Banche, governo vara salvataggio da 3,6 miliardi per le quattro in crisi. “Niente fondi pubblici”

Banche, governo vara salvataggio da 3,6 miliardi per le quattro in crisi. “Niente fondi pubblici”

Lobby
Per Banca Marche, Popolare dell’Etruria, Cassa di risparmio di Ferrara e Cassa di risparmio di Chieti un piano che ricalca la nuova legislazione europea. Nascono quattro “banche ponte” e una bad bank che si farà carico dei crediti in sofferenza. Oneri del salvataggio a carico degli altri istituti. Salvi i correntisti, non azionisti e obbligazionisti subordinatifonte

Al via i controlli sui conti correnti, banche senza più segreti

Da lunedì istituti di credito e intermediari devono trasmettere all’Agenzia delle entrate identificativi e movimenti di tutti i rapporti

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Da lunedì 24 giugno banche e società finanziarie dovranno trasmettere all’Agenzia delle entrateidentificativi e movimenti di tutti i rapporti finanziari dei contribuenti italiani con le banche e gli intermediari. Le informazioni da trasmettere all’Agenzia saranno compresse in un file criptato e viaggeranno su un canale telematico dedicato tra le banche e l’amministrazione fiscale.

La nuova banca dati dell’anagrafe tributaria sarà pienamente operativa a fine ottobre e si annuncia, almeno nelle attese dell’amministrazione e del governo, uno strumento potentissimo contro l’evasione, anche se c’è chi parla della fine del segreto bancario in Italia. Già oggi gli ispettori del fisco possono accedere ai conti bancari, ma soltanto in alcuni casi specifici e con molti limiti e cautele. L’accesso ai dati bancari era fino a oggi possibile, infatti, solo se prima era stato avviato un accertamento formale. Da ottobre, invece, sarà proprio dall’analisi dei dati dei conti correnti e della loro movimentazione che potrà scattare l’accertamento fiscale, anche se l’accesso ai conti sarà soggetto a numerose cautele e i dati non potranno assolutamente essere usati in modo indiscriminato.

Analizzando il flusso delle informazioni che inizieranno ad arrivare lunedì, l’Agenzia delle entrate potrà predisporre “specifiche liste selettive di contribuenti a maggior rischio di evasione”, sui quali poi fare accertamenti. I dati che banche e società finanziarie dovranno comunicare all’Agenzia riguardano le consistenze e i movimenti registrati nel 2011 su tutti i rapporti bancari e finanziari intrattenuti con i clienti: conti correnti, conti di deposito, depositi a risparmio, gestioni patrimoniali, fondi comuni, derivati, garanzie, fondi pensione, carte di credito, acquisto o vendita di oro e preziosi e addirittura le cassette di sicurezza (per le quali dovrà pure essere indicato il numero degli accessi registrati nel corso dell’anno). Per ogni rapporto e per ogni anno gli istituti di credito dovranno trasmettere l’identificativo, la consistenza iniziale e finale, la somma di tutti i movimenti dell’anno in dare ed in avere. Entro il 31 ottobre dovranno essere comunicati tutti i dati del 2011, mentre entro la fine di marzo dell’anno prossimo le banche invieranno quelli del 2012 ed entro l’ottobre del 2014 la banca dati sarà a regime, con l’acquisizione di quelli di quest’anno.

(Affaritaliani.it)

 

 

Conto corrente base, obbligatorio ma introvabile: le banche hanno offerte più vantaggiose. Per loro

 

La manovra salva-Italia prevede che le banche siano obbligate a proporlo ai clienti, ma gli istituti fanno orecchio da mercante. Lo rivela un’indagine di Altroconsumo

 
 
 
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conto base
IL CONTO BASE 

Le caratteristiche principali


Canone annuo “limitato” e comprensivo di un certo numero di operazioni.

Costo azzerato (compresa l’imposta di bollo) se il reddito Isee è inferiore a 7.500 euro.

Nessun interesse sulle somme depositate.

Imposta di bollo di 34,70 euro se la giacenza supera i 5.000 euro.
Ti obbligo a versare i soldi in banca ma ti offro unconto a costo (quasi) zero. Questo almeno nelle intenzioni del governo Monti che nel 2012 ha reso obbligatorio per le banche il conto base come diretta conseguenza del limite all’uso del contante per i pagamenti superiori ai 1.000 euro. Ma a un anno di distanza, il conto low cost resta spesso ancora un miraggio. Molti istituti si guardano bene dall’offrirlo al cliente – anche a quello con dichiarate difficoltà economiche – preferendo proporgli altri contratti con costi che arrivano fino a90 euro all’anno.

