Un record (negativo) di tasse grava sulle famiglie italiane: si sborsano 15.330 euro l’anno

Tra Irpef, ritenute, accise, bollo auto, canone Rai, rifiuti e contributi a carico del lavoratore, ogni famiglia versa a Erario, Regioni e Enti locali quasi 1.300 euro al mese

E, poi, c’è pure la tassa sui rifiuti. Per non parlare dei contributi a carico del lavoratore.

Ogni nucleo famigliare versa all’Erario, alle Regioni e agli enti locali mediamente 1.277 euro al mese. Un importo da far venire i brividi che, praticamente, corrisponde allo stipendio medio percepito mensilmente da un impiegato.

continua

Cos’è la busta arancione dell’Inps

eci

In Svezia i lavoratori ricevono ogni anno la busta arancione che contiene informazioni sulla propria situazione previdenziale.
In Italia si è cominciato a parlare della questione nel 2009, quando l’allora ministro del welfare, Maurizio Sacconi, aveva ribadito l’importanza di questa pratica importata dalla Svezia. Nel dettaglio, la busta arancione non è altro che una comunicazione annuale da parte dell‘Inps a tutti gli iscritti, con le stime della loro posizione individuale, ovvero lo stato del conto corrente previdenziale, le proiezioni sui tempi di maturazione dei requisiti per il pensionamento e il valore economico dell’assegno. In Italia siamo però ancora nella fase sperimentale, avviata lo scorso autunno e che ha riguardato 100 mila lavoratori.

Cosa prevede il decreto Salva Italia
A riaccendere i riflettori sul tema è stato il decreto “Salva Italia”, approvato nei mesi scorsi dal governo, in cui è presente un punto che riguarda proprio l’informazione previdenziale. In base alla nuova normativa, i lavoratori italiani riceveranno ogni anno una comunicazione dal proprio ente pensionistico sulla loro posizione previdenziale, anche per facilitare il calcolo sulle prestazioni future e sull’opportunità di procedere ad altri tipi di accantonamenti. La nuova norma non chiarisce però esattamente quali saranno le informazioni contenute nella busta arancione italiana. Il provvedimento sull’informazione relativa alle proprie pensioni future è descritto al comma 29 dell’articolo 24 del testo della manovra finanziaria che afferma: “Il ministero del Lavoro e della Politiche Sociali elabora annualmente, unitamente agli enti gestori di forme di previdenza obbligatoria, un programma coordinato di iniziative di informazione e di educazione previdenziale”.

Il tentativo è, insomma, di introdurre per legge un piano di diffusione della cultura previdenziale, che renda più attivo il rapporto tra il lavoratore e il proprio ente previdenziale. Un’opera di informazione resa possibile sia dagli enti gestori di previdenza obbligatoria incaricati di comunicare la posizione previdenziale di ciascun iscritto, sia dalle attività di comunicazione e promozione istruite da altre autorità operanti nel settore della previdenza. Si tratta inoltre di una norma che si ricollega al discorso dei fondi pensione, risultando uno strumento utile a prendere un’eventuale decisione sull’opportunità di crearsi una pensione integrativa.

Una novità che potrebbe rilanciare i fondi pensione in Italia, cui finora ha aderito solo il 23% dei dipendenti, cifra che si abbassa nella pubblica amministrazione. Fra l’altro, infine, sempre la manovra Salva Italia prevede incentivi alla previdenza complementare, per esempio con la possibilità di dedurre fiscalmente i contributi volontari e datoriali fino a 5164,57 euro annuali.

fonte

Gli negano l’accompagnamento, lui denuncia medico e Asl

Ferroviere in pensione, 58 anni, ha subito due interventi chirurgici per un tumore, con l’asportazione di laringe e corde vocali
RENATO BALDUCCI
DOMODOSSOLA
«E’ un’ingiustizia. Sono invalido al cento per cento e nonostante le mie condizioni non mi è stato riconosciuto il sussidio di accompagnamento». Franco Viscomi, 58 anni, ferroviere in pensione, che ha subito due interventi chirurgici per un tumore alla gola, ha deciso di denunciare Carola Vanoli, uno dei medici che lo hanno visitato durante la pratica istruita per chiedere all’Inps l’assegno di accompagnamento.

