Fukushima, muore di cancro l’ex direttore ”eroe”

 

Durante il disastro spense i reattori con acqua di mare. Ucciso da un tumore all’esofago.

Fu l’uomo che disobbedendo ai suoi superiori salvò la vita a centinaia di migliaia di persone, ordinando lo spegnimento dei reattori della centrale nucleare di Fukushima con dell’acqua di mare. Era il febbraio del 2011, sul megaimpianto si era abbattuto da poco lo tsunami provocato da quel sisma che mise in ginocchio il Giappone. Allora Masao Yoshida era era direttore generale del dipartimento delle risorse nucleari alla compagnia giapponese Tepco, proprietaria della centrale.

Il tumore e il silenzio

Yoshida divenne così il simbolo del Giappone che non si abbatte, che lotta e lavora per cercare soluzioni anche in situazioni disperate. Fino a quando, alla fine dello stesso anno, non si ammalò di cancro all’esofago. Il tumore, aggressivissimo, lo costrinse già da subito a lasciare la direzione dell’azienda. Lo comunicò ai suoi dipendenti con una lettera, riferendo che, in seguito ad un “controllo medico di routine”, era stata rinvenuta “una condizione” che lo obbligava a ricoverarsi per sottoporsi a trattamenti medici.
 

La Tepco: “Nessun legame con le radiazioni”

Per molto tempo nessuno, tanto meno l’ex dirigente, rivelò almondo che la malattia che lo stava uccidendo era un cancro, mentre la Tepco fece subito sapere che, secondo i dottori, le condizioni di salute di Yoshida “non erano legate alle radiazioni”. Posizione mantenuta anche adesso che l’azienda è costretta a dare l’annuncio della morte del manager: l’azienda continua a escludere legami tra il tumore all’esofago e l’esposizione radioattiva.
Lo stesso ex dirigente, raccontando ai giornalisti i giorni dello tsunami e delle esplosioni dei reattori, riferì loro di essere statao esposto a una dose fortissima di radiazioni.  

Eyeball licking: leccarsi le pupille, il nuovo trend in Giappone

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Si chiama eyeball licking, ovvero leccarsi le pupille e sembra essere la nuova mania esplosa – diffusa pare soprattutto tra i giovani – in Giappone; come potete di certo intuire si tratta di un qualcosa di potenzialmente molto pericoloso per la salute che sta già portando ad un incremento delle persone che soffrono di infezioni agli occhicecitàe varie infezioni.

 

Un’abitudine che comunque sembra aver varcato i confini giapponesi; una ragazza delle Isole Vergini, come riportato dall’Huffingtonpost ha rivelato che già il compagno già qualche anno fa ha iniziato a leccarle i bulbi oculari e sembra che il tutto le piaccia.

Una pratica non esente da rischi: si possono infatti trasmettere i batteri che causano lacongiuntivite ma si può anche contrarre il virus dell’herpes e si possono provocare abrasioni alla cornea per via delle creste presenti sulla lingua.

Insomma una pratica che sarebbe meglio non seguire.

UN PAIO DI VIDEO CHE FANNO VEDERE L’ ASSURDA (ED ANCHE DISGUSTOSA DIREI) PRATICA DELL’EYEBALL LICKING

 

 http://www.mondobenessereblog.com/2013/06/16/eyeball-licking-leccarsi-pupille-trend-giappone/

Giappone: donne col pannolone sotto la gonna: “Risparmiamo tempo in bagno”

In pochi mesi le vendite di mutande assorbenti è aumentata e in molte non riescono a farne più a meno

Dal Giappone, l’ultima bizzarra moda di indossare il pannolone sotto la gonna per risparmiare tempo in bagno durante gli impegni di tutti i giorni. In pochi mesi, la surreale tendenza ha portato ad un incremento esponenziale delle vendite delle mutande assorebenti nei super mercati del Paese asiatico. Moltissime le fan: “Lo indosso con la gonna, per non creare strane protuberanze, anche se ovviamente, quando sono con il mio fidanzato non lo indosso mai”, spiega una delle donne intervistate. 

http://www.liberoquotidiano.it/

Fukushima: esame alla tiroide per 360mila bambini dopo il disastro nucleare

In Giappone la prefettura di Fukushima ha avviato esami medici alla tiroide di 360mila bambini che vi abitano per stabilire se le radiazioni sprigionate nel disastro nucleare della centrale di Fukushima, provocato dal terremoto/tsunami dello scorso 11 marzo, abbia creato problemi alla loro salute.

