Dieci rimedi naturali e sciroppi fai-da-te per la tosse

rimedi tosse cover
Di Marta Albè
Rimedi naturali per la tosse. Con il ritorno del freddo, ecco riaffacciarsi anche uno dei disturbi tipici della stagione autunnale o invernale: la tosse. Soprattutto se la tosse è leggera e non è diventata cronica, è possibile correre ai ripari e provare a calmarla prima che si aggravi ricorrendo ad alcuni rimedi naturali, che prevedono soprattutto la preparazione di infusi e disciroppi casalinghi, a base di erbe officinali spontanee e di ingredienti che sono facilmente presenti in ogni dispensa.
E’ consigliabile assumere gli sciroppi al momento del bisogno, quando la tosse diventa più fastidiosa e insistente e bere un infuso calmante alla sera, per poter riposare bene nonostante la tosse.
 

1) Sciroppo al miele

miele
Per la preparazione dello sciroppo, riscaldate in un pentolino il succo di un limone e versatelo in una ciotola aggiungendo un cucchiaio di olio di semi di girasole e mezzo bicchiere di miele. Mescolate bene per amalgamare il tutto e trasferite in barattoli di vetro sterilizzati, da conservare in frigorifero. Prendetene uno o due cucchiaini al bisogno per calmare la tosse.


 

2) Sciroppo all’aglio

aglio
Immergete tre teste d’aglio sbucciate e tagliate a spicchi in due bicchieri d’acqua. Riponete il tutto in una pentola e lasciate cuocere fino a quando l’acqua non si sarà dimezzata. Rimuovete gli spicchi d’aglio e aggiungete al liquido ottenuto 1 bicchiere di aceto di mele e 40 grammi dimiele. Mescolate, portate ad ebollizione, lasciate raffreddare e conservate in una bottiglietta di vetro in frigorifero. Prendetene un cucchiaio al giorno.

3) Infuso al timo

timo
Un infuso a base di timo per calmare la tosse può essere preparato portando ad ebollizione 250 ml d’acqua, che dovrà essere versata all’interno di una tazza sul cui fondo sarà già stato cosparso un cucchiaino di timo essiccato e tritato. Lasciate riposare per quindici minuti, filtrate e bevete una volta al giorno. L’infuso può essere lasciato raffreddare e utilizzato per i gargarismi nel casso in cui la tosse sia accompagnata da mal di gola.

4) Infuso al basilico

basilico
Oltre all’infuso al timo, anche l’infuso al basilico può essere utilizzato per calmare la tosse. Versate sul fondo di una tazza un cucchiaino di foglie di basilico precedentemente essiccate e tritate. Portate ad ebollizione 250 ml d’acqua in un pentolino e versatela nella tazza con il basilico. Lasciate riposare per 15 minuti, filtrate e bevete una volta al giorno.

5) Sciroppo di marrubio

marrubio
Il marrubio comune, o robbio, è un erba spontanea della famiglia delle Laminaceae nota per il proprio effetto balsamico. Per gli utilizzi erboristici viene raccolta nel mese di luglio. Può essere utilizzata per la preparazione di una medicina naturale per la tosse che prevede di mescolarne l’infuso, ottenuto con 1 cucchiaio di foglie essiccate lasciate riposare per dieci minuti in una tazza di acqua bollente, con mezzo bicchiere di miele. Lo sciroppo può essere trasferito in barattoli da conservare in frigorifero. Se ne possono assumere 4 cucchiaini al giorno, 1 ogni 4 ore.

6) Infuso di cipolle

cipolle
Affettate due cipolle, copritele completamente con acqua all’interno di una pentola, portate ad ebollizione e lasciate cuocere fino a quando non si saranno ben ammorbidite. Occorreranno circa quindici minuti. Il liquido ottenuto può essere imbottigliato, lasciato raffreddare e consumato a cucchiaini nel momento del bisogno per calmare la tosse.
 

