Gloria Christian Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Gloria Christian
Gloria Christian con Flo Sandon's e Nicola Arigliano nel 1985
Gloria Christian con Flo Sandon’s e Nicola Arigliano nel 1985
 
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Genere Musica leggera
Etichetta Vis RadioKingPhilips,MizarFansPresence

Gloria Christianpseudonimo di Gloria Prestieri (Bologna24 giugno 1934), è una cantante italiana, partenopea di adozione, famosa negli anni cinquanta.

Biografia [modifica]

Figlia d’arte, il padre è un trombettista jazz napoletano, mentre la madre è veneta; pur essendo nata a Bologna, vive a Napoli sin da quando era bambina.

Nasce come cantante jazz per poi passare al genere leggero, incidendo i primi dischi nel 1954 con l’etichetta discografica Vis Radio con la quale avrà un lungo sodalizio artistico. Il primo 78 giri è Pecos Bill (Vis Radio Vi 4863).

Partecipa a quattro edizioni del Festival di Sanremo a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta, dove raccoglie successi come Casetta in Canadà (Vis Radio Vi 5792), Le trote blu(Vis Radio Vi 5763), Ho disegnato un cuore(Vis Radio Vi 6058), Cos’è un bacio(Vis Radio Vi 6069), Timida serenata(Vis Radio Vi 6078), Splende l’arcobaleno(Vis Radio ViMQN 36554), A come amore(Vis Radio ViMQN 36553), L’ombrellone(Vis Radio VLMQN 066119), Innamorati(Vis Radio VLMQN 056120), ecc.

Ha inoltre all’attivo ben 10 presenze (dal 1957 al 1969) al Festival di Napolimanifestazione che vince nel 1962con Marechiaro Marechiaro (Vis Radio VLMQN 056150). Vince il secondo posto nel 1962 con Pulecenella tiwist(Vis Radio VLMQN 056145), nel 1965 con Scordame (King AFK 56043) e nel 1967 con A prutesta (Vis Radio VLMQM 056411). Vince il terzo posto nel 1957 con Nnammurate dispettuse (Vis Radio ViMQN 36036).

Oltre al Festival di Sanremo ed al Festival della Canzone Napoletana, la cantante ha partecipato al Festival di Velletri (vince la quarta edizione), al Festival della Canzone Marinara di Ischia, al Festival di Como, al Festival di Vibo Valentia, alla Piedigrottissima, al Festival del Musichiere, al Festival di Capri, al Festival di Palermo, al Festival di Venezia (vince la terza edizione), al Festival di Piombino, alla Settimana Motonautica, al Burlamacco d’Oro di Viareggio, all’Ondina, al Gran Premio dell’Eurovisione di Cannes (vince l’edizione del 1959), al Festival di Berlino, a Canzonissima, al giugno della Canzone Napoletana, al Festival Pirotecnico del Golfo di Napoli, ecc.

Nel 1969 partecipa al Festival di Berlino con il brano “Ich bin es endgutting leid” e si ripete l’anno successivo, presentando la canzone “Kommt erst die wahre Liebe”.

Oltre alla Vis Radio, ha inciso dischi con l’etichetta KingPhilipsMizarFans e Presence.

Negli anni ’60 ha alternato la carriera canora con quella televisiva, partecipando a numerosi programmi, qualiBuone vacanzeAppuntamento a NapoliGiardino d’invernoBiblioteca di Studio UnoIl Guarracino, ecc. Ha preso parte a diverse riviste e commedie musicali, quali RugantinoNapoli in frakO miercurì d’a Madonna ‘o Carmene, ecc.

Dopo lunga assenza, riapparve in televisione nel ’90 a Una rotonda sul mare, riproponendo il suo cavallo di battaglia, “Cerasella”, ma già accusava qualche problema di voce; fu poi costretta ad abbandonare del tutto il canto da un tumore alle corde vocali.

Tra i suoi successi: “Cerasella”, “Casetta in Canadà”, “Stupidella”, “Paese mio”, “Giorgio”, “Ricciulella”, “Gennarino Rififì”, “Marechiaro Marechiaro”, “Estate addio”, “Paese mio”, “Veleno doce”, “Le trote blu”, “A come amore”, “Pulecenella twist”, ecc. ecc.

Discografia parziale [modifica]

78 giri [modifica]

45 giri [modifica]

Bibliografia [modifica]

  • Autori Vari (a cura di Gino Castaldo), Il dizionario della canzone italiana, editore Armando Curcio (1990); alla voce Christian Gloria, di Enzo Giannelli, pagg. 374-376
  • Eddy Anselmi, Festival di Sanremo. Almanacco illustrato della canzone italianaedizioni Panini, Modena, alla voce Christian Gloria

12 Dicembre 1989 A Berlino, la Porta di Brandeburgo riapre dopo quasi 30 anni, terminando definitivamente la divisione tra Germania Est e Germania Ovest

Porta di Brandeburgo

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Coordinate 52.516313.3777

La porta di Brandeburgo

La Porta di Brandeburgo (in tedesco Brandenburger Tor) è una delle antiche porte urbane di Berlino. Si trova fra i quartieri di MitteTiergarten.

