Come gestire il morso di medusa I consigli dell’eco dottore nel caso in cui si venga morsi da una medusa.

meduse
L’ESPERTO 

Enrico PadianiL’ ECO DOTTORE

Enrico Pandiani

LA SITUAZIONE 

meduse 1Meduse in aumento, Mediterraneo compreso. Lo studio che lo dimostra

Una ricerca anglo canadese ha monitorato 45 dei 66 grandi ecosistemi marini. Le nostre coste tra le zone dove le meduse stanno crescendo di numero.

COME DIFENDESI 

cubo meduseMediterraneo: avvistate le prime “cubomeduse” urticanti

Arrivano nel Mediterraneo le “cubomeduse”: dello stesso gruppo delle velenosissime meduse australiane, sono urticanti ma non mortali.

IL VADEMECUM 

punture e morsi dell'estateInsetti, meduse, scorpioni e vipere: ecco il vademecum salva vacanze

Poche e chiare regole per affrontare morsi e punture dell’estate e il numero attivo 24 h su 24 da chiamare in caso di emergenza.

Dell’eco dottoreEnrico Pandiani – D’estate può accadere di essere morsi da una medusa. Raramente questo mette a repentaglio la nostra vita e questo perché, fortunatamente, le specie altamente tossiche non sono molto diffuse sullenostre coste, ma la possibilità non è da escludere. Nel caso in cui questo si verificasse non bisogna aspettare, ma è necessario recarsi in ospedale il prima possibile.

Per alleviare il morso di medusa ecco alcuniconsigli utili:

1. Mantenere la calma appena si viene morsi: è difficile, infatti, che il morso sia letale.

2. Uscite dall’acqua il prima possibile perché potreste avere difficoltà a nuotare per il dolore.

3. Rimuovete i resti dei tentacoli usando un coltello o una carta di credito o la stessa sabbia e risciacquate con acqua di mare: non usate acqua dolce perché può aumentare il dolore! Piccolo dettaglio: non levate i tentacoli a mani nude.

4. Disattivate la sostanza urticante. Per fare ciò avete bisogno di qualcosa di acido. Usate dell’aceto bianco (acido acetico) oppure della papaia (la papaia è un enzima molto efficace) o del bicarbonato di sodio e ripulite la zona interessata con un fazzoletto.

5. Fare una doccia molto calda. 15-20 minuti di calore riescono a disattivare la sostanza urticante.

6. Gli antistaminici possono servire per evitare reazioni allergiche e limitare quelle anafilattiche.

7. Consultate un medico al più presto. Nel caso la zona sia stata attaccata severamente è spesso utile avvolgerla con delle garze per evitare infezioni.

Rischi d’estate. Ecco come tutelarsi

Annegamenti, fulmini, serpenti e insetti. I mesi estivi nascondono mille insidie. Come difendersi dagli inconvenienti stagionali

rischi

Dai ricci di mare alle meduse i rischi più frequenti d’estate e i migliori rimedi – LE FOTO

Le più rischiose attività estive

GENIO

undefined

Rischi per l’estate

Leggi passate in sordina, ladri e animali abbandonati

Giornate al mare o in piscina, passeggiate in montagna o lavori di giardinaggio nel cortile di casa. L’estate offre innumerevoli giochi e passatempi, ma non tutte le attività di stagione sono prive di rischi. Annegamenti, scottature, fulmini, vipere e serpenti, ma anche semplici punture d’insetti, causano ogni annoospedalizzazioni e, nei casi più drammatici, decessi. L’Istituto Superiore di Sanità mette in guardia dai rischi che si corrono nei mesi più caldi dell’anno. Ecco come evitare incidenti anche mortali.

Serpenti e vipere

Tra i pericoli legati alla stagione calda vi è indubbiamente il rischio di essere morsi daserpenti e vipere. In Italia le specie di serpenti sono numerose, ma soltanto 4 di queste sono velenose. Le vipere, invece, il cui morso è mortale solo in rari casi, sono diffuse in tutte le regioni, con l’eccezione della Sardegna, sia in pianura che in montagna. Il loro habitat naturale è rappresentato da pietraie, sterpi, arbusti ed erba alta, luoghi incolti e relativamente poco frequentati dall’uomo. La probabilità di essere morsi varia in relazione all’attività praticata: quelle all’aperto, in particolare agricoltura, pastorizia, escursionismo, facilitano il contatto. Nel corso del tempo, il fenomeno, seppur raro, è aumentato: se negli anni Settanta morivano in media 5 persone l’anno, dagli anni Novanta il numero di decessi è raddoppiato.

