Tumori di testa e collo: sintomi sottovalutati, ma il tempo è prezioso

La malattia cresce in fretta, ma troppo spesso si perdono mesi prima di iniziare le terapie. Servono centri specializzati e riabilitazione. Un’App dà voce a chi non l’ha

di Vera Martinella

shadow

 

Si perde troppo tempo tra la diagnosi e l’inizio delle cure e poi di nuovo passano troppe settimane tra l’intervento chirurgico e la prima seduta di radioterapia. E’ ancora scarsa la conoscenza dei sintomi che devono allarmare e c’è un numero, impressionante, che non è ben chiaro a molti: l’85 per cento dei tumori di testa e collo è riconducibile al tabacco. Le forme di cancro che interessano naso, labbra, lingua, interno della bocca, ghiandole salivari, laringe e faringe colpiscono ogni anno in Italia oltre 10mila uomini e quasi 2mila donne. «La diagnosi precoce, ancora una volta, può salvare la vita – ricorda Lisa Licitra, responsabile della Struttura di Oncologia Medica dei Tumori Testa e Collo all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, durante un incontro organizzato a Milano per presentare nuove iniziative a favore dei pazienti -: se s’interviene negli stadi iniziali di malattia oltre l’80 per cento dei pazienti è vivo dopo i cinque anni dalla diagnosi, ma queste probabilità calano drammaticamente al 50 per cento quando la neoplasia viene individuata in fase avanzata».

 

Il tempo è prezioso: «Sono tumori che crescono in fretta»

«Secondo i dati raccolti per l’Italia da una recente indagine europea – continua Licitra – il 42 per cento dei pazienti con una neoplasia di testa e collo impiega oltre un mese a passare dalla diagnosi al primo trattamento. Per un tumore del seno questo accade solo al 17 per cento delle malate. Inoltre nel 75 per cento dei casi servono poi più di sei settimane per iniziare la radioterapia dopo l’operazione. Si perde troppo tempo e, quel che è peggio, spesso queste malattie crescono rapidamente». Il tempo è prezioso anche in fase diagnostica: «Bisogna sensibilizzare di più le persone e anche i medici di famiglia – aggiunge Renzo Corvò, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Cervico Cefalica -. Male alla gola, raucedine persistente, bruciore alla lingua, deglutizione faticosa o dolorosa, ulcere o placche rosse o bianche in bocca, naso chiuso da una narice o sangue da naso: in presenza uno di questi sintomi da tre o più settimane è bene andare dal medico e approfondire se si tratta di qualcosa di passeggero o meno. In caso di sospetti rivolgersi a un otorinolaringoiatra».

 

 

 

Medici specializzati che lavorano in team e riabilitazione: così si è curati meglio

A fare la differenza è anche la struttura in cui si viene curati: «Servono equipe multidisciplinari in cui i vari specialisti per questi tumori prendano decisioni confrontandosi – prosegue Corvò, che è anche responsabile dell’Oncologia Radioterapica al San Martino-Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova -. Chirurghi, oncologi e radioterapisti devono lavorare al fianco di nutrizionisti e riabilitatori (logopedista o esperti di deglutizione, fonetica, recupero di olfatto e gusto) perché dopo le cure per un tumore del distretto testa-collo i pazienti devono spesso affrontare cambiamenti importanti dal punto di vista fisico e psicologico, ma attraverso informazione e sostegno adeguati le barriere si possono superare ed è possibile molto spesso tornare a una vita normale». Trattandosi di tumori che colpiscono il volto e organi importanti e decisivi per la qualità della vita, l’impatto estetico e psicologico non è secondario e la riabilitazione è un fatto essenziale: «Permettere la riacquisizione di funzioni cruciali dopo interventi molto faticosi è cruciale per migliorare la vita dei malati – sottolinea Maurizio Magnani, ex paziente direttore del reparto di Otorinolaringoiatria all’ospedale di Cremona e presidente nazionale di Ailar (Associazione Italiana Laringectomizzati) e Fialpo (Federazione Italiana delle Associazioni di Laringectomizzati e dei Pazienti Oncologici della testa e del collo) -. C’è moltissimo da fare su questo fronte: i centri in grado di offrire l’aiuto necessario ai pazienti sono pochi, così troppo spesso s’allungano i soggiorni in ospedale oppure la riabilitazione è affidata esclusivamente alle associazioni di pazienti e a volontari».