 
 

Lo screening di massa è stato chiesto a gran voce da molti genitori, che si sono basati su quanto accaduto dopo Chernobyl nel 1986, in conseguenza del quale molte persone nell’area del disastro nucleare soffrirono di disfunzioni della tiroide. Una ricerca non ufficiale condotta proprio nella zona di Fukushima ha stabilito che 10 dei 130 bambini esaminati soffriva già per problemi ormonali e disfunzioni tiroidee.

http://www.ilsole24ore.com/

NAOTO KAN VARÀ IL PRIMO PIANO DI DECONTAMINAZIONE Fukushima per molti anni terra di nessuno ”Molti decenni per porre rimedio alle conseguenze”


Fukushima per molti anni terra di nessuno

ore 10:29 – 

TOKYO – La prefettura di Fukushima per molti anni sarà terra di nessuno, è quanto emerge dalle parole del primo ministro giapponese, che ha reso pubblico il primo piano di decontaminazione della zona: ”Un gran numero di abitanti è stato costretto a sgomberare e occorreranno tre, cinque, o dieci anni per riuscire a riprendere il controllo e anche molti decenni per porre rimedio alle conseguenze dell’incidente”.

Il piano che dovrà passare all’esame del Parlamento a metà Luglio, contiene uno stanziamento di circa 2000 miliardi di yen (17 miliardi di euro) da destinarsi alle vittime del terremoto del’11 Marzo: 850 miliardi di yen verranno utilizzati per la ricostruzione delle zone a nord est del Paese, 550 miliardi saranno versati alle autorità locali delle regioni devastate e altri 500 miliardi serviranno a ricostruire le abitazioni distrutte o gravemente danneggiate. 

In questi giorni è stato raggiunto anche un’importante accordo, tra la commissione giapponese per l’energia atomica e la società che sfrutta la centrale di Fukushima (Tepco), per programmare un piano di ritiro del combustibile nucleare fuso verso il 2021, anche se secondo alcuni esperti serviranno ancora altri decenni prima di poter dar il via ai lavori.

Quindi la prefettura di Fukushima sarà la Chernobyl del Giappone, che a 25 anni dal disastro nucleare resta ancora inabitabile e continua a provocare vittime.

Secondo uno studio pubblicato nel 2006, orientato sulle statistiche oncologiche nazionali della Bielorussia, i casi di cancro dovuti alla contaminazione di Chernobyl sono circa 300mila, anche se la commissione scientifica dell’Onu per gli effetti delle radiazioni nucleari, riconosce solo 31 vittime dirette dell’incidente, tra operatori e pompieri. 

E nel suo rapporto stilato lo scorso Febbraio fissa solo a 6000 i casi di cancro alla tiroide dovuti alla centrale(di cui 15 mortali), riconoscendolo come unica conseguenza diretta del disastro.

 

I BAMBINI DI FUKUSHIMA

La notizia non ha nulla di nuovo. Nonostante la comunicazione della Tepco, perché già il 25/26 marzo le notizie sul fatto che ci fosse una fusione almeno parziale nei reattori 1, 2, 3 non solo nell’1, erano emerse con certezza. Tutti e 3 i reattori erano stati abbondantemente innaffiati con acqua di mare già alla fine di marzo, e l’acqua di mare come tutti sappiamo danneggia notevolmente le strutture. Ma quel procedimento urgente ci fa capire che era legato a un inizio di fusione. La Tepco sostiene che la situazione sia abbastanza sottocontrollo. Rimane il dato però che loro stessi già a marzo dissero che le acque degli oceani, dell’Oceano Pacifico nella zona delle centrali, presentava un aumento significativo di radionuclidi. Quindi che ci siano stati degli sversamenti lo ammettono dal 30 marzo. I livelli di radioattività dell’acqua nella zona erano saliti da 1200 a 3000 a 4000 volte sia per lo iodio che per il cesio e per di più proprio qualche giorno fa ho visto il grafico: è vero che è calata la quantità, la densità di questiradioisotopi nelle acque. Però c’è ancora parecchio cesio, che è forse il problema maggiore in questi casi, perché si concentra molto nei muscoli, quindi nelle catene alimentari. Dura molto più a lungo, perché dura decenni, quindi chiaramente bisognerà capire nei prossimi mesi. 

