Inizia oggi la prima settimana paneuropea per la consapevolezza dei tumori della testa e del collo (23-27 settembre 2013)

  • La European Head and Neck Society (EHNS) ha oggi lanciato la prima settimana europea per la consapevolezza dei tumori della testa e del collo, per evidenziare le difficoltà insite nella gestione della malattia e per aumentare la consapevolezza di questa neoplasia, che può essere sottoposta a trattamento
  • Pur essendo il sesto tumore più comune al mondo, la neoplasia che colpisce testa e collo resta ampiamente sconosciuta
  • Maggior consapevolezza, diagnosi precoce e trattamenti appropriati possono migliorare significativamente i risultati sui pazienti
  • La European Head and Neck Society (EHNS) ha oggi annunciato l’inizio della prima settimana paneuropea della consapevolezza dei tumori della testa e del collo, che si concluderà venerdì 27settembre. Obiettivo principale è aumentare la conoscenza di questa malattia, per cui sono disponibili trattamenti, che ogni anno in Europa provoca oltre 62.000 decessi. Le neoplasie del distretto testa-collo, diagnosticate a oltre 132.000 persone in Europa nel solo 2012, sono il sesto tumore più diffuso al mondo.

    I tumori della testa e del collo interessano diverse aree, incluso l’interno della bocca e la lingua (‘cavità orale’), la gola (‘faringe’) e la cavità laringea (‘laringe’). Non colpiscono il cervello né gli occhi.

    “Diversamente da altri tipi di cancro, nell’opinione pubblica e tra i professionisti sanitari riscontriamo con preoccupazione un basso livello di consapevolezza di manifestazioni e sintomi delle neoplasie relative al distretto cervicofacciale”, ha dichiarato il professor Jean Louis Lefebvre, presidente di EHNS e docente presso l’ENT and Head and Neck Surgery, Centre Oscar Lambert di Lille, in Francia. “Con l’avvio di questa settimana della consapevolezza, che fa parte della Make Sense Campaign, speriamo di stimolare una maggior conoscenza e consapevolezza della malattia, per incoraggiare i controlli, la diagnosi precoce e la consultazione di specialisti; in ultima analisi, ci auguriamo di salvare vite umane in tutta Europa”.

    I tumori cervicofacciali colpiscono persone di ogni età, genere e gruppo etnico. Sono più diffusi tra i maschi di oltre 40 anni ma, di recente, si è verificato un incremento notevole per quanto riguarda le donne più giovani. I principali fattori di rischio sono le sigarette e il consumo di alcol.

    “È necessario educare le persone su quali sono i fattori critici di rischio per la malattia: fumo, alcolici e, in misura sempre maggiore, alcuni sottotipi di HPV, il virus del papilloma umano”, ha dichiarato il professor René Leemans, segretario generale di EHNS nonché professore e direttore del Dipartimento di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Cefalica del VU University Medical Center. “I trattamenti dei tumori del distretto cervicofacciale sono efficaci se si interviene nelle prime fasi della neoplasia, quindi è essenziale informare l’opinione pubblica sulla manifestazione e sui sintomi della malattia”.

    Individuando i sintomi dei tumori della testa e del collo in fase precoce, e consultando un medico, è possibile aumentare drasticamente la sopravvivenza alla malattia e salvare vite umane. Gli esperti sono concordi nel dichiarare che se si riscontra UNO dei seguenti sintomi per TRE settimane occorre recarsi dal proprio medico.

    • Dolori alla lingua, ulcere della bocca che non si rimarginano e/o chiazze bianche o rosse nel cavo orale
    • Dolore alla gola
    • Raucedine persistente
    • Dolore e/o difficoltà di deglutizione
    • Nodulo al collo
    • Naso chiuso da un lato oppure perdite di sangue dal naso

    Come partecipare:

    Per darci una mano e aiutarci ad aumentare la consapevolezza dei tumori della testa e del collo potete:

    • Fate parlare di questa malattia. Scaricate i nostri volantini e i poster promozionali della campagna, diffondendo informazioni sulle manifestazioni e i sintomi “Uno per tre”
    • Divulgate il nostro video. Guardate e condividete il nostro video informativo sui tumori della testa e del collo
    • Firmate la petizione ‘Make Sense Campaign’. Dimostrate il vostro supporto a fianco dei parlamentari europei per l’iniziativa ‘Make Sense Campaign’ http://makesensecampaign.eu/petition
    • Unitevi alla conversazione su Twitter. Usate l’hashtag #makesense e visitate il nostro sito webwww.makesensecampaign.eu
    • Visitate lo stand di EHNS a ECCO-ESMO 2013, ad Amsterdam; il team di EHNS vi fornirà ulteriori informazioni sui tumori della testa e del collo

    Per ulteriori informazioni visitate il sito www.makesensecampaign.eu.

