PENSIONI: CISL MODENA, 3 SU 4 NON ARRIVANO A MILLE EURO

(AGI) – Modena, 1 sett. – “Un quarto dei pensionati modenesi riceve dai 500 ai 750 euro al mese: poiche’ l’Istat considera povero l’individuo con una spesa procapite di 999,67 euro al mese (in una famiglia di due componenti), possiamo dedurre che oltre 50 mila pensionati modenesi vivono sotto la soglia di poverta’”.

E’ quanto dichiara il segretario provinciale della Fnp-Cisl, Pietro Pifferi, commentando l’analisi condotta dal suo sindacato (che tra Modena e provincia conta quasi 32 mila iscritti) sulla condizione dei pensionati modenesi. Per recuperare il potere d’acquisto delle pensioni, la Cisl chiede di estendere la quattordicesima almeno fino ai redditi intorno ai 1.250 euro al mese, di rivedere il sistema di perequazione annuale e di finanziare in modo adeguato il fondo per la non autosufficienza. Dall’analisi del sindacato, emerge anche che il 58,95 per cento delle pensioni e’ erogato a donne che, pero’, rispetto agli uomini incassano poco piu’ della meta’: il loro assegno mensile, infatti, ammonta mediamente a 617,93, contro i 1.138,58 euro mensili dei pensionati maschi. L’importo medio, che ammonta a 831,61 euro, e’ un po’ piu’ alto della media nazionale (773,98 euro), ma inferiore a quello dell’Italia settentrionale (871,77 euro). I pensionati modenesi ammontano a 208.526 (213.082 le pensioni erogate a Modena e provincia pari all’1,36% del totale nazionale, c’e’ in fattio chi percepisce piu’ di una prestazione pensionistica). “La forbice tra pensioni maschili e femminili si spiega innanzitutto con l’alta percentuale di donne tra i pensionati superstiti, sociali e invalidi civili, ma anche con il minor numero di anni di contribuzione e il salario inferiore, rispetto agli uomini, percepito durante la vita lavorativa – prosegue il segretario provinciale della Fnp-Cisl – Da notare che gli assegni o pensioni sociali e le pensioni per invalidi civili hanno piu’ a che fare con l’assistenza che con la previdenza e rappresentano complessivamente meno dell’8 per cento del totale delle pensioni modenesi”. L’importo medio delle pensioni di anzianita’ e vecchiaia e’ di 1.246,89 euro per gli uomini e 685,25 euro per le donne, mentre l’assegno per l’invalidita’ vale mediamente 794,09 euro per i maschi e 507,95 euro per le femmine; solo nelle pensioni per i superstiti l’assegno per le donne, pari a 536,11 euro, supera l’importo medio degli uomini (366,71).(AGI) Ari (Segue)

LA DICHIARAZIONE DI HELSINKI

Principi etici per la ricerca medica che coinvolge i soggetti umani.

 

 

 

 

 

La dichiarazione, adottata nella diciottesima Assemblea Generale della World Medical Association (WMA), tenutasi nel giugno del 1964 ad Helsinki in Finlandia, è stata emendata dalla:

 

ventinovesima Assemblea Generale della WMA, ottobre 1975, Tokio, Giappone,

 

trentacinquesima Assemblea Generale della WMA, ottobre 1983, Venezia, Italia,

 

quarantunesima Assemblea Generale della WMA, settembre 1989, Hong Kong,

 

quarantottesima Assemblea Generale della WMA, ottobre 1996, Somerset West, Repubblica Sudafricana,

 

cinquantaduesima Assemblea Generale della WMA, ottobre 2000, Edinburgo, Scozia.

 

 

 

La nota di chiarificazione sul paragrafo 29 è stata aggiunta nell’Assemblea Generale della WMA, tenutasi a Washington nel 2002.

 

 

 

 

A.  INTRODUZIONE

 

 

 

 

 

1.  La Dichiarazione di Helsinki, elaborata dall’Associazione Medica Mondiale, costituisce una dichiarazione di principi etici, il cui obiettivo è quello di fornire consigli ai medici e ad altri partecipanti alla ricerca medica, che coinvolge i soggetti umani. Questa include ugualmente la ricerca su materiale umano o su dati identificabili.

 

 

 

2. La missione del medico è di salvaguardare la salute dell’uomo. La sua scienza e la sua coscienza sono dedicate all’adempimento di questa missione.

 

 

 

3. La Dichiarazione di Ginevra dell’Associazione Medica Mondiale lega il medico a queste parole: «La salute del mio paziente sarà la mia prima considerazione». II Codice internazionale di Etica Medica dichiara che «II medico nel fornire le cure mediche che possono avere l’effetto di indebolire le condizioni fisiche e mentali del paziente opererà solo nell’interesse del paziente».

 

 

 

4. Lo scopo della ricerca biomedica che coinvolge esseri umani deve essere il miglioramento delle procedure diagnostiche, terapeutiche e di prevenzione e la conoscenza della eziologia e della patogenesi delle malattie.

 

 

 

5. Nella pratica medica attuale la maggior parte delle procedure diagnostiche, terapeutiche o di prevenzione comportano rischi. Ciò si applica in particolar modo alla ricerca biomedica.

 

 

 

6. Il progresso della medicina è basato sulla ricerca che in definitiva deve essere basata almeno in parte sulla sperimentazione sull’uomo.

 

 

 

7. Nel campo della ricerca biomedica una fondamentale distinzione deve essere fatta tra ricerca medica il cui scopo è essenzialmente diagnostico e terapeutico per il paziente e ricerca medica il cui scopo è puramente scientifico e senza dirette implicazioni diagnostiche o terapeutiche per il soggetto della ricerca.

 

 

 

8. Speciale attenzione deve essere posta nella conduzione della ricerca che può avere effetti sull’ambiente e il benessere degli animali utilizzati per la ricerca deve essere rispettato.

 

 

 

9. Poiché è essenziale che i risultati degli esperimenti di laboratorio siano applicati all’uomo per migliorare le conoscenze scientifiche e aiutare l’umanità che soffre, la Associazione Medica Mon diale ha preparato le seguenti raccomandazioni perché servano da guida a ciascun medico nella ricerca biomedica sull’uomo. Esse dovrebbero essere tenute sotto controllo in futuro. Deve essere sottolineato che le norme proposte sono solo una guida per i medici di tutto il mondo. I medici non sono pertanto sollevati dalle responsabilità penali, civili ed etiche previste dalle leggi del loro paese.

