Finite le terapie, chemio e radio, arriva la fatigue, il down fisico e mentale.

Finite le terapie, chemio e radio, arriva la fatigue, il down fisico e mentale.

La chiamano “fatigue” ed è il senso di sfinimento fisico e psichico causato dal tumore e dalle terapie chemioterapiche. Talvolta può protrarsi per anni e non abbandonarci mai del tutto. Ma combatterla e prevenirne gli effetti è possibile. A dimostrarlo è uno studio condotto da oncologi e psicologi dell’Istituto Tumori Regina Elena di Roma. Si tratta di una patologia molto comune fra i pazienti malati di cancro: quasi il 90% di coloro che si sottopongono alla chemioterapia e alla radioterapia ne sono affetti.

Ma cos’è davvero la fatigue e come si può curare?

La stanchezza è quel senso di sopraffazione che ci coglie quando, anche a distanza dalla malattia, alla mattina capita di svegliarsi senza alcuna voglia di uscire di casa o di scendere dal letto. Spesso mi capita di parlare con molte donne che hanno difficoltà a parlare di quello che non è strettamente connesso alla malattia.

Invece la stanchezza, così come la malattia, va sconfitta con le giuste armi.

L’ansia e la paura possono assumere mille volti differenti, diversi da persona a persona, perché ciascuno è unico nelle emozioni e nelle reazioni, non solo fisiche ma anche emotive. Tuttavia la paura è un sentimento che fa parte della condizione del malato oncologico, sin dalla diagnosi del cancro, e che lo accompagna in tutto il suo percorso. Perchè quella della malattia è una storia drammatica, che pesa ancora molto sulle emozioni profonde delle persone perché radicata alla paura della morte e all’ansia di non potercela fare.

Dopo le terapie e gli interventi comincia il lungo percorso delle visite di controllo: esami periodici, all’inizio molto vicini uno all’altro e poi via via più distanti. Il follow-up, come molti chiamano il periodo successivo alla conclusione della terapia, è un periodo difficile per il paziente: ci si sente spesso terribilmente soli a confrontarsi con sé stessi, con una vita che è cambiata inesorabilmente e con un corpo che non è più lo stesso. E’ proprio a questo punto che può subentrare la stanchezza, una vera e propria sindrome psico-fisica, che solo in parte è dovuta ai trattamenti anti-tumorali e che presenta una forte componente mentale.

Identificarne i sintomi è fondamentale per evitare che i pazienti affetti subiscano pesanti ripercussioni sulla vita sociale, affettiva, emotiva: il mio compito, come cancer coach, è quello di darvi tutti gli strumenti per prevenire la malattia, trovando dentro voi stessi, le risorse per curare la persona, non solo la malattia.

Il mio ruolo consiste appunto nel guidarvi in un percorso di consapevolezza e di auto-guarigione che inizia col prendervi per mano facendo emergere in voi la conoscenza di ciò che siete e di ciò che potete fare con le vostre forze.

Per quanto, dunque, possa rappresentare un’esperienza dolorosa, il cancro non è la fine, ma, per citare il titolo del mio ultimo libro “Cancro, la linea di partenza per la rinascita”, può diventare un momento di rinascita e grande cambiamento.

Un nuovo inizio, da affrontare con tutte le risorse che si hanno a disposizione. Un’incredibile opportunità per portare alla luce aspetti che nemmeno conoscevate di voi stessi.

Per darvi, comunque, qualche spunto pratico, potrebbe essere utile rispondere a queste domande :

  • Quali sono le mie vere passioni ? da quanto tempo non le metto in pratica?
  • Quanto tempo dedico a me stessa in una singola giornata ? come lo faccio ? cosa faccio e perché?
  • Quali sono le relazioni che mi danno energia positiva ? quali sono le notizie e le informazioni che mi fanno bene?
  • Quali sono i miei sogni o semplicemente I miei progetti per il futuro ?
  • Quali programmi ho nel breve e nel medio lungo termine?
  • Quali sono I contesti dove mi trovo a mio agio e mi sento libera di esprimermi?

Sono tutte domande utili a risvegliare le risorse pratiche e non, che sono dentro di noi e che se ripetute con una certa costanza, possono abbassare lo stato di ansia e di paura, distraendo la mente e allenandosi a vedere cose nuove, e che abbasseranno lo stato di stanchezza mentale che molto spesso influisce inevitabilmente sulla stanchezza fisica.

In fondo come disse William Shakespeare “Siamo della materia di cui sono fatti i sogni.”

Se invece senti di essere davvero troppo stanca, senza stimoli e senza energia, ti consiglio vivamente di chiedere aiuto a qualcuno di esterno, che avrà la lucidità e la capacità di farti vedere nuovi orizzonti e di esserti a fianco in un percorso di sostegno.

Oppure potresti trovare 48 motivi per stare meglio, dentro al mio diario, fatto di immagini, frasi motivazionali e 48 liste da scrivere, per riscoprire la bellezza che sta dentro di te. Vuoi saperne di più sul libro? Clicca qui.

Tumori di testa e collo: sintomi sottovalutati, ma il tempo è prezioso

La malattia cresce in fretta, ma troppo spesso si perdono mesi prima di iniziare le terapie. Servono centri specializzati e riabilitazione. Un’App dà voce a chi non l’ha

di Vera Martinella

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Si perde troppo tempo tra la diagnosi e l’inizio delle cure e poi di nuovo passano troppe settimane tra l’intervento chirurgico e la prima seduta di radioterapia. E’ ancora scarsa la conoscenza dei sintomi che devono allarmare e c’è un numero, impressionante, che non è ben chiaro a molti: l’85 per cento dei tumori di testa e collo è riconducibile al tabacco. Le forme di cancro che interessano naso, labbra, lingua, interno della bocca, ghiandole salivari, laringe e faringe colpiscono ogni anno in Italia oltre 10mila uomini e quasi 2mila donne. «La diagnosi precoce, ancora una volta, può salvare la vita – ricorda Lisa Licitra, responsabile della Struttura di Oncologia Medica dei Tumori Testa e Collo all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, durante un incontro organizzato a Milano per presentare nuove iniziative a favore dei pazienti -: se s’interviene negli stadi iniziali di malattia oltre l’80 per cento dei pazienti è vivo dopo i cinque anni dalla diagnosi, ma queste probabilità calano drammaticamente al 50 per cento quando la neoplasia viene individuata in fase avanzata».

