Un record (negativo) di tasse grava sulle famiglie italiane: si sborsano 15.330 euro l’anno

Tra Irpef, ritenute, accise, bollo auto, canone Rai, rifiuti e contributi a carico del lavoratore, ogni famiglia versa a Erario, Regioni e Enti locali quasi 1.300 euro al mese

E, poi, c’è pure la tassa sui rifiuti. Per non parlare dei contributi a carico del lavoratore.

Ogni nucleo famigliare versa all’Erario, alle Regioni e agli enti locali mediamente 1.277 euro al mese. Un importo da far venire i brividi che, praticamente, corrisponde allo stipendio medio percepito mensilmente da un impiegato.

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Modello 730, guida alla dichiarazione dei redditi 2013. Cosa cambia e come compilarlo

Si avvicina per molti contribuenti l’appuntamento con il “730”, il modello per la dichiarazione dei redditi di dipendenti e pensionati. La guida alle novità 2013, i modelli da scaricare e le istruzioni per compilarlo

Anche quest’anno si avvicina l’appuntamento con ilmodello 730, la dichiarazione dei redditi “fai-da-te”, quella che in alcuni casi può essere compilata anche senza l’aiuto di professionisti. Non bisogna fare i calcoli delle imposte, basta indicare i redditi, le spese detraibili o deducibilie poco altro (la parte che dev’essere compilata dal contribuente è di sole quattro pagine): il resto lo fa il datore di lavoro, il Caf (centro di assistenza fiscale) o un professionista abilitato.

L’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione anche un file pdf editabile per compilare il 730 direttamente sul computer di casa. Alla fine della compilazione il modello dovrà essere stampato, firmato e consegnato al soggetto di riferimento.

Le scadenze (salvo proroghe) sono il 30 aprile per chi lo consegna alla propria azienda o il 31 maggioper chi usa il Caf o il commercialista.

Nel 730 di quest’anno debuttano l’esenzione dall’Irpef per gli immobili non affittati che hanno già pagato l’Imu, nuove aliquote per le ristrutturazioninuove chiese in corsa per l’8 per mille. Vediamo nel dettaglio le novità di quest’anno e le principali regole per la compilazione e la presentazione del modello.

 


 
 

Il Parlamento scopre che l’Imu è fuorilegge

Per gli esperti di Montecitorio l’imposta sulla casa approvata dal Senato viola l’articolo 23 della Costituzione

di Anna Maria Greco

Roma – Gli esperti della Camera lanciano l’allarme: forte rischio incostituzionalità per il provvedimento sull’Imu. Sono pesanti le osservazioni del Servizio Studi di Montecitorio: il nuovo meccanismo di pagamento della tassa sulla casa non rispetterebbe la «riserva di legge» assegnata dall’articolo 23 della Costituzione alle imposizioni fiscali.

 

L'Imu

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Il testo approvato dal Senato probabilmente subirà modifiche a Montecitorio, dove ieri la Commissione Finanze si è trovata sul tavolo il critico dossier dell’Ufficio Studi. Si parla di rateizzazione in due-tre tranche dell’acconto Imu sulla prima abitazione, di soluzione per gli anziani ospitati nelle case di riposo che devono pagare l’aliquota più alta su quella che viene ritenuta seconda abitazione e di agevolazioni per gli appartamenti affittati a canone concordato.

Che il decreto sulle semplificazioni fiscali in cui sono state inserite le norme sull’Imu non sia «blindato» lo conferma l’azzurro Gianfranco Conte, relatore e presidente della stessa Commissione.
E il Pdl presenta i suoi emendamenti per rendere la tassa «rateizzabile e una tantum», come ha detto il segretario Angelino Alfano che forse già oggi incontrerà il premier Monti per discutere di fisco.
I tecnici della Camera sottolineano che le modifiche dell’importo delle aliquote di base e della detrazione sulla prima abitazione non sono contenute nel decreto fiscale, ma si prevede che siano introdotte da Palazzo Chigi con uno o più Dpcm (decreto del presidente del Consiglio dei ministri) da emanare entro il 10 dicembre.

La modifica è dovuta ad un emendamento dei relatori nelle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato, poi recepito nel maxi-emendamento del governo sul quale è stata votata la fiducia a Palazzo Madama.
Ma nel dossier dell’Ufficio Studi sono forti le critiche al fatto che le previsioni del gettito dell’Imu non facciano parte di un provvedimento di legge, ma solo di una relazione tecnica. Le entrate attese saranno la base sulla quale riparametrare le aliquote dopo l’acconto di giugno.

Gli esperti della Camera osservano che il decreto-legge 201 del 2011, il cosiddetto «Salva-Italia», non ha esplicitamente quantificato le stime del gettito ma rinvia, appunto, alla relazione tecnica allegata al provvedimento.
Il Pdl intanto preme per ottenere le modifiche al testo di cui ha parlato Alfano: rendere l’acconto Imu rateizzabile e la tassa «una tantum».
In via dell’Umiltà si è riunito ieri un tavolo ad hoc per presentare una serie di emendamenti in questo senso. Il termine in Commissione è scaduto alle 16 e ora solo governo e relatore potranno presentare le loro proposte di modifica. Il segretario del Pdl Alfano insiste per ottenere un faccia a faccia con il presidente del Consiglio al rientro dal viaggio in Medio Oriente, per discutere di come deve cambiare l’Imu, oltre che di legge sul mercato del lavoro e di delega fiscale del governo. Potrebbe essere oggi ma dipende molto sulle trattative sul mercato del lavoro.