In Giappone hanno innalzato i limiti di radiazioni ai quali può essere esposto un bambino. C’è chi sostiene cheun bambino ogni 200 si ammalerà di cancro. Ma in casi di radiazioni c’è più rischio per un adulto o per un bimbo?

Questa è una bella domanda, ma è anche complessa. Il problema vero è questo: il modello di esposizione e di valutazione dei rischi è un modello antico, di 50 anni fa. Si continua a valutare la pericolosità della situazione sulla base di un modello prima di tutto disegnato dai fisici e non dai biologi e tanto meno dai medici, che tiene conto della cosiddetta dose totale assorbita e che valuta, ma in maniera assolutamente teorica, a tavolino i rischi come legati direttamente, in modo proporzionale alla dose totale. Questo non ha niente a che vedere con quello che realmente succede. La pericolosità di queste situazioni, soprattutto quando si verificano incidenti, non è legato alla quantità massima di radiazioni emesse immediatamente, che colpisce tutto sommato una parte limitata di popolazione direttamente esposta. Il pericolo è legato alle piccole quantità quotidiane che vengono assorbite da milioni di persone. Per di più, questo tipo di assunzione per via alimentare significa un assorbimento per via interna. Le cellule vengono esposte per anni o decenni a piccole quantità quotidiane di radioisotopi e quindi di radioattività. Nei bambini soprattutto, ma in generale nei soggetti in via di sviluppo, quindi dove gli organi e i tessuti si stanno formando, la tossicità è ancora maggiore. Il fatto che aumentino queste soglie arbitrariamente, proprio per permettere che la situazione non venga paralizzata, è un espediente purtroppo non del tutto inusuale perché perfino in Italia ultimamente con il benzopirene, pensando a situazioni come Taranto, hanno fatto la stessa cosa. Poi c’è stata una levata di scudi, però di fatto anche qui si fanno queste cose. Con l’atrazina è successa la stessa cosa. Quando vedono che una sostanza tossica diventa diffusa, anziché dire la riduciamo, tendono a fare questa follia di alzare i livelli di soglia. Perfino con le centraline nelle nostre città lo fanno, anziché dire: l’Europa chiede una diminuzione progressiva del particolato fine e soprattutto dell’ultrafine che neanche viene preso in considerazione, le cosiddette autorità locali fanno il contrario, tendono a elevare le soglie per lasciare tutto com’è. Ma questo sostanzialmente per una questione di incoscienza e di inconsapevolezza: sono convinti che tutto sommato i danni non sono così gravi. Sui bambini e ancora di più sull’embrione e sul feto queste piccole quantità quotidiane, interferiscono sulla programmazione addirittura dei tessuti. Gli studi che hanno dimostrato l’aumento delle leucemie attorno alle centrali. Ma non è importante l’esposizione diretta dei bambini a dosi massive come si continua a pensare e come continuano le istituzioni a rassicurare dicendo: “beh l’esposizione a dosi piccolissime… “. Le dosi piccolissime quotidiane, soprattutto per via interna, sono proprio quelle più pericolose. 

Alcuni oceanografi hanno stabilito che anche l’Atlantico è stato contaminato. Dunque lo sarà anche il Mediterraneo?

