CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE SUI TUMORI DELLA TESTA-COLLO

CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE SUI TUMORI DELLA TESTA-COLLO
Per il 3^ anno consecutivo in Europa si svolge la settimana di campagna di sensibilizzazione sui tumori della Testa-Collo denominata “MAKE SENSE Campaign” dal 21 al 25 settembre promossa da EHNS/ECPC, la Associazione Europea Otorinooncologi/Coalizione Europea dei Pazienti con il Cancro.
Make Sense sta per “Dare Senso alla Prevenzione e Diagnosi precoce dei Tumori della Testa-Collo” che ancora oggi hanno un tasso di sopravvivenza pari al 50% proprio a causa dei sintomi che, troppo spesso trascurati o confusi, comportano la diagnosi tardiva della neoplasia.
Quest’anno si vuol dare un forte impulso alle attività online e con la vostra adesione in pochi e semplici click potrete intervenire in diversi collegamenti a scelta.
Date un’occhiata visitando

Facebook : www.facebook.com/pages/Make-Sense-Campaign/372091092995793 e condividete
Twitter : https://twitter.com/makesensecmpn

Thunderclap
Si tratta di un social media che consente a persone o organizzazioni di amplificare i loro messaggi.
Se riusciamo a raggiungere l’obiettivo di 100 supporter, Thunderclap invierà un messaggio coordinato attraverso tutti i supporter di Twitter e Facebook creando una elevata ondata di attenzione verso circa 1000 persone.
Per raggiungere l’obiettivo occorre tutta la vostra collaborazione e qui di seguito vi spieghiamo quali sono le possibilità per raggiungerlo e come farecome fare

• Visitare www.makesensecampaign.eu
• Cliccare sull’icona Thunderclap sulla destra della pagina per collegarsi
• Cliccare sul tipo di supporto prescelto Facebook, Twitter o Tmblr
• Raggiungere i vs amici ed incoraggiate anche loro a supportare questa sezione di Thunderclap

Donate la vostra voce a ‪#‎UnitingVoices‬
Incoraggiamo le persone a mostrare il loro supporto alla campagna unendosi al Uniting Voices Virtual choir. Si tratta di filmarsi per 15 sec circa mentre si canta la canzone “Tu sei la voce (You are the Voice)” di John Farnham o poi postarla sulla propria bacheca di FB o Twitter.
Il link al video originale è www.youtube.com/watch?v=tbkOZTSvrHs
Per maggiori informazioni https://makesensecampaign.eu/unitingvoices-join-us

Supportate la missione con una donazione
Si vuole realizzare un autobus attrezzato con apparecchiature che viaggi attraverso tutta l’Europa portando il messaggio di attenzione 1per3 ovvero 1 particolare sintomo per 3 settimane onde stimolare ed attuare la diagnosi precoce dei tumori della Testa-Collo.
Ogni EURO donato farà percorrere 1Km a questo autobus. Quindi ogni Euro sarà di valore!!!
Potrete dare il vostro contributo collegandovi a www.gofundme.com/h7stpsrc

Tutte le forme di cancro della Testa-Collo possono essere prevenuti e diagnosticati precocemente e tramite una maggiore consapevolezza di questa malattia possiamo salvare la vita di migliaia di persone in Europa. Mostrate la volontà di supportare questa campagna partecipando ad una qualsiasi attività tra quelle proposte.

fonte

Recuperare voce, gusto e olfatto dopo l’intervento si può

 

Quando un tumore interessa zone delicate come bocca, naso, gola: strategie per ritrovare una buona qualità di vita

 

MILANO – La riabilitazione dopo le cure per un tumore è un passo spesso indispensabile per recuperare una buona qualità di vita. Quando ad essere toccate dalla malattia sono zone delicatissime, come quelle del viso, è comprensibile ce la faccenda sia ancora più delicata. Gli organi colpiti dai tumori della testa e del collo (bocca, lingua, gengive, faringe, laringe, naso, seni paranasali e ghiandole salivari), infatti, sono coinvolti in processi vitali, oltre ad essere molto importanti nella percezione estetica che ogni persona ha di se stessa. Negli ultimi 20 anni la ricerca medico-scientifica ha cercato di individuare le strategie terapeutiche più adatte a conservare l’integrità e le funzioni di questi organi, oltre alla possibilità di preservare le capacità sensoriali dell’individuo. Molto può però essere fatto anche con una buona riabilitazione, «ma in Italia è ancora troppo alta la percentuale di pazienti che non la fanno, per motivi personali, per la lontananza dai centri che la fanno o perché neppure ne conoscono l’esistenza» dice Umberto Tassini, consigliere nazionale dell’Ailar, l’Associazione Italiana Laringectomizzati.

