Riprendiamoci la proprietà dei nostri soldi.

 

OGGI la NOSTRA MONETA nasce di PROPRIETA’ della banca che la emette prestandocela. Noi vogliamo che nasca di PROPRIETA’ dei CITTADINI e che sia ACCREDITATA ad ognuno come “REDDITO DI CITTADINANZA“.

Per scrivere questa frase che è valida per tutte le monete in circolazione sono occorsi 36 anni di studi universitari ( tesi di laurea, convegni ecc.) presso l’ateneo di giurisprudenza di Teramo e “La Sapienza” di Roma.

Poiché democrazia significa sovranità politica popolare, il popolo deve avere anche la sovranità monetaria che di quella politica è parte costitutiva ed essenziale in un sistema di democrazia vera o integrale in cui la moneta va dichiarata, a titolo originario, di proprietà dei cittadini sin dal momento della sua emissione.  

Giacinto Auriti.

ALCUNI FILE AUDIO IMPORTANTI

 
 

 

Da aprile l’estratto conto va al Fisco. Ecco i dati che verranno trasmessi

Al via la comunicazione all’Anagrafe tributaria delle informazioni su conti e operazioni finanziarie dei contribuenti. Dai c/c, alle carte di credito, dai certificati deposito ai rapporti extra-conto: tutte le operazioni oggetto di verifica

Il lungo addio del segreto bancario giunge al suo epilogo. Dopo ripetuti rinvii, il D-Day del Fisco è fissato il 10 aprile, data entro la quale banche, Sgr, Sim, assicurazioni, fiduciarie devono trasmettere all’Agenzia delle Entrate i dati relativi ai rapporti finanziari dei clienti attivi nel 2011. Entro il 18 luglio passeranno al Fisco quelli per il 2012; entro il 31 marzo 2014 quelli del 2013.

La “sentenza capitale” era stata scritta alla fine dell’anno scorso dalla manovra “salva Italia”. Nell’ambito della lotta all’evasione fiscale, l’art. 11 del decreto ha reso automatico il controllo delle movimentazioni finanziarie. Il Garante per la privacy era intervenuto a più riprese ponendo paletti che hanno congelato la procedura. Alle radici delle perplessità sollevate dall’Authority vi era la presunta l’inadeguatezza tecnologica del canale di trasmissione dei dati, che avrebbe messo a rischio la sicurezza del dato informatico. L’infrastruttura tecnologica è stata cambiata e il vecchio servizio Entratel ha ceduto il passo al Sid (Sistema di interscambio) che consente di automatizzare le procedure di trasmissione con meccanismi di estrazione, composizione, compressione e cifratura dei dati. 
Il semaforo verde da parte dell’Authority è scattato lo scorso novembre e adesso le danze possono avere inizio, eventualmente rallentate dall’enorme mole di dati da verificare: i rapporti finanziari censiti nel 2011 erano circa 600 milioni, dieci per ciascun italiano.

Ecco una sintesi dei dati che saranno inviati dagli intermediari all’Agenzia delle Entrate:

●    Conto corrente o deposito: saldo contabile a inizio e fine anno; importo totale addebiti e accrediti nel corso dell’anno.
 ●   Conto titoli: controvalore dei titoli rilevato contabilmente a fine anno e alla fine dell’anno precedente (come da estratto conto); l’importo totale degli acquisti di titoli, fondi e via dicendo effettuati nel corso dell’anno e l’importo totale dei disinvestimenti.
●    Carta di credito o di debito: utilizzo del plafond di spesa alla fine dell’anno precedente e a fine anno; importo totale degli acquisti effettuati nel corso dell’anno; nel caso di carte prepagate l’importo totale delle ricariche o delle carte acquistate.
 ●   Fondo comune di investimento: ammontare del contratto di gestione a fine anno e alla fine dell’anno precedente; importo totale delle sottoscrizioni di quote nell’anno e dei rimborsi.
  ●  Gestione patrimoniale: valore globale del patrimonio a fine anno e alla fine dell’anno prima; l’importo totale degli apporti nel corso dell’anno e quello dei prelievi.
 ●   Certificati di deposito e buoni fruttiferi: totale degli importi facciali a fine anno e alla fine dell’anno precedente; importo totale delle accensioni e delle estinzioni nel corso dell’anno (escluse quelle transitate su un deposito titoli)

Sono escluse le operazioni tramite bollettino di conto corrente postale di importo unitario inferiore a 1.500 euro.

