Come proteggere gli animali dal caldo estivo

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Non solo solo gli esseri umani a soffrire il caldo: temperature molto elevate sono pericolose anche per i nostri amici animali. Acqua fresca, luoghi freschi, alimentazione leggera: questi tra i consigli generali che chi ha un animale dovrebbe seguire. L’ENPA ha poi pubblicato un vademecum con delle regole da seguire per salvaguardare la salute dei nostri animali; vediamole.

 

1) Non dimenticare” mai un animale incustodito dentro l’auto: questa pessima abitudine potrebbe condannarli a morte visto che anche con i finestrini aperti le temperature possono arrivare a 70° ) Se si dovesse vedere un animale all’interno di un’automobile prestare attenzione ai sintomi di un colpo di calore come ad esempio problemi di respirazione e spossatezza generalizzata e cercare di attuare un intervento immediato (rintracciando i proprietari della macchina o nei casi più estremi rompere il finestrino)
3) Se la pelle dell’animale dovesse scottare cercate di abbassargli la temperatura bagnandolo con dell’acqua fredda

4) Cercate di evitare che i cani facciano sforzi eccessivi; inoltre non bisogna farli uscire durante le ore più calde
5) Forse poi non tutti sanno che anche gli animali possono scottarsi: ecco perchè le loro parti più delicate come le parti bianche andrebbero sempre protette con una crema
6) Se avete dei pesci ricordatevi di non esporli alla luce diretta del sole e cambiate spesso l’acqua; stessa accortezza anche per canarini e criceti da non lasciarli mai sul balcone alla luce diretta del sole
7 ) Prestate molta attenzione ai parassiti: è bene usare un antiparassitario adatto sia alla specie che alla taglia dell’animale
8) Attenzione anche ai parassiti per quanto riguarda conigli e cavie

Se avete dubbi ricordatevi di consultare sempre il vostro veterinario.

Per approfondire l’argomento cliccate all’interno del sito enpa.

 

Via| enpa

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5 benefici poco conosciuti di avere la barba I vantaggi di avere la barba? Non sono solo di livello estetico.

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Avere la barba? Per molti una scelta di vita. Per altri una situazione temporanea. Per tutti, c’è da dire che garantisce benefici anche dal punto di vista della salute. Coloro che scelgono di farsi crescere la barba per migliorare il proprio look o per seguire la moda, potrebbero restare stupiti dallo scoprire come portare la barba sia garanzia di effetti positivi per il benessere e non solo sinonimo di benefici estetici. Quali sono i benefici per la salute per chi porta la barba?

Protezione del viso dai raggi solari

I raggi del sole possono causare danneggiamento e cancro alla pelle, stando ad uno studio condotto a livello universitario e pubblicato su riviste scientifiche del calibro di Radiation Protection Dosimetry.

Gli esperti sostengono che le parti del volto coperte da barba e baffi subiscono un’esposizione ai raggi UV considerati dannosi inferiore di un terzo rispetto ad altre zone del volto.

Prevenzione di eventuali attacchi di asma

Barba e baffi creano una barriera in grado di impedire a pollini ed allergeni di raggiungere le cavità nasali, evitando che essi possano raggiungere i polmoni mediante inalazione, secondo quanto dichiarato da parte di Carol Walzer, esperta del Birmingham Trichology Centre.

Mantenere giovane la pelle del viso

La barba consente che l’idratazione della pelle rimanga intatta, bloccando l’evaporazione dell’acqua da essa. I follicoli piliferi consentono che la pelle venga protetta mediante sostanze oleose che creano una barriera nei confronti degli agenti esterni, rendendo nel contempo la pelle più resistente.

Riparo dalle malattie da raffreddamento

Se la barba copre il mento e la gola, aumentando la temperatura, protegge da raffreddori e altro. La barba è composta da peli che funzionano come isolanti termici, evitando la dispersione del calore corporeo e riparando viso e collo dalle correnti fredde. Infine, radersi meno spesso permette di evitare infezioni della pelle ed eritemi, a parere del dottor Martin Wade, esperto della London Skin and Hair Clinic.

Virilità

Dulcis in fundo, la barba è sinonimo di virilità.

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Al via i controlli sui conti correnti, banche senza più segreti

Da lunedì istituti di credito e intermediari devono trasmettere all’Agenzia delle entrate identificativi e movimenti di tutti i rapporti

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Da lunedì 24 giugno banche e società finanziarie dovranno trasmettere all’Agenzia delle entrateidentificativi e movimenti di tutti i rapporti finanziari dei contribuenti italiani con le banche e gli intermediari. Le informazioni da trasmettere all’Agenzia saranno compresse in un file criptato e viaggeranno su un canale telematico dedicato tra le banche e l’amministrazione fiscale.