7) Infuso alla rosa canina

rosa canina
Per la preparazione di un infuso di rosa canina vi occorreranno due cucchiaini delle suebacche essiccate per ogni tazza da 250 ml d’acqua. Portate l’acqua a voi necessaria ad ebollizione e versatela nelle tazze sul cui fondo avrete già disposto le bacche. Lasciate riposare per quindici minuti, filtrate e bevete una volta al giorno.

8) Aceto di mele e miele

aceto_mele
Ecco uno sciroppo semplicissimo da preparare al momento quando desiderate provare acalmare la tosse in maniera naturale. Mescolate semplicemente mezzo cucchiaino di miele e mezzo cucchiaino di aceto di mele ed assumetelo immediatamente.
 

9) Impacco all’aglio

Ecco un impacco da applicare sul petto per provare a calmare la tosse. Tritate due o tre teste d’aglio e frullatele con dell’olio d’oliva in modo da ottenere un composto che sia possibile spalmare all’interno di un fazzoletto. Ripiegate il fazzoletto e applicatelo sul petto riscaldandolo con una borsa dell’acqua calda. Rimanete a riposo e lasciate agire il più possibile.

10) Infuso di malva e semi di papavero

malva
Preparate un infuso per calmare la tosse lasciando riposare per 15 minuti in una tazza contenente 250 ml d’acqua portata ad ebollizione, un cucchiaino di malva essiccate e un quarto di cucchiaino di semi di papavero. Quindi filtrate il tutto e bevete una o due volte al giorno.





Fonte: greenme.it

I rifiuti uccidono come l’Ilva: boom di tumori in Campania

NAPOLI – In Italia si muore per i veleni delle industrie, in Campania per quelli dei rifiuti. Lo spiegano gli scienziati che hanno seguito il progetto Sentieri, finanziato dal ministero della Salute, e hanno preparato il rapporto su 44 dei 57 Sin (Siti di interesse nazionale) da bonificare.

Lo stesso rapporto che ha portato all’inchiesta della magistratura sull’Ilva di Taranto e alla chiusura di alcuni reparti. In Campania sono stati messi sotto la lente d’ingrandimento solo 2 dei 5 sin presenti sul territorio. Dallo studio è restata esclusa, ad esempio l’area di Bagnoli. In tutto sono stati esaminati 88 Comuni nei quali abitano 776.544 persone, quasi un sesto della popolazione della Regione (5.834.056). 

In tutti e due i siti studiati, quello delle aree del litorale vesuviano (11 Comuni con 462.322 abitanti) e quello Litorale Domizio Flegreo e agro aversano (77 comuni con 141.793 abitanti) si registra un eccesso rispetto al paramentro medio di riferimento, per la mortalità generale, per tutti i tipi di tumore, per quelle dell’apparato respiratorio, dell’apparato digerente, dell’apparato genitourinario. Fatta base cento, gli sforamenti più significativi si registrano nel vesuviano per le malattie dell’apparato genitourinario (uomini 109, donne 128) e nella seconda area per l’apparato digerente (114 per uomini e donne). 

E, in riferimento all’area del litorale Vesuviano, si legge nel rapporto: «in singoli comuni sono stati osservati eccessi della mortalità per il tumore del polmone, dello stomaco e della vescica per gli uomini e del tumore del fegato per entrambi i generi». E anche nella zona Domizia si notano patologie in eccesso anche al di là di quelle misurate dallo studio Sentieri e richiamate nel rapporto. 

Si legge, infatti: per alcuni Comuni del Sin si notano «eccessi di mortalità per tumore epatico, della pleura, della laringe e per malattie circolatorie». I dati si riferiscono al periodo tra il 1995 e il 2002, ma, a quanto pare, la progressione continua: in Campania, diversamente da quanto si verifica anche nell’area Italsider di Taranto, ci si ammala sempre di più, come conferma anche la ricerca del 2006 ordinata dall’istituto superiore della Sanità. 

