Boom tumori tiroide, inquinamento fra possibili cause Quasi triplicati in 20 anni, ma possibile diagnosi precoce

(ANSA) – ROMA, 06 DIC – I tumori della tiroide sono aumentati negli ultimi 20 anni di quasi tre volte, e fra le cause di questo vero e proprio boom ci sono anche quelle ambientali. Lo hanno affermato gli esperti dell’Associazione Italiana Tiroide (Ait) durante il loro congresso annuale in corso a Roma.

Secondo gli ultimi dati disponibili in Italia ci sono circa 14mila nuovi casi di tumori che coinvolgono la ghiandola tiroidea l’anno, di cui poco solo più di 3mila riguardano gli uomini. ”Quello della tiroide, i cui casi sono quasi triplicati in 20 anni, rappresenta il 2% di tutte le diagnosi tumorali che si fanno in Italia – ha spiegato Paolo Vitti, segretario Ait -.

L’aumento è considerevole, e dipende sia da un miglioramento delle capacità di diagnosi sia da fattori tossici ambientali, come l’esposizione a sostanze tossiche o la carenza di iodio.

Per fortuna con i mezzi attuali è possibile fare una diagnosi precoce e curare in tempo questi tumori. Non a caso anche se l’incidenza è aumentata la mortalitá è rimasta costante”.

Uno studio italiano fatto in Sicilia ha confermato che vivere in zone vulcaniche aumenta il rischio, mentre il legame tra inquinanti e questi tipi di cancro non ha ancora prove definitive. ”I rifiuti tossici sono fortemente sospettati, ma ancora non c’è una prova definitiva – afferma Vitti – anche perché mancano i registri dei tumori per poter trarre conclusioni”.

Tra le cause accertate di aumento del rischio c’è l’esposizione a radiazioni, comprese quelle derivanti da alcuni test diagnostici. ”Per alcuni esami come la Tac, un piccolo aumento c’è, e bisogna tenerne conto ad esempio se i pazienti sono bambini, ma non bisogna fare allarmismi – ha spiegato massimo Salvatori dell’universita’ Cattolica di Roma durante la sessione del congresso dedicata a questo tema -. Per un certo periodo è finita sotto accusa anche la mammografia, mentre poi è emerso che l’aumento del rischio è così piccolo che ci vogliono un miliardo di donne che fanno il test per avere 56 casi in più”. (ANSA).

Distributori carburante ‘truccati’

Distributori carburante 'truccati'







(ANSA) – FIRENZE, 8 MAR – Un distributore di carburante dove due pompe erogavano meno benzina di quanto segnalato sulla colonnina, e un altro dove le quattro pompe dedicate al carburante più costoso, ‘Energy Diesel’, distribuivano diesel normale. Sono stati scoperti nei giorni scorsi dalla guardia di finanza rispettivamente nella zona Nord e in quella Sud di Firenze. I titolari dei due esercizi sono stati denunciati per il reato di frode in commercio e gli erogatori posti sotto sequestro.

Proposte direttive europee antifumo: minori rischi per la salute, maggiore risparmio Per le malattie da tabacco si spendono ogni anno 25 miliardi di euro

sigarette ue 367Tonio Borg, commissario Ue per la Salute Fonte: ANSA

La Commissione europea propone nuove normeper contrastare il fumo di sigaretta. L’obiettivo, in cinque anni, è quello di ridurre il numero dei fumatori del 2% nei paesi della Ue. Le norme consistono nell’obbligo di introdurre un pacchetto generico, di aggiungere sul packaging messaggi e immagini sui danni alla salute provocati dal consumo di tabacco. Il 75% della superficie dovrà essere coperto da immagini shock. Saranno vietati i pacchetti da 10 sigarette, che non consentirebbero questi messaggi sgradevoli.Vietati gli additivi che danno un sapore di menta, fragola o vaniglia alle sigarette e norme più restrittive sulle sigarette elettroniche.

Tonio Borg, commissario Ue per la Salute, spiega che per le cure di malattie legate al fumo si spendono annualmente circa 25 miliardi di euro: “Ogni anno una città delle dimensioni di Francoforte o Palermo viene cancellata dalla nostra mappa”, sono troppe le morti, 700mila per malattie legate al tabacco, e ancora troppi i giovani tentati dalle bionde. “I dati parlano da soli – spiega Borg – il fumo uccide la metà dei suoi consumatori e provoca una grave dipendenza”. Il tabacco è un problema per la salute individuale e un problema per la società per i suoi costi sociali.

A questa battaglia si oppone la filiera del tabacco, le industrie sono convinte che norme di questo tipo possono dare maggior impulso a contraffazione e contrabbando, specie l’introduzione dei pacchetti generici. Già oggi il business delle sigarette illegali è stimato intorno al 3,4% (rapporto di Nomisma). Queste norme rischiano di danneggiare il settore con la perdita di 60mila posti di lavoroin Italia e 400mila in tutta Europa. Alle proteste si aggiunge la voce delle associazioni di tabaccai.
Le proposte dovranno ora passare al Parlamento Ue e ai singoli Stati membri e l’adozione potrebbe arrivare nel 2014. A quel punto la nuova legislazione entrerebbe in vigore nel 2015.