 

IL PRIMO PASSO, PRESERVARE L’ORGANO – La chirurgia, associata o meno alla radio o alla chemioterapia, ha sempre rappresentato il trattamento standard di questi tumori, a cui in anni più recenti si è aggiunta l’integrazione con i nuovi farmaci biologici. Grazie ai miglioramenti delle terapie negli ultimi anni si è potuto ricorrere sempre meno agli interventi chirurgici più radicali (che purtroppo comportano l’asportazione di parti del corpo come lingua, gola, trachea, corde vocali) mantenendo in molti pazienti le funzioni degli organi colpiti, con le stesse probabilità di sopravvivenza. Dopo le cure (a seconda del tipo di intervento effettuato) è spesso importante seguire programmi di riabilitazione respiratoria, fisica, fonatoria o di rieducazione del gusto e dell’olfatto. «Secondo le statistiche, però – prosegue Tassini -, su un totale di circa 5mila nuovi pazienti all’anno che subiscono una laringectomia totale, se l’uno per cento riesce in maniera autonoma a riprendere la capacità comunicativa, soltanto il 5 per cento utilizza le apposite protesi. Invece, ben l’85 per cento dei pazienti che si recano presso centri di riabilitazione completa l’iter con successo. C’è poi un restante 13 per cento che usa il laringofono (erogato dalle ASL) e un due per cento che rinuncia alla riabilitazione per motivi personali: fattori fisiologici, mancanza di spinta volitiva, isolamento familiare, depressione».

COSA SI PUÒ FARE – Per capire quanto sia vasto il mondo della riabilitazione è bene fare innanzitutto chiarezza sui termini: «Per riabilitazione si intende la ripresa, ovvero il ristabilire in maniera diversa (vicariante) una funzione che è stata permanentemente offesa o eliminata – spiega Maurizio Magnani, direttore dell’Otorinolaringoiatria a Cremona, presidente nazionale di Ailar e Fialpo (Federazione Italiana delle Associazioni di Laringectomizzati e dei Pazienti Oncologici della testa e del collo) -. La rieducazione, invece, riguarda funzioni ancora presenti e che devono essere opportunamente ripristinate in maniera ottimale. Infine, per riadattamento si intende la ripresa delle abitudini di una persona nell’ambito familiare, sociale e, quando possibile, lavorativo. Oggi sono molti, oltre cento, i nostri centri gestiti da volontari e sono presenti in tutta Italia».

RIABILITAZIONE RESPIRATORIA E FISICA – Nel caso di laringectomia con tracheostoma definitivo, il percorso tra ingresso nell’aria e i polmoni risulta molto ridotto e privo di resistenza. La conseguenza è un aumento del ritmo respiratorio rendendo meno facili le azioni di sforzo (salire le scale, camminare a passo sostenuto, praticare uno sport). «Occorrerà quindi praticare opportuni e semplici esercizi ginnici per mantenere un buon mantice polmonare – dice Magnani -. La mancanza di un opportuno filtraggio dell’aria ispirata può provocare una serie di problemi tracheali e bronchiali con complicanze non indifferenti. A tale scopo, se si pongono degli elementi filtranti davanti al tracheostoma e tali di che provochino anche una resistenza all’ingresso dell’aria, si ottengono due risultati: il primo è il filtraggio, umidificazione, e riscaldamento dell’aria respirata ed il secondo è quello di richiedere un maggior sforzo in fase inspiratoria con il vantaggio di far esercitare il mantice polmonare».

RECUPERARE LA VOCE – «La riabilitazione fonatoria è la parte più impegnativa della riabilitazione dei soggetti laringectomizzati e tracheostomizzati: i pazienti devono utilizzare metodi diversi dalla voce naturale per potersi esprimere e comunicare» prosegue l’esperto. Nei casi di preservazione d’organo, invece, la funzione fonatoria avviene ancora per la spinta dell’aria proveniente dai polmoni e quindi si procede alla rieducazione di una «voce soffiata». C’è poi la riabilitazione alla voce esofagea, un sistema per ottenere una voce vicariante autonoma che il soggetto deve produrre in condizioni di apnea, e quella con protesi tracheo-esofagea (che, in casi selezionati, permette di ottenere una fluidità fonatoria molto simile a quella naturale). Il laringofono, invece, è un dispositivo elettronico (utilizzato da pazienti non in grado di essere riabilitati con modi diversi) che produce la vibrazione di una membrana che, quando premuta sulla cute sottostante la faringe (sotto la zona del mento) mentre il paziente articola, viene modulata dalle minime vibrazioni faringee, dando luogo ad un suono articolato comprensibile come parole.

RIEDUCAZIONE DI GUSTO E OLFATTO – «La respirazione anomala attraverso la tracheostomia esclude naso e bocca e quindi non consente più una corretta stimolazione dell’epitelio olfattivo – conclude Tassini -. Con opportune metodiche inspiratorie, però, la funzione olfattiva viene mantenuta e, quando possibile, anche riattivata. In parallelo anche il senso del gusto viene opportunamente stimolato tramite degustazione di dolce, salato, aspro e amaro».

Vera Martinella
(Fondazione Veronesi)

http://www.corriere.it/salute