 

 

 

 

 

 

 

 

B.  PRINCIPI DI BASE

 

 

 

 

 

10. La ricerca biomedica sull’uomo deve conformarsi ai principi scientifici generalmente accettati e dovrebbe essere basata su sperimentazioni di laboratorio e sull’animale adeguatamente eseguite su una completa conoscenza della letteratura scientifica.

 

 

 

11. Il disegno e l’esecuzione di ciascuna procedura sperimentale che coinvolge l’uomo dovrebbero essere chiaramente formulati in un protocollo sperimentale che dovrebbe essere trasmesso a un apposito comitato indipendente per l’esame, un commento e delle direttive.

 

 

 

12. La ricerca biomedica sull’uomo dovrebbe essere condotta solo da persone scientificamente qualificate e sotto la supervisione di un medico clinicamente competente. La responsabilità dell’uomo oggetto della ricerca deve essere sempre di un medico e mai dello stesso uomo oggetto della ricerca, anche se egli/ella ha dato il suo consenso.

 

 

 

13. La ricerca biomedica sull’uomo non può essere legittimamente eseguita se l’importanza degli obbiettivi non è proporzionale ai rischi inerenti.

 

 

 

14. Ogni progetto di ricerca biomedica sull’uomo dovrebbe essere preceduta da un accurato studio dei prevedibili rischi in comparazione con i benefici che si possono anticipare per lui/lei od altri. La salvaguardia degli interessi dell’uomo oggetto della ricerca devono sempre preva lere sugli interessi della scienza e della società.

 

 

 

15. Il diritto del soggetto della ricerca di salvaguardare la sua integrità deve essere sempre rispet tato. Ogni precauzione va presa per rispettare la riservatezza del soggetto e per minimizzare l’impatto dello studio sulla sua integrità fisica e mentale e sulla sua personalità.

 

 

 

16. II medico dovrebbe astenersi dall’iniziare progetti di ricerca sull’uomo se i soggetti della ricerca non sono d’accordo che i rischi inerenti sono prevedibili. I medici dovrebbero astenersi da qualsiasi ricerca se si trova che i rischi superano i potenziali benefici.

 

 

 

17. Nella pubblicazione dei risultati della propria ricerca, il medico è obbligato a preservare l’accuratezza degli stessi risultati. Rapporti su ricerche eseguite in contrasto con i principi di questa Dichiarazione non dovrebbero essere accettati per la pubblicazione.

 

 

 

18. In ogni ricerca su esseri umani, ciascun potenziale soggetto deve esser adeguatamente informato sugli scopi, i metodi, i benefici previsti e i potenziali pericoli dello studio e dei disturbi che esso può comportare- Essi dovrebbero essere informati che è libero di astenersi dal parteci pare allo studio e di ritirare il suo consenso in qualsiasi momento. Il medico dopo una adeguata informazione dovrebbe ottenere un libero consenso preferibilmente scritto.

 

 

 

19. Nell’ottenere un consenso informato per un progetto di ricerca il medico dovrebbe essere particolarmente cauto nel caso in cui il soggetto sia in una condizione di dipendenza o nel caso acconsenta mentre è privato della libertà. In questo caso il consenso informato dovrebbe essere ottenuto a cura di un medico che non è coinvolto nella ricerca e che è completamente indipen dente da questa relazione ufficiale.

 

 

 

20. Nel caso di soggetto non responsabile legalmente, il consenso informato dovrebbe essere ottenuto attraverso il tutore legale in accordo con la legislazione locale. Laddove l’incapacità fisica o mentale rende impossibile ottenere un consenso informato o quando il soggetto è un minore, il permesso del parente responsabile sostituisce quello del soggetto in accordo con la legislazione locale. Ogniqualvolta un minore è di fatto capace di dare il suo consenso, questo deve essere acquisito in aggiunta al consenso del tutore del minore stesso.

 

 

 

21. Il protocollo dovrebbe contenere sempre una dichiarazione sui problemi etici dello studio e dichiarare espressamente che i principi enunciati nella seguente Dichiarazione sono osservati.

 

 

 

 

 

 

 

 

C.  RICERCA MEDICA ASSOCIATA ALLA CURA PROFESSIONALE (RICERCA CLINICA)

 

 

 

 

22. Nel trattamento della persona malata il medico deve essere libero di usare una nuova misura diagnostica o terapeutica, se a suo giudizio essa offre la speranza di salvare la vita, di ristabilire la salute o di alleviare le sofferenze.

 

 

 

23. I benefici potenziali, i rischi e i disagi di un nuovo metodo dovrebbero essere sempre com parati nei riguardi dei vantaggi dei migliori metodi diagnostici e terapeuti disponibili.

 

 

 

24. In qualsiasi ricerca medica ciascun paziente – ivi inclusi quelli di un gruppo di controllo se c’è – dovrebbero avere la garanzia dell’impiego dei migliori mezzi diagnostici e terapeutici.

 

 

 

25. Il rifiuto di un paziente a partecipare in uno studio non deve mai interferire con la relaziona medico-paziente.

 

 

 

26. Se il medico considera essenziale non ottenere il consenso informato, le ragioni specifiche per questa proposta dovrebbero essere descritte nel protocollo sperimentale per la trasmissione ad un comitato indipendente.

 

 

 

27. II medico può unire la ricerca medica alla cura professionale con I’obbiettivo di acquisire nuove conoscenze mediche solo nella misura in cui la ricerca medica è giustificata dal poten ziale valore diagnostico o terapeutico per il paziente.

 

 

 

 

 

 

D.  RICERCA BIOMEDICA NON TERAPEUTICA SULL’UOMO (RICERCA BIOMEDICA NON CLINICA)

 

 

 

 

 

28. Nell’applicazione puramente scientifica della ricerca biomedica sull’uomo è compito de. medico essere il protettore della vita e della salute della persona su cui la ricerca è condotta

 

 

 

29. I soggetti dovrebbero essere volontari, sia sani che pazienti per i quali il disegno sperimentale non è correlato alla loro malattia.

 

 

 

30. Il ricercatore o il gruppo di ricerca dovrebbe interrompere la ricerca se à suo o loro giudizi può essere dannosa per l’individuo nel caso venga continuata.

