Sigarette al mentolo più dannose delle normali secondo studio USA

Studio USA mette sotto accusa le sigarette al mentolo. Mentre in Italia si dibatte sui potenziali rischi derivati dall’uso delle sigarette elettroniche in confronto alle normali “bionde”, i risultati di una ricerca statunitense aprono un nuovo dibattito sui danni derivati dal fumo.

Danni che possono andare dalla malattie cardiovascolari alle patologie respiratorie, fino a quelle ormai note come le forme tumorali polmonari e della laringe. Tra le possibili ripercussioni dell’uso di sigarette si è di recente visto come pesante sia l’effetto di invecchiamento che il fumo ha sulla pelle.
Lo studio delle differenti caratteristiche delle sigarette elettroniche rispetto alle normali “bionde” lascia per una volta il posto a uno studio che guarda in maniera più specifica all’interno del panorama delle seconde. La variante al mentolosarebbe oggetto di attenta analisi da parte della Food and Drug Administration(FDA) statunitense per via dei suoi effetti nocivi stimati come superiori alle versioni “classiche”.
Le sigarette al mentolo vengono in particolare accusate di favorire l’inizio della dipendenza dal loro fumo rendendo allo stesso tempo più difficile la fase di chiusura. L’aroma di menta renderebbe in particolare meno aspro e acre il fumo respirato, con un effetto nocivo meno evidente per il fumatore secondo quanto riportato nello studio preliminare della FDA.
Il nuovo dibattito si è già aperto oltreoceano, dove si ipotizza una messa al bando delle sigarette al mentolo o comunque una legislazione più ferrea rispetto alle norme vigenti. Ipotesi verso la quale già si sono scagliate le lobby del tabacco, ma che spesso rappresenta una delle leve più efficaci per liberare le persone dalla schiavitù/vizio del fumo.

Fonte: http://scopertesuinternet.blogspot.it/2013/07/sigarette-al-mentolo-piu-dannose-delle.html

Farmaci anticancro solo a pagamento: i più poveri moriranno. Applicata una norma del governo…

Vi meravigliate,in una nazione dove esistono i finti invalidi e chi lo è per davvero stanno a calcolare anche i centesimali di punto d’invalidita per non dargli la miseria di circa 200 euro mensili.

In una nazione dall pensioni d’oro per la casta e pensioni ridotte sempre più all’osso aumentando non l’importo ma gli anni di contributi per andare in pensione.

In una nazione che i malati di cancro sono visti come un peso e non vittime del “progresso” vedi amianto,eternit,cibi adulterati e via dicendo.

In una nazione che fa cassetto tramite le sigarette e tassa le sigarette elettroniche che dovrebbero servire a smettere di fumare o spende milioni di euro per le campagne anti fumo.

In una nazione così tutto può accadere anche che i medicinali anti cancro li deve pagare il malato,come se non gli bastasse avere il cancro che è come una bastonata in mezzo alla fronte sopratutto quando il primario che ti ha in cura te lo deve dire in faccia e anche lui non sa come dirtelo.

Sentirsi dire che hai sei mesi di vita se l’operazione invasiva non va bene e che l’operazione potrebbe durare dodici ore e si sa solo dopo i sei mesi se l’operazione e’ andata bene.

Che aggiungere,solo che ogni giorno che passa andiamo sempre peggio ma noi cosa facciamo?

In Egitto,Grecia,Spagna e anche Francia invadono le piazze per protestare noi invece invadiamo i caselli autostradali,i porti e gli aereoporti per andare al mare o montagna….


 

L’Anziano Gino V

 

 

È meglio scegliere sigarette “leggere”? Pipa e sigaro fanno meno male?

È meglio scegliere sigarette “leggere”? Pipa e sigaro fanno meno male?

Il termine “leggere” (o light, o mild, o low tar) riferito alle sigarette è fuorviante, perché la differenza con quelle normali, in termini di effetti sulla salute, è irrilevante. L’idea che facciano meno male spinge invece a fumarne di più e soprattutto riduce le probabilità che il fumatore decida di smettere. Inoltre, diversi studi scientifici hanno dimostrato che chi utilizza le cosiddette sigarette “leggere” fa boccate più lunghe e profonde. Di conseguenza, il dosaggio delle sostanze tossiche nel sangue non è in queste persone inferiore a quello che si ritrova nei fumatori di sigarette più “forti”, né il loro rischio di ammalarsi nel tempo appare ridotto. Per questo l’Unione Europea nel 2003, e la Food and Drug Administration americana nel 2010, hanno imposto di eliminare dalle confezioni le definizioni di “leggere” (mild,light o low tar) che potevano trarre in inganno il consumatore. Studi condotti dopo l’introduzione di questi provvedimenti, hanno tuttavia mostrato che, nonostante queste espressioni non fossero riportate esplicitamente sui pacchetti, il consumatore tende ingenuamente a pensare che i marchi “gold” o “silver”, o le confezioni con colori più chiari corrispondano a formulazioni meno dannose. In alcuni Paesi, come l’Australia, si sta quindi considerando l’ipotesi di una nuova legislazione che renda uniforme (e poco appetibile) l’aspetto delle confezioni.