Che venga addirittura inquinato l’intero Oceano Pacifico e quindi l’Atlantico e il Mediterraneo, attualmente a me sembra un allarme un po’ eccessivo. Però tutto dipende da quanto dura l’emissione e la diffusione e quindi le capacità di diluizione da parte degli oceani. Sarà da vedere, speriamo di avere la possibilità di ragionare su dati attendibili, perché come dicevamo già le altre volte, è un po’ paradossale, ma noi dobbiamo ragionare sui dati che vengono dati dalla Tepco che sono inevitabilmente riduttivi. C’è un silenzio stampa abbastanza assordante

Abbiamo dati certi circa l’impatto di Chernobyl sui tumori in Europa?

Rivedendo tutti gli studi epidemiologici a partire da Hiroshima e poi soprattutto proprio su Chernobyl, la quantità di patologie che realmente è stata prodotta direttamente dall’esposizione, quindi sulle popolazioni che vivevano in Ucraina, in Bielorussia e nei paesi limitrofi e soprattutto via, via che la nube è stata studiata più a fondo per quanto riguarda gli effetti e la deposizione in particolare del cesio nelle catene alimentari, è stato verificato che c’è un aumento abbastanza marcato delle leucemie infantili in proporzione diretta. Lì dove è stato trovato un livello alto di cesio, in proporzione sono aumentate le leucemie infantili. Chernobyl è stata un ingrediente fondamentale nell’aumento dei tumori infantili che abbiamo in Italia. Abbiamo addirittura un incremento nel primo anno del 3% dei tumori infantili che in 15/20 anni significa un aumento veramente significativo. 
In più c’è per esempio il problema della tiroide. Anche dopo Chernobyl abbiamo cercato di avere i dati sicuri sulle emissioni e sulla diffusione dello iodio 131. Non abbiamo potuto fare nulla, perché i dati si sono saputi dopo anni. I dati ufficiali non arrivavano, erano state fatte delle verifiche in Italia. Che ci fosse un aumento di iodio 131 si sapeva, ma se si fosse potuto sapere in tempo e in maniera continua, avremmo potuto per esempio dare iodio preventivo ai nostri pazienti e secondo me si sarebbero ridotti i danni, invece c’è stato un aumento veramente notevole di patologie tiroidee in tutta Europa e nelle zone più vicine all’incidente. C’è stato un aumento veramente notevole, centinaia di volte, del calcinoma tiroideo infantile che è un tumore raro che colpisce la tiroide perché proprio lo iodio 131 si fissa sulla ghiandola e praticamente produce una proliferazione cellulare neoplastica. Questi sono dati assolutamente sicuri.

http://www.cadoinpiedi.it/2011/05/24/i_bambini_di_fukushima.html

Nucleare e salute, nessun rischio per l’Italia

mappa zone colpite dalla tsunami

Nessun pericolo per l’Italia dagli incidenti alle centrali nucleari giapponesi. Gli unici rischi teorici potrebbero venire dai prodotti alimentari importati dal Giappone: per questo il Ministero ha disposto l’aumento dei controlli su questi prodotti (soprattutto pesci, crostacei, caviale, soia, alghe, tè verde) confezionati dopo l’11 marzo, data del terremoto. Leggi l’approfondimento.

Per i cittadini italiani o stranieri provenienti dal Giappone dopo l’evento dell’11 marzo ecco l’elenco dei centri di riferimento, individuati dalle Regioni, in grado di effettuare controlli e prestare assistenza, ove necessario.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità mette in guardia le persone preoccupate per l’incidente alla centrale nucleare in Giappone contro la auto-medicazione con compresse di ioduro di potassio o con prodotti contenenti iodio.
Questo avviso fa seguito alle segnalazioni di persone che usano queste sostanze o le compresse in risposta al rilascio di radiazioni dagli impianti nucleari in Giappone. Lo ioduro di potassio deve essere preso soltanto in presenza di una precisa raccomandazione di sanità pubblica in tal senso.
La distribuzione e somministrazione di ioduro di potassio è una delle misure prese in considerazione dal Piano Nazionale per la risposta alle emergenze nucleari (DPCM 19 marzo 2010).
Si sottolinea che in Italia non c’è alcuna necessità di raccomandare l’assunzione di ioduro di potassio.

Leggi le domande e risposte più frequenti.