 

 

 

31. Nella ricerca sull’uomo l’interesse della scienza e della società non dovrebbero mai prendere il sopravvento sulla salvaguardia del benessere del paziente.

 

I DIRITTI DEL MALATO DI CANCRO

 

 

 

Parte prima.

La salute

 

  1. Diritto di riconoscere lo stato di salute – (L. 241/1990; D. Lgs. 196/2003)
  2. Esenzione dal ticket – (D. M. Sanità 329/1999).
  3. Prestazioni sanitarie presso centri di altissima specializzazione all’estero
  4. Prescrizione gratuita di protesi

 

Parte seconda

Il sistema assistenziale 

Prestazioni assistenziali

 

  1. Pensione di inabilità e assegno di invalidità civile
  2. Indennità di acompagnamento
  3. Indennità di frequenza (L. 289/90)

 

Parte terza

Il lavoro

 

  1. Collocamento obbligatorio per persone disabili
  2. Scelta della sede di lavoro e trasferimento
  3. Permessi lavorativi
  4. Congedi lavorativi
  5. Giorni di assenza perterapia salvavita
  6. Lavoro notturno
  7. Rapporto di lavoro a tempo parziale

 

Parte Quarta

Il sistema previdenziale

Prestazioni previdenziali

 

  1. Assegno oridinario di invalidità
  2. Pensione di inabilità
  3. Assegno mensile per l’assistenza personale e continuativa ai pensionati per inabilità
  4. Pensionamento anticipato

 

Parte quinta

Ulteriori benefici

Contrassegno di libera circolazione e di sosta

 

Circolare n. 40/05 del 22/12/05

 

Per maggior informazioni: http://www.aimac.it/

CARTA DI LEDHA

 

Un bambino o una bambina saranno ricoverati in ospedale solo se le cure di cui hanno bisogno non possono essere assicurate, con la stessa efficacia, a casa o in regime di day hospital.

 

Un bambino o una bambina ricoverati in ospedale avranno diritto alla vicinanza dei propri genitori o di altre persone amiche in ogni momento della giornata.

 

I genitori verranno accolti all’interno del reparto e saranno aiutati e incoraggiati a rimanervi. Essi saranno messi in condizione di non dovrer affrontare spese aggiuntive o subire perdite economiche. Per partecipare alla cura del proprio figlio, i genitori saranno informati riguardo ai tempi e ai ritmi della vita del reparto e la loro attiva collaborazione sarà incoraggiata.

 

Bambini e genitori hanno diritto a ricevere informazioni in modo adeguato alle proprie conoscenze e capacità di comprensione. Il personale cercherà di minimizzare lo stress fisico ed emotivo conseguente al ricovero ed alla lunga ospedalizzazione.

 

Bambini e genitori hanno il diritto a partecipare consapevolmente alle decisioni sanitarie che li riguardano. Ad ogni bambino o bambina saranno evitate cure mediche ed esami superflui.

 

Un bambino o una bambina ricoverati saranno curati assieme ad altri bambini che hanno le stesse esigenze di crescita e sviluppo e non saranno inseriti in reparti per adulti. Non viene posto nessun limite all’età dei visitatori dei bambini ricoverati.

 

Un bambino o una bambina ricoverati avranno la possibilità di giocare, divertirsi e lavorare in maniera adeguata alla loro età e condizione medica. Avranno la possibilità di vivere in un ambiente pensato e attrezzato per le loro esigenze in questo senso.

 

Bambini o bambine saranno seguiti da uno staff adeguatamente preparato in grado di affrontare i bisogni fisici, emotivi, e di crescita dell’intero nucleo familiare.

 

Continuità e costanza nelle cure sarà assicurata dall’equipe del reparto.

 

Bambini e bambine ricoverati saranno trattati con tatto e comprensione; la loro privacy sarà rispettata in ogni momento.

fonte: EACH – European Association

for Children in Hospital

www.each-for-sick-children.org

 

 

 

 

Carta dei Diritti dei BAMBINI e delle BAMBINE in OSPEDALE

Uno dei diritti fondamentali, soprattutto dei bambini,

è il diritto alle migliori cure mediche possibili.

(UNESCO)

 

Carta Europea per la tutela educativa di bambini ed adolescenti malati

curati in ospedale o in assistenza domiciliare

 

Ogni bambino o adolescente malato ha diritto a ricevere una educazione, sia a casa che in ospedale.

 

 

Lo scopo di questa attività è quello di far proseguire a bambini ed adolescenti il proprio percorso formativo, consentendo loro di continuare a vivere il proprio ruolo di studenti.

 

 

La scuola in ospedale, creando una comunità di bambini ed adolescenti, favorisce la normalità nella vita quotidiana. L’educazione ospedaliera può svolgersi in gruppi classe, come insegnamento individualizzato e/o direttamente in camera di degenza.

 

 

L’insegnamento domiciliare e quello svolto in ospedale devono adattarsi ai bisogni ed alle capacità di ogni bambino o adolescente e verranno svolti in collaborazione con la scuola di appartenenza.

 

 

L’ambiente di apprendimento deve essere adattato ai bisogni di bambini ed adolescenti malati. Le tecnologie della informazione e della comunicazione potranno esssere usate anche per prevenire forme di isolamento.

 

 

Le attività didattiche faranno uso di una pluralità di risorse e metodi. I contenuti del curricolo formativo tradizionale potranno essere ampliati con aspetti relativi a particolari bisogni che derivano dall’ospedalizzazione o dalla malattia.

 

 

Gli insegnanti che operano in ospedale ed in assistenza domiciliare devono essere pienamente qualificati per questo lavoro e avere accesso ad ulteriori percorsi di formazione in servizio.

 

 

Gli insegnanti di bambini ed adolescenti malati sono a pieno titolo membri dell’équipe multidisciplinare di cura e fungono da collegamento tra il bambino o adolescente malato e la sua scuola di appartenenza.

 

 

I genitori devono essere informati del diritto all’istruzione scolastica e delle opportunità educative per il proprio bambino o adolescente malato. Essi saranno considerati partner responsabili ed attivi di questi progetti.

 

 

L’integrità personale di ogni bambino o adolescente dovrà sempre essere rispettata. Particolare attenzione verrà posta alla tutela delle informazioni mediche e al rispetto di ogni forma di credenza personale.

 

 

 

Promulgata dalla Assemblea Generale di H.O.P.E.

