L’assistenza è un arte

L’assistenza è un’arte;

e, se deve essere realizzata come un’arte,

 richiede una devozione totale ed

una dura preparazione,

 come per qualunque opera

di pittore o scultore; 

con la differenza che non si ha a che fare

con una tela o un gelido marmo,

 ma con il corpo umano,

il tempio dello spirito di Dio.

 

E’ una della belle Arti

 

Anzi, la più bella delle Arti Belle”

 

 

Florence Nightingale

Le cause della raucedine e i rimedi migliori

Cosa fare in caso di raucedine e come evitarne la comparsa: piccoli accorgimenti per salvaguardare la nostra voce.

La raucedine non va considerata un problema incurabile, anche se in certi periodi dell’anno può cronicizzare e ripetersi più frequentemente, specialmente con l’arrivo dei primi freddi, o in situazioni particolari, come quando si parla a lungo e a voce molto alta. Si tratta solitamente di un’alterazione della voce, unadisfonia temporanea che può essere provocata da fattori tra i più disparati: le cause della raucedine possono essere molteplici e dipendere sia da farmaci, sia da infiammazioni o irritazioni delle corde vocali, quando non da patologie ben più gravi.

Le cause più frequenti della raucedine sono:

  • laringiti: le infiammazioni della laringe possono essere acute, quindi provocate da un virus, o croniche, legate ad altre manifestazioni patologiche.
  • reflusso laringofageo: chi soffre di problemi digestivi può avere una risalita dei succhi gastrici nella gola, che causano irritazione e problemi vocali.
  • affaticamento della voce: dovuto ad un cattivo utilizzo delle corde vocali per un tono di voce troppo alto tenuto sul lungo periodo, o a causa di urli prolungati (come dopo i concerti dal vivo).
  • noduli o polipi alle corde vocali: sono lesioni benigne che colpiscono prevalentemente chi utilizza la voce per lavoro, come i cantanti: si curano con la terapia della voce e con interventi di microchirugia.
  • emorragia alle corde vocali: recentemente balzata alla ribalta perché ha colpito la popstar Adele, l’emorragia può esere causata da uno sforzo eccessivo e va curata con assoluto riposo vocale.
  • tumore della laringe: la patologia più grave di tutte.
  • paralisi alle corde vocali: si solito si manifesta con problemi a respirare e a deglutire; la raucedine ne può essere una spia d’allarme.
  • utilizzo di farmaci: influiscono sull’idratazione delle mucose, provocando la raucedine.

rimedi migliori per contrastare la raucedine o evitarne la comparsa sono di solito molto naturali e consistono in piccoli accorgimenti da seguire quotidianamente: oltre a bere molta acqua, che aiuta le mucose a rimanere correttamente idratate e le corde vocali  lubrificate, vale la pena riscaldare la voce quando si sa di dover parlare a lungo o in luoghi dove non è possibile avere una corretta amplificazione. Inoltre evitate gli alcolici e la caffeina e, se lo fate, smettete di fumare: è dimostrato che il fumo provoca l’insorgenza dei polipi alle corde vocali e peggiora l’irritazione della laringe.

Operazione Pasticcini… Come finisce?

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Cari amici,

siete in tanti a chiedermi cosa é realmente successo all’interno del mio appartamento, dopo la pubblicazione del video “Operazione Pasticcini“, nel quale riprendevo alcuni Carabinieri commettere delle gravi infrazioni.

Beh posso solo anticipare che il video non finisce nel migliore dei modi, come più volte scritto alle ore alle 22.00 … 30 Carabinieri piombano nel mio appartamento, facendo una vera e propria irruzione. Il mio appartamento diventa il covo del “Boss o Criminale” più spietato e ricercato D’Italia. Vengo minacciato, insultato, denigrato ed abusato. Successivamente viene effettuata una perquisizione “NON AUTORIZZATA”, dove gli stessi devastano stanza dopo stanza.

Quanto accaduto all’interno del mio appartamento, sarà divulgato e condiviso “prossimamente”…

Preciso che: Quello che sentirete vi farà indignare, incazzare e provare profonda vergogna. Sinceramente anch’io oggi provo INDIGNAZIONE, VERGOGNA, RIBREZZO, ma solo per i “singoli soggetti”, e non per l’intera Arma dei Carabinieri.

La notte del 7 Giugno tra le 22.00 e le 3.00 del Mattino, 30 persone hanno CALPESTATO, DERISO, UMILIATO ED OFFESO LA MIA DIGNITÀ.

Andrea Mavilla.