Morto l’imprenditore che aveva promesso l’assunzione di 50 giovani Corigliano aveva commosso l’Italia con un annuncio sulle pagine dei giornali

 

corigliano annuncio

 

Corigliano e l’annuncio sui giornali FOTOGALLERY Fonte: Ansa

Angelo Corigliano non ce l’ha fatta. Si è spento l’imprenditore di San Donato Milanese che solo pochi giorni fa aveva fatto clamore acquistando intere pagine dei quotidiani nazionali per lanciare la sua coraggiosa proposta. Scopertosi gravemente malato, l’imprenditore 61enne, aveva offero 50 posti di lavoro ad altrettanti giovani nella sua azienda che, nata dal nulla, conta oggi diverse filiali in tutto il mondo. Un appello toccante salutato da tutti come un gesto di grande filantropia, Un’iniziativa che voleva essere uno sprone sia per i giovani, sia per i suoi colleghi imprenditori ad avere ottimismo e voglia di rischiare in un momento di assoluta difficoltà per il Paese. L’uomo però è morto senza riuscire a portare a termine il suo progetto. Ma il nipote che ne prenderà il testimone alla guida dell’azienda ha comunque intenzione di realizzare quanto Corigliano ha scritto pubblicam

Lecco, parcheggia la Jaguar nel posto disabili. Multato, si vendica La disavventura del locale presidente Aler

posteggio disabili

parcheggio disabili 213 Fonte: Ansa

Ha parcheggiato la sua macchinona sul parcheggio riservato ai disabili. Poi vistosi costretto a spostarla, si è vendicato. E’ successo a Leccodove i vigili urbani hanno intimato al possessore di una Jaguar di spostare la vettura perché sistemata in un parcheggio per persone disabili senza averne il diritto e poi lo hanno multato. Secondo quanto riferito dal quotidiano online “La Provincia di Lecco” l’uomo sarebbe andato su tutte le furie e avrebbe squarciato con un taglierino le gomme dell’auto del disabile. L’uomo però non si è subito accorto di essere ripreso dalle telecamere di sorveglianza e dalla gente intorno a lui. In un secondo momento però resosi probabilmente conto di quanto aveva appena fatto, forse per farsi perdonare ha fatto sostituire le due ruote rovinate e poi ha pure cercato di farsi togliere la multa dai vigili “sostenendo di aver accompagnato un parente disabile all’Aler“.
Sì perché l’uomo in questione dell’Aler è il presidente locale, Antonio Piazza, che dopo questa vicenda è stato costretto a rimettere l’incarico e a dimettersi anche dal suo partito di riferimento (Pdl) ha usato un’intervista al Corriere della Sera per chiedere scusa e per dire la sua: “Ho sbagliato, ma c’è chi ha fatto di peggio e non si è dimesso”.

Rivoluzione in Australia, da dicembre niente loghi e colori distintivi per le sigarette

Nuova legge per disincentivare il fumo. I pacchetti saranno venduti in confezioni anonime di colore olivastro. Soddisfatta l’organizzazione mondiale della sanità: “Decisione storica”

 

FOTO ANSA
 

16:21 – Da dicembre in Australia sarà proibito per i produttori di tabacco utilizzare pacchetti con loghi e colori distintivi. L’entrata in vigore di quella che è stata definita la più dura legge contro il fumo arriva dopo che la High Court australiana ha rigettato il ricorso di quattro imprese produttrici di tabacco che avevano contestato la nuova norma sostenendo che viola i diritti di proprietà intellettuale e svaluta i loro marchi.

Via libera, dunque, dall’Alta corte australiana alla legge che stabilisce che dal primo dicembre i pacchetti di sigarette e sigari siano venduti in Australia in confezioni anonime di colore olivastro.

Il supremo tribunale, presso il quale avevano presentato ricorso British American Tobacco, Philip Morris, Imperial Tobacco e Japan Tobacco, ha infatti sentenziato a maggioranza – come si legge in un breve comunicato – che la legge non è contraria alla Costituzione. 

Non solo i pacchetti saranno tutti uguali, ma dovranno recare anche avvertenze sui danni del fumo. 

La pronuncia dell’Alta corte era attesa anche in altri paesi come Gran Bretagna, Norvegia, Nuova Zelanda, Canada e India che stanno pensando a legiferare in quel senso per scoraggiare il vizio del fumo. 

“Il messaggio al resto del mondo – è il commento della ministra della Giustizia australiana Nicola Roxon, il cui padre, fumatore, morì di cancro quando lei aveva dieci anni – è che l’industria del tabacco puo’ essere sfidata e battuta”. 