Viscomi è un laringectomizzato dopo l’asportazione della laringe con le corde vocali. La scoperta del tumore nel 2008, due interventi chirurgici, una trentina di radioterapie: oggi, dopo essere stato costretto ad andare in pensione, riesce a parlare solo grazie a una valvola che ha in gola. «Sono a rischio tutti i giorni poiché la fistola, e questo è stato certificato dai medici, è più larga del dovuto – spiega -. Posso beccarmi una polmonite in ogni momento; devo stare attento a lavarmi perché l’acqua potrebbe finire nei polmoni; per bere devo piegare la testa in avanti. Una vita difficile: ho bisogno dell’aiuto di una persona. Non riesco a farmi assistere sempre dagli amici. Quando ho chiesto l’assegno di accompagnamento mi è stato negato».

L’ex ferroviere ha anche sporto querela per falso contro Vanoli, della medicina legale dell’Asl, che faceva parte della commissione e successivamente è stata nominata consulente del giudice del lavoro che ha esaminato la pratica. «Non mi ha visitato; neppure il mio medico legale di fiducia si è premurato di entrare con me durante le visite; la sua presenza sarebbe stata importante per ribattere alla tesi della dottoressa» dice Viscomi.
La dottoressa Vanoli dice che valuterà le dichiarazioni di Viscomi e poi deciderà se tutelarsi legalmente contro chi cerca di diffamarla. «Sulla vicenda medica non parlo per ovvi motivi di riservatezza professionale – dice -. Posso confermare che durante la prima visita medica facevo solo parte di una commissione, ma non ero la sola dottoressa coinvolta. Nella seconda era presente anche il suo medico di fiducia, che ha poi ricevuto la mia relazione sulla quale ha concordato. Sulla visita medica confermo che io mi sono basata sulla documentazione che era particolarmente dettagliata».

DISASTRO TECNICO Nuova riforma delle pensioni o l’Inps fallisce (e noi pure)

Mastrapasqua alla Fornero: “La fusione degli enti previdenziali ha sballato i conti. Dal 2015 casse vuote”. E gli assegni non arriverebbero più

Nuova riforma delle pensioni  
o l'Inps fallisce (e noi pure)

di Antonio Castro

Decima riforma delle pensioni alle porte? Sembra proprio di sì, e dobbiamo ringraziare il professor Monti e l’ultra sensibile (e suscettibile) ministra per gli affari correnti Elsa Fornero. Lo scorso 22 marzo il presidente delsuperInps Antonio Mastrapasqua ha preso carta e penna e scritto un’allarmata missiva a via XX Settembre e a via Flavia: il senso, riassunto, è più o meno questo: “La fusione di Inps, Inpdap e Enpals ha scaricato sull’ente pensionistico costi insostenibili e se non si interverrà rapidamente dal 2015…”. Di più: il patrimonio netto basta appena a a sostenere «una perdita per non oltre tre esercizi». Ma non basta: visto che lo Stato è un pessimo pagatore se le amministrazioni dello Stato continueranno a pagare a rilento i contributi», scrive Mastrapasqua si avranno «ulteriori problemi di liquidità con incidenza sulla stessa correttezza delle prestazioni». Il che – tradotto per i comuni mortali – vuol dire che se lo Stato non versa i contributi dei dipendenti pubblici a scadenza (per i lavoratori privati e le imprese è il 10 del mese successivo), e quindi che continuando a spendere per le pensioni degli statali il tesoretto accumulato dai privati si arriverà entro il 2015 al paradosso che non si avranno più i quattrini necessari a pagare le pensioni. Di tutti: pubblici e privati.

Allarme e beffa, considerando che per 15 mesi la professoressa Fornero ha ripetuto che la fusione – varata con il Salva Italia –  non pregiudicava i conti del neonato superInps. 