È il monumento più conosciuto della città, e simbolo dell´unità tedesca.

Venne costruita a partire dal 1788 ed aperta al traffico il 6 agosto del 1791 da Carl Gotthard Langhans che prese spunto dalla ricostruzione dei Propilei di Atene pubblicata da Leroy nel “Ruines des plus beaux Monuments de la Grèce” nel 1758. Lo stile utilizzato da Langhans è definibile come dorico-romano semplificato, infatti alla base delle colonne sono presenti delle basi e alla fine del fregio compaiono mezze metope, in contrasto con lo stile dorico che prevede colonne senza basi e la parte terminale del fregio risolta con un triglifo. Essa costituisce il punto finale occidentale del viale Unter den Linden presso la Pariser Platz.

La porta è alta 26 metri e larga 65. Le colonne doriche in pietra, che a terra hanno unacirconferenza di 1,75 metri, creano 5 punti di passaggio.

Dopo l´abbattimento delle mura cittadine, Johann Heinrich Strack aggiunse nel 1868 ai lati della costruzione centrale due basse costruzioni.

La quadriga, vista notturna.

1988: La porta vista da Berlino ovest, dietro al muro che divideva la città

La quadriga sulla sua sommità fu creata nel 1794 da Johann Gottfried SchadowNapoleone Ila trasportò nel 1807Parigi, come bottino di guerra. Nel 1814 i prussiani la riportarono indietro, ed aggiunsero la croce di ferro alla corona che sormonta l´asta in mano alla dea della pace.

La costruzione e la quadriga vennero seriamente danneggiate durante la seconda guerra mondiale e restaurate tra il 1956 ed il 1958. Gli stampi originali della quadriga si trovavano fortunatamente ancora nel deposito della fonderia Noack a Berlino ovest.

La Porta di Brandeburgo fu chiusa il 13 agosto 1961 dai sistemi di sbarramento della DDR, rimanendo nella parte orientale della città. La quadriga venne girata, dato che originariamente guardava ad ovest (e quindi contro il muro). Dopo gli avvenimenti del 9 novembre 1989 la porta di Brandeburgo venne ufficialmente riaperta il 22 dicembre dello stesso anno, ma i cavalli continuano a guardare tuttora verso Est. I resti del Muro di Berlino e dei vari sbarramenti nelle vicinanze della porta vennero a mano a mano completamente demoliti.

La notte di capodanno del 1989 la quadriga venne di nuovo danneggiata, ma già nel 1991vennero terminati i lavori di restauro.

Attualmente è raffigurata su alcune monete (10, 20 e 50 cent di euro) emesse dalla zecca tedesca.

Dal 2008 la Porta di Brandeburgo è in restauro.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

9 novembre1989 caduta del muro di Berlino

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Resti della Hinterlandmauer vicino alOstbahnhof, a Friedrichshain (agosto 2006)

Sul graffito Leonid Brežnev ed Erich Honeckerche si baciano. La scritta in alto, in cirillico dice:“Signore! Aiutami a sopravvivere a questo amore letale”

Il Muro di Berlino (in tedesco Berliner Mauer), eretto dal Governo comunista della GermaniaEst, era una barriera in cemento alta circa tre metri e mezzo che separava Berlino Ovest daBerlino Est e dal resto della Repubblica Democratica Tedesca. Il muro ha diviso in due la città di Berlino per 28 anni, dalla sua costruzione (iniziata il 13 agosto del 1961) fino al suo smantellamento, ed era considerato un simbolo della Cortina di ferro. Il suo smantellamento avvenne il 9 novembre 1989, a causa della sua inutilità, dopo lo smantellamento (avvenuto il23 agosto 1989) della Cortina di Ferro da parte dell’Ungheria e del successivo esodo (via paese danubiano) di tedeschi dalla DDR (a partire dall’11 settembre dello stesso anno).[1]

Durante questi anni, in accordo con i dati ufficiali,[2] furono uccise dai Vopos, le guardie comuniste, almeno 133 persone mentre cercavano di superare il muro verso Berlino Ovest. Comunque, un cospicuo gruppo di vittime reclama che più di 200 persone furono uccise mentre cercavano di fuggire da Berlino Est per l’Ovest.[3]

Il 9 novembre 1989, dopo diverse settimane di disordini pubblici, il Governo della Germania Est annunciò che le visite in Germania e Berlino Ovest sarebbero state permesse; dopo questo annuncio una moltitudine di cittadini dell’Est si arrampicò sul muro e lo superò, per raggiungere gli abitanti della Germania Ovest dall’altro lato in un’atmosfera festosa. Durante le settimane successive piccole parti del muro furono portate via dalla folla e dai cercatori di souvenir; in seguito fu usato dell’equipaggiamento industriale per rimuovere quasi tutto quello che era rimasto

La caduta del muro di Berlino aprì la strada per la riunificazione tedesca che fu formalmente conclusa il 3 ottobre 1990.

