Sisa, la super-devastante droga

A cura di Nocensura.com

Ieri Le Iene hanno trasmesso un servizio sulle condizioni di estremo degrado in cui vivono i cittadini greci più poveri, quelli che hanno perso la casa vivono in strada, dove da un paio d’anni si sta diffondendo a macchia d’olio una devastante droga sintetica, derivata dall’acido delle batterie: la sisa.

Una droga che genera violenza, e devasta, nel giro di pochi mesi, il corpo e la mente di chi la assume.

Il servizio delle Iene potete guardarlo QUI sul sito di Mediaset.

Sullo stesso argomento, ovvero la povertà dilagante in Grecia, il forte aumento dei senzatetto che vivono in strada e sull’uso della droga sopracitata, vi consigliamo di guardare il documentario che vi proponiamo di seguito: MOLTO PIU’ COMPLETO di quello delle Iene.

Mentre il servizio delle Iene, pur interessante, si concentra sulla droga, questo illustra il degrado sociale che ha condotto a questa situazione; spiega come tantissime persone che hanno perso tutto siano finite in strada, e il trattamento che ricevono a quel punto dalle autorità.

Il governo di Atene ha fortemente ridotto gli stanziamenti per i poveri, e questo si è tradotto in minore assistenza ai senzatetto: abbandonati praticamente a se stessi, e anzi, trattati come un PROBLEMA. Chi non è tossicodipendente e finisce a vivere in strada, molto spesso, lo diventa; e in breve, contrae qualche malattia.

La Polizia nei mesi scorsi ha iniziato a fare, su ordine del ministero, veri e propri “rastrellamenti”, per confinare i poveri nelle periferie: dove passano inosservati agli occhi degli altri cittadini…

Se avete guardato il servizio delle Iene e vi è piaciuto, non perdetevi Sisa: la cocaina dei poveri documentario in inglese, sottotitolato italiano. Durata: 30 minuti circa.

– Sisa: la cocaina dei poveri – Parte 1
Sisa: la cocaina dei poveri – Parte 2

PS: In chiusura, nella seconda parte del documentario, l’autore si chiede se questo sia “il destino dell’Italia e delle altre nazioni colpite dall’austerity“…

Alessandro Raffa per nocensura.com

Attenzione al fenomeno del PHISHING !

ATTENZIONE AL “PHISHING” !!!

Clicca per ingrandire l’immagine.
Come evidenziato, nonostante il sito abbia le sembianze di quello della Vodafone, 
si tratta di una truffa ordita per carpire i dati personali della carta di credito.


Nei giorni scorsi alcuni utenti vodafone hanno ricevuto email e sms truffaldini che invitano a visitare un sito – per esempio clubgratis.it, vodaf.net – per attivare promozioni. Ovviamente gli sms e le email in questione non provenivano da Vodafone, ma da truffatori. Vediamo come funziona.

Il sito ha le sembianze di quello originale, ma è ospitato da un indirizzo differente, e servono per carpire i dati delle CARTE DI CREDITO.

Ovviamente la questione non riguarda solo Vodafone, ma anche altre compagnie: recentemente sono stati segnalati casi riguardanti Teletu e Alice Adsl. Molti, essendo iscritti a tali servizi, prendono per buoni sms ed email che sembrano mandati dall’azienda che fornisce un servizio.

VERIFICATE SEMPRE di essere sul sito UFFICIALE e ISTITUZIONALE dell’azienda in questione, prima di inserire i Vostri dati, e in caso di dubbi contattate il servizio di assistenza clienti.

DIFFIDATE dei siti con indirizzo URL non conforme all’azienda: clubgratis.it, vodaf.net etc: in alcuni casi può cambiare anche solo una parola!

Il Phishing è un fenomeno che riguarda anche Facebook: ci sono siti web che hanno le sembianze della home di Facebook con lo scopo di rubare i dati di accesso, oppure chiedono di effettuare il “log-in” da una falsa finestra Facebook.

PRESTATE SEMPRE ATTENZIONE!