Muore a 19 anni di cancro all’intestino per diagnosi sbagliata

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Layla Watts aveva solo 19 anni ed è morta di cancro dopo che diversi medici le avevano fatto una diagnosi sbagliata; Layla ha iniziato ad avvertire dei forti dolori allo stomaco e tra gennaio e febbraio è stata vista da 5 medici che le hanno diagnosticato sempre la stessa cosa: sindrome dell’intestino irritabile, patologia di cui soffriva sia la madre che la sorella. Con il passare delle settimane però la giovane ha inziato a lamentare anche stanchezza, mancanza di appetito e il 19 febbraio dopo una visita accurata hanno scoperto che si trattava di un tumore all’intestino che si era esteso anche al fegato.

Nonostante la chemioterapia le sue condizioni sono peggiorate ed è deceduta lo scorso 30 aprile; Layla, come ricorda la mamma nell’intervista al DailyMail era una ragazza frizzante e che ha cercato di lottare contro il cancro continuando anche ad aggiornare, come raccontato sempre dalla mamma il profilo Facebook dove aveva scritto che aveva il cancro ma che sarebbe guarita. Purtroppo non è andata così.

I genitori di Layla hanno anche raccolto molte sterline per la ricerca sul cancro; i medici in ospedale hanno detto di non aver mai visto un caso come quello di Layla perchè era molto giovane e questo cancro in genere si presenta soprattutto in uomini più anziani.

Photo Credits| Robert Mc Donald su Flickr

http://www.mondobenessereblog.com/

La fuga di giovani, il 51% è disposto ad espatriare

 

Coldiretti, il 51% dei giovani pronto ad andare all’estero
La maggioranza dei giovani (51%) sotto i 40 anni è pronta ad espatriare per motivi di lavoro perché non vede a breve nel futuro prospettive occupazionali. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti/Swg
– “Nel Paese più bello del mondo la maggioranza dei giovani (51%) sotto i 40 anni è pronta ad espatriare per motivi di lavoro perché non vede a breve nel futuro prospettive occupazionali”. E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti/Swg che evidenzia l’iportanza dell’impegno del presidente del Consiglio, Enrico Letta, per evitare la fuga all’estero dei giovani italiani.
“Sono pronti a lasciare l’Italia -sottolinea la Coldiretti- sia gli studenti (59%) che i disoccupati (53%), ma anche coloro che hanno già un lavoro (47%). Questo perché -precisa la Coldiretti- il 73% dei giovani ritiene che l’Italia non possa offrire un futuro contro solo il 20% che ha invece una visione positiva perché pensa in maggioranza che l’Italia abbia le competenze e creatività per uscire dalla crisi. I risultati si invertono tra i giovani agricoltori che -rileva la Coldietti- per la maggioranza relativa (45%) pensa invece che l’Italia possa offrire un futuro a conferma del fatto che, se inseriti in un contesto che offre spazio alla realizzazione personale, i giovani dimostrano di credere di più all’Italia”.
 

Desio 3 Febbraio 2008 V parte

Verso mezzogiorno lo obbligai ad andare a casa per mangiare con mia madre e gli dissi di non preoccuparsi se rimanevo un paio d’ore solo fino all’arrivo di mia madre e mia zia.

Sarebbe venuto un altra domenica il 10 e poi sarebbe tornato quasi tutto come prima quando il 13 mattina mi dimetterono ed entrando in casa trovai tutti ad aspettarmi,come dicevo prima come si aspetta l’arrivo di un neonato o meglio ancora di un soldato dato per disperso o morto in combattimento.

Alla fine anche io avevo combattuto contro il male e grazie al reparto di otorino di Desio avevo vinto,lo so avevo vinto solo la prima battaglia e la guerra era ancora lunga ma mi sentivo forte grazie anche ai miei parenti,sopratutto i miei genitori.

Coricandomi quella sera del 3 febbraio mi feci il proposito che avrei imparato a parlare con la voce esofagea e capii che la vita è una cosa meravigliosa dove niente ti è dovuto ma va conquistato con caparbietà ed onestà.

Ora stacco questo foglio e lo conserverò fra i miei ricordi di un quarantenne che trovandolo per caso è tornato indietro di più di 5 anni fa quando sembrava tutto finito ed invece era l’inizio di una nuova vita.

