3-5 Esercizi progressivi di lettura

 

E’ importante ripetere gli esercizi ad acquisire l’automatismo prima di passare a questo paragrafo.Occorre stare sempre attenti alla respirazione e dissociareil soffio polmonare dal soffio esofageo. E’ bene perdere l’abitudine di fare funzionare l’aria dei polmoni,nello stesso tempo,con l’aria della bocca.A questo punto sembrerà lunga la strada da percorrere.Ma sarà beneficio l’uso di un registratore,perché permetterà di ascoltare i progressi.E’ indispensabile verificare alcune difficoltà ed imperfezioni e curare:

  • l’articolazione,per evitare le possibili confusioni tra consonanti:D/T;B/P … (esercitarsicon un lavoro di labbra e mascelle);

  • la continua e regolare meccanica del retrobocca deve essere eseguita dolcemente e senza spingere.

Ogni sforzo impedisce e blocca la voce.

  • La tonalità della voce deve essere tranquilla e rilassata.

 

3-5-1 I bisillabi

gruppi P/T/K

Patto Tatto Tappo Pacco

Tipo Pippo Poco Parco

Tutto Tatto Tempo Tendo

Penta Tenda Tempio Tanto

 

gruppi F/S/C

Foca Foce Fuga Ferma

Faccia Feci Fama Fame

Foggia Faccio Seppia Sedia

Scienza Scimmia Scialle Sciatto

 

gruppi B/D/G

Budda Dado Gaia

Gamba Banca Cinta Buco

Bocca Baco Bocco Bimba

Babbo Gabbia Beppo Bangio

 

gruppi M/N

Niente Mento Vieni Bene

In tempo Immune Insolito

Mamma Anna Anno Nando

 

3-5-2 Frasi assertive

  • Che ti scoccio?

  • Si sbrighi per favore!

  • Faccia presto!

  • Mi ascolti signore!

  • Sia gentile!

  • Stia calmo!

  • Mi dispiace,non è colpa mia!

  • Le vorrei spiegare qualcosa…

  • Cielo! Che sfacelo!

  • Vi ho aspettato finora!

  • E’ esatto!

  • E’ ostinato!

  • Devo prendere l’aereo!

  • Non ne vuoi ?

  • Vieni dài,non farti pregare!

  • Non gli ho telefonato.

  • Inutile insistere,devi cambiare!

  • E’ da rifare !

  • E’ certo ciò che dico!

  • Fammi vedere di cosa si tratta !

  • Impara a startene zitto !

  • Se c’è del vero impara !

  • Se vedi qualcosa che non và, dimmelo !

  • Vieni a dirmi ciò che trovi strano

  • Non dimenticarlo !

  • Non mi vesto coi vostri vestiti,indossateli voi !

  • Vi voglio a vostro agio

  • E’ mezzanotte ed ho sonno !

  • Voglio aglio olio e peperoncino,grazie !

 

3-5-3 Letture bizzarre

Per migliorare il volume e la tonalità, vi proponiamo alcuni esercizi che vi aiuteranno a mantenere una regolarità e flessibilità di tono:

 

Filastrocche:

 

Chi tocca di zucca la zucca di Checca,

fa zucca barucca e la zucca si ammacca.

Che pacca ! Che schiocca!

(Hilarius)

 

Indovinelli

 

Vengo cotto in più di un modo,

se son duro sono sodo.

Tu mi mangi solo rotto

che sia crudo o che sia cotto.

Di sta ritto non mi provo,

ne seduto.Sono…?

