Corde vocali nuove da un biogel

E’ stato inventato negli Stati Uniti  e potrebbe essere già sperimentato il prossimo anno sui pazienti un gel che ripristina l’uso delle corde vocali quando queste sono  state danneggiate o hanno perso la loro naturale capacità di produrre suoni. La ricerca è stata presentata oggi in occasione della riunione annuale dell’ American Chemical Society a Philadelphia.

Il Biogel verrà iniettato nelle corde vocali e, grazie alla sua speciale composizione, riuscirà a riprodurre le stesse vibrazioni delle corde vocali e quindi anche i suoni.

Le corde vocali son due muscoli che si trovano nella laringe e che vibrando producono suono. Quando sono mal utlizzate si tendono  fino a perdere la capacità di vibrare rendendo la voce roca e con l’aria durante l’emissione. Similli effetti possono essere prodotti anche dal cancro o dall’invecchiamento. Ma attualmente non ci sono modi per curare questo tipo di problema.

Il gel da applicare sulle corde vocali sviluppato dal team del professor Robert Langer presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston si basa su un materiale già utilizzato in creme cosmetiche approvate, dispositivi medici e farmaci.

Ora il gel puà vibrare circa 200 vlte al secondo che è il numero di vibrazioni della voce di una donna.

“Il gel sintetico delle corde vocali ha proprietà simili a quelle del materialeche si trova nelle corde vocali umane e vibra  in risposta alle variazioni della pressione dell’aria, proprio come le corde reali”, ha detto il prof Langer.

La star di Mary Poppins, Dame Julie, 76 anni, che ha perso definitivamente la voce dopo un’operazione nel 1997, presiede una organizzazione non-profit che finanzia la ricerca ed è in cura da un medico che collabora al progetto. Sarà probabilmente lei una delle prime pazienti che sarà sottoposta al trattamento rivoluzionario. Infatti gli studi su animali hanno dato risultati positivi sugli animali, il materiale è sicuro e la sperimentazione umana potrebbe iniziare verso la metà del prossimo anno, secondo gli scienziati.

Il gel potrebbe avere poi consistenze diverse a seconda del danno che le corde vocali hanno subito e del probelma vocale conseguente su cui si deve agire.
Poiché il gel degrada nel tempo potrebbe essere che i pazienti abbiano bisogno di 5 inziezioni l’anno.

http://gaianews.it/

Gloria Christian Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Gloria Christian
Gloria Christian con Flo Sandon's e Nicola Arigliano nel 1985
Gloria Christian con Flo Sandon’s e Nicola Arigliano nel 1985
 
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Genere Musica leggera
Etichetta Vis RadioKingPhilips,MizarFansPresence

Gloria Christianpseudonimo di Gloria Prestieri (Bologna24 giugno 1934), è una cantante italiana, partenopea di adozione, famosa negli anni cinquanta.

Biografia [modifica]

Figlia d’arte, il padre è un trombettista jazz napoletano, mentre la madre è veneta; pur essendo nata a Bologna, vive a Napoli sin da quando era bambina.

Nasce come cantante jazz per poi passare al genere leggero, incidendo i primi dischi nel 1954 con l’etichetta discografica Vis Radio con la quale avrà un lungo sodalizio artistico. Il primo 78 giri è Pecos Bill (Vis Radio Vi 4863).

Partecipa a quattro edizioni del Festival di Sanremo a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta, dove raccoglie successi come Casetta in Canadà (Vis Radio Vi 5792), Le trote blu(Vis Radio Vi 5763), Ho disegnato un cuore(Vis Radio Vi 6058), Cos’è un bacio(Vis Radio Vi 6069), Timida serenata(Vis Radio Vi 6078), Splende l’arcobaleno(Vis Radio ViMQN 36554), A come amore(Vis Radio ViMQN 36553), L’ombrellone(Vis Radio VLMQN 066119), Innamorati(Vis Radio VLMQN 056120), ecc.

Ha inoltre all’attivo ben 10 presenze (dal 1957 al 1969) al Festival di Napolimanifestazione che vince nel 1962con Marechiaro Marechiaro (Vis Radio VLMQN 056150). Vince il secondo posto nel 1962 con Pulecenella tiwist(Vis Radio VLMQN 056145), nel 1965 con Scordame (King AFK 56043) e nel 1967 con A prutesta (Vis Radio VLMQM 056411). Vince il terzo posto nel 1957 con Nnammurate dispettuse (Vis Radio ViMQN 36036).

Oltre al Festival di Sanremo ed al Festival della Canzone Napoletana, la cantante ha partecipato al Festival di Velletri (vince la quarta edizione), al Festival della Canzone Marinara di Ischia, al Festival di Como, al Festival di Vibo Valentia, alla Piedigrottissima, al Festival del Musichiere, al Festival di Capri, al Festival di Palermo, al Festival di Venezia (vince la terza edizione), al Festival di Piombino, alla Settimana Motonautica, al Burlamacco d’Oro di Viareggio, all’Ondina, al Gran Premio dell’Eurovisione di Cannes (vince l’edizione del 1959), al Festival di Berlino, a Canzonissima, al giugno della Canzone Napoletana, al Festival Pirotecnico del Golfo di Napoli, ecc.

Nel 1969 partecipa al Festival di Berlino con il brano “Ich bin es endgutting leid” e si ripete l’anno successivo, presentando la canzone “Kommt erst die wahre Liebe”.

Oltre alla Vis Radio, ha inciso dischi con l’etichetta KingPhilipsMizarFans e Presence.

Negli anni ’60 ha alternato la carriera canora con quella televisiva, partecipando a numerosi programmi, qualiBuone vacanzeAppuntamento a NapoliGiardino d’invernoBiblioteca di Studio UnoIl Guarracino, ecc. Ha preso parte a diverse riviste e commedie musicali, quali RugantinoNapoli in frakO miercurì d’a Madonna ‘o Carmene, ecc.

Dopo lunga assenza, riapparve in televisione nel ’90 a Una rotonda sul mare, riproponendo il suo cavallo di battaglia, “Cerasella”, ma già accusava qualche problema di voce; fu poi costretta ad abbandonare del tutto il canto da un tumore alle corde vocali.

Tra i suoi successi: “Cerasella”, “Casetta in Canadà”, “Stupidella”, “Paese mio”, “Giorgio”, “Ricciulella”, “Gennarino Rififì”, “Marechiaro Marechiaro”, “Estate addio”, “Paese mio”, “Veleno doce”, “Le trote blu”, “A come amore”, “Pulecenella twist”, ecc. ecc.