    – FINE –

    Note per i redattori

    La ‘Make Sense Campaign’ è supportata da Merck Serono, la divisione biofarmaceutica di Merck, e da Boehringer Ingelheim e Transgene.

    Il testo originale del presente annuncio, redatto nella lingua di partenza, è la versione ufficiale che fa fede. Le traduzioni sono offerte unicamente per comodità del lettore e devono rinviare al testo in lingua originale, che è l’unico giuridicamente valido.

    Axon Communications
    Fiona Walton
    +44 (0)20 3595 2407
    fwalton@axon-com.com 
    oppure
    Sophie Ryan
    +44 (0)20 3595 2406
    sryan@axon-com.com

    Permalink: http://www.businesswire.com/news/home/20130922005020/it

3-5 Esercizi progressivi di lettura

 

E’ importante ripetere gli esercizi ad acquisire l’automatismo prima di passare a questo paragrafo.Occorre stare sempre attenti alla respirazione e dissociareil soffio polmonare dal soffio esofageo. E’ bene perdere l’abitudine di fare funzionare l’aria dei polmoni,nello stesso tempo,con l’aria della bocca.A questo punto sembrerà lunga la strada da percorrere.Ma sarà beneficio l’uso di un registratore,perché permetterà di ascoltare i progressi.E’ indispensabile verificare alcune difficoltà ed imperfezioni e curare:

  • l’articolazione,per evitare le possibili confusioni tra consonanti:D/T;B/P … (esercitarsicon un lavoro di labbra e mascelle);

  • la continua e regolare meccanica del retrobocca deve essere eseguita dolcemente e senza spingere.

Ogni sforzo impedisce e blocca la voce.

  • La tonalità della voce deve essere tranquilla e rilassata.

 

3-5-1 I bisillabi

gruppi P/T/K

Patto Tatto Tappo Pacco

Tipo Pippo Poco Parco

Tutto Tatto Tempo Tendo

Penta Tenda Tempio Tanto

 

gruppi F/S/C

Foca Foce Fuga Ferma

Faccia Feci Fama Fame

Foggia Faccio Seppia Sedia

Scienza Scimmia Scialle Sciatto

 

gruppi B/D/G

Budda Dado Gaia

Gamba Banca Cinta Buco

Bocca Baco Bocco Bimba

Babbo Gabbia Beppo Bangio

 

gruppi M/N

Niente Mento Vieni Bene

In tempo Immune Insolito

Mamma Anna Anno Nando

 

3-5-2 Frasi assertive

  • Che ti scoccio?

  • Si sbrighi per favore!

  • Faccia presto!

  • Mi ascolti signore!

  • Sia gentile!

  • Stia calmo!

  • Mi dispiace,non è colpa mia!

  • Le vorrei spiegare qualcosa…

  • Cielo! Che sfacelo!

  • Vi ho aspettato finora!

  • E’ esatto!

  • E’ ostinato!

  • Devo prendere l’aereo!

  • Non ne vuoi ?

  • Vieni dài,non farti pregare!

  • Non gli ho telefonato.

  • Inutile insistere,devi cambiare!

  • E’ da rifare !

  • E’ certo ciò che dico!

  • Fammi vedere di cosa si tratta !

  • Impara a startene zitto !

  • Se c’è del vero impara !

  • Se vedi qualcosa che non và, dimmelo !

  • Vieni a dirmi ciò che trovi strano

  • Non dimenticarlo !

  • Non mi vesto coi vostri vestiti,indossateli voi !

  • Vi voglio a vostro agio

  • E’ mezzanotte ed ho sonno !

  • Voglio aglio olio e peperoncino,grazie !

 

3-5-3 Letture bizzarre

Per migliorare il volume e la tonalità, vi proponiamo alcuni esercizi che vi aiuteranno a mantenere una regolarità e flessibilità di tono:

 

Filastrocche:

 

Chi tocca di zucca la zucca di Checca,

fa zucca barucca e la zucca si ammacca.

Che pacca ! Che schiocca!

