Gli organi della digestione: bocca, denti, fegato, pancreas, intestino e stomaco.


L’organismo, per crescere, rinnovare le cellule e recuperare le energie impiegate nel suo funzionamento, ha bisogno di nutrizione. Il nutrimento si ricava attraverso l’alimentazione, l’ingestione di cibi. Gli alimenti poi devono essere assimilati e trasformati chimicamente per poter attraversare le pareti dell’intestino tenue e giungere al sangue: questo complesso procedimento è compito degli organi della digestione. L’apparato digerente è costituito da un tubo lungo circa 10 metri, con dilatazioni nel suo corso e aperto alle due estremità: inizia dalla bocca e prosegue nella faringe, nell’ esofago, nello stomaco e termina nell’intestino tenue e cito. Le ghiandole annesse sono le ghiandole salivari, il pancreas e il fegato.

La bocca
II primo tratto del tubo digerente è costituito dalla bocca, una cavità che esternamente è delimitata dalle labbra. Al suo interno vi sono il muscolo della lingua, il palato, i denti. Interiormente la bocca comunica con la faringe mediante l’istmo delle fauci. Al centro delle fauci si trova l’ugola e poco prima le due tonsille.

I denti
I denti hanno il compito di triturare il cibo (funzione meccanica): sono piantati negli alveoli dentari con la radice, rivestita di cemento; il colletto è la parte ricoperta dalla gengiva e la parte visibile è la corona il cui strato più superficiale è costituito dallo smalto, la sostanza più dura di tutto l’organismo (per il 95% è di sostanza inorganica). Subito sotto lo smalto ha sede la dentina o avorio, composta da sali di calcio precipitati (circa 70%) e per il rimanente composta da acqua e sostanza organica. All’interno della dentina vi è la polpa dentale, formata da una zona periferica con cellule cilindriche (odontoblasti) e una zona. Nella polpa sono anche contenuti i vasi e i nervi che provvedono alla nutrizione e alla sensibilità del dente. L’elemento che fissa il dente nella sua cavità è il parodonto, formato da cemento, gengiva, legamento alveolo dentale e alveolo. Nell’uomo si hanno due dentature una decidua, con 20 denti e l’altra permanente con 32. La dentatura decidua o da latte scompare tra i 7 e gli 11 anni. La dentatura completa è costituita, per ogni arcata dentaria, da 4 incisivi, 2 canini, 4 premolari, 6 molari. Ogni dente possiede una conformazione adatta alla funzione: gli incisivi sono a forma di scalpello e servono a tagliare il cibo; i canini sono appuntiti e servono a lacerare: i molari e i premolari, ampi e spianati, servono a triturare.

La faringe
La faringe è un lungo tubo che comunica sia con la bocca sia con l’esofago. Dalla laringe è separata dalla linguetta mobile cartilaginea detta epiglottide che impedisce il passaggio di qualche particella solida o liquida del bolo nell’apparato respiratorio.

L’esofago
L’esofago è lungo circa 25 cm e sbocca nello stomaco. E un tubo dotato di movimenti involontari costituiti da contrazioni e rilassamenti, detti nel complesso peristalsi, che spingono il bolo nello stomaco.

Lo stomaco
Lo stomaco comunica con l’esofago mediante il cardias e con l’intestino mediante il piloro. È una sacca situata sotto il diaframma, della capacità di circa 1300 cm . Lo stomaco è costituito da tre tuniche: quella più esterna si chiama peritoneo, la più interna è tappezzata dalle ghiandole che secernono il succo gastrico.