 

Il tempo è prezioso: «Sono tumori che crescono in fretta»

«Secondo i dati raccolti per l’Italia da una recente indagine europea – continua Licitra – il 42 per cento dei pazienti con una neoplasia di testa e collo impiega oltre un mese a passare dalla diagnosi al primo trattamento. Per un tumore del seno questo accade solo al 17 per cento delle malate. Inoltre nel 75 per cento dei casi servono poi più di sei settimane per iniziare la radioterapia dopo l’operazione. Si perde troppo tempo e, quel che è peggio, spesso queste malattie crescono rapidamente». Il tempo è prezioso anche in fase diagnostica: «Bisogna sensibilizzare di più le persone e anche i medici di famiglia – aggiunge Renzo Corvò, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Cervico Cefalica -. Male alla gola, raucedine persistente, bruciore alla lingua, deglutizione faticosa o dolorosa, ulcere o placche rosse o bianche in bocca, naso chiuso da una narice o sangue da naso: in presenza uno di questi sintomi da tre o più settimane è bene andare dal medico e approfondire se si tratta di qualcosa di passeggero o meno. In caso di sospetti rivolgersi a un otorinolaringoiatra».

 

 

 

Medici specializzati che lavorano in team e riabilitazione: così si è curati meglio

A fare la differenza è anche la struttura in cui si viene curati: «Servono equipe multidisciplinari in cui i vari specialisti per questi tumori prendano decisioni confrontandosi – prosegue Corvò, che è anche responsabile dell’Oncologia Radioterapica al San Martino-Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova -. Chirurghi, oncologi e radioterapisti devono lavorare al fianco di nutrizionisti e riabilitatori (logopedista o esperti di deglutizione, fonetica, recupero di olfatto e gusto) perché dopo le cure per un tumore del distretto testa-collo i pazienti devono spesso affrontare cambiamenti importanti dal punto di vista fisico e psicologico, ma attraverso informazione e sostegno adeguati le barriere si possono superare ed è possibile molto spesso tornare a una vita normale». Trattandosi di tumori che colpiscono il volto e organi importanti e decisivi per la qualità della vita, l’impatto estetico e psicologico non è secondario e la riabilitazione è un fatto essenziale: «Permettere la riacquisizione di funzioni cruciali dopo interventi molto faticosi è cruciale per migliorare la vita dei malati – sottolinea Maurizio Magnani, ex paziente direttore del reparto di Otorinolaringoiatria all’ospedale di Cremona e presidente nazionale di Ailar (Associazione Italiana Laringectomizzati) e Fialpo (Federazione Italiana delle Associazioni di Laringectomizzati e dei Pazienti Oncologici della testa e del collo) -. C’è moltissimo da fare su questo fronte: i centri in grado di offrire l’aiuto necessario ai pazienti sono pochi, così troppo spesso s’allungano i soggiorni in ospedale oppure la riabilitazione è affidata esclusivamente alle associazioni di pazienti e a volontari».

 

Iniziative che aiutano i malati: una App che dà voce a chi non l’ha

Nell’incontro milanese sono state presentate nuove iniziative, realizzate da Merck Serono con il patrocinio di Aiocc, dedicate ai malati con un tumore testa e collo: due libretti informativi che saranno distribuiti presso i centri di radioterapia di tutta Italia con indicazioni utili sulla patologia e sulla gestione degli effetti indesiderati (in particolare le tossicità cutanee). Inoltre, è stata perfezionata e aggiornata, a un anno dal lancio , la App La mia voce, pensata appositamente per aiutare i pazienti colpiti da tumore della testa e del collo ad affrontare la temporanea o permanente mancanza di voce. Funziona su tablet e smartphone e, in pratica, sostituisce l’uso di carta e penna o di vari tipi di lavagne su cui le persone scrivono per comunicare. Ci sono oltre 130 icone e di frasi pre-registrate, studiate per le esigenze più comuni: dalle frasi tipiche di una conversazione a tavola, agli stati d’animo, agli Sos che possono essere utili per strada («Non ho voce, non mi sento bene, mi chiama un taxi per favore?» recita un icona con il taxi) o in ospedale («Posso avere un antidolorifico, per favore?», ad esempio). E’ poi possibile creare nuove icone personalizzate e inserire testi, che vengono riprodotti da un sintetizzatore vocale.

fonte

Effetti collaterali della radioterapia?

La radioterapia è di per sé indolore. Molti a basso dosaggio cure palliative (ad esempio, la radioterapia a metastasi ossee) causare effetti collaterali minimi o no, anche se di breve durata riacutizzazione del dolore up può essere sperimentato nei giorni dopo il trattamento a causa della compressione dei nervi edema nella zona trattata. Il trattamento a dosi elevate provoca diversi effetti collaterali durante il trattamento (effetti collaterali acuti), nei mesi o anni dopo il trattamento (a lungo termine effetti collaterali), o dopo il ri-trattamento (effetti collaterali cumulativi). La natura, gravità e durata degli effetti collaterali dipende da organi che ricevono la radiazione, al trattamento stesso (tipo di radiazione, la dose, frazionamento, chemioterapia concomitante), e il paziente.

Maggior parte degli effetti collaterali sono prevedibili e previsti. Gli effetti collaterali da radiazioni sono in genere limitati alla zona del corpo del paziente che è sotto trattamento. Uno degli obiettivi della moderna radioterapia è quello di ridurre gli effetti collaterali al minimo, e per aiutare il paziente a comprendere e far fronte a tali effetti collaterali che sono inevitabili.

I principali effetti collaterali segnalati sono irritazione della fatica e della pelle, come una lieve a moderata scottature. La fatica set spesso in durante la metà di un ciclo di trattamento e può durare per settimane dopo il trattamento si conclude. L’irritazione cutanea anche andare via, ma potrebbe non essere così elastica come era prima. I pazienti devono chiedere ai loro radioterapista o radioterapia oncologica infermiera sui prodotti possibili e farmaci che possono contribuire con effetti collaterali.

