“La tiroide e suoi problemi”, incontro organizzato da Ammi a Como

“La tiroide e suoi problemi”, incontro organizzato da Ammi a Como

tiroideLa sezione di Como dell’Associazione Mogli Medici Italiani (AMMI) organizza l’incontro “La tiroide e i suoi problemi” che si terrà giovedì 21 maggio alle 16.30 presso la sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Como (Viale Masia 30) e durante il quale interverrà il dottor Francesco Faverio, specialista in chirurgia generale.

La tiroide è al centro del nostro benessere. Situata anteriormente nel collo, al di sotto della laringe, è una ghiandola destinata alla produzione di due ormoni che svolgono un ruolo fondamentale nel corretto funzionamento del metabolismo, dei processi di crescita e di quasi tutti gli apparati principali dell’organismo.

Una disfunzione nel funzionamento di questa ghiandola può provocare patologie come ipertiroidismo, ipotiroidismo, tumori e gozzo. Queste patologie sono conosciute ormai da molto tempo e sono più frequenti in alcune aree geografiche che in altre. Durante l’incontro si parlerà di quanto queste malattie siano diffuse, delle loro conseguenze, delle terapie, degli effetti e di come questi ultimi vengono gestiti.

Francesco Faverio

Medico Ospedaliero a tempo pieno dal 1981, inizia ad esercitare la professione come Assistente presso l’Istituto di Radiologia dell’Ospedale di Monza. Dal 1984 al 2013 lavora presso la Divisione di Chirurgia Generale dell’Ospedale S. Anna di Como, prima come Assistente, dal 1993 come Aiuto Corresponsabile di Ruolo e, infine, come Dirigente Medico di primo livello di Chirurgia Generale. Attualmente collabora con l’U.O. di Chirurgia Generale e Plastica del Centro Ortopedico Fisioterapico di Lanzo Intelvi (Co).

Professore presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi dell’Insubria e dell’Università degli Studi di Pavia, insegna anche presso il Corso di Fisioterapia della Libera Università della Svizzera di Lugano. È inoltre autore di numerosi lavori scientifici, accettati da riviste anche internazionali e di varie relazioni e comunicazioni a Congressi.

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Intervento pionieristico in Polonia, malato di tumore sopravvive al trapianto di gola

Dopo un intervento durato 17 ore l’equipe medica gli ha trapiantato laringe, trachea, esofago, tiroide e tutti i muscoli

Il dottor Adam Maciejewski con il paziente Michael
Il dottor Adam Maciejewski con il paziente Michael
Redazione Tiscali
Un polacco 37enne, malato di tumore alle corde vocali, è sopravvissuto ad un delicato e lunghissimo intervento chirurgico che gli ha permesso di avere una intera gola nuova. L’uomo, rispondente al nome Michael, dal 2009 era affetto da un tumore particolarmente aggressivo, che gli impediva di deglutire, parlare e persino di respirare. Grazie al dottor,Adam Maciejewski,medico chirurgo presso l’ospedale di Gliwice, e ad un intervento durato 17 ore, l’equipe medica gli ha trapiantato laringe, trachea, esofago, tiroide e tutti i muscoli.
Michael ha avuto un recupero inaspettato – A circa un mese di distanza da quell’intervento, avvenuto lo scorso 11 aprile, il 37enne è tornato a fare una vita assolutamente normale. L’uomo oggi è in grado di parlare, respirare e persino mangiare. “Grazie a tutti per il supporto”, ha detto commosso nel corso di una conferenza stampa. I medici, felici per Michael e soddisfatti per l’importante risultato ottenuto, non si aspettavano un recupero così repentino, tanto da aver imposto al paziente un recupero più cauto. Il team protagonista di questo pionieristico intervento è lo stesso che nel 2013 effettuò il primo trapianto di faccia al mondo.

Settimana mondiale della tiroide dal 19 al 25 maggio

Dal 19 al 25 maggio si celebra la Settimana Mondiale della Tiroide, evento voluto e creato per sensibilizzare e informare i cittadini sulle malattie della ghiandola tiroidea, per prevenirle e saperne riconoscerne i sintomi.

