I rifiuti uccidono come l’Ilva: boom di tumori in Campania

NAPOLI – In Italia si muore per i veleni delle industrie, in Campania per quelli dei rifiuti. Lo spiegano gli scienziati che hanno seguito il progetto Sentieri, finanziato dal ministero della Salute, e hanno preparato il rapporto su 44 dei 57 Sin (Siti di interesse nazionale) da bonificare.

Lo stesso rapporto che ha portato all’inchiesta della magistratura sull’Ilva di Taranto e alla chiusura di alcuni reparti. In Campania sono stati messi sotto la lente d’ingrandimento solo 2 dei 5 sin presenti sul territorio. Dallo studio è restata esclusa, ad esempio l’area di Bagnoli. In tutto sono stati esaminati 88 Comuni nei quali abitano 776.544 persone, quasi un sesto della popolazione della Regione (5.834.056). 

In tutti e due i siti studiati, quello delle aree del litorale vesuviano (11 Comuni con 462.322 abitanti) e quello Litorale Domizio Flegreo e agro aversano (77 comuni con 141.793 abitanti) si registra un eccesso rispetto al paramentro medio di riferimento, per la mortalità generale, per tutti i tipi di tumore, per quelle dell’apparato respiratorio, dell’apparato digerente, dell’apparato genitourinario. Fatta base cento, gli sforamenti più significativi si registrano nel vesuviano per le malattie dell’apparato genitourinario (uomini 109, donne 128) e nella seconda area per l’apparato digerente (114 per uomini e donne). 

E, in riferimento all’area del litorale Vesuviano, si legge nel rapporto: «in singoli comuni sono stati osservati eccessi della mortalità per il tumore del polmone, dello stomaco e della vescica per gli uomini e del tumore del fegato per entrambi i generi». E anche nella zona Domizia si notano patologie in eccesso anche al di là di quelle misurate dallo studio Sentieri e richiamate nel rapporto. 

Si legge, infatti: per alcuni Comuni del Sin si notano «eccessi di mortalità per tumore epatico, della pleura, della laringe e per malattie circolatorie». I dati si riferiscono al periodo tra il 1995 e il 2002, ma, a quanto pare, la progressione continua: in Campania, diversamente da quanto si verifica anche nell’area Italsider di Taranto, ci si ammala sempre di più, come conferma anche la ricerca del 2006 ordinata dall’istituto superiore della Sanità. 

Non solo: nella tragedia dell’Italsider sono coinvolti 216.618 abitanti, meno di un terzo di quelli interessati nella nostra regione. La tragedia della Campania ha due origini: la presenza di amianto in alcuni siti industriali e gli sversamenti dei rifiuti tossici. Il primo dato viene confermato anche da un procedimento in corso: quello contro i vertici dell’ex Alfasud dove negli ultimi cinque anni si è notata la morte per mesotelioma (il tumore provocato dall’amianto) di dieci lavoratori. 

E nelle considerazioni conclusive per entrambi i siti campani i relatori sottolineano che le aree sono caratterizzate oltre che da numerose discariche, anche dalla presenza di siti di smaltimento illegale e di combustione dei rifiuti sia urbani sia pericolosi. Gli scienziati per entrambe le zone raccomandano studi per la valutazione dell’inquinamento ambientale presente nell’area. E raccomandano di prevedere «percorsi di comunicazione con gli stakeholder, compreso l’associazionismo presente sul territorio». Ma, nonostante il continuo peggioramento della situazione, ancora nulla è stato fatto. 

Eppure, scorrendo l’elenco dei siti altamente inquinati esaminati nello studio, ricorrono i nomi di tutte le aziende che hanno sversato per anni rifiuti tossici nel cosiddetto triangolo della morte, quello che comprende l’area a nord di Napoli e a Sud di Caserta, come ha raccontato il pentito Gaetano Vassallo. Un’altra conferma dello scempio è arrivata dalla relazione del perito Giovanni Balestri sulla Resit di Giugliano. 

