DAY HOSPITAL /1. Cominciamo dall’otorinolaringoiatra

di Andrea Brivio

LECCO – Inauguriamo con questa prima puntata di “Day Hospital”,  il viaggio di Lecco Notizie all’interno dell’Ospedale Manzoni che ci porterà a conoscere, ogni venerdì, tutti i reparti e il personale medico della struttura ospedaliera lecchese, per scoprire, insieme ai nostri lettori, la realtà sanitaria del nostro territorio.

L’approfondimento prende il via dal reparto di Otorinolaringoiatria: il suo nome, oltre a risultare un vero e proprio scioglilingua per i non addetti ai lavori, nasconde in sé una vasta attività chirurgica, che spazia dai trattamenti medici delle patologie di naso, orecchio e collo, a più complesse operazioni oncologiche per tumori alle vie respiratorie ed alla tiroide.

A farci da guida nel nostro primo tour al Manzoni è il primario dell’Unità Operativa di Otorinolaringoiatria di Lecco e Merate, il Dottor Renato Piantanida, 55enne medico di Gallarate.

Da oltre un decennio a capo del struttura medica lecchese, il Dottor Piantanida ha eseguito oltre otto mila interventi tra l’ospedale di Lecco e quello di Circolo di Varese, dove ha lavorato per circa 15 anni prima di giungere al Manzoni. Vice presidente della Società Italiana di Otorinolaringoiatria Pediatrica, è autore e co-autore di oltre novanta pubblicazioni scientifiche, oltre ad essere stato relatore in ben 120 congressi nazionali ed internazionali, inoltre dal 2004 è delegato italiano all’Unione Europea Medici Specialisti.
Ad accompagnarlo nell’attività del reparto ci sono i Dottori Paolo Lovotti, Sergio Valentini, Sebastiano Mininni, Matteo Giovari e le Dottoresse Eleonora Casati e Ida Fuoco.

Il direttore ha conosciuto i cambiamenti affrontati dalla struttura, che da reparto indipendente è confluito nel 2009 in un’area di degenza comune, quella della Chirurgia, a seguito della riorganizzazione in campo sanitario dettata dalla Regione.

Al di la della novità organizzativa, ci sono peculiarità dell’unità operativa che non sono cambiate nel tempo, tra queste le operazioni alle adenoidi e alle tonsille, che tuttora si confermano i trattamenti più richiesti dagli utenti: “Nonostante gli anni passino, la chirurgia otorinolaringoiatria pediatrica resta quella più frequente. Sicuramente c’è stata una limitazione significativa degli interventi, una riduzione di circa un quarto a livello mondiale nell’arco di 20 anni. Ciò non di meno, ci sono delle situazioni oggi ben definite dalle linee guida del ministero nelle quali la procedura chirurgica resta la soluzione più opportuna e queste sono ancora numerose”, spiega il Dottor Piantanida. Solo nei primi cinque mesi del 2012, tra il Manzoni e il Mandic, sono già state eseguite 80 operazioni alle tonsille e alle adenoidi, per una media di mille interventi l’anno.

Il punto di forza dell’otorinolaringoiatria lecchese è però rappresentato dalla Chirurgia Oncologica, che si avvale della collaborazione di radioterapista e oncologo medico per visite ai pazienti, diagnosi e trattamenti post-operatori collegiali. “E’ sicuramente un’offerta che non esiste ovunque – preosegue il Primario – e che qui è attiva dal 2000; un servizio per il quale siamo molto orgogliosi”.

I tumori più diffusi sono quelli delle prime vie respiratorie: cavo orale, bocca, laringe, faringe; un capitolo a parte sono i tumori della tiroide, questi ultimi in aumento vertiginoso; l’anno scorso sono stati compiuti circa 80 interventi, nel 2000 solo quattro”. Nonostante l’allarmante evoluzione del fenomeno, le neoplasie della tiroide riescono ad essere sconfitte con maggiore frequenza rispetto a quelle delle mucose: “Esiste una distinzione notevole tra l’andamento delle due tipologie di tumore – evidenzia Piantanida – in particolare, nei tumori alle prime vie respiratorie la sopravvivenza complessiva si aggira tra il 50 e 70%; i tumori della tiroide invece, se trattati bene chirurgicamente e con il complemento della medicina nucleare, possono raggiungere sopravvivenze del’80-90%. In ogni caso, tali soglie sono ben superiori ad altri tipi di tumori come al polmone e al pancreas, dove i numeri sono ben più drastici”.

