“La tiroide e suoi problemi”, incontro organizzato da Ammi a Como

“La tiroide e suoi problemi”, incontro organizzato da Ammi a Como

tiroideLa sezione di Como dell’Associazione Mogli Medici Italiani (AMMI) organizza l’incontro “La tiroide e i suoi problemi” che si terrà giovedì 21 maggio alle 16.30 presso la sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Como (Viale Masia 30) e durante il quale interverrà il dottor Francesco Faverio, specialista in chirurgia generale.

La tiroide è al centro del nostro benessere. Situata anteriormente nel collo, al di sotto della laringe, è una ghiandola destinata alla produzione di due ormoni che svolgono un ruolo fondamentale nel corretto funzionamento del metabolismo, dei processi di crescita e di quasi tutti gli apparati principali dell’organismo.

Una disfunzione nel funzionamento di questa ghiandola può provocare patologie come ipertiroidismo, ipotiroidismo, tumori e gozzo. Queste patologie sono conosciute ormai da molto tempo e sono più frequenti in alcune aree geografiche che in altre. Durante l’incontro si parlerà di quanto queste malattie siano diffuse, delle loro conseguenze, delle terapie, degli effetti e di come questi ultimi vengono gestiti.

Francesco Faverio

Medico Ospedaliero a tempo pieno dal 1981, inizia ad esercitare la professione come Assistente presso l’Istituto di Radiologia dell’Ospedale di Monza. Dal 1984 al 2013 lavora presso la Divisione di Chirurgia Generale dell’Ospedale S. Anna di Como, prima come Assistente, dal 1993 come Aiuto Corresponsabile di Ruolo e, infine, come Dirigente Medico di primo livello di Chirurgia Generale. Attualmente collabora con l’U.O. di Chirurgia Generale e Plastica del Centro Ortopedico Fisioterapico di Lanzo Intelvi (Co).

Professore presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi dell’Insubria e dell’Università degli Studi di Pavia, insegna anche presso il Corso di Fisioterapia della Libera Università della Svizzera di Lugano. È inoltre autore di numerosi lavori scientifici, accettati da riviste anche internazionali e di varie relazioni e comunicazioni a Congressi.

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Sigarette elettroniche, Lomazzo le vieta nei luoghi pubblici

Sigarette elettroniche, Lomazzo le vieta nei luoghi pubblici

Un’ordinanza del sindaco del comune in provincia di Como le equipara a quelle tradizionali, vietandone l’uso nei locali pubblici e negli uffici comunali. «Non sappiamo quali siano i suoi effetti, nel dubbio la vietiamo», ha spiegto a il primo cittadino Gianni Rusconi

Pubblicato in Primo Piano
 
 
sigaretta elettronicaFonte: Shutterstock
SIGARETTE ELETTRONICHE 

sigaretta elettronicaInchiesta della Procura

La Procura di Torino ha aperto un’inchiesta sulle sigarette elettroniche e sui possibili rischi

Le sigarette elettroniche stanno riscuotendo ovunque un grosso successo, anche perché possono essere consumate ovunque, anche nei locali pubblici. Ma non proprio in tutti i luoghi pubblici, perché il Comune di Lomazzo (Como), primo in Italia, ha emanato un’ordinanza che ne vieta l’utilizzo nei luoghi pubblici e negli uffici.

Si tratta di una prima posizione di questo genere in Italia, come detto, presa dal sindaco Gianni Rusconie dalla sua giunta che nel loro documento hanno deciso di equiparare le tecno-sigarette a quelle tradizionali, vietandone quindi l’uso in luoghi frequentati da persone.

Il presupposto su cui si basa la decisione del Comune di Lomazzo, ha precisato lo stesso sindaco, è che finora non ci sono certezze relative a questo prodotto. Non si sa, in poche parole, se il suo utilizzo possa avere effetti dannosi per la salute di chi ne fa uso e per chi sia nelle vicinanze. «Pur cercando precedenti cui ispirarci – ha aggiunto il primo cittadino – non ne abbiamo trovati. Nel dubbio, dunque, abbiamo scelto per il divieto».