La nuova banca dati dell’anagrafe tributaria sarà pienamente operativa a fine ottobre e si annuncia, almeno nelle attese dell’amministrazione e del governo, uno strumento potentissimo contro l’evasione, anche se c’è chi parla della fine del segreto bancario in Italia. Già oggi gli ispettori del fisco possono accedere ai conti bancari, ma soltanto in alcuni casi specifici e con molti limiti e cautele. L’accesso ai dati bancari era fino a oggi possibile, infatti, solo se prima era stato avviato un accertamento formale. Da ottobre, invece, sarà proprio dall’analisi dei dati dei conti correnti e della loro movimentazione che potrà scattare l’accertamento fiscale, anche se l’accesso ai conti sarà soggetto a numerose cautele e i dati non potranno assolutamente essere usati in modo indiscriminato.

Analizzando il flusso delle informazioni che inizieranno ad arrivare lunedì, l’Agenzia delle entrate potrà predisporre “specifiche liste selettive di contribuenti a maggior rischio di evasione”, sui quali poi fare accertamenti. I dati che banche e società finanziarie dovranno comunicare all’Agenzia riguardano le consistenze e i movimenti registrati nel 2011 su tutti i rapporti bancari e finanziari intrattenuti con i clienti: conti correnti, conti di deposito, depositi a risparmio, gestioni patrimoniali, fondi comuni, derivati, garanzie, fondi pensione, carte di credito, acquisto o vendita di oro e preziosi e addirittura le cassette di sicurezza (per le quali dovrà pure essere indicato il numero degli accessi registrati nel corso dell’anno). Per ogni rapporto e per ogni anno gli istituti di credito dovranno trasmettere l’identificativo, la consistenza iniziale e finale, la somma di tutti i movimenti dell’anno in dare ed in avere. Entro il 31 ottobre dovranno essere comunicati tutti i dati del 2011, mentre entro la fine di marzo dell’anno prossimo le banche invieranno quelli del 2012 ed entro l’ottobre del 2014 la banca dati sarà a regime, con l’acquisizione di quelli di quest’anno.

(Affaritaliani.it)

 

 

Cancro: ebbene sì, in Usa si studia il bicarbonato

Maurizio Blondet – tratto dal sito Effedieffe – http://www.effedieffe.com/

Anzitutto la notizia, segnalata da un lettore: 
«Il National Institute of Healt ha asssegnato un finanziamento di 2 milioni di dollari al dottor Mark Pagel, del Cancer Center dell’Università dell’Arizona, per affinare la sua ricerca sull’uso del bicarbonato di sodio nella terapia del cancro al seno».
Presto «comincerà una sperimentazione clinica sugli effetti del bicarbonato contro il cancro sugli esseri umani. (…) Precedenti ricerche sui ratti hanno dimostrato che il bicarbonato per via orale aumenta il pH tumorale (ossia diminuisce l’acidità) e riduce le metastasi del cancro al seno e alla prostata».

Così, a quanto pare, avrebbe ragione l’oncologo italiano Tullio Simoncini, che è stato radiato dall’Ordine dei medici perchè pretende di trattare il cancro inondando la zona di bicarbonato al 5%.

La notizia americana vendica anche il dottor Stefano Fais, gastroenterologo, che da anni cerca di promuovere il trattamento del cancro con somministrazione di «inibitori della pompa protonica» (nome sofisticato per i comuni farmaci antiacidi, che sono somministrati per l’ulcera). Il dottor Fais è sicuro che tali anti-acidi (lui usa il lansoprazolo) possono addirittura bloccare i tumori che sono diventati resistenti alla chemioterapia; ma non riesce a trovare cliniche disposte ad avviare una sperimentazione clinica su pazienti volontari; e ciò nonostante il dottor Fais non sia affatto un medico «selvaggio», bensì un direttore dell’ufficialissimo Istituto Superiore di Sanità, e più precisamente direttore del Dipartimento dei farmaci tumorali nel suddetto Istituto. Dunque uno che, quando parla, dovrebbe essere ascoltato: invece il dottor Fais s’è spesso lamentato anche sui media di «non riuscire a trovare un ospedale disposto a provare a trattare i cancerosi coi soli antiacidi», ottenendo al massimo che vengano usati insieme alla chemioterapia; anche se adesso sembra che qualcosa stia cambiando in meglio (QeA With Dr Stefano Fais – PPI and Cancer).

Tutti e tre i medici, l’americano Pagel e i due italiani, seguono lo stesso razionale, del resto ben noto a tutti gli oncologi: il tumore prospera in ambiente acido ed anzi lo genera attorno a sé, con ciò favorendo le metastasi; le cellule normali infatti muoiono in quell’alto livello di acidità in cui il cancro cresce. Dunque aumentare l’alcalinità dei circostanti tessuti, con il bicarbonato o gli anti-acidi, contrasta il proliferare delle cellule tumorali e pare che le obblighi ad auto-eliminarsi (apoptosi).

Anche le diete anti-cancro oggi raccomandate – abolizione della carne rossa, dei formaggi fermentati e riduzione delle proteine animali in genere, rinuncia agli zuccheri e carboidrati raffinati, e invece grandi quantità di verdura come cavoli e broccoli – sono diete alcalinizzanti. Il sangue umano, se sano, è lievemente alcalino (pH 7,4), e più è reso «acido» da diete carnee, meno bene ossigena le cellule; il mare è alcalino decisamente (pH 8,1), le acque minerali curative ancora di più (fra 9 e 11).