Le cause di tali mali vanno ricercati nell’abuso di fumo e alcool, per quanto riguarda le vie respiratorie; ancora incerte nel caso della tiroide, una malattia trasversale che colpisce i bambini quanto soggetti adulti e anziani:

“A lungo si è studiato il legame tra la malattia e l’esposizione alle radiazioni, per questo si ci aspettava una pesante ricaduta con la disgrazia di Chernobyl; i numeri, in quel caso, sono aumentati ma non con l’intensità prospettata. Non c’è, per fortuna, questo tipo di accostamento sicuro, che è risultato più visibile nell’ambito territoriale dell’Ucraina e della Bielorussia; in realtà, l’aumento della malattia c’è stato in tutto il mondo, negli Stati Uniti come in Cina, ma non è possibile rilegarlo a quell’avvenimento. La connessione sicura con il fenomeno era legata alla popolazione degli anni ’50 – evidenzia il dottore – quando l’uso delle radiazioni in campo medico non seguiva norme protezionistiche rigorose quanto quelle odierne. Ciò rimane nei libri come retaggio storico, ma non è più attuale e ad oggi non è possibile affermare con certezza questa relazione”.

L’unità di Otorinolaringoiatria non si occupa solo di patologie curate attraverso la chirurgia, bensì anche di fratture al naso ed altri tipi traumi o patologie che non asseriscono necessariamente in una procedura chirurgica. Tra le principali attrezzature utilizzate per le visite agli utenti, gioca un ruolo fondamentale il fibrolaringoscopio, attrezzato nella sala dell’otomicroscopia e fibroendoscopia, che permette di evidenziare eventuali lesioni della laringe.

Il reparto lecchese offre un ulteriore servizio mirato, grazie alla scelta di mantenere attiva la figura storica dell’audiovestibologo, soppressa in altre realtà ospedaliere: si tratta di un medico otorino specializzato nei disturbi dell’equilibrio e dell’udito, impiegato in particolare nelle prove di adattamento delle protesi acustiche. Un settore in evoluzione con oltre 6 mila visite di audiovestibologia nello scorso anno e 172 prescrizioni di protesi uditive (queste ultime in aumento di 72 unità rispetto al 2010).

Inoltre, da circa otto anni, l’ospedale attua lo screening audiologico universale sui neonati, valutando, attraverso appositi macchinari, la funzionalità uditiva del soggetto. “Questo permette di intercettare in tempi molto precoci le sordità congenite nel piccolo. Procedere tempestivamente alla protesizzazione evita che il bambino diventi sordomuto”. Il servizio è offerto sia al Manzoni che al Mandic così, ad esclusione dei nati in cliniche private, può coprire tutti i bambini concepiti in Provincia di Lecco.

Complessivamente, lo scorso anno, l’unità di Otorinolaringoiatria ha eseguito circa 15 mila prestazioni ambulatoriali a Lecco e 7500 a Merate; mille le operazioni chirurgiche per un totale di 1200 ricoveri ospedalieri. Non pochi i pazienti che hanno deciso di omaggiare i medici del reparto per il loro operato, inviando biglietti di ringraziamento ora affissi in reparto. Non nasconde la soddisfazione il dottor Piantanida: “Lavoriamo per questo – ammette – Siamo orgogliosi di poter offrire e gestire in maniera autonoma un servizio completo all’utente quale non è costretto a cercare in altri presidi ospedalieri ciò che invece può trovare nella nostra struttura. Oltretutto, l’integrazione con l’ospedale di Merate ha permesso di ridurre sensibilmente i tempi di attesa, per cui una patologia minore viene operata entro tre mesi, con una priorità maggiore di 30 giorni per tumori o gravi situazioni nel bambino”.

