Una rassegna sistematica degli effetti delle radiazioni terapia in testa e del collo.

Una revisione sistematica di studi di radioterapia in diversi tipi di tumore è stata effettuata dal Consiglio svedese of Technology Assessment in Health Care (SBU). Le procedure per la valutazione della letteratura scientifica sono descritti separatamente (Acta Oncol 2003; 42: 357-365). Questa sintesi della letteratura sulla radioterapia per tumori della testa e del collo si basa su dati provenienti da 39 studi clinici randomizzati e 1 meta-analisi. In totale, 40 sono inclusi articoli scientifici, coinvolgendo 20893 pazienti. I risultati sono stati confrontati con quelli di una panoramica simile da 1996 cui 79 174 pazienti. Le conclusioni possono essere riassunte come segue: generale, non rinofaringe. Una sostanziale evidenza indica che l’effetto di tumore radioterapia può essere aumentata la somministrazione concomitante di agenti chemioterapici, in particolare cisplatino e 5-fluorouracile. Vi è moderata evidenza di un beneficio di sopravvivenza di radiazione in combinazione con la chemioterapia concomitante rispetto alla sola radioterapia. Tuttavia, i risultati sono ambigui. C’è una sostanziale evidenza in studi pubblicati per un aumento della frequenza di gravi effetti collaterali acuti a causa concomitante di chemioterapia e radioterapia. Ci sono pochi studi che consentono alcuna stima del rischio di gravi effetti collaterali tardivi. C’è una debole indicazione di un aumentato rischio per la fibrosi grave. Commento: La qualità generale degli studi e la mancanza di informazioni sugli effetti collaterali gravi indicano la necessità per i grandi studi clinici ben disegnati, con un ragionevole follow-up. Conservazione della laringe studi. C’è una forte evidenza che la conservazione della laringe è possibile nel 50% dei pazienti che sopravvivono per 5 anni con cancro ipofaringee quando trattati con chemioterapia neoadiuvante e radioterapia radicale Vi è una tendenza non significativa per la sopravvivenza complessiva sia inferiore a non-chirurgico, i pazienti trattati rispetto in quelli trattati con la chirurgia primaria e Rinofaringe radioterapia post-operatoria. Vi è moderata evidenza che i pazienti con carcinomi del rinofaringe, del beneficio di tipo endemico dalla terapia con una combinazione di chemioterapia e radioterapia radicale. Tuttavia, i risultati degli studi riportati sono equivoci. Vi è qualche indicazione che gli effetti collaterali acuti delle radiazioni sono più gravi nel contesto concomitante che in neoadiuvante. Commento: Non ci sono dati sulla grave tossicità tardiva. Dose, orari di frazionamento. Ci sono alcune prove che gli orari di alcuni di frazionamento alterato migliorare il controllo del tumore senza aumentare gravi effetti collaterali tardivi. Vi è qualche evidenza che i tessuti nervosi sono più suscettibili ai danni da frazionamento alterato. Dati concreti mostrano che il frazionamento alterato aumenta gli effetti collaterali acuti. Vi è moderata evidenza che iperfrazionamento accelerato può ridurre la frequenza di gravi effetti collaterali tardivi, pur mantenendo un effetto simile tumore come sensibilizzatori cellulari convenzionali di radioterapia ipossiche. Maggiormente segnalato prove respingere l’utilità di nitroimidazolo derivati ​​per la sensibilizzazione delle cellule tumorali ipossiche. Vi è qualche evidenza che i pazienti con tumori della faringe e della laringe possono beneficiare di sensibilizzazione per nimorazole. Trattamento profilattico di effetti collaterali. C’è una debole evidenza che gli antibiotici locali hanno un effetto clinicamente significativo nel prevenire gli effetti collaterali acuti radioterapia. Ci sono prove sufficienti che gli agenti radioprotezionistica offrono una protezione clinicamente significativa delle ghiandole parotidi (uno studio in due pubblicazioni). Ci sono prove sufficienti che gli agenti radioprotezionistica non risparmiano tessuto tumorale. Dalla precedente relazione non studi randomizzati hanno confrontato l’efficacia della radioterapia a fasci esterni e la brachiterapia sono stati eseguiti. Entrambi i metodi sono ben noti e hanno indipendentemente dimostrato di essere efficaci nel trattamento di alcuni testa e del collo. Non è possibile trarre conclusioni circa la loro efficacia relativa. Dalla precedente relazione sono dati per guidare l’utilizzo della radioterapia intraoperatoria sono stati identificati.
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Dramma Villanova