In Italia 1 persona su 5 ha problemi tiroidei. Tra questi, il gozzo colpisce oltre 6 milioni di individui (cioè il 10% della popolazione italiana).

Tiroide: cos’è e a cosa serve

Giornata tiroide Health Around MeLa tiroide è una ghiandola endocrina  (di origine epiteliale che secerne ormoni) a forma di “farfalla”, grande circa dai 5 agli 8 cm di lunghezza, dai 3 ai 4 di larghezza e 2-3 di spessore, di peso variabile dai 10 ai 20 grammi negli adulti.
La tiroide si trova nella parte anteriore del collo più o nemo all’altezza della quinta vertebra cervicale, tra trachea, laringe ed esofago.

Tiroide: come funziona

La tiroide ha la funzione principale di produrre ormoni contenenti iodio che, tramite il sangue, raggiungono tutti gli organi influenzandone l’attività.
La tiroide produce due ormoni, la tiroxina (T3) e la triiodotironina (T4), che svolgono un ruolo fondamentale nel corretto funzionamento di quasi tutti gli apparati principali dell’organismo (sistema nervoso centrale, sistema nervoso simpatico, apparato respiratorio, apparato cardiovascolare, apparato scheletrico, apparato gastrointestinale, apparato riproduttivo, sistema emopoietico).

Tiroide: patologie

  • Ipertiroidismo

L’ipertiroidismo (o tireotossicosi) è una patologia legata, nella maggior parte dei casi, a una eccessiva produzione di ormoni tiroidei da parte della tiroide. L’ipertiroidismo è uno dei disturbi endocrini più frequenti e può manifestarsi a qualsiasi età, ma si riscontra soprattutto nelle donne in età fertile.
Le principali cause responsabili dell’ipertiroidismo sono  il morbo di Basedow (gozzo diffuso tossico), il morbo di Plummer (gozzo uninodulare tossico), il gozzo multinodulare tossico.
I sintomi, oltre a un aumento di volume della tiroide, possono interessare l’attività metabolica con perdita di peso, alterazioni della cute e dei capelli, insonnia, intolleranza al calore, aumento delle contrazioni cardiache.
Le terapie a disposizione per curare l’ipertiroidismo sono cure con farmaci anti-tiroidei o asportazione chirurgica totale o parziale della ghiandola o trattamento con iodio radioattivo.

  • Ipotiroidismo

L’ipotiroidismo è una patologia causata da un’inefficienza della tiroide: in questo caso la ghiandola non è in grado di sintetizzare una quantità di ormoni adeguata al fabbisogno dell’organismo e ciò comporta una riduzione di tutti i processi metabolici con conseguenti sintomi quali aumento di peso, stanchezza, astenia, depressione, stipsi, e un tipico gonfiore al volto chiamato mixedema.
La causa più frequente di ipotiroidismo è la tiroidite autoimmune.
I sintomi dell’ipotiroidismo dell’adulto sono trattati nella maggior parte dei casi con una terapia ormonale volta a sostituire e integrare la funzionalità tiroidea.

  • Tumori della tiroide

Il tumore della tiroide, è il più comune del sistema endocrino anche se rappresenta non più del 2-3% del totale dei carcinomi.
Meno del 5% dei tumori della tiroide, che si presentano sotto forma di noduli tiroidei, risulta essere maligno.
Il tumore della tiroide, a seconda della tipologia di cellule da cui è composto, può essere: papillare (il più frequente (70-80%), soprattutto nella fascia di età 30-50 anni, ma generalmente poco aggressivo), follicolare ( 5-15% di tutti i tumori della tiroide, più frequente negli anziani), midollare (5-10% dei tumori alla tiroide e colpisce prevalentemente dopo i 50 anni di età), anaplastico (è la forma più rara ma più pericolosa che si presenta nell’1-5% dei casi, colpisce prevalentemente gli anziani).