Non solo: nella tragedia dell’Italsider sono coinvolti 216.618 abitanti, meno di un terzo di quelli interessati nella nostra regione. La tragedia della Campania ha due origini: la presenza di amianto in alcuni siti industriali e gli sversamenti dei rifiuti tossici. Il primo dato viene confermato anche da un procedimento in corso: quello contro i vertici dell’ex Alfasud dove negli ultimi cinque anni si è notata la morte per mesotelioma (il tumore provocato dall’amianto) di dieci lavoratori. 

E nelle considerazioni conclusive per entrambi i siti campani i relatori sottolineano che le aree sono caratterizzate oltre che da numerose discariche, anche dalla presenza di siti di smaltimento illegale e di combustione dei rifiuti sia urbani sia pericolosi. Gli scienziati per entrambe le zone raccomandano studi per la valutazione dell’inquinamento ambientale presente nell’area. E raccomandano di prevedere «percorsi di comunicazione con gli stakeholder, compreso l’associazionismo presente sul territorio». Ma, nonostante il continuo peggioramento della situazione, ancora nulla è stato fatto. 

Eppure, scorrendo l’elenco dei siti altamente inquinati esaminati nello studio, ricorrono i nomi di tutte le aziende che hanno sversato per anni rifiuti tossici nel cosiddetto triangolo della morte, quello che comprende l’area a nord di Napoli e a Sud di Caserta, come ha raccontato il pentito Gaetano Vassallo. Un’altra conferma dello scempio è arrivata dalla relazione del perito Giovanni Balestri sulla Resit di Giugliano. 

Il geologo ha sottolineato che il deposito di veleni di ogni tipo nella discarica non a norma provocherà entro il 2064, in assenza di interventi efficaci, un vero e proprio disastro industriale. In Campania attraverso i rifiuti le imprese del Nord hanno esportato la morte.

http://www.ilmessaggero.it

Smettere di fumare allunga la vita di dieci anni Le donne che smettono di fumare guadagnano 10 anni di vita: pubblicati i risultati della ricerca “Million Women”

Sono stati resi noti i risultati di una delle più grandiricerche scientifiche in tema di effetti del fumo sulla salute: le conclusioni dello studio sono a dir poco sorprendenti e rafforzano ancor di più le convinzioni sugli effetti deleteri del fumo che derivano da numerose ricerche precedenti, ma pongono anche l’attenzione sulla possibilità di ridurre i rischismettendo di fumare.

Lo studio è stato condotto esclusivamente su un campione di donne: dal 1996 al 2001 ne sono state monitorate ben 1,3 milioni, dai 50 ai 65 anni di età. Le partecipanti allo studio, denominato “Million Women”, erano per il 20% fumatrici, per il 28% ex-fumatrici e per il restante 52% non fumatrici. La pubblicazione sulla rivista “Lancet” è avvenuta in occasione del centesimo anniversario della nascita di Sir Richard Doll, lo studioso che ha identificato per primo il legame tra cancro del polmone e vizio del fumo.

Ed ecco i risultati dello studio: 

– Chi smette di fumare intorno ai 30 anni diminuisce del 97% il rischio di morte prematura
– Chi smette verso i 40 anni dimezza la mortalità
– Le fumatrici sono 3 volte più a rischio di vita delle non fumatrici e i due terzi delle morti del totale dei fumatori dai 50 ai 70 anni sono dovute a patologie derivanti dal fumo.
– I rischi salgono in proporzione al numero di sigarette fumate, ma anche chi fuma una sola sigaretta al giorno ha un tasso di mortalità doppio rispetto ai non fumatori.
– I fumatori che smettono prima di arrivare a metà della loro vita guadagnano in media 10 anni in più.