Il geologo ha sottolineato che il deposito di veleni di ogni tipo nella discarica non a norma provocherà entro il 2064, in assenza di interventi efficaci, un vero e proprio disastro industriale. In Campania attraverso i rifiuti le imprese del Nord hanno esportato la morte.

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Amianto. Quali sono le patologie asbesto-correlate?

Come già accennato, l’Italia è stata fino al bando del 1992 uno dei maggiori Paesi produttori e importatori di amianto grezzo, con oltre 3,5 milioni di tonnellate consumate a partire dal secondo dopoguerra alla messa fuori legge. 

 

Ma cosa comporta questo per la salute? Negli anni la cronaca ci ha spiegato che la polvere di amianto è carcinogena, e riconosciuta causa del mesotelioma, una forma di tumore particolarmente aggressiva che colpisce in particolare la pleura: a dirlo sono i decessi avvenuti in tutta Italia a causa di questa patologia, di cui esempio emblematico sono le diverse migliaia di morti a Casale Monferrato dove si trovavano le fabbriche di Eternit AG, e dove i morti e i malati di tumore individuati tra cittadini e soprattutto tra alcuni tipi di lavoratori sono più che altrove e non accennano a diminuire a distanza di anni: per circa il 10% dei casi infatti l’esposizione è avvenuta in ambito residenziale o familiare, ma i settori di attività maggiormente coinvolti sono quelli con uso diretto di amianto, come la cantieristica navale, l’edilizia e l’industria del cemento-amianto.

                                     

Il mesotelioma

Il tasso di incidenza di mesotelioma per 100 mila abitanti è pari, per la sede pleurica, a 3,6 casi negli uomini e 1,6 nelle donne. La latenza è particolarmente lunga (oltre i 40) e non è identificabile una soglia di esposizione al di sotto della quale il rischio sia assente. La diagnosi precoce, inoltre, è difficoltosa, visto che la patologia non ha sintomi riconoscibili nella fase iniziale, né sono ancora stati trovati biomarker in grado di fornire prova di avvenuta attivazione del processo eziopatologico.

Per questo, il migliore strumento in mano ai medici è la TAC multistrato, insieme alla PET e alla risonanza magnetica. Con questi strumenti è possibile infatti diagnosticare il mesotelioma pleurico, capire lo stadio di avanzamento della malattia, ma soprattutto definire l’istotipo (epiteliale, bifasico, sarcomatoide) e dunque capire prognosi e terapia. 

 

Quali cure? Il farmaco più attivo è il cis-platino in monoterapia e la combinazione con antifolati, terapia che comporta un miglioramento significativo nella sopravvivenza. Il ruolo della chirurgia rimane invece controverso: la pleuropneumonectomia extrapleurica è limitata dall’età e dalla stadiazione del tumore, e comunque eseguita esclusivamente in Centri di eccellenza; la pleurectomia/decorticazione ha mostrato risultati sovrapponibili, con minore morbidità e mortalità.

 

Le altre patologie neoplastiche e non

L’inalazione di fibre di amianto però, non è solo causa di mesotelioma, ma anche di tumori del polmone, laringe e ovaio, nonché di malattie non neoplastiche, come asbestosi e pleuropatie.

Tuttavia, in questi casi spesso comprendere l’effettiva portata del ruolo dell’amianto è più complicato: ad esempio, per il tumore polmonare lo spettro di carcinogeni che possono essere coinvolti nell’insorgenza è molto più ampio del solo asbesto. Nonostante questo, si stima siano circa 1000 i casi di questa neoplasia che ogni anno sono attribuibili all’esposizione professionale all’amianto. In questo caso, al contrario che per il mesotelioma, esistono però degli indicatori che potrebbero permettere la diagnosi precoce, anche se il loro utilizzo per campagne di screening è ancora lontano. Anche in questo caso, dunque l’esame più importante rimane la TAC spirale. 