PROGETTO INNOVATIVO PER MAESTRI RIEDUCATORI CORSO DI PRATICA E TECNICA DI RIABILITAZIONE V giornata III PARTE

Intervento dottoressa Luisa Bonetti

presente col gruppo di Treviglio

 

Bisogna riconoscere che una laringenctomia è paragonato a un terremoto col crollo e un tzunami che cancella.

Per ricostruire il laringectomizzato ha bisogno di altri vicini.

Prima dell’operazione è meglio conoscere una persona che tale passo dell’intervento lo ha già fatto e ne uscito benissimo sia psicologicamente che fisicamente che è ritornato alla vita e alla parola,cioè un maestro riabilitatore,questo per far capire al futuro laringectomizzato che la vita continua anche dopo dopotutto e che anche lui può farcela.

Perché è fondamentale che un laringectomizzato riconoscersi dentro e fuori dopo l’operazione.

Lo stoma ha rotto lo schema corporea e dobbiamo “chiuderlo” applicandoci rapportandoci con le altre persone operate e no.

Inoltre l’operato inizia a credere di essere in pericolo di vita e che con la diagnosi del tumore riceva insieme un avviso di fine vita cosa non vera.

La famiglia,maestro riabilitatore,sezioni rieducatrici, tornando all’esempio del terremoto e del tsunami, devono aiutare a far partire la ricostruzione della persona e non indurlo a fermarsi a guardare le macerie e piangersi adosso.

La famiglia soffre insieme al malato e hanno paura di sbagliare nei comportamenti nel loro confronto,perché porta cambiamenti di stile di vita ad ambedue che in certi casi portano all’autoisolamento del malato o all’allontanamento dei parenti.

L’unica cosa di utile e avere pazienza e attendere che piano piano tutto torni non alla normalità ma quai con l’accettazione dell’evento invasivo e si cancelli la domanda “perché è successo a me” domanda che ronza in testa a tutti i malati di cancro dopo la diagnosi.

Anche se l’operazione colpisce e deteriora rapporti familiari già incrinati prima e che la malattia da il colpo finale.

Normale è lo sbandamento iniziale dopo la diagnosi che può portare pianto ed emotività anzi deve essere un campanello d’allarme quando uno si sente dire dal malato che è tutto a posto e che non è successo niente.

Il maestro riabilitatore pur non essendo un psicologo deve saper cogliere i disagi e le paure e collaborare col psicologo per risolverli.

Infine un problema è l’intimita nelle coppie quando uno dei due e colpita dal male che il riconoscerlo è già un passo verso la guarigione.

Chiusura con i saluti dei due psicologi e della signora Rita Ferri che da appuntamento al 24 per ultimo incontro di questa prima tranche di incontri.

 

 


PROGETTO INNOVATIVO PER MAESTRI RIEDUCATORI CORSO DI PRATICA E TECNICA DI RIABILITAZIONE V giornata II PARTE


 

Lavoro di gruppo,divisi in 3 gruppi da 6 più uno da 7 dove si dovrà stilare una lista dove ancora si dovrà dividere fra aspetto positivo e negativo nello svolgere la mansione di maestro riabilitatore,sopratutto alle porte della prima lezione da maestro e la prima volta di laringectomizzato da allievo.

I risultati sono invece maggiormente positivi rispetto a prima divisione tra paure e aspettative svolto prima.

Gli unici timori pochi ma non per questo importanti sono il timore di non farsi capire,la poca sensibilità di taluni maestri per fortuna pochi se non quasi vicino allo zero e la mancanza di supporto medico.Altro tasto negativo sono i maestri che accentuano difficoltà rendendo più difficile progressi.

Positivi invece sono i seguenti accorgimenti:

-forza di volontà nel neo operato

-riconoscere i piccoli successi,una vocale detta da uno operato da neanche un mese è il primo passo per tornare a parlare

-evitare l’isolamento siano amici o parenti

-sensibilità del maestro perché ogni persona è diversa all’altra

-verso del piccione come metodo per ricominciare a parlare

-il poter conoscere il maestro riabilitatore prima dell’operazione così da poter iniziare un rapporto d’amicizia e di fiducia

-creare entusiasmo in sezioni e creare gruppo di amici

-capire le paure perché cancro non vuol dire morte prossima

-fare il cammino di rieducazione dividendole in tappe per avvicinare il neo operato alla meta finale del parlare come una specie di giro d’Italia diviso in tappe con la maglia rosa per tutti alla fine.