La sigaretta elettronica è un fenomeno esploso negli ultimi mesi. Molti sono i negozi sorti nelle città, frequentati soprattutto da curiosi e da fumatori che vorrebbero smettere con il loro vizio. Sono oggetto di un acceso dibattito, tra coloro che ritengono che siano la soluzione per i fumatori (perché diventino finalmente ex) e chi invece sostiene che non sono chiari gli effetti sulla salute di chi decide di farne uso. Per i detrattori di queste sigarette, grazie alle quali i fumatori respirano non fumo ma vapore acque, si tratterebbe quindi di passare dalla padella alla brace. È proprio questo dubbio ad avere convinto gli amministratori di Lomazzo a vietarla nei luoghi pubblici.

Bambini malati di smog Scatta l’appello ai medici

COMO – La cappa di smog sopra la città (Foto by Pozzoni Carlo)

COMO Cinque giorni consecutivi con valori ben oltre i limiti. Quella che sta per concludersi si è rivelata una settimana davvero pessima sul fronte dell’inquinamento in città. 
Lo smog è balzato alle stelle (Como arriva a 52 giorni di sforamento nel 2011, contro i 35 concessi dall’Unione Europea) e i medici rilanciano l’allarme per la salute. D’altra parte i danni causati dalle polveri sottili (ma anche da ozono e biossido d’azoto, in estate) non sono fantasie. La comunità scientifica ha dimostrato che esiste una correlazione diretta tra aumento dello smog e incremento di patologie, ricoveri, mortalità.
Non esistono studi specifici su Como, ma la pediatra Roberta Marzorati aveva notato, un paio d’anni fa, che un terzo dei casi di broncopolmonite registrati tra i suoi pazienti riguardavano bambini che risiedevano o trascorrevano molto tempo in zone della città trafficatissime, come via Milano. Mentre l’indagine “Poemi” – condotta in 5 ospedali milanesi – ha rivelato che in un anno sono 53mila gli ingressi in Pronto soccorso per patologie legate all’inquinamento, con una media di 73 ricoveri al giorno. Sempre nel capoluogo lombardo, per quanto riguarda l’Asl di Como  si stimano 150 decessi l’anno imputabili a patologie respiratorie e cardiache causate dallo smog. E 240 ricoveri l’anno per crisi asmatiche gravi nei bambini, in parte legati sicuramente all’inquinamento. 
Oltre ai soggetti in tenera età, sono a rischio in modo particolare anziani e cardiopatici. «Il Pm10 arriva fino alla laringe ed è pericoloso, ma lo è ancora di più il Pm 2,5 perché si tratta di particelle che penetrano in profondità e sono in grado di raggiungere gli alveoli – spiega Anna Maspero, primario di Pneumologia del Sant’Anna – Le conseguenze possono essere sindromi acute delle alte vie respiratorie, attacchi d’asma, allergie, polmoniti, il riacutizzarsi di bronchiti croniche, fino al tumore al polmone. Naturalmente non tutti gli organismi reagiscono allo stesso modo e dipende dalla modalità con cui le sostanze tossiche entrano nell’apparato respiratorio, oltre che dalla durata dell’esposizione e dalla conformazione dell’albero bronchiale. Per essere chiari: lo smog non fa venire automaticamente il cancro, ma è senza dubbio un fattore che predispone. E comunque scatena in tutte le persone reazioni di tipo infiammatorio. Oltre a favorire l’insorgere di malattie cardiocircolatorie». 
Di qui l’appello: «Si fa troppo poco per limitare l’inquinamento legato al traffico veicolare e alle caldaie. Bisognerebbe incentivare l’uso dei mezzi pubblici, diversificare gli orari delle scuole. E i genitori non dovrebbero stare col motore acceso davanti a scuola, in attesa dei figli. Vedo scene incredibili. Per non parlare di chi fa jogging lungo strade trafficatissime». 

http://www.laprovinciadicomo.it/stories/Cronaca/248566_bambini_malati_di_smog_scatta_lappello_ai_medici/