Ricerca choc: tanto colluttorio aumenta il rischio di tumore a bocca e gola

colluttorioA ciascuno di noi è stato insegnato che una buona igiene oralepassa sia per il corretto utilizzo dello spazzolino sia per l’uso di un dentifricio dalle ottime proprietà benefiche. E chi vuole, può anche scegliere di concludere il lavaggio dei denti con un colluttorio che elimini i batteri sui quali lo spazzolino non è riuscito ad intervenire e che doni quella gustosa sensazione di freschezza!

Ma una ricerca condotta dall’Università di Glasgow e successivamente pubblicata su Oral Oncology, ha ritenuto opportuno mettere in guardia circa l’utilizzo del colluttorio: chi ne utilizza in quantità eccessive e per più volte al giorno corre il rischio di contrarre un tumore alla bocca e alla gola.

Più in particolare, come specificato da David Conway, principale fautore di questa ricerca: “Non suggerirei l’utilizzo abitudinario del colluttorio. Ci sono occasioni o persino patologie per cui un dentista può prescriverlo, ad esempio nel caso in cui il paziente abbia una salivazione bassa dovuta all’assunzione di determinati farmaci. Ma per me, tutto ciò che serve è spazzolarsi i denti con una certa frequenza e con un dentifricio al fluoro, nonché farsi controllare regolarmente dal proprio dentista.”

Probabilmente molti altri ricercatori e professionisti del settore riterranno questa ipotesi un po’ troppo estrema, quindi, come del resto vale per ogni altra cosa, possiamo affermare con certezza che quella della moderazione sia la via più giusta da intraprendere! Non è dunque necessario utilizzare il colluttorio ad ogni lavaggio dei denti (per chi ne esegue più di uno al giorno): basta più semplicemente farne ricorso nell’ultimo round della giornata!

E chi proprio è rimasto “fulminato” dalle dichiarazioni di David Conway, può pur sempre fare affidamento alla moltitudine di colluttori a base di erbe naturali facilmente reperibili inerboristeria o realizzabili in totale autonomia con pochi e semplici passi.
http://fotomuseo.it/ricerca-choc-colluttorio-aumenta-rischio-tumore-bocca-gola/

No Tobacco Day: e se tutti smettessero di fumare?

In Italia i fumatori diminuiscono: nel 2011 erano il 22,7% degli ultra 15enni, il 20,8% nel 2012. Ma sono sempre tanti: 10,8 milioni. E se smettessero? Sarebbero più longevi e più fertili. E più belli!

 

Come smettere di fumare? In gruppo, aiutati dagli esperti di uno dei 380 centri anti-fumo, è più facile. I vantaggi per la salute sarebbero veramente enormi. Abbiamo calcolato la riduzione dei tumori incrociando i dati epidemiologici dell’Associazione italiana registri tumori con la stima dei tumori da fumo pubblicata nel 2011 dai ricercatori londinesi della Queen Mary University. Ecco come cambierebbero umore e stato di salute dei fumatori se smettessero di fumare. Oggi.
Da una campagna anti-fumo del 2011, in Inghilterra: nonostante la crudezza della comunicazione, che parla direttamente all'ego maschile, i produttori di tabacco non sono riusciti a bloccare la campagna.

Da una campagna anti-fumo del 2011, in Inghilterra: nonostante la crudezza della comunicazione, che parla direttamente all’ego maschile, i produttori di tabacco non sono riusciti a bloccare la campagna.

 

Cervello, umore, pelle e occhi. Si ridurrebbero: l’incidenza della depressione, la mortalità (-5.611 casi) e le disabilità per malattie cerebrovascolari come ictus e aterosclerosi (-819 casi).
Occhi. Calerebbe del 40% il rischio di cataratta e di 3 volte quello di degenerazione maculare. Per non parlare dei vantaggi estetici: la pelle del viso invecchierebbe più lentamente, l’irsutismo si ridurrebbe del 5,6%, si appianerebbero le rughe intorno alla bocca e sparirebbe il reticolo venoso superficiale delle gote e del naso. 
 
Bocca, gola, denti e alitosi. Scenderebbero (-6.000) i decessi per tumori di labbra, bocca, faringe e laringe. Si risparmierebbero impianti e dentiere: la piorrea (espulsione dei denti dovuta alla placca batterica) è infatti agevolata dal fumo che riduce le difese immunitarie.
Piorrea. Il rischio di piorrea espulsiva sarebbe ridotto di 3 volte per chi fumava fino a 10 sigarette al giorno; di 6 per chi superava le 30. Inoltre la dentina sarebbe più bianca, il sorriso più gradevole e l’alito non saprebbe di posacenere.