Discografia parziale [modifica]

78 giri [modifica]

45 giri [modifica]

Bibliografia [modifica]

  • Autori Vari (a cura di Gino Castaldo), Il dizionario della canzone italiana, editore Armando Curcio (1990); alla voce Christian Gloria, di Enzo Giannelli, pagg. 374-376
  • Eddy Anselmi, Festival di Sanremo. Almanacco illustrato della canzone italianaedizioni Panini, Modena, alla voce Christian Gloria

L’invalidità e le lunghe file nei pubblici uffici, battaglia persa in partenza

L’invalidità e le lunghe file nei pubblici uffici. Una battaglia persa in partenza!

 

Un Paese all’avanguardia non può ignorare i disagi di coloro che sono affetti da gravi patologie invalidanti. Anche la soluzione della problematica relativa all’assenza di corsie preferenziali da riservare presso le strutture pubbliche, per queste persone invalide, fa capire se davvero siamo o no  una nazione attenta a certi problemi. La burocrazia, poi, non aiuta, l’indifferenza di taluni, peggiora le cose.   

 

La crisi economica e i tagli alle spese, non c’entrano nulla con l’assenza di corsie preferenziali per gli invalidi, costretti a fare la fila per ore, come un qualunque cittadino. Se per l’abbattimento delle barriere architettoniche la battaglia sembra persa in partenza, la cronica mancanza di fondi per l’adeguamento degli edifici è la solita scusa alla quale le istituzioni si aggrappano ogni volta per giustificare le proprie responsabilità,  quella per consentire ai tanti invalidi, di bypassare la fila agli sportelli degli uffici pubblici, non costa nulla ed è di semplice ed immediata applicazione. Basterebbe che negli uffici aperti al pubblico venisse affisso un avviso che consenta ai tanti invalidi civili, di passare per primi agli sportelli a sbrigare le proprie faccende! I casi sono tanti, forse troppi per non accorgersi del problema e troppo spesso, nonostante le rassicurazioni ricevute, si continua a far finta di niente. E’ proprio così, purtroppo! La battaglia intrapresa da anni, dal venafrano Nicandro Perna, invalido civile al cento per cento a causa di una laringectomia totale, con conseguente perdita dell’uso delle corde vocali e dell’olfatto, sembra una di quelle sfide contro la burocrazia e l’indifferenza delle istituzioni, perse fin dal momento in cui si decide di intraprenderle. Eppure non si sta chiedendo nulla di trascendentale, un cartello che consenta a persone malate come il Sig. Perna, di scavalcare le lunghe file che spesso si trovano agli uffici pubblici o quelle per pagare bollette, o peggio, le lunghe attese negli studi medici o nelle strutture sanitarie. Ma, l’onestà intellettuale che contraddistingue lo stesso Sig. Nicandro Perna, una cosa la evidenzia, sia  l’Asrem di Isernia il 12 febbraio 2012 che il Sig. Prefetto di Isernia, lo scorso 13 marzo, hanno assicurato che qualcosa, in tal senso, sarebbe stata fatta. La proposta molto convincente del Prefetto è quella di rilasciare appositi tesserini a tutti coloro che rientrano in queste categorie, un’idea semplice e di immediata applicazione, utile per riservare, com’è giusto che sia, presso strutture pubbliche, uffici postali etc. percorsi facilitati per chi è affetto da queste gravi patologie. 

A distanza di qualche mese, però, sia la sensibilizzazione della Prefettura che quella dell’Asrem, affinchè si riservassero corsie preferenziali agli utenti affetti da gravi patologie invalidanti, sembra non aver ricevuto riscontro alcuno. Qualcuno ha ipotizzato si tratti dei soliti ritardi nell’attuazione delle direttive, propri della burocrazia italiana, altri, piuttosto arrabbiati la buttano sulla solita indifferenza di chi, certi problemi non li vive. Nell’uno o nell’altro caso, per risolvere la questione, basta davvero poco, facendo felice, finalmente, chi è costretto a subire ancora più disagi di quelli che quotidianamente  subisce.  Si spera dunque che oltre a dare seguito alle precise disposizioni ricevute, chi deve materialmente predisporre e “attaccare” questi avvisi, si faccia un breve esame di coscienza, non fosse altro per rispetto dei problemi degli altri, “trovando” il tempo per scrivere su un banale foglio di carta: “diamo la precedenza a chi è più sfortunato di noi”. Chissà che un giorno non si ritrovi lui stesso, costretto a chiedere le medesime cose  lamentate dal Sig. Perna e da tanti altri più sfortunati di noi? Nel frattempo, tanto per chiudere il cerchio, sarebbe opportuno che chi ha accolto la richiesta di Nicandro Perna, l’Asrem lo ripetiamo è stata la prima, controllasse se nelle proprie strutture, quanto disposto dal coordinatore Ambito territoriale di Isernia, sia stato attuato.  Intanto il Sig. Perna, visti i precedenti, ha interessato del problema anche il Direttore generale dell’Asrem perchè… non si dica che non ne sapeva nulla!  (u.s.)

Gestione del paziente cannulato (Sottoposto a laringectomia o a tracheotomia)

INTRODUZIONE
Nei nostri ospedali, ci si trova sempre più spesso a dover affrontare pazienti portatori o portatrici di cannule endotracheali. L’incidenza delle patologie neoplastiche a carico della laringe, nella popolazione, varia infatti da 3 a 6 ogni centomila abitanti (il 2,5% dei tumori diagnosticati nel mondo); con maggiore frequenza nelle zone industriali del Nord [1]. Il personale infermieristico, al di fuori dei reparti di ORL, si trova così a dover gestire una tipologia di paziente con cui normalmente non viene a contatto, con tutti i relativi problemi e difficoltà. Abbiamo voluto redigere questa relazione nell’intento di rendere meno astiosa l’assistenza ai pazienti cannulati; sia all’interno dei reparti di degenza che a livello domiciliare.  

DEFINIZIONI
Si definisce tracheotomia l’apertura temporanea della parete tracheale e della cute, con conseguente comunicazione tra la trachea cervicale e l’ambiente esterno, che consenta un passaggio di aria atto a garantire una efficace respirazione.La tracheostomia è, invece, la creazione di un’apertura permanente della trachea, mediante abboccamento della breccia tracheale alla cute cervicale, con conseguente contatto diretto con l’ambiente esterno. La tracheotomia non può essere considerata un semplice atto chirurgico e nemmeno soltanto la creazione di una via di passaggio più breve per garantire un buon afflusso di aria. Eseguire una tracheotomia significa molto di più.Con essa si modifica l’anatomia cervicale e si altera la fisiologia respiratoria (con la perdita della funzione di condizionamento dell’aria :temperatura, umidità e presenza di particolato).  