Gli studiosi ipotizzano che i risultati potrebbero essere validi anche per gli uomini, ma per ora il modello è valido solo per le donne, visto che la ricerca ha preso in considerazione solo un campione di sesso femminile. Dunque le donne non hanno scuse: è proprio ora di rinunciare alla sigaretta.

http://donne.virgilio.it/benessere/salute-in-pratica/smettere-di-fumare-allunga-vita-di-dieci-anni.html

Vaccino antinfluenzale bloccato dal Ministero della Salute

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Il vaccino antinfluenzale è stato bloccato per precauzione dal Ministero della Salute; nello specifico si tratta del vaccino Inflexal V della ditta Crucell. Per quanto concerne la campagna di vaccinazione contro l’influenza e sulla difficoltà di reperire le dosi mancanti il Ministero spiega che la Crucell non era tra i principali fornitori.

 

Inoltre in una nota diffusa dal Ministero si può leggere che

I vaccini sono estremamente controllati. I controlli sono ferrei e quando si rileva un problema, che può accadere, perché comunque si tratta di prodotti biologici, le aziende ritirano non solo i lotti sospetti, ma l’intera produzione. E’ una misura precauzionale che viene sempre adottata, quando si individua anche solo un minimo rischio. Il Ministero della Salute assicura che non vi sono rischi per la salute e che quello che si sta affrontando in queste ore è solo un problema organizzativo per reperire anche sul mercato estero da parte delle aziende produttrici tutte le dosi necessarie di vaccino antinfluenzale

 

Sarebbe stata la stessa ditta ad avvisare che il vaccino non aveva superato tutti i test. Comunque sia è importante ricordare che queste dosi di vaccino antinfluenzale sono state bloccate solo per misura precauzionale.

Photo Credits| Daniel Paquet su Flickr

http://www.mondobenessereblog.com/

IL CASO Neoplasie e malformazioni emergenza anche a Brindisi L’allarme degli esperti e ricercatori delle università di Bari e Lecce e del Cnr

Non solo Taranto. Un eccesso di neoplasie alla pleura nei maschi e di tumori alla laringe nelle donne residenti a Brindisi, una prevalenza di tumori polmonari tra le donne di Ceglie Messapica e di Torchiarolo, le malformazioni congenite nei neonati, un aumento dei livelli di inquinanti nell’aria. Ne hanno parlato ieri dinanzi alla commissione Ambiente della Regione, esperti e ricercatori delle università di Bari e Lecce e del Cnr.

Una settimana fa era stato ascoltato il primario del reparto di radioterapia dell’ospedale Perrino di Brindisi, Maurizio Portaluri, che è anche il responsabile dell’associazione Medicina democratica e che già aveva fornito elementi per nulla rassicuranti.

Ai consiglieri della commissione Ambiente sono stati presentati dati precisi sulle percentuali di tumori nel territorio brindisino e di malformazioni neonatali, soprattutto di tipo cardiaco. E’ emerso che in presenza di venti da est e da sudest, nel centro del capoluogo, si incrementano le concentrazioni di biossido di zolfo. Concentrazioni che, secondo gli studiosi, provengono dal porto e dalla zona industriale e si osservano significativi effetti sulla salute della popolazione. Nell’occhio del ciclone finisce pure la centrale a carbone di Cerano. Sempre secondo gli studiosi è necessario completare il quadro delle conoscenze prima di dare il via a qualsiasi progetto di risanamento.

http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/10/04/news/brindisi-43823398/

SALUTE 09/07/2011 – ONDATE DI CALORE

SALUTE
09/07/2011 – ONDATE DI CALORE: I CONSIGLI DEL MINISTERO DELLA SALUTE
Le 12 regole per affrontare il gran caldo

Affrontare le ondate di calore con i consigli degli esperti del Ministero della Salute – Foto: ©photoxpress.com/PaulPaladin

Dal Ministero della Salute ecco il vademecum da seguire per affrontare le ondate di calore senza problemi
Le ondate di caldo, o calore, sono una realtà che ritornano puntuali praticamente ogni anno e, come ogni anno, è bene poterle affrontare nel migliore dei modi per non dover incorre in problemi di salute, anche seri. I soggetti più a rischio, si sa, sono i bambini e gli anziani, e a loro deve essere pretata la massima attenzione.