 

Bronchi, polmoni, cuore e sangue. Ogni anno ci si risparmierebbe la maggior parte dei decessi per tumore al polmone (-32.956), quelli per bronchiti acute ed enfisemi (-12.935), polmoniti e influenze (-1.592), oltre ai decessi per Bpco o broncopneumopatia cronica ostruttiva (-2.244), patologia sviluppata da un fumatore su due.
Cuore. Ma si ridurrebbero anche i decessi per ipertensione (-2.135), malattie cardiache (-18.000) e 477 persone non si ammalerebbero di leucemia. 
 
Stomaco, colon, pancreas, fegato… Si ridurrebbero i tumori dello stomaco (-3.000), del colonretto (-4.000), del pancreas (-3.300), del fegato (-3.000), della vescica (-9.000), del rene (-1.976). Calerebbero i decessi per rottura degli aneurismi dell’aorta addominale (-2.033 morti), la dilatazione a palloncino di un’importantissima arteria la cui rottura è più frequente nei fumatori.
Diabete. Si ridurrebbe inoltre il rischio di insufficienza renale cronica, e di diabete, aumentato (79%) nei fumatori anche leggeri.

Questo articolo è tratto da Focus Extra 60 (primavera 2013), un numero speciale di Extra tutto dedicato agli "e se..." più curiosi e sorprendenti.

Questo articolo è tratto da Focus Extra 60 (primavera 2013), un numero speciale di Extra tutto dedicato agli “e se…” più curiosi e sorprendenti.

 

Riproduzione femminile.Calerebbero i tumori della cervice uterina (-158) e dell’ovaio (-4.900); non sarebbero necessarie molte fecondazioni artificiali perché il fumo è associato nella donna a un aumento dell’infertilità del 60%.
Gravidanza. Meno intoppi anche in gravidanza: al fumo sono correlati il 70% delle morti fetali; il 60-90% dei parti prematuri; la riduzione del peso alla nascita dei neonati (in media -200 g). Inoltre, il fumo causa un’anticipazione di 3 anni della menopausa. 
 
Riproduzione maschile. Nell’uomo smettere di fumare riduce del 15% il rischio di disfunzione erettile (impotenza): il fumo infatti favorisce la formazioni di ateromi non solo nei vasi del cuore, ma anche in quelli del pene impedendo la congestione necessaria per l’erezione.
Seme. Inoltre il fumo riduce il volume, la densità dello sperma oltre il numero e la motilità degli spermatozoi. Ma danneggia anche la morfologia e, direttamente o indirettamente, il Dna dello spermatozoo. 
 
Apparato scheletrico. Il fumo riduce la densità ossea e favorisce l’osteoporosi; le fumatrici 60enni hanno un rischio maggiore di frattura del collo del femore del 17%; nelle 70enni aumenta del 41%; nelle 80enni del 71%: quindi è sempre l’età giusta per smettere. Circa una frattura di anca su 8 è oggi attribuita al fumo.
Mortalità. Inoltre poiché in Italia la frattura del femore è correlata a una mortalità del 6% nel mese successivo al ricovero, il fumo è responsabile di circa 500 decessi precoci fra le donne anziane. 
 
Benefici anche per i bambini. Gli under 14 esposti al fumo passivo dei genitori sono circa 4 milioni. Si risparmierebbero i danni ai polmoni in sviluppo.
Conseguenze. Se tutti smettessero di fumare, inoltre, i bambini oggi figli di fumatori avrebbero una riduzione del rischio di otiti dell’orecchio medio, cioè fra il timpano e l’orecchio interno (-48%), di asma (-21%) e di dispnea, cioè di respirazione difficoltosa con fame d’aria (-24%) e di sindrome catarrale, cioè un eccesso di produzione di catarro (-35%). 
 
Fumo passivo e incidenti. In Italia i fumatori passivi sono 15 milioni, pari al 26,5% della popolazione. Ci si risparmierebbero i tumori al polmone da fumo passivo (-4.000 casi), ma anche quelli alle vie aeree superiori.
Al volante. Anche gli incidenti stradali si ridurrebbero della quota attribuita a distrazione per accensione o spegnimento della sigaretta, stimata nel 15% (cioè -32.000) del totale; in proporzione si ridurrebbero anche i morti (-600) e gli infortuni (-45.000) con i danni permanenti che derivano.