Lo denuncia un’indagine del mensileAltroconsumo che ha anche documentato con unvideo – girato con la telecamera nascosta – le difficoltà di una cliente alla ricerca del conto corrente base.

Una precaria alla ricerca (vana)
del conto low cost

“Nei panni di una precaria con un lavoro a termine da 1.000 euro al mese e un affitto di 300 siamo andati in quattro banche di Roma e Milano a chiedere un conto corrente che ci costasse il meno possibile“, racconta la giornalista diAltroconsumo. La richiesta prevedeva solo il bancomat e le normali movimentazioni (bonifici, domiciliazioni) ma né il libretto degli assegni né la carta di credito. “Nessuna delle banche ha proposto il conto base, il conto low cost che per legge da quasi un anno tutte le banche devono avere tra i conti offerti al pubblico. Tutte mi hanno offerto un conto meno conveniente per me, ma più remunerativo per la banca”.

Una “base” piuttosto elevata
Se agli sportello sono “abbottonati”, diversa è la situazione per la comunicazione online o tramite ifogli informativi. Quando carta (o web) canta è più difficile aggirare l’obbligo. E infatti le offerte dei conti base ci sono. Ma quanto “base” sono? Si arriva a pagare 90 euro all’anno per un conto chenon offre interessi e ha pochissimi costi di gestione. Ecco i risultati.
 
Banche
Canone annuo
Banca d’Alba
€ 24
Veneto Banca
€ 24
Intesa Sanpaolo
€ 30
Poste Italiane
€ 30
Banco di Desio e della Brianza
€ 36
Banco Popolare
€ 36
UBI Banca
€ 42
Cariparma Credit Agricole
€ 46,80
Banca Carige
€ 48
Banca popolare di Puglia e Basilicata
€ 48
Banca Sella
€ 48
Credem
€ 48
Deutsche Bank
€ 48
Unicredit
€ 48
Banca Popolare dell’Emilia Romagna
€ 48
Bnl Bnp Paribas
€ 48
BCC di Roma
€ 50
Banca Popolare di Sondrio
€ 50
Banca delle Marche
€ 60
Banca Popolare di Vicenza
€ 60
Cassa di Risparmio di San Miniato – Gruppo Carismi
€ 60
Banca Popolare di Milano
€ 72
Monte dei Paschi di Siena
€ 72
Banca Popolare di Bari
€ 90
 (Fonte: Altroconsumo)

 

Conto corrente base, obbligatorio ma introvabile: le banche hanno offerte più vantaggiose. Per loro

La manovra salva-Italia prevede che le banche siano obbligate a proporlo ai clienti, ma gli istituti fanno orecchio da mercante. Lo rivela un’indagine di Altroconsumo

Pubblicato il 18/04/13 in Soldi| TAGS:
 
 
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conto base
IL CONTO BASE 

Le caratteristiche principali


Canone annuo “limitato” e comprensivo di un certo numero di operazioni.

Costo azzerato (compresa l’imposta di bollo) se il reddito Isee è inferiore a 7.500 euro.

Nessun interesse sulle somme depositate.

Imposta di bollo di 34,70 euro se la giacenza supera i 5.000 euro.

Ti obbligo a versare i soldi in banca ma ti offro unconto a costo (quasi) zero. Questo almeno nelle intenzioni del governo Monti che nel 2012 ha reso obbligatorio per le banche il conto base come diretta conseguenza del limite all’uso del contante per i pagamenti superiori ai 1.000 euro. Ma a un anno di distanza, il conto low cost resta spesso ancora un miraggio. Molti istituti si guardano bene dall’offrirlo al cliente – anche a quello con dichiarate difficoltà economiche – preferendo proporgli altri contratti con costi che arrivano fino a90 euro all’anno.

Lo denuncia un’indagine del mensileAltroconsumo che ha anche documentato con unvideo – girato con la telecamera nascosta – le difficoltà di una cliente alla ricerca del conto corrente base.

Una precaria alla ricerca (vana)
del conto low cost

“Nei panni di una precaria con un lavoro a termine da 1.000 euro al mese e un affitto di 300 siamo andati in quattro banche di Roma e Milano a chiedere un conto corrente che ci costasse il meno possibile“, racconta la giornalista diAltroconsumo. La richiesta prevedeva solo il bancomat e le normali movimentazioni (bonifici, domiciliazioni) ma né il libretto degli assegni né la carta di credito. “Nessuna delle banche ha proposto il conto base, il conto low cost che per legge da quasi un anno tutte le banche devono avere tra i conti offerti al pubblico. Tutte mi hanno offerto un conto meno conveniente per me, ma più remunerativo per la banca”.