 

Iniziative che aiutano i malati: una App che dà voce a chi non l’ha

Nell’incontro milanese sono state presentate nuove iniziative, realizzate da Merck Serono con il patrocinio di Aiocc, dedicate ai malati con un tumore testa e collo: due libretti informativi che saranno distribuiti presso i centri di radioterapia di tutta Italia con indicazioni utili sulla patologia e sulla gestione degli effetti indesiderati (in particolare le tossicità cutanee). Inoltre, è stata perfezionata e aggiornata, a un anno dal lancio , la App La mia voce, pensata appositamente per aiutare i pazienti colpiti da tumore della testa e del collo ad affrontare la temporanea o permanente mancanza di voce. Funziona su tablet e smartphone e, in pratica, sostituisce l’uso di carta e penna o di vari tipi di lavagne su cui le persone scrivono per comunicare. Ci sono oltre 130 icone e di frasi pre-registrate, studiate per le esigenze più comuni: dalle frasi tipiche di una conversazione a tavola, agli stati d’animo, agli Sos che possono essere utili per strada («Non ho voce, non mi sento bene, mi chiama un taxi per favore?» recita un icona con il taxi) o in ospedale («Posso avere un antidolorifico, per favore?», ad esempio). E’ poi possibile creare nuove icone personalizzate e inserire testi, che vengono riprodotti da un sintetizzatore vocale.

fonte

La Mia Voce, per i disabili della fonazione una App su Android e Mac IOS

MILANO. Un’applicazione per sistemi Android e Mac IOS realizzata in collaborazione con l’IRCCS – Istituto Nazionale dei Tumori di Milano cambierà in meglio la vita sociale e relazionale a pazienti con problemi fonatori e di parola. A renderlo noto Maurizio Magnani, presidente dell’Associazione Italiana Laringectomizzati e della Federazione Italiana delle Associazioni Laringectomizzati Pazienti Oncologici. Il software, scaricabile gratuitamente dalla rete, è disponibile su supporti tablet, smartphone e smartwatch ed è stato battezzato “La mia voce”.

All’iniziativa hanno aderito anche l’Associazione Italiana Oncologia Cervico Cefalica e l’Associazione Oncologica Italiana Mutilati della Voce.

 

A dire di Magnani, che ha presentato l’applicativo qualche giorno fa nella capitale lombarda, è il primo programma al mondo di comunicazione assistita appositamente per i pazienti colpiti da varie patologie invalidanti la voce.

 

L’App è stata creata da Merck Serono assieme ad alcuni pazienti con la passione per la comunicazione, le nuovo tecnologie e l’informatica. Come accennavamo poco fa, è scaricabile su Apple Store e Google Play Store.

 

L’applicazione è formata da circa 150 icone e frasi pre-registrate con sonoro vocale maschile e femminile. In futuro si pensa di implementare l’App con lingue straniere e ulteriori supporti iconografici. Per il momento, spiega Magnani, si è già compiuto il primo “miracolo”, ma non ci si fermerà ovviamente al contingente.

 

 

Con il software si potranno porre domande semplici e per le comuni attività della vita quotidiana in pubblico o in privato: taxi, caffè, segnali di pericolo o di Sos, terapia ed altro.

 

Per i cosiddetti “smanettoni” è possibile, infine, creare icone personalizzate a cui assegnare dei segnali vocali prodotti da un sintetizzatore digitale.

 

Agli infermieri il compito di conoscere l’App e di insegnare il suo utilizzo corretto ai pazienti, anche anziani o profani delle nuove tecnologie, che ne avessero bisogno.

 

Scaricate gente!

fonte

Tumori testa e collo: “Senseless” e ancora troppo elevato il numero di vite perse a causa della scarsa conoscenza di questa neoplasia

Sono spaventato, ho paura di non poter essere più capace di parlare o mangiare”. “Avrei voluto essere subito rassicurato sulla possibilità di curarmi; al momento della diagnosi mi sono sentito come un condannato a morte”. 

 

Racconti, emozioni e paure che emergono dalle testimonianze di alcuni pazienti colpiti da tumore della testa e del collo.

 Nonostante siano molto diffusi, i tumori della testa e del collo sono ancora poco conosciuti. Spesso vengono associati a stili di vita errati, come l’abuso di alcol e il fumo, ma in realtà esiste anche un nuovo fattore di rischio – l’HPV – che può provocare i tumori testa-collo nelle persone molto giovani, sia uomini che donne.