Per trovarsi preparati alla situazione, il Ministero della Salute offre una serie di 12 consigli validi per tutti. Vediamoli, di seguito, uno per uno.
1. Non di uscire di casa nelle ore più calde (dalle 11,00 alle 18,00);

2. Bere almeno due litri d’acqua al giorno, anche se non se ne avverte il bisogno. Fatto salvo diversa prescrizione medica;

3. Consumare pasti leggeri e frazionarli durante l’arco della giornata. In particolare, mangiare quotidianamente frutta e verdura fresche. Fare attenzione alla corretta conservazione degli alimenti deperibili;

4. Evitare di bere alcolici e limitare l’uso di bevande contenenti caffeina;

5. Limitare l’attività fisica intensa, in particolare nelle ore più calde;

6. Indossare indumenti leggeri in fibra naturale, non aderenti e di colore chiaro. Proteggere la testa dal sole diretto con un cappello e gli occhi con occhiali da sole;

7. Durante le ore del giorno schermare le finestre esposte al sole diretto mediante tende, persiane o veneziane;

8. Mantenere chiuse le finestre durante il giorno e aprirle di sera quando l’aria esterna è più fresca;

9. Se necessario, abbassare la temperatura corporea con bagni e docce evitando tuttavia di utilizzare acqua troppo fredda e di bagnarsi subito dopo il rientro da ambienti molto caldi. Queste azioni possono essere potenzialmente pericolose per la salute;

10. Se necessario, rinfrescare gli ambienti in cui si soggiorna con ventilatori o condizionatori, seguendo alcune regole: non posizionare il ventilatore troppo vicino alla persona e non utilizzarlo in caso di temperature superiori ai 32° C e, in ogni caso, bere molta acqua per evitare il rischio di disidratazione. Se si usano i climatizzatori evitare di regolare la temperatura interna a livelli troppo bassi rispetto alla temperatura esterna. La temperatura dell’ambiente domestico per il benessere fisiologico è di 24-26° C. quando s’indossino abiti leggeri e non si fa attività fisica intensa. Non accendere il forno e altri elettrodomestici quali scaldabagno, lavatrice ecc. in concomitanza del climatizzatore, per evitare consumi energetici eccessivi

11. In auto, usare tendine parasole. Se si dovesse entrare in una vettura rimasta a lungo sotto il sole, per prima cosa aprire gli sportelli per ventilare l’abitacolo e poi iniziare il viaggio con i finestrini aperti o il condizionatore acceso per abbassare la temperatura interna. Evitare di lasciare anche per poco tempo persone o animali nell’auto chiusa in sosta, perché la temperatura all’interno dell’abitacolo si innalza rapidamente anche se la temperatura esterna non è particolarmente elevata e può causare anche un colpo di calore, specialmente nei bambini piccoli;

12. Prestare particolare attenzione alla corretta conservazione domestica dei farmaci. Leggere attentamente le modalità di conservazione riportate sulle confezioni. Conservarli lontano da fonti di calore e da irradiazione solare diretta. Durante la stagione estiva riporre in frigo i farmaci che prevedono una temperatura di conservazione non superiore ai 25 – 30° C. Ricordare che luce, aria, umidità e sbalzi di temperatura possono deteriorare il prodotto prima del previsto. In caso di dubbio, consultare sempre il proprio farmacista.

I consigli si concludono con l’invito a seguire con attenzione i soggetti più a rischio e vulnerabili. In caso di bisogno consultare gli operatori sanitari, il proprio medico o, in emergenza, chiamare il 118.
[lm&sdp]

Broncoscopia

Broncoscopia

Che cos’è

La broncoscopia è l’analisi dei bronchi mediante visualizzazione dell’albero bronchiale: consente di osservare direttamente la laringe, la trachea ed i bronchi, attraverso le quali l’aria raggiunge i polmoni.