Barcellona, 20 Maggio 2000

www.hospitalteachers.eu

 

 

 

CARTA DEI DIRITTI DELL’INFANZIA

 

La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e l’Adolescenza è stata approvata dall’Assemblea delle Nazioni Unite (ONU) a New York il 20 Novembre del 1989. L’Italia ha ratificato e reso esecutiva la Convenzione il 27 Maggio 1991 attraverso l’approvazione della Legge n.176. E’ importante che tutti i genitori e gli adulti responsabili conoscano in dettaglio questo documento al fine di essere, ognuno nel proprio ambiente e attraverso le proprie opportunità, difensori consapevoli e convinti dei diritti di ogni bambino che nasce. Questo documento vede nei bambini e negli adolescenti non solo degli oggetti di tutela, ma soprattutto dei soggetti di diritto, proponendo una nuova consapevolezza sul valore che l’infanzia rappresenta per l’intero pianeta. Il testo che segue è la versione integrale del documento riscritta da un gruppo di bambini di Palermo.

 

 

 

Bambino o bambina è ogni essere umano fino a 18 anni.

 

Gli Stati devono rispettare, nel loro territorio, i diritti di tutti i bambini: handicappati, ricchi e poveri, maschi e femmine, di diverse razze, di religione diversa, ecc.

 

Tutti coloro che comandano devono proteggere il bambino e assicurargli le cure necessarie per il suo benessere.

 

Ogni Stato deve attuare questa convenzione con il massimo impegno per mezzo di leggi, finanziamenti e altri interventi. In caso di necessità gli Stati più poveri dovranno essere aiutati da quelli più ricchi.

 

Gli Stati devono rispettare chi si occupa del bambino.

 

Il bambino ha diritto alla vita. Gli Stati devono aiutarlo a crescere.

 

Quando nasce un bambino ha diritto ad avere un nome, ed essere registrato ed avere l’affetto dei genitori.

 

Il bambino ha diritto al proprio nome, alla propria nazionalità e a rimanere sempre in relazione con la sua famiglia.

 

Il bambino non può essere separato, contro la sua volontà, dai genitori. La legge può decidere diversamente quando il bambino viene maltrattato. Il bambino separato dai genitori deve mantenere i contatti con essi. Quando la separazione avviene per azione di uno Stato (carcerazione dei genitori, deportazione, ecc.) il bambino deve essere informato del luogo dove si trovano i suoi genitori.

 

Il bambino ha diritto ad andare in qualsiasi Stato per unirsi ai genitori. Se i genitori abitano in Stati diversi, il bambino ha diritto di mantenersi in contatto con loro.

 

Il bambino non può essere portato in un altro Stato illecitamente. Tutti gli Stati si devono mettere d’accordo per garantire questo diritto.

 

Il bambino deve poter esprimere la propria opinione su tutte le cose che lo riguardano. Quando si prendono decisioni che lo interessano, prima deve essere ascoltato.

 

Il bambino ha diritto di esprimersi liberamente con la parola, con lo scritto, il disegno, la stampa, ecc.

 

Gli Stati devono rispettare il diritto del bambino alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione.

 

Il bambino ha diritto alla libertà di associazione e di riunione pacifica.

 

Il bambino deve essere rispettato nella sua vita privata. Nessuno può entrare a casa sua, leggere la sua corrispondenza o parlare male di lui.

 

Il bambino ha diritto a conoscere tutte le informazioni utili al suo benessere. Gli Stati devono: far fare libri, film ed altro materiale utile per il bambino; scambiare con altri Stati tutti i materiali interessanti adatti per i bambini; proteggere i bambini dai libri o da altro materiale dannoso per loro.

 

I genitori (o i tutori legali) devono curare l’educazione e lo sviluppo del bambino. Lo Stato li deve aiutare rendendo più facile il loro compito.

 

Gli Stati devono proteggere il bambino da ogni forma di violenza.

 

Lo Stato deve assistere il bambino che non può stare con la sua famiglia affidandolo a qualcuno. Chi si occupa del bambino deve rispettare le sue abitudini.

 

Gli Stati devono permettere l’adozione nell’interesse del bambino. L’adozione deve essere autorizzata dalle autorità con il consenso dei parenti del bambino. Se l’adozione non può avvenire nello Stato del bambino, si può fare in un altro Stato. L’adozione non deve mai essere fatta per soldi.

 

Gli Stati devono cercare di unire alla sua famiglia il bambino separato e, se non ha famiglia, lo Stato lo deve proteggere come qualsiasi altro bambino.

 

Il bambino svantaggiato fisicamente e mentalmente deve vivere una vita completa e soddisfacente. Gli Stati devono scambiarsi tutte le informazioni utili per migliorare la vita dei bambini disabili e devono garantire l’assistenza gratuita se i genitori o i tutori sono poveri. Inoltre bisogna fornire al bambino occasioni di divertimento.

 

Il bambino deve poter vivere in salute anche con l’aiuto della medicina.

 

Gli Stati devono garantire questo diritto con diverse iniziative: fare in modo che muoiano meno bambini nel primo anno di vita; garantire a tutti i bambini l’assistenza medica; combattere le malattie e la malnutrizione fornendo cibi nutritivi ed acqua potabile; assistere le madri prima e dopo il parto; informare tutti i cittadini sull’importanza dell’allattamento al seno e sull’igiene; aiutare i genitori a prevenire le malattie e a limitare le nascite. Il bambino che è stato curato deve essere controllato periodicamente.

 

Ogni bambino deve essere assistito in caso di necessità, di malattia o necessità economica, tenendo conto delle possibilità dei genitori o dei tutori.

 

Ogni bambino ha diritto a vivere bene. Gli Stati devono aiutare la famiglia a nutrirlo, a vestirlo, ad avere una casa, anche quando il padre si trova in un altro Stato.

 

Il bambino ha diritto all’istruzione. Per garantire questo diritto gli Stati devono: fare le scuole elementari obbligatorie per tutti; fare in modo che tutti possano frequentare le scuole medie; aiutare chi ha la capacità a frequentare le scuole superiori; informare i bambini sulle varie scuole che esistono.

 

Gli Stati devono controllare, anche, che nella scuola siano rispettati i diritti dei bambini.