ANATOMIA DELLA TRACHEA
La trachea è un condotto fibrocatrilagineo obliquo medialmente, in basso ed indietro, costituito da 15 – 20 anelli cartilaginei. Essa inizia al bordo inferiore della cartilagine cricoide e termina nel torace dividendosi nei due bronchi principali.La trachea è un organo molto mobile sia sul piano orizzontale che sul piano verticale. È elastica ed estensibile e segue i movimenti meccanici degli organi confinanti durante la deglutizione e la fonazione.La fissità della trachea è garantita dalla sua continuità:

  • in alto con la laringe,
  • in basso con i bronchi principali e i peduncoli polmonari,
  • posteriormente con il piano esofageo e vertebrale.

Gli anelli cartilaginei determinano la forma ed il calibro del lume tracheale che varia con l’età ed il sesso; da questo deriva la necessità di avere delle cannule tracheostomiche di diverse dimensioni.Il diametro tracheale è uniforme in altezza nei due segmenti cervicale e toracico; nell’adulto è di 16 – 18 mm. La lunghezza e il diametro della trachea, aumentano durante l’inspirazione e si riducono durante l’espirazione.  

FISIOLOGIA DELLA TRACHEA
Alla trachea possono essere essenzialmente attribuite due funzioni:

  1. funzione aerea,
  2. funzione di difesa attiva verso le particelle inalate attraverso due meccanismi:
    • meccanico
    • immunitario (o immunologico) 

Funzione aerea
La trachea non è un condotto inerte; per la sua struttura fibroelastica e la sua localizzazione cervicotoracica, è l’unica via di passaggio dell’aria verso gli alveoli polmonari.La trachea, con le vie respiratorie superiori, costituisce lo “spazio morto anatomico”, che ha un volume di circa 150 ml. Questo aumenta con l’aumentare dell’ampiezza respiratoria, poiché le vie aeree intratoraciche risultano più espanse a fine espirazione.La trachea non può comunque essere assimilata a un tubo rigido: la composizione della sua parete la rende distendibile e comprimibile. Con i bronchi e la gabbia toracica essa compone il sistema respiratorio “passivo” che subisce però l’influenza delle variazioni di pressione prodotte dal sistema respiratorio “attivo” (muscoli respiratori) durante il ciclo respiratorio. 

Funzione di difesa
Durante la normale ventilazione, materiale nocivo può depositarsi sulla superficie mucosa delle vie aeree o penetrare in profondità nel tratto respiratorio inferiore. Le particelle inalate o aspirate incontrano un sistema di difesa creato per prevenire eventuali danni o infezioni. La trachea partecipa attivamente a tale sistema di difesa attraverso due meccanismi: quello meccanico e quello immunologico.La difesa meccanica comprende le barriere anatomiche, la clearance mucociliare e il riflesso della tosse.La difesa immunologica, a livello tracheo – bronchiale, si fonda su due livelli di organizzazione del sistema linfatico: il sistema linfonodale paratracheale e il tessuto linfoide della mucosa di rivestimento (BALT). 

TECNICHE CHIRURGICHE 
Tracheotomia
La modalità di esecuzione della tracheotomia ha subito notevoli modifiche in funzione alle problematiche gestionali ed in funzione all’estensione delle indicazioni.Esistono molte varianti di esecuzione della tracheotomia. L’incisione cutanea può essere verticale o trasversale; in caso di incisione trasversale, la sua sede varierà in funzione del livello dell’apertura tracheale. Nel collo, l’incisione cutanea preferibile, quando possibile, è quella trasversale.L’incisione cutanea deve avvenire in un’area triangolare che ha per apice il manubrio sternale, per base superiore il margine inferiore della cricoide e per lati i margini mediali dei muscoli strernocleidomastoidei.La sede di apertura tracheale è dettata in primo luogo dal tempo di esecuzione:

  • in condizioni di emergenza -> spazio cricotracheale/spazio cricotiroideo
  • in condizioni di urgenza relativa -> incisione cutanea verticale, poi come in elezione
  • in condizione di elezione -> sede ottimale tra il 2° –  4° anello.

L’istmo della tiroide, in condizioni normali, viene sezionato sia per il rischio emorragico, correlato al decubito della concavità della cannula nel postoperatorio; sia per un eventuale ostacolo, al riposizionamento d’urgenza di una cannula tracheale accidentalmente dislocatasi.Nella tracheotomia semplice, non essendovi abboccamenti cute – trachea, è necessario che le incisioni tracheali siano lineari (trasversali o verticali), tali da alterare il meno possibile la parete tracheale.Le aperture che comportano la creazione di lembi o sportelli vanno riservate ai casi in cui si ritiene utile o necessaria l’esecuzione di un abboccamento cute – trachea parziale o completo. 

TRACHEOTOMIA:
viene eseguita una incisione orizzontale interanulare nell’adulto, mentre nel bambino viene eseguita una incisione verticale mediana sezionando due o più anelli. 

TRACHOESTOMIA:

  1. stomie parziali (abboccamento cute/trachea settoriale),
  2. stomie complete (abboccamento cute/trachea totale),
  3. stomia totale (trachea sezionata trasversalmente LT),
  4. stomia parziale inferiore (di elezione a proteggere il mediastino).  

INDICAZIONI CHIRURGICHE
Impiegate in svariate forme patologiche quando esiste la necessità di:

  • superare un ostacolo respiratorio a livello delle vie aeree superiori
  • migliorare la performance respiratoria
  • necessità di assistere la respirazione per un tempo prolungato.  

COMPLICANZE DELLA TRACHEOTOMIA 
Le complicanze della tracheotomia possono essere intra – operatorie oppure post – operatorie (precoci o tardive). 
Le complicanze intra – operatorie possono essere:

  • emorragia, 
  • lesioni alle strutture anatomiche contigue (esofago, trachea, nervo ricorrente, cupola pleurica), 
  • turbe del ritmo, arresto cardiorespiratorio. 

Le complicanze post – operatorie precoci possono essere:

  • emorragia, 
  • pneumotorace, pneumomediastino, 
  • ostruzione della cannula, 
  • dislocazione della cannula, 
  • enfisema sottocutaneo, 
  • disfagia. 

Le complicanze post – operatorie tardive possono essere:

  • emorragia, 
  • stenosi tracheale, 
  • fistola tracheo – esofagea, 
  • ostruzione della cannula, 
  • dislocazione della cannula, 
  • infezioni, 
  • granulomi, 
  • fistola tracheo – cutanea, 
  • cheloidi.  

GESTIONE DELLA TRACHEOTOMIA E DEL PAZIENTE CANNULATO 
Pur essendo un ottimo ausilio che aiuta il tracheotomizzato (o tracheostomizzato) a respirare meglio, la cannula richiede una certa manutenzione e alcuni cambiamenti delle abitudini di vita quotidiana.È molto importante la pulizia della cannula (tracheotomia) e dello stoma tracheale (tracheostomia) specie nei primi tempi dopo l’esecuzione dell’intervento, in quanto vi è un aumento delle secrezioni bronchiali e della loro viscosità. Ne consegue un aumento delle probabilità di sovra–infezioni batteriche. Tali operazioni sono da eseguirsi almeno due volte al giorno; anche più frequentemente se le condizioni del paziente lo richiedono. Bisogna sempre fare una valutazione del paziente tracheotomizzato – tracheostomizzato.