3-4 Primi esercizi con sillabe semplici

 

Il ritmo,l’intonazione e l’accento sono tre espedienti che useremo negli esercizi e che è bene acquisire.È utile esercitarsi ad associare i movimenti ritmici del collo a destra e sinistra conl’I-E.C.(=INIEZIONE-ERUTTAZIONE

CONTROLLATA),muovendo il capo dall’alto in basso per le plosive P e T,e dal basso in alto per la Ch,Q e K.

Le consonanti plosive sono la CH o Q,la K,la P e la T.

Queste consonanti pronunciate con dei movimenti accentuati delle labbra (P),della lingua contro gli incisivi ( T ) e della lingua che si appiatisce nella bocca: causano un movimento di qualche centimetro cubo di aria verso la faringe e quindi una piccola vibrazione che diventa una vocale.Naturalmente si inizia con un fonema composto da una sillaba e poi bisillabi e trisillabi.

 

Po’ to co po’ può

pà ta ca papa pàpà

pì ti chi

pù tu cu

pè te che

etc..

 

 

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3-3 Come evitare il panico e le imperfezioni

3-3 Come evitare il panico e le imperfezioni

(Quale apprendimento per un’erigmofonia perfetta!)

Un frazionamento delle difficoltà e la loror progressiva presentazione sono due regole d’oro per l’apprendimento di una voce esofagea scorrevole.Ricercare la qualità,ma non la quantità,evita delusioni di chi apprende e lo aiuta a superare difficoltà.Ad esempio rendere volontari quei progressi ottenuti per imitazione.Maturare,sperimentare ed acquisire la meccanica dell’iniezione d’aria sono i punti essenziali dell’apprendimento di una erigmofonia perfetta.

E’ buona regola conoscere gli errori più frequenti ed evitarli appena si presentano (tra questi è bene menzionare:l’iniezione rumorosa esofagea,il soffio polmonare,il ritmo affannato,le consonanti parassite,le articolazioni diffettose,il volume troppo debole od irregolare e la tonalità gracidante).

L’iniezione rumorosa:il precipitarsi alle vocali (fatta ecezione per chi usa il metodo di Marsiglia) produrrà quel breve ed improvviso rumore prima di ogni frase o parola.Evitate lo sforzo brusco,veloce e meccanico.Si tratta di aumentare il tempo di introduzione dell’aria nell’esofago,cercando una migliore posizione del mento (più sporgente e lievemente lateralizzato) e di ripetere gli esercizi delle sillabe con consonanti esplosive (PT).

Il soffio polmonare:è causato da anomalie del ritmo respiratorio affannoso e non armonizzato all’iniezione ed eruttazione controllata esofagea.

 

A) inspira espira (addome si contrae)

B) inspira iniezione eruttazione

espira

iniezione eruttazione

C) inspira espira

iniezione eruttazione

 

Gli schemi B) e C) riproducono le due anomalie respiratorie che causano:precipitazione nel comportamento,aumento della tensione nervosa,spreco inutile di un’energia considerevole.

Per realizzare l’ottimale schema A) proponiamo:

 

Inspirazione Pausa respiratoria Espirazione

preparazione Spalle giù iniezione eruttazione

della indietro <<RELAX…>>

iniezione alzare la testa

 

Se si rispetta l’elasticità della iniezione e la progressione dell’esercizio,ci si sorprenderà della facilità della eruttazione,senza la sgradevole presenza del soffio polmonare;inoltre ne risulterà un risparmio di energia.

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3.2 L’apparato di fonazione della voce esofagea

3.2 L’apparato di fonazione della voce esofagea

Per parlare non sono indispensabili le corde vocali. Per comodità, il termine di apparato di fonazione verrà qui circoscritta alla regione della bocca: labbra, denti, palato, lingua, cavità faringea.

3.2.1 il meccanismo di produzione della voce esofagea

Le labbra appuntite ed il dorso della lingua (avvicinato al velo pendulo) si retraggono indietro in un movimento di risucchio,ciò dà origine ad una corrente d’aria ingresiva.

I suoni prodotti con meccanismo orale e faringea sono sordi in quanto un suono sonoro è prodotto quando l’aria passsa attraverso la glottide aperta.Questo passaggio ora è m aterialmente impossibile.