 

L’educazione del bambino deve: sviluppare tutte le sue capacità; rispettare i diritti umani e le libertà; rispettare i genitori, la lingua e la cultura del Paese in cui egli vive; preparare il bambino ad andare d’accordo con tutti; rispettare l’ambiente naturale.

 

Il bambino che ha una lingua o una religione diversa, ha il diritto di unirsi con altri del suo gruppo per partecipare ai riti e a parlare la propria lingua.

 

Il bambino ha il diritto di giocare, di riposarsi e di svagarsi. Gli Stati devono garantire a tutti questo diritto.

 

Il bambino non deve essere costretto a fare dei lavori pesanti o rischiosi per la sua salute. Gli Stati devono approvare delle leggi che stabiliscono a quale età si può lavorare, con quali orari ed in quali condizioni. Devono punire chi non le rispetta.

 

Gli Stati devono proteggere il bambino contro le droghe ed evitare che sia impiegato nel commercio della droga.

 

Gli Stati devono proteggere il bambino dallo sfruttamento sessuale.

 

Gli Stati devono mettersi d’accordo per evitare il rapimento, la vendetta o il traffico di bambini.

 

Gli Stati devono proteggere il bambino da ogni forma di sfruttamento.

 

Nessun bambino deve essere sottoposto a tortura o punizioni crudeli. Se un bambino deve andare in prigione, deve essere per un motivo molto grave e per un breve periodo. In carcere deve essere rispettato, deve mantenere i contatti con la famiglia e deve essere tenuto separato da carcerati adulti.

 

In caso di guerra i bambini non devono essere chiamati a partecipare se non hanno almeno 15 anni.

 

Se il bambino è vittima della guerra, tortura o sfruttamento deve essere aiutato a recuperare la sua salute.

 

Il bambino che non osserva la legge deve essere trattato in modo da rispettare la sua dignità. Gli Stati devono garantire: che nessun bambino sia punito per cose non punite dalla legge dello Stato; che il bambino accusato sia assistito da un avvocato e sia ritenuto innocente finché non è condannato; che la sua causa sia definita velocemente; che, se giudicato colpevole, abbia il diritto alla revisione della sentenza; che se parla un’altra lingua abbia l’assistenza di un interprete.

 

Gli articoli di questa Convenzione non devono essere sostituiti alla legge dello Stato se questa è più favorevole al bambino.

 

Gli Stati devono far riconoscere i diritti dei bambini sia ai bambini stessi sia agli adulti.

 

Gli Stati devono scegliere dei rappresentanti che si riuniscano periodicamente e controllino se i diritti dei bambini vengono rispettati.

 

Entro due anni dalla approvazione di questa Convenzione, gli Stati devono informare il Segretario Generale dell’ONU, comunicando come l’hanno messa in pratica.

 

Le Nazioni Unite possono incaricare l’UNICEF di controllare come i diritti dei bambini vengono rispettati in tutti gli Stati del mondo.

 

Questa Convenzione può essere firmata da tutti gli Stati del mondo.

 

La Convenzione deve essere approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU.

 

La Convenzione può essere firmata, anche dopo l’approvazione, da qualsiasi altro Stato.

 

La Convenzione entra in vigore dopo 30 giorni che è stata approvata dall’ONU:

 

Ogni Stato può proporre cambiamenti al testo della Convenzione inviando le proposte di modifica al Segretario Generale dell’ONU.

 

Il Segretario Generale farà conoscere a tutti gli Stati le osservazioni e le proposte di modifica fatte da ogni Stato.

 

Uno Stato può ritirare l’adesione alla Convenzione.

 

La Convenzione è depositata presso il Segretario Generale dell’ONU.

 

La Convenzione depositata è scritta in arabo, cinese, inglese, francese, russo e spagnolo.

 

CARTA DEI DIRITTI DEL’ANZIANO

Diritti dell’anziano

 

La persona anziana ha il diritto:

di conservare la propria individualità e libertà;

di conservare le proprie credenze, opinioni e sentimenti, anche se essi appaiono anacronistici e in contrasto con quelli della maggior parte della popolazione e/o dell’ambiente umano di cui fa parte;

di conservare le proprie modalità di condotta, anche se esse appaiono anacronistiche e in contrasto con quelle della maggior parte della popolazione e/o dell’ambiente umano di cui fa parte;

di continuare a vivere nel proprio domicilio;

di essere accudita e curata, quando necessario, al proprio domicilio, giovandosi dei più aggiornati mezzi terapeutici;

di continuare a vivere con i propri famigliari;

di conservare relazioni con persone di ogni età;

di usufruire, se necessario, delle forme più aggiornate di riattivazione, riabilitazione e risocializzazione;

di essere salvaguardata da ogni forma di violenza fisica e morale, ivi compresa l’omissione di interventi che possono migliorare le sue condizioni di vita e anche aumentare il desiderio e il piacere di vivere;

di essere messa in condizione di conservare la propria dignità e il proprio valore, anche quando non è più totalmente autonoma e autosufficiente;

di essere messa in condizione di esprimere le proprie attitudini e creatività.

 

 

 

Doveri della società

 

La società ha il dovere:

di rispettare l’individualità di ogni persona anziana, evitando nei suoi confronti interventi decisi solo in funzione della sua età anagrafica;

di rispettare credenze, opinioni e sentimenti delle persone anziane, sforzandosi di coglierne il significato nell’evoluzione di una cultura e di una popolazione;

di rispettare le modalità di condotta delle persone anziane, riconoscendo il loro valore ed evitando di “correggerle” o di deriderle;

di consentire ad ogni persona anziana di vivere nel proprio domicilio o, in caso di assoluta impossibilità, di usufruire di soluzioni nelle quali possa ritrovare alcuni aspetti dell’abitazione forzatamente abbandonata;

di accudire e curare l’anziano fin dove è possibile a domicilio, riducendo gli eventuali periodi di ospedalizzazione e fornendo ogni trattamento ritenuto utile;

di favorire per quanto possibile la convivenza con i famigliari, sostenendo se necessario questi ultimi e stimolando ogni possibilità di integrazione;

di evitare nei confronti dell’anziano ogni forma di ghettizzazione che gli impedisca di interagire anche con la parte più giovane della popolazione;

di attuare nei riguardi degli anziani che presentano deficit, alterazioni o limitazioni funzionali ogni forma possibile di riattivazione, riabilitazione e risocializzazione che coinvolga anche i suoi famigliari e gli operatori socio-sanitari;

di contrastare nelle famiglie e nelle istituzioni ogni forma di sopraffazione e prevaricazione a danno degli anziani e di verificare che ad essi siano dedicati tutti gli interventi che possono attenuare la loro sofferenza e migliorare la loro condizione esistenziale;

di operare perché, anche nei casi fisicamente e/o psichicamente meno fortunati, siano potenziate le capacità residue di ogni persona e realizzato un clima di accettazione, di condivisione e di solidarietà;

di fornire ad ogni persona che invecchia la possibilità di conoscere e di attuare le proprie attitudini, così da poter continuare a realizzare se stessa anche ad età avanzata, di metterla nelle condizioni di esprimere la propria emotività, fonte della creatività da cui trae energia l’invecchiamento, di farle mantenere e riconoscere il proprio valore, al limite anche soltanto affettivo.