 

Non son pera, non son mela

ho la forma di una sfera

il mio succo nutriente

è una bibita eccellente

non procuro il mal di pancia

ho la buccia e son

 

Son dura, tondetta

colore caffè

sto chiusa in un riccio

ma non per capriccio

mi trovo in montagna

mi chiamo…

 

Scioglilingua:

 

 

Trenta dì conta novembre
con april, giugno e settembre.
Di ventotto ce n’è uno,
tutti gli altri ne han trentuno.
Lunedì andò da Martedì
per vedere se Mercoledì
avesse saputo da Giovedì
se fosse vero che Venerdì
avesse detto a Sabato
che Domenica era festa.
Trentatré Trentini entrarono a Trento
tutti trentatré trotterelando
E’ passato lo stracciatoppe
e non m’ha stracciatoppato.
Quando ripasserà
mi stacciatopperà.
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3.4 Primi esercizi con sillabe semplici

Il ritmo,l’intonazione e l’accento sono tre espedienti che useremo negli esercizi e che è bene acquisire.E’ utile esercitarsi ad associare i movimenti ritmici del collo a destra e sinistra con

l’I-E.C. (=INIEZIONE-ERUTTAZIONE CONTROLLATA),muovendo il capo dall’alto in basso per le plosive P e T,e dal basso in alto per la Ch,Q e K.

Le consonanti plosive sono la CH o Q la K,la P e la T.

Queste consonanti pronunciate con dei movimenti accentuati delle labbra (P),della lingua contro gli incisivi (T) e della lingua che si appiatisce nella bocca: causano un movimento di qualche centimetro cubo di aria verso la faringe e quindi una piccola vibrazione che diventa una vocale.Naturalmente si inizia con un fonema composto da una sillaba e poì bisillabi e i trisillabi.

 

 

Po’ to co po’ può

pà ta ca papa papà

pì ti chi

pù tu cu

pè te che

etc…

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3-4 Primi esercizi con sillabe semplici

 

Il ritmo,l’intonazione e l’accento sono tre espedienti che useremo negli esercizi e che è bene acquisire.È utile esercitarsi ad associare i movimenti ritmici del collo a destra e sinistra conl’I-E.C.(=INIEZIONE-ERUTTAZIONE

CONTROLLATA),muovendo il capo dall’alto in basso per le plosive P e T,e dal basso in alto per la Ch,Q e K.

Le consonanti plosive sono la CH o Q,la K,la P e la T.

Queste consonanti pronunciate con dei movimenti accentuati delle labbra (P),della lingua contro gli incisivi ( T ) e della lingua che si appiatisce nella bocca: causano un movimento di qualche centimetro cubo di aria verso la faringe e quindi una piccola vibrazione che diventa una vocale.Naturalmente si inizia con un fonema composto da una sillaba e poi bisillabi e trisillabi.

 

Po’ to co po’ può

pà ta ca papa pàpà

pì ti chi

pù tu cu

pè te che

etc..

 

 

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3-3 Come evitare il panico e le imperfezioni

3-3 Come evitare il panico e le imperfezioni

(Quale apprendimento per un’erigmofonia perfetta!)

Un frazionamento delle difficoltà e la loror progressiva presentazione sono due regole d’oro per l’apprendimento di una voce esofagea scorrevole.Ricercare la qualità,ma non la quantità,evita delusioni di chi apprende e lo aiuta a superare difficoltà.Ad esempio rendere volontari quei progressi ottenuti per imitazione.Maturare,sperimentare ed acquisire la meccanica dell’iniezione d’aria sono i punti essenziali dell’apprendimento di una erigmofonia perfetta.

E’ buona regola conoscere gli errori più frequenti ed evitarli appena si presentano (tra questi è bene menzionare:l’iniezione rumorosa esofagea,il soffio polmonare,il ritmo affannato,le consonanti parassite,le articolazioni diffettose,il volume troppo debole od irregolare e la tonalità gracidante).

L’iniezione rumorosa:il precipitarsi alle vocali (fatta ecezione per chi usa il metodo di Marsiglia) produrrà quel breve ed improvviso rumore prima di ogni frase o parola.Evitate lo sforzo brusco,veloce e meccanico.Si tratta di aumentare il tempo di introduzione dell’aria nell’esofago,cercando una migliore posizione del mento (più sporgente e lievemente lateralizzato) e di ripetere gli esercizi delle sillabe con consonanti esplosive (PT).