 

E oltre ai tumori? Anche le manifestazioni non neoplastiche dovute all’amianto (asbestosi, pleurite essudativa acuta e cronica, placche pleuriche, ispessimento pleurico diffuso, bronco pneumopatia cronica ostruttiva) hanno un’epidemiologia non ben definita, anche per via delle forme silenti o dell’assenza di diagnosi nelle stadi iniziali. Di nuovo, sono stati proposti biomarcatori e test non invasivi per la diagnosi precoce, per la stadiazione e per la prognosi delle patologie asbesto-correlate, tuttavia l’utilizzo di TAC spirale a bassa dose rimane una delle prime scelte. Non esistono terapie specifiche, ma si usano per lo più glucocorticoidi, da soli o in associazione con altri farmaci.

 

La prevenzione

Chiaramente, il metodo più efficace per prevenire le patologie asbesto-correlate rimane impedire o limitare più possibile l’inalazione delle fibre. Ciò vuol dire però che bisogna adottare misure tecniche volte proprio a questo scopo: da una parte sistemi di prevenzione primaria durante le opere di bonifica, o nelle attività che obbligano a convivere con il materiale; dall’altra la prevenzione secondaria, ovvero l’istituzione di intervento sanitario specifico per il trattamento di queste patologie.

Domande e risposte inerenti l’amianto FAQ (Frequently Asked Questions)

1.

Cos’è l’amianto?

2.

Che differenza c’è tra amianto in matrice compatta e amianto

 

in matrice friabile?

3.

Perchè l’amianto è nocivo per la salute dell’uomo?

4.

Quali sono le patologie legate all’amianto?

5.

Dove è stato utilizzato?

6.

Come è possibile accertare se un materiale contiene amianto?

7.

E’ ancora possibile utilizzare l’amianto?

8.

Chi ha l’obbligo di comunicare la presenza dell’amianto?

9.

Come vengono classificati i materiali contenenti amianto?

10.

Quali operazioni occorre eseguire per l’accertamento della presenza

 

di amianto?

11.

Quanto costa accertare la presenza di amianto?

12.

A chi ci si può rivolgere per accertare la presenza di amianto?

13.

L’Azienda Sanitaria Locale effettua sopralluoghi per accertare

 

l’amianto in edifici?

14.

A chi rivolgersi per chiarimenti e informazioni in caso di necessità di

 

intervento?

15.

Quali operazioni tecniche occorre eseguire in caso di accertata

 

presenza di amianto?

16.

Il censimento degli edifici ha carattere obbligatorio?

17.

Quali edifici devono essere censiti ?

18.

Quali sono gli obblighi ed i compiti di un proprietario di un edificio ad

 

uso collettivo?

19.

Quali sono le tecniche d’intervento per i materiali contenenti amianto?

20.

Dove è possibile effetture lo smaltimento dell’amianto?

21.

A chi ci si può rivolgere per l’esecuzione dei lavori di rimozione,

 

smaltimento e bonifica dell’amianto?

22.

Quando una copertura in cemento-amianto (Eternit) deve essere

 

rimossa?

23.

Quali sono i rischi ed i pericoli dell’amianto confinato?

   

 

1. Cos’è l’amianto?

L’amianto, chiamato anche asbesto, è un minerale naturale a struttura microcristallina e di aspetto fibroso appartenente alla classe chimica dei silicati e alle serie mineralogiche del serpentino e degli anfiboli.

Tra questi silicati, i più diffusi sono: la Crocidolite (amianto blu), l’Amosite (amianto bruno), l’Antofillite, l’Actinolite, la Tremolite, il Crisotilo (amianto bianco).

Le fibre di amianto sono molto addensate ed estremamente sottili. La struttura fibrosa conferisce all’amianto sia una notevole resistenza meccanica sia un’alta flessibilità.L’amianto resiste al fuoco e al calore, all’azione di agenti chimici e biologici, all’abrasione e all’usura (termica e meccanica). E’ facilmente filabile e può essere tessuto.E’ dotato inoltre di proprietà fonoassorbenti oltrechè termoisolanti.Si lega facilmente con materiali da costruzione e con alcuni polimeri. Perciò l’amianto è un minerale praticamente indistruttibile, non infiammabile, molto resistente all’attacco degli acidi, flessibile, resistente alla trazione, dotato di buone capacità assorbenti, facilmente friabile.

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2. Che differenza c’è tra amianto in matrice compatta e amianto in matrice friabile?