  • Gozzo

Il gozzo indica genericamente un aumento di volume della tiroide, che non è però indicativo di una specifica patologia, potendo verificarsi sia in caso di ipertiroidismo che di ipotiroidismo che in condizioni fisiologiche.
Gozzo semplice: è l’aumento di volume e di peso della ghiandola tiroidea, e si può verificare quando essa cerca di compensare la sua insufficiente produzione di ormoni tiroidei, a causa di una scarsa presenza di iodio;
Gozzo multinodulare: è l’evoluzione naturale del gozzo semplice, dovuta alla stimolazione della ghiandola a crescere determinata dalla carenza iodica che porta allo sviluppo accelerato di alcune cellule all’interno della tiroide che formano noduli;
Gozzo uninodulare tossico (morbo di Plummer): seppur raro, è determinato dalla presenza di un tumore benigno all’interno della tiroide che cresce e produce autonomamente ormoni tiroidei;
Gozzo multinodulare tossico: si tratta di un gozzo che presenta al suo interno uno o più noduli in grado di crescere e produrre ormoni tiroidei in modo autonomo e che può portare all’ipertiroidismo;
Gozzo diffuso tossico (morbo di Basedow): è una malattia autoimmune ed è la causa più frequente di ipertiroidismo nelle aree iodio-sufficienti, può svilupparsi a qualsiasi età ed è molto più frequente nelle donne.

  • Tiroiditi

Le tiroiditi sono infiammazioni della tiroide.
La forma di tiroidite più comune è la tiroidite di Hashimoto, appartiene al gruppo delle tiroiditi autoimmuni ed è la causa più comune di ipotiroidismo nei paesi occidentali.
A causa di un’anomalia del sistema immunitario i linfociti aggrediscono le cellule della ghiandola tiroidea, provocandone un’infiammazione e una riduzione della funzionalità.
Un altra forma di tiroidite è la tiroidite subacuta, una patologia detta tiroidite di De Quervain, che si manifesta con infiammazione della ghiandola tiroidea, probabilmente di origine virale provoca febbre, dolore al collo e malessere diffuso.

Tiroide: sintomi di malfunzionamento

I sintomi delle malattie tiroidee sono generalmente aspecifici, ma quelli a cui le patologie della tiroide sono riconducibili sono:

  • alterazione di peso: in quanto gli ormoni tiroidei influenzano il metabolismo di grassi e carboidrati e il corretto funzionamento dell’apparato digerente. In caso di ipotiroidismo, si verifica un aumento di peso nel 57% dei casi, mentre nell’ipertiroidismo il 52-85% dei pazienti  preseta un sensibile dimagrimento;
  • debolezza e stanchezza: perdita di energia e forza muscolare, possono spesso essere segnale di un malfunzionamento della tiroide, e sono sintomi presenti nella quasi totalità delle patologie ipotiroidee;
  • alterazioni della sfera psico-intellettiva: ai casi di ipotiroidismo sono spesso associati disturbi della memoria, sonnolenza, difficoltà di concentrazione, pensiero rallentato, mentre nell’ipertiroidismo sono frequenti insonnia, nervosismo e sbalzi di umore;
  • intolleranza caldo e freddo: la produzione dell’ormone tiroideo T3 è importante nella termoregolazione, per questo i soggetti colpiti da ipotiroidismo sono nel 90% dei casi intolleranti al freddo, mentre viceversa i pazienti ipertiroidei presentano un’elevata sensibilità al caldo;
  • secchezza della pelle e fragilità delle unghie: cute, unghie e capelli, sono tra le prime parti del corpo a essere interessate da eventuali squilibri degli ormoni tiroidei. Nel 97% delle persone affette da ipotiroidismo la superficie cutanea è fredda, secca e ruvida e le ferite tardano a rimarginarsi, mentre nel 76% dei casi le unghie sono fragili e crescono lentamente e i capelli appaiono deboli e opachi;
  • disturbi intestinali: gli ormoni tiroidei svolgono un’azione stimolante sulla muscolatura intestinale, quindi in caso di ipotiroidismo può manifestarsi stipsi nel 60% dei casi, mentre in caso di ipertiroidismo si ha un aumento delle contrazioni intestinali.