Il soffio polmonare:è causato da anomalie del ritmo respiratorio affannoso e non armonizzato all’iniezione ed eruttazione controllata esofagea.

 

A) inspira espira (addome si contrae)

B) inspira iniezione eruttazione

espira

iniezione eruttazione

C) inspira espira

iniezione eruttazione

 

Gli schemi B) e C) riproducono le due anomalie respiratorie che causano:precipitazione nel comportamento,aumento della tensione nervosa,spreco inutile di un’energia considerevole.

Per realizzare l’ottimale schema A) proponiamo:

 

Inspirazione Pausa respiratoria Espirazione

preparazione Spalle giù iniezione eruttazione

della indietro <<RELAX…>>

iniezione alzare la testa

 

Se si rispetta l’elasticità della iniezione e la progressione dell’esercizio,ci si sorprenderà della facilità della eruttazione,senza la sgradevole presenza del soffio polmonare;inoltre ne risulterà un risparmio di energia.

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3.2 L’apparato di fonazione della voce esofagea

3.2 L’apparato di fonazione della voce esofagea

Per parlare non sono indispensabili le corde vocali. Per comodità, il termine di apparato di fonazione verrà qui circoscritta alla regione della bocca: labbra, denti, palato, lingua, cavità faringea.

3.2.1 il meccanismo di produzione della voce esofagea

Le labbra appuntite ed il dorso della lingua (avvicinato al velo pendulo) si retraggono indietro in un movimento di risucchio,ciò dà origine ad una corrente d’aria ingresiva.

I suoni prodotti con meccanismo orale e faringea sono sordi in quanto un suono sonoro è prodotto quando l’aria passsa attraverso la glottide aperta.Questo passaggio ora è m aterialmente impossibile.

Tuttavia è possibile l’articolazione di un intera serie di plosive/fricarive/affricate/nessi con semivocali/vibranti…

    1. Come decpntrarre la parete faringea ed iniziare a produre suoni.

A-bocca aperta senza sforzo,esporre la lingua senza toccare i denti.Lasciando immobile il mento,eseguire dei movimenti orizzontali di lateralizzazione della lingua.

B-bocca aperta senza sforzo,porre l’indice come se si volesse ordinare il silenzio.Esporre la lingua facendola passare a dx e a sx,del dito senza toccare gli angoli della bocca.In caso di dolenzia al movimento attivo è consgliabile insistere sul lato che procura maggiori difficoltà.

C-bocca aperta senza sforzo,porre l’indice come se si volesse ordinare il silenzio.Con la punta della lingua premere sul dito tentando di allontanarlo dalle labbra.

D-bocca aperta senza sforzo,esporre la lingua apiatto.Ritirare la lingua e chiudere la bocca.Ripetere presentando alternativamente la lingua a punta.

Questi esercizi sono da eseguire preferibilmente davanti ad uno specchio per verificare più facilmente l’esattezza dei movimenti.

E-gonfiare le guance come per dire P o per gonfiare un palloncino,inspirare lentamente mentre si tenta di aumentare l’aria contenuta nella bocca;a questo punto i polmoni sono completamente pieni d’aria e si può arrestare la respirazione e tentare di deglutire l’aria muovendo la lingua e le labbra con movimenti suzione.

Questa piccola quantita d’aria sarà iniettata nella cavità faringea e verrà respinta aprendo la bocca sotto forma di eruttazione.Questa vibrazione,opportunamente modulata,produce la voce esofagea.

F-gonfiare le guance a palloncino ed atteggiare le labbra come per dire P,ora respirate lentamente mentre si tenta di aumentare l’aria contenuta nella bocca e,tramite un movimento simile al boccheggiare (con la bocca chiusa),masticare l’aria deglutita.