(Hilarius)

 

Indovinelli

 

Vengo cotto in più di un modo,

se son duro sono sodo.

Tu mi mangi solo rotto

che sia crudo o che sia cotto.

Di sta ritto non mi provo,

ne seduto.Sono…?

 

Non son pera, non son mela

ho la forma di una sfera

il mio succo nutriente

è una bibita eccellente

non procuro il mal di pancia

ho la buccia e son

 

Son dura, tondetta

colore caffè

sto chiusa in un riccio

ma non per capriccio

mi trovo in montagna

mi chiamo…

 

Scioglilingua:

 

 

Trenta dì conta novembre
con april, giugno e settembre.
Di ventotto ce n’è uno,
tutti gli altri ne han trentuno.
Lunedì andò da Martedì
per vedere se Mercoledì
avesse saputo da Giovedì
se fosse vero che Venerdì
avesse detto a Sabato
che Domenica era festa.
Trentatré Trentini entrarono a Trento
tutti trentatré trotterelando
E’ passato lo stracciatoppe
e non m’ha stracciatoppato.
Quando ripasserà
mi stacciatopperà.
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3.4 Primi esercizi con sillabe semplici

Il ritmo,l’intonazione e l’accento sono tre espedienti che useremo negli esercizi e che è bene acquisire.E’ utile esercitarsi ad associare i movimenti ritmici del collo a destra e sinistra con

l’I-E.C. (=INIEZIONE-ERUTTAZIONE CONTROLLATA),muovendo il capo dall’alto in basso per le plosive P e T,e dal basso in alto per la Ch,Q e K.

Le consonanti plosive sono la CH o Q la K,la P e la T.

Queste consonanti pronunciate con dei movimenti accentuati delle labbra (P),della lingua contro gli incisivi (T) e della lingua che si appiatisce nella bocca: causano un movimento di qualche centimetro cubo di aria verso la faringe e quindi una piccola vibrazione che diventa una vocale.Naturalmente si inizia con un fonema composto da una sillaba e poì bisillabi e i trisillabi.

 

 

Po’ to co po’ può

pà ta ca papa papà

pì ti chi

pù tu cu

pè te che

etc…

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3-4 Primi esercizi con sillabe semplici

 

Il ritmo,l’intonazione e l’accento sono tre espedienti che useremo negli esercizi e che è bene acquisire.È utile esercitarsi ad associare i movimenti ritmici del collo a destra e sinistra conl’I-E.C.(=INIEZIONE-ERUTTAZIONE

CONTROLLATA),muovendo il capo dall’alto in basso per le plosive P e T,e dal basso in alto per la Ch,Q e K.

Le consonanti plosive sono la CH o Q,la K,la P e la T.

Queste consonanti pronunciate con dei movimenti accentuati delle labbra (P),della lingua contro gli incisivi ( T ) e della lingua che si appiatisce nella bocca: causano un movimento di qualche centimetro cubo di aria verso la faringe e quindi una piccola vibrazione che diventa una vocale.Naturalmente si inizia con un fonema composto da una sillaba e poi bisillabi e trisillabi.

 

Po’ to co po’ può

pà ta ca papa pàpà

pì ti chi

pù tu cu

pè te che

etc..

 

 

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3-3 Come evitare il panico e le imperfezioni

3-3 Come evitare il panico e le imperfezioni

(Quale apprendimento per un’erigmofonia perfetta!)

Un frazionamento delle difficoltà e la loror progressiva presentazione sono due regole d’oro per l’apprendimento di una voce esofagea scorrevole.Ricercare la qualità,ma non la quantità,evita delusioni di chi apprende e lo aiuta a superare difficoltà.Ad esempio rendere volontari quei progressi ottenuti per imitazione.Maturare,sperimentare ed acquisire la meccanica dell’iniezione d’aria sono i punti essenziali dell’apprendimento di una erigmofonia perfetta.

E’ buona regola conoscere gli errori più frequenti ed evitarli appena si presentano (tra questi è bene menzionare:l’iniezione rumorosa esofagea,il soffio polmonare,il ritmo affannato,le consonanti parassite,le articolazioni diffettose,il volume troppo debole od irregolare e la tonalità gracidante).

L’iniezione rumorosa:il precipitarsi alle vocali (fatta ecezione per chi usa il metodo di Marsiglia) produrrà quel breve ed improvviso rumore prima di ogni frase o parola.Evitate lo sforzo brusco,veloce e meccanico.Si tratta di aumentare il tempo di introduzione dell’aria nell’esofago,cercando una migliore posizione del mento (più sporgente e lievemente lateralizzato) e di ripetere gli esercizi delle sillabe con consonanti esplosive (PT).