Dell’efficacia della terapia Simoncini posso testimoniare: un mio conoscente americano con cancro al fegato e pancreas quarto stadio, viene a Roma tutto giallo per ittero – la massa tumorale schiaccia il dotto biliare e lo occlude, sicchè la bile circola nel sangue – e con il prurito insopportabile collegato all’itterizia. Simoncini gli fa praticare una piccola apertura chirurgica sul ventre, e attraverso questa lo stesso paziente si inietta, più volte al giorno, siringoni di acqua e bicarbonato al 5%. Ebbene: in pochi giorni l’ittero scompare e sparisce il prurito, segno inequivocabile che la masssa tumorale s’è ridotta. Purtroppo il paziente è morto qualche settimana dopo a causa di una setticemia, perchè il sistema immunitario di un canceroso è ovviamente indebolito – altrimenti non si sarebbe sviluppato il tumore.

S’intende, quella di Simoncini non è la cura del cancro; esso può tornare. Ma è certo che ha migliorato la qualità della vita, e so di pazienti che sono invece completamente guariti – probabilmente perchè il sistema immunitario, che sorveglia ed elimina le cellule anomale che il nostro organismo produce nella mitosi fin dal loro apparire, aveva superato lo squilibrio, ed era tornato alla sua attiva funzione di «sorveglianza».
Il punto è che nemmeno la chemioterapia è la «cura» del cancro, e pretende di ottenere una riduzione del volume o rallentamento della proliferazione, ciò che a quanto pare Simoncini (e il dottor Fais) ottengono con l’alcalinizzazione dei tessuti, e senza effetti collaterali.

Resta da spiegare questo fatto: come mai in USA, un medico che studia la terapia col bicarbonato riceve un finanziamento pubblico di 2 milioni di dollari, in Italia, viene processato per truffa e omicidio colposo, radiato dall’albo dei medici e disonorato, come si faceva una volta (ora non più) per i medici che procuravano aborti?
In Italia, ai medici ospedalieri è vietato consigliare trattamenti alternativi alla chemioterapia ufficiale per contratto (vien loro fatta firmare una apposita clausola) e sotto pena di licenziamento. Per stroncare la terapia Di Bella, la ministra della Sanità di allora, Rosy Bindi, fece cancellare dal prontuario nazionale i farmaci che Di Bella usava, onde non poterono nemmeno essere prescritti (persino l’innocua melatonina, oggi in vendita nei supermercati, i pazienti dovevano farsela mandare dalla Svizzera). Da ultimo il caro dottor Paolo Rossaro di Padova, che cura con l’acido ascorbico in vena ad alte dosi (un protocollo adottato dalla clinica universitaria del Kansas), è stato sospeso e condannato a pagare 500 mila euro per danni ai parenti di un paziente morto dopo, o nonostante, il trattamento.

Un giorno ci si dovrà spiegare come mai l’oncologia ufficiale, che inietta ai pazienti sostanze che «mettono l’inferno nel corpo dei malati» (com’ebbe a dire il professor Vittorio Staudacher, membro del Comitato Etico dell’Istituto Nazionale dei Tumori), è riuscita a creare in Italia un simile clima di chiusura verso ricerche promettenti, e di persecuzione di chi le sperimenta.
Naturalmente è difficile chiamare in causa per questa situazione Umberto Veronesi, di professione miliardario, e della sua sinistra egemonia nella cancerologia italiana; probabilmente bisogna chiamare in causa i vasti interessi delle multinazionali farmaceutiche, che da queste «cure» ricavano miliardi (ogni malato di cancro costa al servizio sanitario, con gli attuali protocolli chemioterapici, 60-80 mila euro l’anno), di cui Veronesi e la sua covata di oncologi è solo l’espressione.

Non si dimentichi che la conferma che il bicarbonato riduce il volume dei tumori molto meglio che le chemioterapie citotossiche, segnerebbe la fine ingloriosa di schiere di cattedratici universitari, di folle di primarii pagatissimi, e di linee di ricerca fallimentari: tutta gente che diverrebbe inutile. È logico che difendano le loro posizioni, anche a prezzo della vita dei malati.
E tuttavia, come si constata, in USA è ancora possibile sperimentare trattamenti alternativi, senza finire in galera; solo in Italia esistono argomenti-tabù fino al punto che forze di potere, dalla magistratura ai politici ad «oncologi» miliardari, reagiscono a chi prova ad infrangerli distruggendo la persona, professionalmente e umanamente, gli tappa la bocca, li condanna per omicidio (ma quanti ne ha uccisi la chemio? Quanti ne ha uccisi Veronesi? Non si calcola mai).

