La laringe è la fonte di produzione del suono. Si tratta di un organo mobile formato da cartilagini, la più voluminosa delle quali è la cartilagine tiroidea, o pomo d’Adamo, visibile sulla parte anteriore del collo. Questa cartilagine è la più voluminosa di tutte e costituisce una sorta di scudo protettivo per le altre cartilagini della laringe.
All’interno della cavità laringea troviamo le due corde vocali.
La figura 1 mostra le corde vocali chiuse (stato di fonazione) e la figura 2 le corde aperte (stato di riposo). Quando le corde sono aperte abbiamo la fase di silenzio: l’aria passa e permette la respirazione. Quando le corde si avvicinano e vibrano c’è produzione di suono, prodotto dal passaggio dell’aria.
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Le figure vanno viste come in sezione orizzontale laringea.
Immaginando di scendere, dall’alto, all’interno della laringe, prima delle corde vocali vere e proprie, incontriamo le false corde vocali. Dunque si può dire che le corde vocali sono 4: due superiori, false, con funzione protettiva, e due inferiori, vere, con funzione fonatoria. Le false si chiamano così perché non servono a cantare (se stimolate, producono un suono sordo e rauco).
Tra le vere e le false c’è uno spazio di circa 2 mm.
Le false corde sono più sottili e quasi prive di fasci muscolari, le corde vere sono invece spesse e corredate di importanti fasci muscolari.
D‘ora in avanti parleremo sempre e solo di quelle vere.
Il suono si produce utilizzando il passaggio dell’aria tra le corde, unitamente all’azione dei vocali che sono, a loro volta, comandati dai centri nervosi cerebrali.
L’importante funzione cerebrale nella fonazione spiega il motivo per cui il canto sia un’attività sia fisica che psichica, dunque perché i disturbi dell’umore o i traumi possono giocare un ruolo inibitore sulla voce.
Lo spazio allungato in cui le corde vocali sono collocate si chiama glottide o rima glottica. La misura della lunghezza della glottide, e dunque delle corde vocali, è di circa 14-20 mm nella donna e 18-25 mm nell’uomo. La misura della larghezza della fessura tra le corde, varia a seconda dei movimenti delle corde. Aumentando l’altezza del suono le corde si avvicinano sempre di più fino a chiusura quasi totale nei suoni alti. La misura di massima apertura si ottiene durante il riposo (il silenzio) ed è di circa 7 mm.
Le differenze timbriche della voce dipendono anche dallo spessore delle corde: le corde più sottili appartengono a persone con voce più leggera ed acuta; corde grosse producono invece suoni più tondi e gravi.
Per chi avesse desiderio di “vedere” le proprie corde, ricordo che con un semplice esame di controllo foniatrico (da effettuare periodicamente), ognuno può guardarle comodamente sul monitor dell’apparecchio medico. E’ una bella “presa di coscienza” che ci aiuta a visualizzare uno strumento “invisibile” quale è quello che i usano (a differenza di altri musicisti). Possiamo così dare un maggior senso di realtà a questo nostro strumento musicale interno e, con la convinzione che davvero laggiù c’è qualcosa, possiamo essere invogliati a trattarle meglio. Cosa che i cantanti troppo spesso non sanno fare e sottopongono le loro povere corde ad eccessivi e dannosi carichi di lavoro
La laringe è un organo mobile che può salire e scendere. Con l’esercizio (da fare con l’insegnante) si cerca di ottenere un movimento laringeo morbido, senza “salti”.
Evitare un abbassamento o un innalzamento eccessivo della laringe.
La laringe si appoggia alla colonna cervicale che, attraverso il sistema osseo, mette il corpo in risonanza. Il vero suono scaturisce da tutto il corpo. Recenti studi hanno dimostrato che è possibile rimodellare la struttura del corpo di un individuo, modificandone la voce.
Laura Pigozzi intervistata da Irene Pivetti a Radio Montecarlo