Tiroide: esami

Ecografia tiroide Health Around Me

Per ricercare eventuali malfunzionamenti della tiroide il medico più consigliare vari esami fra i quali test di laboratorio, con un comune prelievo di sangue, per la valutazione della funzionalità tiroidea (il test di dosaggio del TSH è comunemente ritenuto l’esame più accurato per analizzare l’attività della ghiandola tiroidea). Il TSH  è un ormone che stimola la tiroide a produrre gli ormoni T3 e T4; se il valore è ridotto, significa che la ghiandola sta funzionando troppo (ipertiroidismo), in caso contrario, se presenta valori elevati, la tiroide sta lavorando troppo poco (ipotiroidismo).
Se i risultati dei test di laboratorio evidenziano valori non corretti, l’endocrinologo potrà approfondire la valutazione, prescrivendo esami strumentali come ecografia, scintigrafia e agoaspirato (o biopsia tiroidea).

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Boom tumori tiroide, inquinamento fra possibili cause Quasi triplicati in 20 anni, ma possibile diagnosi precoce

(ANSA) – ROMA, 06 DIC – I tumori della tiroide sono aumentati negli ultimi 20 anni di quasi tre volte, e fra le cause di questo vero e proprio boom ci sono anche quelle ambientali. Lo hanno affermato gli esperti dell’Associazione Italiana Tiroide (Ait) durante il loro congresso annuale in corso a Roma.

Secondo gli ultimi dati disponibili in Italia ci sono circa 14mila nuovi casi di tumori che coinvolgono la ghiandola tiroidea l’anno, di cui poco solo più di 3mila riguardano gli uomini. ”Quello della tiroide, i cui casi sono quasi triplicati in 20 anni, rappresenta il 2% di tutte le diagnosi tumorali che si fanno in Italia – ha spiegato Paolo Vitti, segretario Ait -.

L’aumento è considerevole, e dipende sia da un miglioramento delle capacità di diagnosi sia da fattori tossici ambientali, come l’esposizione a sostanze tossiche o la carenza di iodio.

Per fortuna con i mezzi attuali è possibile fare una diagnosi precoce e curare in tempo questi tumori. Non a caso anche se l’incidenza è aumentata la mortalitá è rimasta costante”.

Uno studio italiano fatto in Sicilia ha confermato che vivere in zone vulcaniche aumenta il rischio, mentre il legame tra inquinanti e questi tipi di cancro non ha ancora prove definitive. ”I rifiuti tossici sono fortemente sospettati, ma ancora non c’è una prova definitiva – afferma Vitti – anche perché mancano i registri dei tumori per poter trarre conclusioni”.

Tra le cause accertate di aumento del rischio c’è l’esposizione a radiazioni, comprese quelle derivanti da alcuni test diagnostici. ”Per alcuni esami come la Tac, un piccolo aumento c’è, e bisogna tenerne conto ad esempio se i pazienti sono bambini, ma non bisogna fare allarmismi – ha spiegato massimo Salvatori dell’universita’ Cattolica di Roma durante la sessione del congresso dedicata a questo tema -. Per un certo periodo è finita sotto accusa anche la mammografia, mentre poi è emerso che l’aumento del rischio è così piccolo che ci vogliono un miliardo di donne che fanno il test per avere 56 casi in più”. (ANSA).

Tiroide, riconoscere i sintomi. 6 possibili campanelli d’allarme

Malfunzionamenti o infiammazioni della tiroide possono avere gravi conseguenze, è quindi importante riconoscerne i sintomi


FOTOGALLERYScopri i disturbi alla tiroide e i sintomi

La tiroide è una ghiandola che ha un ruolo importantissimo nel controllare il metabolismo del corpo e tutte le sue funzioni grazie alla produzione di ormoni. E’ proprio dalla quantità di ormoni che vengono prodotti che possono nascere delle disfunzioni alla tiroide. La tiroide può produrre una quantità eccessiva di ormoni, in questo caso si tratterà di ipertiroidismo ed il corpo consumerà energia più velocemente del normale, o produrne pochi, in questo secondo caso si tratterà di ipotiroidismo e l’energia si consumerà più lentamente. Quest’ultimo è un disturbo che colpisce prevalentemente il sesso femminile con una più alta frequenza nella menopausa e in post menopausa ma si può manifestare fin dall’età pediatrica, nell’adolescenza e nell’età adulta. Inoltre questa ghiandola può anche subire infiammazioni, chiamate tiroiditi, o ingrandirsi, o produrre una o più tumefazioni, dette noduli, in alcuni casi si può trattare anche di tumori. Vediamo quali sono i sintomi che aiutano a capire se c’è un malfunzionamento della tiroide. 