Dramma Vilanova, deve lasciare Messi & C di nuovo senza guida
20 luglio 2013 — pagina 53 sezione: SPORT

Più corpi che parole, dicono tutto gli occhi pesti di Messi e la testa piena di pensieri rampicanti del capitano Puyol. Tito Vilanova lascia. L’ allenatore che si era preso sulle spalle il club più bello, la pesante eredità dell’ epopea Guardiola, non ce la fa. Troppo malato, deve curarsi. Il cancro alla gola non lo molla. C’ è tutto il Barça alla conferenza stampa alla Ciutat Esportiva del club, anzi c’ è tutta Barcellona che pochi chilometri più in là saluta l’ inizio dei mondiali di nuoto. Festa e dolore, tutto in una notte. Entrano in sfilata muta i giocatori nella sala delle conferenze stampa della Ciutat Esportiva, quella dove da anni si celebrano successi e imprese. Stavolta no, stasera è una processione tetra, un groviglio di sguardi angosciati, muscoli improvvisamente fiacchi. Nessuna domanda, nessuna risposta ai giornalisti che riempiono la stanza. Stanno lì a fare da testimoni alla notizia che non volevano, alla storia che non doveva finire così. Proteggono col loro esserci, il presidente Sandro Rosell e il direttore sportivo Andoni Zubizarreta cui tocca l’ annuncio, due minuti scarsi di discorso, tutto in catalano: «Dopo i test di routine si è presentata per il nostro tecnico la necessità di seguire un trattamento medico che è incompatibile con il lavoro di allenatore». Pausa. Silenzio. «È un colpo molto duro per noi, durissimo, ma supereremo anche questa». L’ ultima Liga vinta, ma dietro alle spalle una strada fatta di partenze, mancanze, nostalgie, lutti e malattie (Abidal). Non sarà più difficile del solito, ma facile no, adesso. «Nei prossimi giorni, probabilmente già all’ inizio della prossima settimana, annunceremo il nome del nuovo allenatore». Si parla di Joan Francesc Ferrer Rubi, ex allenatore del Girona, arrivato quest’ anno come assistente di Vilanova. Si fanno anchei nomi di Bielsa, di Luis Enrique, di Vilas-Boas. Ma non è questa l’ ora per pensare al dopo. «È un momento difficile per il Barcellona, per Vilanova e la sua famiglia. Chiediamo ai media di avere rispetto della privacy di Tito». Si sono riuniti nello spogliatoio nel pomeriggio, hanno parlato e deciso: niente viaggio in Polonia oggi, avrebbero dovuto giocare un’ amichevole con il Lechia di Danzica. Adesso si gioca un’ altra gara. Per Vilanova, 44 anni, una vita trai blaugrana, quella più dura. Contro il tumore che lo ha colpito due anni fa. Due interventi (il primo a novembre 2011), quando era ancora il vice di Guardiola. Ad aprile 2012 è sua la panchina dopo l’ addio di Pep, ma dentro il maledetto lavorava. Seconda operazione poco prima dello scorso natale, in America, la squadra lasciata nelle mani di Jordi Roura. Lui a guidare a distanza, tra una chemio e l’ altra, ma era lontana, ferita, la forza del Barça. Il campionato vinto lo stesso e di distacco sul Real di Mourinho, ma troppa fatica nell’ Europa dominata negli anni, fuori dalla Champions per mano del Bayern in semifinale. Fuori, Vilanova, dalla famiglia che amava di più. Da quella di Guardiola. Da mesi si parlava della loro separazione. Della strana, silenziosa distanza. Nonostante fossero entrambi, per ragioni largamente diverse, negli Stati Uniti. Tito per sopravvivere, Pep per trovare un’ altra vita. Nei giorni scorsi l’ ex numero uno, ora al Bayern, ha accusato la sua vecchia società di averlo attaccato usando la malattia di Vilanova. Tito, zittoa lungo, ha lasciato finalmente andare l’ amarezza: «Con Pep ci siamo visti la prima volta che sono andato a New York. Ma quando sono stato lì in cura per due mesi non ci siamo visti, e non per colpa mia. È mio amico, e avevo bisogno di lui». È rimasto solo, nella partita più brutta che c’ è. (a. r.) – DAL NOSTRO INVIATO BARCELLONA