Effetti collaterali acuti

”I danni alle superfici epiteliali. Superfici”epiteliale può subire danni da radioterapia. A seconda della zona da trattare, e possono includere la pelle, le mucose orale, della faringe, mucosa intestinale e uretere. I tassi di insorgenza di danno e di recupero da essa dipendono dal tasso di turnover delle cellule epiteliali. Di solito la pelle comincia a diventare diverse settimane rosa e dolente in trattamento. La reazione può diventare più grave durante il trattamento e fino a circa una settimana dopo la fine della radioterapia, e la pelle può abbattere. Anche se questo desquamazione umida è scomodo, il recupero è solitamente veloce. Le reazioni cutanee tendono ad essere peggiore nelle zone dove ci sono pieghe naturali della pelle, come ad esempio sotto il seno femminile, dietro l’orecchio, e nell’inguine.

Se la testa e del collo è trattata, dolore temporaneo e ulcerazione comunemente si verificano in bocca e della gola. Se grave, questo può influenzare la deglutizione e il paziente può avere bisogno antidolorifici e integratori nutrizionali support / alimentari. L’esofago può anche diventare dolente se viene trattata direttamente, o se, come accade comunemente, che riceve una dose di radiazioni collaterali durante il trattamento del cancro del polmone.

L’intestino inferiore può essere trattata direttamente con radiazioni (trattamento del cancro rettale o anale) o essere esposti dalla radioterapia ad altre strutture pelviche (prostata, vescica, del tratto genitale femminile). I sintomi tipici sono dolore, diarrea e nausea.

”Gonfiore (edema o edema).”Come parte della infiammazione generale che si verifica, gonfiore dei tessuti molli possono causare problemi durante la radioterapia. Questa è una preoccupazione durante il trattamento di tumori cerebrali e metastasi cerebrali, soprattutto se vi è pre-esistente aumentata pressione intracranica o in cui il tumore sta causando quasi totale ostruzione del lume (per esempio, trachea e bronchi principali). L’intervento chirurgico può essere considerato prima del trattamento con radiazioni. Se l’intervento è considerato inutile o inadeguato, il paziente può ricevere gli steroidi durante la radioterapia per ridurre il gonfiore.

Infertilità”.”Le gonadi (ovaie e testicoli) sono molto sensibili alle radiazioni. Essi possono essere in grado di produrre gameti in seguito all’esposizione diretta alle dosi di trattamento più normali di radiazioni. Pianificazione del trattamento per tutti i siti corpo è progettato per minimizzare, se non escludere completamente la dose alle gonadi se non sono la principale area di trattamento.

Effetti collaterali a medio e lungo termine

Questi dipendono dal tessuto che ha ricevuto il trattamento, ma possono essere minimi.

fonte

Una rassegna sistematica degli effetti delle radiazioni terapia in testa e del collo.

Una revisione sistematica di studi di radioterapia in diversi tipi di tumore è stata effettuata dal Consiglio svedese of Technology Assessment in Health Care (SBU). Le procedure per la valutazione della letteratura scientifica sono descritti separatamente (Acta Oncol 2003; 42: 357-365). Questa sintesi della letteratura sulla radioterapia per tumori della testa e del collo si basa su dati provenienti da 39 studi clinici randomizzati e 1 meta-analisi. In totale, 40 sono inclusi articoli scientifici, coinvolgendo 20893 pazienti. I risultati sono stati confrontati con quelli di una panoramica simile da 1996 cui 79 174 pazienti. Le conclusioni possono essere riassunte come segue: generale, non rinofaringe. Una sostanziale evidenza indica che l’effetto di tumore radioterapia può essere aumentata la somministrazione concomitante di agenti chemioterapici, in particolare cisplatino e 5-fluorouracile. Vi è moderata evidenza di un beneficio di sopravvivenza di radiazione in combinazione con la chemioterapia concomitante rispetto alla sola radioterapia. Tuttavia, i risultati sono ambigui. C’è una sostanziale evidenza in studi pubblicati per un aumento della frequenza di gravi effetti collaterali acuti a causa concomitante di chemioterapia e radioterapia. Ci sono pochi studi che consentono alcuna stima del rischio di gravi effetti collaterali tardivi. C’è una debole indicazione di un aumentato rischio per la fibrosi grave. Commento: La qualità generale degli studi e la mancanza di informazioni sugli effetti collaterali gravi indicano la necessità per i grandi studi clinici ben disegnati, con un ragionevole follow-up. Conservazione della laringe studi. C’è una forte evidenza che la conservazione della laringe è possibile nel 50% dei pazienti che sopravvivono per 5 anni con cancro ipofaringee quando trattati con chemioterapia neoadiuvante e radioterapia radicale Vi è una tendenza non significativa per la sopravvivenza complessiva sia inferiore a non-chirurgico, i pazienti trattati rispetto in quelli trattati con la chirurgia primaria e Rinofaringe radioterapia post-operatoria. Vi è moderata evidenza che i pazienti con carcinomi del rinofaringe, del beneficio di tipo endemico dalla terapia con una combinazione di chemioterapia e radioterapia radicale. Tuttavia, i risultati degli studi riportati sono equivoci. Vi è qualche indicazione che gli effetti collaterali acuti delle radiazioni sono più gravi nel contesto concomitante che in neoadiuvante. Commento: Non ci sono dati sulla grave tossicità tardiva. Dose, orari di frazionamento. Ci sono alcune prove che gli orari di alcuni di frazionamento alterato migliorare il controllo del tumore senza aumentare gravi effetti collaterali tardivi. Vi è qualche evidenza che i tessuti nervosi sono più suscettibili ai danni da frazionamento alterato. Dati concreti mostrano che il frazionamento alterato aumenta gli effetti collaterali acuti. Vi è moderata evidenza che iperfrazionamento accelerato può ridurre la frequenza di gravi effetti collaterali tardivi, pur mantenendo un effetto simile tumore come sensibilizzatori cellulari convenzionali di radioterapia ipossiche. Maggiormente segnalato prove respingere l’utilità di nitroimidazolo derivati ​​per la sensibilizzazione delle cellule tumorali ipossiche. Vi è qualche evidenza che i pazienti con tumori della faringe e della laringe possono beneficiare di sensibilizzazione per nimorazole. Trattamento profilattico di effetti collaterali. C’è una debole evidenza che gli antibiotici locali hanno un effetto clinicamente significativo nel prevenire gli effetti collaterali acuti radioterapia. Ci sono prove sufficienti che gli agenti radioprotezionistica offrono una protezione clinicamente significativa delle ghiandole parotidi (uno studio in due pubblicazioni). Ci sono prove sufficienti che gli agenti radioprotezionistica non risparmiano tessuto tumorale. Dalla precedente relazione non studi randomizzati hanno confrontato l’efficacia della radioterapia a fasci esterni e la brachiterapia sono stati eseguiti. Entrambi i metodi sono ben noti e hanno indipendentemente dimostrato di essere efficaci nel trattamento di alcuni testa e del collo. Non è possibile trarre conclusioni circa la loro efficacia relativa. Dalla precedente relazione sono dati per guidare l’utilizzo della radioterapia intraoperatoria sono stati identificati.
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La Laringe

