Prevenzione tumori: le 12 regole degli oncologi

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La prevenzione dei tumori svolge un ruolo importante nell’ambito della lotta alle neoplasie. Glioncologi raccomandano di seguire alcune regole molto importanti, dirette proprio alla riduzione del rischio di incorrere in una grave patologia. In realtà non è possibile dire con certezza a quanto ammonta la diminuzione del pericolo, perché l’incidenza dei vari tumori è diversa. Tuttavia, secondo gli esperti del Policlinico “Gemelli”, contare su criteri ben precisi è fondamentale, per avere una riduzione pari al 30% circa.

1. Non fumare

Non fumare è molto importante, perché il fumo, anche quello passivo, può essere considerato a tutti gli effetti la prima causa di cancro al polmone. Il tutto va ricollegato alle sostanze che vengono inalate in seguito alla combustione, le quali si rivelano dannose per l’organismo.

2. Evitare l’obesità

L’obesità e il sovrappeso rappresentano un fattore di rischio per l’insorgenza di tumori che riguardano il pancreas o l’apparato gastrointestinale. Gli specialisti fanno notare che circa il 40% delle neoplasie può essere ricondotto a delle scelte alimentari che non si configurano come corrette.

3. Esercizio fisico

Fare esercizio fisico è indispensabile, non soltanto per il benessere corporeo, ma anche per quello mentale e per l’equilibrio psicofisico in generale. Non dimentichiamo che l’attività fisica, se svolta con regolarità, riesce a contrastare i chili di troppo e tutte le malattie ad essi collegate.

4. Consumo di frutta e verdura

Portare avanti un’alimentazione corretta significa innanzi tutto non trascurare il consumo di frutta e verdura, che contengono tutti i sali minerali e le vitamine di cui il nostro organismo ha bisogno per badare al proprio benessere. Allo stesso tempo si devono evitare, per quanto è possibile, i grassi di origine animale.

5. Attenzione all’alcool

L’alcool deve essere bevuto con moderazione. Non si dovrebbe esagerare, ma limitarsi a due bicchieri al giorno per gli uomini e uno per le donne, preferibilmente durante i pasti. In questo modo si evita il rischio di tumore alla faringe, alla laringe, al cavo orale e al fegato.

6. Esposizione ai raggi del sole

L’esposizione ai raggi del sole deve essere moderata. Devono prestare particolare attenzione soprattutto coloro che hanno una pelle chiara, proteggendosi con le creme adatte ed evitando la fascia oraria più calda. Ricordiamoci che i raggi ultravioletti costituiscono un fattore di rischio per lo sviluppo del melanoma.

7. Esposizione alle sostanze ambientali

Spesso nell’ambiente possiamo trovare delle sostanze cancerogene, che vengono disperse senza prestare particolare attenzione alla salute pubblica. L’esposizione a queste sostanze, come le diossine, i pesticidi o l’amianto, deve essere assolutamente limitata.

8. Segnali del corpo

Spesso il corpo ci manda dei segnali, ai quali bisogna prestare attenzione, perché sono degli indizi che indicano delle trasformazioni che inducono ai tumori. Potrebbe essere il caso di un neo che cambia forma, di sanguinamenti e di altri sintomi come tosse, acidità e perdita di peso.

9. Pap-test

Sottoporsi ad uno screening preciso attraverso il pap-test, almeno ogni tre anni, è fondamentale per le donne che vogliono proteggersi dai tumori del collo dell’utero. Soltanto in questo modo si può, infatti, puntare sulla diagnosi precoce come adeguato strumento di prevenzione.

10. Autopalpazione

L’autopalpazione è molto importante per poter avvalersi della diagnosi precoce anche per quanto riguarda il tumore al seno. La maggior parte delle neoplasie di questo tipo viene scoperta proprio attraverso l’autopalpazione, aggiungendo comunque la mammografia.