Se le sigarette leggere non rappresentano una scorciatoia, neppure il sigaro e la pipa sono alternative più sicure, come molti erroneamente credono, anche se portano a inalare il fumo meno profondamente: ciò riduce leggermente il rischio di tumore al polmone rispetto a quello di chi fuma sigarette, ma le probabilità di sviluppare la malattia sono comunque molto più alte che non tra i non fumatori. Inoltre, fumare sigaro e pipa favorisce lo sviluppo di tumori della bocca, della gola, dell’esofago e di altri organi come il pancreas.

Qual è il numero massimo di sigarette che si possono fumare senza rischi?

Non esiste una soglia di sicurezza sotto la quale il fumo non produce danni, anche perché le conseguenze tendono ad accumularsi nel tempo. Per questo, negli studi che indagano il legame del fumo con le varie malattie, si usa come unità di misura il “pacchetto-anno”, un criterio che tiene conto del numero di sigarette fumate in media ogni giorno, ma anche della durata del periodo di esposizione. In altre parole, fumare mezzo pacchetto al giorno per due anni equivale a fumarne uno intero per un anno.

Le mutazioni prodotte dalle sostanze cancerogene, inoltre, si sommano ma avvengono ogni volta in maniera casuale, per cui il rischio aumenta con il passare degli anni, ma non è del tutto prevedibile il tempo necessario a trasformare una cellula sana in una tumorale: uno studio recente ha calcolato che mediamente ogni 15 sigarette fumate si verifica almeno una mutazione. In pratica, ogni volta che si apre un nuovo pacchetto è come se si giocasse alla roulette russa.

Ciò non significa che tutti i fumatori svilupperanno un tumore, né che la malattia non possa insorgere in persone che non hanno mai messo in bocca una sigaretta: molti altri elementi, genetici o ambientali, possono contribuire a proteggere l’organismo o viceversa a favorire lo sviluppo di un tumore, ma non fumare (o smettere) è certamente uno dei passi più importanti che si possono fare per ridurre il proprio rischio personale di ammalarsi.

Non bisogna credere che condurre una vita per altri versi sana, come mangiare molta frutta e verdura o svolgere una regolare attività fisica possa bastare a compensare il vizio del fumo. Nessuno di questi fattori, per quanto utili al benessere dell’organismo e alla prevenzione delle malattie, ha lo stesso peso del fumo di sigaretta.

Cominciare a ridurre il numero di sigarette quotidiane può essere un modo per cominciare ad abituarsi all’idea di smettere, ma solo se è la prima fase di un percorso che porta al numero 0 di sigarette al giorno. In caso contrario, chi si limita solo a fumare meno, non appena si trova in una situazione di stress, torna al punto di partenza.

Sigaretta elettronica “dannosa per i polmoni”. Lo studio Una ricerca dell’Università di Atene solleva molti dubbi sulla efficacia della sigaretta elettronica

Sigaretta elettronica sì o no? Vera alternativa alle bionde o minaccia per la salute? Secondo i dati raccolti da una ricerca dell’Università di Atene lasigaretta elettronica sarebbe addirittura dannosa per i polmoni. Questa ricerca presentata al recente Congresso della European Respiratory Society dice senza mezzi termini che anche la e-cig può danneggiare bronchi e polmoni come le tradizionali sigarette di tabacco. Infatti la sigaretta elettronica è come un “aerosol di nicotina”: in pratica, con questo dispositivo la nicotina è diffusa attraverso vapore, piuttosto che fumo. Non c’è combustione come avviene nelle normali ‘bionde’, ma la nicotina contenuta in questo piccolo apparecchio è pur sempre un derivato del tabacco. 

La ricerca dell’universita’ di Atene ha voluto affrontare la questione degli effetti a breve termine delle ‘e-cig’, su persone diverse: ha coinvolto 8 individui che non avevano mai fumato e 24 tabagisti, di cui 11 con funzione polmonare normale e 13 con Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) o asma. Ogni volontario ha utilizzato una sigaretta elettronica per 10 minuti. I ricercatori greci hanno poi misurato l’aumento della resistenza delle vie aeree (broncocostrizione) mediante una serie di test, compreso quello spirometrico.

I risultati hanno mostrato che, nei soggetti sani, c’è stato un aumento statisticamente significativo della resistenza delle vie aeree in media del 182-206%, che perdura per 10 minuti. Nei fumatori con spirometria normale, l’aumento è risultato in media pari a +176-220%. Nei pazienti con Bpco e asma, l’uso di una e-cig sembra invece non avere un effetto immediato. La comunità medica è quindi più divisa che mai sull’efficacia delle sigarette elttroniche come strumento per combattere la dipendenza dal fumo.