 

 

 

LN-A (Fondazione per la lotta alla non autosufficienza) ha stilato la “Carta dei diritti dell’anziano” in cui ad ognuno dei diritti individuati corrisponde un preciso dovere da parte della società.

 

 

 

CARTA DEI DIRITTI DEL MALATO DI ALZHEIMER

 

 

 

La Federazione Alzheimer Italia riconosce questi principi come fondamentali per salvaguardare la qualità della vita dei malati di Alzheimer e di coloro che se ne prendono cura: familiari e assistenti

 

 

 

Diritto del malato a un rispetto e a una dignità pari a quella di ogni altro cittadino

 

 

Diritto del malato a essere informato, nelle fasi precoci della malattia, e dei congiunti o rappresentanti legali in qualsiasi fase della stessa, per quanto possibile, sulla sua malattia e sulla sua prevedibile evoluzione

 

 

Diritto del malato (o del rappresentante legale) a partecipare, per quanto possibile, alle decisioni riguardanti il tipo di cura e di assistenza presente e futura

 

 

Diritto del malato ad accedere a ogni servizio sanitario e/o assistenziale al pari di ogni altro cittadino: questo diritto implica che attenzioni particolari siano rivolte affinché i malati possano realmente accedere a certi servizi da cui la loro mancanza di autonomia tende ad allontanarli

 

 

Diritto del malato di disporre di servizi specializzati, che affrontino specificamente i problemi della demenza

 

 

Diritto del malato e di chi si prende cura di lui di scegliere fra le diverse opzioni di cura/assistenza che si prospettano

 

 

Diritto del malato, considerata la sua vulnerabilità, a una speciale tutela e garanzia contro gli abusi fisici e patrimoniali

 

Diritto del malato, in assenza di rappresentanti legali, o nel caso in cui i potenziali rappresentanti legali rifiutassero la tutela, di avere per legge un tutore ufficiale scelto dal tribunale

 

 

Questa Carta è’ stata approvata dalle Assemblee Generali di Alzheimer’s Disease International (A.D.I.), Alzheimer Europe e Federazione Alzheimer

CARTA EUROPEA DEI DIRITTI DEL MALATO

 

1. Diritto a misure preventive.

 

Ogni individuo ha diritto a servizi appropriati a prevenire la malattia.

 

 

 

 

 

2. Diritto all’accesso.

 

Ogni individuo ha il diritto di accedere ai servizi sanitari che il suo stato di salute richiede. I servizi sanitari devono garantire eguale accesso a ognuno, senza discriminazioni sulla base delle risorse finanziarie, del luogo di residenza, del tipo di malattia o del momento di accesso al servizio.

 

 

 

 

 

3. Diritto alla informazione.

 

Ogni individuo ha il diritto di accedere a tutti i tipi di informazione che riguardano il suo stato di salute e i servizi sanitari e come utilizzarli, nonché a tutti quelli che la ricerca scientifica e la innovazione tecnologica rendono disponibili.

 

 

 

 

 

4. Diritto al consenso.

 

Ogni individuo ha il diritto ad accedere a tutte le informazioni che lo possono mettere in grado di partecipare attivamente alle decisioni che riguardano la sua salute. Queste informazioni sono un prerequisito per ogni procedura e trattamento, ivi compresa la partecipazione alla ricerca scientifica.

 

 

 

 

 

5. Diritto alla libera scelta.

 

Ogni individuo ha il diritto di scegliere liberamente tra differenti procedure ed erogatori di trattamenti sanitari sulla base di adeguate informazioni.

 

 

 

 

 

6. Diritto alla privacy e alla confidenzialità.

 

Ogni individuo ha il diritto alla confidenzialità delle informazioni di carattere personale, incluse quelle che riguardano il suo stato di salute e le possibili procedure diagnostiche o terapeutiche, così come ha diritto alla protezione della sua privacy durante l’attuazione di esami diagnostici, visite specialistiche e trattamenti medico-chirurgici in generale.

 

 

 

 

 

7. Diritto al rispetto del tempo dei pazienti.

 

Ogni individuo ha diritto a ricevere i necessari trattamenti sanitari in un periodo di tempo veloce e predeterminato. Questo diritto si applica a ogni fase del trattamento.

 

 

 

 

 

8. Diritto al rispetto di standard di qualità.

 

Ogni individuo ha il diritto di accedere a servizi sanitari di alta qualità, sulla base della definizione e del rispetto di precisi standard.

 

 

 

 

 

9. Diritto alla sicurezza.

 

Ogni individuo ha il diritto di essere libero da danni derivanti dal cattivo funzionamento dei servizi sanitari, dalla malpractice e dagli errori medici, e ha il diritto di accesso a servizi e trattamenti sanitari che garantiscano elevati standard di sicurezza.

 

 

 

 

 

10. Diritto alla innovazione.

 

Ogni individuo ha il diritto all’accesso a procedure innovative, incluse quelle diagnostiche, secondo gli standard internazionali e indipendentemente da considerazioni economiche o finanziarie.

 

 

 

 

 

11. Diritto a evitare le sofferenze e il dolore non necessari.

 

Ogni individuo ha il  diritto di evitare quanta più sofferenza possibile, in ogni fase della sua malattia.

 

 

 

 

 

12. Diritto a un trattamento personalizzato.

 

Ogni individuo ha il diritto a programmi diagnostici o terapeutici quanto più possibile adatti alle sue personali esigenze.

 

 

 

 

 

13. Diritto al reclamo.

 

Ogni individuo ha il diritto di reclamare ogni qual volta abbia sofferto un danno e ha il diritto a ricevere una risposta o un altro tipo di reazione.

