“Anche le leucemie sono tumori da amianto”

“Anche le leucemie
sono tumori da amianto”

Parla Franco Mandelli

presidente dell’Ail

Si apre una nuova frontiera scientifica nella lotta contro l’amianto e le malattie collegate alla fibra killer. «Alcuni studi clinici hanno dimostrato che esiste una maggiore incidenza del mieloma e delle leucemie in alcune popolazioni che sono state esposte all’amianto»: parola di Franco Mandelli, autorità nel campo delle leucemie e presidente dell’Ail durante un convegno che si è tenuto lunedì a San Felice al Circeo (provincia di Latina) organizzato dall’Avis e con la presenza di Legambiente e dell’Osservatorio nazionale amianto.

Le parole di Mandelli hanno spalancato le porte a nuove prospettive scientifiche: è la prima volta che la fibra killer viene indicata come responsabile di malattie che colpiscono altri apparati rispetto ai polmoni e ai bronchi. «Una ricerca italo-tedesca ha preso in esame sei zone della Germania e due della Sardegna, Nuoro e Cagliari: è stata trovata una correlazione tra l’amianto e l’insorgere di linfomi. E c’è una correlazione anche con alcuni tumori dei testicoli e nel midollo di alcuni pazienti leucemici sono state trovate fibre di amianto. Per cui in quei casi possiamo dire che la leucemia è stata provocata dall’amianto che funziona da immunodepressore». 
«È necessaria, indispensabile – ha continuato il prof. Mandelli – che la comunità scientifica lavori per ottenere una diagnosi più precoce possibile, per permettere un intervento tempestivo».

L’intervista

“In tribunale si aprono scenari nuovi”

Fino ad oggi c’era un punto fermo nella giurisprudenza: laddove c’è un mesotelioma pleurico, c’è stata una contaminazione da amianto. Un “vantaggio”, se così si può dire, in sede di prova, per la fibra killer rispetto ad altri agenti patogeni. L’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, ha al suo attivo centinaia di cause di risarcimento ma anche penali relative all’amianto.
Avvocato, cosa cambia con questa scoperta?
Molto, lo spettro di indagine diventa molto più ampio. Sappiamo che l’amianto è un immunodepressore e che è colpevole anche di danni molecolari del Dna. Occorre lavorare insieme all’Ail per poter portare il massimo aiuto alle vittime.
Sì ma in tribunale sarà difficile dimostrare che una leucemia è dovuta all’amianto.
Diciamo che sarà meno immediato di altre malattie che storicamente sono ricondotte all’inalazione delle fibre. In questi altri casi l’onere della prova cadrà sulle vittime, ma trovando le fibre nell’organismo saremo in grado di dimostrare la natura professionale delle malattie.

(Stefania Divertito)

PRENDE IL BUS SENZA BIGLIETTO PER ANDARE A CURARE IL CANCRO: 360 € DI MULTA

Maria Schwiebacher, 55 anni, malata di cancro

CAGLIARI – “Sono povera, non avevo i soldi del biglietto”, ripete la donna, quasi scusandosi di non aver pagato il titolo per viaggiare sull’autobus di linea. Spiegazione che non è bastata al controllore, perché Erminia Maria Schwiebacher, 55 anni, malata di cancro, che su quell’autobus c’era salita per recarsi all’ospedale, è stata multata. Il fatto, riportato dall’Unione Sarda è successo a Cagliati lo scorso 9 febbraio. La donna dovrà pagare 360 euro di multa, cifra che può diminuire fino a 120 euro nel caso il pagamento avvenga entro 60 giorni. Circostanza molto difficile, questa, perché la donna vive in una condizione di estremo disagio, come lei stessa racconta: «Vivo con il mio compagno, che ha un assegno mensile di invalidità di 270 euro: io non ho entrate, anzi qualche giorno fa ho avuto un’uscita imprevista e straordinaria». Con molta dignità racconta di non farcela, di servirsi per questo alla mensa della Caritas: «No ho soldi e quando mi trovo a Cagliari vado là a mangiare».
Certo pesa sul bilancio mensile un mezzo che la donna prende «tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, per recarmi a Cagliari, all’ospedale oncologico, per sottopormi al trattamento di radioterapia». Da qui la scelta di non pagare: «Non avevo i soldi per il biglietto e le cure mi sono necessarie cosa dovevo fare?».
La Schwiebacher non serba rancore per l’uomo che le ha comminato la multa: «Ha detto che lui fa solo il suo dovere, e ha ragione». Adesso la situazione è veramente difficile per la donna: «Se pago entro 60 giorni la sanzione si riduce a un terzo, 120 euro, ma io non ho i soldi. Avrei la pensione di reversibilità del mio ex marito, ma l’assegno di 312 euro mensili mi arriva a singhiozzo, ogni sei mesi, e l’unica fonte di reddito in casa è l’assegno di 270 euro al mese dell’invalidità del mio compagno: anch’egli paziente tumorale. Come faccio? Non lo so davvero».

fonte