La prova che i conti siano più che traballanti, oltre che nella lettera di Mastrapasqua a Fornero e Grilli (svelata ieri da “Il Fatto”), è certificata, con tanto di sigillo della Corte dei Conti, anche dai magistrati contabili che analizzando a posteriori il bilancio di previsione 2012 ammoniscono sui rischi di aver inglobato nell’Inps gestioni in dissesto cronico come Inpdap e Enpals. 

Ma c’è dell’altro. Nel bilancio di previsione 2013, approvato dal Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell’Inps non più tardi del febbraio scorso salta fuori un quadro impietoso: Quest’anno l’Istituto avrà un disavanzo di competenza di 10,7 miliardi; portando così in eredità i 23,7 miliardi il disavanzo patrimoniale complessivo (ex Inpdap). Sempre quest’anno – proprio per l’assorbimento delle passività l’Inps avrà eroso il patrimonio netto dai 41 miliardi del 2011 ai 15,4 di quest’anno. Basta munirsi di un pallottoliere per capire che la baracca non sta in piedi; l’Inps deve sborsare quest’anno 265,8 miliardi in prestazioni previdenziali, l’incasso di nuovi contributi ipotizza un gettito di 213,7 miliardi, nella speranza che a Via XX Settembre riescano a compensare l’ammanco. 

E qui scatta l’idea maliziosa che chiunque dovesse accomodarsi a Palazzo Chigi possa mettere mano ad una bella riforma delle pensioni per posticipare il più possibile i pagamenti delle spettanze (pensioni), aumentare l’aliquota di prelievo su aziende e lavoratori, tagliare l’intagliabile nel capitolo già striminzito delle prestazioni sociali (che l’Inps gestisce facendo solidarietà sociale con i soldi dei lavoratori invece che con i proventi della fiscalità generale).

All’Istituto – che potrebbe essere coinvolto a maggio in una nuova tornata di nomine – si stanno facendo simulazioni e tagli. Anche l’invio per posta dei Cud ai pensionati è stato sospeso per evitare tra carta, buste e francobolli la ridicola spesa di 40 milioni. Ridicola se paragonata al  fatturato miliardario dell’azienda pensionistica. Però si tratta di microinterventi che non compensano i trasferimenti in ritardo cronico delle amministrazioni statali dei contributi, che non rimpingua l’ammanco per i licenziamenti (con taglio dei versamenti), che non mette al riparo lavoratori e pensionati da una nuova stangata: un riforma delle pensioni inderogabile.

http://www.liberoquotidiano.it

Congedo di paternità, arrivano le regole dell’Inps Un permesso retribuito in aggiunta o in alternativa al congedo della madre. Solo 3 giorni ma pur sempre un piccolo passo verso l’Europa

congedo paternita
RIFORMA DEL LAVORO 

contratto a progettoGuida ai nuovi contratti

Apprendistato, contribuenti minimi ecc. I nuovi ingressi nel mondo del lavoro: le regole

NUOVO DECRETO DELLA FORNERO 

La paternità è un diritto, soprattutto per i lavoratori dipendenti. Stiamo parlando dei congedi introdotti dalla riforma del lavoro Fornero in attuazione di una direttiva Ue del 2010. Ora anche in Italia abbiamo un congedo di paternità obbligatorioche in altri paesi europei, soprattutto quelli scandinavi, esiste già da tempo. Un piccolo passo verso le pari opportunità e la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. L’Inps ha emanato ora una circolare che fissa le regole operative.

Congedo obbligatorio e facoltativo

Il padre lavoratore dipendente ha diritto adassentarsi dal lavoro per 3 giorni complessivientro il 5° mese di vita del bambino. In particolare il lavoratore dispone di:

• 1 giorno di congedo obbligatorio: può essere utilizzato anche durante il congedo di maternità della madre del bambino (è un diritto autonomo e aggiuntivo del padre);

• 2 giorni di congedo facoltativo: possono essere utilizzati solo se la madre lavoratrice non usufruisce di altrettanti giorni del proprio congedo di maternità, con conseguente anticipazione del termine finale del congedo di maternità.

In entrambi i casi il lavoratore conserva il diritto al 100% della retribuzione.