La Laringe

 

a cura del Dr. Alberto Rocco

Specialista in Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale
Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini – Roma –

 

numero unico di prenotazioni: 06/60 50 73 10

da lunedi a venerdi ore 9-20

 

 

 

 

 

La Laringe è un organo posto nella regione centrale ed anteriore del collo in continuità con la faringe, in alto, e con la trachea, in basso. Essa determina, con la sua prominenza, il cosiddetto “pomo d’Adamo”, presente in entrambi i sessi ma più evidente nell’uomo.

 

Schematicamente si suddivide in tre porzioni:

  • porzione sopraglottica corrispondente al tratto iniziale (superiore) in diretto rapporto con la faringe; comprende l’epiglottide, una piccola cartilagine che ha la funzione di coprire il tratto respiratorio dalla inalazione di cibo durante l’alimentazione;

  • porzione glottica corrispondente alle corde vocali è la parte da cui ha origine la voce;

  • porzione sottoglottica corrispondente alla parte che si continua con la trachea.

 

La laringe svolge le seguenti funzioni:

  • funzione protettiva: consiste nell’impedire l’ingresso degli alimenti nella trachea e viene svolta dall’epiglottide che funge da coperchio della laringe nel momento della deglutizione;

  • funzione fonatoria: consiste nella produzione della voce attraverso le vibrazioni delle corde vocali messe in movimento dall’aria in uscita dai polmoni;

  • funzione respiratoria assicura il passaggio dell’aria proveniente dal naso e diretta ai polmoni.

 

I TUMORI DELLA LARINGE

 

I tumori maligni della laringe sono i tumori più frequenti del distretto otorinolaringoiatrico.

La guarigione dei pazienti che si ammalano di un tumore della laringe varia in funzione dell’estensione e della sede iniziale della neoplasia e nei casi più favorevoli può arrivare al 95%.

L’età maggiormente colpita è compresa tra 50 e 70 anni.

 

fattori di rischio principali per l’insorgenza dei tumori della laringe sono il fumo di tabacco e l’alcool.

 

sintomi di esordio di un tumore laringeo variano in funzione della sede di insorgenza.

Per i tumori della regione sopraglottica, che prende parte soprattutto al meccanismo della deglutizione, il sintomo più frequente è la disfagia (fastidio ad inghiottire). Può comparire anche dolore che spesso si irradia verso l’orecchio; talvolta il sintomo di esordio può essere l’aumento di volume di uno o più linfonodi del collo per la ricca presenza di vasi linfatici di questa regione;

 

per i tumori della regione glottica, che prende parte al meccanismo dell’emissione della voce, il sintomo più frequente è la disfonia (voce rauca) ingravescente, cioè con tendenza a peggiorare nel tempo e resistente alla terapia medica;

 

per i tumori della regione sottoglottica, che sono molto rari, i sintomi tendono a comparire quando la crescita della neoplasia riduce considerevolmente lo spazio respiratorio, determinando dispnea o quando vengono interessate le corde vocali.

 

 

 

 

 

DIAGNOSI

 

La diagnosi precoce cioè negli stadi iniziali della crescita neoplastica, permette maggiori possibilità di guarigione e anche scelte terapeutiche che rendono possibile, a volte, la conservazione della laringe e quindi delle sue funzioni.

Per formulare una corretta diagnosi risultano di fondamentale importanza alcune indagini strumentali, tra le quali:

  • laringoscopia indiretta: consiste nella visualizzazione della laringe tramite uno specchietto; è l’esame che si esegue per primo in caso di necessità ed è pratico, rapido ed indolore. Se effettuato da mani esperte permette nella maggior parte dei casi di formulare una corretta diagnosi dell’eventuale patologia laringea e di escludere o confermare la presenza di un tumore della laringe;

 

 

 

 

  • laringoscopia con fibre ottiche: consiste nella visualizzazione della laringe attraverso una piccola telecamera situata all’interno di un fibroscopio, uno strumento sottile e flessibile che viene introdotto attraverso il naso per arrivare in stretta prossimità della laringe stessa;

 

 

 

  • laringoscopia in sospensione: è l’esame più valido per la diagnosi definitiva; permette di effettuare la biopsia  della lesione sospetta (prelievo di tessuto per l’analisi microscopica) e a volte consente di eseguire interventi chirurgici  risolutivi in presenza di lesioni iniziali che interessano una piccola porzione delle corde vocali o di altri distretti laringei. Ha il limite di richiedere l’anestesia generale e pertanto il ricovero del paziente.

 

 

 

 

Il precorso diagnostico delle neoplasie laringee prevede anche l’esecuzione di indagini quali la risonanza magnetica (RM) o la tomografia computerizzata (TAC) per valutare l’eventuale estensione della malattia nei tessuti profondi che non sono visibili alla laringoscopia in sospensione.

 

 

 

TERAPIA

 

Il trattamento varia in funzione delle dimensioni e della localizzazione del tumore e prevede l’impiego della Chirurgia, della Radioterapia o della Chemioterapia, sia singolarmente sia in combinazione tra loro.

