SESTO SAN GIOVANNI Emergenza sbronze tra gli adolescenti. Il medico dell’Ospedale di Sesto Chiara Liverani scioccata dopo una notte da volontaria davanti a un locale milanese

In un’indagine pubblicata dal Corriere della Sera in merito al fenomeno dell’alcolismo tra adolescenti è intervenuta anche Chiara Liverani, 47 anni, medico rianimatore dell’ospedale di Sesto San Giovanni, che dopo una notte di volontariato davanti agli spazi East end di via Mecenate, periferia Est della città, si dice scioccata: «Mi sono imbattuta in adolescenti ammassati a terra – racconta al Corriere della Sera – . E non erano casi isolati. Li ho trovati in ogni angolo. Piuttosto che un’altra notte del genere preferisco una settimana non stop in ospedale. Certo, anche qui arrivano adolescenti messi male che rischiano il coma etilico. Un esempio? Una 14enne che si è ubriacata alle sei del pomeriggio durante una festa in casa dove si è scolata un’intera bottiglia di vodka». Infatti l’articolo del Corriere è intitolato “Le sbronze (sottovalutate) degli adolescenti”. Emergenza soprattutto tra i giovanissimi. Migliala di ragazzi soccorsi in strada nei weekend. Si beve di più e in meno tempo. Vino sostituito da prodotti ad altissima gradazione.

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Lecco, parcheggia la Jaguar nel posto disabili. Multato, si vendica La disavventura del locale presidente Aler

posteggio disabili

parcheggio disabili 213 Fonte: Ansa

Ha parcheggiato la sua macchinona sul parcheggio riservato ai disabili. Poi vistosi costretto a spostarla, si è vendicato. E’ successo a Leccodove i vigili urbani hanno intimato al possessore di una Jaguar di spostare la vettura perché sistemata in un parcheggio per persone disabili senza averne il diritto e poi lo hanno multato. Secondo quanto riferito dal quotidiano online “La Provincia di Lecco” l’uomo sarebbe andato su tutte le furie e avrebbe squarciato con un taglierino le gomme dell’auto del disabile. L’uomo però non si è subito accorto di essere ripreso dalle telecamere di sorveglianza e dalla gente intorno a lui. In un secondo momento però resosi probabilmente conto di quanto aveva appena fatto, forse per farsi perdonare ha fatto sostituire le due ruote rovinate e poi ha pure cercato di farsi togliere la multa dai vigili “sostenendo di aver accompagnato un parente disabile all’Aler“.
Sì perché l’uomo in questione dell’Aler è il presidente locale, Antonio Piazza, che dopo questa vicenda è stato costretto a rimettere l’incarico e a dimettersi anche dal suo partito di riferimento (Pdl) ha usato un’intervista al Corriere della Sera per chiedere scusa e per dire la sua: “Ho sbagliato, ma c’è chi ha fatto di peggio e non si è dimesso”.

Tumori di testa e collo: fondamentale la prevenzione

 

AL CONGRESSO

Tumori di testa e collo: 
fondamentale la prevenzione

Necessaria maggiore informazione per diagnosticare precocemente tumori poco noti, ma che sono in aumento

Tumore al collo, poco noto ma in aumento

STOCCOLMA – Di fronte a sintomi frequenti e «banali» come un naso cronicamente congestionato, frequenti abbassamenti di voce, cali d’udito, mal d’orecchie o problemi a deglutire non si pensa al peggio. Eppure possono essere la spia di un tumore della testa o del collo, patologie ancora poco conosciute (e per questo troppo spesso scoperte in ritardo) che colpiscono bocca, lingua, gengive, faringe, laringe, naso, seni paranasali e ghiandole salivari. Attenzione anche, ricordano gli specialisti, all’igiene orale, alle ulcere in bocca e ai traumi cronici, dovuti talvolta a protesi dentarie mal realizzate. Alcol e fumo, poi, aumentano notevolmente le possibilità di ammalarsi di queste forme di cancro i cui numeri sono in crescita anche in Italia. «L’intento non è certo quello di spaventare nessuno, ma solo di informare – dice Marco Merlano, direttore del Dipartimento di Medicina 2 dell’Ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo.  -. Se questi disturbi persistono per lunghi periodi è bene riferirli al medico e magari chiedere una visita con uno specialista. Come dimostrano i sondaggi, l’informazione sui tumori di testa e collo è ancora carente, così purtroppo nell’80 per cento dei casi si giunge alla diagnosi quando la malattia è in fase ormai avanzata».

