PROGETTO INNOVATIVO PER MAESTRI RIEDUCATORI CORSO DI PRATICA E TECNICA DI RIABILITAZIONE V giornata III PARTE

Intervento dottoressa Luisa Bonetti

presente col gruppo di Treviglio

 

Bisogna riconoscere che una laringenctomia è paragonato a un terremoto col crollo e un tzunami che cancella.

Per ricostruire il laringectomizzato ha bisogno di altri vicini.

Prima dell’operazione è meglio conoscere una persona che tale passo dell’intervento lo ha già fatto e ne uscito benissimo sia psicologicamente che fisicamente che è ritornato alla vita e alla parola,cioè un maestro riabilitatore,questo per far capire al futuro laringectomizzato che la vita continua anche dopo dopotutto e che anche lui può farcela.

Perché è fondamentale che un laringectomizzato riconoscersi dentro e fuori dopo l’operazione.

Lo stoma ha rotto lo schema corporea e dobbiamo “chiuderlo” applicandoci rapportandoci con le altre persone operate e no.

Inoltre l’operato inizia a credere di essere in pericolo di vita e che con la diagnosi del tumore riceva insieme un avviso di fine vita cosa non vera.

La famiglia,maestro riabilitatore,sezioni rieducatrici, tornando all’esempio del terremoto e del tsunami, devono aiutare a far partire la ricostruzione della persona e non indurlo a fermarsi a guardare le macerie e piangersi adosso.

La famiglia soffre insieme al malato e hanno paura di sbagliare nei comportamenti nel loro confronto,perché porta cambiamenti di stile di vita ad ambedue che in certi casi portano all’autoisolamento del malato o all’allontanamento dei parenti.

L’unica cosa di utile e avere pazienza e attendere che piano piano tutto torni non alla normalità ma quai con l’accettazione dell’evento invasivo e si cancelli la domanda “perché è successo a me” domanda che ronza in testa a tutti i malati di cancro dopo la diagnosi.

Anche se l’operazione colpisce e deteriora rapporti familiari già incrinati prima e che la malattia da il colpo finale.

Normale è lo sbandamento iniziale dopo la diagnosi che può portare pianto ed emotività anzi deve essere un campanello d’allarme quando uno si sente dire dal malato che è tutto a posto e che non è successo niente.

Il maestro riabilitatore pur non essendo un psicologo deve saper cogliere i disagi e le paure e collaborare col psicologo per risolverli.

Infine un problema è l’intimita nelle coppie quando uno dei due e colpita dal male che il riconoscerlo è già un passo verso la guarigione.

Chiusura con i saluti dei due psicologi e della signora Rita Ferri che da appuntamento al 24 per ultimo incontro di questa prima tranche di incontri.

 

 


PROGETTO INNOVATIVO PER MAESTRI RIEDUCATORI CORSO DI PRATICA E TECNICA DI RIABILITAZIONE V giornata II PARTE


 

Lavoro di gruppo,divisi in 3 gruppi da 6 più uno da 7 dove si dovrà stilare una lista dove ancora si dovrà dividere fra aspetto positivo e negativo nello svolgere la mansione di maestro riabilitatore,sopratutto alle porte della prima lezione da maestro e la prima volta di laringectomizzato da allievo.

I risultati sono invece maggiormente positivi rispetto a prima divisione tra paure e aspettative svolto prima.

Gli unici timori pochi ma non per questo importanti sono il timore di non farsi capire,la poca sensibilità di taluni maestri per fortuna pochi se non quasi vicino allo zero e la mancanza di supporto medico.Altro tasto negativo sono i maestri che accentuano difficoltà rendendo più difficile progressi.

Positivi invece sono i seguenti accorgimenti:

-forza di volontà nel neo operato

-riconoscere i piccoli successi,una vocale detta da uno operato da neanche un mese è il primo passo per tornare a parlare

-evitare l’isolamento siano amici o parenti

-sensibilità del maestro perché ogni persona è diversa all’altra

-verso del piccione come metodo per ricominciare a parlare

-il poter conoscere il maestro riabilitatore prima dell’operazione così da poter iniziare un rapporto d’amicizia e di fiducia

-creare entusiasmo in sezioni e creare gruppo di amici

-capire le paure perché cancro non vuol dire morte prossima

-fare il cammino di rieducazione dividendole in tappe per avvicinare il neo operato alla meta finale del parlare come una specie di giro d’Italia diviso in tappe con la maglia rosa per tutti alla fine.