Staff nocensura.com

“La meglio Italia”, i Volontari VVFF e protezione civile, ecco come arruolarsi

Vigili del Fuoco Volontari di Vigo di Fassa

Quando si parla di “Stato” la reazione della maggioranza dei cittadini è quella di “mettersi le mani nei capelli”; la nostra attenzione finisce spesso sugli sprechi e sulle inefficienze, dimenticandoci delle cose che funzionano: come i Vigili del Fuoco, tra cui i cittadini Volontari: che indossano la divisa senza alcun compenso, solo per passione e spirito di servizio, sempre pronti nel momento del bisogno per prestare soccorso ed essere vicini in occasione di tutte le calamità. 

L’articolo spiega inoltre come si diventa “Vigili del Fuoco Volontari”: coloro che sono interessati possono fare richiesta, sono richiesti alcuni requisiti non troppo stringenti. Non dimentichiamoci di ringraziare, infine, anche i Volontari della “Protezione Civile” e delle Misericordie. Prestare servizio  volontario nei corpi di protezione civile ed in particolare nei Vigili del Fuoco, oltre ad essere utile alla società è sicuramente un’ottima occasione per fare preziose esperienze di vita interessanti.

Staff nocensura.com
Il Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco nasce nel 1941, composto dai Vigili del Fuoco Permanenti e dai Vigili del Fuoco Volontari. Oggi, come allora, i Vigili del Fuoco Volontari sono Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco del Ministero dell’Interno.
I vigili del fuoco volontari, nel momento in cui hanno il decreto di nomina, hanno gli stessi obblighi dei vigili permanenti ed hanno, durante l’espletamento delle funzioni, la qualifica di Agente o Ufficiale di Polizia Giudiziaria, a seconda del grado che possiedono. Le squadre di volontari dipendono dal Comando Provinciale e possono operare tutti i giorni dell’anno.
Il personale volontario, a differenza di quello permanente, non è vincolato da un rapporto di impiego e svolge la sua attività ogni qualvolta se ne manifesti il bisogno.
In occasione di pubbliche calamità o catastrofi, il personale volontario può essere chiamato in servizio temporaneo e destinato in qualsiasi località. Oppure, in caso di particolari necessità, può essere inoltre chiamato in servizio temporaneo nel limite di 20 giorni. In queste circostanze, i datori di lavoro per i quali i volontari lavorano stabilmente hanno l’obbligo di lasciare disponibili questi dipendenti, ai quali deve essere conservato il posto occupato.
I vigili del fuoco volontari sono obbligati a frequentare periodici corsi di addestramento pratico presso i comandi provinciali VV.F. di residenza. Hanno in dotazione sia la divisa, che è simile a quella dei vigili del fuoco, che il relativo equipaggiamento, ovviamente da restituire nel caso in cui ci si cancella dagli elenchi del personale volontario.
I vigili volontari sono quei cittadini italiani, di ambo i sessi, che, in possesso dei requisiti richiesti per legge, fanno espressa richiesta di iscrizione nei quadri del personale volontario del Comando prov.le VV.F. di residenza. Generalmente lavorano in propri distaccamenti dotati di mezzi antincendi, presenti in quasi tutto il territorio italiano, e partecipano alle operazioni di soccorso con proprie squadre di intervento al pari dei vigili permanenti.
Nei comandi dove non esistono dei distaccamenti volontari, i vigili volontari in servizio vengono inseriti nelle squadre di soccorso dei vigili permanenti.