Alla fine, quella che poteva essere una gloria italiana, e passare alla storia come «protocollo Simoncini» o «protocollo Fais», si chiamerà invece «Protocollo Pagel». Ma anche questo è un evento ricorrente, nella storia italiana.

www.disinformazione.it

Alcool cancerogeno, “scrivetelo sulle bottiglie”

La scorsa settimana avevo messo da parte un’agenzia. Riportava la seguente notizia: una donna genovese si accorge a 50 anni di avere un cancro al seno. E siccome nella sua famiglia questo tipo tumore è assente, (infatti nella maggioranza delle donne colpite da carcinoma alla mammella non c’è familiarità) ha messo sotto accusa una sua cattiva abitudine: quella di aver bevuto troppi alcolici.

La donna si è rivolta all’ Assoutenti. E l’Associazione consumatori si è impegnata a chiedere alle istituzioni italiane ed europee di far scrivere sulle lattine di birra e  sulle bottiglie di vini e liquori che l’alcool è cancerogeno, come avviene per i pacchetti di sigarette.

Sulle prime sono rimasta un po’ perplessa, abbiamo bisogno davvero di queste etichette-che-ci- fanno-da-balia, mi dicevo, lo sanno anche i muri che esagerare fa male…

Poi ho letto le dichiarazioni dell’ epatologo Gianni Testino – parole che mi hanno fatto riflettere – e ho deciso di divulgarvi la notizia.

Testino dirige il centro di alcologia dell’ospedale San Martino di Genova e ha ricordato che “per l’Organizzazione mondiale della sanità c’è un nesso di causa-effetto fra il consumo di bevande alcoliche e il cancro, in particolare il 4,5% dei tumori al seno nelle donne è correlato all’alcool”. Testino ha precisato che la sostanza dannosa è l’etanolo e che “la sua presenza ha portato l’Iarc, organismo dell’Organizzazione mondiale della sanità, a inserire le bevande alcoliche nello stesso gruppo in cui ritroviamo l’asbesto (amianto), l’arsenico, il benzene, il tabacco, le radiazioni. Si invitano le persone a un consumo responsabile di alcool ma nessuno si sognerebbe mai di invitare a consumare moderatamente amianto”.

Per capire quanto l’alcool sia pericoloso, rincara Testino “bisogna sapere che per contrarre una cirrosi epatica bisogna bere tanto ma per ammalarsi di tumore basta il cosiddetto consumo sociale (fissato nell’unità alcolica, pari a 1 bicchiere di vino per la donna e a 2 per l’uomo). In un bicchiere di vino ci sono 12 grammi di etanolo che il nostro corpo trasforma in acetaldeide, sostanza altamente cancerogena. L’acetaldeide si lega al nostro Dna modificandolo e aprendo la strada all’insorgere delle cellule neoplastiche”.

Nel 2010 l’Organizzazione mondiale della sanità ha parlato di nesso causale fra alcool e tumori per i seguenti organi: bocca, faringe, laringe, intestino, esofago e seno.

Oggi è uscita un’altra agenzia sulla stessa lunghezza d’onda. Riporta la preoccupazione di Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio nazionale alcool dell’Istituto Superiore di Sanità. Scafato cita il numero delle morti per tumori maligni attribuibili all’alcool: nel 2008 è stato di 6.356, il 4,4% del totale. Non solo. Del 36% dei tumori alla bocca, oltre uno su tre, è «colpa» dell’alcool, così come lo è il 36% dei tumori al fegato, il 43% dell’esofago e addirittura il 49% dei casi di tumore alla laringe.

“Sono dati allarmanti, se si pensa che in Italia ci sono più di 9 milioni di consumatori a rischio, e che di questi uno su cinque ha meno di 16 anni”.

E ancora, aggiunge Scafato: “Sono anni che abbiamo evidenze scientifiche che correlano l’alcool all’insorgenza del cancro eppure se ne parla poco o niente, soprattutto in Italia, per motivi culturali ma anche economici.

Il 4,5% di tutti i tumori alla mammella è dovuto agli alcolici, ma altri tumori, come quello alla laringe, sono percentualmente ancora più ricollegabili al bere. Nel complesso un caso di tumore su dieci è dovuto non al fumo, allo smog, all’ereditarietà o chissà a cos’altro, ma proprio all’alcool. Tanto che l’istituto americano Iarc ha fissato come limite un bicchiere al giorno per le donne e due per gli uomini: oltre questa soglia aumenta il rischio di cancro”.

A questo punto, si chiede Scafato, “perchè non fare come per i pacchetti di sigarette, e scrivere chiaramente sulle bottiglie che quello che si sta bevendo può causare il cancro?”.

Proposta-provocazione? Giudicate voi, in altri Paesi è già legge: “In Australia è stato approvato l’obbligo di avvertimento sulle bottiglie – spiega Scafato – e in Gran Bretagna per ora è prevista la possibilità di farlo”.

Il direttore dell’Osservatorio conclude: “Il Parlamento europeo ha approvato di recente la legge sull’etichettatura degli alimenti, per tracciarne la provenienza e garantirne la sicurezza, la lista comprende tutto tranne le bevande alcoliche. Questo la dice lunga. Si tocca un giro d’affari di 12 miliardi di euro. Se ci sarà una class action in Italia, dovrebbe essere proprio sull’alcol. Solo così forse cambierà qualcosa”.