Parliamo di… Igiene vocale: le 10 regole per una bella voce

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Può capitare anche con la bella stagione di avere un abbassamento di voce o di restare afoni per un semplice colpo d’aria (aria condizionata, passeggiata in riva al mare o in alta montagna), rovinandosi così la vacanza…

In questi casi la prevenzione è tutto: meglio avere sempre con sè un foulard o una sciarpa leggera (pashmina, bandana) o almeno una maglia accollata, in modo da proteggersi direttamente dalla causa scatenante. Ma esistono tanti altri accorgimenti per evitare di restare senza voce… vediamo insieme quali sono le buone norme d’igiene vocale.

  1. Evitare gli abusi vocali. Ovvero evitate gli eccessi vocali: cantare a squarciagola, urlare da una stanza all’altra, gridare per farsi sentire in ambienti rumorosi, parlare durante l’attività fisica, imitare suoni o voci innaturali.
  2. Smettere di fumare. Il fumo irrita le mucose delle corde vocali, originando così processi infiammatori che sono alla base degli episodi di abbassamento della voce.
  3. Non ‘raschiare’ la gola. Se proprio non si resiste, deglutite con forza la saliva.
  4. Evitare il più possibile gli sbalzi termici. Questo anche per quanto riguarda il consumo di alimenti e bevande troppo calde o troppo fredde.
  5. Prevenire il reflusso faringo-laringeo. No a cibi fritti, speziati o particolarmente acidi (come gli agrumi).

Questa era la lista dei NO, ora proviamo a vedere quali sono i , ovvero ciò che possiamo fare attivamente per migliorare la nostra voce.

  1. Prevedere dei momenti di riposo vocale. Anche chi usa la voce in modo professionale, se si ‘sgola’ dalla mattina alla sera, andrà incontro a cali di voce… La buona regola è alternare momenti di riposo vocale a prestazioni più impegnative.
  2. Bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno. Preferibilmente fuori dai pasti, bere un po’ d’acqua aiuta ad reidratare la mucosa che ricopre faringe e laringe, scongiurando così l’insorgenza di processi infiammatori a carico delle corde vocali.
  3. Umidificare l’ambiente in cui si vive. Aprite spesso le finestre e spruzzate dell’acqua con un vaporizzatore: no all’uso prolungato del condizionatore perché secca l’ambiente e favorisce gli sbalzi termici.
  4. Consumare caramelle emollienti. Le caramelle adatte per ritrovare la voce non sono quelle balsamiche come spesso si crede: queste, per la presenza di menta o eucalipto rinfrescano, dando una sensazione di sollievo che presto si tramuta in secchezza della mucosa faringea. Le caramelle emollienti (miele, camomilla, propoli) invece, oltre all’effetto lenitivo dell’irritazione in atto, reidratano la mucosa rendendola più elastica e più resistente agli attacchi esterni.
  5. Bere infusi di sostanze emollienti. Consumate infusi a base di erisimo (altrimenti detto “erba del cantore”), camomilla, timo che puliscono la voce: fatevi consigliare dal vostro erborista/farmacista di fiducia.

E infine: se il danno è già fatto?

Ovviamente valgono tutti i consigli dati finora, con particolare attenzione al riposo vocale: in caso di episodi acuti (laringiti) non vi è regola migliore del silenzio! Evitate possibili sforzi vocali che aggraverebbero lo stato infiammatorio portandovi ad una più severa e prolungata afonia.