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La tiroidite: come si manifesta, come curarla

Tiroidite dolorosa

La tiroide è, come detto, una ghiandola a secrezione interna ciò significa che al pari di altre ghiandole del sistema endocrino riversa i suoi ormoni all’interno del corpo; sono ghiandole a secrezione esterna invece, quelle ghiandole che agiscono riversando i loro prodotti all’esterno del corpo, ad esempio le ghiandole sebacee, sudoripare, solo per citarne due.

 

L’energia, questione di tiroide

La tiroide svolge l’importante compito di secernere ormoni quali la Tiroxina e la Triiodotironina, sostanze queste che regolano il dispendio di energia da parte dell’organismo intervenendo nella sua produzione e non solo, a questi ormoni è affidato anche il compito di presiedere alla crescita armonica del corpo e delle cellule che lo compongono così come, quando eravamo nel “pancione ” della nostra mamma, il nostro cervello cresceva anche grazie alla tiroide.

Gli stessi grassi del sangue vengono utilizzati nel metabolismo dell’organismo proprio grazie a questa ghiandola endocrina e con meccanismi complessi alla tiroide è anche affidato il difficile compito di presiedere alla funzionalità del cuore, al buono stato di salute della pelle, delle unghie, compreso il benessere della nostra mente. In tutto ciò gioca un ruolo fondamentale lo iodio che è un componente essenziale della conformazione degli ormoni.

Le malattie della tiroide

In questa sede parleremo della tiroidite, ma le malattie della tiroide sono molteplici e saranno oggetto di trattazione nei prossimi argomenti. Dunque, tornando alla tiroidite tale patologia fa parte di quel gruppo di malattie definite autoimmuni, intendendo con questo termine quelle patologie causate dal fatto che l’organismo non riconosce più un proprio organo come ” suo “; attaccandolo con i propri anticorpi lo tratterebbe alla stregua di un comune nemico.

La tiroidite

Dunque, una delle malattie autoimmuni più frequenti a cui va incontro la tiroide è la cosiddetta tiroidite, una vera e propria infiammazione dell’organo dovuta all’attacco dello stesso organismo, come visto in precedenza. A soffrire maggiormente della patologia sono le donne che si ammalano cinque volte di più degli uomini ad un’età intorno ai 45 anni in su, ma non mancano i casi di tiroidite giovanile.

Per completezza di informazioni diciamo che la tiroidite autoimmune è anche nota come tiroidite di Hashimoto, ciò in quanto a scoprirla fu questo medico nipponico che la descrisse nei dettagli.

Le cause della tiroidite autoimmune

Della tiroidite autoimmune non si conosce una vera e propria causa scatenante, ma come spesso accade con questo tipo di malattie croniche, la predisposizione genetica e familiare potrebbe partecipare all’esordio della malattia, senza dimenticare però che alcune malattie infettive su base virale possono essere implicate anch’esse quali cause indirette, alla stregua degli stessi fattori ambientali e ormonali che possono partecipare parimenti alla malattia stessa.

La sintomatologia della tiroidite autoimmune

Spesso il paziente per lungo tempo, pur essendo affetto dalla patologia, non ravvisa alcun cambiamento del proprio stato di benessere, è solo col tempo che intervenendo una vera e propria alterazione della ghiandola, si verifica uno squilibrio degli ormoni secreti e solo in quest’epoca il paziente è indotto a recarsi dal proprio medico per lamentare una serie di sintomi che non riesce più a spiegarsi. La stanchezza cronica e soprattutto immotivata e protratta nel tempo è il sintomo principe che il malato lamenta al proprio medico curante segno che la tiroide sta cominciando a dare i segni di un malfunzionamento essendo di fatto interessata da quello che si definisce ipotiroidismo.