 

PROGETTO INNOVATIVO PER MAESTRI RIEDUCATORI CORSO DI PRATICA E TECNICA DI RIABILITAZIONE V giornata I PARTE


Ailar Sezione di Merate

Lecco e Provincia

PROGETTO INNOVATIVO PER MAESTRI RIEDUCATORI

CORSO DI PRATICA E TECNICA DI RIABILITAZIONE

presso Aula Magna Ospedale L. Mandric di Merate

 

Oggi 17 Novembre abbiamo la quinta giornata del progetto per maestri rieducatori che prevede l’incontro con lo psicologo dell’ospedale di Merate il dottor Simone Scerri con un intervento finale anche della psicologa arrivata dottoressa Luisa Bonetti col gruppo di Treviglio.

La sala è gremita 25 maestri riabilitatori e semplici laringectomizzati e quasi tutti accompagnati almeno da un parente.

All’entrata una scatola chiusa con una feritoia sopra stile cassetta dei reclami dove chi vuole mette un suo scritto dove scrive i suoi problemi e i suoi dubbi di laringectomizzato o di parente ,la cassetta serve a rendere la domanda anonima così uno si sente più libero di avere chiarimenti. Perchè è difficile vivere da laringectomizzato ma non è neanche facile per chi ci vive vicino perché ha paura che una parola o un gesto possa essere frainteso,ma l’importante e far capire a chi ci vive accanto e vicino che siamo quelli di prima e che vogliamo essere trattati come prima coi pregi e i difetti.

La signora Ferri Rita presidente della sezione di Merate nonché maestra riabilitatrice ha fatto gli onori di casa a tutti i presenti.

INTERVENTO DEL PSICOLOGO DOTTOR SIMONE SCERRI

Per prima cosa dopo i saluti e la presentazione a tutti anche se la maggior parte lo conoscevano visto che era presente anche alla I giornata del corso,disegna un corpo con testa visto di fronte e lo divide in due parti, dove scriverà dopo aver interpellato ogni maestro riabilitatore presente,in una parte le aspettative e dall’altra le paure che riscontrano quando si devono raffrontare coi laringectomizzati sopratutto durante il primo incontro.

Dopo un oretta di interventi abbiamo una maggioranza di paure e solo due aspettative,ma questa non fa demordere noi maestri riabilitatori a continuare nel nostro intento forse perché a suo tempo anche noi fummo aiutati a ricominciare a parlare da altri maestri che con volontà e spirito di abnegazione ci hanno formati quello che siamo oggi.

La prima paura che è uscita è quella dei familiari che giudicano il nostro operato senza avere metri di comparazione per poterci classificare,oppure la paura che cerchiamo qualcosa,e rimangono che noi chiediamo solo impegno del neo laringectomizzato perché senza impegno non si va da nessuna parte.

Inoltre può capitarci di trovarci davanti a persone sole,che lo erano anche prima dell’intervento o anche peggio dopo l’operazione si sono visti allontanati come se non bastasse il dolore dell’intervento.

Senza contare chi ha fretta di tornare a parlare che se ce la fanno bene,se non ce la fanno in un tempo predeterminato da loro non si fanno più vedere che si auto assolvono con la frase “riesco a farmi capire e mi basta” oppure “non ci sono riuscito fino adesso non ci riuscirò mai”.

Queste paure non dipendono da noi ma da come si pone nei nostri confronti il neo operato e i loro familiari mentre le prossime tre dipendono da noi e che solo noi con il nostro portamento e a alla nostra preparazione possiamo far sparire.

La paura del non saper spiegare e non farsi capire,l’impatto con il laringectomizzato e i loro parenti ma sopratutto il primo impatto e per ultimo il non essere all’altezza del compito affidatoci,paure che spariscono solo con il tempo.

Le aspettative invece sono quelle di trasmettere ciò che abbiamo imparato nel migliore dei modi e sopratutto la capacità di reazione che ci aiuta ad aiutare chi vuole ricominciare a parlare e a vivere.