E Assoutenti pensa già alle cause alle aziende produttrici di alcolici (ree di non informare sugli effetti cancerogeni e di non specificare gli ingredienti, in particolare la concentrazione di acetaldeide libera) “L’azione civile ci vedrebbe pionieri come lo furono gli Stati Uniti, patria delle class action contro le multinazionali del tabacco”.

http://blog.ilgiornale.it/locati/2011/07/19/lalcool-e-cancerogeno-si-alle-scritte-sulle-bottiglie/

Prevenzione tumori: le 12 regole degli oncologi

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La prevenzione dei tumori svolge un ruolo importante nell’ambito della lotta alle neoplasie. Glioncologi raccomandano di seguire alcune regole molto importanti, dirette proprio alla riduzione del rischio di incorrere in una grave patologia. In realtà non è possibile dire con certezza a quanto ammonta la diminuzione del pericolo, perché l’incidenza dei vari tumori è diversa. Tuttavia, secondo gli esperti del Policlinico “Gemelli”, contare su criteri ben precisi è fondamentale, per avere una riduzione pari al 30% circa.

1. Non fumare

Non fumare è molto importante, perché il fumo, anche quello passivo, può essere considerato a tutti gli effetti la prima causa di cancro al polmone. Il tutto va ricollegato alle sostanze che vengono inalate in seguito alla combustione, le quali si rivelano dannose per l’organismo.

2. Evitare l’obesità

L’obesità e il sovrappeso rappresentano un fattore di rischio per l’insorgenza di tumori che riguardano il pancreas o l’apparato gastrointestinale. Gli specialisti fanno notare che circa il 40% delle neoplasie può essere ricondotto a delle scelte alimentari che non si configurano come corrette.

3. Esercizio fisico

Fare esercizio fisico è indispensabile, non soltanto per il benessere corporeo, ma anche per quello mentale e per l’equilibrio psicofisico in generale. Non dimentichiamo che l’attività fisica, se svolta con regolarità, riesce a contrastare i chili di troppo e tutte le malattie ad essi collegate.

4. Consumo di frutta e verdura

Portare avanti un’alimentazione corretta significa innanzi tutto non trascurare il consumo di frutta e verdura, che contengono tutti i sali minerali e le vitamine di cui il nostro organismo ha bisogno per badare al proprio benessere. Allo stesso tempo si devono evitare, per quanto è possibile, i grassi di origine animale.

5. Attenzione all’alcool

L’alcool deve essere bevuto con moderazione. Non si dovrebbe esagerare, ma limitarsi a due bicchieri al giorno per gli uomini e uno per le donne, preferibilmente durante i pasti. In questo modo si evita il rischio di tumore alla faringe, alla laringe, al cavo orale e al fegato.

6. Esposizione ai raggi del sole

L’esposizione ai raggi del sole deve essere moderata. Devono prestare particolare attenzione soprattutto coloro che hanno una pelle chiara, proteggendosi con le creme adatte ed evitando la fascia oraria più calda. Ricordiamoci che i raggi ultravioletti costituiscono un fattore di rischio per lo sviluppo del melanoma.

7. Esposizione alle sostanze ambientali

Spesso nell’ambiente possiamo trovare delle sostanze cancerogene, che vengono disperse senza prestare particolare attenzione alla salute pubblica. L’esposizione a queste sostanze, come le diossine, i pesticidi o l’amianto, deve essere assolutamente limitata.

8. Segnali del corpo

Spesso il corpo ci manda dei segnali, ai quali bisogna prestare attenzione, perché sono degli indizi che indicano delle trasformazioni che inducono ai tumori. Potrebbe essere il caso di un neo che cambia forma, di sanguinamenti e di altri sintomi come tosse, acidità e perdita di peso.

9. Pap-test

Sottoporsi ad uno screening preciso attraverso il pap-test, almeno ogni tre anni, è fondamentale per le donne che vogliono proteggersi dai tumori del collo dell’utero. Soltanto in questo modo si può, infatti, puntare sulla diagnosi precoce come adeguato strumento di prevenzione.

10. Autopalpazione

L’autopalpazione è molto importante per poter avvalersi della diagnosi precoce anche per quanto riguarda il tumore al seno. La maggior parte delle neoplasie di questo tipo viene scoperta proprio attraverso l’autopalpazione, aggiungendo comunque la mammografia.

11. Test per il tumore del colon retto

Il tumore del colon retto viene considerato fra i più pericolosi. Anche in questo caso l’individuazione precoce del problema può rappresentare un punto a vantaggio del paziente. Si devono effettuare il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci e la colonscopia.

12. Epatite

Per evitare l’epatite, ma anche la cirrosi epatica e il carcinoma al fegato, sarebbe auspicabile prevenire l’infezione da alcuni virus come l’Hbv e l’Hcv, responsabili rispettivamente dell’epatite Be della C. In particolare contro la prima forma di epatite il vaccino è obbligatorio per tutti i neonati e per i bambini che non abbiano ancora compiuto 12 anni.

http://www.tantasalute.it/

Riprendiamoci la proprietà dei nostri soldi.