Criteri locali:

  • condizioni dello stoma (arrossamento, tumefazione, secrezioni purulente e granulazioni)
  • rumori respiratori o ostruzione della cannula

Criteri generali : quali la saturazione dell’ossigeno o la valutazione di un eventuale distress respiratorio.Segni e sintomi di infezione respiratoria , invece, possono essere :

  • modificazione delle secrezioni (quantità, colore e odore), 
  • malessere generale, 
  • iperpiressia, 
  • insufficienza respiratoria 

Tipi di cannule endotracheali
Rigida:  

  • metallica (produzione artigianale, non più in uso)
  • materiale plastico (silicone o PVC, di uso corrente)

Flessibile (usate nei reparti di rianimazione):

  • armate
  • non armate

 Il set completo di una cannula endotracheale comprende 3 parti: cannula, controcannula e mandrino (detto anche otturatore).

  • Cannula endotracheale; la parte esterna della cannula che viene inserita nella trachea.
  •  Mandrino (otturatore); tubo a punta smussa coassiale alla cannula che, inserito al posto della controcannula, serve ad introdurre la cannula senza ledere la mucosa tracheale. Va rimosso subito dopo l’introduzione della cannula e sostituito dalla controcannula.
  • Controcannula; tubo rimovibile coassiale al diametro interno della cannula. Serve ad evitare che la cannula si ostruisca con le secrezioni.
  • Valvola unidirezionale; è un accessorio che elimina la necessità di usare il dito per chiudere l’apertura della cannula tracheostomica e consentire la fonazione. 

Le caratteristiche delle cannule endotracheali sono: 

  • forma (angolata o a semicerchio), 
  • diametro (riferendosi al diametro interno della cannula prossimo alla flangia: ID), 
  • flangia (lamina posta perpendicolarmente alla cannula che le impedisce la caduta nel lume tracheale. È provvista di fori a cui legare la fettuccia per il fissaggio). 

Le cannule possono inoltre essere di tre tipi: cuffiate, non cuffiate o fenestrate. 

  • CUFFIATA: dotata di palloncino gonfiabile posto sul terzo distale della cannula. Permette di mantenere la pressione durante la respirazione assistita e di evitare “ab ingestis” ed aspirazione di secrezioni. Viene anche utilizzata in rianimazione o nei casi di sanguinamento nei distretti faringo – laringei. Attualmente, questo tipo di cannula, è dotata di cuffia a bassa pressione. 
  • NON CUFFIATA: usata nel post operatorio di interventi cervico – facciali, in pazienti in respiro spontaneo con tracheotomia di lunga durata o permanente, in pazienti che necessitano di broncoaspirazioni frequenti e comunque non sottoposti a respirazione assistita. 
  • FENESTRATA: è fornita di una fenestratura nella porzione convessa del tratto endotracheale della cannula. La fenestratura può essere unica o multipla a circa 2 cm dalla flangia. Chiudendo il foro della cannula, la fenestratura permette il passaggio di aria attraverso le vie aeree superiori dando così la possibilità al paziente di parlare e respirare. Vengono utilizzate in chirurgia ORL e in pazienti post rianimazione per permettere una chiusura temporanea della cannula prima della decannulazione. Sono usate senza controcannula. Attualmente sono in commercio anche cannule fenestrate cuffiate, di uso non routinario. Vengono utilizzate quando si ha la necessità di ventilare il paziente (previo posizionamento di controcannula). 
  • Gestione della cuffia: la cuffia è la principale causa delle ischemie della mucosa tracheale, che avviene già ad una pressione di 37 mm di Hg. È consigliabile pertanto mantenere la pressione di gonfiaggio tra i 15 e 30 mm di Hg e sgonfiare la cuffia quando essa non è necessaria. Un danno ischemico prolungato può, infatti, provocare una stenosi tracheale permanente. Inoltre, una pressione della cuffia troppo elevata causerebbe l’estensione della cuffia stessa oltre l’estremità della cannula, rischiando di limitare o bloccare del tutto il flusso di aria.  

SOSTITUZIONE DELLA CANNULA 
Per la sostituzione della cannula endotracheale si deve fare la distinzione tra il procedimento in un paziente tracheotomizzato e quello in un paziente tracheostomizzato.  

PROTOCOLLO PER LA SOSTITUZIONE DELLA CANNULA ENDOTRACHEALE NEL PAZIENTE TRACHEOSTOMIZZATO
(Utilizzato nell’Unità Operativa ORL di Manerbio)  Sostituire la cannula per tracheostomia quotidianamente contribuisce a garantire il corretto funzionamento della cannula stessa. Popolazione: tutte le persone sottoposte ad intervento di tracheostomia, considerando il periodo che va dal giorno dell’intervento sino al momento in cui essi/e si avviano all’indipendenza nella pratica dell’igiene. 
Obiettivi del protocollo:

  • orientare l’Equipe di Assistenza ad una pratica infermieristica uniforme nel quadro dell’assistenza alle persone sottoposte a questo tipo di intervento,
  • guidare l’Equipe nelle azioni preventive da attuare nei confronti delle persone portatrici di cannula endotracheale, allo scopo di evitare l’insorgenza di dispnea e di infezioni locali e/o polmonari,
  • procedere ad una valutazione della qualità dell’assistenza in materia di prevenzione dell’insorgenza della dispnea e di infezioni locali e/o polmonari nelle persone portatrici di cannula endotracheale,
  • ridurre i tempi di degenza.

 Obiettivi specifici:

  • sostituire la persona assistita, quando sono carenti la forza e/o la volontà e/o le conoscenze, nell’esecuzione dell’igiene e della sostituzione della cannula endotracheale 
  • rendere partecipe la persona (qualora possibile), o un parente, allo scopo di portare all’indipendenza nelle pratiche di pulizia e gestione della cannula. Tutto ciò al fine di favorire la respirazione, prevenire la dispnea e le infezioni locali e/o polmonari. 

