Piano di vaccinazione anti Covid-19 di Regione Lombardia

Piano di vaccinazione anti Covid-19 di Regione Lombardia

Dalle ore 9.00 del 5 maggio gli esercenti le professioni sanitarie, gli operatori sanitari e socioassistenziali che operano nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, nelle farmacie, parafarmacie e negli studi professionali, come previsto dall’art. 4 DL n. 44 del 1° aprile 2021, possono prenotare la somministrazione del vaccino anti Covid-19 attraverso il portale dedicato, anche prima di ricevere l’invito formale da parte dell’ATS.

Chi rientra in tale categoria può prenotare l’appuntamento per il vaccino attraverso la piattaforma dedicata.

https://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/vaccinazionicovid

Vaccini anti Covid-19

Vaccini anti Covid-19(Mostra risposte)

L’Italia, in base agli accordi stipulati, potrà contare sulla disponibilità di oltre 255 milioni di dosi (vedi tabella).

  1. Vaccino Comirnaty di Pfizer-BioNtech – è il primo vaccino ad essere stato autorizzato in Unione Europea: il 21 dicembre 2020 dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e il 22 dicembre dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).
  2. Vaccino Moderna – il 6 gennaio è stato autorizzato dall’EMA e il 7 gennaio dall’AIFA .
  3. Vaccino Vaxzevria di AstraZeneca – il 29 gennaio è stato autorizzato dall’EMA e il 30 gennaio dall’AIFA.
  4. Vaccino Janssen (Johnson & Johnson) – è il quarto vaccino autorizzato dall’EMA l’11 marzo e dall’AIFA il 12 marzo 2021.

Per saperne di più

Sì. I vaccini vengono autorizzati solo dopo un’attenta valutazione del profilo di sicurezza in base agli studi effettuati nella fase di sperimentazione.
In ogni caso il profilo di sicurezza viene continuamente monitorato anche dopo l’autorizzazione.

  • Operatori sanitari e sociosanitari – Gli operatori sanitari e sociosanitari “in prima linea”, sia pubblici che privati accreditati, hanno un rischio più elevato di essere esposti all’infezione da COVID-19 e di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili in contesti sanitari e sociali. Inoltre, è riconosciuto che la vaccinazione degli operatori sanitari e sociosanitari in prima linea aiuterà a mantenere la resilienza del servizio sanitario.
  • Residenti e personale dei presidi residenziali per anziani – Un’elevata percentuale di residenze sanitarie assistenziali (RSA) è stata gravemente colpita dal COVID-19. I residenti di tali strutture sono ad alto rischio di malattia grave, a causa dell’età avanzata, la presenza di molteplici comorbidità e la necessità di assistenza per alimentarsi e per le altre attività quotidiane.
  • Persone di età avanzata. Un programma vaccinale basato sull’età è generalmente più facile da attuare e consente di ottenere una maggiore copertura vaccinale. È anche evidente che un programma basato sull’età aumenti la copertura anche nelle persone con fattori di rischio clinici, visto che la prevalenza di comorbidità e disabilità aumenta con l’età. Pertanto, considerata l’elevata probabilità di sviluppare una malattia grave e il conseguente ricorso a ricoveri in terapia intensiva o sub-intensiva, questo gruppo di popolazione rappresenta una priorità per la vaccinazione.

Con l’aggiornamento delle raccomandazioni sulle popolazioni target per la campagna di vaccinazione, si prevede la massima priorità per la nuova macro-categoria dell’elevata fragilità (Categoria 1), in cui sono ricomprese:

  • la categoria degli estremamente vulnerabili, ovvero persone affette da specifiche condizioni che, per danno d’organo preesistente o che in ragione di una compromissione della risposta immunitaria a SARS-CoV-2, presentano un rischio particolarmente elevato di sviluppare forme gravi o letali di Covid-19
  • la categoria dei portatori di disabilità grave, disabili gravi ai sensi della legge 104/1992 art.3 comma 3, loro familiari conviventi e caregiver che forniscono assistenza continuativa.