A cosa serve

La broncoscopia permette di rilevare fenomeni ostruttivi o infiammatori nei bronchi.
Tradizionalmente viene utilizzato per la diagnosi di tumori polmonari, malattie infiammatorie, fibrosi polmonari, sarcoidosi e malattie ostruttive bronchiali (come l’asma bronchiale e la BPCO).

La broncoscopia viene eseguita nei casi in cui bisogna precisare immagini radiografiche, nei pazienti con fenomeni di sangue nell’espettorato (emottisi) o tosse persistente e in seguito all’inalazione di corpi estranei.
Consente inoltre di prelevare secrezioni e frammenti di mucosa bronchiale da sottoporre ad analisi.

Come si esegue

L’esame si esegue tramite uno strumento noto come broncoscopio (o fibrobroncoscopio), un sottile tubo a fibre ottiche che viene introdotto attraverso la bocca o il naso,per noi laringectomizzati ovviamente dallo stoma.

Per individuare eventuali problemi – come, ad esempio, le cardiopatie in fase instabile – che possono comportare complicazioni, la broncoscopia deve essere preceduta da un elettrocardiogramma e da alcuni esami ematochimici. Il paziente, inoltre, deve presentarsi a digiuno da almeno 12 ore.

L’esame si effettua in anestesia locale, mediante inalazione di anestetico polverizzato. Il broncoscopio non determina ostruzione completa delle vie respiratorie e pertanto non compromette la respirazione, anche se l’introduzione dello strumento può provocare tosse o conati di vomito.
In ogni modo, la respirazione sarà tenuta sotto controllo mediante un pulso-ossimetro che consente di valutare la necessità di somministrare ossigeno supplementare.

Una broncoscopia dura circa 30 minuti e i risultati possono essere comunicati già al termine dell’esame.

Al termine dell’esame, dopo un periodo di osservazione variabile in base all’andamento dell’esame stesso, si può tornare al domicilio, ma è opportuno non guidare, rimanere a digiuno per altre 2 ore e rimanere a riposo per 24 ore.

Dopo qualche ora può comparire un lieve bruciore alla gola, che normalmente passa in uno o due giorni. Le complicazioni sono rare, ma se si presentano difficoltà alla respirazione, febbre elevata, disfonia ed episodi di sangue nell’espettorato è opportuno rivolgersi a un medico.

La broncoscopia rigida invece viene eseguita in anestesia generale e trova indicazione prevalentemente nella broncoscopia pediatrica o nella broncoscopia operativa. Le due metodiche (broncoscopia rigida e fibro-broncoscopia) possono essere eseguite anche in combinata.

Il sistema respiratorio (IIa parte)

Questa lezione è dedicata alla postura del canto. Una adeguata postura permette al suono di sfruttare al meglio le risonanze naturalidel nostro corpo.

La esatta postura è, inoltre, preliminare ad una corretta impostazione di tutto il sistema laringeo. Infatti, se il corpo non è ben posturato, la gola non si aprirà e il lavoro delle corde potrebbe risultare affaticato e compromesso.

La postura nel canto.

Dopo aver parlato dei movimenti del diaframma , vero ‘cuore’ dell’arte del canto, è necessario dedicarci alla postura dell’intero corpo, perché questa influisce in maniera decisiva sulla qualità della nostra emissione.

Se, come abbiamo detto, è l’intero corpo a cantare, è intuitivo che esso debba assumere una posizione corretta.

Le gambe.
Innanzitutto il sostegno del corpo deve essere sicuro. Dunque teniamo i piedileggermente distanziati, in modo che il baricentro del corpo abbia un’area sufficientemente ampia entro cui cadere. 
Le ginocchiadevono restare morbide ed elastiche e, nel contempo, sostenere il peso (similmente a ciò che si insegna ai principianti dello sci). Le ginocchiasi flettono lievemente per evitare che il bacino sia trattenuto all’indietro.