11. Test per il tumore del colon retto

Il tumore del colon retto viene considerato fra i più pericolosi. Anche in questo caso l’individuazione precoce del problema può rappresentare un punto a vantaggio del paziente. Si devono effettuare il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci e la colonscopia.

12. Epatite

Per evitare l’epatite, ma anche la cirrosi epatica e il carcinoma al fegato, sarebbe auspicabile prevenire l’infezione da alcuni virus come l’Hbv e l’Hcv, responsabili rispettivamente dell’epatite Be della C. In particolare contro la prima forma di epatite il vaccino è obbligatorio per tutti i neonati e per i bambini che non abbiano ancora compiuto 12 anni.

http://www.tantasalute.it/

Emofilia: nel Decreto Sanità nessun risarcimento per 600 pazienti vittima di infezioni

Riceviamo e pubblichiamo la lettera con cui la FedEmo esprime al ministro della Salute Balduzzi, preoccupazione per l’assenza nel documento di provvedimenti circa le infezioni da trasfusione contratte negli anni ’80 e ’90 dai pazienti

 

Nessun risarcimento per 600 pazienti emofilici,o loro familiari danneggiati dall’utilizzo di farmaci plasmaderivati infetti. Il Decreto sanità elaborato dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, in discussione al Consiglio dei ministri, infatti, sembra non comprendere alcuna modifica alla questione dell’iter transattivo per la risarcibilità dei pazienti vittime di omessi controlli da parte di chi aveva il dovere di vigilare sulla salute pubblica. Ad evidenziare la questione è la Federazione delle Associazione Emofilici (FedEmo), secondo cui è più che mai necessario quel provvedimento normativo ad hoc da parte del ministero, che era stato promesso alle Associazioni dei pazienti nel corso di un incontro lo scorso 2 febbraio.

Negli anni ’80 e ’90, infatti, circa 500 emofilici(metà dei quali nel frattempo deceduti) hanno contratto il virus HIV ed almeno 1.500 i virus dell’epatite (C,B, etc) e altre forme di epatopatie. Gli ultimi decreti che si sono succeduti nel tempo introducevano un termine di prescrizione prima di dieci anni e poi di cinque. Ciò significa che il 70 per cento delle persone che hanno contratto HIV e epatite C a seguito dell’utilizzo di prodotti plasmaderivati infetti, tra loro emofilici, talassemici, politrasfusi, vaccinati e altri, è escluso dal diritto ad un giusto risarcimento. Per questa ragione la Federazione delle Associazione Emofilici (FedEmo), esprime la propria forte preoccupazione in una lettera al ministro della Salute, Renato Balduzzi, di cui proponiamo il testo integrale:

Ch.mo Prof. Renato Balduzzi 
Ministro della Salute 
Onorevole Ministro,


in veste di presidente della Federazione delle Associazioni Emofilici (FedEmo), intendorivolgermi a Lei alla vigilia della discussione in Consiglio dei Ministri del Decreto che reca importanti provvedimenti in tema di Sanità. I testi circolati in queste settimane attraverso i media non contengono alcun riferimento a provvedimenti a vantaggio dei soggetti attualmente esclusi dal processo di transazione, tra cui la maggior parte dei 600 pazienti emofilici, o loro familiari, contagiati negli anni Ottanta da infezioni da HIV ed epatite (B, C, D) a seguito di trasfusioni di sangue infetto.

Quando a pochi mesi dal Suo insediamento, lo scorso 2 febbraio, incontrò i rappresentanti delleAssociazioni nella biblioteca del Ministero, Le furono rappresentati tutti i limiti e le problematiche del procedimento di transazione in corso e, in particolare, del decreto sui moduli transattivi in fase di emanazione. Non credo possa esserLe sfuggito il dolore, la disperazione (e talora l’astio) di coloro che da molti anni (almeno cinque dall’approvazione delle Leggi 222 e 244 del 2007) stanno aspettando una risposta da parte dello Stato, un atto di “giustizia”. In quell’occasione, pur nella consapevolezza della “complessità e spinosità” del tema, Lei si impegnò ad avviare un tavolo di lavoro con le Associazioni per porre in essere dei correttivi attraverso l’emanazione di un provvedimento ad hoc: in particolare la revisione dei criteri fortemente restrittivi in materia di prescrizione dei termini utili a una valida richiesta di risarcimento che attualmente escludono, di fatto, la grande maggioranza dei soggetti interessati. Ma da allora il silenzio, nonostante i numerosi solleciti a Lei pervenuti.