A seguire sono previste categorie sulla base di criteri anagrafici e presenza di patologie, al fine di favorire un prosieguo di campagna il quanto più rapido ed equo possibile in tutte le Regioni:

  • Categoria 2: Persone di età compresa tra 70 e 79 anni
  • Categoria 3: Persone di età compresa tra i 60 e i 69 anni
  • Categoria 4: Persone con comorbidità di età <60 anni, senza quella connotazione di gravità riportata per la elevata fragilità
  • Categoria 5: Resto della popolazione di età <60 anni fino ai 16 anni.

Leggi

I vaccini al momento autorizzati in Italia e in Europa non sono attualmente raccomandati per i bambini di età inferiore a:

  • 16 anni (Comirnaty)
  • 18 anni (Moderna, Vaxzevria e Janssen).

L’Agenzia europea (EMA), così come le altre agenzie internazionali, attendono ulteriori studi per poter autorizzare la vaccinazione sulla popolazione pediatrica.

Secondo il Piano vaccini anti Covid-19 le persone con immunodeficienza o in trattamento con farmaci immunomodulanti dovranno essere vaccinate nelle prime fasi, in quanto maggiormente suscettibili di ammalarsi di Covid-19.

Nei soggetti identificati come estremamente vulnerabili, in ragione di condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici o per patologia concomitante, che aumenti considerevolmente il rischio di sviluppare forme fatali di COVID-19, si conferma l’indicazione a un uso preferenziale dei vaccini a RNA messaggero (Moderna e Pfitzer).

Sì, è possibile  la somministrazione di una sola dose di vaccino anti-SARSCoV-2/COVID-19 nelle persone che hanno già avuto l’infezione da SARS-CoV-2, sia in maniera sintomatica che asintomatica, purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa.
Leggi la Circolare ministeriale 3 marzo 2021

Gli studi clinici su Comirnaty (Pfizer-BioNtech) e Moderna hanno dimostrato un’efficacia molto elevata dei vaccini, rispettivamente, dopo una settimana e dopo due settimane dalla seconda dose.

Per quanto riguarda Vaxzevria (AstraZeneca) studi clinici hanno dimostrato la massima efficacia dopo 15 giorni dalla seconda dose.
Il massimo della protezione si ha, quindi, dopo i periodi indicati.

Sebbene anche dopo la prima dose è verosimile che ci sia una certa protezione dal virus, questa non è immediata dopo l’inoculazione del vaccino, ma si sviluppa progressivamente dopo almeno 7-14 giorni dall’iniezione. La seconda dose del vaccino, effettuata ad almeno 21 giorni dalla prima dose per Comirnaty, a 28 per Moderna e nel corso della 12a settimana dalla prima dose per Vaxzevria, ha il compito di rinforzare la protezione e renderla più prolungata.

Per quanto riguarda l’efficacia del vaccino monodose Janssen (Johnson & Johnson), nelle forme gravi arriva fino al 77% dopo 14 giorni dalla somministrazione e all’85% dopo 28 giorni dalla somministrazione. I dati attualmente disponibili hanno mostrato che nei soggetti over 65 non si è notata alcuna flessione nell’efficacia.

Per quanto riguarda i vaccini Comirnaty, Moderna, Vaxzevria, sono previste due dosi, a distanza di alcune settimane l’una dall’altra, in base al tipo di vaccino.

Per le persone che hanno già avuto l’infezione, decorsa in maniera sintomatica o asintomatica, è possibile considerare la somministrazione di una sola dose, purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dall’infezione e preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa.

L’indicazione non è applicabile ai soggetti con immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici, nei quali si raccomanda di effettuare comunque due dosi per i vaccini a oggi disponibili, non essendo prevedibile la protezione immunologica conferita dall’infezione da SARS-CoV-2 e la durata della stessa.