E se gli episodi annuali di abbassamento di voce o afonia cominciano a susseguirsi senza sosta è l’ora di una visita specialistica: dal foniatra (o otorinolaringoiatra) in primis e successivamente dal logopedista, per verificare che non vi siano danni a carico delle corde vocali (noduli, cisti, granulomi, polipi cordali).

http://www.logopediamo.it/blog/parliamo-di-igiene-vocale.html

All’ospedale dell’Angelo arriva la radioterapia personalizzata: impatto lieve

Nuova radioterapia per curare i tumori: colpisce con precisione il bersaglio, preservando gli organi sani circostanti. Il primo paziente è stato un sessantenne veneziano

   
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MESTRE. Il trattamento di radioterapia all’ospedale dell’Angelo ora è ancor più personalizzato e mirato. La dose di radiazioni somministrata al paziente viene concentrata con precisione sul bersaglio tumorale preservando gli organi sani circostanti. L’impatto è molto meno devastante rispetto al passato. Questa nuova strategia terapeutica si chiama IMRT (Intensity Modulated Radiation Therapy), cioè Radioterapia ad intensità modulata, e rappresenta una delle più avanzate e promettenti tecniche di terapia oncologica. E’ stata messa a punto grazie alla stretta collaborazione tra Radioterapia e Fisica sanitaria.

Il primo paziente ad usufruire di questa metodica è stato un sessantenne veneziano con un tumore alla laringe. Nelle prossime settimane inizieranno il ciclo altri 3 pazienti. Ciascuno di loro avrà un percorso di cura individualizzato, elaborato sulle immagini radiografiche di Tac, Risonanza magnetica e Pet combinate mediante l’impiego di sistemi di calcolo dedicati e un sistema preciso di misurazione delle dosi di radiazioni. Com’è noto, la radioterapia coadiuva la cura del tumore, o sostituendo l’intervento chirurgico o intervenendo subito dopo per distruggere eventuali residui di cellule neoplastiche nelle zone dove è stato rimosso il cancro.

«Le novità significative sono proprio la possibilità di adattare la distribuzione della dose terapeutica alla conformazione di una massa tumorale anche molto complessa e di trattare con dosi diversificate le varie parti della malattia – spiega Michele Antonello, il direttore facente funzioni di Radioterapia –Questa procedura consente di salvaguardare in modo ottimale i tessuti sani adiacenti all’area malata riducendo la probabilità di complicanze. Essendo perfettamente mirata sul tumore, la quantità di dose che viene erogata sul bersaglio può essere più elevata rispetto alla metodica tradizionale e ciò si traduce in un maggior controllo della malattia e quindi di sopravvivenza».

L’applicazione di questa tecnica è stata resa possibile da una nuova strumentazione d’avanguardia per la misurazione delle dosi di radiazioni acquistata dall’Ulss 12 con il contributo fondamentale della Cassa di Risparmio di Venezia. La nuova tecnica radioterapica ad intensità modulata richiede una stretta interazione fra tutti professionisti (medici, fisici, tecnici) che partecipano alla costruzione del piano di trattamento personalizzato, oltreché alla scelta delle situazioni cliniche in cui l’impiego risulta appropriato. Grazie alla sinergia tra Radioterapia e l’ Unità operativa di Fisica sanitaria, diretta da Sonia Reccanello, tale metodica è stata perfezionata e si è andata ad aggiungere alle opportunità terapeutiche possibili da offrire ai pazienti dell’ospedale dell’Angelo.

http://nuovavenezia.gelocal.it/cronaca/2013/07/11/news/all-ospedale-dell-angelo-arriva-la-radioterapia-personalizzata-impatto-lieve-1.7402602

parlo ancora…per uscire dal silenzio…

La Storia

LA STORIA E LA MISSIONE

 

Il recupero della parola dopo laringectomia totale è uno degli obiettivi più importanti nella riabilitazione dei pazienti sottoposti a questa grave mutilazione. Le funzioni perse o modificate sono varie: la funzione sfinterica, l’olfatto e il gusto, la respirazione nasale e orale e soprattutto la voce e la parola.

Le modalità di recupero vocale sono varie e forse la più fisiologica e completa è quella erigmofonica. Nella riabilitazione è essenziale l’intervento dei maestri rieducatori, supportati da logopedisti e foniatri, che dovrebbero seguire precisi protocolli riabilitativi finalizzati a facilitare l’apprendimento e il miglioramento di una buona tecnica. Le caratteristiche di una buona voce esofagea sono: assenza di rumore durante il rifornimento d’aria in esofago, assenza di soffio d’aria dal tracheostoma, assenza di prolungati intervalli di tempo tra rifornimento d’aria e produzione di voce, intensità sonora e tempo fonatorio adeguati, eloquio fluente senza interruzioni evidenti, timbro vocale gradevole e costante, buona pronuncia, ritmo adeguato, espressività, modulazione, assenza di fatica. Diverse sono le tecniche utilizzate per ottenere una voce esofagea