Si tratta di neoplasie che colpiscono organi importanti e che inficiano fortemente la  vita relazionale di una persona; per il paziente, un intervento drastico può avere pesanti ripercussioni sia dal punto di vista fisico che emotivo (ad es: l’asportazione della lingua o della laringe può comportare la perdita della capacità di parlare e deglutire).

 In Italia esiste un’Associazione che da 70 anni contribuisce a ridurre l’impatto che questi tumori hanno sulla vita dei pazienti e dei loro familiari: si tratta dell’AILAR, che ha iniziato l’attività di riabilitazione fonetica a Milano nel 1942 e che nel 2008 ha costituito la FIALPO insieme ad altre Associazioni con scopi analoghi. “Nel corso di questa lunga storia – ricorda il Dottor Maurizio Magnani, Presidente di AILAR e FIALPO – abbiamo portato una voce di speranza ai pazienti. Ancora oggi, il nostro impegno è quello di far comprendere loro che la vita va avanti e le nostre Associazioni sono pronte a rispondere alle loro esigenze con passione e forte impegno”.

Oggi sono 120 i centri presenti in tutta Italia gestiti dalle Associazioni che fanno capo alla FIALPO.

 

I tumori della testa e del collo possono comunque essere combattuti: con il riconoscimento tempestivo dei sintomi, che molto spesso sono sfumati e comuni ad altre patologie più frequenti e meno gravi, come la laringite e l’otite “Purtroppo, la maggior parte dei pazienti arriva alla diagnosi molto tardi. – ha proseguito il Dottor Maurizio Magnani – Per questo motivo è fondamentale aumentare l’impegno da parte di tutti per migliorare l’informazione sui fattori di rischio e sul riconoscimento precoce dei sintomi.”

Con terapie sempre più innovative che la ricerca scientifica mette a disposizione, evitando interventi più demolitivi e invalidanti. “Oltre alle innovazioni in campo radioterapico e chemioterapico – ha spiegato la Dottoressa Lisa Licitra, Responsabile Struttura Semplice Dipartimentale Oncologia Medica Tumori Testa & Collo, Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – l’introduzione dei trattamenti biologici mirati ha cambiato l’approccio a questi tumori, aumentando significativamente la sopravvivenza dei pazienti e garantendo loro una buona qualità di vita. In un percorso complesso di questo tipo, è fondamentale che il medico ascolti e dialoghi con il proprio paziente per creare una vera e propria alleanza che consenta di condividere le decisioni terapeutiche”. “Nella comunicazione – ha aggiunto il Dottor Magnani – è importante che il medico consideri e gestisca le forti emozioni del paziente, come l’incredulità, la paura e la chiusura in se stessi. Questi aspetti non devono essere sottovalutati poiché possono compromettere la terapia.”

Con l’essenziale collaborazione tra specialisti di differenti discipline. “Questi tumori sono molto complessi e devono essere affrontati in modo globale per assicurare al paziente il miglior trattamento possibile – ha affermato il Dottor Giovanni Succo, Direttore Reparto di Otorinolaringoiatria, Ospedale San Luigi Gonzaga – Martini, Torino –. Studi recenti hanno dimostrato come la collaborazione tra specialisti aumenti la sopravvivenza dei pazienti, permettendo in molti casi di preservare le funzioni dell’organo colpito, a prescindere dal tipo di strategia terapeutica adottata”.

 “La testimonianza di un ex paziente volontario può aiutare altri pazienti nel difficile momento della scelta che si troveranno ad affrontare. – ha dichiarato il Dottor Umberto Tassini, responsabile del Centro Studi FIALPO e Consigliere Nazionale AILAR –. La nostra collaborazione coi reparti ORL, già al momento della comunicazione della diagnosi, è essenziale per far comprendere le diverse prospettive di vita che ancora si aprono, nonostante la gravità della malattia”.

 “Merck Serono vuole essere vicina ai pazienti affetti da tumore della testa e del collo – ha concluso il Dottor Antonio Messina, Presidente e Amministratore Delegato di Merck Serono S.p.A. – grazie al suo continuo impegno nella ricerca scientifica ed alla promozione di iniziative come questa, mirate ad informare e sensibilizzare sulla patologia”.

fonte