La documentazione che riporta tutte le informazioni da inviare per ciascun rapporto è indicata nella tabella allegata allo schema di provvedimentodisponibile qui (fonte: garante Privacy).

L’obiettivo, vale la pena ricordarlo, è recuperare una parte dei 120 miliardi di euro che – secondo le dichiarazioni del ministro Passera – vengono sottratti al fisco ogni anno (in media 3mila per ogni contribuente italiano). Una cifra che da sola basterebbe a pagare gli interessi su tutto il nostro debito pubblico.

controlli conti correnti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

indagini fiscoI dati che verranno trasmessi

Nella tabella, la specificazione delle informazioni da inviare per ciascun rapporto (fonte: garanteprivacy.it)

 

 

 

 

 

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Il redditometro si ‘addolcisce’: una franchigia di mille euro al mese si aggiunge al margine di tolleranza del 20% tra redditi e spese. E la Corte dei Conti avverte: “No a un uso ‘disinvolto’ dei dati”

AL CREDITO BERGAMASCO DI SIRMIONE NON RICONOSCONO L’EURO‏

Sirmione Le Colombare,un giorno di luglio di un Sestese in ferie gli viene la brillante idea di cambiare una banconota in suo possesso di 500 € per evitare discussioni nei negozi,I negozianti grandi o piccoli che siano quando arrivi alle casse con questo foglietto violaceo ti guardano storto e forse vorrebbero che li spendi tutti sempre dopo i controlli della cassiera,del direttore o del titolare operazione che manda in furia le persone in fila che vedono la cassa bloccata per i controlli della veridicità della banconota..Controlli che iniziano dallo squadrarti dal primo capello della testa ai piedi come se solo i capitani di industria possano avere una banconota da 500€ per passare al controllo manuale e poi per macchinetta e controllo matrice.
Quindi esco di casa con mia madre per recarmi alla filiale di banca più vicina a casa,premetto la casa non è di mia proprietà ma un bilocale in affitto estivo,prima di andare a fare un po’ di spesa al super e al mercato che si svolge il lunedì mattina è il venerdì sera.
La prima filiale che incontro è il Credito Bergamasco ed entro mentre mia madre col suo seggiolino e l’ossigeno mi aspetta fuori seduta su delle panchine di legno.
Entro è mi metto in fila,ci sono due operatori che momentaneamente sono occupati con altre persone e appena si sbriga circa una decina di minuti uno mi fa il cenno di avvicinarmi,
Mi reco allo sportello che in verità è un mini ufficio all’aperto del salone separato da una vetrata dal collega,e neanche mi siedo con la mia banconota in mano credo ingenuamente che cambiare 500€ non sia una cosa difficile e sopratutto che l’attesa era solo nella fila per aspettare il mio turno.
Appena mi vede con questa banconota in mano inizia a parlarmi in Tedesco,ma lo blocco subito e gli dico che sono Italiano e dovrei cambiare 500 €…
Vedo che cambia espressione e inizia a chiedermi i documenti,e dopo aver visto la mia patente ed essersi sincerato che ero io e non il bandito Giuliano mi chiede se ho il conto corrente al Credito Bergamasco e alla mia risposta negativa,bofonchia di un corso interno da lui frequentato dove li mettevano in guardia che in giro c’erano parecchie banconote false.
Io gli faccio presente che può accertare che sono vere tramite il numero di matrice e anche con delle macchinette e che non poteva essere che una filiale non avesse dei mezzi per testare la veridicità delle banconote in entrata e uscita.