Vedi anche:

http://www.salute.gov.it

Radiazioni nucleari, una catastrofe per gli esseri umani

Sono devastanti gli effetti sulla salute che provocano le radiazioni nucleari, dai tumori alle ischemie per finire con le modificazioni genetiche

teschio nucleare
CHIEDI ALL’ESPERTO

Enrico PadianiL’ ECO DOTTORE

Enrico Pandiani

DISINFORMAZIONE

giappone 2Emergenza nucleare: dubbi sulle informazioni rilasciate dal Governo

Cosa è accaduto alle centrali e perché l’allarme non rientra: una panoramica sul Giappone e su quello che poteva essere fatto, trasparenza in primis.

IL COMMENTO

giappone nuclearePolitica energetica italiana: l’ora della decisione

Di fronte al disastro nipponico non possiamo evitare di riflettere sulla posizione energetica italiana: ecco il commento di Diego Masi.

PREVEDERE

110048269 japanTerremoto giapponese, nessuno lo aveva previsto

Nucleare a parte, la prevenzione contiene i danni della tragedia, comunque incalcolabili. Sintomatico e allarmante che nessuno strumento predittivo abbia funzionato.

Le nuove esplosioni nella centrale di Fukushima.

È già successo nel 1979 a Three Mile Island(Usa) e nel 1986 a Chernobyl (Ucraina). Questi sono solo gli incidenti atomici più noti, che sono rimasti scolpiti nella memoria delle persone. Ma se si vuole avere un’idea più precisa di questi avvenimenti, della loro gravità e della loro dislocazione sul pianeta, The Guardian ha elaborato un’esaustiva mappa in cui tutti gli incidenti, dal 1952 a oggi, sono stati catalogati e classificati.

Così si scopre che dagli anni ’50 a oggi sono 33 gli incidenti atomici che sono avvenuti e di questi ben nove sono stati registrati negli ultimi dieci anni.

Errori umani, carenza di manutenzione e condizioni naturali esterne sono i fattori che provocano queste catastrofi, lasciando con le persone con il fiato sospeso in attesa di sapere quali saranno le conseguenze.

Radiazioni
Le rilevazione della radioattività si misura inmillivert. Secondo quanto riportato da la Repubblica, le quantità di radiazioni per ogni singola ora riscontrate a Fukushima sabato pomeriggio sono state di 1.015 mSv. Per capire il peso di questo numero, si pensi che 1 mSv è l’esposizione massima tollerata dal corpo umano nell’arco di un intero anno (100 mSv per cinque anni) e che 10 mSv è la dose assorbita durante una Tac total body.

Il punto chiave delle radiazioni è il loro tempo di decadimento, ossia in quanto tempo gli isotopirilasciati diminuiscono la loro energia e diventano più stabili. Il momento esatto in cui un atomo instabile decadrà in uno più stabile è impredicibile. Tuttavia, ce ne sono alcuni più potenti nel momento dell’esplosione, ma meno durevoli nel tempo e viceversa.

Isotopi dispersi
È stato accertato che tra gli elementi fuoriusciti dalla centrale ci siano lo iodio 131 e il cesio 137(tristemente noto per gli effetti provocati proprio a Chernobyl). Il grande problema di questi isotopi è che si disperdono nell’aria, ma successivamente si depositano sul terreno, contaminando l’acqua e ilsuolo, con conseguenze che fanno perdurare l’allarme radioattivo anche per lunghi periodi e che riguardano da vicino materiali e cibi coltivati nelle zone colpite.

Sintomi
Gli effetti sulla salute sono devastanti e durano anche per molto tempo. Si comincia con nauseacontinua, caduta dei capelli e peli, perdita di sangue dalla bocca e dal naso ed emorragie sotto pelle. Sono questi i primi campanelli d’allarme che segnalano il fatto di essere stati contaminati.

E, purtroppo, a nulla servono mascherine e tute protettive: le radiazioni passano e attaccano il corpo e il problema è che non si possono eliminare i loro effetti, ma si possono solo arginare i sintomi.

