santa Ana, e Zamorán dell’unità sanitaria a San Miguel. Oltre alle cliniche dell’Istituto salvadoregno della sicurezza sociale e Fondo di solidarietà per la salute (Fosalud).

Il medico spiega che il primo passo è quello di prendere la libera decisione di non essere più un fumatore e individuare le cause e le motivazioni del perché la gente vuole smettere di fumare.

Più tardi, ha detto, il fumo ti fa vedere l’impatto economico che il vizio produce in famiglia e le principali malattie che provoca.

I pazienti ricevono sostituti delle sigarette, come cerotti o gomme alla nicotina, perché non è consigliabile di smettere improvvisamente. Anche con alcuni pazienti può essere utilizzato antidepressivi.

Nuovo trattamento

Come parte delle scoperte mediche per combattere la dipendenza al tabacco da fiuto, il gruppo Novartis ha lanciato questo mese nel paese chiamato trattamento Breezhaler Onbrize al fine di contrastare la malattia polmonare ostruttiva cronica (BPCO), una delle principali malattie causate da l’esposizione al tabacco da fiuto o di consumo.

Il trattamento migliora in modo significativo il flusso d’aria e riduce la sofferenza di altre malattie come bronchite ed enfisema polmonare.

L’arrivo della procedura medica paese rappresenta un passo avanti nella lotta contro le malattie causate dal consumo di tabacco, ma il problema può risiedere con il costo elevato del trattamento.

I funzionari della sanità raccomanda che il modo più efficace per combattere il tabacco è la prevenzione, così chiamano i fumatori a smettere e quelli che hanno solo interesse, anche per provare.

 

Ecco alcune immagini che avviseranno sul consumo del tabacco da fiuto dal mese di agosto i pacchetti di sigarette vendute nel nostro paese:

 

 

 

 http://www.lapagina.com.sv/nacionales/67488/2012/06/08/Lucha-contra-el-tabaco-en-el-pais-urge-de-reglamento

Il fumo? Una malattia come le altre

A Milano si spiegano ai futuri medici i danni da fumo e i modi
per smettere, ma anche come e quando parlare con i pazienti

MILANO – Il concetto di partenza è semplice: il fumo di sigaretta è una malattia, di cui soffrono milioni di italiani. Ecco perché è importante che tutti i medici, specie quelli di famiglia e gli odontoiatri che hanno un rapporto costante con le persone, facciano la loro parte per curare la dipendenza dal tabacco, trattandola come una patologia al pari delle altre. E’ su queste basi che si è tenuto nei giorni scorsi all’Ospedale San Paolo di Milano un corso elettivo universitario su questo argomento, rivolto agli studenti della Facoltà di Laurea in Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria. «A quanto ci risulta è il primo ciclo di lezioni nel suo genere e visto il successo vogliamo renderlo un appuntamento fisso ogni anno» spiega Stefano Centanni, direttore della Pneumologia al San Paolo e organizzatore del corso a numero chiuso che fornisce dei crediti formativi necessari nell’iter universitario per poter giungere alla laurea.

 

QUELLO CHE I FUTURI MEDICI, DEVONO SAPERE – Tutti gli studenti che un giorno saranno odontoiatri e medici, di base o specializzati nelle varie discipline mediche o chirurgiche, imparano che il fumo è un fattore di rischio per molti tumori e malattie cardiocircolatorie (come infarti o ischemie), respiratorie (bronco-pneumopatie croniche ostruttive, Bpco) o neurologiche (ictus). «Manca però nel loro ciclo di studi – dice Centanni – un approfondimento sul tabagismo e su come affrontarlo. Devono avere maggiori informazioni sui danni da fumo, sulle tecniche di disassuefazione, sui profili psicologici dei fumatori, sui costi del tabacco per la società e per il Servizio sanitario. Infine, c’è la questione etica: è corretto che un medico fumi? Quanto può poi essere credibile quello che dice?». Tutti i medici, insomma, dovrebbero sapere cosa possono fare loro in prima persona e come per incentivare lo stop al tabacco.