GiElle

 

 

Desio 3 Febbraio 2008 I parte
Desio 3 Febbraio 2008 II parte
Desio 3 Febbraio 2008 III parte
Desio 3 Febbraio 2008 IV parte
Desio 3 Febbraio 2008 V parte

La tiroidite: come si manifesta, come curarla

Tiroidite dolorosa

La tiroide è, come detto, una ghiandola a secrezione interna ciò significa che al pari di altre ghiandole del sistema endocrino riversa i suoi ormoni all’interno del corpo; sono ghiandole a secrezione esterna invece, quelle ghiandole che agiscono riversando i loro prodotti all’esterno del corpo, ad esempio le ghiandole sebacee, sudoripare, solo per citarne due.

 

L’energia, questione di tiroide

La tiroide svolge l’importante compito di secernere ormoni quali la Tiroxina e la Triiodotironina, sostanze queste che regolano il dispendio di energia da parte dell’organismo intervenendo nella sua produzione e non solo, a questi ormoni è affidato anche il compito di presiedere alla crescita armonica del corpo e delle cellule che lo compongono così come, quando eravamo nel “pancione ” della nostra mamma, il nostro cervello cresceva anche grazie alla tiroide.

Gli stessi grassi del sangue vengono utilizzati nel metabolismo dell’organismo proprio grazie a questa ghiandola endocrina e con meccanismi complessi alla tiroide è anche affidato il difficile compito di presiedere alla funzionalità del cuore, al buono stato di salute della pelle, delle unghie, compreso il benessere della nostra mente. In tutto ciò gioca un ruolo fondamentale lo iodio che è un componente essenziale della conformazione degli ormoni.

Le malattie della tiroide

In questa sede parleremo della tiroidite, ma le malattie della tiroide sono molteplici e saranno oggetto di trattazione nei prossimi argomenti. Dunque, tornando alla tiroidite tale patologia fa parte di quel gruppo di malattie definite autoimmuni, intendendo con questo termine quelle patologie causate dal fatto che l’organismo non riconosce più un proprio organo come ” suo “; attaccandolo con i propri anticorpi lo tratterebbe alla stregua di un comune nemico.

La tiroidite

Dunque, una delle malattie autoimmuni più frequenti a cui va incontro la tiroide è la cosiddetta tiroidite, una vera e propria infiammazione dell’organo dovuta all’attacco dello stesso organismo, come visto in precedenza. A soffrire maggiormente della patologia sono le donne che si ammalano cinque volte di più degli uomini ad un’età intorno ai 45 anni in su, ma non mancano i casi di tiroidite giovanile.

Per completezza di informazioni diciamo che la tiroidite autoimmune è anche nota come tiroidite di Hashimoto, ciò in quanto a scoprirla fu questo medico nipponico che la descrisse nei dettagli.

Le cause della tiroidite autoimmune

Della tiroidite autoimmune non si conosce una vera e propria causa scatenante, ma come spesso accade con questo tipo di malattie croniche, la predisposizione genetica e familiare potrebbe partecipare all’esordio della malattia, senza dimenticare però che alcune malattie infettive su base virale possono essere implicate anch’esse quali cause indirette, alla stregua degli stessi fattori ambientali e ormonali che possono partecipare parimenti alla malattia stessa.

La sintomatologia della tiroidite autoimmune

Spesso il paziente per lungo tempo, pur essendo affetto dalla patologia, non ravvisa alcun cambiamento del proprio stato di benessere, è solo col tempo che intervenendo una vera e propria alterazione della ghiandola, si verifica uno squilibrio degli ormoni secreti e solo in quest’epoca il paziente è indotto a recarsi dal proprio medico per lamentare una serie di sintomi che non riesce più a spiegarsi. La stanchezza cronica e soprattutto immotivata e protratta nel tempo è il sintomo principe che il malato lamenta al proprio medico curante segno che la tiroide sta cominciando a dare i segni di un malfunzionamento essendo di fatto interessata da quello che si definisce ipotiroidismo.

Al primo sintomo è spesso associata una palese difficoltà di concentrazione, un aumento ponderale abbastanza evidente, una continua difficoltà di concentrazione con perdita progressiva della propria performance psico-fisica, compresa la sonnolenza, la pelle secca, la perdita di peli e capelli e l’alterata resistenza al freddo rispetto ad un tempo.

sintomi sono generalmente lamentati tutti in sequenza uno dopo l’altro e difficilmente, nel caso di una tiroidite autoimmune ci si lamenta di solo uno o due di questi segni, visto che quando si giunge a lamentarsi di una sintomatologia costellata da diversi disturbi si è di fronte ad uno stato conclamato di infiammazione con conseguente riduzione di volume della tiroide stessa e perdita parziale o, addirittura totale della funzionalità dell’organo.