Premesse Storia del Muro

Suddivisione in Zone d’occupazione della Germania 1945

Filo spinato ed autoblindo sulla linea di divisione alla Porta di Brandeburgo all’inizio dell’Agosto 1961

Agosto 1961: posa dei primi blocchi del muro

Nel 1945, poco prima della fine della seconda guerra mondiale, nel corso dellaconferenza di Yalta venne decisa la divisione della Germania (e di Berlino) in quattro settori controllati e amministrati da Unione Sovietica, Stati Uniti d’America, Regno Unito e Francia. Il settore sovietico della città era di gran lunga il più esteso e occupava la maggior parte della metà orientale di Berlino: Friedrichshain, Köpenick, Lichtenberg, Mitte, Pankow, Prenzlauer Berg, Treptow e Weißensee (Berlino) Weißensee.

Nel 1948, il “Blocco di Berlino” da parte dell’Unione Sovietica portò all’attuazione del Ponte aereo per Berlino da parte degli Alleati per rifornire di viveri e generi di prima necessita’ i tre settori occidentali.

Dal 1949 i tre settori controllati da Stati Uniti d’America, Francia e Gran Bretagna (Berlino Ovest), anche se nominalmente indipendenti, erano in effetti una parte di Germania Ovest completamente circondata dalla Germania Est.

Inizialmente ai cittadini di Berlino era permesso di circolare liberamente tra tutti i settori, ma con lo sviluppo della Guerra Fredda i movimenti vennero limitati; il confine tra Germania Est e Germania Ovest venne chiuso nel 1952 e l’attrazione dei settori occidentali di Berlino per i cittadini della Germania Est aumentò. Circa 2,5 milioni di tedeschi dell’est passarono ad ovest tra il 1949 e il 1961.

Per fermare l’esodo delle persone della Germania Est iniziò la costruzione di un muro attorno ai tre settori occidentali nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961Berlino Est. Inizialmente questo consisteva di filo spinato, ma già il 15 agosto iniziarono ad essere utilizzati gli elementi prefabbricati di cemento e pietra destinati a formare la prima generazione di un vero e proprio muro. Il muro divideva fisicamente la città; quando circondò completamente Berlino Ovest, trasformò in pratica i settori occidentali in un’isola rinchiusa entro i territori orientali.

« Nessuno ha intenzione di costruire un muro»
(15 giugno 1961Walter Ulbricht capo di Stato della DDR e Segretario del Partito Socialista Unitario della Germania)

Mappa del muro di Berlino con le aree d’occupazione

La Germania Est sostenne che si trattava di un “muro di protezione antifascista” inteso ad evitare un’aggressione dall’Ovest. Fu chiaro sin dall’inizio che questa giustificazione serviva come copertura per il fatto che ai cittadini della Germania Est doveva essere impedito di entrare a Berlino Ovest e di conseguenza nella Germania Ovest (la Germania Est non controllava completamente il traffico tra Berlino Ovest e il resto della Germania Ovest). In effetti la DDR soffriva di una fuga in massa di professionisti e lavoratori specializzati che si spostavano all’ovest, per non parlare delle diserzioni dall’esercito. Con la costruzione del muro le emigrazioni passarono da 2.500.000 tra il 1949 ed il 1962 a 5000 tra il 1962 ed il1989. Dal punto di vista propagandistico la costruzione del muro fu un disastro per la DDR e, in generale, per tutto il blocco comunista; divenne infatti un simbolo della tirannia comunista, specialmente dopo le uccisioni di chi aspirava alla libertà sotto gli occhi dei media, da notare che molti comunisti si erano schierati contro questa divisione e contro quello che i sovietici chiamavano socialismo reale.

Il muro era lungo più di 155 km. Dopo la costruzione iniziale, venne regolarmente migliorato. Nel giugno 1962 venne costruito un secondo muro all’in terno della frontiera destinato a rendere più difficile la fuga verso la Germania Ovest, fu così creata la cosiddetta “striscia della morte”. In seguito il muro di prima generazione fu abbattuto e oggi è difficile riconoscere parti di quel muro. Nel 1965 si diede inizio alla costruzione della terza generazione del muro che avrebbe soppiantato le precedenti. Era composto da lastre di cemento armato collegate da montanti di acciaio e coperti da un tubo di cemento. Il “muro di quarta generazione”, iniziato nel 1975, era in cemento armato rinforzato, alto 3,6 metri e composto di 45.000 sezioni separate, di 1,5 metri di larghezza, più semplici da assemblare rispetto al muro di terza generazione, per un costo di 16.155.000 di Marchi della Germania Est. Per fare un confronto, un panino al tempo costava 1,04 marchi della Germania Est. A partire dal 1975 il confine era anche protetto nella “striscia della morte” da recinzioni, trincee anticarro, oltre 300 torri di guardia con cecchini armati, trenta bunker e una strada illuminata per il pattugliamento lunga 177 km.

