Cos’è la busta arancione dell’Inps

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In Svezia i lavoratori ricevono ogni anno la busta arancione che contiene informazioni sulla propria situazione previdenziale.
In Italia si è cominciato a parlare della questione nel 2009, quando l’allora ministro del welfare, Maurizio Sacconi, aveva ribadito l’importanza di questa pratica importata dalla Svezia. Nel dettaglio, la busta arancione non è altro che una comunicazione annuale da parte dell‘Inps a tutti gli iscritti, con le stime della loro posizione individuale, ovvero lo stato del conto corrente previdenziale, le proiezioni sui tempi di maturazione dei requisiti per il pensionamento e il valore economico dell’assegno. In Italia siamo però ancora nella fase sperimentale, avviata lo scorso autunno e che ha riguardato 100 mila lavoratori.

Cosa prevede il decreto Salva Italia
A riaccendere i riflettori sul tema è stato il decreto “Salva Italia”, approvato nei mesi scorsi dal governo, in cui è presente un punto che riguarda proprio l’informazione previdenziale. In base alla nuova normativa, i lavoratori italiani riceveranno ogni anno una comunicazione dal proprio ente pensionistico sulla loro posizione previdenziale, anche per facilitare il calcolo sulle prestazioni future e sull’opportunità di procedere ad altri tipi di accantonamenti. La nuova norma non chiarisce però esattamente quali saranno le informazioni contenute nella busta arancione italiana. Il provvedimento sull’informazione relativa alle proprie pensioni future è descritto al comma 29 dell’articolo 24 del testo della manovra finanziaria che afferma: “Il ministero del Lavoro e della Politiche Sociali elabora annualmente, unitamente agli enti gestori di forme di previdenza obbligatoria, un programma coordinato di iniziative di informazione e di educazione previdenziale”.

Il tentativo è, insomma, di introdurre per legge un piano di diffusione della cultura previdenziale, che renda più attivo il rapporto tra il lavoratore e il proprio ente previdenziale. Un’opera di informazione resa possibile sia dagli enti gestori di previdenza obbligatoria incaricati di comunicare la posizione previdenziale di ciascun iscritto, sia dalle attività di comunicazione e promozione istruite da altre autorità operanti nel settore della previdenza. Si tratta inoltre di una norma che si ricollega al discorso dei fondi pensione, risultando uno strumento utile a prendere un’eventuale decisione sull’opportunità di crearsi una pensione integrativa.

Una novità che potrebbe rilanciare i fondi pensione in Italia, cui finora ha aderito solo il 23% dei dipendenti, cifra che si abbassa nella pubblica amministrazione. Fra l’altro, infine, sempre la manovra Salva Italia prevede incentivi alla previdenza complementare, per esempio con la possibilità di dedurre fiscalmente i contributi volontari e datoriali fino a 5164,57 euro annuali.

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