Per il vaccino Janssen è prevista la somministrazione di una sola dose.

Il Ministero raccomanda (circolare 7 aprile 2021) l’uso preferenziale del vaccino Vaxzevria di Astrazeneca nelle persone di età superiore ai 60 anni.

L’EMA, l’Agenzia europea dei medicinali, e l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ribadiscono che il rapporto rischio beneficio è estremamente favorevole a questo vaccino. L’indicazione segue gli approfondimenti condotti dal Comitato per la valutazione del rischio in farmacovigilanza (PRAC) di EMA, il quale ha dichiarato che casi di trombosi inusuali associati a bassi livelli di piastrine debbano essere elencati come effetti indesiderati molto rari del vaccino Vaxzevria.
Nella casistica analizzata sono stati rilevati 86 casi sospetti (62 casi di CVST e 24 casi di trombosi del circolo splancnico) su circa 25 milioni di soggetti esposti alla prima dose di questo vaccino, evidenziando un rischio pari a 3,4 casi su 1 milione di vaccinati. Di questi, 18 sono andati incontro a decesso (0,7 ogni 1.000.000 di vaccinati).
Finora, la maggior parte dei casi segnalati si è verificata entro 2 settimane dalla vaccinazione in donne di età inferiore a 60 anni.

Leggi

Il Ministero della Salute raccomanda l’uso preferenziale del vaccino Janssen alle persone di età superiore ai 60 anni (Circolare 21 aprile 2021).

Il vaccino resta autorizzato per le persone sopra il 18 anni. L’EMA, l’Agenzia europea dei medicinali, e l’AIFA, l’Agenzia italiana del farmaco, ribadiscono che il rapporto rischio beneficio è estremamente favorevole a questo vaccino, in considerazione dell’estrema rarità degli eventi di trombosi associata a trombocitopenia, descritti a seguito della vaccinazione e, invece, dell’efficacia dimostrata nel ridurre il rischio di malattia grave, ospedalizzazione e morte connesso al COVID-19.

La possibilità che si verifichino casi di trombosi e piastrinopenia dopo la somministrazione dei vaccini Vaxzevria e Janssen è molto bassa, ma i vaccinati devono comunque essere consapevoli dei sintomi, in modo da poter ricorrere ad un trattamento medico tempestivo per favorire la ripresa ed evitare complicazioni.

Si consiglia, pertanto, di consultare immediatamente un medico se si manifesta uno qualsiasi dei seguenti sintomi nelle tre settimane successive alla vaccinazione con i vaccini Vaxzevria e Janssen:

  • respiro affannoso
  • dolore al petto
  • gonfiore alle gambe
  • dolore addominale persistente
  • sintomi neurologici, come mal di testa grave e persistente o visione offuscata
  • piccoli lividi sulla pelle al di fuori del sito di iniezione.

L’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), oltre alle attività di farmacovigilanza normalmente previste per farmaci e vaccini (basate sulle segnalazioni spontanee e sulle reti di farmacovigilanza già presenti), promuoverà l’avvio di alcuni studi indipendenti post-autorizzativi sui vaccini COVID-19.

Le attività di vigilanza riguarderanno sia la raccolta e valutazione delle segnalazioni spontanee di sospetta reazione avversa (farmacovigilanza passiva) che azioni proattive, attraverso studi/progetti di farmaco-epidemiologia (farmacovigilanza attiva). L’AIFA si è dotata di un Comitato scientifico, che, per tutto il periodo della campagna vaccinale, avrà la funzione di supportare l’Agenzia e i responsabili scientifici dei singoli studi nella fase di impostazione delle attività, nell’analisi complessiva dei dati che saranno raccolti e nell’individuazione di possibili interventi. La finalità è quella di disporre, anche attraverso una rete collaborativa internazionale, della capacità di evidenziare ogni eventuale segnale di rischio e, nel contempo, di confrontare i profili di sicurezza dei diversi vaccini che si renderanno disponibili, di fornire raccomandazioni.