Pierluigi Bersani intanto precisa che le tasse di Monti sono colpa del Cavaliere e che il suo partito non ha colpe. «Ora affrontiamo questioni come Imu e Iva – dice il segretario del Pd – non per scelta di Monti, ma perchè stiamo scontando anni di non governo e di favole da parte di Berlusconi». Per Bersani, il premier «sta disinnescando le bombe ad orologeria innescate» dal centrodestra. Ma «queste misure rischiano di aggravare l’andamento recessivo». 
Frasi che provocano la reazione del vicepresidente dei deputati Pdl Osvaldo Napoli: «L’abuso di metafore ardite e del lessico scanzonato stanno mettendo il segretario del Pd sempre più in confusione. Per difendere il governo Monti, Bersani sostiene che se l’Imu è tornata e l’Iva aumentata è colpa di Berlusconi. Salvo poi criticare Monti per aver esagerato con le tasse».

Manovra Monti, stangata sulle pensioni. Fine del retributivo per tutti Da gennaio 2012 tutti i lavoratori avranno il contributivo. Verso la fine anche dell’anzianità

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LA GUIDA 

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Recessione, debito, deficit, inflazione, stagflazione. Impariamo a muoverci tra i termini che spaventano gli economisti di tutto il mondo

PER CAPIRE 

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Due concetti che spesso vengono confusi. Lo spread misura la loro salute

Con la manovra Monti scompare definitivamente ilsistema retributivo. L’estensione a tutti del sistema di calcolo contributivo rappresenta una novità importante e un passo decisivo verso l’armonizzazione delle regole. In pratica gli assegni dipenderanno dal livello dei versamenti accantonati e non dal livello delle retribuzionidegli ultimi anni di lavoro. 

La pensione di anzianità a qualsiasi età si raggiungerà a 42 anni di contributi per gli uomini e 41 per le donne. La convergenza tra uomini e donne per l’età di vecchiaia a 66 anni (che per gli uomini è prevista fin dal 2012) sarà raggiunta nel 2018.

L’adeguamento delle pensioni in essere all’inflazione sarà congelato per il 2012 ma saranno salve le pensioni al minimo. In particolare a rivalutazione piena rispetto all’inflazione nel 2012 sarà prevista solo per le pensioni fino a 486 euro. Ci sarà una rivalutazione parziale per quelle tra 486 euro e 936 euro al mese mentre per gli assegni superiori ci sarà il totale congelamento rispetto all’inflazione.

In sintesi ecco cosa cambia:
Lavoratore dipendente con 35 anni di contributi e 61 anni di età nel 2012, ha iniziato a lavorare a 26 anni (chi matura i requisiti nel 2011 può andare in pensione con le vecchie regole ma con pensione decurtata del 3% per ogni anno di anticipo rispetto a 63 anni).
Vecchie regole: anzianità con soglia minima nel 2012 a 60 anni e quota 96 (età anagrafica e contributiva). Con le finestre aspettava 1 anno e andava in pensione di anzianità con 36 anni di contributi e 62 anni di età.
Nuove regole: soglia di anzianità a 42 anni e un mese per gli uomini e a 41 per le donne (oppure in alternativa pensione di vecchiaia). Aspetta altri 4 anni e 7 mesi se uomo, altri 3 anni e 6 mesi se donna e va in pensione di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi se uomo, a 65 anni e 6 mesi se donna.

Lavoratore dipendente con 36 anni di contributi e 60 anni di età nel 2012, ha iniziato a lavorare a 24 anni (chi matura i requisiti nel 2011 può andare in pensione con le vecchie regole ma con pensione decurtata del 3% per ogni anno di anticipo rispetto a 63 anni).
Vecchie regole: anzianità con soglia minima nel 2012 a 60 anni e quota 96 (età anagrafica e contributiva): aspettava 1 anno con le finestre e andava in pensione di anzianità con 37 anni di contributi e 61 anni di età.
Nuove regole: soglia di anzianità a 42 anni e un mese per gli uomini e a 41 per le donne (oppure in alternativa pensione di vecchiaia). Aspetta altri 5 anni e 7 mesi se uomo, altri 4 anni e 6 mesi se donna e va in pensione di vecchiaia. Oppure aspetta 6 anni, se uomo, 5 se donna e vai in pensione di vecchiaia. Oppure aspetta un altro anno se è donna e va in pensione decurtata.