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Decreto sanità: Balduzzi, “per le attività sportive basta l’ok del medico di base”

 

ntervenendo ad una trasmissione radiofonica, il ministro della salute chiarisce i dubbi scatenati da una prima bozza che, dice “aveva fatto pensare alla necessità del medico sportivo”. Ma molte altre sono le novità del documento da esaminare il 31 agosto

Fonte: Immagine dal web

 

Per svolgere un’attività sportiva “basta il vialibera del medico di base. Una prima bozza che era circolata aveva fatto pensare alla necessità del medico sportivo. Quello che è necessario è una certificazione analitica, non solo un certificato di sana e robusta costituzione, ma qualcosa che dica che in ordine a quella specifica attività sportiva c’è una condizione fisica della persona che può giustificare quella attività”. Così il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha fatto chiarezza il 28 agosto dai microfoni di Radio Rai1, sulla norma contenuta nel cosiddetto ‘decretone’ sanità che prevede visite e controlli più stringenti in tema di idoneità alla pratica sportiva.

IL TESTO DELLA PRIMA BOZZA. La norma indicata nella bozza circolata nei giorni scorsi, infatti, stabiliva che “al fine di salvaguardare la salute dei cittadini che praticano un’attività agonistica o amatoriale il ministro della Salute, con proprio decreto emanato di concerto con il ministro per il Turismo, lo sport e gli affari regionali, dispone idonee garanzie sanitarie mediante l’obbligo di certificazione specialistica medico-sportiva”. Lo sportivo amatoriale sarebbe quindi stato costretto a una visita specialistica dal medico dello sport. Anche solo per iscriversi in palestra o in piscina. Il ministro però assicura che non sarà cosi: “Non si cambiano le regole sui certificatori, si chiede solo certificazione più puntuale e precisa”.

NEL DECRETO SANITÀ ANCHE I PROVVEDIMENTI CONTRO FUMO E VIDEOPOKER. Quella relativa ai certificati medici per praticare un’attività sportiva non è, però, l’unica novità contenuta nel decreto sanità che sarà esaminato nel prossimo Consiglio dei ministri. All’interno del documento, infatti, sono state inserite norme e sanzioni che riguardano fumo e videopoker. Sono in arrivo, infatti, una serie di maximulte per chi vende sigarette ed altri prodotti del tabacco ai minorenni. “Chiunque vende o somministra i prodotti del tabacco ai minori di anni diciotto – si legge nella bozza – è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 250 a 1.000 euro. Se il fatto è commesso più di una volta si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 2mila euro e la sospensione, per tre mesi, della licenza all’esercizio dell’attività”.

VIDEOPOKER BANDIDI DAI LUOGHI SRATEGICI PER I GESTORI. Stretta anche  sui videopoker che, secondo le nuove regole “gli apparecchi idonei al gioco d’azzardo – stabilisce il decreto – non possono essere installati all’interno, ovvero in un raggio di 500 metri, da istituti scolastici di qualsiasi grado, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente da giovani, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in campo sanitario o socio assistenziale, luoghi di culto”.  Il provvedimento prevede inoltre che “il prefetto, con ordinanza motivata, può disporre l’impignorabilità dei beni del soggetto affetto da gioco d’azzardo patologico” e, proprio per venire incontro ai ‘malati del gioco’, saranno aggiornati i Livelli essenziali di assistenza(Lea) con riferimento proprio alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione delle persone con dipendenza da gioco d’azzardo patologico.

LA TASSA SULLE BIBITE GASSATE, ALCOLICHE  E NON. NESSUNA IMPOSTA SUL ‘JUNK FOOD’.
 L’imposta sulle bibite analcoliche con zuccheri aggiunti e con edulcoranti sembra restare invariata. Si tratterebbe, comunque, di un contributo straordinario per tre anni a carico dei produttori bevande analcoliche pari a 7,16 euro per ogni 100 litri immessi sul mercato, e dei produttori di alcolici pari a 50 euro ogni 100 litri. Il testo inoltre stabilisce un contributo a carico di produttori di superalcolici, “in ragione di 50 euro per ogni 100 litri immessi sul mercato”. Nei mesi scorsi, inoltre, il ministro Balduzzi aveva paventato anche l’ipotesi di una tassa sul ‘junk food’, ovvero il cibo spazzatura che, a quanto sembra, non risulta a tutt’oggi contemplata nella bozza del decreto pronto ad essere sottoposto al vaglio del Cdm.