 

Chirurgia

Schematicamente l’intervento chirurgico può essere di:

  • cordectomia: si suddivide in 5 tipi dalla più superficiale che interessa solo la mucosa di rivestimento della corda vocale (decorticazione) alla più profonda che consiste nella rimozione completa della corda vocale;

 

 

 

 

 

  • laringectomia parziale: si esegue nelle fasi avanzate del tumore ma vengono conservate alcune porzioni della laringe e conseguentemente vengono risparmiate le sue funzioni fondamentali. La tracheotomia viene richiusa definitivamente dopo un adeguato periodo di rieducazione finalizzato al recupero della respirazione per le vie naturali, della fonazione e della deglutizione;

 

 

 

  • laringectomia totale: si esegue nelle fasi più avanzate del tumore nel caso non fosse possibile conservare l’unità funzionale minima della laringe, non necessariamente per l’estensione del tumore ma anche nei casi in cui vi fosse interessamento di alcuni punti critici della laringe, anche in presenza di una neoplasia non troppo estesa. In questi casi il tracheostoma è definitivo come pure la perdita della voce naturale ma paradossalmente il periodo post-operatorio è molto meno impegnativo per il paziente visto che non è necessario il periodo di rieducazione per la ripresa delle funzioni della laringe.

 

 

 

Radioterapia

La Radioterapia ha lo scopo di distruggere le cellule tumorali utilizzando radiazioni generate da apparecchiature appositamente progettate. Con le tecniche moderne è possibile concentrare le radiazioni solo nella zona tumorale risparmiando al massimo i tessuti sani. In funzione della estensione della neoplasia il volume irradiato sarà limitato alla laringe o potrà comprendere anche i linfonodi del collo.

Il trattamento standard prevede l’erogazione di 66-70 Gy (Gy=Gray, unità di misura della dose assorbita) frazionati in sedute giornaliere che si effettuano cinque giorni alla settimana in genere sette settimane di seguito, per un totale di 35 sedute.

Quando la Radioterapia segue alla Chirurgia, la dose necessaria sarà più bassa rispetto al trattamento di Radioterapia esclusiva e la durata del trattamento conseguentemente più breve.

Gli effetti collaterali si concentrano sulle mucose comprese nel volume bersaglio e sulla cute sovrastante la zona trattata e consistono in mucosite o dermatite (infiammazione) della zona colpita in misura variabile da persona a persona ma in genere ben tollerati e di durata limitata nel tempo.

 

Chemioterapia

La Chemioterapia è un trattamento effettuato con farmaci che hanno lo scopo di interferire con i processi di crescita delle cellule tumorali limitandola o determinando la morte della cellula stessa.

Può essere effettuata in associazione alla Radioterapia dopo la Chirurgia (radio chemio concomitante) oppure sempre in associazione alla Radioterapia senza essere preceduta dalla Chirurgia (radio chemio esclusiva). Raramente viene eseguita come prima terapia, allo scopo di ridurre o di sensibilizzare la massa tumorale per i trattamenti successivi (chemio neo-adiuvante o induttiva).

I farmaci più utilizzati sono ancora oggi i derivati del platino (cisplatino e carboplatino) e il 5-fluorouracile. Gli effetti collaterali più comuni sono rappresentati dalla nausea e dall’infiammazione delle mucose, che in genere è possibile attenuare con alcuni trattamenti sintomatici.

E’ in fase avanzata di studio l’utilizzo di alcuni farmaci che interferiscono con la formazione dei vasi sanguigni all’interno della massa tumorale (cetuximab) e in casi selezionati vengono già introdotti nei protocolli di trattamento.

 

 

 

DOPO L’INTERVENTO CHIRURGICO

 

Nei casi in cui si sia deciso per la Chirurgia, il risveglio dopo l’intervento rappresenta ovviamente la fase più difficile da superare ma in realtà per motivi più psicologici che reali. Le prime ore sono quelle in cui la sensazione di non potersi muovere è maggiore per l’impedimento determinato dalla medicazione e dalla presenza dei vari sondini, drenaggi, ecc.

 

Nella Laringectomia totale la respirazione avviene attraverso la cannula tracheale ma questo non rappresenta assolutamente un problema per il paziente perché è l’aria ambiente che si introduce automaticamente nella cannula durante la respirazione, esattamente come avviene nel passaggio dell’aria attraverso le narici senza che la persona ne abbia consapevolezza. Quindi la respirazione avviene in maniera diversa ma senza nessuna fatica o controllo da parte del paziente.

La cannula verrà rimossa in genere tra il primo ed il terzo mese dopo l’intervento ma il tracheostoma sarà permanente e rappresenterà la nuova e definitiva via di respirazione per il paziente.

 

L’alimentazione, nei primi giorni dopo l’intervento, avviene tramite un sottile tubicino trasparente introdotto dentro il naso, il sondino naso-gastrico.

L’alimentazione per le vie naturali riprenderà senza nessun cambiamento dopo circa 10-12 giorni dall’intervento chirurgico.

 

La fonazione, dopo un periodo variabile di rieducazione con il logopedista, potrà riprendere in maniera diversa imparando ad utilizzare la cosiddetta voce esofagea che in casi frequenti permette al malato di farsi capire perfettamente in tutte le situazioni, anche al telefono, senza l’utilizzo di nessuna apparecchiatura. In effetti la voce così emessa non presenta sonorità e questa nuova capacità di parlare è variabile da persona a persona ed è questo in definitiva il vero cambiamento con il quale è necessario convivere comprendendo e superando senza traumi i limiti da questo imposti.

 

Nella Laringectomia parziale il decorso clinico delle prime 2-3 settimane è del tutto sovrapponibile a quello della laringectomia totale ma successivamente, con l’aiuto del logopedista,  la ripresa graduale della deglutizionepermetterà la rimozione della cannula tracheale, la chiusura del tracheostoma e una ripresa della respirazione e della fonazione per le vie naturali.

Il periodo di rieducazione per la ripresa completa della deglutizione in tutte le situazioni può essere anche molto lungo (1-2-3 mesi…e oltre in casi limite) e varia in funzione del tipo di intervento ed in funzione della collaborazione/capacità del paziente a percepire il cambiamento strutturale della propria laringe.