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Ausilio per la riabilitazioneCapitolo 3-3.1.1. L’apprendimento della voce senza laringe

    1. L’apprendimento della voce senza laringe

C’è chi apprende da solo (il 3 per mille9 e chi ha bisogno di un aiuto (oltre il 50%),ed anche se il risultato finale può essere simile,esiste una sensibilità individuale all’apprendimento.

L’aiuto è una variabile indipendente poiché non esistono,al momento,dei protocolli di studio che tentino di prevedere quali difficoltà si incontreranno durante l’apprendimento.Non esistono ipotesi e verifiche possibili e,pertanto,la variabile umana resta la protagonista indiscussa dei tanti successi e di pochi fallimenti.Tuttavia non si esaminano mai a fondo gli insuccessi che vengono generalente ignorati ed addebitati all’età avanzata,ad handicap sociali o reazioni psicologiche del paziente.E’ irrisolt pertanto la polemica tra i fautori della rieducazione insegnata da un laringectomizzato,da un foniatra oppure da un logopedista.Auspichiamo che l’approccio interdisciplinare efficace,con l’utilizzo di un protocollo approntato in équipe,sia capace di dare alcuni orientamenti ad una metodologia più sicura e la professionalità a ciascuno.Le difficoltà dovute alla tecnica operatoria,più o meno demolitiva,incidono a livello anatomico e richiedono un discorso a parte.Per ciò che riguarda alcune sequele (paralisi parziale dell’ipoglosso) o patologie coesistenti (morbo di Parkinson) è nostra esperienza non esclude il recupero.

      1. Problemi generali di apprendimento

La lingua italiana presenta alcune difficoltà specifiche e pertanto chi già non articolava,o non modulava la voce,ora incontrerà più difficoltà per l’abbondanza di vocali,di dittonghi e trittonghi che vanno letti singolarmente.Anche la tonalità,l’intonazione ed il cadere frequente dell’accento sulla prima sillaba rappresentano un ulteriore difficoltà,il ritmo della voce e la compatezza della frase ci faranno ricordare quel periodo in cui i bambini sviluppano la parola frase.Pertanto per elaborare un programma sempre più specifico alla lingua italiana è necessario esercitarsi,traendò aiuto opportunamente dai diversi metodi:olandese,per iniezione e per deglutizione (cfr lessico).Sarà utile,come diremo in seguito,usate delle filastrocche e delle frasi di diversa intonazione:richiesta,domanda,ordine ed espressiome di sentimenti.

      1. Sottovoce

Poiché l’aria è espulsa dall’orifizio tracheale,dopo l’ablazione della laringe,bisogna pronunciare le consonanti con l’aria contenuta nella bocca.Per le consonanti esplosive risulta facile,mentre per le consonanti labiali e nasali l’acquisizione richiede particolari procedure,poiché è impossibile ricorrere solo alla risorsa dell’aria contenuta nella bocca.Se vi è facile gonfiare le guance come se la bocca diventasse un palloncino;si prova poi a sgonfiarla aiutandosi con le mani,per far vibrare le labbra a punta per dire: prr prr…;raggiunto questo risultato si potrà spingere,sempre più,questo boccone d’aria indietro,più in fondo.Ci si accorgerà che prima della vibrazione delle labbra (prr…),il dorso della lingua sarà già incurvato come nell’atto di ingoiare.

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3-1 L’apprendimento della voce senza laringe

3-1-1 L’apprendimento della voce senza laringe

 

       C’è chi apprende da solo (il 3 per mille) e chi ha bisogno d’aiuto (oltre il 50 %), ed anche se il risultato finale può essere simile, esiste una sensibilità individuale all’apprendimento.