 

PROGETTO INNOVATIVO PER MAESTRI RIEDUCATORI CORSO DI PRATICA E TECNICA DI RIABILITAZIONE V giornata I PARTE


Ailar Sezione di Merate

Lecco e Provincia

PROGETTO INNOVATIVO PER MAESTRI RIEDUCATORI

CORSO DI PRATICA E TECNICA DI RIABILITAZIONE

presso Aula Magna Ospedale L. Mandric di Merate

 

Oggi 17 Novembre abbiamo la quinta giornata del progetto per maestri rieducatori che prevede l’incontro con lo psicologo dell’ospedale di Merate il dottor Simone Scerri con un intervento finale anche della psicologa arrivata dottoressa Luisa Bonetti col gruppo di Treviglio.

La sala è gremita 25 maestri riabilitatori e semplici laringectomizzati e quasi tutti accompagnati almeno da un parente.

All’entrata una scatola chiusa con una feritoia sopra stile cassetta dei reclami dove chi vuole mette un suo scritto dove scrive i suoi problemi e i suoi dubbi di laringectomizzato o di parente ,la cassetta serve a rendere la domanda anonima così uno si sente più libero di avere chiarimenti. Perchè è difficile vivere da laringectomizzato ma non è neanche facile per chi ci vive vicino perché ha paura che una parola o un gesto possa essere frainteso,ma l’importante e far capire a chi ci vive accanto e vicino che siamo quelli di prima e che vogliamo essere trattati come prima coi pregi e i difetti.

La signora Ferri Rita presidente della sezione di Merate nonché maestra riabilitatrice ha fatto gli onori di casa a tutti i presenti.

INTERVENTO DEL PSICOLOGO DOTTOR SIMONE SCERRI

Per prima cosa dopo i saluti e la presentazione a tutti anche se la maggior parte lo conoscevano visto che era presente anche alla I giornata del corso,disegna un corpo con testa visto di fronte e lo divide in due parti, dove scriverà dopo aver interpellato ogni maestro riabilitatore presente,in una parte le aspettative e dall’altra le paure che riscontrano quando si devono raffrontare coi laringectomizzati sopratutto durante il primo incontro.

Dopo un oretta di interventi abbiamo una maggioranza di paure e solo due aspettative,ma questa non fa demordere noi maestri riabilitatori a continuare nel nostro intento forse perché a suo tempo anche noi fummo aiutati a ricominciare a parlare da altri maestri che con volontà e spirito di abnegazione ci hanno formati quello che siamo oggi.

La prima paura che è uscita è quella dei familiari che giudicano il nostro operato senza avere metri di comparazione per poterci classificare,oppure la paura che cerchiamo qualcosa,e rimangono che noi chiediamo solo impegno del neo laringectomizzato perché senza impegno non si va da nessuna parte.

Inoltre può capitarci di trovarci davanti a persone sole,che lo erano anche prima dell’intervento o anche peggio dopo l’operazione si sono visti allontanati come se non bastasse il dolore dell’intervento.

Senza contare chi ha fretta di tornare a parlare che se ce la fanno bene,se non ce la fanno in un tempo predeterminato da loro non si fanno più vedere che si auto assolvono con la frase “riesco a farmi capire e mi basta” oppure “non ci sono riuscito fino adesso non ci riuscirò mai”.

Queste paure non dipendono da noi ma da come si pone nei nostri confronti il neo operato e i loro familiari mentre le prossime tre dipendono da noi e che solo noi con il nostro portamento e a alla nostra preparazione possiamo far sparire.

La paura del non saper spiegare e non farsi capire,l’impatto con il laringectomizzato e i loro parenti ma sopratutto il primo impatto e per ultimo il non essere all’altezza del compito affidatoci,paure che spariscono solo con il tempo.

Le aspettative invece sono quelle di trasmettere ciò che abbiamo imparato nel migliore dei modi e sopratutto la capacità di reazione che ci aiuta ad aiutare chi vuole ricominciare a parlare e a vivere.