Materiale

  • Cannula del tipo e dimensione adatta al paziente
  • Fettuccia e “metallina”
  • Gel o olio lubrificante
  • Garze sterili
  • Soluzione fisiologica sterile
  • Guanti

 Procedura:

  1. Valutare il livello di comprensione della persona.
  2. Informare la persona, spiegando le manovre da effettuare ed il loro scopo.
  3. Lavarsi le mani accuratamente e mettere i guanti.
  4. Rimuovere la cannula da sostituire previo taglio della fettuccia.
  5. Pulire lo stoma da eventuali incrostazioni con garze e soluzione fisiologica, facendo attenzione a non fare scivolare liquidi all’interno della trachea.
  6. Preparare insieme all’assistito la cannula da posizionare spiegando il nome e la funzione di ognuno dei tre componenti del set (cannula, controcannula ed otturatore) ed applicando la fettuccia e la metallina. 
  7. Lubrificare la cannula utilizzando un sottile strato di lubrificante.
  8. Mostrare alla persona come deve essere introdotta la cannula (questo fino a quando il paziente raggiunge l’autosufficienza nella manovra).
  9. Procedere all’introduzione della cannula: inserire, ruotando delicatamente, la cannula spingendola in avanti e poi in basso con un movimento ad arco. Togliere immediatamente l’otturatore tenendo la cannula in posizione con le dita. Fissare la cannula allacciando la fettuccia dietro il collo. Inserire infine la controcannula nuova verificando che sia adeguatamente fissata in posizione.
  10. Istruire poi la persona sulla pulizia della cannula asportata precedentemente (utilizzando disinfettanti a base di ipoclorito di sodio).

 Valutazione dell’efficacia:

Il paziente deve dimostrare di: 

  • conoscere le motivazioni per cui deve mantenere una corretta igiene della cannula e dello stoma tracheale, 
  • verificare frequentemente il suo buon stato di igiene (ciò comporta anche un miglioramento dell’autostima), 
  • non presentare segni e/o sintomi di infezione locale e/o polmonare, 
  • gestire autonomamente le pratiche di pulizia e sostituzione della cannula. 

L’infermiere ha il compito di valutare, nel tempo, la capacità del paziente di apprendere come eseguire un’accurata igiene e una corretta sostituzione della cannula endotracheale.Il paziente porterà la cannula endotracheale soltanto per il periodo necessario alla stabilizzazione dello stoma.   

SOSTITUZIONE DELLA CANNULA ENDOTRACHEALE NEL PAZIENTE TRACHEOTOMIZZATO 
La sostituzione della cannula tracheale in una tracheotomia recente, è un momento delicato specie al primo cambio di cannula, in quanto il “tunnel” tracheotomico non si è ancora ben stabilizzato; pertanto vi è la possibilità di una chiusura dello stoma.È una manovra che richiede la presenza di personale addestrato quando viene eseguito il primo o i primi cambi della cannula.Per eseguire correttamente la sostituzione della cannula, è necessaria un’adeguata conoscenza, non solo della fisiopatologia del tratto laringo – tracheale, ma anche delle indicazioni che hanno portato alla tracheotomia, delle possibili complicanze post operatorie legate o meno alla presenza della cannula tracheale e del modo di affrontarle correttamente anche in funzione della patologia di base del paziente.Fondamentale importanza riveste la pulizia dello stoma, soprattutto se ancora in fase di cicatrizzazione, che dovrà esser frequentemente medicato e deterso con soluzione disinfettante e mantenuto il più possibile asciutto onde evitare infezioni e decubiti che favoriscono la formazione di tessuto di granulazione peristomale. Come procedere alla sostituzione della cannulaAvendo predisposto tutto il materiale, ci si appresta alla sostituzione della cannula, avendo cura di posizionare il paziente col capo in lieve iperestensione. A questo punto si detende la cuffia (se presente) e vengono tagliati i lacci di sicurezza della cannula mantenendo comunque la cannula in sede tenendola con le dita. Con una mano l’operatore stira in alto la cute peristomale e con l’altra rimuove la cannula con movimento delicato e continuo. Viene detersa la cute peristomale facendo ben attenzione di asciugare poi la zona. A questo punto, sempre mantenendo lo stoma pervio attraverso lo stiramento in alto della cute peristomale, viene inserita la cannula sotto la visione diretta dell’operatore e con movimento delicato. Durante questa manovra si consiglia sempre di introdurre la punta della cannula nello stoma partendo da “ore 9” e, una volta sicuri di essere in trachea, inserire completamente la cannula ruotandola di 90° e spingendola inferiormente; questo per evitare di creare false strade in situazioni anatomiche sfavorevoli o nel caso di sfalsamento dell’apertura cutanea rispetto a quella tracheale. In caso di necessità, può essere d’aiuto l’utilizzo di una pinza (tipo Killian o il dilatatore di Laborde) per dilatare lo stoma tracheale. Dimissione al domicilioIl paziente con una tracheotomia permanente dovrà essere dimesso con la cannula tracheale in sede e dovrà essere perciò addestrato alla corretta gestione della cannula e a risolvere eventuali piccoli problemi che essa può portare.L’infermiere riveste un ruolo basilare insegnando al paziente l’autogestione della tracheotomia. È importante in questo senso abituare il paziente alla sua nuova situazione, facendogli ripetutamente estrarre la controcannula e facendogli eseguire il cambio della cannula endotracheale in modo che arrivi alla completa autosufficienza gestionale. In caso di incapacità del paziente dovrà essere addestrato uno o più familiari allo stesso modo. È opportuno comunque, che il paziente sia inserito in un programma di follow – up a breve/medio termine.    

SVEZZAMENTO DEL PAZIENTE TRACHEOTOMIZZATO 
Decannulazione Nei pazienti in cui è stata praticata una tracheotomia temporanea è molto importante ristabilire precocemente la ripresa della respirazione fisiologica anche in presenza della cannula tracheale; questo per ridurre il più possibile i tempi di permanenza della cannula una volta cessata la sua utilità permettendone, appena possibile, la rimozione senza rischi.Quando si parla di decannulazione si indicano, appunto, quelle procedure che riportano il paziente a ripristinare la normale funzione fono – respiratoria. Tenendo conto della necessità di riabituare il paziente alla respirazione attraverso le vie naturali e a tutte le altre funzioni ad esse connesse (fono – respirazione, deglutizione), è quasi sempre necessario un periodo di svezzamento dalla cannula tracheale.Il periodo di svezzamento prevede il posizionamento di una cannula fenestrata che viene chiusa per periodi sempre più lunghi fino a rimanere chiusa permanentemente per un tempo sufficientemente lungo da permettere di poter pensare a una sua rimozione senza rischi. 
Si decannula il paziente quando si ottiene:

  • una buona pervietà laringo – tracheale ed assenza di dispnea per 24/48 ore,
  • l’assenza di “ab ingestis”,
  • una buona ripresa della capacità di espettorazione,
  • l’assenza di infezioni polmonari,
  • l’assenza di stenosi tracheali,
  • un meccanismo di deglutizione sufficiente.