Il soffio polmonare:è causato da anomalie del ritmo respiratorio affannoso e non armonizzato all’iniezione ed eruttazione controllata esofagea.

 

A) inspira espira (addome si contrae)

B) inspira iniezione eruttazione

espira

iniezione eruttazione

C) inspira espira

iniezione eruttazione

 

Gli schemi B) e C) riproducono le due anomalie respiratorie che causano:precipitazione nel comportamento,aumento della tensione nervosa,spreco inutile di un’energia considerevole.

Per realizzare l’ottimale schema A) proponiamo:

 

Inspirazione Pausa respiratoria Espirazione

preparazione Spalle giù iniezione eruttazione

della indietro <<RELAX…>>

iniezione alzare la testa

 

Se si rispetta l’elasticità della iniezione e la progressione dell’esercizio,ci si sorprenderà della facilità della eruttazione,senza la sgradevole presenza del soffio polmonare;inoltre ne risulterà un risparmio di energia.

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3.2 L’apparato di fonazione della voce esofagea

3.2 L’apparato di fonazione della voce esofagea

Per parlare non sono indispensabili le corde vocali. Per comodità, il termine di apparato di fonazione verrà qui circoscritta alla regione della bocca: labbra, denti, palato, lingua, cavità faringea.

3.2.1 il meccanismo di produzione della voce esofagea

Le labbra appuntite ed il dorso della lingua (avvicinato al velo pendulo) si retraggono indietro in un movimento di risucchio,ciò dà origine ad una corrente d’aria ingresiva.

I suoni prodotti con meccanismo orale e faringea sono sordi in quanto un suono sonoro è prodotto quando l’aria passsa attraverso la glottide aperta.Questo passaggio ora è m aterialmente impossibile.

Tuttavia è possibile l’articolazione di un intera serie di plosive/fricarive/affricate/nessi con semivocali/vibranti…

    1. Come decpntrarre la parete faringea ed iniziare a produre suoni.

A-bocca aperta senza sforzo,esporre la lingua senza toccare i denti.Lasciando immobile il mento,eseguire dei movimenti orizzontali di lateralizzazione della lingua.

B-bocca aperta senza sforzo,porre l’indice come se si volesse ordinare il silenzio.Esporre la lingua facendola passare a dx e a sx,del dito senza toccare gli angoli della bocca.In caso di dolenzia al movimento attivo è consgliabile insistere sul lato che procura maggiori difficoltà.

C-bocca aperta senza sforzo,porre l’indice come se si volesse ordinare il silenzio.Con la punta della lingua premere sul dito tentando di allontanarlo dalle labbra.

D-bocca aperta senza sforzo,esporre la lingua apiatto.Ritirare la lingua e chiudere la bocca.Ripetere presentando alternativamente la lingua a punta.

Questi esercizi sono da eseguire preferibilmente davanti ad uno specchio per verificare più facilmente l’esattezza dei movimenti.

E-gonfiare le guance come per dire P o per gonfiare un palloncino,inspirare lentamente mentre si tenta di aumentare l’aria contenuta nella bocca;a questo punto i polmoni sono completamente pieni d’aria e si può arrestare la respirazione e tentare di deglutire l’aria muovendo la lingua e le labbra con movimenti suzione.

Questa piccola quantita d’aria sarà iniettata nella cavità faringea e verrà respinta aprendo la bocca sotto forma di eruttazione.Questa vibrazione,opportunamente modulata,produce la voce esofagea.

F-gonfiare le guance a palloncino ed atteggiare le labbra come per dire P,ora respirate lentamente mentre si tenta di aumentare l’aria contenuta nella bocca e,tramite un movimento simile al boccheggiare (con la bocca chiusa),masticare l’aria deglutita.

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Individuati gli schemi di come i neuroni ci danno la voce

Coordinano gli organi della fonazione: labbra, mascella, lingua, laringe
 
ROMA

“Mappata” l’attività neurale che ci permette di articolare il linguaggio e di parlare in modo fluente senza intoppi. È il risultato del lavoro del team di Edward Chang della University of California a San Francisco, pubblicato sulla rivista Nature

 

Chang ha registrato l’attività neurale che sottostà all’articolazione del linguaggio, di particolari fonemi o sillabe, attività che dà il comando per attuare il movimento coordinato degli organi della fonazione.  