Inizialmente, c’era solo un punto di attraversamento per gli stranieri e i turisti, in Friedrichstrasse; le potenze occidentali avevano altri duecheckpoint, a Helmstedt sul confine tra Germania Est e Ovest e a Dreilinden sul confine sud di Berlino Ovest. Per i berlinesi erano inizialmente disponibili 13 punti di attraversamento, 9 tra le due parti della città e 4 tra Berlino Ovest e la DDR, in seguito in un atto simbolico l’attraversamento della porta di Brandeburgo fu chiuso. I checkpoint vennero battezzati con i nomi fonetici: Alpha (Helmstedt), Bravo (ancora visibile a Dreilinden sulla A9 appena usciti da Berlino), e Charlie (Friedrichstraße).

Tentativi di fuga

Lavoratori della Germania dell’Est durante la costruzione del Muro di Berlino 20 novembre1961.

Il muro di Berlino nel 1988, e’ visibile una torre di guardia nel settore orientale

Il muro di Berlino e la “striscia della morte”, fotografia del 1986, si intravvede una squadra di pionieri che ripulisce la striscia da rifiuti gettati oltre il muro

Berlino Est, 13 agosto 1986: festeggiamenti per il venticinquennale della creazione del muro

Durante il periodo di esistenza del muro vi furono circa 5000 tentativi di fuga coronati da successo verso Berlino Ovest. Nello stesso periodo varie fonti indicano in un numero compreso tra 192 e 239 i cittadini della Germania Est uccisi dalle guardie mentre tentavano di raggiungere l’ovest e molti altri feriti.[4] [5]

« Se dovete sparare, fate in modo che la persona in questione non vada via ma rimanga con noi »
(28 aprile 1989Erich Mielke Ministro per la Sicurezza della DDR)

Finché il muro non fu completamente edificato e fortificato, i tentativi di fuga furono messi in atto da principio con tecniche casalinghe, come passare con una macchina sportiva molto bassa sotto alle barricate o gettandosi dalla finestra di un appartamento prospiciente il confine sperando di “atterrare” dalla parte giusta. Con il tempo le tecniche di fuga si evolverono fino a costruire lunghe gallerie, scivolare lungo i cavi elettrici tra pilone e pilone o utilizzando aerei ultraleggeri.

La prima persona a pagare con la vita il suo tentativo di fuggire fu Ida Siekmann, che il 22 agosto del 1961 aveva tentato di salvarsi, saltando dal suo appartamento nella Bernauer Straße. L’ultimo morto era Winfried Freudenberg, morto l’8 marzo del 1989; aveva intrapreso una fuga spettacolare con una mongolfiera autocostruita, caduta poi sopra il territorio di Berlino Ovest. Sovente vengono nominati Günter Litfin come prima vittima del Muro e Chris Gueffroy come ultima; in realtà erano il primo e l’ultimo ucciso a colpi di armi da fuoco dai soldati di confine. Chris Gueffroy venne ucciso il 5 febbraio 1989 mentre cercava di scavalcare il muro presso Nobelstrasse. Aveva poco più di vent’anni, era nato il 21 giugno 1968, una croce lo ricorda, insieme a tante altre, in piazza 14 marzo alle spalle della porta di Brandeburgo.

Prevalgono, tra i morti del Muro, gli uomini, in particolare quelli piuttosto giovani. Ma tra i casi noti sono ricordati anche Olga Segler, morta all’età di 80 anni, la diciottenne Marinetta Jirkowski (25 agosto 1962 – 22 novembre 1980), uccisa con 27 colpi[6], altre donne di diverse età, nonché i bambini Lothar Schleusener (di 13 anni) e Jörg Hartmann, di dieci anni – uccisi entrambi, a colpi di arma da fuoco dai soldati di confine, nel tentativo di fuga intrapreso insieme – Cengaver Katranci, di nove anni, Giuseppe Savoca, di sei anni, Siegfried Krobot, di cinque anni, Cetin Mert, morto il giorno del suo quinto compleanno, e Holger H. che aveva 18 mesi.

Uno dei più noti tentativi falliti fu quello del diciottenne Peter Fechter a cui fu sparato dalle guardie di confine della DDR il 17 agosto 1962 e che fu poi lasciato morire dissanguato nella cosiddetta striscia della morte davanti ai media occidentali.

Tra i fuggitivi si contano anche molti soldati addetti allo stesso Muro di Berlino – nota in tutto il mondo è la foto del giovane Conrad Schumann che salta sopra il filo spinato alla Bernauer Straße. Anche tra le vittime del Muro risultano soldati e poliziotti della DDR, come il giovane Burkhard Niering, ucciso nel 1974 in un tentativo di giungere a Berlino Ovest.