Con in mano la mia patente e la banconota si allontana,seguito sempre dalla mia vista,,e si reca da un altra persona che penso sia il direttore di filiale o chi ne fa le veci con qui parla altri 5 minuti e gli lascia la mia patente e banconota quindi torna da me e mi invita di andare dal suo superiore.
Quest’ultimo mi chiede ancora se ho il Conto Corrente da loro e alla mia risposta negativa mi dice che non sono obbligati a cambiare la mia banconota da 500€ !!!e che avendo saputo da me che ho il conto all’Unicredit mi invita ad andare a cambiarla li e che è proprio di fronte a loro !?!
Ormai esausto e senza un filo d’aria esco infuriato più di venti minuti per non cambiare una banconota e gli dico a mia madre di aspettarmi li che dovevo andare all’Unicredit a cambiare la banconota , che non avrei mai più preso anche se me la dava una filiale di banca nessuna banconota superiore ai 100 €.
Prendo il mio Iphone e vedo che la filiale della mia banca non è di fronte a meno che non sia mimetizzata da negozio e che non è per niente sulla mia strada.
Entro finalmente nella filiale Unicredit e aspetto una decina di minuti il mio turno,anche se potevo fare tutto in pochissimi minuti col bancomat,ma volevo vedere se anche in Unicredit non riconoscevano l’Euro se presentatogli sotto forma di banconota da 500.
Quando è il mio turno mi avvicino al bancone consegno i miei 500 € e dopo che controlla la veridicità mi chiede in che tagli lo voglio cambiare…e mi risponde che non aveva nessun motivo per non cambiarlo dopo aver certificato che non era falso…
Circa mezz’ora per cambiare un 500 € e poi mi parlano di Europa Unita quando per cambiare una banconota dell’Unione in un paese dell’Unione è in banche dell’Unione ci vuole mezz’ora,siamo messi proprio bene !?!
Raggiungo mia madre che mi aspettava davanti al Credito Bergamasco e andiamo al mercato e poi al super e ce ne torniamo a casa e dopo mangiato mi siedo e mentre mi rilasso cercando di risolvere un Sudoku inizio a ragionare sulla mattinata mi riempio di domande che forse non avranno mai risposte…
-perché il commesso del Credito Bergamasco è diventato pignolo dopo che gli dico che sono Italiano?forse perché gli € tedeschi sono migliori di quelli Italiani,Greci o Spagnoli?
-perché dirmi che ha fatto il corso interno dove l’hanno avvisato della presenza di una massa di banconote false,forse pensa che sia un malvivente nella figura di falsario o complice di un falsario con il compito di cambiare in euro veri le opere di un qualsiasi amico o socio in affari?
-Se fanno problemi a cambiare banconote di grande taglio mi sorge il dubbio a chi sono utili e se servono sempre per acquisti legali o siano comode per acquisti illegali tipo droga ed armi o più comode da nascondere per un attraversamento di frontiera,pensate a quante banconote da 500 € in una 24 ore ci possano stare e che somma elevata è?
-Noi cittadini Europei dobbiamo coi nostri soldi salvare le banche,vedi Spagna,che non si fanno problemi a prenderseli anche se non hai il conto corrente da loro vedi Bankia,che almeno la Spagna ha statalizzato a quando la BankItalia la vediamo tornare al 100 % statale?E loro non ci cambiano una semplicissima banconota del valore di 500 € se non gli garba.
Le mie conclusioni sono che in un Europa che dovrebbe essere dei Popoli ma in realtà è un Europa delle banche i primi a creare problemi sono le banche stesse che quando fanno utili se li dividono i soci ,ora che qualche Banca rischia di fallire va a mungere alla Mucca Europa…e che quando un cittadino si rivolge a loro per un mutuo,un prestito o per cambiare una semplicissima banconota ti risponde che non sono obbligati…