Diagnosi di tiroidite autoimmune

L’endocrinologo al quale ci si sarà rivolti su indicazione del proprio medico di famiglia, ravviserà l’esigenza di accertare lo stato della tiroide sottoponendo il paziente ad tutta una serie di esami ematici che consistono nella conta degli anticorpi anti-tireoglobuline e anti-perossidasi, ricordiamo l’origine della malattia autoimmune, oltre a definire altri importanti parametri circa la funzionalità della tiroide quali il dosaggio del TSH, del T3 e del T4, il tutto accompagnato da un’ecografia della tiroide che serve a delineare l’esatta morfologia e grandezza dell’organo e gli eventuali danni che abbia riportato.

Terapia della tiroidite autoimmune

Occorre dire che non esiste una cura della malattia, però si giunge ugualmente a guarigione invitando il paziente ad assumere farmaci a base dell’ormone tiroideo, tiroxina, che la tiroide non è più in grado di rilasciare come dovrebbe. Il paziente in questo modo giunge presto alla remissione dei sintomi, riprende una vita normale e, soprattutto, non dovrà ricorrere ad alcun intervento chirurgico per questo tipo di patologia.

Fonte: Tanta salute

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I cellulari? Solo il 23% degli italiani li usa per telefonare

Con il boom degli smartphone, un utente su tre preferisce attività social su Facebook, Twitter e Instagram o chattare su Whatsapp. In declino gli sms

 

 

LEGGI L’ARTICOLO 

smartphone ap 367Sms in crisi, per la prima volta le chat superano i messaggini

Lo scorso anno gli utenti iscritti alle chat hanno inviato 19 miliardi di messaggi, contro i 17,6 sms. Il sorpasso è certamente dipeso dalla grande diffusione di smartphone

C’erano una volta i telefoni cellulari che servivano per telefonare e – al massimo – mandare e ricevere “messaggini” sms. Oggi infatti meno di un italiano su tre (per la precisione il 23%) usa il telefonino per effetturare chiamate. Complice la sempre maggiore diffusione degli smartphone, un terzo degli utenti dichiara di usare il cellulare principalmente perattività social su Facebook, Twitter, Instagram e via dicendo. C’è poi un 26,4% che lo utilizza per chattare su Whatsapp, mentre solo il 9,7% si limita all’invio di sms.

Sono i numeri che emergono da un sondaggio realizzato da Kingston Technology per far luce come sia cambiato negli ultimi anni l’utilizzo dei “telefonini”. Chissà se Martin Cooper, ingegnere americano di Motorola, quel 3 aprile del 1973, mentre entrava nella storia con la prima chiamata effettuata da un portatile da 1,5kg, si era immaginato che 6 lustri dopo la sua invenzione avrebbe avuto questo tipo di evoluzione. Non a caso, se un tempo lo smarrimento più temuto era quello del portafogli (oggi lo è ancora per il 26,3%), oggi la maggior parte (32,9%) dichiara che la perdita più scioccante sarebbe proprio quella dello smartphone. Al secondo posto troviamo la perdita di un dente (19,7%) e solo al quarto le chiavi (11,8%).

Del resto lo smartphone può rispondere alle esigenze più disparate: tra le loro varie funzioni, vengono sfruttati dal 21,1% per distrarre i figli durante una cena al ristorante, evitando fastidiose scorribande tra i tavoli. Per contro, in alcuni casi possono alimentare le preoccupazioni di chi teme che possano svelare scappatelle e tradimenti: sebbene il 57,9% dichiari di non aver nulla da nascondere (o forse non è completamente sicuro della forma anonima del questionario), il 22,4% ammette, per evitare di essere colto in flagrante, di non lasciare mai il telefono incustodito; il 10,5% invece, mette al riparo le proprie attività telefoniche da occhi indiscreti inserendo un codice d’accesso al telefono.

A sottolineare come in pochi anni il boom degli smartphone abbia cambiato la vita a tanti italiani è il fatto che, solo cinque anni fa, il 41,3% degli intervistati riteneva impensabile che il cellulare avrebbe sostituito il navigatore satellitare, mentre il 26,7% non avrebbe mai pensato di poter identificare lecanzoni trasmesse dalla radio semplicemente aprendo un’app. E se la fotocamera integrata ha da tempo stravolto l’abitudine di scattare foto solo in vacanza, il 13,3% non si sarebbe immaginato di poterle ritoccare o arricchire con effetti speciali direttamente dal dispositivo mobile. In attesa di scoprire quali rivoluzionarie funzioni ci riserveranno i modelli del prossimo futuro: arriverà davvero il telefonino in grado di fare il caffè?

(Affaritaliani.it)