Conrad Schumann, riparatosi in Baviera dove trovò impiego come operaio metalmeccanico presso l’industria automobilistica Audi di Ingolstadt, tornò dopo la Caduta nella ex DDR per rivedere familiari ed ex colleghi ma ebbe accoglienza gelida. Caduto in depressione si uccise impiccandosi nel 1998.

« L’obiettivo del muro: evitare che il popolo della Germania socialista potesse scappare nel mondo normale. Il muro fu costantemente perfezionato e rinforzato, trasformato da un normale muro in un sistema insormontabile di ostacoli, trappole, segnali elaborati, bunker, torri di guardia, tetraedri anti carro e armi a sparo automatico che uccidevano i fuggitivi senza bisogno di intervento da parte delle guardie di confine.
Ma più lavoro, ingegnosità, denaro e acciaio i comunisti mettevano per migliorare il muro, più chiaro diventava un concetto: gli esseri umani possono essere mantenuti in una società comunista solo con costruzioni impenetrabili, filo spinato, cani e sparandogli alle spalle. Il muro significava che il sistema che i comunisti avevano costruito non attraeva ma repelleva.
»

Dall’Ovest all’Est

Il famoso cartello: “State lasciando il settore americano”.

Si sono verificate anche “violazioni di frontiera” al contrario, da Ovest verso Est. Negli anni settanta un berlinese dell’Ovest scavalcò 5 volte il Muro in direzione Est, dopo venne sempre arrestato. Durante l’interrogatorio, alla consueta domanda sul perché non usufruisse dei passaggi di frontiera, lui rispondeva regolarmente che abitando lui a Kreuzberg e i suoi conoscenti proprio di fronte, la via più breve era semplicemente quella più diretta. A questa logica le guardie di frontiera non trovavano nulla da ridire e il “violatore” della frontiera veniva rimandato a Ovest. Fino alla volta successiva. Per alcuni di questi “scavalcatori” il Muro era un oltraggio personale o una sfida sportiva. Come il diciottenne Rainer W. che all’inizio degli anni settanta scavalcò gli sbarramenti a Potsdam-Babelsberg in direzione Est. Mentre i politici occidentali lavoravano per ottenere una maggiore penetrabilità del muro, alcuni contestatori ribelli dell’epoca avevano dichiarato la loro personale guerra al mostro. Tra i più sfrontati c’era sicuramente John Running che nel 1986/87 attaccò diverse volte il muro. Nell’estate del 1986 arrivò a Berlino e scavalcò il muro con una scala. Né i poliziotti di frontiera dell’Ovest né le guardie dell’Est riuscirono a convincerlo ad abbandonare l’impresa di camminare in equilibrio sul muro per circa 500 metri, osservato da numerosi presenti che incitando lo applaudivano. Alla fine le truppe della DDR lo indussero a scendere e lo presero in custodia. Per evitare ulteriore scalpore e imbarazzi diplomatici le autorità lo rimandarono nell’Ovest dopo un breve interrogatorio. Running però non si lasciò intimidire e pochi giorni dopo iniziò un’altra azione, durante la quale si sedette a cavalcioni sul muro e lo prese simbolicamente a martellate. Venne immediatamente arrestato dalle truppe della DDR e alcuni giorni dopo rimandato all’Ovest. La sua terza “passeggiata” gli costò 53 ore di prigione nella DDR.

Il Muro e la Striscia della Morte, in parte originali, in parte ricostruiti, di fronte al Centro di Documentazione nella Bernauerstraße

La mattina del 1º giugno 1988 le guardie di frontiera dell’area della Potsdamer Platz si trovarono di fronte a una “sfida” molto speciale, una “fuga di massa” nell’Est. Più di 200 punk berlinesi dell’Ovest, abitanti della baraccopoli del cosiddetto triangolo Lennè, scapparono in direzione di Berlino Est per sfuggire ad una carica dei poliziotti occidentali. Lo spettacolo, uno dei più divertenti legati alla divisione della città, si ripeté per diversi mesi grazie ad una delle particolarità topografiche create proprio dal muro che in alcuni punti non si trovava esattamente sulla linea di demarcazione del confine. A volte la frontiera si trovava a 1-2 metri davanti al muro, e in alcuni punti anche molto di più. Proprio in mezzo alla città a Potsdamerplatz c’erano circa 4 ettari di terreno compresi tra Lennè, Bellevue e la Ebertstrasse, il triangolo di Lennè appunto, che apparteneva a Berlino Est ma che si trovava al di fuori del muro.