Mutui: in banca poco credito e pratiche scorrette sulle polizze

Mutui: in banca poco credito e pratiche scorrette sulle polizze

Credito con il contagocce e solo supergarantito: le banche tengono alti i tassi non riducendo il loro guadagno e fanno la cresta sulle polizze. La nostra inchiesta con telecamera nascosta in quasi 200 agenzie bancarie svela le pratiche scorrette per la vendita di polizze abbinate ai mutui di cui sono beneficiarie.Di mutui se ne fanno pochi e quelli che si fanno si pagano cari perché le banche non rinunciano ai loro consistenti guadagni applicando al tasso di mercato (Euribor e Irs) uno spread altissimo. Oggi lo spread, cioè la fetta di guadagno della banca, arriva addirittura al 4,5%, portando i tassi dei mutui a valori molto alti che rendono insostenibili le rate. Insieme al mutuo, le banche ti rifilano anche le loro polizze vita di cui sono beneficiarie, e sui cui ci guadagnano. Anche se la legge lo vieta.

 

 


Come ti rifilo la polizza
 

L’Isvap, l’istituto di vigilanza delle assicurazioni, ha vietato alle banche di essere allo stesso tempo erogatrici dei mutui e beneficiarie delle polizze legate al mutuo stesso (scoppio e incendio e caso morte). Il nuovo regolamento, entrato in vigore il 2 aprile scorso, dovrebbe mettere fine a una pratica scorretta di cui fa le spese il cliente che, per ottenere il mutuo, è di fatto costretto a sottoscrivere la polizza sponsorizzata dalla banca, sborsando fino all’80% in più rispetto agli altri prodotti disponibili sul mercato. Siamo andati in 185 agenzie bancarie di 12 città a chiedere un mutuo di 100mila euro, durata 20 anni: nel 68% dei casi ci hanno offerto una polizza incendio e scoppio e nel 22% una polizza vita di cui la banca è beneficiaria. In chiaro conflitto di interessi e in barba alla legge.  Questo significa per chi chiede il mutuo un aumento enorme del premio: in media circa 6.800 euro, con punte di 21.600 euro. Di certo costi non giustificabili.

L’Isvap fa partire le ispezioni grazie alla nostra inchiesta
Abbiamo mandato i risultati della nostra inchiesta all’Isvap, l’Istituto di vigilanza delle assicurazioni, che ci ha assicurato che ci saranno le ispezioni per verificare che le banche e gli istituti finanziari si siano allineati alle nuove disposizioni di legge sulle polizze abbinate ai mutui. Ci hanno inoltre ribadito che nei casi di violazione accertata, il Codice delle assicurazioni prevede l’applicazione da parte dell’Isvap di sanzioni pecuniarie.


Nessun credito al Fondo
Per far aprire le casseforti delle banche anche ai giovani che hanno redditi precari e nessun santo in paradiso che possa fare da fideiussore per un mutuo impegnandosi a coprirlo in caso di insolvenza, dal settembre scorso è sceso in campo il governo con un Fondo di garanzia da 50 milioni di euro (www.diamoglifuturo.it/fondo-casa), destinato a coppie sposate under 35 e a single o coppie conviventi purché con figli minori. Questi soldi sono stati stanziati come garanzia per i mutui erogati da banche che hanno stipulato apposite convenzioni in cui si impegnano a offrire il finanziamento con uno spread massimo dell’1,20% fino a 20 anni di durata, dell’1,50% oltre i 20 anni. In pratica, gli istituti di credito che aderiscono devono limitare almeno alla metà gli spread solitamente applicati, riducendo il loro guadagno a favore di tassi più accessibili. Pochi lo fanno. Lo dimostra la nostra inchiesta nelle agenzie di otto città italiane dove abbiamo chiesto un mutuo nei panni di una coppia “semiprecaria” (lei con il posto fisso, lui no): quasi 9 agenzie su 10 hanno ignorato il Fondo dicendo di non conoscerlo. Solo nove sparute agenzie su 71 ci hanno fatto l’offerta di mutuo applicando lo spread previsto dal Fondo.

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