 

In particolare, è riuscito a registrare gli schemi temporali e spaziali dell’attività dei gruppi di neuroni della corteccia senso-motoria coinvolti nell’attività di coordinamento degli organi della fonazione, labbra, mascella, lingua, laringe che coi loro movimenti ci danno voce. 

 

È emerso che ci sono degli schemi di attività neurale piuttosto fissi che “danno voce” ciascuno a un suono distinto, in modo conservato nei diversi linguaggi del mondo. È attraverso tali pattern di attività che si ha il coordinamento temporale dei singoli organi della fonazione. 

www.lastampa.it

Tumori testa&collo: sono 133 in Italia le Scuole di Riabilitazione Fonatoria che guidano i pazienti verso la guarigione.

cancerstop

 

 

Nei ricordi d’infanzia una strega cattiva si impossessa del suono della voce di una sirena in cambio di un futuro felice sulla terraferma. Nella realtà di un adulto quel demone ha le sembianze di untumore della testa e del collo, che promette, crudele, una vita senza possibilità di comunicare con gli altri, senza parole, senza canto, senza risate.

La neoplasia del distretto testa e collo è una delle più invalidanti dal punto di vista sociale poiché anche le terapie conservative, quali chemioterapia e radioterapia, che si cerca si sostituire nelle forme meno gravi di patologia ai trattamenti chirurgici demolitivi (asportazioni parziali o totali di laringe –laringectomia- o di lingua –glossectomia-), non sembrano aver scansato le difficoltà e la necessità di riabilitazione del paziente. Queste neoplasie costituiscono circa il 5% di tutti i tumori maligni, e con circa 12mila nuovi casi all’anno (con un lieve preponderanza negli individui maschi, fra i 50 e i 70 anni) si collocano al 5° posto per tasso di frequenza. Sul totale dei nuovi casi, sono almeno 5mila quelli afferenti l’area laringea. È fondamentale una diagnosi tempestiva per poter sottoporre il malato a trattamenti meno invalidanti possibile.

Ma al di là dell’intervento chirurgico e dei possibili effetti collaterali della chemioterapia, la parteprobabilmente più complessa del percorso verso la guarigione è rappresentata dalla riabilitazione. Per riabilitazione si intende il riadattare e rendere nuovamente operante una funzione che è stata offesa o eliminata in maniera permanente dalle cure. Conrieducazione invece si intende il ripristino di funzioni ancora presenti, non definitivamente danneggiate dai trattamenti. Un paziente che è stato sottoposto ai trattamenti per estirpare un tumore testa&collo deve affrontare una riabilitazione respiratoria e fonatoria, e una rieducazione al gusto e all’olfatto. Vuol dire che dopo una vita di parole e sapori, questi pazienti devono re-imparare a respirare, a comunicare, a sentire gusti e odori.

Nell’inimmaginabile grandezza e sofferenza di una situazione del genere, la fortuna –se così la si può chiamare- di questi pazienti è che nella loro fragilità di neofiti della vita non sono soli: in Italia sono attualmente presenti 133 Scuole di Riabilitazione Fonatoria, affidate alle varie Associazioni di Volontariato appartententi a FIALPO (Federazione Italiana Associazioni Laringectomizzati Pazienti Oncologici), in convenzione con le Aziende Ospedaliere o con le ASL. In queste Scuole i pazienti vengono guidati alla riconquista dell’autosufficienza e di un grado soddisfacente di qualità della vita, spronati da unMaestro Riabilitatore che della sua esperienza di ex-paziente fa il lume che rischiara, nonostante la gravità della situazione, scorci di vita possibile successivi alla cura prospettata dal medico. L’accesso alla scuola di riabilitazione è immediato, e preceduto soltanto dalla verifica della situazione post-operatoria per far sì che vengano elaborati il metodo e il livello di riabilitazione adeguati al singolo paziente.

Nella Scuola il primo passo consiste nel far prendere coscienza al paziente della sua nuova condizione e della sua immutata dignità, che prescinde dalla mutilazione subita: vengono insegnati la corretta postura e respirazione ed esercizi per la deglutizione. Dopo di che si passa alla ginnastica per la motilità glosso-labiale e si iniziano gli esercizi per la fonazione, e solo successivamente si alternano esercitazioni per la ripresa olfattiva, del gusto e per scaricare le narici.