Uno slogan popolare sul Muro vicino alla East Side Gallery“Niente più guerre. Niente più muri. Un mondo unito”

Nel Marzo del 1988 Berlino Est e il Senato di Berlino Ovest si accordarono su uno scambio di terreni in seguito al quale il triangolo di Lennè sarebbe diventato territorio di Berlino Ovest. Finché però l’accordo non entrò in vigore questa area rimase extraterritoriale e venne quindi sfruttata da giovani “autonomi” di Kreuzberg (tacitamente tollerati da Berlino Est) che eressero un villaggio di baracche per protestare contro alcune misure edilizie del Senato di Berlino Ovest. Con crescente divertimento, i berlinesi assistettero nelle settimane successive al gioco del gatto col topo tra poliziotti e occupanti delle baracche che, dopo ogni scontro, si rifugiavano regolarmente nel triangolo di Lennè, dove la polizia occidentale non aveva accesso.

Puntuali, all’entrata in vigore dell’accordo sullo scambio dei territori, circa 900 poliziotti occidentali si diressero al triangolo Lennè caricando con gas lacrimogeni. Gli occupanti si sottrassero all’arresto saltando il muro in direzione Est. Per le truppe di frontiera della DDR non fu un evento inatteso e accolsero tranquillamente i “violatori di frontiera”. I punk vennero trasportati in luogo di ristoro e dopo una colazione e il controllo dei documenti vennero rimandati a Ovest attraverso diversi passaggi di frontiera.

La caduta

Muro di Berlino (16 novembre 1989)

Il 23 agosto 1989, l’Ungheria rimosse le sue restrizioni al confine con l’Austria e a partire dall’11 settembre 1989 più di 13.000 tedeschi dell’Est scapparono verso l’Ungheria; all’annuncio che non sarebbe stato consentito di attraversare la Cortina di ferro ai cittadini non ungheresi, i profughi inondarono le ambasciate tedesco-occidentali a Budapest e Praga. Dopo giorni di sconcerto e l’arrivo del ministro degli esteri di Bonn Genscher, con la mediazione di questi si ottenne che i profughi arrivassero in Occidente, ma con l’obbligo di riattraversare la frontiera tedesco-orientale imposto dallo Stato di loro cittadinanza. La scelta si rivelò un boomerang fatale per l’immagine stessa della Germania comunista: i treni contenenti i rimpatriati attraversarono senza fermarsi le stazioni tedesco-orientali, tra lo sconcerto dei concittadini che non poterono nemmeno salutare i profughi perché chiusi in vagoni piombati.

Le dimostrazioni di massa contro il governo della Germania Est iniziarono al passaggio dei primi treni provenienti dall’Ungheria e dalla Cecoslovacchia, nell’autunno del 1989. Il leader della DDR Erich Honecker si dimise il 18 ottobre e venne sostituito pochi giorni dopo da Egon Krenz. Honecker aveva predetto nel gennaio dello stesso anno che l’esistenza del muro sarebbe stata assicurata per altri cent’anni. Era invece l’inizio della fine. Il nuovo governo di Krenz decise di concedere ai cittadini dell’Est permessi per viaggiare nella Germania dell’Ovest. Günter Schabowski, il ministro della Propaganda della DDR, ebbe il compito di dare la notizia; però egli si trovava in vacanza prima che venisse presa questa decisione e non venne a conoscenza dei dettagli.

Il 9 novembre 1989, durante una conferenza stampa convocata per le 18, gli fu recapitata la notizia che tutti i berlinesi dell’Est avrebbero potuto attraversare il confine con un appropriato permesso, ma non gli furono date informazioni su come trasmettere la notizia. Dato che il provvedimento era stato preso poche ore prima della conferenza, esso avrebbe dovuto entrare in vigore nei giorni successivi, dando così il tempo di dare la notizia alle guardie di confine. Alle 18,53 il corrispondente Ansa da Berlino Est, Riccardo Ehrman, chiese[7] da quando le nuove misure sarebbero entrate in vigore [8]. Schabowski cercò inutilmente una risposta nella velina del Politburo, ma non avendo un’idea precisa, azzardò: “Per quanto ne so immediatamente”.

« Per accontentare i nostri alleati, è stata presa la decisione di aprire i posti di blocco. (…) Se sono stato informato correttamente quest’ordine diventa efficace immediatamente. »
(9 novembre 1989Günter Schabowski, Membro del Politburo del Partito Socialista Unitario della Germania e Ministro della Propaganda della DDR)

Decine di migliaia di berlinesi dell’Est avendo visto l’annuncio di Schabowski in diretta alla televisione, si precipitarono, inondando i checkpointe chiedendo di entrare in Berlino Ovest. Le guardie di confine, sorprese, iniziarono a tempestare di telefonate i loro superiori, ma era ormai chiaro che – laddove non vi era stato adempimento spontaneo all’annuncio pervenuto via etere[9]– non era più possibile rimandare indietro tale enorme folla vista la mancanza di equipaggiamenti atti a sedare un movimento di tali proporzioni.

Furono allora costrette ad aprire i checkpoint e, visto il gran numero di berlinesi, nessun controllo sull’identità fu eseguito. Gli estasiati berlinesi dell’Est furono accolti in maniera festosa dai loro fratelli dell’Ovest, spontaneamente i bar vicini al muro iniziarono a offrire birra gratis per tutti. Il 9 novembre è quindi considerata la data della caduta del Muro festeggiata con il mega concerto di Roger Waters (ex bassista dei Pink Floyd) con l’esecuzione di The Wall dal vivo.