Il fegato
Il fegato insieme al pancreas è una delle due ghiandole fondamentali per il processo digestivo. Si può definire il fegato come un potente filtro per tutte le sostanze introdotte con l’alimentazione e come il più importante laboratorio chimico di tutto l’organismo. Il fegato è all’altezza della VII e VIII costola all’interno della cavità addominale e nel lato destro. È di colore rosso scuro ed è la ghiandola più grossa di tutto l’organismo umano: pesa infatti circa 1500 g. Si suddivide in tre parti, dette facce: una superiore, convessa, subito sotto il diaframma, una inferiore o viscerale, piana e con tré solchi a forma di h (in quello più a destra vi è la vescica biliare), la posteriore, concava, che si assottiglia alle estremità, II fegato è rivestito sia dal peritoneo sia da una sua protezione detta capsula di Glisson. Il fegato riceve sangue dalla vena porta e dall’arteria epatica (un ramo dell’aorta). La vena porta (nella faccia inferiore) convoglia il sangue che viene dall’intestino, dallo stomaco e dalla milza: il fegato lo elabora prima di riversarlo nella vena cava inferiore. Le funzioni del fegato sono innumerevoli: innanzitutto quella di secernere la bile che viene concentrata in una piccola vescica (cistifellea o colecisti) per poi passare nel duodeno durante la digestione intestinale ed ha importanti compiti come quello di neutralizzare l’azione dell’acido cloridrico del chimo o di facilitare l’assorbimento dei grassi. La bile deve il suo colore giallo oro alla presenza di pigmenti biliari come la bilirubina e la biliverdina. Tra le altre funzioni del fegato ricordiamo quella di fabbricare il glicogeno (zucchero di riserva) e di accumularlo. Lo trasforma poi in glucosio (la fonte principale della energia delle cellule) che distribuisce al sangue. Anche i grassi vengono trasformati dal fegato in modo da esse Anche i grassi vengono trasformati dal fegato in modo da essere resi assimilabili dalle cellule. Con gli aminoacidi poi fabbrica le albumine o proteine semplici del plasma, l’urea e le nucleoproteine. Il fegato è Inoltre la sede di deposito di gran parte del ferro essenziale per l’emoglobina fabbricata dal midollo osseo. Il fegato è il deposito di alcune vitamine: la B12 (presente negli alimenti animali come rosso d’uova e latte), la A (presente nel latte e nei derivati), la PP (presente sia nel regno animale sia in quello vegetale, specialmente nel grano, nell’orzo, nei legumi) e la K (presente in grande quantità nei cavoli, negli spinaci, in genere nelle parti verdi delle piante). Servendosi della vitamina K produce la protrombina, essenziale alla coagulazione del sangue.

Il pancreas
II pancreas è una ghiandola situata nella porzione medio superiore dell’addome il cui peso raggiunge i 100 g e la cui lunghezza è compresa tra i 16 e i 20 cm. In stato di riposo il pancreas è di colore bianco grigio, ma nella fase attiva della digestione diventa rosea per il maggiore afflusso di sangue. Dal punto di vista anatomico il pancreas viene suddiviso in testa, corpo e coda e ogni parte è in contatto con altri organi: la testa, anteriormente, con lo stomaco e l’intestino, posteriormente con vari vasi sanguigni. Il pancreas inoltre è costituito da una porzione esocrina e una endocrina. La prima è formata da gruppi (acini) di 4 o 6 cellule piramidali, responsabile di circa 14 enzimi digestivi (proenzimi). La parte endocrina è costituita dagli isolotti di Langerhans. formazioni sferoidali di cellule che producono l’insulina. Gli acini producono il succo pancreatico che esercita l’azione più potente nel processo digestivo: contiene infatti un enzima, la tripsina che completa il lavoro iniziato dallo stomaco di demolizione delle grosse molecole proteiche; contiene anche la lipasi che trasforma i grassi in modo da renderli assimilabili; infine con l’amilasi completa la riduzione dell’amido in zuccheri semplici. L’insulina, prodotta dagli isolotti di Langerhans, è un ormone che permette l’utilizzazione del glucosio da parte delle cellule dei muscoli, delle cellule adipose e di quelle del fegato. Se per una disfunzione il pancreas non produce insulina, possono nascere danni gravissimi per l’organismo (quadro patologico del diabete). La gravita di queste disfunzioni e delle carenze di insulina non si nota con immediatezza ma in tempi lunghi.