Tuttavia è possibile l’articolazione di un intera serie di plosive/fricarive/affricate/nessi con semivocali/vibranti…

    1. Come decpntrarre la parete faringea ed iniziare a produre suoni.

A-bocca aperta senza sforzo,esporre la lingua senza toccare i denti.Lasciando immobile il mento,eseguire dei movimenti orizzontali di lateralizzazione della lingua.

B-bocca aperta senza sforzo,porre l’indice come se si volesse ordinare il silenzio.Esporre la lingua facendola passare a dx e a sx,del dito senza toccare gli angoli della bocca.In caso di dolenzia al movimento attivo è consgliabile insistere sul lato che procura maggiori difficoltà.

C-bocca aperta senza sforzo,porre l’indice come se si volesse ordinare il silenzio.Con la punta della lingua premere sul dito tentando di allontanarlo dalle labbra.

D-bocca aperta senza sforzo,esporre la lingua apiatto.Ritirare la lingua e chiudere la bocca.Ripetere presentando alternativamente la lingua a punta.

Questi esercizi sono da eseguire preferibilmente davanti ad uno specchio per verificare più facilmente l’esattezza dei movimenti.

E-gonfiare le guance come per dire P o per gonfiare un palloncino,inspirare lentamente mentre si tenta di aumentare l’aria contenuta nella bocca;a questo punto i polmoni sono completamente pieni d’aria e si può arrestare la respirazione e tentare di deglutire l’aria muovendo la lingua e le labbra con movimenti suzione.

Questa piccola quantita d’aria sarà iniettata nella cavità faringea e verrà respinta aprendo la bocca sotto forma di eruttazione.Questa vibrazione,opportunamente modulata,produce la voce esofagea.

F-gonfiare le guance a palloncino ed atteggiare le labbra come per dire P,ora respirate lentamente mentre si tenta di aumentare l’aria contenuta nella bocca e,tramite un movimento simile al boccheggiare (con la bocca chiusa),masticare l’aria deglutita.

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Catena dell’evoluzione umana: come sono mutati denti e apparato digerente.


I tre anelli fondamentali nella catena dell’evoluzione umana sono stati lo sviluppo della stazione eretta, lo sviluppo di mani capaci di esperte manipolazioni e un grande cervello. Il giocatore di bowling può controllare i suoi movimenti tanto bene da riuscire a rannicchiarsi, fare un passo avanti e, con l’aiuto della visione binoculare, lanciare con precisione un corpo pesante contro un bersaglio prescelto. Questa azione in apparenza semplice richiede la capacità i di combinare due diversi tipi di presa con la mano. Nella presa di forza, gli oggetti sono tenuti fra il palmo della mano e la superficie inferiore delle dita. Nella presa di precisione il pollice è opposto all’indice. Lo sport come mezzo di distensione basta a rispecchiare le capacità del cervello umano. 

Durante il corso dell’evoluzione abbiamo modificato la nostra biologia assai meno del nostro ambiente. Malgrado le diversità esteriori esistenti fra i componenti della specie umana, i nostri corpi considerati biologicamente sono notevolmente simili tra loro. Inoltre, la logica della struttura corporea è rimasta quasi immutata per millenni. La civiltà ha consentito all’uomo di modificare e dominare estesamente il suo ambiente senza molto adattamento fisico. Ne deriva che è talvolta difficile ricordare che il corpo umano si è evoluto per fronteggiare esigenze assai diverse da quelle che ha oggi la maggior parte della gente. Per capire quello che può fare e non può fare, il corpo deve essere visto nel suo contesto evolutivo perché il mantenersi in buona salute dipende, in parte, dal far funzionare il corpo nel modo in cui era destinato a funzionare. Se mantenuto in buone condizioni, il corpo e una macchina piuttosto notevole: agile, equilibrato, flessibile, robusto, durevole; ed e stato necessario che così fosse, dato che quando l’uomo primitivo, oltre tre milioni di anni fa, incominciò a camminare su due gambe si trovò a fronteggiare degli svantaggi fisici formidabili che tendevano a impedirgli una sopravvivenza sufficientemente lunga per consentirgli di riprodurre la sua specie (poteva prevedere infatti di morire, m media, all’età di venti anni). Doveva dedicare uno sforzo fisico notevole per far fronte alle sue necessità basilari: reperire alimenti, acqua, riparo e una femmina, nonché evitare i predatori II suo corpo non protetto doveva resistere a temperature estreme; la capacita di sudare e la relativa mancanza di peli si rivelarono fattori importanti nel consentire all’uomo di restare attivo anche m condizioni di notevole calore. Occorreva infine che avesse anche una buona resistenza fisica per potersi spostare al passo o di corsa per lunghi tratti dopo che era diventato un mangiatore di carne 

