Arance della Salute arancia AIRC

big_Arance2014_Fondamentale_202x285-31-1

A gennaio AIRC dà il buon anno alla ricerca sul cancro con l’iniziativa “Le Arance della Salute”.

Basta un contributo associativo minimo di 9,00 euro per ricevere in omaggio una reticella da 2,5 kg di arance rosse di qualità e provenienza garantite, contrassegnate dal marchio dell’Associazione.

Questo contributo consente di fare il pieno di vitamine, far del bene alla ricerca e diventare Soci AIRC per un anno.

Un’idea così salutare, visto che le arance sono fra i protagonisti di una corretta alimentazione, viene diffusa da una campagna pubblicitaria e concretizzata dai Comitati Regionali AIRC che, grazie all’impegno dei volontari, animano le piazze di tutta Italia in una giornata di festa e di incontro.

Prossimo appuntamento: gennaio 2014

Visita il sito speciale della manifestazione www.arancedellasalute.it

TROVA LA PIAZZA PIU’ VICINA

Il male del secolo – I puntata

Oggi 11 novembre finiscono i giorni della ricerca promossa dall’AIRC,Associazione Italiana per la ricerca sul cancro,iniziativa iniziata il 2 novembre che si svolge da ben sedici anni.
Vediamo in tutte le emittenti televisive tutti col simbolo dell’Airc,un telescopio,che chiedono di inviare aiuti economici tramite telefono usando anche la carta di credito.
Oltre ad essere curioso di sapere quanto dei soldi rimangono nelle mani delle banche pagando con carta di credito,reputo l’iniziativa non buona ma ottima e che serve a portare a conoscenza della cittadinanza Italiana che si muore anche di cancro e che non siamo immortali…
Anche se …
Dovrebbero anche dire che il tumore non è una cosa o persona che ti assale solo se fumi ti droghi o bevi,comportamenti che non giovano alla salute ma nessuno dice in televisione che l’inquinamento e cosa mangiamo influisce molto sulla malattia.
Nessuno dice che si sacrifica la salute per un posto di lavoro o per la messa in opera di una raffineria,di una centrale elettrica o inceneritore dentro o nei pressi di centri abitati.
Il tumore è una bestia,brutta bestia,che può risvegliarsi e colpire ancora chi a già sofferto,il cancro non è la rosolia,il morbillo che presa una volta basta non torna più…
Nessuno dice che lo stato aiuta poco o niente visto il mondo associazionistico si deve alzare le maniche per coprire le mancanze dello Stato,perché il tumore non finisce con la prevenzione,la diagnosi ed eventuale operazione che può seguire cicli di radio terapia o chemioterapia terapia. Un operazione che può essere più o meno invasiva che colpisce anche se non lo ammettono tutti colpisce anche la persona nel suo modo di vivere e di pensare.
Bisogna dire che prevenire non è soltanto non bere,non fumare e non drogarsi seguita da una sana alimentazione,devono dire che ci fanno respirare aria inquinata o pieno d’amianto per fare un esempio.
Amianto che era piena l’Italia e che non è stato smaltito o smaltito male anche se sanno che l’amianto non ti colpisce subito perché un tumore causato dall’amianto ha anche 40 anni di incubazione.
Questa è la prima parte di un dossier che ci porterà in giro per tutta l’Italia e magari dopo anche in Europa e nel mondo dove si lotta contro il cancro provocato forse anche dalle stesse ditte o enti comunali,regionali o statali che donano poco o tanto alle varie associazione stile AIRC.
 

 

 

 

 

fonte

Il tumore del cavo orale: sintomi, cause e terapia

Scritto da:  – martedì 28 maggio 2013

Il tumore al cavo orale è diffuso e può colpire maggiormente chi ha il vizio del fumo. L’età media della diagnosi si attesta ai 64 anni, anche se la patologia nel 95% dei casi insorge dopo i 40 anni.

 

tumore del cavo orale

 

Per tumore al cavo orale si intende un cancro che può colpire i due terzi anteriori della lingua, le gengive, la superficie interna di guance e labbra, il pavimento orale, il palato duro e il trigono retro molare. Se sulle mucose compare una macchia bianco rossastra, che non guarisce in breve tempo come una normale ferita, dobbiamo subito contattare il nostro medico, perché potremmo avere il tumore del cavo orale.

 

Il 90 per cento dei tumori al cavo orale deriva da cellule epiteliali squamose: la diagnosi deve essere precoce, perché i dati a nostra disposizione ci rivelano che la maggior parte dei casi viene individuata quando ormai il tumore si è diffuso in sedi vicine. La sopravvivenza media a cinque anni dalla diagnosi è del 50 per cento.

Sono diversi i fattori di rischio: il fumo di sigaretta, il consumo di alcol, condizioni di traumatismo nella parte interna della bocca, ma anche scarsa igiene orale, tabacco masticato, protesi dentarie messe male. Anche l’esposizione al sole può essere un fattore di rischio, soprattutto in caso di tumore al labbro.

Il tumore del cavo orale si manifesta con la macchia e la lesione che abbiamo sopra descritto, ma anche con dolore e, in caso si porti la dentiera, difficoltà ad indossarla. Mai sottovalutare i sintomi, perché una diagnosi precoce ci permette di mettere in atto subito le cure ideali per poter guarire bene e in fretta.