Come si diventa Vigili del Fuoco Volontari

I cittadini che intendono arruolarsi nei quadri volontari del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco devono inoltrare la domanda presso il Comando provinciale di residenza, o presso il Comando dei Vigili del Fuoco della provincia limitrofa, nel caso si desideri essere impiegati presso quest’ultima provincia, con i seguenti requisiti:
  • Cittadinanza Italiana, uomo o donna, con un’età compresa tra i 18 ed i 45 anni.
  • Godere dei diritti politici e non essere stati dispensati o licenziati dall’impiego presso la Pubblica Amministrazione.
  • Diploma di istruzione secondaria di primo grado (licenza media inferiore)
  • Idoneità psicofisica e attitudinale (accertata dai competenti Comandi Provinciali)
  • Requisiti di qualità morali e di condotta (art. 35 comma 6 Decreto Legislativo 165/2001)
  • di non incorrere nei casi di incompatibilità previsti dall’art. 8 D.P.R. 6 febbraio 2004, n. 76
È incompatibile con la posizione di Vigile Volontario a domanda:
  • il personale permanente in servizio nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco;
  • il personale delle Forze Armate, delle Forze di Polizia e delle altre istituzioni pubbliche preposte all’ordine ed alla sicurezza pubblica, con eccezione degli appartenenti ai Corpi di Polizia degli enti locali, previo nulla osta delle amministrazioni competenti;
  • gli amministratori di società e dei titolari di impresa che producono, installano, commercializzano impianti, dispositivi e attrezzature antincendio e dei titolari di istituti, enti e studi professionali che esercitano attività di formazione, vigilanza, consulenza e servizi nel settore antincendio;

Gli effetti devastanti del Krokodil, la nuova droga russa [Fotogallery e video]

 
Le immagini che state per vedere sono per gente di stomaco forte. Si tratta di un video e di una gallery fotografica che evidenziano quelli che sono gli effetti del Krokodil, una potente droga tirata fuori dal cilindro dai narcotrafficanti di Russia. Nota ai più come coccodrillo o desmorfina, fa divenire i soggetti dipendenti dopo solo due iniezioni, avendo sull’organismo tre volte più devastante dell’eroina, pur avendo prezzi dieci volte più bassi. La cosa che la sta facendo diffondere a macchia d’olio, è la possibilità di farsela in casa, poiché gli ingredienti sono facilmente reperibili: codeina (sostanza presente in molti farmaci contro il mal di testa), benzina, olio detersivo industriale, iodio.
Una volta che se ne diviene consumatori, gli effetti sul corpo sono da subito evidenti: il Krokodil squarcia la pelle proprio come le scaglie della pelle del coccodrillo e devasta gli organi interni muovendosi piano piano verso il cervello. Chi fa uso di questa droga può vivere al massimo da uno a tre anni e la percentuale che sin qui è riuscita ad uscire dalla dipendenza dal Krokodil è solo dell’1%. Incredibile.




 

 



fonte: controcopertina.com

Prima di entrare in un supermercato ricordati queste 8 cose

DiscountFare la spesa nel supermercato sembra una attività innocua.
Tutti facciamo la spesa almeno una volta a settimana senza però prestare troppa attenzione a ciò che accade dietro le quinte del supermercati.
Il nostro modo di comprare è diventato una scienza fra le più studiate e con il maggior numero di ricercatori nel mondo.
“I ricercatori del marketing hanno lavorato per anni per essere sicuri che l’acquirente comune guardi più prodotti possibili durante la spesa, perché più vedono, più comprano”, questo è ciò che ha detto Marion Nestle, autrice di What to Eat: An Aisle-by-Aisle Guide to Savvy Food Choices and Good Eating.
Quindi se vuoi essere un acquirente intelligente leggi questi trucchetti e segreti nascosti nel supermercato.
1. I carrelli della spesa sono sporchi.
In accordo con gli studi fatti sui carrelli, più del 60% di questi danno rifugio a batteri coliformi (la specie di batteri che si ritrova sulle toilette pubbliche!). Il Dr. Chuck Gerba, microbiologo dell’Università di Arizona dice: “Questi batteri potrebbero venire dalle verdure non ancora lavate, dai salumi non ancora spellati, dalle mani sporche dei clienti o dai bambini che si siedono nei carrelli. Basta pensare che dove avete messo i broccoli pochi minuti prima si trovava il sedere di un bambino”. Secondo gli studi fatti da Gerba e sui collaboratori, i carrelli della spesa hanno più batteri di tutte le superfici da loro studiate, incluse le tavolette del wc e i poggiatesta dei treni. Per evitare di sporcarsi con questi fastidiosi batteri Gerba suggerisce di pulire il manico del carrello con dei fazzoletti igienizzati e di lavarsi le mani dopo aver fatto la spesa.