Il bacino e il tronco
Il bacinosi sposta leggermente in avanti, sostenuto in questo dalla lieve flessione delle ginocchia. L’insenatura lombare diminuisce.
Il troncova tenuto eretto. 

Q
uesta postura favorisce in maniera naturale la cosa più difficile da fare, cioè l’allargamento del torace. Infatti le costole basse si aprono già per effetto della postura fin qui descritta.

Quindi se avete eseguito correttamente le posizioni, vi troverete appunto con la dilatazione toracicain atto e il diaframma in posizione adeguatamente estesa così da far da supporto al suono.
L‘immagine mentale da seguire è quella della verticalità, unita ad una certa morbidità. Infatti la posizione eretta troppo rigida impedisce di fatto il canto, perché anche la gola risulterà irrigidita.

Il collo e le spalle
Si controlli che le spalle siano basse con le clavicoledisposte orizzontalmente. In questo modo anche il collo è allungato e, conseguentemente, diminuisce l’incurvatura cervicale.
Se avrete eseguito tutto correttamente fin qui, avrete come risultato automatico l’appiattimento delle scapole sulla gabbia costale e la dilatazione delle costole alte.

E ora alcuni esercizi utili per la respirazione.

N.1. Per esercitare la respirazione addominale.
Q
uesto esercizio ci insegna ad utilizzare la pancianella respirazione. E’ alla base della tecnica costo-diaframmatica (che verrà spiegata nell’es. N.2), quella così necessaria per cantare bene. 

Sdraiamoci in posizione supina su una superficie rigida. Appoggiamo bene le spalle a terra. Posiamo una mano sull’ombelico. Inspiriamo col naso e gonfiamo la pancia. Dobbiamo vedere la nostra mano che si alza per effetto dell’aria che ci riempie.
Tratteniamo l’aria per 2-3 secondi. Espiriamo con la bocca sgonfiando la pancia. La nostra mano segue anche la fine di questo movimento. Prima di riprendere restiamo un paio di secondi con il corpo svuotato.

N.2. Per esercitare la respirazione costo-diaframmatica.
C
on questo importantissimo esercizio si impara ad utilizzare il sistema costale e diaframmaticoinsieme. Cioè proprio quel che è indispensabile per cantare sostenendo il suono. Questo esercizio è davvero difficile, soprattutto se decidete di farlo da soli. Cercate quindi di farvi guidare dalla vostra insegnante per evitare errori.

Come nell’esercizio precedente sdraiamoci in posizione supina su una superficie rigida. Posiamo una mano sull’ombelico ed una lateralmente sul costato (pollice in avanti). Inspiriamo col naso gonfiando la pancia e… spostiamo l’aria dilatando il costato lateralmente. Espiriamo mantenendo la dilatazione costale. Attendiamo un paio di secondi prima di riprendere l’esercizio.

N.3. Per sviluppare la muscolatura costale ed addominale.
U
na volta impratichiti con l’esercizio N.2, possiamo passare al consolidamento della muscolatura di sostegnonel seguente modo:

Inspirariamo col naso, spostiamo l’aria dilatando lateralmente il costato (vedi es. precedente) e tratteniamo il respiro per 2 o 3 secondi. Cominciamo quindi ad espirare lentamente mantenendo la dilatazione costale. Verso la fine della emissione del fiato, cerchiamo di prolungare l’espirazione emettendo la consonante SSSSSSin modo regolare fino allo svuotamento. 

R
icordiamo che lo svuotamento d’aria non deve mai essere completo. Tratteniamo sempre un po’ d’aria dentro di noi. Questo vale per tutti gli esercizi e soprattutto in fase di canto vero e proprio.

I
nizialmente l’emissione della consonante SSSSSSnon durerà più di qualche secondo. Cerchiamo di estendere gradualmente questo tempo fino ad un massimo di 30 secondiper le donne e 40per gli uomini.

S
e facciamo questo esercizio regolarmente avremo un ottimo sostegno del suono.