Nei giorni e settimane successive molte persone accorsero al muro per abbatterlo e staccarne dei souvenir: queste persone furono chiamateMauerspechte (in tedesco significa letteralmente “picchi del muro”). Il 18 marzo 1990 furono tenute le prime e uniche libere elezioni della storia della Repubblica Democratica Tedesca; esse produssero un governo il cui principale mandato era quello di negoziare la fine stessa dello Stato che rappresentavano.

La Germania fu ufficialmente riunificata il 3 ottobre 1990 (questa è la data designata per il “Giorno della riunificazione”), quando i cinque stati federali (BrandeburgoMeclenburgo-Pomerania OccidentaleSassoniaSassonia-AnhaltTuringia), già esistenti nella Repubblica Democratica Tedesca ma aboliti e trasformati in Province, si ricostituirono e aderirono formalmente alla Repubblica Federale di Germania (Germania Ovest).
Dal momento in cui i nuovi cinque Länder entrarono nella Repubblica Federale, in conformità all’articolo 23 attivo in quegli anni, l’area di applicazione del Grundgesetz (Legge fondamentale, l’equivalente tedesco della Costituzione) fu semplicemente ampliata includendoli. L’alternativa sarebbe stata di aderire all’unione formalmente, in vista della scrittura di una nuova costituzione per la Germania unificata. Delle due scelte quella adottata fu obiettivamente la più semplice, ma fu causa del diffuso sentimento da parte dei tedeschi dell’est di essere stati “occupati” o “annessi” alla vecchia repubblica federale.

Aspetti sociali del Muro di Berlino

Ricordo dei caduti nella “striscia della morte”. La prima croce a sinistra è in ricordo di Peter Fechter

Non molto è rimasto oggi del Muro di Berlino. L’abbattimento ufficiale del Muro di Berlino fu iniziato il 13 giugno 1990 nella Bernauer Straße da 300 guardie di frontiera della DDR, fu poi terminato da 600 soldati dell’esercito tedesco utilizzando 13 bulldozer, 55 ruspe, 65 gru e 175 camion. A novembre dello stesso anno l’intero muro all’interno della città era stato abbattuto ad eccezione di 6 punti che furono mantenuti come monumento. L’anno successivo scomparve definitivamente la restante parte. I blocchi di cemento furono distrutti ed utilizzati per la costruzione di strade. 250 di questi blocchi furono messi all’asta a prezzi oscillanti tra 10.000 e 250.000 marchi tedeschi. Il muro è stato fisicamente distrutto quasi ovunque, ad eccezione di alcuni punti. I più visitati dai turisti sono: una sezione di 80 metri vicino aPotsdamer Platz, una seconda, la più lunga, sulla riva della Sprea, vicino all’Oberbaumbrücke (L’East Side Gallery) ed una terza a nord in Bernauer Straße, che è stata trasformata in un memoriale nel 1999. Il centro di documentazione del muro (vedi Link: Dokumentationszentrum) offre interessantissime guide in italiano, che spiegano in dettaglio il sistema di frontiera.

In altri punti della città è possibile invece trovare parti di muro semplice, note per i loro graffiti. Qui, le parti rimaste non rappresentano interamente l’aspetto originale del muro: sono state pesantemente danneggiate (perché in molti tentarono di prendersi come ricordo dei pezzi originali del Muro di Berlino), e gli odierni graffiti sono più visibili sul lato orientale del muro, in particolare la famosa East Side Gallery in Mühlenstraße lunga più di 1 km, che non era ovviamente raggiungibile quando il muro era sorvegliato dalle guardie pesantemente armate della Germania Est. In origine, infatti, i graffiti erano solo sul lato occidentale.

Il Muro di Berlino ebbe ovviamente un forte impatto emotivo, sociale e culturale, non solo sui cittadini di Berlino o della Germania, ma anche nel resto del mondo. Al momento della sua erezione il muro separò, apparentemente per sempre, famiglie e amicizie, lasciando entrambe le metà della città, dopo l’incredulità iniziale, nello sconforto e nella disperazione.

Divenne una delle rappresentazioni fisica della Cortina di Ferro che separava in due l’Europa durante la Guerra Fredda.