2. I cibi “amici dei bambini” sono disposti alla loro altezza.
Chiunque faccia la spesa con dei bambini sa che deve porre attenzione alle cose che questi prendono e buttano nel carrello. Marion Nestle dice: “Dico sempre ai genitori di non fare mai la spesa con i figli. Le scatole con su disegnati dei cartoni animati sono sempre posizionati negli scaffali più bassi dove anche i bambini ai primi passi possono arrivare”. Un viaggetto nel corridoio dei cereali ve lo confermerà, Tara Gidus della American Dietetic Association dice: “I cereali zuccherati sono al livello degli occhi dei bambini, mentre quelli salutari e ricchi di fibre sono negli scaffali più alti”. È la stessa situazione che si ritrova ai registratori di cassa dove le caramelle e le gomme sono strategicamente posti per incoraggiare acquisti impulsivi di adulti e bambini che posso facilmente afferrare questi piccoli prodotti.
3. Affettano e tagliano i cibi in modo da poter aumentare il prezzo.
Nel reparti cibi freschi possiamo trovare delle belle fette di anguria già tagliate o verdure e insalata fresca lavate e tagliate. Nella zona macelleria il petto di pollo come anche le bistecche sono già affettate e anche marinate, pronte per essere cotte. Non si può negare che questi cibi già tagliati rendano la vita più facile a anche i nutrizionisti concordano sul fatto che ciò fa aumentare il consumo di vegetali o frutta e quindi è una buona cosa per la salute. Bisogna però almeno tener presente che si sta pagando un sovraccarico di prezzo abbastanza elevato (alcune volte più del doppio, basta leggere il prezzo al chilo e non della singola confezione) per una cosa che potremmo fare da soli.
4. I cibi che fanno bene alla salute sono nascosti!
L’esempio classico è quello della pasta integrale che è posta negli scaffali più bassi o anche i cibi biologici che spesso hanno un piccolissimo scaffale tutto loro vicino ai cibi etnici.
5. Le esposizioni alla fine della corsia sono lì per distrarti dalla tua missione.
Marion Nestle dice: “Le compagnie alimentari pagano i negozi per posizionare i loro prodotti dove possono essere visti più facilmente, come ad esempio nelle esposizioni alla fine delle corsie”. Il concetto è quello di posizionare oggetti ad alto profitto o anche gruppi alimentari come le cioccolate per ispirare acquisti compulsivi; e anche se alcune volte queste esposizioni sono usate per promuovere articoli in offerta le persone comprano anche se non ci sono offerte. Il Dr. Brian Wansink direttore del Laboratorio Food and Brand dell’ Università di Cornell e autore di Mindless Eating dice: “Le persone comprano il 30% in più di prodotti che sono posizionati nelle esposizione di quelli a metà del corridoio, anche perché pensiamo che il vero affare si trova alla fine”.
6. Gli affari non sempre sono affari.
Chi può resistere ad offerte tipo “Compra 5 e ne hai uno gratis”, o “3 per un Euro”? Apparentemente solo poche persone. Il Dr. Brian Wansink dice: “Ogni volta che vediamo un numero in un cartello pubblicitario su uno scaffale compreremo circa il 30% in più di quel prodotto di quanto intendevamo comprare” e quindi se compri di più di quanto hai bisogno non sarà necessariamente un affare! O ancora peggio ti farà consumare di più, sempre Brian Wansink ci dice: “Una volta che il prodotto è in casa lo mangerete anche senza volerlo… è così un peccato buttare il cibo”. Infine se una scatola ad esempio di tonno è pubblicizzata ad un prezzo più basso di un’altra fate attenzione alla quantità di tonno nella scatola e cercate di leggere qual’è il prezzo al chilo. Aggiungo un commento del post su questo tema di protonutrizione: “Avendo studiato marketing conosco questi trucchi ed altri, alcuni dei quali sono effettivamente molto efficaci. Uno ad esempio è mettere l’indicazione “Promozione” “Offerta speciale” o simile senza per questo variare il prezzo del prodotto. Immancabilmente il tasso di rotazione di quel prodotto aumenterà in quando il consumatore tende a non memorizzare i prezzi dei prodotti, particolarmente se non si tratta di un bene ad acquisto ripetuto. La cosa funziona ancora meglio se questi prodotti con riduzione di prezzo non effettiva sono all’interno di una più ampia offerta promozionale con prodotti che hanno avuto un effettiva riduzione e gli esempi potrebbero continuare. Conoscendoli si riesce a non subirne gli effetti negativi ed a volte a sfruttarli a proprio vantaggio”.
7. Camminerai nel negozio seguendo una strada obbligata.
Non solo il percorso come tutti sanno è sempre obbligato a causa della disposizione degli scaffali ma nei grandi supermercati spesso siamo obbligati a seguire un percorso senza accorgercene. Il percorso “obbligato” è infatti creato senza barriere architettoniche ma seguendo i bisogni primari degli acquirenti tipo il pane, la pasta, il latte e le verdure; seguendo questi percorsi ci troveremo con il 60-70% di prodotti in più di quanto avevamo preventivato.
8. Non puliscono sempre come dovrebbero.
Gli ispettori dell’Ufficio di Igiene spesso (almeno spero) controllano i supermercati alla ricerca di eventuali irregolarità. Potete però fare una piccola ispezione da soli. Vi può bastare passare il dito sulla parte alta degli scaffali per ritrovarlo pieno di polvere. Se poi vedete delle mosche sappiate che possono portare dei batteri e, infine, se c’è polvere sulle confezioni evitate di comprarle.