FUMO, QUANTO CI COSTI. IN MORTI E DENARO – I numeri non lasciano scampo. Il fumo è causa di 70mila (il 15 per cento) dei 560mila decessi registrati ogni anno in Italia: 40mila per neoplasia polmonare e Bpco, 10mila per altri tumori legati al tabacco; 15-20mila per malattie cardiovascolari e 5mila per altre malattie. In Italia, l’85-90 per cento dei tumori polmonari è attribuibile al fumo come il 75-90 per cento dei tumori di cavo orale, faringe, laringe ed esofago (in cui gioca un grande ruolo anche la combinazione con consumi elevati di alcol. Inoltre, una valutazione economica condotta secondo la prospettiva del Servizio sanitario Nazionale (Ssn) ha stimato l’impatto economico del fumo di tabacco nel 2005 prendendo a riferimento: i ricoveri ordinari e in day hospital attribuibili a patologie correlate al tabacco; i costi di trattamento ambulatoriale e quelli farmaceutici. Il risultato? Il Ssn ha speso in quell’anno 4 miliardi 217milioni di euro, principalmente per l’ospedalizzazione di malati con patologie fumo-correlate: cardiovascolari (51 per cento del costo totale) e, in particolare, le cardiopatie ischemiche che determinano un terzo dell’impatto economico sul Ssn; neoplasie (30 per cento), soprattutto del polmone (10 per cento); Bpco (11 per cento).

I MOLTI MODI PER SMETTERE – «La dipendenza da nicotina, al pari delle altre droghe, va considerata come una patologia cronica recidivante di cui soffre in modo moderato o grave circa un fumatore su cinque – prosegue Roberto Boffi, responsabile del Centro antifumo dell’Istituto nazionale tumori di Milano -. E’ possibile diagnosticare la dipendenza fisica da tabacco tramite appositi test per aiutare quei fumatori che sono incapaci di smettere, anche quando siano motivati a farlo dalla consapevolezza dei danni provocati da fumo. Soprattutto, è importante che i fumatori siano aiutati dire basta, consigliati sul mezzo migliore per ciascuno fra i tanti disponibili. Farcela da soli è difficile». E le statistiche lo confermano: molti provano a smettere (nella stragrande maggioranza dei casi da soli) diverse volte e solo una parte riesce, in genere dopo molti tentativi. Meno del 5 per cento delle persone si e rivolge ai centri antifumo, sebbene il 44 per cento sia informato della loro esistenza. E meno dell’uno per cento degli ex-fumatori si è avvalso di un supporto farmacologico. «Le terapie disponibili, scientificamente approvate, sono molte – aggiunge Boffi -. Ci sono quelle farmacologiche (sostitutivi e antagonisti della nicotina, antidepressivi) e quelle psicologiche (counselling e terapia comportamentale, auto-aiuto): molti studi dimostrano che buttare il pacchetto è più semplice e più duraturo negli anni se lo si fa seguendo questi metodi».

L’AIUTO GIUSTO AL MOMENTO GIUSTO – Cosa possiamo fare noi per aiutare le persone a smettere? E’ questa la domanda più pratica che arriva dagli studenti. E la prima risposta degli esperti è facile e concreta: qualsiasi medico, specie quello di famiglia (che conosce meglio il paziente) o il dentista (spesso di fiducia), può far riflettere il suo assistito sui danni del tabacco, anche solo chiedendogli se fuma o se ha mai pensato di smettere. «Bisognerebbe essere esperti per motivare qualcuno a dire basta – spiega Egidio Moja, professore di Psicologia generale presso la Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Milano e primario di Psicologia al San Paolo -. Bisogna innanzitutto capire in quale “fase” in fumatore si trova: se neppure valuta l’ipotesi di smettere o se chiede aiuto per farlo perché è motivato e ha capito che corre dei rischi. Nel primo caso, è utile dare delle informazioni e far riflettere la persona sui danni tabacco-correlati. Nel secondo, bisogna condividere con lui i mezzi a disposizione per cessare l’abitudine al fumo, chiedergli cosa avrebbe bisogno per smettere, cosa si aspetta, capire i suoi dubbi. E se è deciso, indirizzarlo a un centro antifumo».

Vera Martinella

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