 

 

PROGETTO INNOVATIVO PER MAESTRI RIEDUCATORI CORSO DI PRATICA E TECNICA DI RIABILITAZIONE IV giornata

Ailar Sezione di Merate

Lecco e Provincia

PROGETTO INNOVATIVO PER MAESTRI RIEDUCATORI

CORSO DI PRATICA E TECNICA DI RIABILITAZIONE

presso Aula Magna Ospedale L.Mandric di Merate

 

 

Mercoledì 10 Novembre 2010

IV giornata

 

 

Intervento della signora Rita Ferri

Presidentessa e maestra riabilitatrice della sezione ailar di Merate

Prima di cominciare le lezioni fare sempre esercizi respiratori e gestione dell’aria del tracheostoma.

Fare tutti gli esercizi conosciuti per ammorbidire e tonificare tutti i muscoli facciali e della lingua.

Fare il verso del piccione almeno cinque volte con un ritmo di tre “versi” ad ogni ciclo,segue una profonda respirazione.

Si comincia ora a pronunciare le vocali nella loro sequenza normale,ossia:A-E-O-I-U,ripetere e scambiare le varie posizioni delle stesse in maniera normale,quasi “mono-tono”.Appena si nota una certa morbidezza e le mucose rispondono con naturalezza alla fonia,si incomincia a modulare tutte le vocali musicandole con una sola presa d’aria:con la bocca leggermente aperta si eseguono vocalizzi intonando una musica conosciuta,oppure ognuno sceglie la propria.

Arrivati alla fine di questo esercizio sarà molto facile passare alle parole gutturali con le consonanti C e G.Per la pronuncia della “C” bisogna chiudere poco l’estremità della lingua e velocemente pronunciare la sillaba “CA”,per la “G” invece esattamente il contrario,chiudere e spingere l’estremità della lingua e pronunciare quasi con forza la sillaba “GO”.

Formulare parole con il suono uguale per esempio:CARA-GARA,CORO-GORO,CHILO-GHIRO,ecc…per far capire la differenza della pronuncia delle due consonanti.

Per sentire meglio la differenza piegare le orecchie verso la bocca,così si vsentira meglio la pronuncia della C e della G.

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Inoltre mentre per la S si ha la bocca chiusa e la lingua rimane ferma a riposo,lingua che invece si muove verso i denti per la Z.

Un aiuto per evitare la pronuncia s uguale alla z e quella di accennare appena la Z.

Altra tecnica invece per le parole lallate,che prima necessitano di una ginnastica facciale e della lingua,tramite boccacce e lingua che deve toccare il naso,il mento,la gota sinistra e destra,in modo di non avere la muscolatura fredda.

Pronunciare parole tipo lallalre,la li partendo con una specie di linguaccia e dire la parola.

Altro esercizio e la T e la C a denti stretti e parlando muovendo solo la lingua TCTCTCTC o ripetere numeri tipo 33,44.

 

INTERVENTO ROBERTO LEONI VICEPRESIDENTE NAZIONALE AILAR E MAESTRO RIABILITATORE

Come maestro riabilitatore ha fatto un breve escursus personale e ha ricordato che il nostro parlare è basato sopratutto nella coordinazione della respirazione e dell’apnea per poter rendere possibile il nostro ritorno a una vita normale e di relazione vocale.

 

CHIUSURA GIORNATA RITA FERRI

Il progetto passato formato da un libretto e un dvd “il verso del piccione” avrà un seguito che verosimilmente si chiamerà “io parlo” che sarà formato ancora da un libretto e forse anche da due dvd e che è molto seguito all’estero per la sua applicazione non solo nel campo dei laringectomizzati.

 

 

 

 

 

 

PROGETTO INNOVATIVO PER MAESTRI RIEDUCATORI CORSO DI PRATICA E TECNICA DI RIABILITAZIONE III giornata PARTE I/2

PROGETTO INNOVATIVO PER MAESTRI RIEDUCATORI CORSO DI PRATICA E TECNICA DI RIABILITAZIONE

III giornata

Ailar Sezione di Merate

Lecco e Provincia

PROGETTO INNOVATIVO PER MAESTRI RIEDUCATORI

CORSO DI PRATICA E TECNICA DI RIABILITAZIONE

presso Aula Magna Ospedale L.Mandric di Merate

 

 

Mercoledì 27 Ottobre 2010

III giornata

 

Apre la terza giornata il primario del reparto fisioterapiarita dell’ ospedale di Merate presentata dalla maestra riabilitatrice e presidente della sezione Ailar di Merate Rita Ferri.