Al primo sintomo è spesso associata una palese difficoltà di concentrazione, un aumento ponderale abbastanza evidente, una continua difficoltà di concentrazione con perdita progressiva della propria performance psico-fisica, compresa la sonnolenza, la pelle secca, la perdita di peli e capelli e l’alterata resistenza al freddo rispetto ad un tempo.

sintomi sono generalmente lamentati tutti in sequenza uno dopo l’altro e difficilmente, nel caso di una tiroidite autoimmune ci si lamenta di solo uno o due di questi segni, visto che quando si giunge a lamentarsi di una sintomatologia costellata da diversi disturbi si è di fronte ad uno stato conclamato di infiammazione con conseguente riduzione di volume della tiroide stessa e perdita parziale o, addirittura totale della funzionalità dell’organo.

Diagnosi di tiroidite autoimmune

L’endocrinologo al quale ci si sarà rivolti su indicazione del proprio medico di famiglia, ravviserà l’esigenza di accertare lo stato della tiroide sottoponendo il paziente ad tutta una serie di esami ematici che consistono nella conta degli anticorpi anti-tireoglobuline e anti-perossidasi, ricordiamo l’origine della malattia autoimmune, oltre a definire altri importanti parametri circa la funzionalità della tiroide quali il dosaggio del TSH, del T3 e del T4, il tutto accompagnato da un’ecografia della tiroide che serve a delineare l’esatta morfologia e grandezza dell’organo e gli eventuali danni che abbia riportato.

Terapia della tiroidite autoimmune

Occorre dire che non esiste una cura della malattia, però si giunge ugualmente a guarigione invitando il paziente ad assumere farmaci a base dell’ormone tiroideo, tiroxina, che la tiroide non è più in grado di rilasciare come dovrebbe. Il paziente in questo modo giunge presto alla remissione dei sintomi, riprende una vita normale e, soprattutto, non dovrà ricorrere ad alcun intervento chirurgico per questo tipo di patologia.

Fonte: Tanta salute

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video Ipotiroidismo: malassorbimento e dosaggio della Tiroxina

video » Ipotiroidismo: malassorbimento e dosaggio della Tiroxina


 


patologie correlate: Ipotiroidismo – Tiroide (malattie della) –

Il problema del corretto dosaggio della Tiroxina affligge migliaia di pazienti affetti da ipotiroidismo. Studi accurati sui meccanismi di assimilazione dell’ormone tiroideo hanno dimostrato che il malassorbimento del farmaco è spesso legato a patologie gastrontestinali non ancora diagnosticate e a comportamenti errati nell’impiego del farmaco. Ciò rende oggi possibile un corretto dosaggio personalizzato per ogni paziente.

 

Esami del sangue: valutazione della funzionalità della tiroide

Ematologia

Esami del sangue: valutazione 
della funzionalità della tiroide

Come leggere valori e risultati delle analisi del sangue

Quando vai a fare gli esami del sangue, le analisi fanno luce su vari aspetti della tua salute. Si può valutare per esempio il funzionamento della tiroide, la ghiandola endocrina situata nel collo davanti alla laringe e alla trachea che, attraverso la produzione delle iodotironine (T4 e T3), regola il metabolismo basale e la sintesi di proteine essenziali per l’organismo. Le patologie più comuni sono ipotiroidismo e ipertiroidismo

Ecco quali sono i valori nella media e cosa significano eventuali variazioni che trovi nei risultati dell’esame del sangue. Ricorda sempre però che il referto deve essere controllato e interpretato dal tuo medico. 

• TSH: è un ormone prodotto dall’ipofisi e che regola il funzionamento della tiroide. Stimola la tiroide e la formazione degli ormoni T3 e T4. 
Uomo/donna: 0,2-0,4 microIU/millilitro 
Valori maggiori: ridotta secrezione di ormoni tiroidei, asportazione della tiroide 
Valori minori: eccesso di ormoni tiroidei in circolo, trattamenti farmacologici (aspirina, eparina, glicocorticoidi, steroidi) 

• Tiroxina libera (FT4)
Uomo/donna: 5-12 mg/decilitro 
Valori maggiori: eccesso di ormoni tiroidei in circolo, tumori bronchiali e pancreatici 
Valori maggiori: ridotta secrezione di ormoni tiroidei, trattamenti farmacologici (corticotropina, cortisone, testosterone) 