I congedi si applicano anche in caso di adozione e affido entro il 5° mese dall’ingresso del minore in famiglia (o in Italia nel caso di adozione internazionale).

Per usufruirne

Per poter usufruire dei giorni di congedo il padre deve comunicare le date in forma scritta al datore di lavoro con almeno 15 giorni di anticipo. I congedi non possono essere frazionati ad ore.

Nel caso di congedo facoltativo il padre lavoratore deve allegare alla richiesta una dichiarazione della madre di non fruizione del congedo di maternità a lei spettante per un numero di giorni equivalente (dichiarazione da presentare anche al datore di lavoro della madre). L’Inps verificherà la correttezza dei comportamenti dei due genitori.

RICONOSCIMENTO DELL’INVALIDITA’ CIVILE

 

INVALIDITA’ CIVILE

Disabili-com: logo Speciale Invalidità Civile

OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DELL’INVALIDITA’ CIVILE

 

Dal 1 gennaio 2010 le domande per ottenere benefici in materia di invalidità, cecità e sordità civile, handicap, e disabilità devono essere presentate all’INPS, unitamente alla certificazione medica, UNICAMENTE TRAMITE INTERNET.

Chi intende presentare domanda per il riconoscimento di una infermità invalidante deve:
1. recarsi da un medico abilitato alla compilazione on line del certificato medico introduttivo, perché sia attestata la patologia invalidante
2. presentare ad INPS via Internet, direttamente oppure tramite Patronato o Associazioni di categoria (ANMIC, ENS, UIC, ANFASS), domanda di riconoscimento dei benefici.
3. effettuare la visita medica di accertamento presso la Commissione ASL integrata da un medico INPS, nella data che gli verrà comunicata.

LA CERTIFICAZIONE MEDICA
Il medico certificatore per essere abilitato deve aver fatto richiesta all’INPS e aver ottenuto un codice PINche permette la trasmissione della certificazione medica online.

L’elenco dei medici certificatori accreditati, sarà pubblicato sul sito web dell’INPS (www.inps.it). Il medico compilerà il certificato sulla base del modello messo a disposizione sullo stesso sito.
Una volta completata l’acquisizione online del certificato, il medico deve consegnare al richiedente:
– l’attestato di trasmissione che riporta in numero di certificato e che deve essere conservato dal richiedente per l’abbinamento della certificazione medica alla successiva domanda.

– La copia originale firmata del certificato
– L’eventuale certificato di in trasportabilità in caso di richiesta di visita domiciliare

NB: Il certificato ha una validità massima di 30 giorni dal rilascio (ai fini dell’abbinamento alla domanda).

 

PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA ALL’INPS
La domanda può essere presentata dai cittadini in possesso del PIN rilasciato dall’INPS e/0 da soggetti autorizzati oppure dagli enti di Patronato e le Associazioni di categoria (ANMIC, ENS, UIC, ANFFAS).

Come si richiede il PIN?
Telefonando al Contact Center INPS (803164) o attraverso il sito www.inps.it accedendo alla sezione Servizi online. Inserendo in Internet i dati richiesti saranno visualizzati i primo otto caratteri del PIN, mentre le seconda parte del codice sarà recapitata presso la propria abitazione tramite la posta ordinaria.

Perché la domanda per via telematica vada a buon fine è necessario compilarla in OGNI sua parte, ed è sempre necessario, durante la procedura, inserire il numero del certificato rilasciato da medico, già registrato online.
Nella domanda sarà possibile indicare il recapito presso il quale ricevere comunicazioni e il proprio indirizzo di posta elettronica. In caso di ricovero è possibile segnalare un recapito temporaneo per ottenere l’assegnazione della visita presso un’Azienda sanitaria diversa da quella di residenza.
Sarà possibile segnalare eventuali giornate di non disponibilità alla convocazione a visita, nel caso in cui si debbano effettuare particolari terapie.

