IL CASO Neoplasie e malformazioni emergenza anche a Brindisi L’allarme degli esperti e ricercatori delle università di Bari e Lecce e del Cnr

Non solo Taranto. Un eccesso di neoplasie alla pleura nei maschi e di tumori alla laringe nelle donne residenti a Brindisi, una prevalenza di tumori polmonari tra le donne di Ceglie Messapica e di Torchiarolo, le malformazioni congenite nei neonati, un aumento dei livelli di inquinanti nell’aria. Ne hanno parlato ieri dinanzi alla commissione Ambiente della Regione, esperti e ricercatori delle università di Bari e Lecce e del Cnr.

Una settimana fa era stato ascoltato il primario del reparto di radioterapia dell’ospedale Perrino di Brindisi, Maurizio Portaluri, che è anche il responsabile dell’associazione Medicina democratica e che già aveva fornito elementi per nulla rassicuranti.

Ai consiglieri della commissione Ambiente sono stati presentati dati precisi sulle percentuali di tumori nel territorio brindisino e di malformazioni neonatali, soprattutto di tipo cardiaco. E’ emerso che in presenza di venti da est e da sudest, nel centro del capoluogo, si incrementano le concentrazioni di biossido di zolfo. Concentrazioni che, secondo gli studiosi, provengono dal porto e dalla zona industriale e si osservano significativi effetti sulla salute della popolazione. Nell’occhio del ciclone finisce pure la centrale a carbone di Cerano. Sempre secondo gli studiosi è necessario completare il quadro delle conoscenze prima di dare il via a qualsiasi progetto di risanamento.

http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/10/04/news/brindisi-43823398/

Bari, 11 bambini di Fukushima al Policlinico

BARI – Undici bambini di Fukushima, ospiti di famiglie baresi, saranno oggi al Policlinico di Bari per controlli di prevenzione. Questo pomeriggio, in particolare, a partire dalle 16.00, in accordo con l’Associazione “Gruppo di Accoglienza Bambini Bielorussi”, verrà effettuato, presso la Sezione di Ecografia dell’U.O.S. Radiologia Pediatrica, il controllo ecografico gratuito dei bambini provenienti dalle zone colpite dalle emissioni radioattive della centrale di Fukushima in Giappone e affidati a famiglie baresi. In considerazione del breve tempo trascorso dall’incidente nucleare verificatosi in Giappone, verranno valutati tutti gli eventuali effetti deterministici (somatici immediati) da radiazioni. “Danni la cui gravità – si legge in una nota del Policlinico – varia con la dose assorbita, hanno un tempo di latenza breve, pertanto l’indagine ecografica verrà approfondita in tutti i casi che lo richiederanno”. 

L’iniziativa umanitaria, sostenuta dal direttore della Clinica Pediatrica prof. Luciano Cavallo e dai direttori delle due Unità Operative di Radiodiagnostica, prof. Giuseppe Angelelli e dott.Giuseppe Francioso, ha ottenuto l’immediata adesione del direttore Generale dell’Azienda Policlinico, Vitangelo Dattoli. 
Complessivamente sono giunti in Italia 35 bambini provenienti da Fukushima, grazie al Progetto Kibou Japan, a cui ha aderito anche il “Gruppo di accoglienza bambini bielorussi” molto attivo a Bari. Grazie all’impegno di questi volontari e alla disponibilità dei medici e del personale del Policlinico, a partire dal 2004 viene effettuato ogni anno un “incontro diagnostico-preventivo” su un gruppo di circa 300 ragazzi della Bielorussia, al fine di effettuare uno screening ed un follow-up ecografico delle patologie tiroidee. 

In questi casi, considerato il tempo di latenza trascorso, l’attenzione – si legge nella nota – viene focalizzata sulla valutazione diagnostica di eventuali effetti stocastici somatici tardivi da radiazioni ionizzanti (tumori solidi, leucemie, ecc) per i quali la probabilità di accadimento è in funzione della dose di radiazioni assorbita. La distribuzione è casuale nella popolazione ed il tempo latenza è di anni o decenni. Nel monitoraggio della popolazione infantile si tiene presente che la tiroide è particolarmente radiosensibile. L’obiettivo è la diagnosi precoce perchè, nel caso del più frequente carcinoma papillare tiroideo, un intervento tempestivo si associa a scarso rischio di metastasi a distanza. 

I registri oncologici di Bielorussia, Russia e Ucraina, insieme a studi epidemiologici basati su altre fonti, hanno evidenziato un incremento drammatico dell’incidenza del tumore alla tiroide nella popolazione all’epoca dell’incidente in età 0-18 anni residenti nelle aree di Bielorussia, Russia e Ucraina colpite dal disastro. Fino al 2002 sono stati registrati più di 4000, fino quasi a 5000 casi di tumore alla tiroide in questa popolazione, con un incremento anche fino a 10 volte rispetto al periodo precedente il disastro. Fonti del Clinic and Polyclinic of Nuclear Medicine University of Wuerzburg, parlano di 15.000 casi di tumore alla tiroide in Bielorussia, Ucraina e Russia Orientale, nei prossimi 50 anni.

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