• Tri-iodotironina libera (FT3)
Uomo/donna: 80-180 mg/decilitro 
Valori maggiori: eccesso di ormoni tiroidei in circolo, tumori bronchiali e pancreatici 
Valori maggiori: ridotta secrezione di ormoni tiroidei, trattamenti farmacologici (corticotropina, cortisone, testosterone)
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DAY HOSPITAL /1. Cominciamo dall’otorinolaringoiatra

di Andrea Brivio

LECCO – Inauguriamo con questa prima puntata di “Day Hospital”,  il viaggio di Lecco Notizie all’interno dell’Ospedale Manzoni che ci porterà a conoscere, ogni venerdì, tutti i reparti e il personale medico della struttura ospedaliera lecchese, per scoprire, insieme ai nostri lettori, la realtà sanitaria del nostro territorio.

L’approfondimento prende il via dal reparto di Otorinolaringoiatria: il suo nome, oltre a risultare un vero e proprio scioglilingua per i non addetti ai lavori, nasconde in sé una vasta attività chirurgica, che spazia dai trattamenti medici delle patologie di naso, orecchio e collo, a più complesse operazioni oncologiche per tumori alle vie respiratorie ed alla tiroide.

A farci da guida nel nostro primo tour al Manzoni è il primario dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria di Lecco e Merate, il Dottor Renato Piantanida, 55enne medico di Gallarate.

Da oltre un decennio a capo del struttura medica lecchese, il Dottor Piantanida ha eseguito oltre otto mila interventi tra l’ospedale di Lecco e quello di Circolo di Varese, dove ha lavorato per circa 15 anni prima di giungere al Manzoni. Vice presidente della Società Italiana di Otorinolaringoiatria Pediatrica, è autore e co-autore di oltre novanta pubblicazioni scientifiche, oltre ad essere stato relatore in ben 120 congressi nazionali ed internazionali, inoltre dal 2004 è delegato italiano all’Unione Europea Medici Specialisti.
Ad accompagnarlo nell’attività del reparto ci sono i Dottori Paolo Lovotti, Sergio Valentini, Sebastiano Mininni, Matteo Giovari e le Dottoresse Eleonora Casati e Ida Fuoco.

Il direttore ha conosciuto i cambiamenti affrontati dalla struttura, che da reparto indipendente è confluito nel 2009 in un’area di degenza comune, quella della Chirurgia, a seguito della riorganizzazione in campo sanitario dettata dalla Regione.

Al di la della novità organizzativa, ci sono peculiarità dell’unità operativa che non sono cambiate nel tempo, tra queste le operazioni alle adenoidi e alle tonsille, che tuttora si confermano i trattamenti più richiesti dagli utenti: “Nonostante gli anni passino, la chirurgia otorinolaringoiatria pediatrica resta quella più frequente. Sicuramente c’è stata una limitazione significativa degli interventi, una riduzione di circa un quarto a livello mondiale nell’arco di 20 anni. Ciò non di meno, ci sono delle situazioni oggi ben definite dalle linee guida del ministero nelle quali la procedura chirurgica resta la soluzione più opportuna e queste sono ancora numerose”, spiega il Dottor Piantanida. Solo nei primi cinque mesi del 2012, tra il Manzoni e il Mandic, sono già state eseguite 80 operazioni alle tonsille e alle adenoidi, per una media di mille interventi l’anno.

Il punto di forza dell’otorinolaringoiatria lecchese è però rappresentato dalla Chirurgia Oncologica, che si avvale della collaborazione di radioterapista e oncologo medico per visite ai pazienti, diagnosi e trattamenti post-operatori collegiali. “E’ sicuramente un’offerta che non esiste ovunque – preosegue il Primario – e che qui è attiva dal 2000; un servizio per il quale siamo molto orgogliosi”.

I tumori più diffusi sono quelli delle prime vie respiratorie: cavo orale, bocca, laringe, faringe; un capitolo a parte sono i tumori della tiroide, questi ultimi in aumento vertiginoso; l’anno scorso sono stati compiuti circa 80 interventi, nel 2000 solo quattro”. Nonostante l’allarmante evoluzione del fenomeno, le neoplasie della tiroide riescono ad essere sconfitte con maggiore frequenza rispetto a quelle delle mucose: “Esiste una distinzione notevole tra l’andamento delle due tipologie di tumore – evidenzia Piantanida – in particolare, nei tumori alle prime vie respiratorie la sopravvivenza complessiva si aggira tra il 50 e 70%; i tumori della tiroide invece, se trattati bene chirurgicamente e con il complemento della medicina nucleare, possono raggiungere sopravvivenze del’80-90%. In ogni caso, tali soglie sono ben superiori ad altri tipi di tumori come al polmone e al pancreas, dove i numeri sono ben più drastici”.