LO STUDIO – La conferma arriva da un’indagine (About Face 2) che ha coinvolto 104 pazienti in tutta Europa ed è stata presentata all’ultimo Convegno europeo multidisciplinare di oncologia: quando è stato chiesto loro di raccontare la propria storia, da prima della diagnosi al post-trattamento passando per l’impatto emotivo e la qualità di vita, gli intervistati hanno messo in luce prima di tutto l’urgenza di una migliore educazione sui tumori di testa e collo, per facilitare una diagnosi precoce. A seguire sono emerse le necessità d’informazioni chiare sulla patologia e sulle opzioni di trattamento; il bisogno di assistenza per valutare la scelta del miglior trattamento possibile, sulla base della situazione di ciascun paziente, e un maggiore sostegno durante e dopo le cure, a livello psicologico e riabilitativo. «Se la malattia viene scoperta ai primi stadi l’intervento chirurgico può essere poco invasivo e le possibilità di guarigione maggiori» spiega Merlano. Nuovi studi presentati al convegno confermano poi i progressi ottenuti negli ultimi anni con chemio e radioterapia nei malati con una neoplasia avanzata: «I dati provenienti da diverse sperimentazioni hanno dimostrato che aggiungere l’anticorpo monoclonale cetuximab ai trattamenti chemio e radioterapici prolunga la sopravvivenza dei pazienti e migliora il controllo della malattia, con una tossicità accettabile, senza peggiorare la loro qualità di vita» conclude Lisa Licitra, responsabile dell’oncologia medica per i tumori di testa e collo all’Istituto tumori di Milano.

 

Vera Martinella (Fondazione Veronesi)
12 novembre 2011

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Tumore della laringe, un intervento salva voce

La prevenzione è la strategia più efficace, ma per chi si ammala le cure puntano a migliorare la qualità di vita evitando l’operazione radicale

 

MILANO – Se nessuno fumasse invece di 100 tumori ce ne sarebbero solo 10: la prevenzione è la strategia migliore, e la più facile, contro il carcinoma della laringe. Le cause più frequenti di questa forma di cancro, infatti, sono proprio il tabacco e l’assunzione di notevoli quantità di alcol. A ricordarlo sono stati i maggiori esperti internazionali, riuniti a Riccione per il congresso della Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico – facciale (SIOeChCF), che fanno il punto sulle innovazioni terapeutiche e su un nuovo intervento salva voce.

COLPEVOLI CERTI E PRESUNTI – «Il responsabile principale, come per tutti i tumori delle vie respiratorie, è il fumo di sigaretta che determina un rischio di ammalarsi 10 volte superiore – spiega Giuseppe Spriano, Direttore di Otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale all’Istituto tumori Regina Elena di Roma -. Ma anche l’alcol è un importante fattore di rischio e, se associato al fumo, ne potenzia la pericolosità». A essere sospetta, poi, è l’infezione da papilloma virus, già nota come “colpevole” dei tumori del collo dell’utero. Le cause più importanti, però, sono di natura genetica e sarà dalla farmaco-genetica e dalla genetica nutrizionale che, dicono gli esperti, in futuro arriveranno le nuove terapie farmacologiche. E se negli ultimi anni si sono fatti importanti passi avanti grazie all’evoluzione delle tecniche chirurgiche e alle innovazioni in radio e chemioterapia «questo è nulla al confronto di quello che si potrebbe ottenere con la prevenzione primaria, cioè eliminando i fattori di rischio» sottolinea Spriano.

CURE, ECCO LE NOVITÀ – Fino a 30 anni fa l’unica cura possibile era la laringectomia totale, cioè l’asportazione completa della laringe che provocava la perdita della voce e la tracheotomia definitiva per la respirazione. Ma i progressi terapeutici hanno eliminato quasi del tutto la chirurgia radicale, oggi riservata solo a casi in cui il tumore sia molto esteso o alle recidive dopo pregressi trattamenti. Quando la diagnosi è precoce e le dimensioni della lesione sono ridotte, eliminare il carcinoma resta comunque l’obiettivo fondamentale. Soprattutto grazie alla chirurgia endoscopica è però spesso possibile preservare la laringe. E, dunque, le funzioni vocale, deglutitoria e respiratoria. A tal proposito, uno studio pubblicato sulla rivista Laryngoscope (da Giuseppe Rizzotto dell’ospedale di Vittorio Veneto e Giovanni Succo del Martini di Torino) dimostra le potenzialità di un nuovo intervento che, pur asportando gran parte dell’organo, permette la conservazione della voce e l’eliminazione del tracheostoma. Per garantire una migliore qualità di vita ai malati, infine, oggi si tende a risparmiare la laringe anche nel caso di neoplasie avanzate, utilizzando chemio e radio (una volta destinate solo al post-intervento) in prima battuta.

ATTENTI ALLA RAUCEDINE – Oggi, quindi, carcinoma alla laringe è possibile guarire? «Come per molti tumori questo dipende dallo stadio di malattia – conclude l’esperto – e in una fase iniziale la guarigione si ottiene nel 90 per cento dei casi. Ovviamente questa possibilità diminuisce al crescere dell’estensione della lesione, per cui ora globalmente siamo in grado di guarire circa il 60 per cento dei pazienti». Un campanello d’allarme può essere la disfonia, cioè l’abbassamento della voce che diventa rauca, tra i sintomi più evidenti. Il carcinoma alla laringe ogni anno in Italia colpisce circa settemila persone (12 ogni 100mila abitanti), con una frequenza crescente dopo i 50 anni, ed è causa di morte per 1500 malati. Sembra prediligere il sesso maschile (con rapporto di 9 a 1), ma nell’ultimo decennio anche tra le donne si è registrato un leggero aumento, che va di pari passo con la crescita delle fumatrici.

Vera Martinella 
(Fondazione Veronesi)
10 giugno 2010