Una “base” piuttosto elevata

Se agli sportello sono “abbottonati”, diversa è la situazione per la comunicazione online o tramite ifogli informativi. Quando carta (o web) canta è più difficile aggirare l’obbligo. E infatti le offerte dei conti base ci sono. Ma quanto “base” sono? Si arriva a pagare 90 euro all’anno per un conto chenon offre interessi e ha pochissimi costi di gestione. Ecco i risultati.

 

Banche
Canone annuo
Banca d’Alba
€ 24
Veneto Banca
€ 24
Intesa Sanpaolo
€ 30
Poste Italiane
€ 30
Banco di Desio e della Brianza
€ 36
Banco Popolare
€ 36
UBI Banca
€ 42
Cariparma Credit Agricole
€ 46,80
Banca Carige
€ 48
Banca popolare di Puglia e Basilicata
€ 48
Banca Sella
€ 48
Credem
€ 48
Deutsche Bank
€ 48
Unicredit
€ 48
Banca Popolare dell’Emilia Romagna
€ 48
Bnl Bnp Paribas
€ 48
BCC di Roma
€ 50
Banca Popolare di Sondrio
€ 50
Banca delle Marche
€ 60
Banca Popolare di Vicenza
€ 60
Cassa di Risparmio di San Miniato – Gruppo Carismi
€ 60
Banca Popolare di Milano
€ 72
Monte dei Paschi di Siena
€ 72
Banca Popolare di Bari
€ 90
 (Fonte: Altroconsumo)

Mutui sempre più cari anche se i tassi scendono. Le banche gonfiano i loro guadagni

Lo spread sui mutui, cioè il ricarico delle banche, “si mangia” il vantaggio dell’Euribor e dell’Irs ai minimi. E così una rata costa 100 euro in più che a settembre

spread mutui
IMMOBILI 

euroIl mercato tiene malgrado il crollo dei mutui

I prezzi dovrebbero restare stabili ma resta la minaccia del credit crunch

LOTTA ALL’EVASIONE 

montiFisco, controlli in banca anche per tutto il 2011

L’amministrazione finanziaria potrebbe estendere retroattivamente le indagini

C’è spread e spread. Il più famoso, di cui ormai parlano anche i bambini, è quello tra il rendimento del Btp italiano e del suo cugino tedesco, il bund, ed è considerato il principale termometro della nostra (in)stabilità economica e della nostra vicinanza al default. Ma in attesa di un evento catastrofico e, si spera, evitabile, vale la pena di seguire un altro spread, meno “pubblicizzato” e forse per questo più subdolo. E sicuramente con un impatto più immediato sulle tasche di chi sta per contrarre un mutuo.

Lo spread in questione è quello che le bancheapplicano sui tassi di riferimento dei mutui, cioè la differenza tra quanto il mutuo costa a loro e quanto costa a noi. In una parola, il ricarico della banca. Sostanzialmente le banche annullano il vantaggio che il cliente potrebbe ricavare da tassi-base ai minimi storici aumentando il loro margine. E questo vale tanto per i mutui a tasso variabile che fanno riferimento in genere all’Euribor (a 3 mesi), quanto per quelli a tasso fisso che hanno come base l’Irs (a 20 anni).

Oltre 100 euro in più al mese per un mutuo trentennale di 150mila euro

Le rilevazioni fatte attraverso MutuiOnline mostrano che rispetto a 4 mesi fa gli spread sui mutui applicati dalle banche sono più che raddoppiati. A parità di importi richiesti e di durata del rimborso, chi stipula un mutuo ora ha una rata mensile sensibilmente più alta. E questo anche se l’Euribor a 3 mesi da settembre è sceso del 22% (da 1,55 a 1,21%) e l’Irs a 20 anni del 17% (da 3,12 a 2,59%).

Ad esempio, per un mutuo a tasso variabile di 150mila euro e durata 30 anni, la rata media aumenta così:

  Tasso globale
di cui: – Euribor 
– spread banca Rata mensile
Aumento
 Settembre 2011 2,95% 1,5% 1,45% € 627  
 Gennaio 2012 4,35% 1,2% 3,15% € 746 + € 119


Invece, per un mutuo di pari importo e durata a tasso fisso, la rata media aumenta così:

  Tasso globale
di cui: – Irs 
– spread banca Rata mensile
Aumento
 Settembre 2011 4,47% 3% 1,47% € 758  
 Gennaio 2012 5,66% 2,5% 3,1% € 866 + € 108


Queste condizioni si applicano ovviamente ai mutui stipulati ora, mentre gli spread fissati a suo tempo non vengono modificati. Però l’effetto combinato dell’aumento dei tassi e della stretta sul credito, ha fatto crollare la domanda di mutui, praticamente dimezzandola (- 41%). Un altro circolo viziosoinnescato dalla crisi finanziaria. (A.D.M.)