Api, zanzare, ragni, meduse
Le punture di api (molto pericolosa è la mellifica), vespe, calabroni e bombi possono risultare pericolose perché in grado di scatenare reazioni allergiche. Il rimedio in questi casi è estrarre il pungiglione e applicare ghiaccio sulla parte colpita.  
Le zanzare, presenze immancabili delle stagioni estive, sono sempre state considerate animali fastidiosi ma innocui. Negli ultimi anni la situazione è notevolmente cambiata.
Come se non bastasse, il 2010 non ci vedrà combattere soltanto (si fa per dire) la comune zanzara tigre(Aedes albopictus), che portò nel 2007 in Emilia l’epidemia di Chikungunya, ma il nuovo pericolo è rappresentato dalla Aedes Aegypti. Entrambe le specie sono in grado di trasmettere la febbre gialla: i vettori del virus sono infatti tutte le zanzare del genere AedesHaemagogus e trasmettono l’elemento patogeno con la puntura, anche se in Europa non sono mai stati finora riscontrati contagi.
Il ragno di Volterra è un’altra insidia estiva. Farmaci a base di gluconato di calcio e solfato di magnesio sono le soluzioni di primo soccorso. 
Nuovi pericoli incombono nel Mediterraneo, dove sono state individuate tre nuove specie di meduse: la bellissima e non urticante Phyllorhiza punctata che viene dal Canale di Suez, la Drymonema dalmatinum, con un diametro anche di un metro, la Mnemiopsis leidyila, che vive sul fondo del mare con i tentacoli verso l’alto.

Fulmini
Sono circa mille all’anno i morti nel mondo causati da fulmini caduti durante uno dei 16 milioni di temporali che annualmente imperversano nella Terra, principalmente nella fascia equatoriale. In Italia cade annualmente un milione di fulmini, in media, 2 per km quadrato, colpendo la superficie terrestre circa 100 volte al secondo. Negli ultimi 30 anni a perdere la vita per folgorazione sono state 600 persone, in maggioranza uomini (80,3%), la cui età media supera di poco i 40 anni. Eventi drammatici che sono oggi meno frequenti che in passato: all’inizio degli anni Settanta morivano mediamente 40-45 persone all’anno, contro le 7-10 degli ultimi anni. In caso di temporale improvviso comunque è sempre bene seguire alcune semplici regole per minimizzare i rischi e evitare di affrontare con superficialità l’evento, soprattutto se si è in montagna.

Annegamenti
Sono circa mille ogni anno in Italia i casi di incidenti in acqua che si concludono con decessi e ricoveri. Secondo uno studio del reparto Ambiente e Traumi dell’Istituto Superiore di Sanità effettuato sulla base della consultazione delle schede di morte e delle schede di dimissione ospedaliera nel periodo compreso tra il 1969 e il 2002, per annegamento sono morte 25.850 persone, quattro su cinque di sesso maschile. L’annegamento è un fenomeno collegato alle attività di balneazione nell’ambiente marino, ma non appare così strettamente legato alla presenza di coste e spiagge. Può destare sorpresa, infatti, che sia la Lombardia a presentare in valori assoluti la mortalità più elevata. Le regioni invece che presentano i tassi di mortalità più elevati sono la Valle d’Aosta, il Trentino Alto Adige, la Sicilia e la Sardegna, a dimostrazione del fatto che il mare non è il principale colpevole delle tragedie: anche fiumi, laghi e acque “controllate” (piscine pubbliche e private), infatti, rivestono un ruolo importante. In particolare, nelle zone dei grandi fiumi e laghi lombardo-veneti (BergamoBresciaMantovaVerona) ad aggravare il fenomeno contribuiscono altri fattori di rischio quali la pesca, le attività di balneazioni in acque non sorvegliate in cui, tra l’altro, vi è una maggior difficoltà di galleggiamento.