Nei prodotti, manufatti e applicazioni, in cui l’amianto è presente, le fibre possono essere libere o debolmente legate: si parla in questi casi di amianto in matrice friabile, oppure possono essere fortemente legate in una matrice stabile e solida (come il cemento-amianto o il vinil-amianto): si parla in questo caso di amianto in matrice compatta.

L’amianto in matrice friabile può essere ridotto in polvere con la semplice azione manuale.

L’amianto è compatto invece quando può essere sbriciolato o ridotto in polvere solamente con l’impiego di attrezzi meccanici manuali o funzionanti anche ad alta velocità (dischi abrasivi, frese, ecc.).
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3. Perchè l’amianto è nocivo per la salute dell’uomo?
L’amianto è nocivo per la salute dell’uomo per la capacità dei materiali di amianto di rilasciare fibre potenzialmente inalabili. E l’esposizione a tali fibre è responsabile di patologie gravi ed irreversibili prevalentemente dell’apparato respiratorio.I più pericolosi sono i materiali friabili i quali si possono ridurre in polvere con la semplice azione manuale e, a causa della scarsa coesione interna, possono liberare fibre spontaneamente (soprattutto se sottoposti a vibrazioni, correnti d’aria, infiltrazioni d’acqua) o se danneggiati nel corso di interventi di manutenzione. L’amianto compatto invece per sua natura non tende a liberare fibre (il pericolo sussiste solo se segato, abraso o deteriorato).

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4. Quali sono le patologie legate all’amianto?

L’esposizione alle fibre di amianto è associata a malattie dell’apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose, principalmente la pleura (mesoteliomi).

L’asbestosi è una grave malattia respiratoria che per prima è stata correlata all’inalazione di fibre d’amianto, caratterizzata da fibrosi polmonare a progressivo aggravamento che conduce ad insufficienza respiratoria con complicanze cardiocircolatorie.

Il carcinoma polmonare, che è il tumore maligno più frequente, si verifica anche per esposizioni a basse dosi. Il fumo favorisce di molto la probabilità di contrarre la malattia.
Il mesotelioma della pleura è un tumore altamente maligno della membrana di rivestimento del polmone (pleura) che è fortemente associato alla esposizione a fibre di amianto anche per basse dosi.

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5. Dove è stato utilizzato?

Le caratteristiche proprie del materiale e il costo contenuto ne hanno favorito un ampio utilizzo industriale. Pertanto per anni è stato considerato un materiale estremamente versatile a basso costo. Esso è stato utilizzato in modo massiccio nel passato  per le sue ottime proprietà tecnologiche e per la sua economicità. Tra gli innumerevoli prodotti contenenti amianto si ricordano, solo per citarne alcuni: corde, nastri e guaine per la coibentazione di tubazioni, di cavi elettrici vicini a sorgenti di calore intenso come forni, caldaie, ecc.; tessuti per il confezionamento di tute protettive antifuoco, coperte spegnifiamma, ecc.; carta e cartoni utilizzati come barriere antifiamma, ecc.; pannelli di fibre grezze compresse impiegati per la coibentazione di tubazioni; filtri costruiti con carta di amianto, o semplicemente con polvere compressa, utilizzati nell’industria chimica ed alimentare. Inoltre, dall’impasto con altri materiali si ottenevano l’amianto a spruzzo, utilizzato: come isolante termico nei cicli industriali con alte temperature (es. centrali termiche e termoelettriche, industria chimica, siderurgica, vetraria, ceramica e laterizi, alimentare, distillerie, zuccherifici, fonderie); come isolante termico nei cicli industriali con basse temperature (es. impianti frigoriferi, impianti di condizionamento); come isolante termico e barriera antifiamma nelle condotte per impianti elettrici. E’ stato impiegato, inoltre, nel settore dei trasporti per la coibentazione di carrozze ferroviarie, di navi, di autobus, ecc..