Scopo di questo sito è quello di far conoscere, attraverso video, endoscopie, studi radiologici, analisi elettroacustiche, un nuovo metodo didattico, volto a ottenere tutti i requisiti precedentemente elencati, denominato “metodo della pompa velo-faringea”. Vengono illustrate le basi anatomo-fisiologiche e i diversi step attraverso i quali si sviluppa l’iter riabilitativo secondo questo metodo (vedi sezioni in “percorso riabilitativo).

Uno dei punti cardine è l’apprendimento di una pompa ciclica iniettivo-eiettiva che permette di automatizzare il processo di immissione di aria e di emissione sonora, di mantenere elastiche le strutture muscolari e la mucosa anche durante e dopo le terapie radianti, di ottenere un maggior controllo del flusso aereo esofageo durante l’emissione sonora e della qualità risonanziale della voce. Altro elemento importante di questo metodo è costituito da una diversa concezione, rispetto agli altri metodi, della concordanza tra respirazione ed emissione sonora e dalla ricerca di un buon controllo del vocal tract, per migliorare la qualità del suono, la pronuncia e la gestione della riserva aerea e per caratterizzare maggiormente la virilità o la femminilità della voce.

 ferri

Emma Rita Ferri è stata operata di laringectomia totale presso l’Ospedale di Desio dal Dott. Nicoletti e dalla sua equipe nel gennaio del 2000. Dopo aver frequentato diversi centri riabilitativi per il recupero della parola, ha scoperto con un certo sgomento che i metodi rieducativi standard utilizzati non potevano aiutarla. Nonostante tutto non si è arresa e si è impegnata per cercare un’alternativa più efficace per se stessa.

 

piccioneDal 2003 ha iniziato ad applicare il suo nuovo metodo su altri pazienti laringectomizzati e il proprio personale successo sta nell’aver ideato e applicato un esercizio semplice e di facile apprendimento, in principio chiamato “verso del piccione”, per il caratteristico suono prodotto durante la sua esecuzione, che richiama il tubare del piccione. Sin dall’inizio della sua pratica didattica ha messo a punto una serie di esercizi preparatori che sono stati a tal punto apprezzati da essere stati inseriti in diverse guide pratiche pubblicate con l’approvazione del Ministero della Salute.

 

 

 

Nel corso della sua decennale esperienza come rieducatrice presso l’Ospedale “Mandic” di Merate (Lecco), ha potuto approfondire le sue conoscenze e affinare la sua tecnica riabilitativa.

 

paolillo

Dal 2008, dopo l’arrivo del Dott. Nico Paolo Paolillo presso l’unità operativa ORL dell’Ospedale di Merate, sono state eseguite molteplici indagini endoscopiche, radiologiche, elettroacustiche sulla Sig.ra Ferri e su molti dei suoi allievi, con ulteriori approfondimenti e miglioramenti del nuovo metodo dal punto di vista scientifico e pratico.

Quindi, dopo poco tempo, il metodo ha varcato le soglie dei confini meratesi, arrivando ad essere conosciuto in ambito nazionale e internazionale con riscontro di unanime consenso e apprezzamento da parte della comunità scientifica nazionale e internazionale.

Dopo questo ulteriore successo si è reso necessario attribuire una precisa identità scientifica al percorso riabilitativo attribuendo a esso il nome di “Metodo della Pompa Velo-Faringea”.

 

ospedaleSino ad oggi numerosi sono stati i pazienti, provenienti da tutta Italia, riabilitati con successo presso l’Ospedale Mandic di Merate, tanto che alcuni di loro sono divenuti maestri riabilitatori con questo nuovo metodo (vedi statistiche)

Nella presente guida non verrà fatto cenno sui metodi riabilitativi classici, ma verrà trattato e approfondito unicamente il metodo della “Pompa velo-faringea”.

Nell’esperienza maturata in questi anni si è evidenziato che ogni paziente è un caso a se. I percorsi riabilitativi variano a seconda del tipo di intervento, della predisposizione personale del paziente, delle nuove e molto variabili condizioni anatomiche, delle patologie concomitanti, degli eventuali cicli di radioterapia e/o chemioterapia ai quali i pazienti possono essere sottoposti.