Conseguenze
«Una volta che si è esposti alle radiazioni, la prima cosa che succede è la distruzione dei legami fra molecole. Le radiazioni danneggiano le cellule e si formano i radicali liberi. Questi ultimi aumentano l’incidenza di uno sviluppo tumorale, limitando al contempo la possibilità di reazione del corpo, poiché ne inibiscono le difese» dice il dottor Enrico Pandiani.

La prima ad essere attaccata è la tiroide. «La terapia d’urto in questo caso – aggiunge Pandiani – è l’assunzione di potassio di iodio», che attualmente viene distribuito ai giapponesi, ma «il problema è che questa sostanza presenta pesanti controindicazioni se presa in dosi massicce. Proprio per questo si sta dibattendo sulla sua reale efficacia».

In un secondo momento, vengono attaccati i reni. «Le radiazioni distruggono il funzionamento di filtraggio renale, adibito all’eliminazione delle tossine, scompensando tutto il sistema di liquidi all’interno del corpo» continua il dottore.

Le radiazioni hanno effetti su tutte le parti del corpo: dagli organi al sistema nervoso, ecc. Ma gli effetti peggiori riguardano le modificazioni genetiche. In pratica, una volta colpito dalle sostanze radioattive, il fisico si ionizza e il DNA e l’RNA si trasformano. Questo porta a due effetti principali: il primo è l’aumento dell’incidenza tumorale; il secondo, riguarda aspetti riproduttivi e comprende sterilità e la maggior probabilità di procreare esseri umani malformati o, comunque, con problemi congeniti.

In Europa
Secondo la dichiarazione di Vincenzo Ferrara, climatologo dell’Enea, rilasciata a la Repubblica: «È altamente improbabile che le radiazioni dal Giappone possano arrivare fino a noi. […] Piccole nubi come quelle che si stanno verificando in Giappone […] si diluiscono a causa di venti e turbolenze. Emissioni più consistenti, però, con un rilascio in quota possono arrivare a coprire qualche centinaio di chilometri, ma per arrivare a una diffusione come quella di Chernobyl ci vuole una emissione di grande quantità e prolungata nel tempo, spinta ad alta quota da un’esplosione e, soprattutto, aiutata da condizioni meteo di venti favorevoli con assenza di pioggia e turbolnze limitate […] Ma anche se si ripetessero quelle condizioni, la maggior parte della nube o delle nubi giapponesi finirebbero per esaurirsi sull’oceano prima di arrivare sul continente americano».

Nonostante questo, in Italia è scattato l’allarme del Dipartimento Nucleare dell’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che con una mail ha allertato tutte le Arpa italiane: «In relazione all’evento sismico in Giappone e alle apprensioni che destano le recenti notizie sulla situazione delle centrali nucleari, si richiede un incremento di misure di particolato atmosferico. Inoltre, di inserire immediatamente dopo ogni misura i relativi risultati nella banca dati».

L’ultimo elemento di riflessione è il fatto che se anche la nube tossica non colpirà il nostro paese direttamente, ciò che sta succedendo in Giappone non potrà non avere ricadute anche su di noi. Con gli effetti della globalizzazione, il facile movimento di merci e persone nel mondo, ciò che succede a milioni di chilometri di distanza, in realtà, è più vicino di quanto non si possa pensare.

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Alice Dutto

 

Allarme nucleare in Giappone: “Partita la fusione nel reattore”


Allarme nucleare in Giappone: "Partita la fusione nel reattore"

Due esplosioni causate da fughe di idrogeno si sono verificate oggi nella centrale nucleare di Fukushima, nel nord del Giappone, danneggiata dal potente terremoto che venerdì scorso ha messo in ginocchio il Paese. L’agenzia Kyodo riferisce che le persone rimaste ferite sono 11 precisando che si tratta di operai dell’impianto e di soldati della Forza di autodifesa, l’esercito giapponese. Un diependente, invece, è rimasto contaminato. Le autorità avevano affermato che le possibilità di una grossa fuga di gas radioattivo dalla centrale erano “molto basse”. Intorno alle 12.20, però, la tv ha detto che le barre di combustibile sarebbero non più coperte dal liquido di raffreddamento e quindi sarebbero totalmente esposte. A quanto pare, si sarebbe esaurito liquido di raffreddamento, e non si esclude un processo di fusione del nocciolo con rischio di fughe radioattive. Processo di fusione che, stanto a quanto riferito da un’agenzia nipponica poco prima delle 14, sarebbe incominciato.