       L’aiuto è una variabile indipendente poiché non esistono, al momento, dei protocolli di studio che tentino di prevedere quali difficoltà si incontreranno durante l’apprendimento. Non esistono ipotesi e verifiche possibili e, pertanto, la variabile umana resta la protagonista indiscussa dei tanti successi e di pochi fallimenti. Tuttavia non si esaminano mai a fondo gli insuccessi che vengono generalmente ignorati ed addebitati all’età avanzata, ad handicap sociali o reazioni psicologiche del paziente. E’ irrisolta pertanto la polemica tra i fautori della rieducazione insegnata da un laringectomizzato, da un foniatra  o da un logopedista. Auspichiamo che l’approccio interdisciplinare efficace, con l’utilizzo di un protocollo approntato in equipe, sia capace di dare alcuni orientamenti ad una metodologia più sicura e la professionalità a ciascuno. Le difficoltà dovute alla tecnica operatorie, più o meno demolitiva, incidono a livello anatomiche e richiedono un discorso a parte. Per ciò che riguarda alcune sequele (paralisi parziale dell’ipoglosso) o patologie coesistenti (morbo di Parkinson) è nostra esperienza non escludere il recupero.

3-1-2 Problemi generali di apprendimento

 

La lingua italiana presenta alcune difficoltà specifiche e pertanto chi già non articolava, o non modulava la voce, ora incontrerà più difficoltà per l’abbondanza di vocali, di dittonghi e trittonghi che vanno letti singolarmente. Anche la tonalità, l’intonazione ed il cadere frequente dell’accento sulla prima sillaba rappresentano un’ulteriore difficoltà, il ritmo della voce e la compattezza della frase ci faranno ricordare quel periodo in cui i bambini sviluppano la parola frase. Pertanto per elaborare un programma sempre più specifico alla lingua italiana è necessario esercitarsi, traendo aiuto opportunamente dai diversi metodi: olandese, per iniezione e per deglutizione (cfr lessico). Sarà utile, come diremo in seguito, usare delle filastrocche e delle frasi di diversa intonazione: richiesta, domanda, ordine ed espressione di sentimenti.

 3-1-3 Sottovoce

 

Poiché l’aria è espulsa dall’orifizio tracheale, dopo l’ablazione della laringe, bisogna pronunciare le consonanti con l’aria contenuta nella bocca. Per le consonanti esplosive risulta facile, mentre per le consonanti labiali e nasali l’acquisizione richiede particolari procedure, poiché è impossibile ricorrere solo alla risorsa dell’aria contenuta nella bocca. Se vi è facile gonfiare le guance come se la bocca diventasse un palloncino: si prova poi a sgonfiarla aiutandosi con le mani, per far vibrare le labbra a punta per dire: prr prr..; raggiunto questo risultato si potrà spingere, sempre di più, questo boccone d’aria indietro, più in fondo. Ci si accorgerà che prima della vibrazione delle labbra (<<prr…>>), il dorso della lingua sarà già incurvato come nell’atto di ingoiare.

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Capitolo 3 3-0 Rieducazione alla voce esofagea

Capitolo 3 3-0 Rieducazione alla voce esofagea

L’intervento ha asportato la laringe, organo principale della voce; le corde vocali, l’epiglottide e le cartilagini non esistono più. La via aerea e la via digestiva sono state dissociate in seguito all’intervento. Poiché la via polmonare sbocca dal tracheostoma e quindi l’aria polmonare non può essere utilizzata per creare suoni. L’aria necessaria alla voce dovrà, d’ora in poi, essere introdotta discretamente nell’esofago. Prima dell’intervento la vostra voce non era altro che una espirazione sonorizzata, oggi avete la tendenza a fare la stessa cosa, benché sia diventata inutile; infatti l’aria espiratoria sfugge allo stoma del vostro collo e non può essere utilizzata nell’allocuzione. Per non aumentare il vostro sforzo respiratorio, provocando una stanchezza inutile, per non rendervi affannati rendendo l’allocuzione difficile e incomprensibile, dovete acquisire l’indipendenza dei soffi fino a riuscire a gonfiare un palloncino o soffiarvi il vostro naso, mantenendo il ritmo respiratorio ampio con l’uso degli addominali. Giungerete ad usare i due soffi indipendentemente, controllandoli; anche quando per esercitarvi solleverete una sedia alla fine dell’espirazione e contemporaneamente proverete l’iniezione esofagea. Immaginate anche nella pratica , che l’iniezione di una piccola pallina d’aria dal retrobocca alla parte alta dell’esofago è immediatamente seguita da una vibrazione esplosiva della parete esofagea che riporta l’aria verso gli organi fonatori della bocca. Quindi basta quella piccola pallina d’aria usata indipendentemente dal soffio respiratorio.