È consigliabile iniziare il percorso riabilitativo subito dopo la dimissione, senza soluzione di continuo fra ricovero e post-ricovero, anche durante il periodo di radio e/o chemioterapia, per facilitare il buon esito nel recupero della parola. Spesso la continuità nell’assistenza può stimolare il paziente aiutandolo a recepire meglio e con più entusiasmo gli insegnamenti teorici e pratici. A tal fine è indispensabile che l’equipe specialistica, costituita da medici ORL/Foniatri, riabilitatori, logopedisti, infermieri, aiuti il paziente a comprendere questi principi sin dal momento della prima diagnosi.

http://www.parloancora.it/

Come curare la laringiteCome curare la laringite

Come curare la laringite

La laringite è un’infiammazione della laringe e puó essere acuta o cronica. Si considera acuta se dura un paio di giorni, cronica se dura piú di due settimane. In entrmabi i casi le cause sono le stesse, ma nel caso di quella cronica le cause sono píú splamate nel tempo.

Generalmente è una patologia che è dovuta a una ferita, alla presenza di corpi estranei, polvere dell’aria, un colpo di freddo locale, gas irritanti, vapori molto caldi, sforzi vocali prolungati o propagazione di catarro faringeo o tracheale.

La persona che soffre di laringite presenta fastidio e bruciore alla gola, cosa che porta a tossire molto. Puó manifestarsi tosse violenta e frequente, la voce si fa roca a causa dell’ingrossamento della mucosa delle corde vocali e puó comparire anche la febbre.Además en la laringitis crónica podemos encontrar carraspera y pequeños esputos que cuestan de arrancar.

Nella laringite cronica possono fare la comparsa anche catarro e voce rauca e tosse secca e insistente.Nell’articolo vi spieghiamo come curarvi da questo fastidioso disturbo.

Istruzioni

Nei primi giorni dalla compersa del disturbo bisogna seguire una dietta latteo-vegetariana e bere acqua tiepida mischiata con succo di limone o spremute d’arancia e agrumi in generale.

Bisogna evitare che penetri polvere in gola e tutti gli ambienti chiusi e soffocanti. Se non potete fare a meno di stare in un posto del genere, abbiate la premura di mettervi strati di garza, panni umidi o mascherine sulle vie orali, sia bocca che naso.

Bisogna respirare sempre dal naso, in questa maniera l’aria che inaliamo viene purificata e si scalda prima di arrivare ai polmoni.

Bisogna evitare di parlare troppo e di tossire. Inoltre è utile soffiarsi spesso il naso per irritare la mucosa e provocare una reazione.

Un buon rimedio puó essere di lasciare nella stanza una pentola di acqua bollita con infusione di eucalipto, per facilitare l’espettorazione e manentere la stanza umidificata.

Altro rimedio utile e fare inalazioni al petto e alla testa. Aggiungete eucalipto o camomilla all’acqua. La durata dell’aerosol dovrá essere di circa 5 minuti e alla fine realizzate delle frizioni fresche nelle stesse parti.

In alternativa potete prendere due cucchiai al giorno di un preparato per pulire l’intestino e porteggere la flora batterica.

Per farlo dovrete mescolare e battere: mezza tazza di succo di cipolla cruda, 2 cucchiai di miele e succo di limone. Successivamente mettete il miscuglio a bagno maria perchè rimanga tiepido.

Se desideri leggere più articoli che parlano di come curare la laringite, ti consigliamo di entrare nella nostra sezione Malattie di naso e bocca.

Di cosa hai bisogno?

  • pentola
  • acqua
  • frutta fresca
  • eucalipto
  • camomilla
  • garze
  • fazzoletto
  • miele d’api

Consigli

  • Potete ripetere le inalazioni varie volte al giorno
  • Ricorda che l’ambiente troppo secco non va bene
  • Bisogna prendere molta vitamina C, agrumi e arance in particolare.