 Tali requisiti non sono sempre raggiungibili, specie nei pazienti tracheotomizzati per lungo tempo. In questi pazienti la decanulazione può essere difficile da praticare e deve avvenire, comunque, con molta prudenza e mantenendo il paziente sotto stretta osservazione.Nel paziente ben stabilizzato, invece, è sufficiente rimuovere la cannula tracheale ed eseguire una medicazione “a piatto” dello stoma per ottenerne la chiusura.In questo periodo sarà buona norma evitare, o ridurre il più possibile, accessi di tosse che possono ritardare la chiusura dello stoma.L’uso di punti di sutura può abbreviare i tempi di chiusura.Se necessario, è possibile eseguire in un secondo tempo una plastica in caso di cicatrici retraenti, a scopo puramente estetico.È rara la persistenza di stomi beanti che necessitano di una plastica di chiusura.   

CONSIGLI PER LA VITA QUOTIDIANA 
La cannula endotracheale offre al tracheotomizzato/tracheostomizzato la possibilità di lasciare l’ospedale e riprendere la propria vita tra le mura domestiche. Essa richiede tuttavia attenzioni costanti a garanzia di un corretto funzionamento. A tale scopo il paziente viene addestrato appositamente dagli infermieri ancora in ospedale. La persona assistita dovrebbe invitare un familiare durante l’”addestramento” ospedaliero, in modo che possa essere di aiuto, qualora necessario. 

Consigli domiciliari: UmidificazioneIn condizioni normali, il naso e la bocca umidificano l’aria inspirata per proteggere il rivestimento dei polmoni. Con il posizionamento della cannula endotracheale l’aria deve essere umidificata in altro modo. Questo è il motivo per cui è importante assumere molti liquidi e interporre un “filtro” tra l’ambiente esterno e la cannula (es: foular di seta o cotone). 

Igiene personale: Se, da un lato, è auspicabile la presenza di una certa umidità, una quantità eccessiva potrebbe causare dei problemi. Pertanto, quando ci si fa la doccia, indirizzare il getto a livello del petto e collocare una protezione sulla cannula. Quando ci si lava il viso, fare attenzione affinché il sapone e l’acqua non entrino nella cannula e nello stoma. Inoltre, è importante coprire la cannula quando ci si rade o si usano prodotti in polvere, lacche per capelli, ecc. intorno al viso e al collo. 

Malattia: Per i pazienti tracheostomizzati/tracheotomizzati, la prevenzione è indispensabile. Mangiare sano, riposare molto, evitare il contatto con persone raffreddate. Assumere grandi quantità di liquidi, soprattutto se si accusano sintomi di febbre, vomito o diarrea. In caso di vomito, coprire la cannula con un asciugamano per evitare che il vomito penetri nella cannula.  

Abbigliamento: E’ essenziale evitare che i capi d’abbigliamento blocchino la cannula. Evitare maglioni a girocollo e a collo alto e preferire scolli a V e camicie o maglie con colletto aperto. Inoltre, non indossare capi che perdono fibre o lanugine. 

Uscire di casa: Sollecitare la persona ad uscire di casa. In questo modo, infatti, si interrompe la routine quotidiana e l’umore ne trarrà beneficio. Se fuori fa molto freddo, ricordarsi di coprire la cannula, senza stringere, con una sciarpa, un fazzoletto o una garza. Ciò contribuisce a scaldare l’aria inspirata per evitare che l’aria fredda irriti la trachea e i polmoni. Inoltre, la cannula viene protetta dalla polvere nelle giornate di vento.  

CONCLUSIONI 
Considerando che la tracheotomia/tracheostomia è una necessità per una quantità sempre maggiore di persone, auspichiamo che la nostra relazione possa essere servita a farla vivere come tale, non solo per la persona ma anche e soprattutto per chi si trova a doverla gestire sia in ambito sanitario che in ambito famigliare.Questo perché una gestione “serena” della cannula è sicuramente un input positivo per garantire alla persona portatrice di tracheotomia/tracheostomia una maggiore accettazione di se stessa e, di conseguenza, una migliore qualità della vita.  


BIBLIOGRAFIA 

  1. Ezio Colombo. Le tracheotomie. Quaderni Monografici di Aggiornamento A.O.O.I. TorGraf – Milano, 2000.
  2. Italo De Vincentiis. Otorinolaringoiatria. IV Edizione. Piccin Nuova Libraria – Padova, 1993.
  3. E. Pallestrini, M.T. Dato. Otorinolaringoiatria e stomatologia. Sorbona – Milano, 1991. 
  4. M. Lemoine, P. Thompson, R. St. Jhon, M. Toigo. Cannule per tracheostomia. Guida all’uso domiciliare per adulti. Guida Shiley – Milano, 2002.
  5. ENT clinical practice group and Outreach team. Guidelines for care of patients with a tracheostomy. Royal Free Hampstead NHS Trust, Nov 2002.
  6. Maria Smith. Guideline title: tracheostomy. Royal Alexandra Hospital, Head & Neck Directorate, Aug 2003.
  7. Claire Troke. Evidence based guidelines for nursing a patient with a tracheostomy. Poole Hospital NHS Trust, May 2002
     


[1] Dati ricavati dall’AIL (Associazione Italiana Laringectomizzati) di Brescia nell’anno 2002.Francesca Borinato e Stefania Pagnoni (Infermiere U.O. ORL di Manerbio e relatrici al Convegno: “Gestione del paziente tracheotomizzato e tracheostomizzato. Problemi reali e presunti”, svoltosi il 26 Settembre 2002 presso il Teatro Politeama di Manerbio.)       

fonte

I disturbi della voce e la categorie lavorative a rischio

ROMA – Si è celebrata lo scorso 16 aprile la quarta edizione della “Giornata mondiale della voce”. Iniziative di sensibilizzazione sono state realizzate dai maggiori istituti di ricerca e prevenzione d’Italia: università, aziende sanitarie, istituti ospedalieri e scuole.

Le malattie della voce sono in aumento. Sono molteplici le categorie professionali che , non avendo ricevuto nessuna informazione e formazione in materia di igiene vocale, rischiano patologie dell’apparato fonatorio. Tra le categorie più a rischio gli insegnanti, costretti a parlare con un tono di voce elevato per varie ore di seguito, ma allo stesso modo sono a rischio gli operatori di call center, i venditori, gli addetti agli sportelli, gli istruttori di nuoto e di ginnastica.

I problemi all’apparto fonatorio intervengono quando, magari senza nemmeno accorgercene, ci troviamo a dover sforzare la voce, parlando a un volume sostenuto per sovrastare i rumori di fondo o parlando senza pause per tempi lunghi. Un altro tipo di tensione dannosa per l’apparato vocale è quella emotiva che causa uno stato di irrigidimento della muscolatura della laringe, del collo e della respirazione che accresce lo sforzo fonatorio.