Presente anche il vice-presidente nazionale Ailar Roberto Leoni,che da una lettura veloce del lavoro svolto dalle sezioni rieducativa Ailar e pone la questione degli esami e degli ausili convenzionati o no a seconda di dove si trova la sezione rieducativa Ailar o altra associazione.

 

VALUTAZIONE E TRATTAMENTO FISIOTERAPICO

POST LARINGECTOMIA

DOTTOR RINALDO CALDIROLA

Fisioterapista Ospedale S. Leopoldo Mantic

MeratePROBLEMI FUNZIONALI

POST LARINGECTOMIA

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-perdita della comunicazione

-problemi collo e spalle

-dolore al collo e alle spalle

-collo gonfio

-difficolta della deglutizione

-patologie secondarie all’apparato respiratorio

COMPITO EQUIPE RIABILITATRICE

Il lavoro va svolto da un equipe di fisioterapisti che programma un piano di lavoro individuale dettagliato in base:

-patologia

-età

-contesto sociale

-ambito lavorativo

-ambito familiare.

VALUTAZIONE FISIATRA

Il fisiatra deve valutare al laringectomizzato:

-il danno anatomico subito

-deficit motorio

-la percentuale di disabilità

-handicap

dopo con i risultati pone degli obiettivi a breve,a medio e a lungo termine.


 

PROBLEMATICHE RIABILITATIVE

A)Deficit motori collo e spalle

I-Lesione nervo accessorio (non sempre)

Il nervo accessorio è puramente motorio. Non è proprio un vero nervo craniale, visto che ha la sue radici nel midollo allungato all’altezza tra la I e VI vertebra cervicale, poi scorre in direzione craniale, passa dal forame magno entra nella base cranica e viene accolto dal nervo vago per innervare le zone a lui assegnate.

Il nervo accessorio ha due radici, il nucleo accessorio spinale che parte dal midollo spinale e dalla radice cranica che proviene dal nucleo ambiguo nella medulla oblungata, quest’ultima si unisce al nervo vago.

Dai rispettivi nuclei, queste due radici si uniscono e costituiscono, per un breve tratto, un unico nervo che penetra nella cavità craniale dal foro occipitale.

Dopo aver passato il forame giugulare, il nervo si divide in due rami, uno interno e uno esterno.

Il ramo interno si unisce al nervo vago, mentre quello esterno innerva il muscolo sterno-clido-mastoideo e termina nel muscolo trapezio.

Il nervo è connesso con rami provenienti dai nervi spinali, C2, C3, C4.

 

Passaggio dalla base cranica

Dal forame giugulare insieme ai nervi IX e X.

 

Funzione

Il ramo interno contiene soprattutto fibre motorie che si distribuiscono con i rami faringei e laringei del nervo vago e fibra che innervano i muscoli del palato molle (escluso il muscolo tensore del velo palatino); può anche contenere fibre destinate ai rami cardiaci vagali.

Il ramo esterno provvede all’innervazione motoria dei muscolo sterno cleido mastoideo e trapezio.

 

Disfunzioni e patologie

Lesioni causate da traumi alla base cranica, tumori oppure interventi chirurgici eseguiti al collo possono compromettere la funzione del nervo che si manifesta con i seguenti sintomi:

inclinazione della testa verso la parte opposta

debilitazione nella mobilità delle spalle e braccia

disallineamento della scapola e scapola alata.

II-dolori colle e spalle

III-alterazione schema motorio

B-SISTEMA LINFATICO

-deficit funzionamento sistema linfatico

-linfodema secondaria dopo esportazione secondaria

delle catene linfonoidali latero cervicali

C-DEFICIT DINAMICO RESPIRATORIA

 

scritto da Lanzo Giovanni

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