La Scuola è un luogo protetto nel quale il paziente, frastornato e spaventato, trova tutte le risposte di cui necessita per poter intraprendere un percorso di riabilitazione globale, che lo restituisca alla società civile. Il contesto comune gli fornisce il necessario sostegno psicologico, ma se il paziente dovesse incorrere in personali difficoltà, si attua una terapia individuale: in ogni caso il soggetto sarà gradualmente capace di ripredere le proprie relazioni interpersonali, così come le aveva lasciate all’entrata dell’ospedale.

Dei 5mila nuovi casi che si registrano all’anno il 10/15% non sopravvive alla malattia e solo l’1% trova autonomamente la capacità di comunicare oralmente; sono invece2mila i pazienti che si sottopongono a riabilitazione fonatoria, con un tasso di successo dell’85%. Ancora tanti però sono i pazienti che non vi si sottopongono per un sentimento di emarginazione, o per depressione grave, o per non conoscenza o lontananza dei centri di riabilitazione. E per i primi due, è la Scuola stessa a essere sia mezzo che metodo riabilitativo.

Condurre un’esistenza normale, e perché no, felice, dopo una malattia così spietata è possibile, basta sapere quali strade percorrere e avere qualcuno al proprio fianco con cui attraversarle. Perché, quando a rubare la voce e la possibilità di comunicare con gli altri non è una strega ma un tumore testa&collo, la risposta alla confusione, allo smarrimento e al dolore di una condizione contro cui si è catapultati senza volerlo, come in fondo aveva fatto la piccola sirena, la si trova nella voglia di vivere, di vivere appieno quella che, per quanto turbata, rimane comunque una vita.

Giulia Virzì

http://corrieresesto.wordpress.com/

Recuperare voce, gusto e olfatto dopo l’intervento si può

 

Quando un tumore interessa zone delicate come bocca, naso, gola: strategie per ritrovare una buona qualità di vita

 

MILANO – La riabilitazione dopo le cure per un tumore è un passo spesso indispensabile per recuperare una buona qualità di vita. Quando ad essere toccate dalla malattia sono zone delicatissime, come quelle del viso, è comprensibile ce la faccenda sia ancora più delicata. Gli organi colpiti dai tumori della testa e del collo (bocca, lingua, gengive, faringe, laringe, naso, seni paranasali e ghiandole salivari), infatti, sono coinvolti in processi vitali, oltre ad essere molto importanti nella percezione estetica che ogni persona ha di se stessa. Negli ultimi 20 anni la ricerca medico-scientifica ha cercato di individuare le strategie terapeutiche più adatte a conservare l’integrità e le funzioni di questi organi, oltre alla possibilità di preservare le capacità sensoriali dell’individuo. Molto può però essere fatto anche con una buona riabilitazione, «ma in Italia è ancora troppo alta la percentuale di pazienti che non la fanno, per motivi personali, per la lontananza dai centri che la fanno o perché neppure ne conoscono l’esistenza» dice Umberto Tassini, consigliere nazionale dell’Ailar, l’Associazione Italiana Laringectomizzati.

 

IL PRIMO PASSO, PRESERVARE L’ORGANO – La chirurgia, associata o meno alla radio o alla chemioterapia, ha sempre rappresentato il trattamento standard di questi tumori, a cui in anni più recenti si è aggiunta l’integrazione con i nuovi farmaci biologici. Grazie ai miglioramenti delle terapie negli ultimi anni si è potuto ricorrere sempre meno agli interventi chirurgici più radicali (che purtroppo comportano l’asportazione di parti del corpo come lingua, gola, trachea, corde vocali) mantenendo in molti pazienti le funzioni degli organi colpiti, con le stesse probabilità di sopravvivenza. Dopo le cure (a seconda del tipo di intervento effettuato) è spesso importante seguire programmi di riabilitazione respiratoria, fisica, fonatoria o di rieducazione del gusto e dell’olfatto. «Secondo le statistiche, però – prosegue Tassini -, su un totale di circa 5mila nuovi pazienti all’anno che subiscono una laringectomia totale, se l’uno per cento riesce in maniera autonoma a riprendere la capacità comunicativa, soltanto il 5 per cento utilizza le apposite protesi. Invece, ben l’85 per cento dei pazienti che si recano presso centri di riabilitazione completa l’iter con successo. C’è poi un restante 13 per cento che usa il laringofono (erogato dalle ASL) e un due per cento che rinuncia alla riabilitazione per motivi personali: fattori fisiologici, mancanza di spinta volitiva, isolamento familiare, depressione».