“Resta una cattiva legge che andrà a beneficio solo del crimine organizzato che vende tabacco illegale per le strade”, è stata invece la reazione di un portavoce della British American Tobacco. 

Oms: “Decisione storica”
L’Organizzazione mondiale della sanitaà ha definito “storica” la decisione della giustizia australiana. “Con la vittoria australiana, la salute pubblica entra in un nuovo mondo coraggioso per il controllo del tabagismo”, ha commentato la direttrice dell’Oms, Margaret Chan, in un comunicato, ricordando che la norma australiana è in accordo con la convenzione per il controllo del tabacco dell’Oms entrata in vigore nel 2005, di cui fanno parte 170 Paesi.

Secondo l’Oms, il fumo uccide sei milioni di persone all’anno e se non si interviene la cifra salirà a otto milioni entro il 2030.

Spending review alla Rai: una forbice si aggira per viale Mazzini

Un’azienda in difficoltà, ma che continua a essere, all’occorenza, generosa e munifica. Ai nuovi vertici l’incarico di fa tornare i conti. Ma non sarà facile…

rai viale mazziniFonte: ANSA
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raiNiente canone Rai per i possessori di computer

Marcia indietro dell’ente televisivo: la tassa si paga solo per il possesso di un televisore

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gubitosiViva la Rai: Gubitosi ha il posto fisso

Per il dg 650mila euro annui e un contratto a tempo indeterminato. Ma non c’era la spending review?

Venti di austerity dicono stiano per abbattersi su una delle roccaforti dello sperpero pubblico. Segnali emblematici sono già nell’aria: il nuovo direttore generale di viale Mazzini, Luigi Gubitosi, dovrebbe rinunciare sua sponte al controverso contratto a tempo indeterminato e la presidente Anna Maria Tarantola, si è detta disponibile a ridursi il compenso. Poche settimane fa l’assemblea degli azionisti – cioè il Tesoro – aveva stabilito unariduzione del 30% dei compensi per i componenti del Cda Rai, inspiegabilmente escludendo dal provvedimento le indennità dei due nuovi vertici appena insediati.
Adesso, nell’agenda delle due neo-nomine di viale Mazzini, l’obiettivo prioritario di far tornare i conti dell’azienda.

A voler tagliare c’è solo l’imbarazzo della scelta e l’intervento dovrà essere draconiano se si vogliono curare i bilanci: a fine anno, si legge suRepubblica, è atteso un rosso tra i 60 e i 100 milioni di euro, con un indebitamento intorno ai 300 milioni e una raccolta Sipra (la concessionaria) che nei primi tre mesi del 2012, prima degli Europei, sarebbe calata del 25%.

Oltre 11mila dipendenti ne fanno la più grande azienda pubblica del Paese, il quinto gruppo televisivo del continente. E le cifre, quando si parla di Rai tendono tutte all’eccesso.

Dipendenti e organizzazione
Quindici canali, 9 testate giornalistiche, con relative direzioni. I giornalisti sono 1.650, di cui 327 con qualifica di dirigenti. Duemila circa sono i dipendenti del settore amministrativo, mentre tra operatori e montatori l’organico raggiunge le 600 unità. I quattro centri di produzione (Roma, Milano, Torino e Napoli) valgono 3.800 addetti, e l’insieme delle sedi regionali, ne portano altri 1.500. Sul libro paga inoltre figurano inoltre 160 profesisonisti che mettono a punto il trucco e la capigliatura delle star prima della messa in onda.

Compensi
Una query sul motore di ricerca, e con un clic posso conoscere gli stipendi che la Bbc eroga al proprio staff. Ma la Rai non è la Bbc e l’Italia, a differenza del Regno Unito, non ha aderito alFreedom of Information Act. Falliti anche i tentativi dall’ex ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta di portare un po’ di trasparenza, è difficile conoscere l’entità delle spese sostenute per le persone che gravitano su viale Mazzini.
Emergono le punte dell’iceberg, i capricci delle star, i collaboratori d’oro, l’eterno scandalo delle auto blu. E un sistema balordo, che svincola i contratti dai risultati degli ascolti.
Tra gli esempi più eclatanti, le voci sull’accordo da 3 milioni e 800mila euro per un biennio di Antonella Clerici; 1,5 milioni per Fabio Fazio; i doppi incarichi di Licia Colò, nei panni di conduttrice e produttrice dei filmati che manda in onda durante la trasmissione. L’attuale direttore del Tg1 Alberto Maccari preferisce usare ben 5 collaboratori esterni, la maggior parte dei quali pensionati della Rai, pur avendo 140 redattori, si legge su Lettera43.
Tempi di crisi, eppure la televisione pubblica non bada a spese. Ma nonostante le cifre da capogiro, chi deve intervenire sui bilanci sa che quando si tratta di Rai, tagliare non sarà facile.

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