Cosa si può fare per proteggere la voce da possibili danni? I consigli dei medici sono semplici e gli esperti dell’Unità di otorinolaringoiatria della Fondazione Irccs Policlinico di Milano hanno stilato il “Decalogo della voce sana” per diffondere i concetti di base dell’igiene vocale:

  • non parlare mai troppo in fretta, e fare pause per riprendere fiato;
  • bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno, per non disidratare le corde vocali;
  • non bere troppo caffè, tè o bevande contenenti caffeina: favoriscono la diuresi e la disidratazione;
  • in casa e in ufficio tenere un tasso di umidità minimo del 40%: l’aria troppo secca è dannosa per la voce;
  • non alzare la voce per richiamare l’attenzione, ma usare modi alternativi;
  • non cercare di superare il rumore ambientale, ed evitare di parlare a lungo in luoghi rumorosi;
  • sul lavoro, per farsi sentire da molte persone è meglio utilizzare un microfono, quando possibile;
  • non chiamare gli altri da lontano, ma avvicinarsi alle persone con cui si vuole comunicare;
  • evitare di parlare durante l’esercizio fisico: non si ha abbastanza fiato per sostenere la voce senza sforzo;
  • cercare di avere sane abitudini di vita: niente fumo, alcolici con moderazione, alimentazione ricca di frutta e verdura, pasti regolari e non troppo abbondanti, numero adeguato di ore di riposo.
  • fonte

Una nuova voce per Mary Poppins

Sviluppato un gel che mima la consistenza della corda vocale e che potrebbe essere usato per riparare le corde che hanno subito lesioni.

Gli splendidi acuti di Mary Poppins quando cantava “basta un poco di zucchero…” hanno avuto un finale tragico. L’attrice Julie Andrews infatti ha perso la sua splendida voce in seguito a una operazione (effettuata nel 1997) a cui si era sottoposta per eliminare delle lesioni sulle corde vocali. Adesso il finale potrebbe invece essere molto diverso.

Gel per cantanti
Un team composto da Steven Zeitels, docene di chirurgia della laringe alla Harvard Medical School e Robert Langer dell’Mit, un esperto di polimeri biomedici, ha sviluppato un gel che mima laconsistenza della corda vocale e che potrebbe essere usato sia per riparare le corde che hanno subito lesioni durante intubazioni, oppure che sono state colpite dal cancro, ma anche sotto stress o troppo usate, come quelle di cantanti e insegnanti.

Sperimentazioni canine
Il nuovo materiale parte da una vecchia conoscenza in campo medico: il glicole polietilene. Alterando la struttura e i legami delle molecole di ossido di etilene che lo compongono, i ricercatori sono riusciti a modificare la viscoelasticità, una proprietà intermedia tra l’elasticità e la viscosità, tipica delle corde vocali perché è quella che permette la vibrazione quando l’aria le attraversa.
Si potrà presto usare? No.
Per ora è stato sperimentato solo sui cani. E Julie Andrews, che presiede la fondazione che finanzia il progetto, dovrà aspettare anche le prime prove sugli uomini, che inizieranno l’anno prossimo.

Ecco come funziona il gel:

http://blog.focus.it/tecno-zapping/2011/09/26/666/

Una suoneria unica per le corde vocali

Corde vocali.

L’Avana, Cuba .- insegnanti, artisti, emittenti, e tutti coloro che sono costretti ad alzare il tono del discorso, o di farlo sempre rischiano la loro corde vocali che portano ad eccessive richieste senza dubbio passi silenziosi previsti dalla medici. La voce è il suono prodotto quando l’aria passa dai polmoni attraverso la laringe o casella vocale. E ‘nella laringe, dove le corde vocali sono due fasce di muscoli che vibrano per emettere suoni. Per la maggior parte, la voce è un elemento importante della nostra identità e fonte di comunicazione. Ma c’è un dettaglio che potrebbe non tutti sanno, è che come le impronte digitali, la voce è unica. Molte persone inconsapevolmente incorrere in atteggiamenti possono danneggiare le corde vocali. Non solo professionale voice-come detto-sono a rischio. Per esempio, la gente parla troppo, gridare, schiarendosi la gola costantemente, e per non parlare fumatori incorrere fattori che possono causare raucedine.Questo danno comprende la formazione di noduli, polipi e ulcere alle corde vocali. Ma vi sono altri disturbi della voce, comprese le infezioni, il movimento verso l’alto di acidità di stomaco in gola, ha acquisito virus, il cancro e le malattie che paralizzare le corde vocali. Il trattamento di queste condizioni dipende dalla causa, anche se quasi tutti questi problemi sono trattati con successo, se diagnosticato precocemente.

http://www.radiorebelde.cu

Ecco degli utili consigli per chi lavora o ha problemi con la voce

 

Bevete più acqua che potete

Le corde vocali hanno bisogno molta acqua. Purtroppo l’acqua che beviamo non riesce a toccarle direttamente perché i solidi e i liquidi scendono nell’esofago e non nella trachea (ovvero dove risiedono le nostre corde vocali). Quindi l’unico modo per inumidirle è dall’interno, attraverso il flusso sanguigno. La maggior parte dei dottori consiglia a chiunque di bere almeno otto bicchieri d’acqua al giorno, meglio se lontano dai pasti.

Niente latte col miele o tè con limone

Contrariamente alle vecchie usanze dei nostri nonni le bevande con caffeina (il tè contiene teina che è molto simile) o a base di latticini accelerano la produzione di muco (noto come catarro) che può dare fastidio quando si canta per sessioni prolungate. Inoltre i liquidi caldi fanno dilatare le corde vocali e di tutto l’apparato respiratorio (idem per le bevande troppo fredde che lo fanno contrarre). Infine il limone e gli altri agrumi accelerano la produzione di saliva e di muco, il che non è proprio l’ideale quando si deve cantare.

Smettete di fumare

Il fumo della sigaretta passa direttamente a contatto con le corde vocali, asciugandole e scaldandole. Se volete parlare o cantare più a lungo di quello che riuscite fumando, smettendo noterete molti vantaggi. I benefici appariranno dopo qualche mese ma ve ne accorgerete sicuramente!

Imparate la respirazione diaframmatica

Non è troppo complicato impararla e oltretutto ne beneficerà tutto il corpo. Questo tipo di respirazione è quella che utilizzano tutti i neonati e che voi stessi avete adoperato nei primi anni di vita. Se disgraziatamente avete smesso di utilizzarla al meglio potete sempre recuperarla. Bastano pochi e semplici esercizi quotidiani per riuscirci!

I muscoli addominali devono supportare il corpo e non la voce

Molte persone hanno imparato male la respirazione diaframmatica e pensano che sia tutta una questione di muscoli addominali e tendono a irrigidirli mentre cantano. Non c’è niente di più sbagliato perché impedite all’aria di uscire liberamente e al vostro corpo di risuonare. Per cantare bene bisogna imparare a rilassare quasi tutti i muscoli del proprio corpo.