Al termine della trasmissione della domanda la procedura fornirà una ricevuta che può essere stampata, contenente il protocollo e la data di presentazione della domanda.
All’atto di trasmissione l’INPS rilascerà LA DATA DI INVITO A VISITA PRESSO LA ASL, qualora non sia possibile fissarla automaticamente la prenotazione verrà comunicata in seguito, a mezzo raccomandata e posta elettronica (se indicata).

Per chi chiede la visita domiciliare il medico certificatore dovrà compilare ed inviare (sempre per via telematica) il certificato di in trasportabilità almeno 5 giorni prima della data fissata per la visita.

Nel caso in cui l’INPS non disponga dei dati anagrafici del cittadino sarà necessario che il richiedente si rechi direttamente presso gli uffici INPS portando con sé un documento d’identità valido e il codice fiscale/tessera sanitaria.

LA VISITA MEDICA PRESSO LA COMMISSIONE ALS
Bisogna presentarsi alla visita, nella data fissata, con un valido documento di identità, il certificato medico in originale firmato e tutta la documentazione sanitaria in possesso del richiedente.

Sarà possibile per il richiedente farsi assistere dal proprio medico di fiducia.

In caso di assenza ingiustificata si provvederà a una nuova convocazione. Nel caso di due assenze consecutive saranno considerate come una RINUNCIA alla domanda, con perdita di efficacia della stessa.

La Commissione dell’Azieda ASL è integrata con un medico dell’INPS. Al termine della visita viene redatto il verbale elettronico, riportando l’0esito, i codici nosologici internazionali (ICD-9) e l’eventuale indicazione di patologie che comportano l’esclusione di successive visite di revisione.

IL VERBALE
Il verbale che esprime il giudizio di accoglimento o di rifiuto della Commissione sarà validato dall’INPS, che provvederà ad inviarlo al domicilio dell’interessato.

Se dal riconoscimento conseguirà un beneficio economico l’interessato verrà invitato a completare online su Internet o tramite il Patronato la domanda con i dati necessari per l’accertamento dei requisiti socio economici.
(Nel caso in cui il parere della Commissione non sia unanime l’INPS sospende l’invio del verbale e acquisisce gli atti che verranno esaminati dal Responsabile del Centro Medico Legale dell’INPS. Questi può validare il verbale entro 10 giorni oppure provvedere a una nuova visita nei successivi 20 giorni. La visita in questo caso verrà effettuata anche con la presenza di un medico rappresentante delle associazioni di categoria e , nel caso di valutazione dell’hanicap, da un operatore sociale)

Concluso l’iter sanitario l’Amministrazione titolare del potere concessorio verificherà i requisiti amministrativi ed invierà al domicilio dell’interessato il provvedimento di accoglimento o di rigetto.
Per informazioni potete chiamare il Contact Center INPS al numero 803164.

LA DURATA DEL PROCEDIMENTO
Il tempo massimo intercorrente tra la presentazione della domanda e l’erogazione delle previdenze conseguenti al suo accoglimento è di 120 giorni.

http://www.disabili.com/

INVALIDITA’: PER LA PENSIONE FARA’ CUMULO ANCHE IL REDDITO DEL CONIUGE

logo inpsSe un invalido totale è sposato, il limite reddituale per la pensione di invalidità deve tener conto anche del reddito del coniuge 

Una doccia fredda è quella che in questo 2013 appena cominciato si troveranno a subire gli invalidi totali che hanno diritto alla pensione di invalidità. Nello specifico, a cambiare sono i conteggi su cui basarsi per capire se si ha o meno diritto a ricevere la cifra mensile. L’INPS ha infatti introdotto una novità non di poco conto: dal 2013 bisognerà tenere conto non solo del proprio reddito personale, ma anche di quello del coniuge, per calcolare il limite reddituale entro il quale tenersi. 
Se il proprio reddito più quello del coniuge superano la cifra di 16.127,30 euro lordi annui, si perderà il diritto alla pensione di invalidità. Ricordiamo che la novità interessa solo gli invalidi al 100% coniugati. 
Per quanto riguarda gli invalidi parziali,  i non vendenti e i sordi, le cose rimangono invece come prima, ovvero il limite di reddito resta quello personale.