Per saperne di più: http://salute.uncome.it

A cosa serve la tracheotomia d’urgenza e quando può essere utile

 

Chi segue le serie tv americane cosiddette medical ne avrà viste praticare molte, almeno una ogni tot episodi, se non altro per la suspance che riescono a creare: la tracheotomia  è una procedura chirurgica che si effettua per facilitare la respirazione quando l’apporto di ossigeno inalato durante l’inspirazione risulta essere insufficiente per le necessità dell’organismo.

Si parla invece di tracheotomia d’urgenza quando la si esegue in condizioni critiche per il paziente, ovvero quando è in corso un’insufficienza respiratoria che non permette la corretta intubazione endotracheale, quella che serve a portare la quantità di ossigeno necessaria al polmone. Le cause che portano ad eseguire una tracheotomia d’urgenza possono essere molteplici ma sono tutte ricollegabili a gravi insufficienze respiratorie che minano la vita stessa del paziente. Solitamente è utile praticarla nei seguenti casi:

  • muco o altre secrezioni nell’area tracheale
  • ostruzione delle alte vie aeree dovuta a traumi facciali, infezioni o stenosi
  • ostruzione delle vie aeree a causa di paralisi ai muscoli della gola, come nel caso della paralisi delle corde vocali
  • insufficienza respiratoria cronica
  • apnee del sonno molto gravi
  • ustioni della cavità orale
  • stenosi croniche, ovvero restringimenti della trachea e della laringe

La rapidità della procedura è tale che spesso è possibile eseguirla anche in corsia: solitamente si somministra un anestetico locale al paziente e poi si procede con la recissione della trachea attraverso un’incisione longitudinale della membrana cricotiroidea, per poi inserire un ago-cannula rigido, in modo da non far collassare i tesuti molli della zona, collegato ad una sacca di ossigeno.

Via | Mypersonaltrainer

Le cause della raucedine e i rimedi migliori

Cosa fare in caso di raucedine e come evitarne la comparsa: piccoli accorgimenti per salvaguardare la nostra voce.

La raucedine non va considerata un problema incurabile, anche se in certi periodi dell’anno può cronicizzare e ripetersi più frequentemente, specialmente con l’arrivo dei primi freddi, o in situazioni particolari, come quando si parla a lungo e a voce molto alta. Si tratta solitamente di un’alterazione della voce, unadisfonia temporanea che può essere provocata da fattori tra i più disparati: le cause della raucedine possono essere molteplici e dipendere sia da farmaci, sia da infiammazioni o irritazioni delle corde vocali, quando non da patologie ben più gravi.

Le cause più frequenti della raucedine sono:

  • laringiti: le infiammazioni della laringe possono essere acute, quindi provocate da un virus, o croniche, legate ad altre manifestazioni patologiche.
  • reflusso laringofageo: chi soffre di problemi digestivi può avere una risalita dei succhi gastrici nella gola, che causano irritazione e problemi vocali.
  • affaticamento della voce: dovuto ad un cattivo utilizzo delle corde vocali per un tono di voce troppo alto tenuto sul lungo periodo, o a causa di urli prolungati (come dopo i concerti dal vivo).
  • noduli o polipi alle corde vocali: sono lesioni benigne che colpiscono prevalentemente chi utilizza la voce per lavoro, come i cantanti: si curano con la terapia della voce e con interventi di microchirugia.
  • emorragia alle corde vocali: recentemente balzata alla ribalta perché ha colpito la popstar Adele, l’emorragia può esere causata da uno sforzo eccessivo e va curata con assoluto riposo vocale.
  • tumore della laringe: la patologia più grave di tutte.
  • paralisi alle corde vocali: si solito si manifesta con problemi a respirare e a deglutire; la raucedine ne può essere una spia d’allarme.
  • utilizzo di farmaci: influiscono sull’idratazione delle mucose, provocando la raucedine.

rimedi migliori per contrastare la raucedine o evitarne la comparsa sono di solito molto naturali e consistono in piccoli accorgimenti da seguire quotidianamente: oltre a bere molta acqua, che aiuta le mucose a rimanere correttamente idratate e le corde vocali  lubrificate, vale la pena riscaldare la voce quando si sa di dover parlare a lungo o in luoghi dove non è possibile avere una corretta amplificazione. Inoltre evitate gli alcolici e la caffeina e, se lo fate, smettete di fumare: è dimostrato che il fumo provoca l’insorgenza dei polipi alle corde vocali e peggiora l’irritazione della laringe.