Ricordatevi di scaldare la voce

Avete mai visto un corridore partire senza prima scaldare i muscoli? Imparate a scaldare la voce prima di cantare o prima di un discorso. Bastano pochi e semplici esercizi che durano non più di qualche minuto. Alcuni sono anche silenziosi e discreti.

Il fiato deve essere sempre correttamente dosato

Il fiato che arriva alle corde vocali non è mai casuale. Occorre imparare a dosarlo perché troppo fiato asciuga le corde vocali mentre se fosse insufficiente avreste la voce crepitante. La maggior parte delle persone ha correntemente questo tipo di problema mentre parla e va incontro a potenziali problemi.

Imparate a riposare la voce

Imparate a lasciare riposare la voce. Anche questa è un’arte da apprendere perché imparando a gestire la propria voce riuscirete a mantenere le corde vocali più rilassate anche parlando lo stessono numero di ore di prima. Pensate che alcuni cantanti rimangono in quasi totale silenzio nei giorni precedenti un concerto.

Evitate di sovrastare la voce degli altri o i forti rumori di fondo

Quando il rumore di fondo o il brusio delle altre persone è troppo elevato per parlare. L’orecchio tende a compensare e se non fate attenzione rischiate di trovarvi a urlare senza accorgervene.

Evitate di schiarirvi la voce

La maggior parte delle persone è convinta che schiarirsi la voce aiuti a rimuovere il muco dalle corde vocali. In realtà lo sposta solamente verso l’alto e la gravità lo riporterà inevitabilmente verso il basso. Occorre imparare altri metodi per rompere l’ansia da prestazione.

Evitate di bere alcolici o di utilizzare gocce a base alcolica se dovete usare la voce

Gli alcolici sono dei vasodilatatori e quindi fanno scaldare le corde vocali in maniera errata. In realtà appena passa l’effetto dell’alcool vi troverete con le corde fredde e pronte ad avere ogni tipo di problema.

Imparare a usare la voce non richiede talento

Quando imparate a utilizzare la vostra voce modificherete la percezione che gli altri hanno di voi, anche solo parlando. Chiunque può imparare a cantare e combattere il blocco del palcoscenico, il talento musicale completerebbe il tutto rendendovi una persona del tutto speciale e capace di grandi cose.

Tenete un diario quotidiano

Se avete problemi alla voce, come abbassamenti della voce, catarro alle corde vocali, irritazione o infiammazione alle corde vocali, oppure noduli alle corde vocali, non cercate inutilmente rimedi perché sono le cause quelle da individuare. Segnate su un diario tutto quello che mangiate, bevete, quello che fate e in che condizioni ambientali vi trovate e vedrete che sarà più facile individuarle.

Il sistema laringeo: la laringe e le corde vocali


di Laura Pigozzi
laura.pigozzi@fastwebnet.it

La laringe è la fonte di produzione del suono. Si tratta di un organo mobile formato da cartilagini, la più voluminosa delle quali è la cartilagine tiroidea, o pomo d’Adamo, visibile sulla parte anteriore del collo. Questa cartilagine è la più voluminosa di tutte e costituisce una sorta di scudo protettivo per le altre cartilagini della laringe.

All’interno della cavità laringea troviamo le due corde vocali.  

La figura 1 mostra le corde vocali chiuse (stato di fonazione) e la figura 2 le corde aperte (stato di riposo). Quando le corde sono aperte abbiamo la fase di silenzio: l’aria passa e permette la respirazione. Quando le corde si avvicinano e vibrano c’è produzione di suono, prodotto dal passaggio dell’aria.


fig.1. Corde in fonazione


fig. 2. Corde a riposo

Le figure vanno viste come in sezione orizzontale laringea.

Immaginando di scendere, dall’alto, all’interno della laringe, prima delle corde vocali vere e proprie, incontriamo le false corde vocali. Dunque si può dire che le corde vocali sono 4: due superiori, false, con funzione protettiva, e due inferiori, vere, con funzione fonatoria. Le false si chiamano così perché non servono a cantare (se stimolate, producono un suono sordo e rauco).

Tra le vere e le false c’è uno spazio di circa 2 mm.

Le false corde sono più sottili e quasi prive di fasci muscolari, le corde vere sono invece spesse e corredate di importanti fasci muscolari.

D‘ora in avanti parleremo sempre e solo di quelle vere.

Il suono si produce utilizzando il passaggio dell’aria tra le corde, unitamente all’azione dei vocali che sono, a loro volta, comandati dai centri nervosi cerebrali.

L’importante funzione cerebrale nella fonazione spiega il motivo per cui il canto sia un’attività sia fisica che psichica, dunque perché i disturbi dell’umore o i traumi possono giocare un ruolo inibitore sulla voce.

Lo spazio allungato in cui le corde vocali sono collocate si chiama glottide o rima glottica. La misura della lunghezza della glottide, e dunque delle corde vocali,  è di circa 14-20 mm nella donna e 18-25 mm nell’uomo. La misura della larghezza della fessura tra le corde, varia a seconda dei movimenti delle corde. Aumentando l’altezza del suono le corde si avvicinano sempre di più fino a chiusura quasi totale nei suoni alti. La misura di massima apertura si ottiene durante il riposo (il silenzio) ed è di circa 7 mm.

Le differenze timbriche della voce dipendono anche dallo spessore delle corde: le corde più sottili appartengono a persone con voce più leggera ed acuta; corde grosse producono invece suoni più tondi e gravi.

Per chi avesse desiderio di “vedere” le proprie corde, ricordo che con un semplice esame di controllo foniatrico (da effettuare periodicamente), ognuno può guardarle comodamente sul monitor dell’apparecchio medico. E’ una bella “presa di coscienza” che ci aiuta a visualizzare uno strumento “invisibile” quale è quello che i usano (a differenza di altri musicisti). Possiamo così dare un maggior senso di realtà a questo nostro strumento musicale interno e, con la convinzione che davvero laggiù c’è qualcosa, possiamo essere invogliati a trattarle meglio. Cosa che i cantanti troppo spesso non sanno fare e sottopongono le loro povere corde ad eccessivi e dannosi carichi di lavoro

La laringe è un organo mobile che può salire e scendere. Con l’esercizio (da fare con l’insegnante) si cerca di ottenere un movimento laringeo morbido, senza “salti”.

Evitare un abbassamento o un innalzamento eccessivo della laringe.

La laringe si appoggia alla colonna cervicale che, attraverso il sistema osseo, mette il corpo in risonanza. Il vero suono scaturisce da tutto il corpo. Recenti studi hanno dimostrato che è possibile rimodellare la struttura del corpo di un individuo, modificandone la voce.

Laura Pigozzi intervistata da Irene Pivetti a Radio Montecarlo