Leggi anche la pagina Sicurezza dei farmaci sito AIFA.

Sicuramente sarà rilasciata una normale certificazione di avvenuta vaccinazione.
Istituzioni internazionali quali la Commissione Europea e l’OMS stanno valutando una proposta di certificato internazionale digitale.

Dal 31 dicembre 2020 è attiva una dashboard dove sono raccolti i dati e le statistiche relativi alla somministrazione dei vaccini su tutto il territorio nazionale.

Consulta la dashboard

Dal 5 gennaio 2021 i dati della dashboard Report vaccini sono disponibili anche in formato open alla pagina:

“Il tumore è trasmesso dai vaccini”, la controversa rivelazione dell’azienda farmaceutica Merck e il grande Hilleman

HILLEMAN - CopiaNon è un caso che gliepidemiologi si riferiscano ai primi decenni dopo la Seconda Guerra Mondiale come all’età d’oro dellavaccinologia. Sarebbe opportuno, sostengono in molti, definire tale periodo come il “periodo Hilleman”, in quanto è grazie al suo cervello e alle sue scoperte che sono salvate 8 milioni di vite all’anno. Maurice Ralph Hillemannasce il 30 agosto 1919 in una fattoria vicino a Miles City, Montana; sua sorella gemella muore durante il parto e la madre pochi giorni dopo. E’ il 1927 quando Hilleman, all’età di 8 anni, rischia di morire didifterite, un’infiammazione acuta provocata da un’infezione batterica sostenuta da Corybacterium diphtheriae, che colpisce le mucose di naso e gola, generando una massa grigia e spessa sulla gola che ne copre la parte posteriore, impedendo la respirazione e che ad oggi è eccellentemente controllata dalla vaccinazione. Hilleman intraprese gli studi di microbiologia presso l’Università di Chicago, incentrando i suoi primi lavori sulla Clamidia, una malattia a trasmissione sessuale che può danneggiare gli organi riproduttivi della donna, scoprendo che essa era provocata da un batterio dalla forma insolita e individuandone il trattamento. Maurice Hilleman ha prodotto un numero sbalorditivo di scoperte fondamentali ed è l’inventore di oltre 40 vaccini, compresi quelli che impediscono morbillo, parotite, rosolia, Haemophilus influenzae di tipo B, epatite A, epatite B, varicella. Durante la prima metà del 20esimo secolo, ci fu un’epidemia di poliomielite che colpì centinaia di migliaia di individui, lasciandone molti paralizzati, dipendenti da polmoni di ferro, ma provocandone la morte di molti altri.Nel 1952 furono segnalati solo negli Usa 57000 casi di poliomielite e 3000 morti.

SCIMMIA RHESUS - CopiaNel 1959, Bernice Eddy, un ricercatore presso il National Institutes of Health, tramite il suo microscopio ha notato qualcosa di strano: cellule renali di scimmia morivano senza un’apparente motivazione. Iniettò estratti renali di 8-10scimmie rhesus sottopelle in 23 criceti appena nati e nell’arco di 9 mesi constatò la comparsa di grandi tumori maligni su 20 criceti. Le scimmie rhesus sono una delle più note specie di scimmie del Vecchio Mondo, ampiamente utilizzate nella ricerca medica e biologica per creare vaccini non sono contro la poliomelite, ma anche per rabbia, vaiolo, farmaci per la gestione di HIV/AIDS, nonchè analisi delle cellule staminali e il sequenziamento del genoma. Nel 1960,Eddy, preoccupato che un virus di scimmia potesse contaminare il vaccino antipolio creato dal dottor James Salk qualche anno prima, nel 1955, di cui il governo aveva concesso la licenza per la distribuzione, decise condividere con Smadel, capo della divisione biologi del NIH, le sue scoperte, ma egli ritenne  innocui. Sempre in quello stesso anno, ad un laboratorio Merck in Pennsylvania, il dottor Maurice Hilleman e il dottor Sweet isolarono il virus ,poi chiamato SV40, poichè è stato il 40esimo virus trovato nel tessuto renale delle scimmie rhesus).