 

 

 

 

 

14. Diritto al risarcimento.

 

Ogni individuo ha il diritto di ricevere un sufficiente risarcimento in un tempo ragionevolmente breve ogni qual volta abbia sofferto un danno fisico ovvero morale e psicologico causato da in trattamento di un servizio sanitario.

 

 

 

 

La Carta di Ottawa per la Promozione della Salute The Ottawa Charter for Health Promotion

 

1^ Conferenza Internazionale sulla promozione della salute 17-21 novembre 1986

 

Ottawa, Ontario, Canada

 

La 1^ Conferenza Internazionale sulla Promozione della Salute, riunita a Ottawa il 21 novembre 1986, presenta questa Carta per stimolare l’azione a favore della Salute per tutti per l’anno 2000 e oltre. Questa Conferenza è stata in primo luogo una risposta alle crescenti aspettative mondiali per un nuovo movimento di sanità pubblica. Le discussioni si sono incentrate sui bisogni presenti nei paesi industrializzati, ma hanno preso in considerazione aspetti simili in tutte le altre regioni. La Conferenza si è basata sul progresso ottenuto grazie alla Dichiarazione sull’Assistenza Sanitaria Primaria di Alma-Ata, al documento dell’O.M.S. sugli obiettivi della Salute per Tutti e al recente dibattito sull’azione intersettoriale a favore della salute svoltosi nell’Assemblea Mondiale della Sanità.

 

La promozione della salute

 

La promozione della salute è il processo che mette in grado le persone di aumentare il controllo sulla propria salute e di migliorarla. Per raggiungere uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, un individuo o un gruppo deve essere capace di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni, di cambiare l’ambiente circostante o di farvi fronte. La salute è quindi vista come una risorsa per la vita quotidiana, non è l’obiettivo del vivere. La salute è un concetto positivo che valorizza le risorse personali e sociali, come pure le capacità fisiche. Quindi la promozione della salute non è una responsabilità esclusiva del settore sanitario, ma va al di là degli stili di vita e punta al benessere.

 

I prerequisiti per la salute

 

Le condizioni e le risorse fondamentali per la salute sono la pace, l’abitazione, l’istruzione, il cibo, un reddito, un ecosistema stabile, le risorse sostenibili, la giustizia sociale e l’equità. Il miglioramento dei livelli di salute deve essere saldamente basato su questi prerequisiti fondamentali.

 

Sostenere la causa della salute

 

Una buona salute è una risorsa significativa per lo sviluppo sociale, economico e personale ed è una dimensione importante della qualità della vita. Fattori politici, economici, sociali, culturali, ambientali, comportamentali e biologici possono favorire la salute, ma possono anche danneggiarla. L’azione della promozione della salute punta a rendere favorevoli queste condizioni tramite il sostegno alla causa della salute.

 

Mettere in grado

 

La promozione della salute focalizza l’attenzione sul raggiungimento dell’equità in tema di salute. Per mettere in grado tutte le persone di raggiungere appieno il loro potenziale di salute, l’azione della promozione della salute punta a ridurre le differenze nello stato di salute attuale e ad assicurare pari opportunità e risorse. Tutto ciò comprende solide basi su un ambiente favorevole, sulla disponibilità di informazioni, su abilità personali e su opportunità che consentano di fare scelte sane. Le persone non possono raggiungere il loro pieno potenziale di salute se non sono capaci di controllare quei fattori che determinano la loro salute. Ciò va applicato in egual misura agli uomini e alle donne.

 

Mediare

 

I prerequisiti e le aspettative per la salute non possono essere garantiti solo dal settore sanitario. Quel che più conta è che la promozione della salute richiede un’azione coordinata da parte di tutti i soggetti coinvolti: i governi, il settore sanitario e gli altri settori sociali ed economici, le organizzazioni non governative e di volontariato, le autorità locali, l’industria ed i mezzi di comunicazione di massa. Le persone di ogni ceto sociale sono coinvolte come individui, famiglie e comunità. Per la ricerca della salute, i gruppi professionali e sociali ed il personale sanitario hanno l’importante responsabilità di mediare tra i diversi interessi presenti nella società. Le strategie e i programmi di promozione della salute dovrebbero essere adattati ai bisogni locali e alle possibilità dei singoli paesi e regioni, in modo da tenere conto dei diversi sistemi sociali, culturali ed economici.

 

 

 

 

Strumenti d’azione della promozione della salute

 

 

Costruire una politica pubblica per la salute

 

La promozione della salute va al di là dell’assistenza sanitaria. Essa colloca la salute nell’ordine del giorno di coloro che compiono le scelte politiche in tutti i settori e a ogni livello, per renderli più consapevoli delle conseguenze che hanno le loro decisioni sulla salute e per far accettare le loro responsabilità nei confronti della salute. Una politica di promozione della salute richiede che vengano identificati gli ostacoli all’adozione di politiche pubbliche per la salute nei settori non sanitari e i modi per superarli. Lo scopo deve essere quello di fare in modo che le scelte più sane siano quelle più facili da realizzare anche per coloro che compiono le scelte politiche.

 

Creare ambienti favorevoli

 

Le nostre società sono complesse e interdipendenti, e non è possibile separare la salute dagli altri obiettivi. Gli inestricabili legami che esistono tra le persone e il loro ambiente costituiscono la base per un approccio socio-ecologico alla salute. Il principio guida globale per il mondo, e allo stesso modo per le nazioni, le regioni e le comunità, è la necessità di incoraggiare il sostegno e la tutela reciproci: prendersi cura gli uni degli altri, delle nostre comunità e del nostro ambiente naturale. La conservazione delle risorse naturali in ogni parte del mondo dovrebbe essere enfatizzata come una responsabilità globale. I cambiamenti dei modelli di vita, di lavoro e del tempo libero hanno un importante impatto sulla salute. Il lavoro e il tempo libero dovrebbero esser una fonte di salute per le persone. Il modo in cui la società organizza il lavoro dovrebbe contribuire a creare una società sana. La promozione della salute genera condizioni di vita e di lavoro che sono sicure, stimolanti, soddisfacenti e piacevoli. E’ essenziale che venga svolta una sistematica valutazione dell’impatto che può avere sulla salute un ambiente in rapida trasformazione, con particolare riguardo alla tecnologia, al lavoro, alla produzione di energia e all’urbanizzazione: tale valutazione deve essere seguita da azioni che garantiscano benefici alla salute delle persone. La protezione degli ambienti naturali e modellati dall’uomo, e la conservazione delle risorse naturali dovrebbero essere considerate in ogni strategia di promozione della salute.