I denti e l’apparato digerente mostrano, però, che il nostro corpo è adatto soprattutto a una dieta vegetariana: non siamo predisposti per la lenta digestione di pasti abbondanti e diradati L’uomo diventò un mangiatore di carne non già perché la carne fosse essenziale per la sua sopravvivenza, ma perché costituiva una forma di cibo convenientemente concentrato. Quando poi ebbe la possibilità di organizzarsi in gruppi per la caccia, la sua dieta gli concesse maggior tempo disponibile: periodi di intensa attività venatoria potevano alternarsi a lunghi periodi di vita sociale sedentaria. (Basta uno sguardo alle natiche umane per capire che l’uomo non è stato progettato per una vita in parte sedentaria). La nostra capacità di mangiare sia cibi di un certo volume con basso valore calorico sia cibi concentrati di alto valore calorico è un aspetto tipico della versatilità che ci caratterizza fisicamente. Ed è precisamente questa versatilità, piuttosto che una qualche evidente superiorità fisica, che separa l’uomo dagli altri animali con i quali, però, ha in comune i sistemi strutturali di base per l’alimentazione e la distribuzione del nutrimento. Come nel caso degli altri primati, l’uomo ha gli occhi posti ben in avanti nel capo, fatto che non soltanto gli consente una visione stereoscopica, ma gli conferisce anche la capacità di determinare con precisione la velocità e la distanza; ha una temperatura corporea costante di 37 “C; è dotato di un sistema di isolamento protettivo fornito dal grasso e dai capelli; ha prole poco numerosa che nasce dopo un notevole periodo di gestazione e che necessita di un lungo allattamento; infine ha le mani con dita mobili. 

La sua effettiva supremazia fisica su tutti gli animali è dovuta alla presenza di un pollice che può disporsi in opposizione a tutte le altre dita, alla combinazione di tale destrezza manuale con il coordinamento mano-occhio, nonché allo sviluppo del suo sistema nervoso. Un cavallo da corsa è due volte più veloce dell’uomo, un ghepardo è tre volte più veloce; un capriolo può mantenere su una distanza di 32 chilometri una velocità superiore alla migliore ottenibile da un velocista. I canguri ridicolizzano gli sforzi umani nel salto e nessun essere umano è mai stato padre di 36 000 piccoli, cosa che notoriamente può essere fatta da un coniglio! La durata della nostra vita è lunga, ma anche in questo caso la tartaruga vive più a lungo. Inoltre c’è la posizione eretta dell’uomo che gli ha conferito l’enorme vantaggio di lasciar libere le mani, sebbene gli abbia causato anche alcuni problemi fisici: per gli sforzi della muscolatura addominale, della spina dorsale e del sistema circolatorio infatti rischia le ernie addominali e quelle del disco. 

L’uomo tuttavia si trova fortemente avvantaggiato in fatto di adattabilità: egli è il miglior tuttofare. Può arrampicarsi, camminare, correre, saltare, tuffarsi e nuotare. La specie umana, più di qualsiasi altra, presenta una vasta area di diffusione geografica e quasi ogni maschio può procreare con quasi ogni femmina. Alcune delle diversità esteriori degli individui rispecchiano adattamenti ambientali: quanto più il clima è freddo tanto più è abbondante il grasso corporeo: gli esquimesi tendono ad avere un peso di 18 kg superiore a quello degli abitanti dell’Europa meridionale. Nasi lunghi e sottili servono a inumidire l’aria inspirata in condizioni ambientali secche e pelli scure servono a proteggere contro un’umidità eccessiva. Tutto questo sta a dimostrare che, sempre più nel corso degli ultimi 50 000 anni, l’uomo ha imparato a sopravvivere non già continuando a modificare il proprio corpo, bensì facendo uso della sua caratteristica più importante il suo cervello grande e complesso per effettuare mutamenti ambientali. E poiché la società sta ora cambiando a un ritmo accelerato dobbiamo tenere a mente che le più basilari necessità del corpo non si sono modificate e, in modo speciale, che il processo evolutivo non presuppone che i nostri corpi siano iper nutriti e utilizzati fisicamente in modo insufficiente.