OSPEDALE DI TREVIGLIO – Sabato 29 Giugno 2013 – Convegno sul Tumore alla Laringe

Azienda Ospedaliera Treviglio

OSPEDALE DI TREVIGLIO – Sabato 29 Giugno 2013 – Convegno sul Tumore alla Laringe

Prevenzione, Cura, Riabilitazione e Rieducazione alla Parola – Evento organizzato dalla sezione AILAR di Treviglio

 

 

Sabato 29 giugno 2013

 

 

IL TUMORE

 

ALLA LARINGE

 

Prevenzione, Cura, Riabilitazione

 

e Rieducazione alla Parola

 

 

 

OSPEDALE DI TREVIGLIO (BG)

Piazzale Ospedale,1 – 24047  Treviglio

ore 9,00 – Sala Convegni

 

 

 

 

 

 

PROGRAMMA DEL CONVEGNO

 

 

ore 9.15

Saluto del Direttore Generale

 

 

ore 9.30

LA PREVENZIONE E LA CURA

DEL TUMORE ALLA LARINGE

Dr. Maurizio Bizzoni, primario ORL

Ospedale di Treviglio

 

 

ore 10

LE NUOVE FRONTIERE NEL CAMPO

DELLA RIABILITAZIONE DEL PAZIENTE

LARINGECTOMIZZATO

L TUMORE ALLA LARINGE

Dr. Nico Paolillo, specialista ORL

Ospedale L. Mandic di Merate

 

 

ore 10.30

L’AILAR DA 35 ANNI PROTAGONISTA

NELLA RIEDUCAZIONE ALLA PAROLA

Roberto Leoni, Presidente AILAR

Sezione di Treviglio

 

 

ore 11

INTERVENTI

 

 

ore 12.30

CONCLUSIONI

Prof. Primo Mino Parolari

Presidente Onorario AILAR

Il tumore del cavo orale: sintomi, cause e terapia

Scritto da:  – martedì 28 maggio 2013

Il tumore al cavo orale è diffuso e può colpire maggiormente chi ha il vizio del fumo. L’età media della diagnosi si attesta ai 64 anni, anche se la patologia nel 95% dei casi insorge dopo i 40 anni.

 

tumore del cavo orale

 

Per tumore al cavo orale si intende un cancro che può colpire i due terzi anteriori della lingua, le gengive, la superficie interna di guance e labbra, il pavimento orale, il palato duro e il trigono retro molare. Se sulle mucose compare una macchia bianco rossastra, che non guarisce in breve tempo come una normale ferita, dobbiamo subito contattare il nostro medico, perché potremmo avere il tumore del cavo orale.

 

Il 90 per cento dei tumori al cavo orale deriva da cellule epiteliali squamose: la diagnosi deve essere precoce, perché i dati a nostra disposizione ci rivelano che la maggior parte dei casi viene individuata quando ormai il tumore si è diffuso in sedi vicine. La sopravvivenza media a cinque anni dalla diagnosi è del 50 per cento.

Sono diversi i fattori di rischio: il fumo di sigaretta, il consumo di alcol, condizioni di traumatismo nella parte interna della bocca, ma anche scarsa igiene orale, tabacco masticato, protesi dentarie messe male. Anche l’esposizione al sole può essere un fattore di rischio, soprattutto in caso di tumore al labbro.

Il tumore del cavo orale si manifesta con la macchia e la lesione che abbiamo sopra descritto, ma anche con dolore e, in caso si porti la dentiera, difficoltà ad indossarla. Mai sottovalutare i sintomi, perché una diagnosi precoce ci permette di mettere in atto subito le cure ideali per poter guarire bene e in fretta.

Questo tipo di tumore può essere curato con l’asportazione chirurgica del tumore e dei linfonodi circostanti, ma anche con la brachiterapia, un tipo di radioterapia. Radioterapia e chemioterapia possono essere usati dopo l’intervento in caso di tumori avanzati. Per poterprevenire il tumore al cavo orale è bene seguire uno stile di vita sano, privo di vizi come alcol, tabacco e sigaretta, rivolgendosi immediatamente al medico se in bocca notiamo qualcosa che non va.

Foto | da Flickr di jantik

Via | Airc