Questo tipo di tumore può essere curato con l’asportazione chirurgica del tumore e dei linfonodi circostanti, ma anche con la brachiterapia, un tipo di radioterapia. Radioterapia e chemioterapia possono essere usati dopo l’intervento in caso di tumori avanzati. Per poterprevenire il tumore al cavo orale è bene seguire uno stile di vita sano, privo di vizi come alcol, tabacco e sigaretta, rivolgendosi immediatamente al medico se in bocca notiamo qualcosa che non va.

Foto | da Flickr di jantik

Via | Airc

AIRC e la festa della mamma 12 maggio 2013

Domenica 12 Maggio 2013: Azalea della Ricerca AIRC

L’evento nelle piazze

Domenica 12 maggio torna l’appuntamento con l’Azalea della Ricerca.
Con un contributo di 15 euro riceverai l’Azalea della Ricerca, un regalo speciale per la Festa della Mamma e un gesto concreto a sostegno dei progetti di ricerca sui tumori femminili.
I volontari di AIRC ti aspettano in piazza!

RICERCA TESTUALE

Digita nella casella di ricerca il nome del comune che vuoi trovare.

 

RICERCA SULLA MAPPA

Fai click sull’azalea in corrispondenza dellaregione che ti interessa; quindi su una provincia e poi su una città per visualizzare l’elenco delle piazze.

 
 

In che modo la ricerca scientifica contribuisce alla lotta contro il fumo?

 

Nell’ultimo secolo la ricerca scientifica ha contribuito a dimostrare e a descrivere l’entità e le modalità dei danni provocati dal fumo a tutto l’organismo, principalmente in relazione allo sviluppo del cancro. Ciò ha spinto il pubblico ad acquisire maggiore consapevolezza e i governi a prendere atto dell’impatto sociale del problema, spingendoli a provvedimenti restrittivi di vario tipo, dall’aumento delle tasse sulle sigarette, alla proibizione del fumo nei locali pubblici e nei posti di lavoro.

Aver provato che la nicotina produce una dipendenza fisica ha poi aiutato a mettere a punto prodotti a rilascio graduale della sostanza e a definire programmi di intervento psicologico.

Le nuove tecniche che permettono di esaminare l’attività del cervello in relazione a diversi stimoli stanno contribuendo al progresso delle ricerche in vista di nuovi approcci che diano un valido supporto a coloro che decidano dismettere di fumare. Secondo un rapporto del National Institute on Drug Abuse statunitense, gli studi sui gemelli mostrano che il rischio di diventare dipendenti dalla nicotina deriva dal 40 al 70 per cento dalle caratteristiche dei propri geni. Per questo molti ricercatori oggi hanno indirizzato in questo senso la loro ricerca. Per esempio, uno studio italiano, sostenuto da AIRC e condotto all’Istituto nazionale dei Tumori di Milano, ha recentemente individuato la variante di un gene che favorisce lo sviluppo di questa dipendenza. Riuscire a bloccarla potrebbe aiutare chi ne è portatore a smettere in maniera più mirata.

Altri studi dello stesso tipo, per esempio relativi ai diversi meccanismi d’azione dei farmaci, potranno forse trovare l’approccio personalizzato migliore perché ciascun fumatore riesca a smettere più facilmente.

Intanto molti gruppi di ricerca sono impegnati sul fronte della prevenzione secondaria, a definire gli strumenti di diagnosi più adatti (siano esse apparecchiature per immagini come la TC spirale o nuovi esami del sangue o analisi delle sostanze contenute nel fiato) per individuare precocemente i tumori indotti dal fumo, principalmente quelli al polmone, al fine di curarli meglio.

La ricerca contro i danni del fumo comunque è e resta interdisciplinare: gli sforzi degli epidemiologi, dei medici, dei farmacologi e dei biologi molecolari è sostenuta anche dagli psicologi, dagli studiosi di neuroscienze e perfino dai pedagogisti, dai sociologi e dagli esperti di comunicazione, tutti uniti per cercare il modo migliore per impedire che i giovani si avvicinino al fumo e per far sì che i fumatori smettano.

http://www.airc.it/

Se ho già sviluppato un tumore, che senso ha smettere?

 

Anche per chi ha già un tumore, vale la pena smettere di fumare. Diversi studi hanno dimostrato che la rinuncia alla sigaretta migliora l’andamento della malattia: un’analisi condotta da ricercatori dell’Università di Birmingham su altre 10 ricerche e pubblicata sul British Medical Journal dimostra, in particolare, che le persone a cui viene diagnosticato un cancro al polmone in fase iniziale, possono raddoppiare le loro chance di sopravvivenza smettendo subito di fumare.

Altre ricerche hanno assodato che il fumo può ridurre la risposta alla chemio e alla radioterapia, ostacolare la guarigione delle ferite chirurgiche, aumentare il rischio di infezioni, soprattutto broncopolmonari, che possono essere molto pericolose in un organismo debilitato dalla malattia o in cui le difese immunitarie sono depresse dalle cure.

Infine, continuando a fumare, si alimenta il rischio che, una volta guariti dalla malattia, questa si ripresenti, oppure che si sviluppi un secondo tumore.

Molto ancora però, in questo campo, potrebbe essere fatto per colmare l’attuale lacuna tra linee guida, organizzazione dei servizi che aiutano a smettere di fumare e la pratica clinica quotidiana.