POLIO - CopiaDa allora la Nazione poteva intraprendere la sua lotta contro la poliomelite e 98 milioni di americani ricevettero almeno un’iniezione del vaccino Salk. Ma la gioia durò ben poco, dato che il New York Times, il 26 luglio 1961 diede una comunicazione che lasciò il popolo esterefatto: il vaccino Salk era stato contaminato! Il virus SV40 è quindi trasmigrato dalle scimmie all’uomo quando tra il 1955 e il 1961 miliardi di persone furono vaccinate contro la poliomelite e questa orribile conseguenza fu possibile per il fatto che i virus vaccinici utilizzati erano stati cresciuti su cellule di rene di scimmia, risultate in seguito infettate da SV40. Dai primi anni 90′si è focalizzata l’attenzione sulla correlazione tra SV40 e tumori umani qualimesoteliomi pleurici, tumori cerebrali, osteosarcomi e linfomi. Oltre all’amianto e alla radiazioni ionizzanti, recenti studi hanno suggerito il possibile ruolo del virus SV40 nell’insorgenza del mesotelioma maligno, basandosi sul fatto che l’iniezione intrapleurica di SV40 è in grado di introdurre mesotelioma maligno nel 100% degli animali da epserimento, indipendentemente dall’esposizione all’amianto.

HILLEMANOK - CopiaHilleman ha scoperto l’SV40 e gli adenovirus, che causano fino al 10% di tutte le infezioni delle alte vie respiratorie in bambini e adulti, fu il primo a purificare l’interferone, dimostrando che la sua espressione è indotta da RNA a doppio filamento. Durante la sua prestigiosa carriera, ha sempre auspicato una maggiore collaborazione tra l’industria, il mondo accademico e i ricercatori governativi per sviluppare una nuova generazione di vaccini. L’azienda farmaceuticaMerck avrebbe da tempo confessato di aver iniettato il micidiale virus SV40 ed altri virus letali, capaci di provocare il cancro, nella popolazione di tutto il mondo…e si spiegherebbe così l’aumento dei casi di tumore negli ultimi 50 anni. Prendendo tutto con le pinze, la sconvolgente intervista, condotta dallo studioso di storia medica Edward Shorter, sarebbe stata tagliata dal libro “The Health Century” proprio per le clamorose rivelazioni della Merck, la quale avrebbe ammesso di aver iniettato tramite vaccini il virus del cancro nella popolazione mondiale. Nel documentario “In Lies we trust: the CIA, Hollywood and Bioterrorism”, il dottor Leonard Horowitz intervista il massimo esperto di vaccini al mondo, il dottor Maurice Hilleman, deceduto poi nel 2005, che spiega i motivi per cui la Merck avrebbe, a suo avviso, diffuso l’Aids, la leucemia ed altre terribili malattie. Secondo lui, per far si che le colture di cellule animali o fetali con cui vengono preparati i vaccini moderni, accrescano il loro rendimento, vengono nutrite con siero di vacca, che detiene un alto potere di crescita. Così si viene a creare un liquido di coltura alquanto cancerogeno che viene iniettato nel vaccino per uccidere il virus. Questo, a detta del grande Hilleman, spiegherebbe forse l’aumento di tumori negli ultimi anni, soprattutto nel Paesi del Terzo mondo.

http://www.meteoweb.eu/

Vaccino antinfluenzale bloccato dal Ministero della Salute

vaccino-antinfluenzale-bloccato-ministero-salute

Il vaccino antinfluenzale è stato bloccato per precauzione dal Ministero della Salute; nello specifico si tratta del vaccino Inflexal V della ditta Crucell. Per quanto concerne la campagna di vaccinazione contro l’influenza e sulla difficoltà di reperire le dosi mancanti il Ministero spiega che la Crucell non era tra i principali fornitori.