Fonte: psichesoma.com tratto da ecplanet.com

La “mucca pazza” è già stata dimenticata: l’UE riapre all’uso di farine animali

A 12 anni di distanza dalla pandemia di “encefalite spongiforme bovina” alias “mucca pazza“, con 190mila casi accertati nel mondo e 225 morti ufficiali, di cui 2 in Italia, per la variante della malattia che attacca l’uomo, l’Unione Europea permetterà nuovamente agli allevatori di nutrire i bovini con le cosiddette “farine animali“, ovveroscarti di macelleria.

Secondo loro la malattia fu provocata dall’utilizzo di carcasse infette, e non dal fatto che i bovini sono animali erbivori non biologicamente concepiti per mangiare derivati animali, ma anche nella “comunità scientifica” non mancano gli scettici. 

Con la definizione “comunità scientifica“, si comprende, purtroppo, anche scienziati e medici sul libro paga delle lobby che sostengono – alcuni degli esempi più eclatanti – che l’uranio impoverito non sia nocivo, oppure che non lo siano gli inceneritori, e via dicendo…

Perché vogliono utilizzare farine animali? Ovviamente la questione è puramente economica: le cosiddette “farine animali” non solo costano molto meno dei mangimi vegetali, trattandosi di scarti di macelleria: (praticamente tutto ciò che viene scartato dalla lavorazione delle carni, finisce nel tritacarnema fanno anche ingrassare velocemente gli animali, per la gioia degli allevamenti. Il fatto che i bovini non siano concepiti per digerire derivati animali, per loro non è importante. Le regole stabilite da Madre Natura sono sacrificabili, all’altare del profitto. Come la salute pubblica, del resto.



Mentre l’intestino dei carnivori è corto, e consente una rapida espulsione del cibo ingerito, quello dei bovini, erbivori, è lunghissimo, e mangiando carne, assorbono tutte le tossine rilasciate dalla decomposizione della stessa che avviene nell’intestino: una questione chesecondo molti scienziati riguarda anche gli esseri umani. Le differenze tra gli apparati digerenti di carnivori, erbivori ed onnivori sono ben evidenziati nell’articolo “Non siamo fatti per essere carnivori: l’evidenza fisiologico-strutturale del corpo umano“. Chi vuole approfondire la questione può leggere “I rischi per chi mangia carne e Cosa comporta mangiare la carne, scritto da un giornalista carnivoro