Questa voce sarà articolata esattamente come la voce laringea, tramite la faringe, gli organi della bocca, la lingua, la mascella e le labbra.

I mezzi di rieducazione: per acquisire questa voce esofagea sarà necessario sottoporsi ad un apprendimento metodico, che può essere effettuato in diversi modi.

1-Rivolgersi ad un foniatra, libero e professionista, e sottoporsi a due o tre sedutela settimana.

2-Partecipare a sedute collettive, associate ad altre individuali, perché tale combinazione risulta efficace, infatti stimola il confronto ed affronta le difficoltà specifiche di ognuno.

3-Frequentare gli stessi corsi presso gli ospedali o le associazioni.

4-Ricoverarsi presso centri di rieducazione specializzata e frequentarne i corsi intensivi.

Quest’ultimo risulta il metodo più efficace e più rapido,nei casi in cui l’ambiente familiare non può offrire la complementarietà ed il supporto necessario all’atteggiamento psicologico del paziente, particolarmente frustrato e depresso dalla sua incapacità di verbalizzare.                                                  

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Ausilio per la riabilitazione-2-4 I rapporti interpersonali

2-4 I rapporti interpersonali

Si può vivere senza laringe? Non si ha risposta, e muta resta la moglie e il neooperato, anche l’amico è sorpreso per l’inatteso cambiamento di una persona che improvvisamente non esprime il suo nome. Il ricovero in ospedale, l’allontanamento dalla famiglia a cui si spera di tornare; ma in quali condizioni? Si sarà ancora all’altezza della propria vita precedente, la parola cancro ci farà sentire presi dal panico? La rapidità degli infermieri, i silenzi e le poche parole dei medici, lo sforzo di farsi capire con i gesti e scrivendo, sono solo l’avvio e la nascita di un nuovo ritmo di vita.

La fragilità alle emozioni del neooperato. Sentirsi accettato dalla moglie è il primo passo. Non è <<un poverino>>, ma un uomo che deve affrontare l’impresa della vita, con la consapevolezza di una breve <<morte sociale>>, una corsa che riprende dopo essere uscito di pista. Ma ora, improvvisamente, potrebbe franare la tenerezza che tra marito e moglie calmava tante ansie, se entrambi non hanno rispetto della vita vissuta insieme. Mala crisi passa, saper abbandonarsi alla speranza dopo lo sconforto o il pianto può aiutare anche la moglie a sostenere il marito ad essere nuovamente autonomo. Quali gli obiettivi? Conoscere ed applicare le norme igieniche, mascherare l’orifizio tracheale, continuare a comunicare con le lavagnette o con carta e penna, affrontare gli interrogativi passo dopo passo e per prima cosa l’educazione alla voce esofagea.

 

Il laringectomizzato è un malato di cancro?

 

Lontano dalla propria famiglia ci si sente privati di ogni diritto come i numeri del proprio letto in ospedale, che si susseguono uno dopo l’altro… <<Avanti il prossimo!>> Le difficoltà da affrontare spaventano e bisogna stringere i denti. Se preso in tempo il vostro caso non è diverso da quello di tanti altri ed i vostri rischi non sono superiori! Tra tutti i tumori maligni il carcinoma della laringe presenta il più alto numero di guarigioni complete a distanza di 10, 20, 30 anni ed oltre. I laringectomizzati possono essere reintegrati completamente nella loro vita e nel lavoro. Ma queste persone devono essere aiutate a superare questa prova di morte sociale, quale la perdita temporanea della parola, ed incoraggiati ad acquisire la voce esofagea. L’ambiente di lavoro deve essere preparato, se è necessario. C’è qualcuno che sta peggio, i ciechi ad esempio! Ma il laringectomizzato può riprendere come prima, con una certa gradualità. Occorre andare incontro agli altri ed affrontare le difficoltà.