Questo è umanamente inaccettabile e stride in maniera vistosa con il dovere dello Stato digarantire la tutela della vita e della salute dei propri cittadini. Quegli stessi cittadini che sottoponendosi a un trattamento considerato “salvavita” sono deceduti o irreversibilmente compromessi proprio a seguito di negligenze sui controlli che lo Stato aveva in obbligo di compiere.

FedEmo aveva riposto fiducia nelle Sue parole di impegno, confidando nel “coraggio” delle Sueiniziative in linea con lo spirito di servizio che ha posto nel Suo Dicastero. I pazienti che FedEmo rappresenta attendono una risposta concreta perchè il dolore e le difficoltà di chi ha contratto trent’anni fa un’infezione profondamente invalidante o è nel frattempo deceduto non siano dimenticate con una formula di ‘prescrizione’. Anche quando si è capaci di voltare pagina, di riabbracciare la vita, non sarebbe giusto dimenticare.

Certamente, siamo consapevoli delle notevoli difficoltà economiche, nonostante in quella sedeLei ci avesse assicurato che i fondi erano stati solo distolti da un “arteficio” di bilancio. Tuttavia auspichiamo che nel Decreto Sanità di prossima emanazione venga inserita una norma che preveda che coloro che hanno fatto nei termini domanda di accesso alla transazione di cui alle leggi 222 e 244 del 2007, con causa in corso e con danno e nesso causale riconosciuti, e che non vengono ammessi alla transazione perchè, per esempio, il loro diritto viene considerato prescritto, possano ricevere un “indennizzo”, anche rateizzato, anche di importi inferiori a quelli riconosciuti agli ammessi alla transazione, come misura solidaristica per l’infezione contratta. 

Vogliamo credere che le innumerevoli rassicurazioni fornite dal Ministero della Salute, nell’arcodei lunghi anni che hanno preceduto l’emanazione del Decreto transattivo, siano ancora valide e possano ricomprendere anche gli esclusi a causa della prescrizione. Per questo ci appelliamo a Lei, certi della Sua sensibilità e attenzione su un tema di così grande rilevanza, per far sì che agli impegni da Lei assunti recentemente seguano reali misure pratiche atte a consentire un decoroso superamento di una pagina così triste della nostra storia
.

Con i sensi della mia più alta stima
Il Presidente 
Dott. Gabriele Calizzani

 

MATERIALI
– La lettera della FedEmo in originale

LINK
–  Federazione delle Associazioni Emofilici (FedEmo) 

http://www.nannimagazine.it/

Giornata Mondiale dell’Epatite

 

28/07/2011

 

Epatite B ed Epatite C sono patologie causate da virus e sono malattie silenziose i cuisintomi si manifestano, spesso, anche dopo molti anni. Bastano dei semplici test per sapere se si è affetti da una di queste patologie a carico del fegato e cominciare a seguire una terapia.

Sono circa due milioni gli italiani affetti da Epatite C, contratta a seguito di unatrasfusione del sangue, per motivi professionali o per il contatto con oggetti non sterilizzati. Se per l’Epatite B esiste un vaccino in grado di contrastarlo, efficace nel 90% dei casi, non è ancora così per l’Epatite C.

La giornata, promossa a partire dal 2008, si è celebrata il 19 maggio fino all’anno scorso, poi l’assemblea mondiale della Sanità ha stabilito la nuova data del 28 luglio.