 

 

 

IL TRACHEOSTOMA E LA GESTIONE DELLA CANNULA

 

Il tracheostoma rappresenta la nuova via di passaggio dell’aria durante la respirazione. Non è necessario alcun controllo da parte del paziente che dovrà semplicemente respirare come prima dell’intervento chirurgico.

 

In caso di Laringectomia Totale esso rappresenta la via definitiva di respirazione mentre nel caso di Laringectomia Parziale il trachestoma è temporaneo e verrà richiuso quando si sarà riguadagnata la piena autonomia alimentare.

 

Il tracheostoma deve essere sempre mantenuto protetto utilizzando dei bavaglini di garza o cotone. Nel periodo invernale a questo scopo è possibile indossare maglie a collo alto mentre nel periodo estivo si possono utilizzare semplici foulard. In tutti i casi è preferibile posizionare un piccolo cerotto-filtro davanti al tracheostoma per prevenire l’infiltrazione di polvere e microparticelle nella trachea e nei polmoni.

 

E’ sempre bene evitare:

– gli ambienti polverosi e fumosi;

– l’esposizione a corrente d’aria diretta;

– le temperatura estreme troppo caldo o troppo freddo.

 

E’ inoltre necessario:

– tenere pulito il tracheostoma detergendolo con una spugnetta umida;

– durante la doccia o il bagno riparare il tracheostoma con apposite garze e non immergersi oltre l’altezza del torace per evitare l’inalazione di acqua;

– cercare di umidificare adeguatamente l’aria di casa soprattutto nel periodo invernale quando il riscaldamento è acceso.

 

 

 

La cannula tracheale ha lo scopo di mantenere aperto il tracheostoma durante la fase di cicatrizzazione dei tessuti per impedirne la chiusura. In entrambi i casi, di Laringectomia Totale o Parziale, verrà rimosso dopo un periodo variabile, da 1 a 3 mesi ma a volte anche molto di più, in accordo con le direttive dello Specialista Otorinolaringoiatra. Nel primo caso perché i tessuti ormai stabilizzati non avranno più la tendenza a richiudersi, nel secondo caso perché una volta terminato il periodo di rieducazione, il tracheostoma non avrà più ragione di esistere.

 

La cannula è costituita da tre parti fondamentali:

– la cannula vera e propria, costituita da un tubo di plastica rigida e ricurva che viene introdotto direttamente nel tracheostoma;

– la controcannula, che consiste in un tubo di forma identica alla cannula ma leggermente più stretto che viene inserito all’interno della cannula. La sua estrazione, pulizia e reinserimento sono manovre facili che il paziente può tranquillamente autogestire;

– il mandrino che viene utilizzato esclusivamente per facilitare l’introduzione della cannula nel tracheostoma. Quest’ultima manovra nel primo periodo viene eseguita direttamente dal medico, successivamente sarà possibile l’autogestione completa da parte del paziente in funzione del suo grado di collaborazione.

 

La cannula può essere cuffiata o non cuffiata per la presenza o meno di un palloncino che ha lo scopo di proteggere le vie aeree dall’inalazione di cibo durante la rieducazione alimentare nelle laringectomie parziali.

 

La cannula deve essere tenuta con cura e soprattutto pulita. In alcuni casi a seguito di particolari movimenti o colpi di tosse, si potrebbe notare qualche piccola striatura di sangue nel muco espulso, questo è un fenomeno che non deve preoccupare perché è dovuto alla rottura di piccoli capillari.

Per pulire la controcannula, sbloccare innanzitutto l’anello che la tiene bloccata alla cannula e quindi estrarla con delicatezza; porla sotto un getto d’acqua e rimuovere ogni residuo interno aiutandosi con l’apposito spazzolino; asciugarla con cura al suo interno con l’aiuto di garze e reintrodurla nella cannula.

Per pulire la cannula valgono le stesse indicazioni con l’unica differenza di tecnica di estrazione e reintroduzione in trachea mediante l’utilizzo del mandrino, che vi verrà spiegata dal medico specialista.

 

 

 

LA COMUNICAZIONE

 

In caso di Laringectomia Totale trascorso un primo periodo in cui è necessario portare la cannula si può iniziare la fase di riabilitazione vocale. Questa è effettuata sotto la guida dei logopedisti che insegnano ai laringectomizzati come riprendere a comunicare utilizzando diverse tecniche in funzione delle caratteristiche fisiologiche individuali. I risultati sono ottimi e la gran parte dei pazienti riacquista in poche sedute la capacità di comunicare con una voce priva di sonorità ma perfettamente udibile dagli interlocutori, persino al telefono.

Negli altri casi in cui non sia possibile imparare la voce esofagea esistono alternative alla comunicazione mediante protesi fonatorie interne ed esterne (laringofono), che il chirurgo consiglierà di volta in volta al paziente in funzione delle diverse situazioni cliniche e socio-familiari.

 

 

CONCLUSIONI

 

Il tumore della laringe soprattutto se diagnosticato nelle fasi iniziali, ha una buona percentuale di guarigione anche per la scarsa tendenza a dare metastasi a distanza.

 

E’ necessario che il paziente e i familiari comprendano e accettino tutte le diverse fasi del percorso diagnostico-terapeutico proposto dal chirurgo per facilitare la realizzazione della miglior soluzione terapeutica possibile per il paziente.

 

Allo stesso modo, nel periodo post-operatorio, è estremamente importante che il paziente si sottoponga ai regolari controlli (follow-up) che il chirurgo prescriverà al paziente, corredati da tutti gli esami clinico-strumentali, previsti nei vari periodi.

Il periodo dei controlli dura di norma 5 anni che rappresentano il periodo di rischio per il paziente, trascorso il quale la possibilità di riammalarsi di un secondo tumore diminuisce in maniera significativa.

 

E’ importante comunque che il paziente sia il primo medico di se stesso sorvegliando attivamente il proprio stato di salute ed è naturalmente necessario smettere di fumare.

http://www.orecchio-naso-gola.it/laringe.htm

 

 

Quali sono le opzioni di trattamento per il cancro della laringe?