 

OGGI la NOSTRA MONETA nasce di PROPRIETA’ della banca che la emette prestandocela. Noi vogliamo che nasca di PROPRIETA’ dei CITTADINI e che sia ACCREDITATA ad ognuno come “REDDITO DI CITTADINANZA“.

Per scrivere questa frase che è valida per tutte le monete in circolazione sono occorsi 36 anni di studi universitari ( tesi di laurea, convegni ecc.) presso l’ateneo di giurisprudenza di Teramo e “La Sapienza” di Roma.

Poiché democrazia significa sovranità politica popolare, il popolo deve avere anche la sovranità monetaria che di quella politica è parte costitutiva ed essenziale in un sistema di democrazia vera o integrale in cui la moneta va dichiarata, a titolo originario, di proprietà dei cittadini sin dal momento della sua emissione.  

Giacinto Auriti.

ALCUNI FILE AUDIO IMPORTANTI

 
 

 

Eyeball licking: leccarsi le pupille, il nuovo trend in Giappone

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Si chiama eyeball licking, ovvero leccarsi le pupille e sembra essere la nuova mania esplosa – diffusa pare soprattutto tra i giovani – in Giappone; come potete di certo intuire si tratta di un qualcosa di potenzialmente molto pericoloso per la salute che sta già portando ad un incremento delle persone che soffrono di infezioni agli occhicecitàe varie infezioni.

 

Un’abitudine che comunque sembra aver varcato i confini giapponesi; una ragazza delle Isole Vergini, come riportato dall’Huffingtonpost ha rivelato che già il compagno già qualche anno fa ha iniziato a leccarle i bulbi oculari e sembra che il tutto le piaccia.

Una pratica non esente da rischi: si possono infatti trasmettere i batteri che causano lacongiuntivite ma si può anche contrarre il virus dell’herpes e si possono provocare abrasioni alla cornea per via delle creste presenti sulla lingua.

Insomma una pratica che sarebbe meglio non seguire.

UN PAIO DI VIDEO CHE FANNO VEDERE L’ ASSURDA (ED ANCHE DISGUSTOSA DIREI) PRATICA DELL’EYEBALL LICKING

 

 http://www.mondobenessereblog.com/2013/06/16/eyeball-licking-leccarsi-pupille-trend-giappone/

E-cig, indagine rileva metalli pesanti e cancerogeni nei liquidi

Risultati allarmanti nell’indagine commissionata da Il Salvagente all’università di Napoli sulle sostanze presenti nei liquidi delle sigarette elettroniche. Le indicazioni del Consiglio superiore di Sanità

Metalli pesanti quali piombocadmiocromo earsenico sarebbero presenti in alcuni liquidi persigarette elettroniche che il Salvagente, settimanale di informazione per i consumatori, ha fatto analizzare dal dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli. 
La denuncia emerge da un ampio dossier dal titolo “Veleni incontrollati“,  pubblicato sull’ultimo numero della testata, i cui si danno gli esiti dei test che hanno rilevato sostanze “cancerogene”
“I valori sembrerebbero molto elevati, in special modo per il campione Louisville, nel quale laconcentrazione di arsenico sarebbe più elevata di quella ammessa per l’acqua potabile. Valuteremo attentamente”, spiega al Salvagente Raffaele Guariniello, il procuratore di Torino che da tempo indaga sulle sigarette elettroniche e sui relativi liquidi di ricarica e che, a seguito delle analisi, ha aperto un nuovo fascicolo di indagine.
 

Sono queste, notizie sicuramente spiacevoli per tutti coloro che hanno accolto le e-cig come l’alternativa “sana” alle bionde, tuttavia la scoperta non giunge a ciel sereno: in un contesto che non prevede normative, né tantomeno controlli, e in assenza di un’accurata valutazione dei rischi… tutto è possibile. 
“Per le sigarette elettroniche – si legge sul Salvagente – non esistono limiti normativi ai metalli pesanti, sostanze che in questo caso vengono assorbite per inalazione e per le quali, in assenza di studi e verifiche, nessuno può misurare se e come si modifica il loro tasso di tossicità.”
 

I produttori contattati dal Salvagente, non sottovalutano il problema e, stando a quanto hanno dichiarato al settimanale dei consumatori, monitorano la presenza dei metalli pesanti e chiedono “urgentemente una regolamentazione” che disciplini direttamente la produzione dei liquidi per e-cig. Il gestore del sito mondosvapo.com, dove è possibile acquistare on line diversi tipi di ricariche, ha fatto di più: ha sospeso la vendita del Louisville e di tutti i prodotti  want2vape Vapenstein in attesa che il produttore statunitense fornisca chiarimenti rispetto ai valori di arsenico riscontrati nelle analisi.
 