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6. Come è possibile accertare se un materiale contiene amianto?
L’accertamento può essere eseguito in base all’aspetto del materiale, all’eventuale marchiatura, alle conoscenze tecniche di chi esegue l’accertamento oppure può essere eseguito da un laboratorio opportunamente ed adeguatamente attrezzato.
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7. E’ ancora possibile utilizzare l’amianto?
Dal 1994 sono vietate l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, di prodotti di amianto o di prodotti contenenti amianto.
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8. Chi ha l’obbligo di comunicare la presenza dell’amianto?
Ai sensi dell’articolo 12 comma 5 della Legge 257/92, presso le unita’ sanitarie locali e’ istituito un registro nel quale e’ indicata la localizzazione dell’amianto floccato o in matrice friabile presente negli edifici. I proprietari degli immobili devono comunicare alle unita’ sanitarie locali i dati relativi alla presenza di tali materiali. Anche l’Ente pubblico deve provvedere all’individuazione della presenza di amianto relativamente alle strutture di propria competenza e presentare l’autonotifica.
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9. Come vengono classificati i materiali contenenti amianto presenti in edifici?
Ai fini pratici, i materiali contenenti amianto presenti negli edifici possono essere divisi in tre grandi categorie: 
1) materiali che rivestono superfici applicati a spruzzo o a cazzuola; 
2) rivestimenti isolanti di tubi e caldaie; 
3) una miscellanea di altri materiali comprendente, in particolare, pannelli ad alta densita’ (cemento-amianto), pannelli a bassa densita’ (cartoni) e prodotti tessili. I materiali in cemento-amianto, soprattutto sotto forma di lastre di copertura, sono quelli maggiormente diffusi. (D.M. 6/09/1994).
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10. Quali operazioni occorre eseguire per l’accertamento della presenza di amianto?
Una volta individuate le strutture edilizie su cui intervenire, sara’ opportuno, prima di procedere al campionamento dei materiali, articolare un finalizzato programma di ispezione, che si puo’ cosi’ riassumere: 
1) Ricerca e verifica della documentazione tecnica disponibile sull’edificio, per accertarsi dei vari tipi di materiali usati nella sua costruzione, e per rintracciare, ove possibile, l’impresa edile appaltatrice. 
2) Ispezione diretta dei materiali per identificare quelli friabili e potenzialmente contenenti fibre di amianto. 
3) Verifica dello stato di conservazione dei materiali friabili, per fornire una prima valutazione approssimativa sul potenziale di rilascio di fibre nell’ambiente. 
4) Campionamento dei materiali friabili sospetti, e invio presso un centro attrezzato, per la conferma analitica della presenza e del contenuto di amianto. 
5) Mappatura delle zone in cui sono presenti materiali contenenti amianto. 
6) Registrazione di tutte le informazioni raccolte in apposite schede. (D.M. 6/09/1994).
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11. Quanto costa accertare la presenza di amianto?
Dipende dalle modalità di accertamento.

Nel caso di accertamento mediante richiesta di specifiche dei materiali al produttore o all’installatore, o non vi sono costi o questi sono limitati alle spese vive.
Se l’accertamento viene eseguito da tecnici competenti con o senza l’ausilio di eventuali analisi di laboratorio, i costi sono quelli derivanti da tali consulenze o prestazioni.
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12. A chi ci si può rivolgere per accertare la presenza di amianto?
Ci si può rivolgere ad un tecnico competente che sia anche un Coordinatore Amianto, 
abilitato ai sensi dell’articolo10 della Legge n. 257/92 e articolo 10 del D.P.R. 8/08/1994, ovvero in possesso di titolo di abilitazione rilasciato da parte delle Regioni o Province autonomeattestante la partecipazione ad un corsspecifico e superamento della verifica finale.

Tale corso, di livello gestionale, è rivolto a chi dirige le attivita’ di rimozione, smaltimento e bonifica dell’amianto.

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13. L’Azienda Sanitaria Locale effettua sopralluoghi per accertare l’amianto in edifici?
L’ASL effettua i sopralluoghi soltanto nell’ambito delle attività di accertamento e controllo di propria competenza.
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14. A chi rivolgersi per chiarimenti e informazioni per la verifica della necessità di intervento?
Le Aziende Sanitarie Locali forniscono informazioni generali sulla problematica amianto.