 

Inoltre in una nota diffusa dal Ministero si può leggere che

I vaccini sono estremamente controllati. I controlli sono ferrei e quando si rileva un problema, che può accadere, perché comunque si tratta di prodotti biologici, le aziende ritirano non solo i lotti sospetti, ma l’intera produzione. E’ una misura precauzionale che viene sempre adottata, quando si individua anche solo un minimo rischio. Il Ministero della Salute assicura che non vi sono rischi per la salute e che quello che si sta affrontando in queste ore è solo un problema organizzativo per reperire anche sul mercato estero da parte delle aziende produttrici tutte le dosi necessarie di vaccino antinfluenzale

 

Sarebbe stata la stessa ditta ad avvisare che il vaccino non aveva superato tutti i test. Comunque sia è importante ricordare che queste dosi di vaccino antinfluenzale sono state bloccate solo per misura precauzionale.

Photo Credits| Daniel Paquet su Flickr

http://www.mondobenessereblog.com/

23-30 aprile 2011, Settimana Europea della Vaccinazione

Logo della Settimana Europea della VaccinazioneLa Settimana Europea della Vaccinazione – SEV (European Immunization Week – EIW) è un’iniziativa dell’Ufficio Regionale Europeo dell’OMS, lanciata nel 2005 con un progetto pilota in 3-5 Paesi e, a partire dal 2006, attuata dagli Stati Membri della Regione Europea.
Per una settimana, nel mese di aprile, nei Paesi di tutta la Regione, sotto lo slogan comune “Prevenire, Proteggere, Immunizzare”, si svolgono attività per informare e coinvolgere la popolazione ed i professionisti sanitari sul tema delle vaccinazioni e per affrontare le sfide future in tale ambito. Queste attività includono convegni, corsi di formazione per gli operatori sanitari, la diffusione di materiale informativo, workshop, conferenze stampa e tavole rotonde con i decisori politici.

Queste attività, incentrate su una comunicazione mirata, contribuiscono alla realizzazione dell’obiettivo primario di raggiungere e mantenere elevate coperture vaccinali nella Regione Europea dell’OMS. La finalità principale di tali interventi è di attirare attenzione ed aumentare la consapevolezza sull’importanza che ciascun bambino sia protetto dalle malattie prevenibili mediante vaccinazione, che si configura come diritto, prima che come bisogno.

Infatti, lo slogan della Settimana Europea della Vaccinazione “Previeni Proteggi Immunizza” promuove il messaggio che vaccinare ogni bambino è essenziale per prevenire le malattie e proteggere la vita.
Nel 2010, la quinta edizione della EIW ha avuto luogo tra il 24 aprile e l’1 maggio ed il tema centrale delle iniziative realizzate è stato quello di sottolineare gli sforzi nazionali a favore degli obiettivi regionali di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita.

L’attuazione dei programmi di immunizzazione diffusa nella Regione europea dell’OMS, negli ultimi 30 anni, ha permesso il raggiungimento di importanti traguardi, quali la certificazione di area polio-free e la significativa riduzione della mortalità e del carico di malattia legati al morbillo.
Tuttavia, molto resta ancora da fare.

Si stima che, ogni anno, nella Regione europea, circa 32.000 bambini muoiano ancora per malattie che potrebbero essere prevenute mediante vaccinazione. I gruppi vulnerabili o difficili da raggiungere a ridotta immunizzazione esistono in tutti i Paesi e contribuiscono in maniera rilevante alla diffusione delle epidemie in tutta la Regione.
Inoltre, proprio i successi degli interventi vaccinali, con la conseguente riduzione dell’incidenza delle malattie infettive, ha come effetto quello di far dimenticare le stesse malattia e le loro gravi conseguenze.