LA CIRCOLARE INPS – La novità lascia alquanto spiazzati, perché in questo modo il limite reddituale è decisamente più basso, e dunque facilmente raggiungibile, con conseguente azzeramento del diritto alla pensione, che rappresenta invece, pur nella sua esiguità (si tratta di 275,87 euro al mese), un importante aiuto per la persona disabile e la sua famiglia. La novità è stata introdotta dalla Direzione Centrale delle Prestazioni dell’INPS con la Circolare del 28 dicembre  2012, n. 149, non senza suscitare già polemiche. Alcuni hanno anche fatto notare la disparità nel trattamento dell’invalido totale rispetto a quelli parziali, ai sordi e ciechi, per i quali il limite reddituale è sempre considerato quello personale.

I NUOVI IMPORTI – La Circolare si riferisce alla ridefinizione che ogni anno l’INPS fa degli importi per le provvidenze (siano pensioni, assegni o indennità), tenendo conto dell’inflazione del costo della vita. Insieme ad essi sono quindi stati rimodulati anche i limiti reddituali che rappresentano un paletto oltre il quale cade il diritto alla pensione. I limiti reddituali ci sono sempre stati, ma ricordiamo che fino all’anno scorso nel conteggio per la pensione di invalidità (ricordiamo, al 100%) si teneva in conto del solo reddito personale. Se si è coniugati, si deve dunque verificare se la somma del proprio reddito più quello del coniuge sia entro i € 16.746,99.

ALLA BASE DELLA SCELTA – Alla base della decisione di mettere mano così pesantemente al regolamento, non ci sono novità normative. Le novità infatti si basano su una sentenza della Corte di Cassazione del 25 febbraio 2011 (la n.4677). Si tratta di una sentenza che cassava il ricorso di una cittadina contro INPS e Ministero delle Finanze, che le respinsero la domanda di inabilità civile adducendo come motivazione, proprio la somma dei redditi familiari e non più solo individuali.

DECISIONE POLITICA – Duro e totalmente negativo il parere della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, secondo cui “INPS si sostituisce al Parlamento e revoca le pensioni“. Non usa dunque mezzi termini Pietro Barbieri, Presidente della Fish, secondo il quale “Questa è una decisione politica che colpisce i più poveri espropriandoli di una pensione dall’importo risibile. È una decisione che provoca inaccettabili ripercussioni oltre a insostenibili disparità di trattamento. Chiediamo ai partiti in campagna elettorale di dare un segno immediato esigendo l’immediata sospensione di questo atto contrario ad ogni regola democratica e morale. Chiediamo anche chiarezza rispetto ai meccanismi di assunzione di tale provvedimento: vogliamo sapere chi, dall’interno dei Ministeri responsabili, abbia avallato questa iniqua decisione.”

Nel sito di Handylex.org si può consultare una tabella riassuntiva delle provvidenze economiche previste per il 2013. 


PER APPROFONDIRE

La Circolare Inps n. 149 del 28 dicembre  2012

Le tabelle dell’inps 


IN DISABILI.COM: 

Speciale INVALIDITA’ CIVILE

Redazione 

Sei associazioni per il progetto “Dalla fila al Mouse”

DALLA LOMBARDIA

Sei associazioni per il progetto “Dalla fila al Mouse”

Alla scoperta degli strumenti digitali offerti dalla pubblica amministrazione grazie al progetto finanziato dalla Regione Lombardia



Milano, 20 luglio 2012 – Sono sempre più numerosi i servizi digitali che gli Enti Pubblici mettono a disposizione dei cittadini rendendo piu’ semplice, veloce e sicuro il rapporto con la Pubblica Amministrazione.

