AMBIENTE E SALUTE Veleni e tumori, libro bianco di Giordano e Tarro

Dossier choc dell’istituto Pascale: a Napoli s’ammala di cancro il 47 per cento in più della popolazione rispetto al resto d’Italia. Un dato è impressionante ma non nuovo. Gli studiosi Antonio Giordano e Giulio Tarro lanciano l’allarme da anni. Denunce cadute nel vuoto.
Oggi, i loro studi, le indagini scientifiche, la raccolta di decine di pareri qualificati, diventano un libro bianco dal titolo “Campania, terra di veleni” che il Denaro pubblica in esclusiva.
Il testo è già disponibile in versione e-book e prenotabile in versione cartacea. Tutte le informazioni sono su denaro.it
“Avevo solo 15 anni – avverte Giordano – quando nel 1977 mio padre Giovan Giacomo, professore, primario anatomo patologo dell’Istituto per lo Studio e la Cura dei Tumori Pascale, pubblicava un libro bianco dal titolo: ‘Salute e ambiente in Campania’, edito dal Centro Studi di Politica Economica e Sociale Nuovo Mezzogiorno, nel quale denunciava la presenza di aree ad alto rischio tumori nella città di Napoli. Precorrendo i tempi, mio padre, coordinando un’equipe di studiosi napoletani, tracciava una mappa della nocività nella provincia di Napoli, evidenziando come la popolazione napoletana corresse maggiori rischi di ammalarsi nelle zone più industrializzate della città partenopea”.
Dopo 35 anni, Antonio Giordano, figlio dell’illustre anatomo patologo Giovan Giacomo, da ordinario di Anatomia & Istologia Patologica presso l’università di Siena e direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine di Philadelphia (Usa) insieme a Giulio Tarro, virologo e primario emerito dell’Azienda ospedaliera Cotugno di Napoli, chairman della commissione sulle Biotecnologie della Virosfera, Wabt – Unesco a Parigi, è autore di questo nuovo libro bianco che affronta le tematiche legate alla salute in Campania. Un libro che accende i riflettori anche sulle indagini epidemiologiche disponibili che mostrano quanto il territorio campano sia stato danneggiato dal dramma, di nuovo attuale, dei rifiuti. In vent’anni la morte per tumori in Italia e’ diminuita tra il 12 e il 15 per cento grazie alla prevenzione e miglioramento dlee cure. Per gli uomini la diminuzione è da 350 a 300 casi per 100 mila abitanti, per le donne da 220 a 200 casi per 100 abitanti. Nella zona rossa tra Napoli e Caserta è tutto in controtendenza: 400 casi per gli uomini e oltre 200 per le donne per ogni 100.000 abitanti.
Un’incidenza nettamente superiore anche alle altre province campane dove i tassi sono stabili e inferiori al dato nazionale. In totale 25 Comuni, circa 700 mila abitanti nella provincia di Napoli e 300 mila nel Casertano, in una zona fortemente degradata dal punto di vista ambientale.

 

Il dossier del Pascale

Settanta chilometri di terre, tra Napoli e Caserta, che fin dai dagli antichi romani producevano ogni genere di delizia. Oggi, invece, le statistiche sulle morti per cancro dell’Istituto contro la lotta ai tumori Pascale di Napoli raccontano tutta un’altra storia. La storia di un territorio che, spiegano gli esperti, nel giro di vent’anni, dal 1988 al 2008, probabilmente ha fatto impennare i decessi in 25 Comuni di quelle zone anche del 20 per cento, del 30 per cento e anche dell’80 per cento. Quella che gli esperti considerano la zona rossa si estende al Vesuviano a ridosso del Sarno al Casertano a ridosso del Volturno. La comunità scientifica non si sbilancia. Secondo le ipotesi del responsabile epidemiologia del Pascale, Maurizio Montella, che ha condotto lo studio elaborando dati Istat, una spiegazione potrebbe essere l’inquinamento prolungato delle matrici ambientali. “’Questa ipotesi spiegherebbe anche gli altri 4 Comuni fuori dalla zona rossa, a ridosso di Sarno e Volturno, i più inquinati d’Europa”. Ecco i dati Il linfoma non-Hodgkin è aumentato per gli uomini del 44% nella provincia di Napoli e del 58% nella provincia di Caserta, nelle donne del 79% nella provincia di Napoli e oltre il 100% in quella di Caserta. Per il mieloma gli aumenti vanno dal 40% a oltre il 100%. ”Sono tumori rari – spiega Montella -, sono quelli che vengono monitorati quando ci sono problemi con le centrali nucleari’”. Aumentano anche le morti per tumori al colon retto (+30%), dei dotti biliari (+50%), del pancreas (70%), del polmone (+30%), nonché dello stomaco (in Italia la media è -50%, tra Napoli e Caserta gli aumenti sono tra il 3% e il 10%), dei tessuti molli e della mammella. Leggera diminuzione per i tumori alla laringe e all’utero. ‘Il veicolo potrebbe essere l’acqua, non tanto quella potabile, ma quella dei fiumi e quella usata per le irrigazioni. Un inquinamento non massivo, ma prolungato e cronico, lento nel tempo.

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DANNI PROVOCATI DALL’AMIANTO: AGISCI SUBITO CON IL CODACONS Se sei rimasto vittima sul posto di lavoro o per esposizione ambientale a polveri di amianto malattie asbesto correlate, puoi agire con il CODACONS per il risarcimento del danno!

 



Vittima dell'amianto? Ottieni risarcimento del danno con il Codacons

Ogni anno migliaia di persone si scoprono affette da gravi patologie derivanti dall’esposizione a fibre di amianto: questo minerale è infatti responsabile di patologie gravi ed irreversibili, tra le quali anche una gravissima forma di cancro, denominata “Mesotelioma.