Le persone affette da cancro della laringe precoce possono essere trattati con la chirurgia o la radioterapia. Le persone con tumore avanzato della laringe può avere una combinazione di trattamenti. Per esempio, radioterapia e chemioterapia sono spesso dato contemporaneamente. La terapia mirata è un’altra opzione per alcune persone con tumore avanzato della laringe.

La scelta del trattamento dipende principalmente dalla vostra salute generale, dove nella tua laringe il cancro ha iniziato, e se il tumore si è diffuso.

Si può avere un team di specialisti per pianificare il trattamento. Il medico può fare riferimento a uno specialista, o si può chiedere un rinvio. Gli specialisti che curano il cancro della laringe sono:

Orecchio, naso, e medici gola (otorinolaringoiatri)
Testa e del collo chirurghi generali
Oncologi medici
Oncologi di radiazione

Chirurgia

La chirurgia è un trattamento comune per le persone con il cancro della laringe. Il chirurgo può utilizzare un bisturi o laser. La chirurgia laser può essere eseguita con un laringoscopio. Tu e il tuo chirurgo può parlare dei tipi di intervento chirurgico, e che può essere di destra per voi:

Rimozione parte della laringe: Il chirurgo rimuove solo la parte della laringe che contiene il tumore.
Rimozione di tutti i laringe: Il chirurgo rimuove l’intera laringe e alcuni tessuti circostanti. Alcuni linfonodi della zona può anche essere rimosso.

Radioterapia

La radioterapia utilizza radiazioni ad alta energia per distruggere le cellule tumorali. E ‘una opzione per le persone con qualunque fase del cancro della laringe. Le persone con tumori piccoli possono scegliere la radioterapia al posto della chirurgia. Può anche essere utilizzato dopo la chirurgia per distruggere le cellule tumorali che possono rimanere nella zona.

La radiazione viene da una grande macchina fuori del corpo. Si può andare in ospedale o in clinica una volta o due volte al giorno, generalmente 5 giorni alla settimana per diverse settimane. Ogni trattamento dura solo pochi minuti.

La radioterapia finalizzata al collo può causare effetti indesiderati:

Mal di gola e difficoltà di deglutizione: La gola può diventare dolente, o si può sentire come se ci fosse un groppo in gola. Potrebbe essere difficile per voi da ingoiare.

Cambiamenti di voce: La tua voce può diventare rauca o debole durante la radioterapia. Il laringe può gonfiarsi, voce cambia causando. Il medico può suggerire farmaci per ridurre il gonfiore.

Cambiamenti della pelle nella zona del collo: La pelle del collo può diventare rosso o secca. Buona cura della pelle è importante. E ‘utile per esporre il collo per aria mentre anche lo protegge dal sole. Anche, evitare di indossare abiti che sfregano il collo, e non di rado la zona. Si consiglia di non utilizzare creme o lozioni sul collo senza il parere del medico. Questi pelle cambia di solito vanno via quando il trattamento si conclude.

Cambiamenti nella tiroide: La radioterapia può danneggiare la vostra tiroide (un organo nel vostro collo sotto la casella vocale). Se la vostra tiroide non fa abbastanza ormone tiroideo, si può sentire stanchi, aumento di peso, sento freddo, e hanno la pelle secca e capelli. Il medico può controllare il livello di ormone tiroideo, con un esame del sangue. Se il livello è basso, potrebbe essere necessario prendere le pillole di ormone tiroideo.

Fatica: Si può diventare molto stanco, specialmente nelle settimane successive di radioterapia. Il riposo è importante, ma di solito i medici consigliano alle persone di rimanere il più attivi possono.

Perdita di peso: Si può perdere peso se si è mangiato i problemi da un mal di gola e difficoltà a deglutire. Alcune persone possono avere bisogno di un tubo di alimentazione temporanea.

Alcuni effetti collaterali scompaiono dopo radioterapia finisce, ma altri durare a lungo. Sebbene gli effetti collaterali della radioterapia può essere sconvolgente, il medico di solito può trattare o controllarli. Aiuta a segnalare eventuali problemi che si stanno avendo in modo che il medico può lavorare con voi per alleviarli.

La terapia mirata

Alcune persone con tumore della laringe ricevere un tipo di trattamento noto come terapia mirata. Essa può essere somministrato insieme con radioterapia.

Cetuximab (Erbitux) è stata la prima terapia mirata approvato per il cancro della laringe. Cetuximab si lega alle cellule tumorali e interferisce con la crescita delle cellule tumorali e la diffusione del cancro. È possibile ricevere cetuximab in una vena una volta alla settimana per diverse settimane presso l’ufficio del medico, ospedale, o clinica.

Durante il trattamento, il team di cure mediche siano i sintomi di problemi. Alcune persone medicinale per prevenire una possibile reazione allergica. Gli effetti collaterali possono includere: rash, febbre, mal di testa, vomito, e diarrea. Questi effetti di solito diventano più mite dopo il primo trattamento.

http://www.medicinepg.com/it/1938.html

Tumori testa&collo: sono 133 in Italia le Scuole di Riabilitazione Fonatoria che guidano i pazienti verso la guarigione.

cancerstop

 

 

Nei ricordi d’infanzia una strega cattiva si impossessa del suono della voce di una sirena in cambio di un futuro felice sulla terraferma. Nella realtà di un adulto quel demone ha le sembianze di untumore della testa e del collo, che promette, crudele, una vita senza possibilità di comunicare con gli altri, senza parole, senza canto, senza risate.

La neoplasia del distretto testa e collo è una delle più invalidanti dal punto di vista sociale poiché anche le terapie conservative, quali chemioterapia e radioterapia, che si cerca si sostituire nelle forme meno gravi di patologia ai trattamenti chirurgici demolitivi (asportazioni parziali o totali di laringe –laringectomia- o di lingua –glossectomia-), non sembrano aver scansato le difficoltà e la necessità di riabilitazione del paziente. Queste neoplasie costituiscono circa il 5% di tutti i tumori maligni, e con circa 12mila nuovi casi all’anno (con un lieve preponderanza negli individui maschi, fra i 50 e i 70 anni) si collocano al 5° posto per tasso di frequenza. Sul totale dei nuovi casi, sono almeno 5mila quelli afferenti l’area laringea. È fondamentale una diagnosi tempestiva per poter sottoporre il malato a trattamenti meno invalidanti possibile.