 

Dare forza all’azione della comunità

 

La promozione della salute agisce attraverso una concreta ed efficace azione della comunità nel definire le priorità, assumere le decisioni, pianificare e realizzare le strategie che consentano di raggiungere un migliore livello di salute. Al cuore di tutto ciò vi è il processo che attribuisce un maggior potere alle comunità, vi è il possesso e il controllo da parte delle comunità stesse dei loro sforzi e dei loro destini. Lo sviluppo della comunità attinge alle risorse umane e materiali esistenti nella comunità stessa per aumentare l’auto-aiuto e il supporto sociale e per sviluppare sistemi flessibili che rafforzino la partecipazione e la direzione pubblica sui temi della salute. Ciò richiede un pieno e continuo accesso alle informazioni, la possibilità di conoscere le opportunità di salute e un adeguato supporto finanziario.

 

Sviluppare le abilità personali

 

La promozione della salute sostiene lo sviluppo individuale e sociale fornendo l’informazione e l’educazione alla salute, e migliorando le abilità per la vita quotidiana. In questo modo, si aumentano le possibilità delle persone di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e sui propri ambienti, e di fare scelte favorevoli alla salute. E’ essenziale mettere in grado le persone di imparare durante tutta la vita, di prepararsi ad affrontare le sue diverse tappe e di saper fronteggiare le lesioni e le malattie croniche. Ciò deve essere reso possibile a scuola, in famiglia, nei luoghi di lavoro e in tutti gli ambienti organizzativi della comunità. E’ necessaria un’azione che coinvolga gli organismi educativi, professionali, commerciali e del volontariato, ma anche le stesse istituzioni.

 

Riorientare i servizi sanitari

 

La responsabilità per la promozione della salute nei servizi sanitari è condivisa tra i singoli, i gruppi della comunità, gli operatori sanitari, le istituzioni che garantiscono il servizio sanitario e i governi. Essi devono lavorare insieme per un sistema di assistenza sanitaria che contribuisca alla ricerca della salute. Il ruolo del settore sanitario deve andare sempre più nella direzione della promozione della salute, al di là della sua responsabilità di garantire servizi clinici e curativi. I servizi sanitari hanno bisogno di adottare un mandato più ampio che sia sensibile e rispettoso dei bisogni culturali. Questo mandato dovrebbe sostenere i bisogni degli individui e delle comunità per una vita più sana e stabilire connessioni tra il settore sanitario e le più ampie componenti sociali, politiche, economiche e dell’ambiente fisico. Il riorientamento dei servizi sanitari richiede anche una maggior attenzione alla ricerca sanitaria come pure ai cambiamenti nell’insegnamento e nella formazione professionale. Tutto ciò deve portare a una modifica dell’atteggiamento e dell’organizzazione dei servizi sanitari, che devono ricalibrare la loro attenzione sui bisogni complessivi dell’individuo visto nella sua interezza.

 

Entrare nel futuro

 

La salute è creata e vissuta dalle persone all’interno degli ambienti organizzativi della vita quotidiana: dove si studia, si lavora, si gioca e si ama. La salute è creata prendendosi cura di se stessi e degli altri, essendo capaci di prendere decisioni e di avere il controllo sulle diverse circostanze della vita, garantendo che la società in cui uno vive sia in grado di creare le condizioni che permettono a tutti i suoi membri di raggiungere la salute. Assistenza, olismo ed ecologia sono questioni essenziali nello sviluppo delle strategie per la promozione della salute. Quindi, le persone che sono coinvolte dovrebbero assumere come principio guida che in ciascuna fase della progettazione, realizzazione e valutazione della attività di promozione della salute gli uomini e le donne dovrebbero diventare partner alla pari.

 

L’impegno per la promozione della salute

 

I partecipanti a questa Conferenza si impegnano:

1. a intervenire nel campo della politica pubblica per la salute e a sostenere un chiaro impegno politico a favore della salute e dell’equità in ogni settore;

 

2. a contrastare le pressioni a favore dei prodotti dannosi, dell’impoverimento delle risorse, degli ambienti e delle condizioni di vita malsane, di una nutrizione inadeguata; al contrario, si impegnano a focalizzare attenzione su questioni di salute pubblica quali l’inquinamento, i rischi occupazionali, la questione dell’abitazione e degli insediamenti;

 

3. a riconoscere che le persone costituiscono la maggior risorsa per la salute; si impegnano inoltre a supportarle e a metterle in grado di mantenere sane se stesse, i familiari e gli amici (con mezzi finanziari o con altri mezzi) e ad accettare che la comunità sia una voce fondamentale sui temi della salute, delle condizioni di vita e del benessere;

 

4. a riorientare i servizi sanitari e le relative risorse verso la promozione della salute e a condividere il potere con altri settori, altre discipline e cosa più importante, con le persone stesse;

 

5. a riconoscere che la salute e il suo mantenimento sono un importante investimento sociale e una sfida; a occuparsi del problema ecologico globale rappresentato dai nostri modi di vita.

 

 

La Conferenza esorta le parti interessate a unirsi nel loro impegno per una forte alleanza pubblica per la salute. Appello per un’azione internazionale La Conferenza invita l’Organizzazione Mondiale della Sanità e le altre organizzazioni internazionali a sostenere la causa della promozione della salute in tutte le sedi appropriate e a supportare i diversi paesi nel mettere a punto strategie e programmi di promozione della salute. La Conferenza è fermamente convinta che la Salute per Tutti entro l’anno 2000 comincerà a diventare una realtà se le persone di ogni ceto sociale, le organizzazioni non governative e di volontariato, i governi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e tutti gli altri organismi coinvolti uniranno le loro forze per introdurre strategie che promuovono la salute in linea con i valori morali e sociali che stanno alla base di questa Carta.

 

Definizione di SALUTE O.M.S.

 

 

Non solo assenza di malattia ma stato di completo benessere fisico, psicologico e sociale.

 

 

Non basta quindi curare ma anche prevenire, informare, sensibilizzare, promuovere comportamenti sani e orientati al benessere