Molte persone gravemente ammalate non sanno che, con molta probabilità, la loro patologia deriva da lavori svolti – anche decine di anni fa – in posti di lavoro, quali cantieri, officine, fabbriche che producevano amianto o lavoravano manufatti che lo contenevano o semplicemente in fabbriche dove l’amianto era presente nei macchinari o sulle coperture. 

Nel 1992 con la legge n. 257 l’Italia ha messo al bando tutti i prodotti contenenti amianto, vietando l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione e la produzione di amianto e di prodotti contenenti tale minerale.

Ma questo pericoloso minerale aveva già minato la salute di migliaia di lavoratori che, come nel caso del mesotelioma, sviluppano la malattia asbesto correlata solo dopo 30 o 40 anni dal contatto.

Nonostante la legge, poi, non tutti i luoghi di lavoro che contenevano o lavoravano o semplicemente smaltivano l’amianto sono stati bonificati, cosicchè decine di persone si sono rivolte al Codacons avendo sviluppato patologie asbesto correlate solo perché abitavano in quartieri dove pericolose fabbriche sono state bonificate solo dopo più di quindici anni o, purtroppo, non lo sono state affatto.

Molti non sanno che quando un familiare si scopre affetto da tali gravi malattie anche i parenti che con essi vivono o che semplicemente li assistono sviluppano un autonomo diritto al risarcimento di quel danno che la giurisprudenza definisce come “danno parentale”. 
Se rientri tra i soggetti che si sono ammalati a causa dell’amianto o che hanno perso un familiare per tale ragione contatta il Codacons e fatti assistere nella causa di risarcimento del danno. 

Avv.Carlo Rienzi, presidente CodaconsPER OTTENERE UNA CONSULENZA GRATUITA scarica il modulo qui sotto:


compilalo ed invialo insieme a:

  • Copia della carta di identità e del codice fiscale e recapiti telefonici ed e mail per essere contattati
  • Cronistoria dell’accaduto
  • Documentazione sanitaria comprovante la patologia contratta (mesotelioma-asbestosi-broncopatie cronico ostruttive- carcinoma asbesto correlato- etc…)
  • Informazioni in tuo possesso sulla società presso la quale si è svolta l’attività lavorativa e sua attuale sede

a: 

CODACONS
Azione AMIANTO
Viale delle Milizie, 9
00195 Roma 

N.B – La mancanza di un qualunque documento non pregiudica l’azione. Invia comunque la busta con tutti i documenti in tuo possesso. 

La tua documentazione verra’ valutata gratuitamente da un team di professionisti che ti contatteranno direttamente per illustrarti la strategia migliore per richiedere il risarcimento dei danni subiti. 

L’invio della suddetta documentazione non costituisce conferimento di mandato giudiziario, ma e’ richiesta esclusivamente al fine del suddetto esame gratuito della propria situazione.

Se dopo questa consulenza vorrai essere assistito legalmente potrai farlo alle condizioni che ti saranno illustrate.

http://www.codacons.it/articoli/danni_provocati_dallamianto_agisci_subito_con_il_codacons_228513.html

Come gestire il morso di medusa I consigli dell’eco dottore nel caso in cui si venga morsi da una medusa.

meduse
L’ESPERTO 

Enrico PadianiL’ ECO DOTTORE

Enrico Pandiani

LA SITUAZIONE 

meduse 1Meduse in aumento, Mediterraneo compreso. Lo studio che lo dimostra

Una ricerca anglo canadese ha monitorato 45 dei 66 grandi ecosistemi marini. Le nostre coste tra le zone dove le meduse stanno crescendo di numero.

COME DIFENDESI 

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Arrivano nel Mediterraneo le “cubomeduse”: dello stesso gruppo delle velenosissime meduse australiane, sono urticanti ma non mortali.

IL VADEMECUM 

punture e morsi dell'estateInsetti, meduse, scorpioni e vipere: ecco il vademecum salva vacanze

Poche e chiare regole per affrontare morsi e punture dell’estate e il numero attivo 24 h su 24 da chiamare in caso di emergenza.

Dell’eco dottoreEnrico Pandiani – D’estate può accadere di essere morsi da una medusa. Raramente questo mette a repentaglio la nostra vita e questo perché, fortunatamente, le specie altamente tossiche non sono molto diffuse sullenostre coste, ma la possibilità non è da escludere. Nel caso in cui questo si verificasse non bisogna aspettare, ma è necessario recarsi in ospedale il prima possibile.

Per alleviare il morso di medusa ecco alcuniconsigli utili:

1. Mantenere la calma appena si viene morsi: è difficile, infatti, che il morso sia letale.

2. Uscite dall’acqua il prima possibile perché potreste avere difficoltà a nuotare per il dolore.

3. Rimuovete i resti dei tentacoli usando un coltello o una carta di credito o la stessa sabbia e risciacquate con acqua di mare: non usate acqua dolce perché può aumentare il dolore! Piccolo dettaglio: non levate i tentacoli a mani nude.

4. Disattivate la sostanza urticante. Per fare ciò avete bisogno di qualcosa di acido. Usate dell’aceto bianco (acido acetico) oppure della papaia (la papaia è un enzima molto efficace) o del bicarbonato di sodio e ripulite la zona interessata con un fazzoletto.

5. Fare una doccia molto calda. 15-20 minuti di calore riescono a disattivare la sostanza urticante.

6. Gli antistaminici possono servire per evitare reazioni allergiche e limitare quelle anafilattiche.

7. Consultate un medico al più presto. Nel caso la zona sia stata attaccata severamente è spesso utile avvolgerla con delle garze per evitare infezioni.