Intanto, una scossa di assestamento più forte delle altre, del 6.2, con epicentro a un centinaio di chilometri da Tokyo, ha scosso di nuovo la capitale. Un nuovo allarme tsunami nel nordest è poi fortunatamente rientrato . 

In mattinata la popolazione è sprofondata di nuovo nell’incubo per l’ annuncio di un nuovo allarme per l’ imminente arrivo di un secondo tsunami, con onde altre tre metri, sulla costa nordorientale dell’ isola, dove oggi i soccorritori hanno trovato circa 2000 cadaveri. Il bilancio ufficiale della polizia parla di 1700 morti e di altrettanti dispersi. L’ allarme tsunami è rientrato quando l’ Agenzia meteorologica giapponese ha affermato che non era stato rilevato alcun terremoto sottomarino.

Il razionamento dell’ energia nella regione di Kento, che comprende Tokyo, è stato rinviato a causa di un consumo di energia più basso del previsto. Gran parte dei cittadini sembrano essersi recati al lavoro e le strade hanno il loro aspetto normale se si escludono molti negozi chiusi e insoliti vuoti sugli scaffali dei supermercati.
Il livello dell’ acqua nel rettore n.2 della centrale nucleare giapponese di Fukushima sta scendendo e le barre di uranio che contiene potrebbero presto essere scoperte. Lo ha affermato oggi in una conferenza stampa il portavoce del governo di Tokyo, Yukio Edano. Il portavoce ha aggiunto che i tecnici dell’ impianto sono pronti a iniettare acqua marina nel sistema di raffreddamento del reattore.

L’Aiea, l’agenzia dell’Onu per l’energia nucleare, ha fatto sapere di essere stata informata dalle autorità giapponesi che la gabbia di contenimento del reattore n.3 nella centrale di Fukushima non è stato danneggiato nell’ultima esplosione. Lo riferisce la Bbc sul suo sito.

Il bilancio delle vittime continua a crescere: nella sola prefettura di Miyagi se ne stimano più di 10 mila. Appello del premier Kan: ‘Mai cosi’ dura dalla seconda guerra mondiale, non “non ci sarà un’altra Chernobyl”. E l’impatto del sisma sull’economia giapponese sarà “considerevole”. Lo ha detto il portavoce del governo. 

“E’ il momento più difficile dalla fine della Seconda guerra mondiale: chiedo a tutti la massima unità”. E’ l’appello lanciato dal premier giapponese Naoto Kan, parlando alla Nazione. “Non ci sarà un’altra Chernobyl”, ha affermato Kan. “Le radiazioni sono state rilasciate in aria, ma non ci sono rilevazioni che ci dicano che ciò sia avvenuto in grande misura”, ha detto Kan, in relazione ai gravi problemi della centrale di Fukushima 1, citato dall’agenzia Jiji. “Questa è una situazione fondamentalmente diversa dall’ incidente di Cernobyl (1986, ndr). Stiamo lavorando per evitare i danni causati dalla diffusione delle radizioni”.

a magnitudo del terremoto che ha colpito il Giappone è stata rivista a 9 contro la precedente stima di 8.8 (era di 8,9 secondo l’Usgs). Lo ha reso noto ieri l’Agenzia meteorologica giapponese (Jma), aggiungendo che si tratta di un sisma tra i piu’ potenti mai registrati.


http://www.cronacaqui.it/

5 Febbraio 1597 – Un gruppo di cristiani giapponesi è condannato alla crocifissione dal nuovo governatore del Giappone per aver minacciato la società locale.