Le cause di tali mali vanno ricercati nell’abuso di fumo e alcool, per quanto riguarda le vie respiratorie; ancora incerte nel caso della tiroide, una malattia trasversale che colpisce i bambini quanto soggetti adulti e anziani:

“A lungo si è studiato il legame tra la malattia e l’esposizione alle radiazioni, per questo si ci aspettava una pesante ricaduta con la disgrazia di Chernobyl; i numeri, in quel caso, sono aumentati ma non con l’intensità prospettata. Non c’è, per fortuna, questo tipo di accostamento sicuro, che è risultato più visibile nell’ambito territoriale dell’Ucraina e della Bielorussia; in realtà, l’aumento della malattia c’è stato in tutto il mondo, negli Stati Uniti come in Cina, ma non è possibile rilegarlo a quell’avvenimento. La connessione sicura con il fenomeno era legata alla popolazione degli anni ’50 – evidenzia il dottore – quando l’uso delle radiazioni in campo medico non seguiva norme protezionistiche rigorose quanto quelle odierne. Ciò rimane nei libri come retaggio storico, ma non è più attuale e ad oggi non è possibile affermare con certezza questa relazione”.

L’unità di Otorinolaringoiatria non si occupa solo di patologie curate attraverso la chirurgia, bensì anche di fratture al naso ed altri tipi traumi o patologie che non asseriscono necessariamente in una procedura chirurgica. Tra le principali attrezzature utilizzate per le visite agli utenti, gioca un ruolo fondamentale il fibrolaringoscopio, attrezzato nella sala dell’otomicroscopia e fibroendoscopia, che permette di evidenziare eventuali lesioni della laringe.

Il reparto lecchese offre un ulteriore servizio mirato, grazie alla scelta di mantenere attiva la figura storica dell’audiovestibologo, soppressa in altre realtà ospedaliere: si tratta di un medico otorino specializzato nei disturbi dell’equilibrio e dell’udito, impiegato in particolare nelle prove di adattamento delle protesi acustiche. Un settore in evoluzione con oltre 6 mila visite di audiovestibologia nello scorso anno e 172 prescrizioni di protesi uditive (queste ultime in aumento di 72 unità rispetto al 2010).

Inoltre, da circa otto anni, l’ospedale attua lo screening audiologico universale sui neonati, valutando, attraverso appositi macchinari, la funzionalità uditiva del soggetto. “Questo permette di intercettare in tempi molto precoci le sordità congenite nel piccolo. Procedere tempestivamente alla protesizzazione evita che il bambino diventi sordomuto”. Il servizio è offerto sia al Manzoni che al Mandic così, ad esclusione dei nati in cliniche private, può coprire tutti i bambini concepiti in Provincia di Lecco.

Complessivamente, lo scorso anno, l’unità di Otorinolaringoiatria ha eseguito circa 15 mila prestazioni ambulatoriali a Lecco e 7500 a Merate; mille le operazioni chirurgiche per un totale di 1200 ricoveri ospedalieri. Non pochi i pazienti che hanno deciso di omaggiare i medici del reparto per il loro operato, inviando biglietti di ringraziamento ora affissi in reparto. Non nasconde la soddisfazione il dottor Piantanida: “Lavoriamo per questo – ammette – Siamo orgogliosi di poter offrire e gestire in maniera autonoma un servizio completo all’utente quale non è costretto a cercare in altri presidi ospedalieri ciò che invece può trovare nella nostra struttura. Oltretutto, l’integrazione con l’ospedale di Merate ha permesso di ridurre sensibilmente i tempi di attesa, per cui una patologia minore viene operata entro tre mesi, con una priorità maggiore di 30 giorni per tumori o gravi situazioni nel bambino”.