Al fine di approfondire aspetti specifici o particolari occorre eventualmente rivolgersi ad un tecnico competente che accerti ed indichi gli eventuali interventi da adottare.
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15. Quali operazioni tecniche occorre eseguire in caso di accertata presenza di amianto?
Una volta individuate le strutture edilizie su cui intervenire, sara’ opportuno, prima di procedere al campionamento dei materiali, articolare un finalizzato programma di ispezione, che si puo’ cosi’ riassumere: 
1) Ricerca e verifica della documentazione tecnica disponibile sull’edificio, per accertarsi dei vari tipi di materiali usati nella sua costruzione, e per rintracciare, ove possibile, l’impresa edile appaltatrice. 
2) Ispezione diretta dei materiali per identificare quelli friabili e potenzialmente contenenti fibre di amianto. 
3) Verifica dello stato di conservazione dei materiali friabili, per fornire una prima valutazione approssimativa sul potenziale di rilascio di fibre nell’ambiente. 
4) Campionamento dei materiali friabili sospetti, e invio presso un centro attrezzato, per la conferma analitica della presenza e del contenuto di amianto. 
5) Mappatura delle zone in cui sono presenti materiali contenenti amianto. 
6) Registrazione di tutte le informazioni raccolte in apposite schede (allegato 5), da conservare come documentazione e da rilasciare anche ai responsabili dell’edificio. (D.M. 6/09/1994).
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16. Il censimento degli edifici ha carattere obbligatorio?

Ai sensi dell’art. 12. del D.P.R. 8/08/1994, il censimento degli edifici nei quali sono presenti materiali o prodotti contenenti amianto libero o in matrice friabile ha carattere obbligatorio e vincolante per gli edifici pubblici, per i locali aperti al pubblico e di utilizzazione collettiva e per i blocchi di appartamenti.
A tal fine i rispettivi proprietari sono chiamati a fornire almeno i seguenti elementi informativi: a) Dati relativi al proprietario dell’edificio (cognome e nome; data e luogo di nascita;residenza; telefono; denominazione della societa’ (per le societa’ indicare i dati del legale rappresentante) (per i condomini indicare i dati dell’amministratore); sede; partita IVA; telefono, telefax; codice fiscale. b) Dati relativi all’edificio (indirizzo; uso a cui e’ adibito;tipo di prefabbricato; 
prefabbricato; parzialmente prefabbricato;tradizionale;interamente metallico;in metallo e cemento; in amianto-cemento; 
non metallico; data di costruzione; area totale mq; numero piani; numero locali; ditta costruttrice (denominazione,indirizzo, telefono); se prefabbricato: ditta fornitrice (denominazione, indirizzo, telefono); numero occupanti; ditta/e incaricata/e della manutenzione. c) Dati relativi ai materiali contenenti amianto (indicare il tipo di materiale e l’estensione)materiali che rivestono superfici applicati a spruzzo o a cazzuola; rivestimenti isolanti di tubi e caldaie; pannelli interni; altri materiali. 
Il censimento, almeno nella prima fase, ha carattere facoltativo per le singole unita’ abitative private per le quali, ove ne ricorrano i presupposti, i relativi proprietari potranno essere invitati a fornire gli elementi informativi in loro possesso. Anche sulla base delle risposte ricevute, le unita’ sanitarie locali potranno riconsiderare opportunamente il contenuto e le modalita’ di tale parte del censimento.

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17. Quali edifici devono essere censiti ?
Tutti gli edifici nei quali è accertata la presenza di amianto devono essere censiti a prescindere dalla tipologia di attività ivi svolta.