Ventisei martiri del Giappone

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Ventisei martiri del Giappone
Monumento dedicato ai ventisei martiri nel centenario della loro canonizzazione
Monumento dedicato ai ventisei martiri nel centenario della loro canonizzazione
Morte 5 febbraio 1597
Venerato da Chiesa cattolica
Beatificazione 14 settembre 1627, daPapa Urbano VIII
Canonizzazione 8 giugno 1862, daPapa Pio IX
Ricorrenza 6 febbraio

ventisei martiri del Giappone(日本二十六聖人, Nihon Nijūroku Seijin) sono un gruppo di cattoliciuccisi il 5 febbraio 1597Nagasaki. Sono stati proclamati santi martiri dalla Chiesa cattolica.

Il 15 agosto 1549San Francesco Saverio (già canonizzato da Papa Gregorio XV nel 1622), San Cosme de TorresSJ e frà John Fernandez arrivarono a Kagoshima dalla Spagna, con l’intento di evangelizzare il Giappone.

Il 29 settembre, San Francesco Saverio incontrò Shimazu Takahisa, il daimyo di Kagoshima, per chiedergli se poteva creare la prima missione cattolica in Giappone entro i suoi domini, Takahisa acconsenti, garantendogli anche di proteggere i missionari gesuiti (poi, in seguito alle pressioni dei monaci buddisti locali, non gli diede più protezione ma non fece chiudere la missione).

Alla fine del XVI secolo la missione, che riuscirà a convertire circa 300.000 cristiani, trascorse un periodo difficile a causa dei difficili rapporti tra SpagnaPortogallo e il governo giapponese. Qualche decennio dopo il cristianesimo venne soppresso dalle autorità locali e dal 1630 i cattolici vissero in segreto e non poterono più professare la loro fede in pubblico.

I ventisei martiri

Lo shogunato ed il governo imperiale inizialmente hanno sostenuto la missione cattolica ed i missionari, pensando che in questo modo avrebbero ridotto il potere dei monaci buddisti e migliorato il commercio con la Spagna ed il Portogallo. Tuttavia, lo shogunato rimase molto prudente nei loro confronti visto che nelle Filippine gli spagnoli aveva preso il potere dopo la conversione della popolazione, così il governo mantenne sempre un certo distacco con i cattolici minacciandoli di persecuzioni che poi però attuò infatti il cristianesimo venne vietato e quei giapponesi che si rifiutavano di abbandonare la loro fede vennero uccisi.

Il 5 febbraio 1597Nagasaki ventisei cattolici – sei missionari francescani europei, tre gesuiti giapponesi e diciassette terziari francescani giapponesi, compresi tre giovani ragazzi – sono stati uccisi tramite crocifissione: questi una volta saliti sulla croce venivano poi uccisi con delle lance.

La persecuzione è continuata sporadicamente, facendosi più intensa tra il 1613 e il 1630. Il 10 settembre 1632 altri 55 cattolici furono martirizzati a Nagasaki, in quello che venne conosciuto con il nome di “gran martirio di Genna”.

I martiri del Giappone sono stati canonizzati l’8 giugno 1862 da Papa Pio IX e nel martirologio romano sono elencati con il nome di “San Paolo Miki e compagni” e commemorati il 6 febbraio (non fu scelto il 5 febbraio data della loro morte, perché ricorre la memoria di Sant’Agata).

I ventisei martiri [modifica]

San Filippo di Gesù

Santi della Compagnia di Gesù:

Santi dell’ordine dei Frati Minori:

Santi dei terziari francescani:

  • Sant’Antonio Daynan (morto all’età di 13 anni)
  • San Bonaventura di Miyako
  • San Cosme Takeya
  • San Francisco di Nagasaki
  • San Gabriel de Duisco
  • San Gaius Francis
  • Sant’Isabel Fernandez
  • Sant’Ignazio Jorjes
  • San Joaquim Saccachibara
  • San Juan Kisaka
  • San Leo Karasumaru
  • San Luis Ibaraki (morto all’età di 11 anni)
  • San Mathias di Miyako
  • San Miguel Kozaki
  • San Paulo Ibaraki
  • San Pablo Suzuki
  • San Pedro Sukejiroo
  • San Thomas Kozaki
  • San Thomas Xico