Un campanello di allarme era già suonato qualche settimana fa, quando il Consiglio superiore della sanità ha esortato a vietare l’uso delle e-cig nelle scuole, a regolamentarne la pubblicità indicando sulla confezione i rischi per la salute e il pericolo causato dalla dipendenza da nicotina, e ad apporre sulla confezione il sigillo di sicurezza a prova di bambino. 
La decisione finale spetta comunque al ministero. Il parere del Css tuttavia pone in evidenza la necessità di intervenire a difesa di alcune categorie come appunto i giovani o le donne in gravidanza poichè non sono esclusi rischi da fumo passivo per le e-cig che contengono nicotina.

L’ampia promozione che le aziende mettono attualmente in atto sullesigarette elettroniche induce a credere che abbiano come unica emissione il vapore acqueo. Ma il vapore che trasporta le sostanze contenute nelle e-cig è prodotto da glicole propilenico, scaldato da una resistenza, sulla cui tossicità gli esperti non si pronunciano.

Intanto il Codacons, a seguito dell’inchiesta condotta del Salvagente, si rivolge alle autorità sanitarie chiedendo “controlli e sequestri a tappeto in tutta Italia”.

 

e cig 367bSigarette elettroniche e veleni Fonte: La Presse
LEGGI L’ARTICOLO 

e cig 367Sigarette elettroniche, il governo prepara l’emendamento che introduce l’accisa sulle e-sig

Crolla il gettito delle accise sul tabacco e il governo pensa a un piano ‘b’: un emendamento al decreto sui debiti della P.a. potrebbe estendere l’accisa ai prodotti contententi nicotina o sostitutivi del tabacco

http://economia.virgilio.it/

LESSICO

LESSICO

 

Associazione

E’ vostro interesse e dovere,aderire al più presto possibile ad una delle associazioni elencate in appendice.Ci sarà senz’altro in ospedale chi vi potrà dare dell’informazioni.

Queste associazioni non hanno fine di lucro,e non hanno carattere assistenziale.E’ una possibilità di lavorare in comune per aiutare i nuovi operati ad affrontare quei problemi,in cui la conoscenza delle leggi,dei recapiti e dei consulenti adatti può sollevare dall’impotenza.

 

Bevande alcoliche

Astenersi il più possibile.I laringectomizzati sono soggetti a rischio di tutte le conseguenze dell’alcool.

 

Bocca

La perdita dell’odorato fa si che ignoriamo di avere un cattivo alito e di infastidire gli altri.E’ Buona norma l’uso ripetuto di colluttori per l’igienedella bocca.Non bisogna dimenticare che il bere piccoli sorsi d’acqua permette di parlare meglio,Per coloro che sono stati sottoposti a radioterapia,è bene menzionare che il dentista potrebbe prescrivervi una soluzione di saliva artificiale.

 

Cancro della laringe

E’ poco diffuso e perciò poco noto.Non ha sintomi premonitori particolari e perciò resta sconosciuto nelle fasi iniziali e quando viene scoperto è ormai troppo tardi,si deve pertanto ricorrere alla laringectomia torale.E’ bene dire e ripetere che un abbassamento di voce persistente od un dolore a livello della laringe o della faringe oppure un’adenopatia cervicale,o un disturbo o dolore nel deglutire deve essere preso sul serio.La rapidità dell’intervento permetterà di evitare vittorie fasulle.

 

Cannula

E’ un apparecchio che consente di mantenere aperto il tracheostoma respirando con l’abboccamento della trachea.Evita la retrazione dello stoma e dopo circa sei mesi od un anno,sarà possibile farne a meno.Generalmente sono acriliche o metalliche argentate.Vengono rimborsate dal servizio sanitario nazionale.

 

Capacità respiratoria

La vostra respirazione è cambiata ed è opportuno farvi visitare da un medico che sappia giudicare le vostre possibilità respiratorie.L’esame permetterà di apprezzare la velocità con cui respirate (spesso il ritmo è troppo frequente) e l‘ampiezza dei movimenti respiratori (spesso troppo superficiali).Un bilancio spirografico completerà il bilancio clinico. E’ utile ripetere che i laringectomizzati devono evitare i raffreddamenti,con l’uso di abbigliamento adatto e di filtri respiratori.Sono utili le vaccinazioni anticatarrali e antinfluenzali.Per chi era fumatore,i pericoli sono maggiori;ma non per questo ci si deve tappare in casa! Infatti sarebbe peggio e ci sono dei laringectomizzati anche nei paesi nordici:è una questione di autoeducazione.

 

Cordectomia

Intervento chirurgico che consiste nel togliere una delle due corde vocali.Comunque non ci sono né mutilazione,né cannule.Dopo l’intervento persiste una leggera disfonia.

 

Epitelioma (oppure carcinoma)

Nome adatto al tipo di cancro che si sviluppa sulle mucose a livello della laringe e della faringe;è il più frequente.

