Del Piero in India: mistero sulle cifre

Del Piero Delhi DynamosSu questa vicenda sono andato davvero vicino a sbattere la testa contro il muro; metaforicamente parlando.

Mi sono incaponito nel tentare di svelare i reali numeri del contratto che porteranno Alessandro Del Piero in India, per soli 3 mesi, ma senza successo. Il contratto prevede l’impegno dell’attaccante italiano dal 12 ottobre al 20 dicembre, tanto (anzi, così poco) dura il campionato indiano fondato ad ottobre 2013.

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COCA COLA E PEPSI? – In India le usano come pesticidi

LA COCA COLA E LA PEPSI SI SA SONO OTTIME PER LA PULIZIA DELLA RUGGINE sul paraurti della macchina, ma per gli agricoltori in India, e’ ottima anche come pesticida.Gli agricoltori Indiani, hanno scoperto che la Coca-Cola e la Pepsi possono essere pesticidi a basso costo e che, quando viene spruzzato sulle colture, sono molto efficaci contro gli insetti.C’e’ qualcosa nelle bibite che scoraggia i parassiti.L’ Acido fosforico, per esempio, è molto acido e può funzionare come deterrente per i parassiti.O forse è l’aspartame poiché esso come noto ha effetticollaterali neurologici nell’uomo, per cui puo’ essere un pesticida spruzzato sulle colture.Oltre ad essere utile come pesticidi quando spruzzati sulle colture, la Coca-Cola e la Pepsi possono essere utilissime a pulire le macchiedi sangue , le incrostazioni del bagno e i pavimenti del garage.

VIDEO

 

>Fonte<
Redatto da Pjmanc http:/ ilfattaccio

L’ultima vergogna di Monti: i marò tornano in India

RETROMARCE E PROMESSE MANCATE

L’ultima vergogna di Monti:
i marò tornano in India
“Tanto non li ammazzano”

Prima del voto li ha usati per ottenere consenso. Ora il quasi ex premier li molla: “Abbiamo ampie rassicurazioni da Nuova Delhi”

Rivoluzione in Australia, da dicembre niente loghi e colori distintivi per le sigarette

Nuova legge per disincentivare il fumo. I pacchetti saranno venduti in confezioni anonime di colore olivastro. Soddisfatta l’organizzazione mondiale della sanità: “Decisione storica”

 

FOTO ANSA
 

16:21 – Da dicembre in Australia sarà proibito per i produttori di tabacco utilizzare pacchetti con loghi e colori distintivi. L’entrata in vigore di quella che è stata definita la più dura legge contro il fumo arriva dopo che la High Court australiana ha rigettato il ricorso di quattro imprese produttrici di tabacco che avevano contestato la nuova norma sostenendo che viola i diritti di proprietà intellettuale e svaluta i loro marchi.

Via libera, dunque, dall’Alta corte australiana alla legge che stabilisce che dal primo dicembre i pacchetti di sigarette e sigari siano venduti in Australia in confezioni anonime di colore olivastro.

Il supremo tribunale, presso il quale avevano presentato ricorso British American Tobacco, Philip Morris, Imperial Tobacco e Japan Tobacco, ha infatti sentenziato a maggioranza – come si legge in un breve comunicato – che la legge non è contraria alla Costituzione. 

Non solo i pacchetti saranno tutti uguali, ma dovranno recare anche avvertenze sui danni del fumo. 

La pronuncia dell’Alta corte era attesa anche in altri paesi come Gran Bretagna, Norvegia, Nuova Zelanda, Canada e India che stanno pensando a legiferare in quel senso per scoraggiare il vizio del fumo. 

“Il messaggio al resto del mondo – è il commento della ministra della Giustizia australiana Nicola Roxon, il cui padre, fumatore, morì di cancro quando lei aveva dieci anni – è che l’industria del tabacco puo’ essere sfidata e battuta”. 

“Resta una cattiva legge che andrà a beneficio solo del crimine organizzato che vende tabacco illegale per le strade”, è stata invece la reazione di un portavoce della British American Tobacco. 

Oms: “Decisione storica”
L’Organizzazione mondiale della sanitaà ha definito “storica” la decisione della giustizia australiana. “Con la vittoria australiana, la salute pubblica entra in un nuovo mondo coraggioso per il controllo del tabagismo”, ha commentato la direttrice dell’Oms, Margaret Chan, in un comunicato, ricordando che la norma australiana è in accordo con la convenzione per il controllo del tabacco dell’Oms entrata in vigore nel 2005, di cui fanno parte 170 Paesi.

Secondo l’Oms, il fumo uccide sei milioni di persone all’anno e se non si interviene la cifra salirà a otto milioni entro il 2030.