La funzione della saliva
La prima fase della digestione avviene nel cavo orale ad opera della saliva: essa agisce sia in senso meccanico impastando e lubrificando il bolo, sia in senso chimico, ad opera di alcuni enzimi (ptialina, maltasi ec.) che attaccano l’amido cotto e il maltosio, provocandone la prima scissione. La saliva ha dunque funzione digestiva per la presenza dell’analisi salivare; ma ha anche la funzione, di formazione del bolo alimentare, perché i cibi, triturati dai denti, vengono insalivati e trasformati in una massa umida lubrificata che facilmente viene spinta nello stomaco; ha funzione escretoria perchè molte sostanze organiche sono scerete con la saliva, come il mercurio, il piombo, l’urea; ha la funzione di regolazione del bilancio idrico, perché se l’organismo perde molti liquidi, le ghiandole salivari frenano la secrezione e si ha essiccamento delle mucose orali con conseguente senso di sete. La sete è un avvertimento che le riserve idriche dell’organismo sono esaurite. Ai lati della bocca sono situate le 3 coppie di ghiandole salivari (dette acinose per la caratteristica struttura microscopica ad acino d’uva), le parotidi, le sottomandibolari e le sottolinguali. Esse sono responsabili della produzione e dell’immissione della saliva, un liquido fondamentale per la masticazione, la deglutizione e la lubrificazione dell’esofago (funzione chimica). Durante un pasto le ghiandole producono quasi mezzo litro di saliva; a digiuno molto meno, ma in maniera continua; una secrezione abbondante può aversi anche senza la presenza del cibo, ma con il semplice ricordo o desiderio o il profumo di un cibo; durante il sonno non ne producono. La saliva è costituita di acqua per il 98% e per il rimanente di sostanze quali la mucina e la ptialina. La ptialina è un enzima il cui compito è quello di disgregare chimicamente il cibo.

La deglutizione
Triturati e masticati dai denti, insalivati e ridotti a bolo alimentare i Cibi passano, con la deglutizione, nella faringe. Il movimento della deglutizione è all’inizio volontario, poi diventa un riflesso involontario; nell’atto del passaggio si ha un momentaneo arresto della respirazione: se il ritmo non è preciso, qualche frammento di cibo può penetrare nella laringe provocando violenti colpi di tosse e senso di soffocamento (il popolare andare di traverso). La digestione nello stomaco II bolo penetra nello stomaco dall’esofago e vi si depone a strati: su di esso interviene il succo gastrico. Il succo gastrico contiene acqua, acido cloridico e tré enzimi, la pepsina, la chimosina, la lipasi. L’acido cloridico serve a distruggere i germi presenti nel cibo, gli enzimi trasformano le sostanze ingerite in composti più semplici. La mucosa delle pareti interne protegge lo stomaco dai suoi stessi terribili succhi fra cui il potente acido cloridico. Nessun alimento quindi può irritare lo stomaco, capace di tollerare l’acido cloridico. I movimenti e i succhi gastrici dello stomaco riducono il bolo in chimo: ora è pronto a passare nell’intestino.

La digestione nell’intestino
Nell’intestino tenue si compie la parte più importante di tutto il processo digestivo in quanto esso possiede tutti gli enzimi necessari, molti dei quali sono prodotti dal fegato e dal pancreas. La funzione dei villi intestinali, che nell’ileo sono numerosissimi (fino a 3500 per cm2), è quella di procedere all’assorbimento; le Sostanze assimilate infatti penetrano nei vasi sanguigni attraverso i villi e dai vasi sono quindi, con il sangue, trasportate all’intero organismo. L’intestino crasso è privo di villi e pertanto non ha funzione digestiva ma depurativa, grazie alla flora batterica in esso residente. È suddiviso in cieco, colon, sigma e retto. Tutte le sostanze non assimilate e non digerite si concentrano nel crasso e verranno espulse come feci attraverso lo sfintere anale con un movimento volontario.

http://www.medicina33.com/articolo-747-organi-digestione-bocca-denti-fegato-pancreas-intestino-stomaco.html

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