 

Esenzione Ticket

Viene riconosciuto a tutti i laringectomizzati,l’esonero dal pagamento del contributo per l’acquisto dei farmaci e dei presidi parasanitari,per le forme morbosi conseguenti alla laringectomia.Inoltre facendo domanda di invalidità ed ottenendola,con una gravità superiore ai 2/3,si potrà ottenere l’esenzione ticket a tutti i farmaci e prestazioni.

 

Faringe

Incrocio delle vie respiratorie e digestive (vedi le figure a pag. 18).La faringe comunica con l’esofago,la laringe e la trachea,la bocca e le fosse nasali.Nella laringectomia totale il chirurgo ha soppresso tutte le comunicazioni tra la via aerea e la digestiva.

 

Faringostoma

Nome dato alla fistola che si è malauguratamente creata tra le suture che il chirurgo ha eseguito per separare la via digestiva dalla via aerea.E’ una complicanza che farà prolungare l’uso del sondino gastrico e la permanenza nell’ospedale.

 

Filtri respiratori

Indispensabili protezioni tracheali,da usare immediatamente dopo l’intervento e da non togliere mai.Si trovano presso le associazioni,dove saranno fornite tutte le informazioni necessarie.

 

Invalidità

La domanda di invaliditò va fatta all’USL di appartenenza con richiesta di benefici pensionistici,di esenzione ticket etc…

 

Laringectomia

Intervento che consiste nel levare totalmente o parzialmente la laringe.

 

Laringofono

Protesi parlante per laringectomizzati non rieducabili.

 

Lavagna magnetica

Lavagna che permette di cancellare rapidamente con un semplice movimento di và e vieni.Si trovano in cartoleria.Cominciare a comunicare scrivendo dopo l’intervento è segno di ripresa.

 

Metodo tramite bloccamento (scuola di Marsiglia 1970)

La meta e di ottenere inanzitutto delle eruttazioni controllate.E’ richiesta una certa energia per produrre le eruttazioni e l’esercitazione inizia con il tentare di ottenere delle vocali,in un secondo tempo si giunge al sillabare.

 

Metodo Olandese (1952)

Questo metodo utilizza sin dall’inizio l’abbinamento consonanti e vocali.Risulta relativamente facile il produrre parole iniziando da certe consonanti.

 

Metodo di Pomenez (Portman 1952)

Utilizza la tecnica di empimento dell’esofago con un movimento di abboccamento seguito immediatamente da una compressione dell’aria della bocca.

 

Metodo Classico

Questo metodo utilizza la deglutizione per scoprire il meccanismo dell’eruttazione.Aiutandosi con bevande frizzanti,si chiede al discendente di ruttare e poi di acquisire il controllo della eruttazione volontaria producendo una vocale più o meno prolungata in ogni eruttazione,poì la sillaba,la parola e la frase.

 

Metodo di Seeman (1922)

Questo metodo non utilizza la deglutizione,bensì l’inalazione per acquisire l’eruttazione.Lo sviluppo progressivo verso la dizione segue lo schema del metodo precedente.

 

Mucosità

Prima dell’intervento non ne sapevano l’esistenza tranne quando ci raffredavamo,perché venivano automaticamnete deglutite.Ora bisognerà imparare ad espellere con un espirazione addominale decisa.Si useranno dei normali fazzoletti,preferibilmente di carta,avvicinati al tracheostoma.E’ necessario appartarsi,quando ci si trova nei luoghi pubblici,se non si vuole sollevare la curiosità di chi ci è vicino.

 

Naso

Non è più possibile soffiarlo senza imparare a masticare l’aria inviandola nelle fosse nasali;è la stessa manovra per riappendere la funzione olfattiva.

 

Odorato

Perdita dell’odorato in seguito all’intervento (vedi pag. 14 e figura a pag. 18).I cibi saranno ugualmente percepiti perché nel masticare inviate l’aria nelle narici.Si tratta di imparare a masticare l’aria.

 

Pensione d’invalidità

Può essere accordata al 100%,quando si può dimostrare che ci si trova nell’impossibilità di guadagnare il salario.

 

Rieducazione vocale

Nome improprio dell’apprendimento della voce esofagea.Infatti non si può rieducare un organo,la laringe,che non esiste più.L’esofago dovrà essere allenato ad eseguire un compito in cui non era stato preposto,anche se alcuni paleontologi sostengono che la prima voce dell’uomo primitivo sia stata proprio quella esofagea.

 

Rieducazione Respiratoria

Vedi Pag. 27-29

 

Sforzo fisico

vedi pag 27

 

Sorveglianza medica

Periodici controlli medici dapprima più frequenti,poi una volta l’anno dovranno essere ripetuti.Ahimé,dalle notizie in nostro possesso,non vengono eseguiti.Consistono in una radiografia dei polmoni annuale ed una visita alla faringe,alla trache ed una ispezione dei linfonodi ai lati del collo.

 

Tosse

E’ scatenata dal vento,dagli sbalzi di temperatura e di umidità.Richiede un abbigliamento adatto.

 

Tracheostoma

L’orefizio alla base del collo,da cui respirano i laringectomizzati.Per le cure igieniche vedi pag. 25.

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