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18. Quali sono gli obblighi ed i compiti di un proprietario di un edificio ad uso collettivo?
Ai fini della responsabilità generale sul problema amianto, compete l’obbligo di gestione del rischio a tutti i proprietari di immobili e cose contenenti amianto (anche cemento amianto) in quanto responsabili di eventuali danni causati o provocati dalla dispersione di fibre di amianto.
In particolare per l’amianto friabile compete l’obbligo di comunicarne la presenza alle Aziende Sanitarie Locali competenti per territorio e di attuare una serie di azioni in tempi brevi che consentano di accedere e di stazionare nei locali in sicurezza.
In caso di presenza di manufatti o prodotti contenenti amianto (specialmente se di tipo friabile) deve essere eseguita anche una valutazione del rischio mirata alla scelta del possibile metodo di bonifica più efficace – da adottare all’occorrenza – al fine di eliminare o comunque minimizzare la esposizione degli occupanti siano essi lavoratori o cittadini.
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19. Quali sono le tecniche d’intervento per i materiali contenenti amianto?

Le tecniche d’intervento per i materiali contenenti amianto sono tre e precisamente: rimozione, incapsulamento e confinamento.
La rimozione elimina ogni potenziale fonte di esposizione ed ogni necessità di attuare specifiche cautele per le attività che si svolgono nell’edificio. In genere richiede l’applicazione di un nuovo materiale, in sostituzione dell’amianto rimosso.

L’incapsulamento è un trattamento dell’amianto con prodotti penetranti o ricoprenti che (a seconda del tipo di prodotto usato) tendono ad inglobare le fibre di amianto, a ripristinare l’aderenza al supporto, a costituire una pellicola di protezione sulla superficie esposta. Con tale intervento il materiale contenente amianto permane nell’edificio e pertanto è necessario i mantenere un programma di controllo e manutenzione.

Il confinamento consiste nell’installazione di una barriera a tenuta che separi l’amianto dalle aree occupate dell’edificio. Se non viene associato ad un trattamento incapsulante, il rilascio di fibre continua all’interno del confinamento. Occorre sempre un programma di controllo e manutenzione, in quanto l’amianto rimane nell’edificio.

La scelta tra queste tipologie d’intervento è legata al tipo ed alle condizioni del materiale, alla sua ubicazione, alla volontà della proprietà di eliminare alla radice il rischio o mantenerlo in modo controllato (attività di controllo e manutenzione).

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20. Dove è possibile effetture lo smaltimento dell’amianto?
Lo smaltimento deve avvenire in una discarica autorizzata specificatamente per la tipologia del rifiuto prodotto.
Ulteriori notizie e informazioni relative alle operazioni di smaltimento possono essere chieste al Settore Ambiente della Provincia territorialmente competente avendo l’Ente la competenza diretta sulla materia.
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21. A chi ci si può rivolgere per l’esecuzione dei lavori di rimozione, smaltimento e bonifica dell’amianto?
Occorre interpellare imprese abilitate iscritte all’Albo Gestori Ambientali nella categoria 10 (sottocategorie 10a e 10b).

Il personale di tali imprese deve essere abilitato ai sensi dell’articolo 10 della Legge n. 257/92 e articolo 10 delD.P.R. 8/08/1994, ovvero in possesso di titoli di abilitazione rilasciati da parte delle Regioni o Province autonome attestanti la partecipazione a corsi specifici e superamento della verifica finale. Tali corsi sono a livello: 
a) operativo, rivolto ai lavoratori addetti alle attivita’ di rimozione, smaltimento e bonifica; 
b) gestionale, rivolto a chi dirige sul posto le attivita’ di rimozione, smaltimento e bonifica. 
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22. Quando una copertura in cemento-amianto (Eternit) deve essere rimossa?
Non sussiste alcun obbligo per la rimozione delle coperture in cemento-amianto (Eternit o altra marca analoga) purchè lo stato in cui si trova non è fonte di rischio.
Potrebbe invece essere obbligatorio procedere ad uno degli interventi previsti dalla legge (incapsulamento, sovracopertura e rimozione), nel caso in cui questo risultasse friabile (con conseguente rilascio di fibre d’amianto) a causa di un accentuato stato di degrado.
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23. Quali sono i rischi ed i pericoli dell’amianto confinato?
L’amianto o i prodotti contenenti amianto sono pericolosi solamente per gli operatori che effettuano la manutenzione di impianti e strutture all’interno del confinamento oppure nel caso di danneggiamento dello stesso.

 http://www.assoamianto.it/FAQ.HTM