Kennedy in visita a Berlino (15 giugno 1963)

Durante la sua visita a Berlino del 15 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy tenne un discorso pubblico che sarebbe divenuto uno dei momenti simbolo della Guerra Fredda:

« Ci sono molte persone al mondo che non comprendono, o non sanno, quale sia il grande problema tra il mondo libero e il mondo comunista. Fateli venire a Berlino! Ci sono alcuni che dicono che il comunismo è l’onda del futuro. Fateli venire a Berlino! Ci sono alcuni che dicono che, in Europa e da altre parti, possiamo lavorare con i comunisti. Fateli venire a Berlino! E ci sono anche quei pochi che dicono che è vero che il comunismo è un sistema maligno, ma ci permette di fare progressi economici. Lasst sie nach Berlin kommen! Fateli venire a Berlino! […] Tutti gli uomini liberi, ovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino, e quindi, come uomo libero, sono orgoglioso di dire: Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese, NdT). »

Una parte del Muro di Berlino collocata di fronte al Parlamento Europeo a BruxellesBelgio.

A partire dagli anni ’80, alcuni artisti famosi come Keith HaringThierry Noir iniziarono a dipingere il lato del muro che dava su Berlino Ovest, in seguito migliaia di artisti, conosciuti e sconosciuti, utilizzarono il muro per i loro progetti artistici. Il muro si coprì quasi interamente di murales, dalle semplici scritte a disegni molto elaborati e ben eseguiti, alcuni dei quali si guadagnarono una certa notorietà, come quello che raffigurava una Trabant bianca che sfonda il muro, o quello in cui si vedeva Erich Honecker baciare sulla bocca il segretario del PCUS Leonid Brežnev. La East Side Gallery lunga più di 1 km che fu pitturata subito dopo il crollo del muro, è stata definita la più grande galleria di pittura all’aria aperta del mondo. Solo pochi dei murales hanno resistito al tempo e ai turisti che continuano a scrivere i loro nomi sul muro. La città di Berlino, a corto di fondi, ha investito pochissimo nel restauro del muro e nel 2000 solo alcuni dei dipinti furono restaurati e protetti dai vandali. Malgrado siano protette dalle leggi sulla tutela dei monumenti, non è chiaro quale sia il destino di queste parti del muro. Nei giorni della caduta, il grande violoncellista Rostropovic (privato, anni prima, della cittadinanza sovietica) improvvisò un concerto davanti al muro; l’evento, ripreso dalle telecamere di tutto il mondo, viene considerato il requiem per il muro e la Guerra Fredda.

Il muro divideva 192 strade (97 tra le due parti della città e 95 tra Berlino Ovest e la DDR), 32 linee di tram, 8 linee di metropolitana di superficie (S-Bahn), 3 linee di metropolitana sotterranea (U-Bahn), 3 autostrade e numerosi fiumi e laghi. La caduta del muro cambiò considerevolmente i flussi di traffico della città, e la M-Bahn, un sistema a levitazione magnetica che connetteva 3 fermate della metropolitana lungo 1,6 chilometri, venne smantellato solo pochi mesi dopo la sua apertura ufficiale nel luglio 1991.

Giorno della libertà

Il parlamento italiano, con la legge n. 61 del 15 aprile 2005, ha dichiarato il 9 novembre “Giorno della libertà”, quale ricorrenza dell’abbattimento del muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette altotalitarismo.

Pezzo della Hinterlandmauer, ancora in piedi nelMauerpark

In occasione del Giorno della libertà, vengono annualmente organizzate cerimonie commemorative ufficiali e momenti di approfondimento nelle scuole che illustrino il valore della democrazia e della libertà, evidenziando obiettivamente gli effetti nefasti dei totalitarismi passati e presenti.

Territorio

Oltre al territorio cittadino di Berlino il muro lambiva la parte del limite territoriale di 14 comuni del BrandeburgoPotsdam compreso, che confinavano con Berlino Ovest. Vengono qui riportati suddivisi per circondario, partendo da nord e procedendo in senso anti-orario:

Note

  1. ^ Freedom! – TIME
  2. ^ Researchers Confirm 125 Berlin Wall Deaths | Germany | Deutsche Welle | 09.08.2006
  3. ^ Goethe-Institut – Topics – German-German History
  4. ^ (ENhttp://www.dailysoft.com/berlinwall/history/facts_01.htm
  5. ^ (ENhttp://www.die-berliner-mauer.de/en/fakten.html
  6. ^ (DERapporto della Stasi sul tentativo di fuga, con fotografie, disponibile come file pdf sul server per l’istruzione della regione federale Brandeburgo
  7. ^ Edotto del fatto che vi erano sviluppi grazie ad una sua fonte interna al partito tedesco-orientale: cfr. Riccardo, l’italiano che ha fatto cadere il muro di Berlino, pubblicato il 1 novembre 2009 nella sezione Il Fatto, consultabile su ((http://www.lucatelese.it/?p=1217)).
  8. ^ Testimonianza di Riccardo Ehrman durante la trasmissione Ulisse del 17-10-2009, Rai3
  9. ^ Harald Jäger l’ufficiale che presiedeva uno dei varchi più importanti di Bornholmer Straße ha raccontato che apprese tutto dalla tv. E che dopo aver sentito il botta e risposta tra Ehrman e Schabowski ordinò: ‘Su la sbarra’”: cfr. ((http://www.lucatelese.it/?p=1217)).