Ma al di là dell’intervento chirurgico e dei possibili effetti collaterali della chemioterapia, la parteprobabilmente più complessa del percorso verso la guarigione è rappresentata dalla riabilitazione. Per riabilitazione si intende il riadattare e rendere nuovamente operante una funzione che è stata offesa o eliminata in maniera permanente dalle cure. Conrieducazione invece si intende il ripristino di funzioni ancora presenti, non definitivamente danneggiate dai trattamenti. Un paziente che è stato sottoposto ai trattamenti per estirpare un tumore testa&collo deve affrontare una riabilitazione respiratoria e fonatoria, e una rieducazione al gusto e all’olfatto. Vuol dire che dopo una vita di parole e sapori, questi pazienti devono re-imparare a respirare, a comunicare, a sentire gusti e odori.

Nell’inimmaginabile grandezza e sofferenza di una situazione del genere, la fortuna –se così la si può chiamare- di questi pazienti è che nella loro fragilità di neofiti della vita non sono soli: in Italia sono attualmente presenti 133 Scuole di Riabilitazione Fonatoria, affidate alle varie Associazioni di Volontariato appartententi a FIALPO (Federazione Italiana Associazioni Laringectomizzati Pazienti Oncologici), in convenzione con le Aziende Ospedaliere o con le ASL. In queste Scuole i pazienti vengono guidati alla riconquista dell’autosufficienza e di un grado soddisfacente di qualità della vita, spronati da unMaestro Riabilitatore che della sua esperienza di ex-paziente fa il lume che rischiara, nonostante la gravità della situazione, scorci di vita possibile successivi alla cura prospettata dal medico. L’accesso alla scuola di riabilitazione è immediato, e preceduto soltanto dalla verifica della situazione post-operatoria per far sì che vengano elaborati il metodo e il livello di riabilitazione adeguati al singolo paziente.

Nella Scuola il primo passo consiste nel far prendere coscienza al paziente della sua nuova condizione e della sua immutata dignità, che prescinde dalla mutilazione subita: vengono insegnati la corretta postura e respirazione ed esercizi per la deglutizione. Dopo di che si passa alla ginnastica per la motilità glosso-labiale e si iniziano gli esercizi per la fonazione, e solo successivamente si alternano esercitazioni per la ripresa olfattiva, del gusto e per scaricare le narici.

La Scuola è un luogo protetto nel quale il paziente, frastornato e spaventato, trova tutte le risposte di cui necessita per poter intraprendere un percorso di riabilitazione globale, che lo restituisca alla società civile. Il contesto comune gli fornisce il necessario sostegno psicologico, ma se il paziente dovesse incorrere in personali difficoltà, si attua una terapia individuale: in ogni caso il soggetto sarà gradualmente capace di ripredere le proprie relazioni interpersonali, così come le aveva lasciate all’entrata dell’ospedale.

Dei 5mila nuovi casi che si registrano all’anno il 10/15% non sopravvive alla malattia e solo l’1% trova autonomamente la capacità di comunicare oralmente; sono invece2mila i pazienti che si sottopongono a riabilitazione fonatoria, con un tasso di successo dell’85%. Ancora tanti però sono i pazienti che non vi si sottopongono per un sentimento di emarginazione, o per depressione grave, o per non conoscenza o lontananza dei centri di riabilitazione. E per i primi due, è la Scuola stessa a essere sia mezzo che metodo riabilitativo.

Condurre un’esistenza normale, e perché no, felice, dopo una malattia così spietata è possibile, basta sapere quali strade percorrere e avere qualcuno al proprio fianco con cui attraversarle. Perché, quando a rubare la voce e la possibilità di comunicare con gli altri non è una strega ma un tumore testa&collo, la risposta alla confusione, allo smarrimento e al dolore di una condizione contro cui si è catapultati senza volerlo, come in fondo aveva fatto la piccola sirena, la si trova nella voglia di vivere, di vivere appieno quella che, per quanto turbata, rimane comunque una vita.

Giulia Virzì

http://corrieresesto.wordpress.com/

HA TRE MESI PER CURARE IL SUO TUMORE MA LISTA ATTESA È DI QUATTRO

 

Ha tre mesi per curare il tumore e vivere, ma scopre che la lista d’attesa e’ di quattro. Succede a Venezia, secondo quanto denuncia il Gazzettino, ad una signora di 60 anni gia’ operata due volte per un tumore al seno. Qualche giorno fa la donna ha ricevuto la ferale notizia da parte dei medici dell’Ospedale Civile: ha 90 giorni di tempo per iniziare la radioterapia prima che il tumore degeneri di nuovo.

 

Per la signora alternative non ce ne sono: deve andare all’ospedale tutti i giorni. Ma la lista di attesa e’ lunghissima perche’ c’e’ una macchina sola per la terapia. “I medici mi hanno detto che si vergognavano a darmi queste notizie e che la colpa non e’ loro, ma e’ da tempo che chiedono la sostituzione di una macchina e invece non riescono ad ottenerla- ha spiegato la signora al Gazzettino- una macchina peraltro vitale per gli ammalati di tumore. Mi hanno fatto firmare un documento nel quale si dice che sono stata informata che la lista d’attesa per iniziare le terapie e’ di almeno quattro mesi, e io in quel foglio ho aggiunto che se devo morire per il tumore e’ un conto, ma che invece e’ una vergogna se devo morire perche’ non sono stata curata in uno Stato civile”. A.V. presentera’ la sua protesta anche al Tribunale del malato per far valere le ragioni di una citta’ alla quale, dice, deve essere riconosciuta una specificita’. “I medici chiedono solo la sostituzione di cio’ che c’era, ne’ piu’ ne’ meno- conclude la signora- anche perche’ hanno sempre piu’ richieste e sempre meno possibilita’ di curare i veneziani. Il tempo, nel tumore, e’ un fattore vitale”.

Fonte DIRE