Ma torniamo ai bovini. Di seguito riporto il commento pubblicato da Fausto Carotenuto di coscienzeinrete.net:


Il bue si riempirebbe dunque di tutte le tossine possibili se improvvisamente diventasse carnivoro. In particolare si riempirebbe di acido urico e di urati. Ora gli urati hanno l’abitudine di avere un debole per il sistema nervoso e per il cervello. Se il bue mangiasse direttamente della carne, ne risulterebbe una secrezione di una quantità enorme di urati che si depositerebbero nel cervello e il bue diventerebbe folle.” Questo diceva Rudolf Steiner 90 anni fa. Era il risultato di una profonda ricerca scientifico spirituale. Poi rivelatasi accuratissima al momento dell’esplosione dello scandalo mucca pazza. Le mucche venivano allevate con farine animali… e una parte di loro impazziva! E chi mangiava la carne di quelle mucche in taluni casi contraeva un morbo mortale. La lezione non è bastata.. e il profitto ora ha piegato i falsi scienziati e gli organi di controllo europei a riaprire le porte alla nutrizione animale per le mucche!
Ma ormai sappiamo come stanno le cose. Chi ancora mangia carne (non è peccato, è una scelta di libertà, come quella vegetariana) sappia che deve prestare estrema attenzione all’origine dei bovini ed alla loro alimentazione.

Staff nocensura.com

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Di seguito l’articolo di Repubblica.it:

L’Unione europea permetterà di nutrire i capi da produzione con mangimi prodotti da scarti di macelleria, ma solo da suini, pollame e pesci. La comunità scientifica si è convinta che la colpa della pandemia fu nell’utilizzo di carcasse infette. Ma l’autorità per la sicurezza alimentare parla di “modelli non sicuri al 100%”


di Corrado Zunino per Repubblica


L’Unione europea riapre alle farine animali: dodici anni dopo la pandemia chiamata mucca pazza, saranno di nuovo pasto per il bestiame da allevamento. Il contagio della Bse, l’encefalite spongiforme bovina, fu devastante: 190mila casi accertati nel mondo e 225 morti ufficiali per la sua variante che attacca l’uomo. Due decessi furono registrati anche in Italia. 

Nel 2013, superando un divieto severo applicato in tutta l’Ue a partire dalla deflagrazione del morbo, i capi da produzione torneranno a essere nutriti con alcune farine animali, prodotte con scarti di macelleria. La Unione, infatti, limiterà le “animal proteins” a maiali, pollame e pesci d’acquacoltura. 

A settembre la commissione Salute e politiche dei consumatori porterà al Parlamento europeo la sua proposta ed è probabile che entro l’anno il divieto assoluto delle proteine animali venga cancellato. Dall’inizio del 2013, quindi, la distribuzione delle farine delle tre specie dovrebbe essere consentita negli allevamenti.

Il dibattito sul ritorno delle proteine Pat, la prima riunione sul tema fu del 7 luglio 2010, è tornato forte nelle ultime due stagioni. La commissione Salute e consumatori si è confrontata sul controverso dossier innanzitutto con una scettica Autorità per la sicurezza alimentare (Efsa), sede a Parma. Quindi con consulenti medici, veterinari, nutrizionisti dei paesi membri. 

È diventata convinzione maggioritaria della comunità scientifica istituzionale che la pandemia, diagnosticata per la prima volta nel 1986 e che ha fatto registrare decessi anche nelle ultime stagioni, sia stata generata dall’utilizzo di carcasse infette per produrre farine, e non dal fatto in sé di forzare la natura di animali erbivori. Colpa di farine malate, e non di tutte le farine animali. 

L’Istituto superiore di sanità italiano ha confermato questa ricostruzione scientifica e il Consiglio nazionale dell’alimentazione francese ha espresso parere favorevole alla riapertura graduale segnalando come oggi le carni provenienti dal Sudamerica già contengano proteine animali. Ora la commissione guidata da John Dalli, fortemente contestata dagli animalisti per le sue scelte nel campo della clonazione animale e del trasporto dei capi destinati alla macellazione, ha deciso di aprire gradualmente alle “farine”.