Lavoratore dipendente con 40 anni di contributi nel 2012, ha iniziata a lavorare a 18 anni ((chi matura i requisiti nel 2011 può andare in pensione con le vecchie regole ma con pensione decurtata del 3% per ogni anno di anticipo rispetto a 63 anni). 
Vecchie regole: anzianità con soglia minima nel 2012 a 60 anni e quota 96 (età anagrafica e contributiva). Aspetta 1 anno – grazie alla finestra – e andava in pensione di anzianità con 41 anni di contributi e 59 anni di età.
Nuove regole: soglia di anzianità a 42 anni e un mese per gli uomini e a 41 per le donne (oppure in alternativa pensione di vecchiaia). Aspetta 1 altro anno se uomo e va in pensione di anzianità con 42 anni di contributi e 60 anni di età. Oppure aspetta solo 1 anno (come prima) se donna e va in pensione di anzianità con 41 anni di contributi (e 59 anni di età).

http://economia.virgilio.it/soldi/manovra-monti-pensioni.html

Ici, stretta su pensioni, Iva: le misure del “Salva Italia” I punti principali della manovra correttiva del governo Monti: 30 miliardi di interventi contro la crisi ‘grave’

Roma, 5 dic. (TMNews) – Ecco le misure principali contenute nella manovra correttiva del presidente del Consiglio Mario Monti approvata dal Consiglio dei ministri il 4 dicembre. Una maxi-manovra da 30 miliardi tra minori spese e maggiori entrate.

PENSIONI 
Estensione dal primo gennaio 2012 a tutti i lavoratori del metodo contributo per il calcolo delle pensioni per le anzianità future. Aumento dell’età di pensionamento a 62 anni per le donne, con una fascia di uscita flessibile incentivata fino a 70 anni; e a 66 per gli uomini, per i quali la fascia di flessibilità è tra i 66 e i 70 anni. Le regole per le lavoratrici del settore privato raggiungono l’equiparazione ai lavoratori nel 2018. Malgrado la situazione estremamente difficile, è stata garantita l’indicizzazione piena delle pensioni minime e parziale per quelle fino a due volte il minimo in circostanze estremamente difficili.

CASA
Viene anticipata l’introduzione sperimentale dell’IMU. Tale intervento accresce il contributo che viene chiesto al patrimonio e alla ricchezza allo sforzo per superare la crisi. Si pagherà anche sulla prima casa. Aliquote dello 0,4% sulla prima casa e dello 0,75% per le altre.

 

FISCO
Intervento fiscale una tantum con una aliquota dell’1,5% a carico dei capitali rientrati in Italia con il cosiddetto “scudo fiscale”. Si aggiungono altresì le imposte su taluni beni di lusso (auto di grossa cilindrata, barche, aerei). L’aumento dell’IVA è deliberato in 2 punti percentuali a decorrere dal primo settembre 2012, a copertura della clausola di salvaguardia e da attuare solo nel caso in cui sia necessario. In tal modo si evita che scatti la riduzione automatica di tutte le deduzioni e detrazioni fiscali in particolare sulla famiglia. La ridefinizione delle agevolazioni andrà a finanziarie il Fondo per la famiglia istituito dal decreto.

NO AL CONTANTE
Viene attuato un pacchetto antievasione che prevede il divieto di uso del contante per pagamenti superiori ai 1000 euro; i pagamenti telematici per la PA; una fiscalità di favore per le imprese individuali e artigiane che consenta l’emersione.

BENI DI LUSSO
Tassa sui beni di lusso: auto superiori a 170 chilowatt e yacht sopra i dieci metri oltre a elicotteri e aerei privati.

LIBERALIZZAZIONI
E’ stato deliberato un insieme di liberalizzazioni per la vendita di farmaci, per i trasporti, e per gli orari degli esercizi commerciali; vengono potenziale le funzioni dell’Antitrust.

COSTI DELLA POLITICA
Il governo ha avviato un’azione di selezione e di riordino dei programmi di spesa con l’abolizione di una serie di enti ritenuti non più utili. In particolare, le province vengono riportate alla funzione di organi di indirizzo e coordinamento. Vengono abolite le giunte, ridotti a 10 i consiglieri provinciali, e ridotte drasticamente le spese in funzioni già svolte da altri enti territoriali.

CRESCITA
risparmi conseguiti in parte sono destinati a un considerevole pacchetto di interventi a favore della crescita, del sistema produttivo e del lavoro. Attraverso la deducibilità integrale dell’IRAP-lavoro vengono favorite le imprese che assumono lavoratori e lavoratrici per un importo di 1,5 miliardi nel 2012, e 2 miliardi nel 2013 e nel 2014. Viene rifinanziato il trasferimento alle regioni per il trasporto pubblico locale; viene finanziato un programma per accelerare la utilizzo dei fondi strutturali europei, che altrimenti l’Italia rischia di perdere; viene rifinanziato il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese con l’obiettivo di mettere a disposizione delle PMI garanzie per circa 20 miliardi di credito Vengono resi duraturi nel tempo tutti gli incentivi per le ristrutturazioni e per il risparmio energetico estendendoli alle aree colpite da calamità naturali.

http://notizie.virgilio.it/economia/ici-stretta-su-pensioni-iva-misure-salva-italia_159769.html