IL FASCICOLO ELETTRONICO (FSE). È l’insieme dei dati e documenti digitali di tipo sanitario e sociosanitario generati da eventi clinici presenti e trascorsi, riguardanti il paziente. Il FSE è istituito da regioni e province autonome, nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali, con gli obiettivi di: prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione; studio e ricerca scientifica in campo medico, biomedico ed epidemiologico; programmazione sanitaria, verifica delle qualità delle cure e valutazione dell’assistenza sanitaria.

MATERIALI
– Il decreto con le novità in ambito medico-sanitario

http://www.nannimagazine.it/

 


Rivoluzione in Australia, da dicembre niente loghi e colori distintivi per le sigarette

Nuova legge per disincentivare il fumo. I pacchetti saranno venduti in confezioni anonime di colore olivastro. Soddisfatta l’organizzazione mondiale della sanità: “Decisione storica”

 

FOTO ANSA
 

16:21 – Da dicembre in Australia sarà proibito per i produttori di tabacco utilizzare pacchetti con loghi e colori distintivi. L’entrata in vigore di quella che è stata definita la più dura legge contro il fumo arriva dopo che la High Court australiana ha rigettato il ricorso di quattro imprese produttrici di tabacco che avevano contestato la nuova norma sostenendo che viola i diritti di proprietà intellettuale e svaluta i loro marchi.

Via libera, dunque, dall’Alta corte australiana alla legge che stabilisce che dal primo dicembre i pacchetti di sigarette e sigari siano venduti in Australia in confezioni anonime di colore olivastro.

Il supremo tribunale, presso il quale avevano presentato ricorso British American Tobacco, Philip Morris, Imperial Tobacco e Japan Tobacco, ha infatti sentenziato a maggioranza – come si legge in un breve comunicato – che la legge non è contraria alla Costituzione. 

Non solo i pacchetti saranno tutti uguali, ma dovranno recare anche avvertenze sui danni del fumo. 

La pronuncia dell’Alta corte era attesa anche in altri paesi come Gran Bretagna, Norvegia, Nuova Zelanda, Canada e India che stanno pensando a legiferare in quel senso per scoraggiare il vizio del fumo. 

“Il messaggio al resto del mondo – è il commento della ministra della Giustizia australiana Nicola Roxon, il cui padre, fumatore, morì di cancro quando lei aveva dieci anni – è che l’industria del tabacco puo’ essere sfidata e battuta”. 

“Resta una cattiva legge che andrà a beneficio solo del crimine organizzato che vende tabacco illegale per le strade”, è stata invece la reazione di un portavoce della British American Tobacco. 

Oms: “Decisione storica”
L’Organizzazione mondiale della sanitaà ha definito “storica” la decisione della giustizia australiana. “Con la vittoria australiana, la salute pubblica entra in un nuovo mondo coraggioso per il controllo del tabagismo”, ha commentato la direttrice dell’Oms, Margaret Chan, in un comunicato, ricordando che la norma australiana è in accordo con la convenzione per il controllo del tabacco dell’Oms entrata in vigore nel 2005, di cui fanno parte 170 Paesi.

Secondo l’Oms, il fumo uccide sei milioni di persone all’anno e se non si interviene la cifra salirà a otto milioni entro il 2030.

L’ultima crociata dei salutisti americani:Hot Dog come le sigarette

 

“Attenzione, gli hot-dog nuocciono gravemente alla salute”. Suona più o meno così l’avvertimento che un gruppo di medici americani ha voluto lanciare ai propri connazionali: consumare in quantità eccessive i celebri salsicciotti, simbolo degli eventi sportivi negli Usa, potrebbe aumentare il rischio di cancro al colon-retto. Per rendere ancora più efficace il messaggio, i membri del Physicians Committee for Responsible Medicine, un’associazione di medici con base a Whashington, hanno commissionato uno spot che rappresenta quattro wurstel contenuti in un pacchetto di sigarette. Il debutto pubblico del cartellone pubblicitario è stato a Indianapolis, dove si svolge la famosa gara automobilistica durante la quale vengono serviti e consumati circa 1,1 milione di hot-dog.

 

La pubblicità, che sta facendo già discutere negli Usa, è giustificata dai suoi committenti con i dati di uno studio del 2007 condotto dal World Cancer Research Fund che ha calcolato che per ogni 50 grammi di porzione di carne lavorata al giorno, l’equivalente di un salsicciotto, il rischio di cancro colorettale aumenta di circa il 21%.


“Gli hot-dog dovrebbero essere venduti con etichette informative che aiutino i consumatori a comprendere i rischi per la salute”, afferma Susan Levin, direttrice del comitato salutista che sta cercando di diffondere informazioni sul consumo di carni rosse e lavorate. 

 

(aggiornato 1 agosto)

di Cosimo Colasanto (29/07/2011)

http://salute24.ilsole24ore.com/articles/13387-l-ultima-crociata-dei-salutisti-americani-hot-dog-come-le-sigarette