Sarà comunque evitata ogni forma di cannibalismo: le farine di galli e galline saranno nutrimento solo per i suini e viceversa. Sul “divieto sui ruminanti” (dal marzo 2001 non possono diventare cibo per altri animali, né possono nutrirsi di farine animali di alcun tipo) la discussione tra l’eurocommissione e i tecnici esterni è stata conflittuale e la spinta lobbistica dell’industria delle carni, che ha trovato sponde negli uffici europei, è stata arginata dalla resistenza dell’Efsa. La proibizione è stata mantenuta e anche in futuro, in qualsiasi tipo di allevamento, non si potranno produrre e dare in pasto farine di bovini e ovini. 

Il veterinario Koen Van Dyck, direttore generale della commissione Salute e consumatori, spiega: “Abbiamo valutato che con queste precauzioni non ci siano rischi per la riproduzione della variante umana del morbo di Jacob Kreutzberg”. Si parla, appunto, della devastante infezione passata dalle mucche, malate di encefalite spongiforme, agli uomini. L’Efsa di Parma ha reso pubblico un documento, tuttavia, in cui parla di “modelli di difesa adottati dalla Ue soddisfacenti, ma non sicuri al cento per cento”. 

Per evitare ogni contaminazione incrociata le farine animali che torneranno sul mercato avranno una “stretta canalizzazione” nel loro viaggio verso magazzini e allevamenti e per evitare mescole pericolose fra proteine di bovini, ovini e caprini (esiste anche una Bse di ovini e caprini detta Scrapie) si organizzeranno “test simili a quelli che si fanno per individuare l’introduzione di prodotti geneticamente modificati”. Dice ancora il direttore generale Van Dyck: “Non esiste il bisogno di dare proteine animali agli erbivori”. Per ora saranno esclusi dall’alimentazione integrata con le farine anche cavalli e conigli.

Il vero grande fratello…

I social network sono ottimi strumenti: ci consentono di comunicare con i nostri amici, conoscerne di nuovi, informarci sugli argomenti che preferiamo in base ai nostri interessi. Permettono di divulgare notizie, stanno dando un contributo importantissimo alla libera informazione. Ma dal punto di vista della privacy e del “controllo” i social network, ed in particolare Facebook che è il più dettagliato, consentono una schedatura minuziosissima; tralasciando il fatto che le conversazioni della chat sono monitorate per prevenire reati e che le forze dell’ordine possono accedere ai profili degli utenti senza necessità di alcun “mandato” da parte della magistratura come avviene per intercettazioni telefoniche e ambientali, con i social network è possibile veramente scoprire praticamente tutto di una persona. E’ possibile capire, in base alle pagine seguite e ai post pubblicati, i gusti e le idee in tutti gli ambiti, farsi un’idea della personalità del soggetto, stabilire con chi è in contatto e quali rapporti ha con una determinata persona. Nella maggioranza dei profili sono presenti foto recenti, e spesso ci sono gli album che forniscono ulteriori elementi sulle nostre vite. Da qualche tempo c’è anche il servizio di “geolocalizzazione”, ma questa funzione è assolta perfettamente dai telefoni: che fino a qualche tempo fa consentivano solo di capire gli spostamenti “a grandi linee”, tramite le “celle” del segnale telefonico, ma l’arrivo del GPS sui cellulari permette di seguire i movimenti di una persona al millimetro. Inoltre se i vecchi modelli permettevano solo di ascoltare le conversazioni telefoniche, gli “smartphone” consentono le intercettazioni ambientali, una vera e propria “microspia” portatile con tanto di telecamera sempre al seguito. Pagando con le carte di credito, sempre più diffuse, lasciamo traccia anche dei nostri acquisti. Stabilito (con lo smartphone) il percorso effettuato da una persona e l’orario, possono essere guardati i filmati registrati dalle telecamere di sorveglianza, pubbliche e private, situate in zona; che ormai sono moltissime…

 

 

Staff nocensura.com