Per questo è nato “Informati@zziamoci“, un progetto promosso e realizzato da 6 Associazioni di Consumatori e finanziato da Regione Lombardia il cui obiettivo e’ informare e diffondere consapevolezza in merito aglistrumenti digitali offerti dalla Pubblica Amministrazione. Porta di accesso principale a questo mondo e’ la Carta Regionale dei Servizi (CRS), una carta “intelligente” che permette di accedere a molti servizi, sia senza un collegamento diretto con la rete (offline) sia attraverso internet (online). Nell’ambito del progetto è nato il sito www.kolorare.it/informatizziamoci,  rivolto a tutti i cittadini della Regione Lombardia per invitarli a conoscere e utilizzare i servizi digitali nel rapporto con gl Enti Nazionali (es. INPS e Agenzia delle Entrate), con gli Enti Locali (es. richiesta di certificati al proprio Comune) e con Regione Lombardia (es. dote scuola-formazione-lavoro…). Dal sito è scaricabile la brochure informativa del progetto. Per saperne di più è possibile contattare il numero verde 800.030.606, il Numero Verde di Regione Lombardia che consente di avere informazioni sulla Carta Regionale dei Servizi. È attivo dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 20.00 con orario continuato.

Inps nega accompagnamento, la 56enne è morta da cinque mesi

Michelina Bruschetta, ferma su una sedia a rotelle dopo un tumore aveva fatto domanda di pensione d’invalidità all’Inps. La risposta, negativa, è arrivata mercoledì, a 5 mesi dalla morte della donna

SStoria paradossale quella di Michelina Bruschetta, 56 anni, alla quale l’Inps ha negato la pensione di invalidità a cinque mesi dalla morte.

Qualche anno Michelina, ex parrucchiera di Silea conosciutissima a Treviso, era stata colpita da una particolare forma di tumore, causato dalle polveri di amianto contenute, un tempo, in alcuni prodotti di parrucchieria.

La serie di chemioterapie alla quale si era sottoposta avevano debilitato Michelina al punto da costringerla su una sedia a rotelle. Grazie all’assistenza del suo legale, la donna era riuscita a ottenere le agevolazioni previste dall’Inail per le malattie professionali e, in seguito, aveva deciso di chiedere anche la pensione di invalidità.

A marzo scorso Michelina si era sottoposta alla visita della commissione medica ed era rimasta in attesa. Cinque mesi fa, però, l’ex parrucchiera si è spenta, prima che arrivasse la risposta dall’Inps.

Esito arrivato solo mercoledì e, paradossalmente, negativo: per l’Inps Michelina non meritava l’accompagnatoria perché non era affetta da una patologia invalidante.

trevisotoday.it

Sportello di segretariato sociale

Presso F.A.V.O. è attivo uno sportello di segretariato sociale grazie al quale i pazienti e i loro familiari potranno essere aiutati da un’assistente sociale nel reperire informazioni di natura socio-assistenziale e nella compilazione della domanda di riconoscimento di invalidità civile, handicap ed accompagnamento da inviare per via telematica all’INPS.

È possibile accedere al servizio di segretariato sociale telefonando il Giovedì dalle ore 9:00 alle ore 15:00 al seguente numero verde 800903789 o scrivendo una mail all’indirizzo segretariatosociale@favo.it

Il servizio di segretariato sociale è così articolato:

a. Cos’è: il segretariato sociale costituisce un servizio gratuito, che si rivolge ai pazienti e ai loro familiari che desiderano avere informazioni complete e verificate riguardanti la realtà socio-assistenziale e socio-sanitaria del territorio, ma anche consulenza e orientamento in merito ai diritti, alle prestazioni e alle modalità di accesso dei servizi.

b. Come: viene effettuata telefonicamente o via mail una presa in carico progressiva: dall’orientamento alla definizione della domanda, dall’avvio dell’intervento alla sua valutazione.

c. Dove: presso F.A.V.O. e AIMaC.

d. Per chi: per le persone malate di cancro e per i loro familiari ed amici.

ACCESSO

a. Rivolgersi telefonicamente al seguente numero: 800903789 o al seguente indirizzo mail: segretariatosociale@favo.it

b. Quando: telefonicamente potete contattarci il giovedì dalle ore 9:00 alle ore 15:00, negli altri giorni è possibile inviare una mail alla quale sarà fornita una risposta il venerdì.

c. La qualità offerta è: – garantire una risposta contestuale alla domanda per le richieste di carattere generale; – appuntamento telefonico con l’assistente sociale per le informazioni più specifiche.