In tal modo, si allontana dalla popolazione, e spesso anche dagli operatori sanitari, la percezione del rischio di malattia, mentre, parallelamente, si enfatizza e strumentalizza il bassissimo rischio di effetti collaterali nocivi da vaccino, incidendo sulla compliance alle vaccinazioni. Inoltre, Gruppi di antivaccinisti, siti web e stampa di parte mettono in discussione i vantaggi e la sicurezza della vaccinazione, contribuendo a diffondere informazioni distorte.

Poiché la comunicazione e la corretta informazione sanitaria sono uno strumento essenziale affinché la popolazione comprenda il valore vero e concreto delle vaccinazioni, occorre rinforzarne la veicolazione.
Parallelamente, è opportuno che venga mantenuto un forte sostegno politico al processo decisionale per i programmi di vaccinazione, in quanto il rischio, nella collettività, è il riemergere di malattie altamente contagiose, causa di malattia, invalidità e morte, con perdita di salute ed un non trascurabile onere per il servizio sanitario.
Considerato l’attuale, disomogeneo panorama nazionale in ambito vaccinale, che evidenzia in maniera sempre più forte la necessità di strategie vaccinali condivise da tutte le Regioni e Province Autonome, coerenti con le indicazioni fornite dall’Ufficio Regionale Europeo dell’OMS, l’Italia, quest’anno, ha aderito alla Settimana Europea della Vaccinazione, programmata per la settimana 23-30 aprile 2011.

Lo scopo è quello  di aumentare, nella popolazione, e non solo, la consapevolezza del rischio reale legato alle malattie infettive e dell’opportunità ed importanza delle vaccinazioni, per lo sviluppo di un consenso realmente informato alla pratica vaccinale. Tale l’iniziativa sarà portata avanti a partire dalla costruzione di una comune cultura della vaccinazione tra le diverse figure professionali sanitarie. Essa si presenta, inoltre, in linea con la programmazione sanitaria nazionale, con le priorità delineate nel Piano Nazionale della Prevenzione 2010-2012 e con il Nuovo Piano Nazionale per l’Eliminazione del Morbillo e della Rosolia Congenita 2010-2015.

Le Regioni e Province Autonome che hanno aderito alla SEV realizzeranno (o hanno già realizzato) iniziative autonome, coerenti con gli obiettivi concordati a livello centrale.

Il tema della Settimana Europea della Vaccinazione 2011 è “soluzioni condivise a minacce comuni”. I recenti focolai infettivi sottolineano la responsabilità collettiva dei Paesi Membri nell’eliminazione del morbillo e della rosolia, nel mantenere la Regione libera dalla poliomielite e nel tenere sotto controllo tutte le malattie prevenibili mediante vaccinazione. Quest’anno la Settimana Europea della Vaccinazione mette in evidenza l’importanza della collaborazione e della condivisione delle esperienze e delle soluzioni per il raggiungimento di questi obiettivi al di là dei confini dei singoli Paesi.
Partendo da queste riflessioni, in Italia, come target degli interventi per la Settimana Europea della Vaccinazione 2011, sono stati scelti gli operatori sanitari dei servizi vaccinali, i pediatri, i ginecologi ed i MMG, che facciano, poi, da cassa di risonanza nei confronti dei loro assistiti/popolazione generale.

Per la realizzazione delle iniziative legate alla Settimana Europea della Vaccinazione 2011, inoltre, stati coinvolti vari partner (oltre al Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità, l’Agenzia Italiana del Farmaco, il Coordinamento Interregionale della Prevenzione, la SItI, la SIP, la FIMP, la FIMMG, la SIMG, la SIGO ed il Gruppo Vaccini di Farmindustria), allo scopo di consolidare una rete che favorisca, attraverso un processo virtuoso, il miglioramento del processo e della coltura delle vaccinazioni in Italia.

http://www.salute.gov.it/dettaglio/phPrimoPianoNew.jsp?id=311