 

Le dieci regole del laringectomizzato

  • Aver pazienza;

  • aver volontà:

  • essere perseverante e testardo;

  • cercare l’autocontrollo e l’autodominio;

  • cercare la tranquillità ed essere sereno;

  • essere aperto;

  • essere disponibile;

  • aver cura di sé;

  • esser rigoroso;

  • esser <<sportivo>>.

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Ausilio per la riabilitazione 2-3 Ginnastica

 

2-3 Ginnastica

 

Quando il ritmo respiratorio è ben acquisito si può passare ad una ginnastica più ampia e generale,di mantenimento,da praticare ogni giorno per quindici minuti,al fine di conservare una buona forma fisica.

 

2-3-1 Esercizi per i muscoli del cingolo addominale

 

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Supini con un cuscino sotto il collo. Portare l’attenzione alla respirazione e durante l’espirazione, molto lenta, eseguire una breve serie di movimenti, simili al pedalare, con gli arti inferiori.

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Dopo una serie di questi esercizi effettuare altri movimenti degli arti inferiori: sforbiciare o ruotare, con movimenti circolari, gambe e piedi.

2-3-2 Esercizi per i muscoli del cingolo scapolare

 

Far lavorare gli arti superiori distendendo e ruotando

le braccia in avanti in alto ed indietro,al fine di riacquisire quei movimenti che l’intervento ha potuto limitare, si scioglieranno quei muscoli che si sono irrigiditi in seguito

all’intervento chirurgico. Quindi si potranno forzare questi movimenti, cercando di toccare con le mani livelli sempre più alti e parimenti, ampliando le rotazioni, si porteranno le mani sempre più indietro. L’esercizio si può completare con l’uso dei sacchetti.

Questo esercizio risulta notevolmente importante sopratutto quando il nervo spinale è stato sezionato durante lo svuotamento dei linfonodi. L’importanza funzionale della spalla causata dall’amiotrofia del muscolo trapezio può essere recuperata con movimenti fisici.Immagine.JPG

 

In piedi. Distendere da prima il braccio più energico e meno irrigidito verso il muro. Occupare a piedi uniti una distanza che vi faccia restare eretti,appoggiandovi il palmo della mano,poi oscillando restare fermi sui piedi e far salire la mano lungo la parete. Ripetere lo stesso esercizio con il braccio che presenta minor funzionalità.

In piedi mettere le mani dietro la nuca incrociando le dita ed effettuare delle rotazioni con le spalle a destra e a sinistra sull’asse vertebrale, mantenendo fermo il bacino e le gambe divaricate. Proni, fare delle flessioni, dapprima in ginocchio appoggiando le mani sul bordo del letto. Quando si riacquista una buona efficacia, nel sostenersi, si può provare ad effettuarle mettendo le mani a terra.

2-3-3 Esercizi per i muscoli del collo

 

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In piedi o seduti, respirare profondamente tre volte ed alla fine dell’ultima espirazione quando i polmoni sono relativamente vuoti, ruotare la testa a destra e a sinistra per due volte, come se si volesse toccare con il mento la spalla. Controllare l’assenza di respiro mantenendo il palmo della mano sullo stoma.

Seduti con la schiena eretta e le mani appoggiate sul tavolo , effettuare movimenti di avanzamento ed indietreggiamento del capo sul collo senza muovere le spalle, similmente all’atteggiamento di stupore ed inorridimento.

Questa ginnastica dovrà essere seguita da un Kinesiterapeuta, in particolare se principianti,onde evitare errori basilari e forzature del ritmo di esercizi

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