COSA SI PUÒ FARE – Per capire quanto sia vasto il mondo della riabilitazione è bene fare innanzitutto chiarezza sui termini: «Per riabilitazione si intende la ripresa, ovvero il ristabilire in maniera diversa (vicariante) una funzione che è stata permanentemente offesa o eliminata – spiega Maurizio Magnani, direttore dell’Otorinolaringoiatria a Cremona, presidente nazionale di Ailar e Fialpo (Federazione Italiana delle Associazioni di Laringectomizzati e dei Pazienti Oncologici della testa e del collo) -. La rieducazione, invece, riguarda funzioni ancora presenti e che devono essere opportunamente ripristinate in maniera ottimale. Infine, per riadattamento si intende la ripresa delle abitudini di una persona nell’ambito familiare, sociale e, quando possibile, lavorativo. Oggi sono molti, oltre cento, i nostri centri gestiti da volontari e sono presenti in tutta Italia».

RIABILITAZIONE RESPIRATORIA E FISICA – Nel caso di laringectomia con tracheostoma definitivo, il percorso tra ingresso nell’aria e i polmoni risulta molto ridotto e privo di resistenza. La conseguenza è un aumento del ritmo respiratorio rendendo meno facili le azioni di sforzo (salire le scale, camminare a passo sostenuto, praticare uno sport). «Occorrerà quindi praticare opportuni e semplici esercizi ginnici per mantenere un buon mantice polmonare – dice Magnani -. La mancanza di un opportuno filtraggio dell’aria ispirata può provocare una serie di problemi tracheali e bronchiali con complicanze non indifferenti. A tale scopo, se si pongono degli elementi filtranti davanti al tracheostoma e tali di che provochino anche una resistenza all’ingresso dell’aria, si ottengono due risultati: il primo è il filtraggio, umidificazione, e riscaldamento dell’aria respirata ed il secondo è quello di richiedere un maggior sforzo in fase inspiratoria con il vantaggio di far esercitare il mantice polmonare».

RECUPERARE LA VOCE – «La riabilitazione fonatoria è la parte più impegnativa della riabilitazione dei soggetti laringectomizzati e tracheostomizzati: i pazienti devono utilizzare metodi diversi dalla voce naturale per potersi esprimere e comunicare» prosegue l’esperto. Nei casi di preservazione d’organo, invece, la funzione fonatoria avviene ancora per la spinta dell’aria proveniente dai polmoni e quindi si procede alla rieducazione di una «voce soffiata». C’è poi la riabilitazione alla voce esofagea, un sistema per ottenere una voce vicariante autonoma che il soggetto deve produrre in condizioni di apnea, e quella con protesi tracheo-esofagea (che, in casi selezionati, permette di ottenere una fluidità fonatoria molto simile a quella naturale). Il laringofono, invece, è un dispositivo elettronico (utilizzato da pazienti non in grado di essere riabilitati con modi diversi) che produce la vibrazione di una membrana che, quando premuta sulla cute sottostante la faringe (sotto la zona del mento) mentre il paziente articola, viene modulata dalle minime vibrazioni faringee, dando luogo ad un suono articolato comprensibile come parole.

RIEDUCAZIONE DI GUSTO E OLFATTO – «La respirazione anomala attraverso la tracheostomia esclude naso e bocca e quindi non consente più una corretta stimolazione dell’epitelio olfattivo – conclude Tassini -. Con opportune metodiche inspiratorie, però, la funzione olfattiva viene mantenuta e, quando possibile, anche riattivata. In parallelo anche il senso del gusto viene opportunamente stimolato tramite degustazione di dolce, salato, aspro e amaro».

Vera Martinella
(Fondazione Veronesi)

http://www.corriere.it/salute

Tumori testa e collo: “Senseless” e ancora troppo elevato il numero di vite perse a causa della scarsa conoscenza di questa neoplasia

Sono spaventato, ho paura di non poter essere più capace di parlare o mangiare”. “Avrei voluto essere subito rassicurato sulla possibilità di curarmi; al momento della diagnosi mi sono sentito come un condannato a morte”. 

 

Racconti, emozioni e paure che emergono dalle testimonianze di alcuni pazienti colpiti da tumore della testa e del collo.

 Nonostante siano molto diffusi, i tumori della testa e del collo sono ancora poco conosciuti. Spesso vengono associati a stili di vita errati, come l’abuso di alcol e il fumo, ma in realtà esiste anche un nuovo fattore di rischio – l’HPV – che può provocare i tumori testa-collo nelle persone molto giovani, sia uomini che donne.

Si tratta di neoplasie che colpiscono organi importanti e che inficiano fortemente la  vita relazionale di una persona; per il paziente, un intervento drastico può avere pesanti ripercussioni sia dal punto di vista fisico che emotivo (ad es: l’asportazione della lingua o della laringe può comportare la perdita della capacità di parlare e deglutire).

 In Italia esiste un’Associazione che da 70 anni contribuisce a ridurre l’impatto che questi tumori hanno sulla vita dei pazienti e dei loro familiari: si tratta dell’AILAR, che ha iniziato l’attività di riabilitazione fonetica a Milano nel 1942 e che nel 2008 ha costituito la FIALPO insieme ad altre Associazioni con scopi analoghi. “Nel corso di questa lunga storia – ricorda il Dottor Maurizio Magnani, Presidente di AILAR e FIALPO – abbiamo portato una voce di speranza ai pazienti. Ancora oggi, il nostro impegno è quello di far comprendere loro che la vita va avanti e le nostre Associazioni sono pronte a rispondere alle loro esigenze con passione e forte impegno”.

Oggi sono 120 i centri presenti in tutta Italia gestiti dalle Associazioni che fanno capo alla FIALPO.

 

I tumori della testa e del collo possono comunque essere combattuti: con il riconoscimento tempestivo dei sintomi, che molto spesso sono sfumati e comuni ad altre patologie più frequenti e meno gravi, come la laringite e l’otite “Purtroppo, la maggior parte dei pazienti arriva alla diagnosi molto tardi. – ha proseguito il Dottor Maurizio Magnani – Per questo motivo è fondamentale aumentare l’impegno da parte di tutti per migliorare l’informazione sui fattori di rischio e sul riconoscimento precoce dei sintomi.”

Con terapie sempre più innovative che la ricerca scientifica mette a disposizione, evitando interventi più demolitivi e invalidanti. “Oltre alle innovazioni in campo radioterapico e chemioterapico – ha spiegato la Dottoressa Lisa Licitra, Responsabile Struttura Semplice Dipartimentale Oncologia Medica Tumori Testa & Collo, Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – l’introduzione dei trattamenti biologici mirati ha cambiato l’approccio a questi tumori, aumentando significativamente la sopravvivenza dei pazienti e garantendo loro una buona qualità di vita. In un percorso complesso di questo tipo, è fondamentale che il medico ascolti e dialoghi con il proprio paziente per creare una vera e propria alleanza che consenta di condividere le decisioni terapeutiche”. “Nella comunicazione – ha aggiunto il Dottor Magnani – è importante che il medico consideri e gestisca le forti emozioni del paziente, come l’incredulità, la paura e la chiusura in se stessi. Questi aspetti non devono essere sottovalutati poiché possono compromettere la terapia.”

Con l’essenziale collaborazione tra specialisti di differenti discipline. “Questi tumori sono molto complessi e devono essere affrontati in modo globale per assicurare al paziente il miglior trattamento possibile – ha affermato il Dottor Giovanni Succo, Direttore Reparto di Otorinolaringoiatria, Ospedale San Luigi Gonzaga – Martini, Torino –. Studi recenti hanno dimostrato come la collaborazione tra specialisti aumenti la sopravvivenza dei pazienti, permettendo in molti casi di preservare le funzioni dell’organo colpito, a prescindere dal tipo di strategia terapeutica adottata”.

 “La testimonianza di un ex paziente volontario può aiutare altri pazienti nel difficile momento della scelta che si troveranno ad affrontare. – ha dichiarato il Dottor Umberto Tassini, responsabile del Centro Studi FIALPO e Consigliere Nazionale AILAR –. La nostra collaborazione coi reparti ORL, già al momento della comunicazione della diagnosi, è essenziale per far comprendere le diverse prospettive di vita che ancora si aprono, nonostante la gravità della malattia”.

 “Merck Serono vuole essere vicina ai pazienti affetti da tumore della testa e del collo – ha concluso il Dottor Antonio Messina, Presidente e Amministratore Delegato di Merck Serono S.p.A. – grazie al suo continuo impegno nella ricerca scientifica ed alla promozione di iniziative come questa, mirate ad informare e sensibilizzare sulla patologia”.

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